24 April, 2024
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Pecore 2015 1
Il percorso di costituzione dell’Organismo Interprofessionale (OI) del settore lattiero-caseario ovicaprino entra nella fase finale e si avvia a comprendere la totalità degli attori della filiera. È quanto emerso ieri durante la riunione del tavolo del latte, convocata dall’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi nell’Assessorato di via Pessagno alla presenza dei rappresentanti di tutte le componenti: produttori, industriali, cooperative, consorzi di tutela, associazioni di categoria. «Stiamo portando a compimento il primo tassello per intervenire in maniera strategica sul comparto – ha detto Elisabetta Falchi -. Metteremo la parola “fine” all’improvvisazione nella gestione delle ciclicità dei mercati e alla cattiva abitudine degli interventi-tampone a crisi in corso, inutili e spesso pure dannosi, e il comparto potrà finalmente contare su uno strumento con il quale concordare politiche di settore a lungo termine».
In apertura, l’esponente della Giunta ha comunicato ai presenti che la bozza di Statuto dell’OI inviata al ministero delle Politiche agricole nelle scorse settimane ha ricevuto l’approvazione da parte dei dirigenti competenti. Inoltre, sono definitivamente cadute le perplessità della componente industriale privata, che ha annunciato l’adesione al progetto.
Nel corso dell’incontro, che si è svolto in un clima positivo, è stata anche definita la composizione di un gruppo di lavoro di 11 persone, di cui faranno parte 5 rappresentanti della cooperazione, 3 della parte industriale e 3 dei produttori di latte. «Il gruppo di lavoro darà l’avvio formale all’OI attraverso la costituzione ufficiale dello Statuto presso un notaio, la scrittura del regolamento di funzionamento, la raccolta dei dati produttivi per la valutazione della reale rappresentatività dell’OI – ha spiegato l’Assessore -. Poi sarà lo strumento con il quale, in attesa della partenza formale dell’interprofessione, si inizieranno ad analizzare le problematiche della prossima campagna. Inoltre, sarà il soggetto col quale l’Assessorato ragionerà, insieme agli organismi di rappresentanza, per l’elaborazione di proposte di applicazione dei recenti regolamenti comunitari che, grazie al pressing dell’Assessorato, destinano esplicitamente risorse anche agli ovini da latte e non solo al comparto vaccino. In ogni caso le proposte elaborate dal Comitato verranno poi valutate alla presenza di tutti gli attori della filiera».
I passaggi successivi sono già fissati, ha infine ricordato Elisabetta Falchi: «Nei prossimi giorni creeremo le basi per riorganizzare le attività delle Associazioni Allevatori così da fornire all’OI le risorse umane e gli strumenti tecnici per impostare programmi di miglioramento della produttività e qualità dei prodotti».
La riunione è stata anche l’occasione per presentare alla filiera, da parte del direttore del Centro regionale di programmazione Gianluca Cadeddu e della dirigente del Servizio Graziella Carta, gli strumenti finanziari approvati dalla Giunta regionale presto a disposizione del comparto. «Riteniamo di poterli rendere operativi entro il mese di dicembre: ci serviranno, insieme al potenziamento dei fondi di garanzia per le piccole e medie imprese agricole, ad aumentare la disponibilità finanziaria del comparto per una cifra che si aggira intorno ai 60/70 milioni, in modo da mettere al riparo le aziende dal momento di difficoltà che sta attraversando il comparto lattiero in questi mesi».

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“L’impresa riparte!” è la cornice dei tre giorni di approccio per i 110 iscritti all’incubatore di idee, culture e competenze diverse curato dall’Università di Cagliari. CLab 2016 è il quarto capitolo di un percorso che coniuga istanze accademiche e formative con mercati, territorio e aziende. In aula magna “Alberto Boscolo”, Cittadella di Monserrato, si è aperta ieri e si chiude domani, mercoledì 13 luglio, la sessione estiva introduttiva. All’avanguardia in Italia per formazione e accompagnamento su innovazione e imprenditorialità, il CLab – con Fabio Aru testimonial nel 2015 – è stato avviato nel 2013 nell’ambito di “INNOVA.RE – Innovazione in rete”. I partecipanti hanno esperienze universitarie differenti, vengono raggruppati in team interdisciplinari e cooperano nello sviluppo e nella condivisione di progetti di start up, frequentano lezioni formative e training sul campo.

