25 April, 2024
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Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la risoluzione sugli indirizzi del Consiglio regionale sulla programmazione unitaria 2014-2020.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau. Primo punto all’ordine del giorno il documento n. 1/A della Giunta regionale sulla”Programmazione unitaria 2014-2020. Aggiornamento  e definizione della strategia regionale”. Sul documento la Terza Commissione ha approvato ieri all’unanimità una risoluzione di indirizzi, ai sensi dell’art. 16 della legge regionale 13.

Il presidente Ganau prima di avviare la discussione sul primo punto dell’ordine del giorno ha concesso la parola al capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni sull’ordine dei lavori. Dedoni, a nome della minoranza, ha segnalato al presidente la necessità di inserire al più presto nella programmazione dei lavori dell’Aula una risoluzione sul riordino degli enti locali. «E’ grave – ha detto Dedoni – che non sia stato ancora portato a compimento l’iter per il superamento delle province così successivo ai referendum». Il presidente Ganau ha preso atto della richiesta e invitato il capogruppo dei Riformatori a presentare una richiesta ufficiale nella prossima seduta della Conferenza dei capigruppo convocata per martedì 15 luglio.

Ha quindi preso la parola il presidente della Commissione “Bilancio” Franco Sabatini per illustrare la risoluzione sugli indirizzi di programmazione. «La Commissione – ha esordito Sabatini – ha fatto un lavoro attento e meticoloso grazie anche al lavoro degli uffici. Uno dei punti emersi dalla discussione è la necessità di procedere a una verifica puntuale dell’impatto avuto dalla precedente programmazione nel tessuto economico e sociale dell’Isola per evitare di replicare errori e storture». Sabatini ha ricordato che nel prossimo settennio la Sardegna avrà a disposizione circa 5 miliardi e mezzo di euro «risorse importanti da utilizzare per il rilancio dell’Isola». «La Commissione Bilancio – ha proseguito il presidente – dopo aver sentito gli assessori, le autorità di gestione e tutto il partenariato sociale “ritiene per questo urgente  verificare i piani operativi e la loro applicazione, dalla spendita dei fondi alla pubblicazione dei bandi. Oggi andiamo a pianificare un nuovo settennio, occorre avere un quadro preciso dell’impatto avuto in passato dalla programmazione dei fondi». Sabatini ha ricordato le criticità del passato: «Dei fondi del Fesr – ha sottolineato Sabatini – molti sono stati destinati ad altro: 243 milioni di euro per il Fondo di garanzia a favore delle imprese, 70 al Fondi Jessica, 30 per la reindustrializzazione delle aree in crisi. Ciò ha consentito la rendicontazione immediata delle risorse all’Unione europea, scongiurando la perdita dei finanziamenti, ma, allo stesso tempo, ha distolto un grande quantitativo di denaro per gli altri interventi dei Programmi operativi. Solo 139 milioni sono stati realmente impegnati. Divisi per un settennio il budget è di 27 milioni annui. Tolta la quota di finanziamento a carico della Regione arriviamo a 14 milioni all’anno. Un risultato negativo che mette in risalto una incapacità di spendita delle risorse». Secondo Sabatini, per rimediare a queste criticità serve un miglior coordinamento dei soggetti interessati. «Il rallentamento nella programmazione è dipeso anche dagli enti locali spesso non attrezzati per la predisposizione dei documenti. Ai comuni, ai Gal e alle province, la Regione deve mettere a disposizione l’assistenza tecnica. Si deve agire tutti insieme per riuscire a ottenere i risultati sperati. Nel prossimo settennio  – ha concluso il presidente della commissione Bilancio – i 5 miliardi e mezzo devono farci fare un salto di qualità».

Il presidente del Consiglio ha dato la parola al consigliere di Forza Italia, Alessandra Zedda, la quale ha riconosciuto il lavoro fatto in Commissione con un confronto aperto e leale tra maggioranza e opposizione. L’esponente della minoranza ha garantito che la volontà del partito è di schierarsi unito per il bene della Sardegna per dare il proprio contributo a una programmazione efficace che consenta di spendere i 5 miliardi e mezzo nei prossimi 7 anni. «Ricordo – ha poi affermato – che grazie all’azione della Giunta Cappellacci la nostra regione è stata ammessa tra le regioni di transizione e questo ha fatto sì che avessimo questi fondi in più da spendere per il rilancio del territorio che vive una terribile crisi». Zedda ha ricordato che la commissione, con la risoluzione, ha voluto dare delle indicazioni e aprire una nuova era della programmazione dei fondi europei: «Avremmo anche il piacere di partecipare attivamente alla programmazione come Consiglio regionale». E ha aggiunto: «È una materia che non ha un colore politico, è una materia della Sardegna». Zedda ha spiegato che, per essere in linea con le indicazioni dell’Unione europea, bisogna puntare su progetti specifici e mirati e non su una programmazione generale.  Il vice capogruppo di Forza Italia ha proposto ai colleghi di monitorare con più frequenza l’andamento dei programmi e di avere il coraggio di sospendere quegli obiettivi che non danno risultati.

