25 April, 2024
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Domenica sera, alle 21.30, in Piazza Satta, a Nuxis, andrà in scena “Sa donna e su schisòrgiu”, progetto volto alla divulgazione della conoscenza di leggende e storie del territorio di Nuxis. Il suo titolo iniziale era “S’omu de sa Donna”, tra storia e leggenda. Tra gli obiettivi che si prefiggeva c’erano l’intento di portare a conoscenza le nuove generazioni di storie e leggende del paese e soprattutto la leggenda del fantasma di una nobildonna del medioevo vissuta in località Sa Turri, avvicinare i bambini alla lingua sarda; insegnare ai bambini l’importanza della collaborazione e dell’impegno per il raggiungimento di un obiettivo comune; stimolare e sviluppare espressività corporea attraverso forme comunicative alternative quali il teatro; stimolare la creatività dei bambini attraverso la realizzazione di lavori collegati al tema del progetto, cartelloni, video divulgativi ecc.

Gli utenti, bambini di età compresa fra i 6 e gli 11 anni residenti nel comune di Nuxis.

Tra le attività del progetto sono state inserite, escursioni nei luoghi dove si narra vivesse la nobildonna. In quelle occasioni è stata raccontata la storia/leggenda della marchesa Benedetta di Massa. Sono state scattate foto del sito e i bambini più grandi hanno riportato ciò che è stato loro raccontato. In seguito sono stati realizzati dei disegni che hanno prodotto un piccolo calendario con la leggenda rielaborata dai bambini poi venduto durante un mercatino di Natale, il ricavato è stato investito per l’acquisto di materiale in uso nella ludoteca.

Molte le persone che hanno collaborato gratuitamente alla realizzazione di ogni parte del progetto, tra questi professor Roberto Curreli, per il racconto della storia della marchesa Benedetta di Massa. Roberto Pinna per la realizzazione del calendario in sardo e per il video di pubblicità che è stato divulgato tramite Fb. Guido Cadoni, scrittore e regista della commedia in sardo che verrà rappresentata domenica 19. Non solo i bambini hanno potuto sperimentare l’importanza della collaborazione, anche tutti gli operatori, le educatrici, i genitori hanno constatato che volendo attraverso “s’agiudu torrau” o “aiuto reciproco”, ri-attualizzato dallo psicologo della coop Adest Giancarlo Labate e messo in pratica dagli operatori in ludoteca, si può fare davvero tanto e con maggior soddisfazione. La commedia verrà rappresentata anche negli altri centri del sulcis dove opera la cooperativa sociale Adest e presto si arricchirà di una nuova iniziativa, un fotoromanzo in lingua sarda. Nel tempo il progetto ha compreso nuove idee e nuovi collaboratori. Ormai è considerato un progetto in divenire. L’attesa ora è rivolta alla serata del 19, in quella sede, dopo la rappresentazione e a cura degli esperti di lingua sarda Guido Cadoni, Roberto Pinna  e Luca Sarriu, nella piazza Satta si parlerà in sardo con il pubblico. Lo stesso potrà raccontare contus e leggende che verranno raccolte e, si spera, in un secondo momento pubblicate. La Portovesme srl ha contribuito alla realizzazione del progetto e sono tante le persone che in varie forme hanno collaborato nelle varie fasi de Sa Donna e su Schisòrgiu.

Pula - Casa Frau.

Pula – Casa Frau.

Il settore agricolo come percorso di cooperazione fra gli Stati del Nord Africa e l’Italia e come strumento di integrazione dei cittadini extracomunitari nel nostro Paese. Se ne parlerà il prossimo 30 maggio a Pula, dalle ore 10.30 nel centro culturale Casa Frau, durante la prima Giornata nazionale dell’integrazione in agricoltura promossa e finanziata dal Fondo europeo per l’integrazione di cittadini di Paesi terzi (Fei), nell’ambito del programma generale di Solidarietà e gestione dei flussi migratori della Comunità europea. Un progetto per favorire lo scambio di conoscenze e informazioni nel settore agricolo, che renderà meno lontane le due sponde del Mediterraneo.
All’importante tavola rotonda parteciperanno il vice ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf), Andrea Oliviero, in rappresentanza del Ministero dell’Interno il prefetto di Cagliari, Alessio Giuffrida, l’ambasciatore in Italia della Repubblica di Tunisia, Naceur Mestiri, l’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, e il sindaco di Pula, Carla Medau. Interverranno inoltre il direttore dei progetti Fei/Mipaaf, Giovanni Piero Sanna, il presidente dell’Istituto italiano per l’Asia e il Mediterraneo (Isiamed), Gian Guido Folloni, il presidente dell’Unione coltivatori italiani (Uci), Mario Serpillo, il direttore generale Mipaaf per i rapporti con le Regioni e gli Enti territoriali, Ilaria Antonini, il capo dipartimento Mipaaf, Luca Bianchi e il presidente dell’Associazione amicizia Italia Tunisia, Vittorio Craxi. Dopo una breve pausa pranzo, alle 15,30 partirà una visita in diverse aziende agricole di Pula.
Il progetto “Formazione prepartenza per immigrati lavoratori in agricoltura (AFORIL 2)” è un programma pilota che ha l’obiettivo di intervenire sui flussi migratori, in partenza dalle coste del nord Africa con destinazione Italia ed Europa. Si tratta di un percorso di carattere formativo sulle competenze necessarie a operare nel comparto agricolo o agroalimentare da destinare ai cittadini di Tunisia, Algeria e Egitto che intendono raggiungere il nostro Paese per lavorare a tempo determinato o stagionale in tali settori. Sardegna, Lazio e Umbria sono le tre regioni individuate per far partire tali progetti, realizzati in collaborazione tra il Mipaaf e il ministero dell’Interno. I soggetti attuatori del programma sono invece l’Isiamed e l’Uci.
Dal Sassarese al Cagliaritano, passando per la Barbagia e l’oristanese 130 migranti saranno ospitati, nel prossimo mese di giugno, in numerose aziende agricole dove avranno modo di formarsi e accrescere le conoscenze. Fra i progetti da valutare e sviluppare nel prossimo futuro, fra Sardegna e nord Africa, c’è la commercializzazione delle carni degli ovini a fine carriera. Le popolazioni rivierasche del Mediterraneo meridionale rappresentano infatti un mercato importante dove valorizzare tali carni poco apprezzate sul resto della penisola italiana.
Il piccolo centro costiero di Pula ha una lunga tradizione di accoglienza e integrazione delle comunità nord africane. Sono numerose infatti le famiglie di origine tunisina (a onor del vero si tratta di siciliani emigrati anni prima in Tunisia) che dal primo dopoguerra, scappando dal nord Africa, sono arrivate a Pula. La maggior parte si dedicò all’agricoltura andando a lavorare le terre abbandonate dai locali che emigravano al nord. Una storia di integrazione, scambio di conoscenze e fatiche che verrà ripercorsa nel pomeriggio del 30 maggio, verso le ore 17.30, con la visita nella borgata di Santa Margherita di Pula fra gli agricoltori della comunità tunisina.