«Ringrazio l’assessore Raffaele Paci per l’attenzione personale e della Regione verso il CLab. Siamo orgogliosi del progetto che avvicina studenti e laureati. Ragazzi che si mettono in gioco, motivati e pronti a sfidare e sfidarsi. Chi si prepara, è determinato e si organizza può cogliere il momento. La fortuna – spiega Maria Del Zompo – non c’entra, conta il volere fortemente certe cose. Queste esperienze offrono maggiori opportunità per costruire il futuro. Il CLab è un’iniziativa di successo. Ma alla base c’è la cultura: le competenze senza conoscenza non funzionano». Un format che funziona in un contesto solido. «L’università di Cagliari è seria e credibile, sappiamo – aggiunge il rettore – dove andare, siamo organizzati mentre altre istituzioni nazionali non lo sono. Rilanceremo le sfide, siamo pronti a dare risposte valide e vincenti.»

«Il ContaminationLab – rimarca Raffaele Paci, vice presidente consiglio regionale e assessore bilancio e programmazione – è un’ottima occasione per i giovani di creare imprenditorialità in ambito universitario. CLab ha avuto premi e riconoscimenti, la Regione lo rifinanzia per i prossimi tre anni con un milione200mila euro. Ci crediamo fortemente e siamo pronti a supportare le start up nell’intero processo: metteremo gli stessi denari, senza altre analisi, che vengono investiti dal venture capital. L’obiettivo è nitido: fare in modo che queste imprese vadano bene, generino utili e occupazione». Per l’assessore la strada è segnata: «Creatività e cross-fertilizzazione aiutano crescita tecnologica e imprese. Il CLab ha gli ingredienti per fare bene: giovani, provenienze diverse, idee, organismi che studiano le capacità di riuscita. Università e Regione, ricerca e didattica, ma anche lavoro sul territorio per mettere a sistema capacità e conoscenze».

«Oggi nasce una squadra, lo scrigno dell’ateneo è ricco e cela molte opportunità. Abbiamo ampliato i partner e le attenzioni alla città e alla regione. Nel febbraio 2016 una giuria di investitori valuterà i vostri progetti. Nel 2015 ci sono stati premi importanti in denaro e servizi. Quest’anno le ambasciate americana e israeliana si sono impegnate a supportarci» dice agli iscritti Maria Chiara Di Guardo, responsabile scientifico del CLab. «Abbiamo selezionato centodieci profili diversi, portatori di idee da mettere a sistema per generare innovazione. Per farvi crescere più velocemente coinvolgeremo anche gli studenti Erasmus e ci saranno scambi con progetti simili all’estero, Francia e Inghilterra in particolare».

Alla giornata di apertura – con un video che esalta il gioco squadra e le premiazioni delle idee vincenti nel 2015 – hanno preso parte anche Mario Mariani («Cagliari è fertile per lo sviluppo di start up digitali» dice il fondatore di The Net Value) e Augusto Coppola («Cambierete il modo di percepirvi. Finisce il tempo di scuse e alibi, proverete senza simulazioni a costruire una vera azienda: in team. Da soli, si fallisce» è il mantra del docente di LVenture). Attesi gli interventi di Gianluca Cadeddu (Centro regionale programmazione) e Giuseppe Serra (Sardegna Ricerche).

Al CLab UNiCa #04edizione i partecipanti sono 110. Tra questi, il 68 per cento sono studenti, il 29 laureati e il 4 dottorandi. In crescita gli ammessi provenienti dall’ambito scientifico (24 per cento). Al primo posto si confermano le richieste di ammissione appartenenti all’ambito sociale, giuridico ed economico (41). In calo l’area di ingegneria e architettura (22). Dall’ambito umanistico proviene il 12 per cento degli iscritti.

Dalle attività extra-curriculari volte a promozione e sviluppo di capacità su gestione del processo imprenditoriale e all’innovazione: il CLab UniCa ha dato vita a circa 20 startup attive sul territorio nazionale appartenenti ai settori Itc, turismo, nautica, gamification, food etc. Start up il cui business è legato a innovazione, utilizzo di conoscenza e  tecnologia, anche a vocazione sociale. Sono stati riconosciuti a varie start up premi in danaro e riconoscimenti: StartCup, Premio Nazionale Innovazione, Gsvc, Facebook programm ecc. Le startup hanno raccolto da investitori privati circa mezzo milione di euro. Il CLab UniCa è stato selezionato dal ministero dello Sviluppo economico (Mise) a rappresentare l’Italia in Europa al Premio europeo sulla promozione d’impresa (Eepa).

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Raffaele Paci 7

L’assessore regionale della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci, ha incontrato ieri nell’ex Manifattura Tabacchi, aperta al pubblico per due giorni, il direttore generale del New York City Opera, Michael Capasso, il sovrintendente del Teatro Lirico di Cagliari, Claudio Orazi, e il direttore artistico e musicale di Opera Carolina James Meena, insieme al direttore del Centro Regionale di Programmazione, Gianluca Cadeddu.