Il presidente ha, poi, dato la parola al capogruppo di Sel, Daniele Secondo Cocco: «In commissione sono state recepite le modifiche e le proposte di tutte le parti politiche ed è tutto presente nella risoluzione. Più di cinque miliardi da spendere che dobbiamo mettere a frutto per la Sardegna». Cocco ha poi concluso: «E’ un momento importante per il Consiglio regionale che deve lavorare bene anche facendo tesoro degli errori fatti precedentemente. Ringrazio i colleghi dell’opposizione che hanno dimostrato un grande senso di responsabilità e hanno consentito di arrivare in aula in tempi brevissimi».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha invitato l’Aula a non minimizzare la portata dell’argomento in discussione che, anzi, va esaltato. Ha poi sottolineato l’atteggiamento costruttivo e propositivo dell’opposizione aggiungendo che, con l’approvazione unanime del documento, «abbiamo voluto lasciare un segnale molto preciso: il blocco della programmazione regionale, intendendo con questo una pluralità di soggetti anche amministrativi e tecnici, deve cambiare passo». Va chiarito inoltre, ha proseguito Dedoni, «che il Consiglio non accetterà mai di essere un semplice passacarte; ha espresso piuttosto la volontà comune di essere un soggetto veramente attivo della nuova programmazione regionale». Bisogna poi avere le idee molto chiare, ha concluso il capogruppo dei Riformatori, «sulla Sardegna che vogliamo per il domani e in questo senso va ribadita l’importanza di alcuni passaggi cruciali della programmazione regionale nei quali il Consiglio deve essere sempre coinvolto».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha sottolineato positivamente la condivisione dei contenuti del documento. Le politiche di sviluppo, ha poi osservato, «non hanno dimostrato sempre di essere efficaci, per responsabilità per certi aspetti di tipo generale; le risorse disponibili, pari a circa 5 miliardi di euro, devono essere un punto di partenza per cambiare il volto della Sardegna, evitando di ripetere gli errori del passato». Come quelli compiuti in materia di sostegno al lavoro, ha citato Cocco a titolo di esempio, «che, nonostante una dotazione complessiva di 1 miliardo e mezzo di euro, non hanno prodotto i risultati sperati come hanno certificato tutte le analisi di settore: ci sono state dispersioni, non si è inciso in profondità». Adesso, ha sottolineato il capogruppo del Pd, «abbiamo l’occasione di fare un salto di qualità, non giocando al ribasso ma al rialzo, per spendere queste risorse elaborando progetti di qualità». Fra questi, ha concluso, «va dedicata una particolare attenzione al nuovo assetto istituzionale della Sardegna, dove probabilmente nasceranno due grandi aree metropolitane, ma dobbiamo darci un indirizzo preciso su tutti i territori utilizzando le esperienze migliori, a cominciare dalla fiscalità di sviluppo sulla base del modello Sulcis».

Ha quindi preso la parola l’assessore alla Programmazione Raffaele Paci. «Le osservazioni e i suggerimenti della Commissione sono condivisi dalla Giunta – ha detto l’assessore -. La risoluzione approvata mette in luce le stesse criticità che noi abbiamo individuato nella precedente programmazione:  dispersione, mancanza di coordinamento, difficoltà di spendita dei fondi, incapacità istituzionale di Regione ed enti locali. Tutti questi elementi ci devono servire per migliorare nell’attuale fase di programmazione».

Raffaele Paci ha poi sottolineato la difficoltà a cui devono far fronte gli uffici: «Non è facile predisporre i documenti nei tempi dovuti. A tutt’oggi l’Italia non ha ancora ricevuto dall’Unione Europea l’accordo di partenariato con le osservazioni fatte. Nonostante manchi il documento dell’Ue siamo obbligati ad andare avanti nella programmazione senza sapere che cosa contengono i Piani operativi nazionali». Secondo l’assessore, però, non bisogna scoraggiarsi:  una volta licenziata la proposta della Regione (entro il 22 luglio) nei sei mesi successivi si aprirà una fase di concertazione nella quale saranno definiti i POR.

«Durante i prossimi mesi l’interlocuzione con il Consiglio sarà continua – ha assicurato Paci – vogliamo arrivare a una programmazione degli interventi quanto più condivisa. Sui temi strategici non esistono distinzioni tra maggioranza e opposizione. Le ricadute vanno in tutti i territori. Auspico per questo un ampio coinvolgimento del partenariato e dei portatori di interesse. La partita vera si gioca quando vengono scritti i bandi: da questi dipenderà l’effettiva efficacia degli interventi. Sono risorse importanti: faremo lo sforzo per mettere a sistema tutte le risorse in modo che siano un’occasione di crescita per tutta la Sardegna. Lo vogliamo fare in piena sintonia con il Consiglio.»

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il documento che è stato approvato all’unanimità dall’Aula.

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Il #Consiglio regionale si riunirà giovedì 10 luglio alle ore 17.00. Lo ha deciso la #Conferenza dei capigruppo riunita questo pomeriggio sotto la presidenza del presidente del Consiglio Gianfranco Ganau. All’ordine del giorno alcune mozioni. La prima all’esame dell’Assemblea sarà la n. 49 (Arbau e più) sulla necessità di procedere all’immediato inquadramento del personale Aras.

Venerdì mattina, alle 10.00, il Consiglio regionale esaminerà il documento 1/XV “Programmazione unitaria 2014 – 2020. Aggiornamento e definizione della strategia regionale”.

 

 

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Missione sarda della #XII commissione “Affari sociali” della Camera per conoscere i dettagli del progetto presentato dalla Qatar Foundation sull’ospedale San Raffaele di Olbia. Il parlamentino, presieduto dal deputato sardo Pierpaolo Vargiu, ha incontrato il presidente della Regione Francesco Pigliaru, il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, l’assessore alla Sanità Luigi Arru e il presidente della “Commissione Sanità” Raimondo Perra.

All’incontro hanno partecipato i componenti della Commissione Affari sociali Paola Binetti (PI), Roberto Capelli (CD), Massimo Baroni (M5S), Donata Lenzi (PD) e Settimo Nizzi (Forza Italia) oltre ai parlamentari sardi Silvio Lai (Pd), Emanuela Serra  (M5S), Siro Marroccu (Pd) e Marco Meloni (Pd).

Il presidente della Commissione parlamentare ha introdotto i lavori chiarendo i motivi della visita: «La vicenda San Raffaele – ha detto Vargiu – assume una valenza di carattere nazionale. Per la prima volta viene adottata una procedura straordinaria con il Governo disponibile a concedere delle deroghe per la programmazione sanitaria e l’allentamento dei vincoli di spesa. Un modello che potrebbe essere replicato in altre parti d’Italia».