Qualche giorno fa Capasso aveva ufficializzato la collaborazione con il Teatro Lirico grazie a “La campana sommersa” di Respighi inserita nella stagione 2016-17 della Grande Mela, importante vetrina per valorizzare una parte importante delle attività culturali della Regione come già sottolineato dal presidente Francesco Pigliaru. Ed è solo l’inizio: insieme al Teatro di Charlotte del North Carolina e a New York City Opera, il Lirico produrrà, infatti, “La fanciulla del West” di Puccini, in scena negli Stati Uniti nella primavera del 2017 e a Cagliari nell’autunno successivo. In occasione della prima statunitense, il sovrintendente Orazi ha invitato il vicepresidente Paci a lavorare a un progetto comune con la Regione per far conoscere tutte le eccellenze sarde, dall’artigianato all’enogastronomia, direttamente a New York per una settimana.

L’assessore Paci nell’occasione ha detto che presto verranno impegnati quattro milioni e mezzo di euro per completare il finanziamento del Parco della Musica di Cagliari, destinati a laboratori e collaborazioni internazionali per produzioni teatrali in comune.
«Abbiamo due obiettivi con questo finanziamento: fare rete fra le realtà artistiche della Sardegna creando un circuito regionale e rafforzare, fortemente e con convinzione, le collaborazioni internazionali in modo da far conoscere ed esportare le nostre eccellenze. Oggi promuoviamo un processo di apertura all’estero del Teatro Lirico, che è la più grande impresa creativa della nostra isola, e lo suggelliamo incontrando il direttore Capasso nell’ex Manifattura, luogo fortemente simbolico perché vogliamo farne proprio la casa della creatività. Quello con l’Opera di New York è un gemellaggio importante, che può far conoscere Cagliari e la Sardegna in tutto il mondo. Le collaborazioni internazionali sono fondamentali per far uscire dai confini regionali e nazionali le nostre produzioni, comprese quelle artistiche, e la Giunta – ha assicurato l’assessore Paci – continuerà a lavorare per favorirle e incrementarle come stiamo facendo con il Parco della Musica.»
Il direttore del Crp, Gianluca Cadeddu, ha spiegato che «i 4 milioni sono fondi del Piano di Azione e Coesione che verranno stanziati dopo la rimodulazione, ormai imminente perché prevista prima dell’estate, dell’Accordo di Programma con il Comune di Cagliari. Subito dopo potranno essere avviati i progetti che interesseranno le infrastrutture, per esempio completare il piccolo teatro e i laboratori per realizzare le strutture di scena, oltre alle produzioni. In 24 mesi dopo la rimodulazione dell’Accordo prevediamo di completare tutto». Unanime il messaggio emerso dall’incontro: la cultura è storia e qualità della vita, e può essere un volano per il business e un’occasione di forte sviluppo economico. In questa direzione e con questa convinzione continuerà la collaborazione fra le realtà di Cagliari e degli Stati Uniti.

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Sardegna Ricerche dà avvio a nuovi bandi per progetti cluster per lo sviluppo di prodotti in diversi settori dell’agroalimentare ritenuti strategici (lattiero caseario, vitivinicolo e ittico). I cluster sono gruppi di imprese che, partendo da un obiettivo condiviso, ideano e sperimentano progetti di sviluppo e di innovazione con il supporto di Sardegna Ricerche e di un organismo di ricerca.