Subito dopo. è intervenuto il presidente del Consiglio Gianfranco Ganau, che ha ringraziato la Commissione parlamentare per l’attenzione riservata alla vicenda ed espresso soddisfazione per i modi e i tempi con i quali si è mossa la politica sarda sul progetto #San Raffaele. «Grazie al lavoro della Giunta e agli impegni del Governo – ha detto Ganau – si apre l’iter per la realizzazione di un intervento che porterà nell’Isola investimenti straordinari e favorirà una riorganizzazione complessiva del sistema sanitario fondata sull’integrazione e l’esaltazione delle eccellenze».

Ha quindi preso la parola il presidente della Regione Francesco Pigliaru che ha subito rivendicato il ruolo autonomo della Regione nella interlocuzione con gli investitori della #Qatar Foundation.

«Il Governo – ha detto Pigliaru – è intervenuto su nostra richiesta. Noi abbiamo seguito un percorso molto semplice: garantire un investitore serio dal punto di vista della certezza giuridica e dei tempi. Per questo servivano precise rassicurazioni da parte del Governo sulle deroghe per la programmazione dei posti letto e l’incremento della spesa sanitaria oggi vincolati dalla spending review. In questa vicenda c’è un forte protagonismo locale che ha trovato il sostegno del livello centrale.»

Francesco Pigliaru ha poi chiarito le caratteristiche principali dell’operazione “San Raffaele”. «E’ un progetto che punta all’integrazione del sistema sanitario e allo sviluppo della ricerca – ha sottolineato Pigliaru – non ci sarà una sovrapposizione delle specialità. Il nuovo ospedale farà da complemento alle realtà già esistenti. Si punterà su quei settori che oggi generano la migrazione sanitaria. I sardi che oggi si curano altrove spendono circa 60 milioni di euro all’anno. Il nostro obiettivo è di abbattere la spesa del 50%. Allo stesso tempo con la creazione servizi di qualità puntiamo ad accogliere in Sardegna pazienti che arrivano da fuori».

«Questo progetto offre grandi opportunità anche per la ricerca – ha detto ancora il presidente -. La #Qatar Foundation ha accettato di riservare una quota di 10 milioni di euro alla Sardegna per programmi di studio ai quali potranno collaborare le Università sarde, il Crs4 e il Cnr. Ci auguriamo che questo ospedale faccia fare un salto internazionale alla ricerca, ci aspettiamo che l’investimento faccia da volano ad altre importanti iniziative».

L’assessore della Sanità Luigi Arru è entrato invece nei dettagli del progetto. «L’ospedale – ha  detto – svilupperà  un piano d’azione in due fasi: la prima, a partire dal 2015, prevede 178 posti letto nella fase di avvio (108 per acuti e 70 post acuti), per arrivare poi a 242 a regime (142 acuti e 100 post acuti) con 50 posti per “solventi”.»

Arru ha poi fatto l’elenco delle specialità individuate. «Abbiamo puntato soprattutto sulla pediatria e la chirurgia pediatrica – ha detto l’assessore – non solo per il brand del Bambin Gesù (partner scientifico della Qatar Foundation)  ma soprattutto perché è il settore che genera più mobilità sanitaria passiva: tanti piccoli sardi vanno oggi a curarsi a Roma e al Gaslini di Genova. Per il resto, si è cercato di sviluppare le specialità carenti nel territorio come l’oncologia, la chirurgia, l’oculistica, l’ortopedia, la neurologia». L’assessore ha chiarito, infine, il finanziamento che la Regione metterà a disposizione: circa 56 milioni di euro all’anno.

Raimondo Perra presidente Commissione Sanità del Consiglio regionale ha sottolineato la rapidità del lavoro svolto dal parlamentino da lui presieduto.«C’è stata grande responsabilità da parte di tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione. La politica ha capito che si trattava di un provvedimento importante per la Sardegna. Questo investimento potrà fare da stimolo a tutta la sanità sarda».

Chiusi gli interventi, il presidente e i componenti della Commissione parlamentare hanno rivolto alcune domande al presidente Pigliaru e all’assesore Arru in ordine alla effettiva concessione delle deroghe da parte del Governo, all’ammontare reale dell’investimento e ai costi di gestione della struttura.

Su questi punti, Pigliaru e Arru hanno ribadito le cifre fornite alla stampa nei giorni scorsi: l’investimento sarà di circa un miliardo di euro in 10 anni. Il costo fisso è di 163 milioni di euro, la stima di quello operativo è di 70 milioni. La ricerca avrà invece un budget di 10 milioni.

Sulle deroghe attese dal Governo, Francesco Pigliaru si è detto sicuro: «C’è l’impegno dell’esecutivo, quando arriverà la disposizione normativa, probabilmente entro luglio, potremo partire». Pigliaru ha precisato, infine, le ulteriori azioni pensate dalla Giunta: «Il San Raffaele – ha concluso il presidente della Regione – ci darà la possibilità di orientare la formazione professionale in Sardegna e di far tornare nell’Isola alcuni dei tanti studenti sardi che sono andati fuori a studiare grazie al Master and Back».

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Trasferire la biblioteca del Consiglio regionale nei locali dell’ex #Manifattura Tabacchi di Cagliari, è l’ipotesi a cui lavora la competente commissione consiliare, insediata formalmente questa mattina, dal presidente dell’Assemblea sarda, Gianfranco Ganau. La commissione, ai sensi dell’articolo 18 del regolamento interno, è presieduta dal vice presidente del Consiglio, Antonello Peru (Fi), e ha tra i suoi componenti i consiglieri Roberto Deriu (Pd) e Michele Cossa (Riformatori).  Nella prima seduta, espletate la formalità di rito, la commissione ha calendarizzato per mercoledì 9 luglio un sopralluogo nei locali della Manifattura,  assegnati dalla precedente giunta regionale, al Consiglio, con l’approvazione della delibera 3/11 del 31 gennaio 2014.

«Vogliamo far crescere servizi e patrimonio della biblioteca del Consiglio – ha dichiarato Antonello Peru – e realizzare un progetto ambizioso,  per offrire alla città di Cagliari e alla Sardegna intera nuovi spazi per il sapere e la cultura».

La biblioteca del Consiglio, istituita nel 1950 ad esclusivo utilizzo dei consiglieri regionali, dal 1987 è aperta anche all’utenza esterna. Conta un patrimonio libraio di circa 50.000 volumi, 350 abbonamenti a giornali e riviste periodiche (correnti circa 100), 4 banche dati online, emeroteche e fondi antichi (Fondo Manno, Fondo carte geografiche e Fondo cinquecentine). E’ specializzata nelle discipline giuridiche, storiche, economiche, di scienza politica e storia delle istituzioni. Attualmente è aperta al pubblico dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 13.30, e il lunedì e il mercoledì, compatibilmente con i lavori dell’Aula, dalle 17.00 alle 19.00.

“Cooperare per cogliere i frutti del lavoro” è il titolo del convegno organizzato ieri dalla #Legacoop Sardegna nella sala del THotel a Cagliari. Ai lavori, che sono stati chiusi dalla relazione del presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha partecipato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Dopo i saluti del sindaco di Cagliari Massimo Zedda e del presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, è iniziata una serie di interventi per esplorare il tema dai differenti punti di vista. Il presidente della Legacoop Sardegna, Claudio Atzori, ha impostato la sua relazione su lavoro che riparte dal lavoro per andare oltre la crisi. Il docente di diritto commerciale Giustino D Cecco ha fatto il punto sull’esperienza cooperative nel diritto fallimentare, mentre Riccardo Barbieri, responsabile strumenti finanziari di Legacoop Sardegna, si è soffermato sulla continuità aziendale, e dell’impatto delle norme sul lavoro nelle cooperative ha parlato il consulente del Lavoro Ignazio Leo. Il credito alle imprese è stato il tema affrontato dal presidente ABI Sardegna Giuseppe Cuccurese, mentre il senatore Ignazio Angioni, componente della Commissione permanente Lavoro, ha messo l’accento su riforme e sviluppo. Ampia e ricca di esempi la relazione del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che ha sottolineato il pericolo della lontananza tra cittadini e palazzi. «Mai perdere di vista che i numeri scritti sui fogli che ci troviamo tra le mani tutti i giorni sono persone, imprese, famiglie. Non è tempo di aspettare né di sperare, è tempo di fare, di prendersi responsabilità insieme».
Il ministro del Lavoro ha poi fatto riferimento ai passi del Governo per fronteggiare e superare la crisi, spiegando la necessità di vivere in un paese che sia più equo, dove non si soffra di una cattiva distribuzione della ricchezza tra quelli che partecipano a produrla. In riferimento alla Sardegna, Giuliano Poletti ne ha rilevato le grandi potenzialità, che possono essere espresse al meglio anche grazie alla collaborazione tra Stato, Regione ed enti locali. «Abbiamo bisogno di costruire una nuova ondata di fiducia – ha concluso – e dimostrare che le cose si possono fare».
L’assessore del Lavoro, Virginia Mura, nel suo intervento ha ripreso i fili della sintesi presentata ieri per illustrare i cento giorni di governo. «C’è stata una risposta importante per il progetto Garanzia Giovani – ha detto l’assessore Mura, soffermandosi poi sull’impegno per i Centri Servizi per il Lavoro. «Partiamo da una situazione particolarmente difficile, ma stiamo lavorando ad una nuova architettura dei CSL, perché diano risposte valide e concrete»

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Accelerare il trasferimento dei fondi raccolti con le donazioni private, attivazione di tavoli territoriali fra Regione ed amministrazioni locali per il monitoraggio della situazione, ruolo incisivo del coordinamento regionale della Protezione civile, impegno per l’approvazione in tempi rapidi da parte del Consiglio regionale di una legge “ad hoc” che riprenda le esperienze migliori della normativa precedente (con riferimento all’alluvione di Capoterra), eliminandone le criticità emerse in fase applicativa. Questi i risultati principali dell’incontro fra il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau ed i rappresentanti del Coordinamento dei comitati spontanei delle comunità colpite da calamità naturali.

Il coordinamento ha consegnato fra l’altro al presidente del Consiglio un documento (già inviato al presidente della Regione Francesco Pigliaru) che riassume le principali richieste delle comunità ed un Cd con le immagini più significative di alcuni momenti della tragedia che, con intensità e tempi diversi, ha colpito 82 comuni dell’Isola.

Nel documento, oltre alle critiche contro i gravi ritardi negli interventi, sono contenute numerose richieste rivolte alle istituzioni, dal superamento dei vincoli del patto di stabilità alle risorse riguardanti gli indennizzi per il patrimonio privato, dal ripristino delle più importanti infrastrutture pubbliche alla necessità di abbattere una burocrazia farraginosa ed incomprensibile.

L’assessore regionale dell’Ambiente Donatella Spano, presente all’incontro con il nuovo responsabile del centro regionale di Protezione civile Graziano Nudda, ha esposto in una sintetica relazione le principali linee di azione del governo regionale: definizione di una procedura semplificata per assegnare alle popolazioni le risorse provenienti dalle donazioni private (6 milioni della Croce Rossa, 5 milioni della Caritas, circa 500.000 euro della banca d’Italia ai quali dovrebbero aggiungersi i fondi dei gruppi consiliari della Regione per oltre 1 milione), predisposizione di un disegno di legge che armonizzi le esperienze più positive ed efficaci della normativa regionale (alluvione di Capoterra) e nazionale (terremoto dell’Emilia Romagna), riconoscimento dello stato di emergenza nazionale ed accesso al relativo fondo della Protezione civile, accesso al fondo di solidarietà dell’Unione europea, rafforzamento dell’azione (anche col supporto dei parlamentari sardi) che il presidente della Regione sta svolgendo presso il Governo per l’allentamento del patto di stabilità.