Le risorse da destinare al settore agroalimentare per attività di ricerca e innovazione per prodotti lattiero-caseari, vitivinicoli e ittici, ammontano a un milione e 500mila euro.
I bandi sono stati presentati oggi dall’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci e dai direttori di Sardegna Ricerche Giorgio Pisanu e del Centro Regionale di Programmazione Gianluca Cadeddu. «Puntiamo molto su ricerca e innovazione applicate all’agroalimentare per attrarre consumatori, operatori economico-istituzionali e competenze attraverso la valorizzazione degli asset, il potenziamento delle produzioni locali e l’applicazione delle nuove tecnologie – ha detto l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci –. Ed è proprio l’agroalimentare l’area prioritaria di specializzazione della strategia S3 Sardegna, la Smart Specialisation Strategy contenuta nel Fesr, che punta a favorire processi di innovazione grazie alla collaborazione tra imprese, Università e centri di ricerca. Così facciamo crescere le imprese locali, che diventano più competitive e acquistano la forza per imporsi sui mercati internazionali. In questo modo l’agroalimentare può davvero diventare il settore di punta dell’economia regionale».
«Scopo di queste attività – ha detto Giorgio Pisanu, direttore generale di Sardegna Ricerche – è quello di lavorare congiuntamente con altri organi istituzionali per individuare e costruire opportunità innovative di business a favore delle imprese del settore, supportarle nello sviluppo di un proprio percorso innovativo e rafforzarne le capacità individuali di innovazione.»
L’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, che non ha potuto partecipare alla conferenza stampa perché impegnata con la prima riunione del Comitato di sorveglianza del Programma di sviluppo rurale, ha inviato un messaggio. «Per far crescere e rendere maggiormente competitivo nel mercato globale l’agroalimentare sardo è sempre più necessario che il mondo produttivo sia collegato in maniera strutturata a chi fa ricerca, sia nella fase di analisi e raccolta del fabbisogno di innovazione espresso dagli imprenditori, sia in quella, importantissima, della divulgazione e della diffusione delle innovazioni da applicare alle attività economiche – ha spiegato l’assessore Falchi -. La ricerca, infatti, deve essere orientata ad aprire nuovi mercati e ad aumentare la competitività delle imprese ma anche finalizzata a nuove scoperte nel campo dei mezzi tecnici e del miglioramento genetico, il tutto nell’ottica di una agricoltura attenta al consumatore capace di creare collegamenti e sinergie con gli altri settori economici. Se la ricerca si concentrerà sulle reali esigenze delle imprese in funzione del mercato, ci saranno certamente maggiori opportunità per le nostre produzioni. L’innovazione tecnologica, sia di prodotto che di processo, continua a rimanere la base su cui inserire altre innovazioni in cui predomina oltre all’aspetto qualitativo, e dunque la tracciabilità e la certificazione di qualità, anche l’aspetto creativo e di design. Perché il cibo è sempre più inteso non solo come alimento, ma anche come mezzo di comunicazione, espressione e convivialità di cui la collettività può beneficiare in un rapporto strettissimo che lega le produzioni ai territori di provenienza con storie e tradizioni uniche».
Il direttore del Crp ha precisato che si tratta di «una ricerca non generica e vasta ma di grande specializzazione, non affidata ai centri di ricerca ma con il coinvolgimento delle imprese. Insomma facciamo strategia di marketing, accompagniamo le imprese a verificare come questo prodotto può essere venduto».
Due i cluster previsti per il settore lattiero caseario: uno per la produzione di nuovi prodotti che arricchiscano la tradizione casearia sarda con i sapori tipici del territorio isolano e l’altro, per la sperimentazione della produzione del pecorino romano con stagionature più lunghe. Per il settore vitivinicolo è previsto, invece, un cluster per la spumantizzazione di vini ottenuti da vitigni autoctoni mentre, per il settore ittico è previsto un cluster per la filiera delle ostriche, dalla caratterizzazione dell’habitat, alle tecniche di produzione del seme, all’insediamento e allo sviluppo, sino alla commercializzazione del prodotto.
A partire dal 27 novembre sono fissati quattro incontri, uno per ogni cluster, per la presentazione dei temi proposti e la raccolta dei contributi da parte degli operatori del settore specifico d’interesse. Il calendario degli incontri e il bando per la partecipazione ai cluster sono scaricabili dal sito di Sardegna Ricerche.

 

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Tore Cherchi 5 copia

Sono stati presentati ieri a Iglesias gli strumenti del Piano Sulcis per il sostegno alle imprese. Oltre 160 imprenditori e consulenti d’impresa hanno preso parte all’incontro svoltosi a Monteponi, organizzato dal Coordinamento del Piano Sulcis, per illustrare i contenuti dei bandi, prima della loro pubblicazione, al fine di acquisire valutazioni di cui tenere conto nella stesura finale.

La riunione è stata introdotta dal saluto del sindaco di Iglesias, Emilio Gariazzo e dalle relazioni dei dirigenti dell’assessorato della Programmazione, Gianluca Cadeddu e Antonello Piras e di Invitalia, Massimo Calzoni. Questo il quadro illustrato:

Tutte le pratiche sono svolte on line. Niente carta.

Si opera con procedure a sportello. L’imprenditore che è pronto presenta la domanda che sarà esaminata senza formazione di graduatorie. Passano le domande che rispondono ai requisiti di un buon piano d’impresa.

Sono ammissibili progetti in tutti i settori, escluso l’agricoltura e la pesca coperte da altri strumenti. Sono tuttavia ammesse le domande per la trasformazione di prodotti della terra e del mare.

L’incentivazione totale è nei limiti del massimale dell’Unione Europea. Per esempio per la piccola impresa sino al 30 per cento dell’ammontare dell’investimento.

Al fine di risolvere i problemi di liquidità dell’impresa, il fondo costituito può erogare un finanziamento a tasso zero sino al 75 per cento dell’investimento. Sul restante 25 per cento opera automaticamente il fondo di garanzia regionale ai fini del credito bancario. Può essere erogato un contributo a fondo perduto nel limite, tutti i benefici cumulati, del massimale ammesso dall’Unione Europea.