Per quanto riguarda il Consiglio regionale, sia il presidente della commissione Governo del territorio Antonio Solinas (Pd) che i consiglieri Gianmario Tendas (Pd) ed Efisio Arbau (Sardegna Vera) hanno assicurato il massimo impegno dell’Assemblea per il sollecito esame di nuovi provvedimenti legislativi.

La IV commissione consiliare (Ambiente, Territorio e Lavori pubblici) con il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, e i consiglieri eletti nel collegio di Sassari, ha svolto a Sorso l’annunciato sopralluogo nei territori colpiti dall’alluvione dello scorso 18 giugno. L’iniziativa del parlamentino presieduto da Antonio Solinas (Pd) segue il pronunciamento unanime dell’Assemblea legislativa sarda che, venerdì scorso, ha approvato un ordine del giorno, nel quale è contenuto, tra gli altri, l’impegno per la Giunta «a proseguire in maniera costante nelle azioni intraprese per la risoluzione dei problemi e dei disagi causati dal nubifragio».

I lavori, introdotti dal presidente della IV commissione, Antonio Solinas, si sono aperti con l’illustrazione, da parte dei tecnici dell’amministrazione comunale di Sorso che, con il supporto di materiale fotografico e audio video, hanno documentato i danni provocati dal nubifragio che si è abbattuto sulla cittadina della Romangia. Insieme con le relazioni si è avanzata la prima stima dei danni che ammontano in totale a 36 milioni di euro e che si riferiscono alle civili abitazioni, alle opere pubbliche, alle infrastrutture, alle aziende dei comparti agricolo e turistico. In particolare, per gli aspetti della viabilità stradale, è stata sottolineata l’urgenza di interventi per rispristinare la circolazione sulla strada provinciale n. 81, la cosiddetta “litoranea”, al momento interrotta in seguito al crollo di un ponte.

La riunione è proseguita con gli interventi dei sindaci di Sorso, Giuseppe Morghen, e di Sennori, Roberto Desini, i cui Comuni sono stati interessati dagli eventi calamitosi di dodici giorni fa.

Il sindaco Morghen, nel ringraziare la commissione, il presidente dell’assemblea sarda e tutti i consiglieri presenti ha rimarcato l’urgenza degli interventi per far fronte alle diverse situazioni di emergenza. In particolare, il primo cittadino ha chiesto una adeguata dotazione di risorse per la Protezione civile e stanziamenti “liberi e spendibili nell’immediato”. «Un apposito capitolo di bilancio per le emergenze – ha dichiarato Morghen – può rappresentare una soluzione, insieme con la garanzie di procedure rapide e efficaci». Il sindaco ha ribadito tre fasi di azione: la prima riguarda le emergenze, la seconda la ricostruzione di infrastrutture e opere pubbliche, la terza gli interventi per i danni all’agricoltura. Morghen ha sottolineato in tono critico il mancato trasferimento all’amministrazione comunale dei due milioni di euro, a suo tempo assegnati, per limitare il rischio idrogeologico ed ha concluso auspicando una soluzione immediata, a carattere provvisorio, per la circolazione viaria sulla litoranea.

Il consigliere regionale Roberto Desini, intervenuto in qualità di sindaco di Sennori, ha rivolto parole di apprezzamento e gratitudine a tutti i presenti all’incontro e ribadito l’impegno del Consiglio e della Giunta regionale per il post alluvione in Romangia. Desini, pur dichiarando che il comune di Sennori ha registrato minori danni rispetto a quello di Sorso, ha sottolineato però le conseguenze gravi per la viabilità, l’agro e le attività agricole che insistono nel territorio comunale. Il primo cittadino ha ricordato l’insediamento del “tavolo tecnico” a cui, insieme con la regione e le amministrazioni comunali partecipa anche la Provincia di Sassari, per ribadirne l’importanza, soprattutto per quanto attiene l’individuazione delle priorità e delle più opportune azioni da intraprendere. Roberto Desini ha quindi indicato nei 40 milioni di euro da destinare alla protezione civile, nelle risorse destinate all’edilizia scolastica (32 milioni) e nel Psr, le possibili fonti di finanziamento, ed ha concluso auspicando una sensibile riduzione dei tempi burocratici. In conclusione l’appello al Consiglio regionale perché sostenga in ogni sede la causa della Romangia.

Il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, ha espresso soldiarietà e vicinanza alle comunità colpite dall’alluvione lo scorso 18 giugno, insieme con un “pensiero particolare” per i sindaci dei comuni di Sorso e Sennori «perché, come spesso accade, costretti a doversi fare carico di ulteriori oneri che esulano dalle loro competenze». «Spesso – ha proseguito Ganau – sono infatti i sindaci ad assumersi impegni difficili da sostenere in tempi di ristrettezza di risorse a disposizione, perché sentono il dovere della responsabilità nei confronti delle comunità che rappresentano». Ganau ha definito i danni registrati nella Romangia “evidenti e clamorosi” ed ha sottolineato come si assista ad eventi straordinari che però ultimamente si stanno verificando sempre più frequentemente, a fronte di una disponibilità di risorse  molto più ridotta. «Proprio domani – ha annunciato Gianfranco Ganau – riceveremo in Consiglio regionale una delegazione della comunità di Oristano per i danni subiti dall’alluvione dello scorso novembre». Il presidente del Consiglio ha concluso il suo intervento ricordando l’impegno della Regione per «ricercare nuove forme di finanziamento che consentano di attivare interventi immediati e non soltanto per i risarcimenti e i danni ma anche per la prevenzione e la realizzazione delle opere previste dai piani di assetto idrogeologico».

Il vice presidente del Consiglio, Antonello Peru, ha rimarcato l’attenzione di istituzioni e Regione ma ha auspicato che «l’attenzione verso la Romangia si trasformi, fin dall’immediato, in atti conseguenti». «I danni sono troppi e troppo ingenti – ha dichiarato il consigliere di Forza Italia – e serve intervenire con urgenza ed efficacia». Peru ha rivolto un invito alla giunta regionale perché, in linea con quanto fatto dai predecessori per l’alluvione del novembre scorso, deliberi uno stanziamento straordinario di risorse per fronteggiare le emergenze.

Il consigliere regionale del Pd, Salvatore Demontis, nel condividere le richieste tendenti ad assicurare forme straordinarie di intervento ha posto l’accento sulla necessità di azioni concrete in materia di prevenzione. L’esponente della maggioranza ha annunciato la presentazione di una proposta di legge in Consiglio sulla materia e ha dichiarato che «in un prossimo futuro, davanti agli eventi calamitosi, difficilmente le pubbliche amministrazioni saranno nelle condizioni di poter rimediare ai danni causati».

Il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha auspicato una rapida individuazione delle priorità negli interventi e assicurato l’attenzione “costante ed alta” per il post alluvione in Romangia. «Serve capire quali risorse sono a disposizione per garantire gli aiuti agli agricoltori, alle aziende e alle tante famiglie colpite dai danni del nubifragio dello scorso 18 giugno».

Il presidente della commissione Attività produttive, Luigi Lotto, ha ricordato la sua visita in Romangia a poche ore dagli eventi alluvionali e ha  ribadito l’urgenza di interventi per rimediare ai danni registrati nelle attività agricole. Danni che – così ha dichiarato il consigliere del Pd – riguardano sia gli impianti che le coltivazioni (in particolare orticole, vitivinicole e olearie). «Sono tante le aziende penalizzate – ha spiegato Lotto – e il mondo della campagna è in grave difficoltà, basti considerare al gran numero di strade vicinali compromesse dalla furia dall’acqua». «Quando si verificano queste calamità – ha concluso l’esponente della maggioranza – la comunità ha il dovere di farsi carico delle soluzioni e noi, oggi, siamo qui per affermare che ci facciamo carico del problema della Romangia».

Il presidente della IV commissione, Antonio Solinas, nel concludere i lavori nel salone del Palazzo baronale di Sorso, ha ricordato il fondamentale ruolo dell’istituito tavolo tecnico per l’individuazione delle priorità negli interventi ed ha assicurato l’impegno della commissione per assicurare alla Romangia “risorse immediatamente spendibili”. Antonio Solinas ha confermato le azioni per le emergenza ed una seconda fase del programma di lavoro, riguardante le attività sul territorio ad incominciare da quelle dei settori agricolo e turistico. Il presidente della IV commissione ha inoltre assicurato un costante monitoraggio di tutte le attività e le iniziative inerenti il post alluvione in Romangia.

La commissione si è dunque recata su alcuni dei luoghi colpiti dal nubifragio e ha concluso il sopralluogo nel ponte crollato sulla litoranea. «Serve una soluzione urgente anche se provvisoria – ha dichiarato il presidente della IV commissione, Antonio Solinas – perché sia ripristinato il collegamento stradale sulla provinciale n.81». Le ipotesi al momento in esame, riguardano al realizzazione di un “bypass” e di un ponte militare che permetta il parziale ripristino del collegamento viario.

Conferenza stampa Gianfranco Ganau 1

Il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, in una lettera inviata questo pomeriggio a tutti i capigruppo, ha spiegato che la seduta del Consiglio regionale del 27 giugno è stata convocata a seguito della richiesta di convocazione straordinaria ex articolo 54 del Regolamento avanzata dai consiglieri presentatori delle mozioni inserite nell’ordine del giorno.

«In questo caso – ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale – non è prevista quindi la consultazione della conferenza dei capigruppo poiché la convocazione ex articolo 54 esula dalla programmazione ordinaria e la presidenza del Consiglio ha l’obbligo di dare seguito a una iniziativa di soggetti terzi.»

«L’articolo 54 – si legge nella lettera inviata dal presidente Ganau – impone al presidente del Consiglio, di fronte alla richiesta sottoscritta da un quarto dei componenti l’Assemblea, di provvedere immediatamente alla convocazione e la seduta deve tenersi nel rispetto dei termini regolamentari. Nessuna prevaricazione della minoranza, dunque, ma pieno rispetto del regolamento.»

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«Con arroganza, il centrosinistra vìola tutte le prerogative dell’opposizione, ignora i consigli dei funzionari referendari e del presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, e si macchia di un comportamento deprecabile e inaccettabile. Quanto accaduto ieri in commissione Sanità durante la discussione della proposta di legge sull’endometriosi (grave patologia femminile) ha dell’incredibile.»

Ad accendere la polemica è Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia.

«I componenti del centrosinistra – aggiunge Locci – hanno totalmente ignorato le richieste avanzate dall’opposizione e in particolare è stata negata la possibilità di chiamare in audizione importanti ricercatori sardi sulla patologia nonché i rappresentanti dell’Assoendometriosi, al fine di garantire alla commissione una piena conoscenza del tema in discussione. Ma non solo: alla richiesta di rinvio della seduta per consentire alle forze di minoranza di avere il tempo, come da regolamento, di studiare i dieci emendamenti presentati, i rappresentanti del Partito democratico hanno risposto picche, negandoci un sacrosanto diritto. In particolare si è distinto, per prepotenza e arroganza, l’onorevole Gigi Ruggeri che, ergendosi a interprete autentico dei regolamenti consiliari, ci ha indotto ad abbandonare la commissione alle 22. Intorno a mezzanotte e mezza ci è stato chiesto di tornare in aula. Ma ovviamente non è stato possibile, oltreché ormai inutile. Il centrosinistra ha tuttavia ritenuto di andare avanti con un vero e proprio colpo di mano.»