Tempi. Verrà dato un congruo preavviso prima dell’apertura degli sportelli. Si prevede che entro dicembre saranno aperti gli sportelli per le domande di investimento con spese ammissibili sino a 150mila € e oltre 5 milioni di €, dove si concentrerà il maggior numero di domande secondo l’indagine preliminare. Lo sportello per gli investimenti superiori a 20 milioni di euro (10 milioni per il turismo) è già operativo. Segue entro un breve tempo, l’apertura dello sportello per le altre categorie di investimento.

Assistenza tecnica e tempi d istruttoria. Invitalia ha una unità tecnica di assistenza gratuita gli imprenditori che ne facciano richiesta, fermo restando che la responsabilità del piano d’impresa è dell’imprenditore. L’istruttoria ha limiti di tempo prefissato, sarà semplificata per gli investimenti di minore importo.

La gestione dell’intervento è stata affidata all’assessorato della Programmazione con il supporto di Invitalia. I finanziamenti sono erogati dalla SFIRS.

I Fondi a disposizione comprendono 32,7 milioni di euro cui si sommano 7,5 milioni di euro residuati da precedente bando. Si sommano anche 30 milioni di euro ancora disponibili per i Contratti di Sviluppo. Sono tutte risorse del quadro finanziario del Piano Sulcis.

Nel dibattito sono intervenuti numerosi imprenditori che in particolare hanno apprezzato la procedura a sportello e il meccanismo di finanziamento, proponendo integrazioni.

A conclusione della costruttiva riunione, il coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi, ha sottolineato il nuovo passo in avanti del Piano con l’ impegno della Regione a rispettare i tempi indicati.

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Francesco Morandi 42

L’assessore regionale del Turismo, Artigianato e Commercio, Francesco Morandi è intervenuto, stamane, al seminario conclusivo del ciclo “Territori e Protagonisti”, all’Esposizione universale, con vertici ed esperti di Padiglione Italia, nella veste di rappresentante delle Regioni italiane e rilanciando la linea strategica dell’isola a Expo 2015.

«L’Expo – ha detto Francesco Morandi – ha lasciato una traccia indelebile e prospettive di lunga durata grazie alle iniziative dei territori, propongo di scegliere cinque macrotemi sui quali far convergere il lavoro già strutturato dalle singole Regioni: tra questi il progetto sulla qualità della vita in Sardegna si candida autorevolmente come modello di sviluppo sostenibile per tutto il Paese.»
«Tutte le Regioni hanno fatto uno sforzo importante per rappresentarsi al meglio – ha spiegato Morandi – grazie al loro impegno ambizioso Expo ha avuto successo, è stata specchio fedele dell’Italia migliore e ha portato alla ribalta bellezza e valore aggiunto delle persone e dell’animazione delle comunità locali. Ora inizia la fase di follow-up la presenza dei territori non è stata uno spot, abbiamo realizzato una rete trasversale che darà i frutti anche in futuro.»
Nel breve-medio periodo si moltiplicheranno le reti di relazione e si consolideranno i processi di internazionalizzazione, specie con la visita di delegazioni straniere. «La Sardegna – ha concluso Francesco Morandi – punterà ancora sul nuovo modello di sviluppo basato sulla straordinaria qualità di vita nell’isola, con la valorizzazione congiunta delle sue dimensioni qualificanti: eccellenza naturale, qualità dei prodotti agroalimentari, longevità e innovazione sostenibile».
Il seminario, durante quale è intervenuto anche il direttore del Centro regionale di programmazione Gianluca Cadeddu, ha messo in risalto quanto l’Expo di Milano abbia rappresentato una discontinuità con la storia delle edizioni passate, interpretando pienamente la riflessione sulla potenza del limite come capacità di innescare processi di innovazione economica, sociale e culturale. Nelle varie relazioni è stato messo in luce il rapporto tra Esposizione e territori a partire dalle loro rappresentanze istituzionali, sino ai soggetti dell’innovazione e dello sviluppo locale: un patrimonio di relazioni e iniziative vera eredità di Expo.

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Palazzo del Consiglio regionale 2014 2 copia

 

Si è tenuta ieri mattina nella Terza commissione del Consiglio regionale, presieduta da Franco Sabatini (Pd), l’audizione del direttore generale del centro regionale di programmazione (Crp), Gianluca Cadeddu, che ha illustrato lo stato di attuazione della programmazione dei fondi europei del settennio 2007-2013 e di quello 2014-2020.

In riferimento alla spesa dei programmi 2007-2013, il direttore del Crp ha pressoché escluso il rischio di disimpegno delle risorse comunitarie per quanto attiene il programma operativo Fse (fondo sociale europeo) ed ha rassicurato sul raggiungimento dei livelli di spesa prefissati per i fondi Fesr (fondo europeo di sviluppo regionale) e Psr (programma di sviluppo rurale) entro il 31 dicembre 2015. E’ questo, infatti, il termine stabilito per la certificazione della spesa.