«Sono stati violati tutti i principi di correttezza istituzionale e svariate norme del regolamento consiliare – sottolinea ancora Ignazio Locci – un comportamento che ha inevitabilmente compromesso i rapporti di collaborazione. È mia intenzione protestare con forza davanti al presidente Gianfranco Ganau, affinché intervenga per riportare in carreggiata chi, incurante dei regolamenti consiliari e dei rapporti di leale collaborazione, ha assunto un atteggiamento inqualificabile. Rivolgo, inoltre, un appello al Presidente della Commissione Sanità Raimondo Perra in modo che si impegni a garantire le prerogative di tutti. Tuttavia, il mio contributo e quello dei colleghi dell’opposizione al progetto di legge non mancherà: presenteremo emendamenti in aula e chiederemo al Presidente del Consiglio regionale di rimandare in commissione il provvedimento.»

Consiglio regionale 42 copia

Il #Consiglio regionale ha approvato il Testo unificato n. 32-40/A “Disposizioni in materia di concessioni demaniali ai fini di pesca e acquacoltura”.

Il presidente, Gianfranco Ganau, ha aperto la discussione generale sul Testo unificato, licenziato all’unanimità dalla Quinta Commissione lo scorso 4 giugno, dando la parola a Luigi Lotto, presidente del parlamentino delle Attività produttive e relatore del provvedimento. Il testo mette insieme il Dl n. 40 della Giunta regionale e la proposta di legge n. 32 presentata dal gruppo del Partito Democratico.
«Con questa iniziativa – ha detto Lotto –  si punta ad uniformare la normativa regionale a quella nazionale in modo da consentire al settore ittico di operare con regole certe». Il testo introduce la proroga al 2020 delle concessioni demaniali ai fini della pesca e dell’acquacoltura già disposta a livello statale. «Questo intervento – ha proseguito il relatore – consentirà agli operatori, in questo periodo di passaggio, di poter crescere e guardare con serenità alla scadenza del 2020 e utilizzare le risorse messe a disposizione del settore».
Il testo unificato prevede, inoltre, la revoca delle procedure di evidenza pubblica già avviate e relative alle concessioni per la pesca e l’acquacoltura interessate alla proroga. Vengono escluse dalla legge le concessioni nelle acque di Olbia la cui gestione amministrativa rientra nella competenza dell’Autorità portuale. «Per la loro peculiarità – ha spiegato Lotto – queste concessioni dovranno essere trattate in modo diverso».

Ha quindi preso la parola l’ex assessore all’Agricoltura Oscar Cherchi (Forza Italia). «Questa che ci apprestiamo a votare – ha detto l’esponente azzurro – è una norma necessaria e doverosa che ci consente di uniformarci alle direttive nazionali». Nell’intervento dell’ex assessore anche una nota polemica: «La stessa norma, proposta nella scorsa legislatura con un emendamento aggiuntivo alla legge finanziaria, venne inspiegabilmente bocciata dall’opposizione». Cherchi, ribadendo la necessità di dare risposte rapide ai settori produttivi, ha annunciato il suo voto favorevole al provvedimento.

Il consigliere del gruppo “Sardegna”, Edoardo Tocco, ha ripreso il concetto espresso dal suo collega Oscar Cherchi, riguardo al fatto che il provvedimento all’esame dell’Aula segua il percorso già tracciato dalla precedente giunta nelle fasi conclusive della passata legislatura. L’esponente della opposizione è, dunque, entrato nel merito del testo di legge ed ha affermato che, pur concordando sulla necessità delle proroghe per le concessioni, serve porre attenzione alle strutture che insistono nelle aree oggetto di concessione. Edoardo Tocco ha citato gli esempi del cagliaritano e in particolare dell’area lagunare di Santa Gilla per ribadire che «serve una nuova strategia che valorizzi e intervenga sul patrimonio immobiliare che in molti casi è inadeguato e fatiscente». Il consigliere Tocco ha concluso auspicando una ricognizione del patrimonio immobiliare per valorizzarne il recupero e il riutilizzo in termini produttivi.

Il consigliere del Pd, Antonio Solinas, ha replicato all’ex assessore regionale dell’Agricoltura e Pesca, Oscar Cherchi, affermando che «nella passata legislatura la minoranza era solo la minoranza e non avrebbe potuto impedire, dunque, la discussione e l’approvazione del provvedimento per prorogare le concessioni». A giudizio dell’esponente del centrosinistra, la proposta a cui Cherchi ha fatto riferimento non ha avuto esito positivo perché «erano tante le perplessità di numerosi consiglieri dell’allora maggioranza di centrodestra». Solinas ha ribadito l’utilità del provvedimento all’esame del Consiglio e ha definito la proroga «indispensabile». Sono tante le aziende del comparto pesca, ha spiegato il presidente della Quarta commissione, che hanno le pratiche di finanziamento bloccate, proprio perché mancano le concessioni. Antonio Solinas, si è poi rivolto direttamente all’assessore dell’Agricoltura e della Pesca per richiamare l’attenzione sulle tensioni a Santa Gilla e nel compendio ittico di Cabras. «Serve la verifica della produttività – ha affermato Solinas, sottolineando che sia a Santa Gilla che a Cabras lavorano meno operatori di quanti potrebbero – per la chiusura messa in atto da parte dei concessionari all’ingresso di nuovi operatori».

Il consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, ha ricordato il positivo passaggio in commissione del provvedimento all’esame dell’Aula e ha ribadito come la legge in discussione segua la linea tracciata dalla precedente giunta. Il consigliere della minoranza ha evidenziato «il percorso contiguo» delle concessioni per le attività di pesca e quelle per concessioni demaniali turistiche. In proposito l’ex assessore regionale del Turismo ha lamentato procedure troppo lunghe e complesse per il rilascio degli atti concessori e ha auspicato una semplificazione attraverso atti amministrativi, rilasciati dal competente assessorato.

Il consigliere Marco Tedde (FI) ha affermato che, con il percorso della legge in esame, «l’opposizione ha chiarito il suo ruolo costruttivo in aula e in commissione, facendo di tutto perché il provvedimento arrivasse in aula in tempi brevissimi e armonizzando la norma regionale con quella nazionale in modo da favorire gli operatori in attesa dei bandi per le nuove concessioni». Abbiamo di fronte un arco temporale nuovo, ha proseguito Tedde, «che consentirà agli operatori del settore di rientrare dagli investimenti in questo momento difficile». Nel testo, tuttavia, c’è secondo il consigliere di FI, «un punto che suscita perplessità relativo alle concessioni di Olbia dove, se il Consiglio non ha competenza perché la stessa è in capo all’autorità portuale è inutile dirlo in una legge, così come sembra intruso il passaggio riguardante la pesca del corallo; qui gli operatori sono in attesa da tempo di conoscere in quale scenario potranno operare ed è giusto che abbiano risposte».

Il consigliere Gianmario Tendas (Pd) ha sottolineato che «il testo unificato è una buona sintesi che qualifica il provvedimento anche in prospettiva, per altre indicazioni importanti frutto del confronto avvenuto in commissione con la struttura tecnica». A breve e medio termine, ha aggiunto Tendas, «occorre intervenire con la ricognizione sistematica di tutti i beni demaniali destinati alla pesca nel quadro di una gestione corretta del patrimonio demaniale con l’obiettivo di creare una vera e propria filiera produttiva». «Su questa linea c’è un largo consenso delle cooperative e dei consorzi del settore – ha detto ancora Tendas – e ciò rappresenta una ottima base di lavoro per varare in tempi brevi una legge organica di riordino che permetta al settore di sviluppare le sue potenzialità produttive, anche sfruttando l’opportunità dei fondi europei».

A nome della Giunta, l’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha definito il dibattito svoltosi in Consiglio «positivo e propositivo, non punto di arrivo ma di partenza per rilanciare il comparto dopo analisi complessiva delle concessioni che l’assessorato sta completando sia per vedere quali compendi dovranno andare a bando che per valutare le migliori politiche per i prossimi anni». Domani, ha poi annunciato l’assessore, «parteciperò a Roma ad una riunione della conferenza Stato – Regioni in cui si discuteranno le nuove politiche per la pesca, passaggio essenziale per decidere come rilanciare il settore». La proroga di 5 anni, ha aggiunto, «ci permetterà di lavorare in tranquillità per programmare bene una nuova politica della pesca, nel rispetto delle norme contenute nelle attuale concessioni, superando la fase attuale in cui non abbiamo sfruttato in modo ottimale le nostre risorse». Per quanto riguarda la situazione di Olbia, ha concluso l’assessore, «confermiamo la volontà di avviare procedure ad evidenza pubblica entro 31 dicembre».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli della legge, che l’Aula ha approvato.

Il presidente ha dato, poi, la parola a Luigi Lotto (Pd), presidente della commissione Attività produttive, per il parere sui due emendamenti presentati. Il primo, aggiuntivo, (Meloni e più) prevede che all’articolo 1, dopo il comma 3 si aggiunga il seguente comma: “4. Le concessioni di cui al comma 3 dovranno essere assentite mediante procedura di evidenza pubblica entro il 31 dicembre 2014”, il secondo, soppressivo totale, (Meloni e più) prevede all’articolo 1 comma 3, dopo le parole “Golfo interno del comune di Olbia, le parole “la cui gestione amministrativa si svolge nel rispetto delle funzioni proprie della competente Autorità portuale”.

Lotto ha dato pare positivo su entrambi gli emendamenti e ha aggiunto, rivolgendosi all’opposizione, che «negli ultimi 30 anni, non si è mai affrontata la situazione del settore della pesca con la giusta attenzione». Il consigliere del Pd ha esortato i colleghi, di tutti gli schieramenti, a lavorare insieme «perché il settore diventi il vero volano dell’economia sarda», confermando l’impegno della commissione da lui presieduta. Parere positivo sugli emendamenti è stato poi dato anche dall’assessore dei Trasporti, Massimo Deiana, per conto della Giunta regionale, perché rende più chiara la legge ed evita problemi di competenze.

Il presidente Ganau ha, quindi,  dato la parola al primo firmatario di entrambi gli emendamenti, Giuseppe Meloni (Pd). Sul primo il consigliere di maggioranza ha specificato come il testo sia fondamentale per evitare condizioni di disparità nel golfo di Olbia tra i diversi operatori. «E’ una situazione che va avanti da 30 anni e che riguarda  una delle realtà produttive più importanti di Olbia, che ha vissuto fasi difficili anche nei rapporti con Regione. Ci sono grosse situazioni di irregolarità – ha detto Meloni – che non consentono neanche l’accesso ai contributi. È emersa l’esigenza di regolarizzare la situazione e questa è l’occasione giusta: entro il 31 dicembre 2014 tutte quelle aree dovranno essere poste a bando». Meloni ha poi spiegato che l’emendamento n. 2 consente di «non appesantire una norma in merito a una situazione che si definirà nei prossimi mesi».

Ha quindi preso la parola Oscar Cherchi (Forza Italia) che ha giudicato “inutile” la presentazione degli emendamenti al provvedimento. «Francamente – ha sottolineato Cherchi – non capisco questi emendamenti il cui contenuto è già previsto dal comma tre dell’art. 1».

Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione l’emendamento soppressivo parziale n. 2 che corregge l’articolo 3, nella parte in cui ricorda la competenza dell’autorità portuale sulle concessioni demaniali nelle acque di Olbia. L’emendamento è stato approvato dal Consiglio. Via libera anche all’art. 1, con il relativo emendamento aggiuntivo n. 1, e all’articolo 2. L’esame del provvedimento si è concluso con la votazione finale al testo che è stato approvato all’unanimità dall’Assemblea.