Nel dettaglio, il fondo sociale europeo (Fse) al 31 dicembre 2015 dovrebbe registrare un over spending di oltre 32 milioni di euro. Rispetto alla dotazione del Piano operativo (suddiviso in sei assi) pari a 675.053.206 euro le proiezioni di spesa al 31.12.2015 sono, infatti, pari a 708.028.782 euro (302.020.756 euro imputate all’asse IV “Capitale umano”).

Il piano operativo Fesr 2007-2013, con dotazione finanziaria di 1.361.343.530 euro, registra impegni ammessi pari a 1.505.109.830 euro ed ha certificato alla data del 30 settembre 2015 l’importo di 990.578.992 euro, mentre la spesa da certificare alla chiusura (31 dicembre 2015) è pari a 370.764.537 euro, con una previsione di spesa identica alla dotazione finanziaria iniziale (1.361.343.530 euro).

Il programma di sviluppo rurale (Psr), con dotazione finanziaria pari a 1.284.746 euro conta 184.334.997 euro di spesa da certificare alla chiusura del 31 dicembre ed alla data del 12 ottobre 2015 ha già certificato un ammontare di spesa complessiva pari a 1.100.411 euro.

«Cifre e proiezioni – così ha detto Gianluca Cadeddu – che confermano, nella sostanza, gli obiettivi di spesa della Regione per la programmazione 2007-2013 e che inducono ad affermare che la Sardegna “non perderà un euro delle risorse comunitarie». «Ma – ha spiegato il direttore del Crp – per la conferma di tali risultati dovremo attendere il mese di marzo del 2017, dopo che l’intero 2016 sarà dedicato alle procedure del cosiddetto “controllo della spesa”».

Gianluca Cadeddu non ha tuttavia nascosto le difficoltà della struttura regionale «nel fare spesa nei tempi richiesti dalla commissione europea», così come non ha mancato di evidenziare le problematicità che hanno caratterizzato il precedente settennio di programmazione («gran parte dei problemi nascono dal manifestarsi della crisi economica che a partire dal 2008 ha interessato tutti i soggetti chiamati a gestire i diversi programmi europei»). Le principali difficoltà riscontrate – a giudizio del direttore del centro regionale di programmazione – possono essere così riassunte: difficoltà delle imprese nel portare a compimento gli investimenti; mancato rispetto dei crono programmi da parte delle amministrazioni locali; complessità dell’iter degli appalti pubblici; le difficoltà derivanti dai limiti imposti dal patto di stabilità.

«Per la programmazione 2014-2020 – ha dichiarato Gianluca Cadeddu – dobbiamo tener conto degli insegnamenti appresi con l’attuazione della programmazione dei fondi comunitari 2007-2013 e tenere sempre presente che il sistema amministrativo è diverso rispetto a quello che caratterizza i classici interventi a carico esclusivo dell’amministrazione regionale.»

In riferimento ad un quesito posto dal presidente della commissione, Sabatini, in ordine alle difficoltà delle amministrazioni locali a “programmare e progettare” – il direttore del Cpr ha preannunciato che è allo studio l’ipotesi di costituire un apposito “fondo progettazione” destinato ai Comuni per fare fronte alle difficoltà legate all’attività di progettazione ed alla qualità della stessa.

Ulteriori chiarimenti sono stati forniti sull’efficacia dei fondi di garanzia («il fondo di garanzia della Regione sarda – ha affermato Cadeddu – da 223 milioni di euro è il più capiente d’Europa ed è diventato un positivo modello da seguire dopo le iniziali perplessità al livello comunitario») ed alla specializzazione degli stessi nei diversi settori di intervento («pensiamo alle garanzie sull’emissione da parte delle imprese private dei mini bond»).

Raccogliendo l’invito del presidente Sabatini per una sempre «migliore ed efficace spesa dei fondi comunitari» Gianluca Cadeddu ha concluso il suo intervento con un ringraziamento ai componenti la commissione «per le utili indicazioni contenute nell’apposita risoluzione, a suo tempo approvata nel parlamentino del Bilancio, proprio in materia di attuazione dei programmi europei» ed in riferimento alla programmazione 2014-2020 ha ricordato la conclusione degli iter di approvazione della commissione europea dei piani Fse, Fers e Psr, nonché l’impegno a procedere con le successive fasi ad incominciare dalla costituzione dei comitati di sorveglianza per ciascuno dei fondi e con l’approvazione dei criteri di selezione.

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Fondi europei

Verrà presentato questa sera al Parco di Monte Claro, a Cagliari, il Por Fesr 14-20 con il talk show “Buongiorno Europa”.

La Sardegna si appresta a spendere tutti i fondi europei della programmazione 2007-13 grazie alla rimodulazione proposta al Comitato di sorveglianza europeo del Por Fesr, che ieri per tutta la giornata ha passato al setaccio il lavoro portato avanti dalla Regione con i finanziamenti europei, esprimendo grande apprezzamento per la programmazione del Por Fesr 2014-2020. I vertici della Commissione Ue e dell’Agenzia Nazionale per la Coesione territoriale hanno incontrato l’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci, il direttore del Centro Regionale di Programmazione Gianluca Cadeddu, l’Autorità di gestione del Fesr Graziella Pisu e il partenariato istituzionale, economico e sociale, in un lungo confronto per analizzare la situazione rispetto ai fondi Ue.
«Vogliamo spendere fino all’ultimo euro della vecchia programmazione e perciò abbiamo proposto una rimodulazione – spiega il vicepresidente della Regione -. È una scommessa difficile, perché purtroppo ci sono stati troppi ritardi negli anni precedenti e dunque dobbiamo fare una corsa contro il tempo per recuperare. Le strutture stanno facendo il massimo per riuscirci, ma c’è bisogno della collaborazione di tutti, in particolare delle amministrazioni locali che sono destinatarie di gran parte delle risorse.»
Per quanto riguarda poi la programmazione 2014-2020, promozione a pieni voti per la Sardegna. «In particolare sono stati apprezzati la strategia intelligente S3, la Smart Specialization Strategy con una forte e mirata concentrazione delle risorse, e la Programmazione unitaria dei fondi, che ha portato all’approvazione di tre importanti strategie – Scuola e Università, Lavoro, Competitività delle imprese – e alla nuova Programmazione territoriale. Due punti forti, considerati perfettamente in linea con le indicazioni comunitarie. Secondo i rappresentanti della Commissione europea, quello utilizzato dalla Sardegna nella programmazione del Fesr approvata a luglio è il metodo ideale – sottolinea l’assessore Paci -, perché la crescita delle Regioni verrà valutata sulla base non di ogni singolo programma ma delle azioni messe insieme per lo sviluppo dell’intero territorio».
Con il via libera al Por Fesr 14-20 da Bruxelles, il 14 luglio scorso, in Sardegna arrivano 930 milioni di euro, 465 da finanziamenti europei e il resto da cofinanziamento regionale. Soldi che potranno essere utilizzati per garantire supporto alla ricerca e allo sviluppo di almeno 1.576 imprese sarde, agevolare il credito e creare infrastrutture informatiche, sostenere il settore dell’energia e lo sviluppo turistico.

«Una cifra importante che ci consentirà di intervenire in settori nevralgici della nostra economia regionale – dice l’assessore Paci -. Ora dobbiamo correre, fare bene e non perdere tempo per spendere strategicamente i fondi europei con la visione unitaria e d’insieme che caratterizza il nuovo corso voluto fortemente da questa Giunta: pensare ai fondi europei come a una parte dei finanziamenti complessivamente disponibili, proprio quello che oggi è stato profondamente apprezzato dalla Commissione.»
Il Fesr conta 35 linee di intervento e concentra le risorse sui settori più strategici. Dei 930 milioni, 213 sono destinati alla competitività del sistema economico, 164 alla valorizzazione turistica e culturale, 150 all’efficienza energetica, 130 all’agenda digitale, 128 a ricerca e innovazione, 55 ad ambiente e prevenzione del rischio idrogeologico, 51 a inclusione sociale e povertà.
Al Parco di Monte Claro, alla presentazione ufficiale del Por Fesr 14-20 con il talk show “Buongiorno Europa”, parteciperanno il presidente Francesco Pigliaru, l’assessore Paci e l’Autorità di gestione Pisu insieme ai componenti della Commissione europea e dell’Agenzia Nazionale. A seguire, alle 19.30, concerto jazz di Gavino Murgia & Mediterranean Trio, ospite il maestro Luigi Lai. L’ingresso è libero ed è garantito un servizio di baby parking per tutta la durata dell’evento.

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E’ stato firmato ieri sera nella sala Giunta di Viale Trento, dall’assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci, con la presidente dell’Unione Lucia Meloni e i sindaci del territorio coinvolto (Barrali, Dolianova, Donori, Serdiana, Settimo San Pietro, Soleminis), il primo progetto della nuova Programmazione Territoriale della Regione, presentato dall’Unione di Comuni Parteolla-Basso Campidano, per il quale sono stati stanziati quattro milioni di euro.
Trecentomila euro sono subito disponibili per la creazione di un Club di prodotto ovvero di una rete di imprese che lavori a un’offerta turistica, enogastronomica, esperienzale ed escursionistica ben definita. L’obiettivo del progetto, finanziato con soldi europei, è infatti incrementare la competitività turistica del territorio, puntando sulle eccellenze locali, trasformandole in una leva per promuovere l’intero sistema economico territoriale e aiutando le imprese a imporsi sui mercati nazionali e internazionali.
Alla firma del progetto erano presenti anche gli imprenditori Sandro Murgia delle Cantine Dolianova e Vittorio Tomasiello di Argiolas formaggi.
«Un progetto di sviluppo locale estremamente interessante, nel quale le imprese del territorio sono coinvolte dal primo momento e che punta molto sulle eccellenze dell’agroalimentare locale – ha detto il vicepresidente della Regione -. Intorno a queste eccellenze, a questi valori della cultura locale si costruisce un percorso di ricettività, di ristorazione, di capacità del territorio di crescere e svilupparsi. Questa è esattamente l’essenza della nostra programmazione territoriale: i territori propongono, la Regione valuta e in tempi brevi si arriva alla firma e al finanziamento. Questo progetto sicuramente porterà un valore aggiunto al territorio e darà anche ai giovani l’opportunità di avere possibilità di lavoro. Non stiamo finanziando una serie di infrastrutture e opere pubbliche ma proposte concrete che puntano allo sviluppo economico del territorio, che si fa con le imprese che sanno stare sul mercato. È questa la scommessa che portiamo avanti oggi.»
Il direttore del Centro Regionale di Programmazione, Gianluca Cadeddu, sottolinea l’originalità della proposta del Parteolla-Basso Campidano. «Di progetti ne ho visti molti in questi anni, e questo è davvero diverso dagli altri. Amministratori e imprenditori locali sono ben consci delle potenzialità del loro territorio, sono concentrati sul progetto e puntano molto su questo per rilanciarne l’economia». Un territorio «dalle enormi potenzialità con una concentrazione di imprese molto valide che sono delle vere e proprie eccellenze a livello regionale e una percentuale di residenti in età lavorativa molto alta, intorno al 72% – ha detto Lucia Meloni, nella doppia veste di presidente dell’Unione e sindaco di Donori -. Abbiamo firmato questo progetto in tempi brevissimi, ora siamo pronti a partire».
I prossimi accordi di programma che si avviano alla chiusura sono quelli con le Unioni di Comuni Ogliastra, Parte Montis e Alta Gallura, che vanno ad aggiungersi a quello dell’Alta Marmilla finanziato con la Strategia nazionale per le aree interne e ai tre Interventi Territoriali Integrati da 15 milioni ciascuno per Cagliari, Sassari e Olbia.
Programmazione Territoriale

 

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Raffaele Paci 4
L’assessore regionale della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci, ha partecipato stamane al workshop organizzato a Cagliari dal Banco di Sardegna, nel quale sono stati illustrati i risultati ottenuti durante i tre anni di attività dal Fondo di sviluppo urbano Jessica, iniziativa congiunta della Commissione Europea e della Banca Europea per gli investimenti, che mettendo in campo 33 milioni di euro grazie all’effetto moltiplicatore del Fondo ha permesso di finanziare 10 progetti per un valore complessivo di opere pari a 112 milioni di euro circa.

«Quello di oggi è un segnale importante – ha detto Raffaele Paci -, dimostra che quando si mettono in campo strumenti innovativi come Jessica le risposte ci sono da parte delle imprese e dei Comuni. La Regione, da parte sua, sta facendo il possibile per accompagnare le imprese e in generale l’economia sarda in questa fase di ripresa.»
Al workshop, con l’assessore Paci, hanno partecipato il presidente del Banco di Sardegna Antonello Arru, il direttore generale Giuseppe Cuccurese, il capo divisione Infrastrutture Energia e Settore Pubblico della Banca europea per gli investimenti Andrea Tinagli, il direttore del Centro regionale di Programmazione Gianluca Cadeddu e il direttore generale della Pianificazione urbanistica, territoriale e della vigilanza edilizia Elisabetta Neroni.
La Regione ha attivato Jessica nel 2011 come progetto pilota: gli interventi finanziati hanno riguardato servizio pubblico locale, miglioramento della mobilità urbana sostenibile, recupero del patrimonio architettonico.
«Stiamo rafforzando questi strumenti di ingegneria finanziaria aprendoli anche ad altri settori. Il principio del fondo di rotazione supera la vecchia idea del fondo perduto e punta sulla restituzione, il che dà anche agli attori interessati molta più autonomia, perché non sono più dipendenti dal contributo regionale. Vale per le imprese ma anche per i Comuni, che hanno così un’occasione importante per essere protagonisti di un’altra sfida. La prossima fase di programmazione prevede di estendere il fondo Jessica agli attrattori ambientali culturali e turistici, punti forti della Sardegna, ma anche di puntare su altri strumenti finanziari a favore dell’alta tecnologia che stiamo mettendo in campo. I segnali della ripresa ci sono – ha concluso il vicepresidente della Regione -. Ora bisogna cavalcare questi segnali e rafforzarli, e uno dei modi per farlo è immettere liquidità nel mercato.»