25 April, 2024
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Nuove critiche al centrosinistra per la nomina del nuovo direttore generale della Asl unica, arrivano dal capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu.

«Con la nomina di Moirano alla guida dell’Azienda sanitaria unica regionale si va a commissariare la Sardegna, con la politica incapace ancora una volta di trovare all’interno dell’isola una professionalità capace di mettere in ordine i conti della sanità e tagliare le spese inutili – attacca Rubiu -. Una vergogna. L’ennesimo schiaffo alla Sardegna. Il governatore Pigliaru butta giù la maschera e certifica le sue reali intenzioni, assegnando la sanità sarda in mano al Pd nazionale. Una scelta illogica ed irrazionale, che denota la mancanza di rispetto verso i sardi, con tante professionalità isolane ancora una volta abbandonate al loro destino e non considerate per la guida di uno dei settori strategici per il futuro dell’Isola.»

«Con questa nomina si svende ancora la Sardegna – conclude Gianluigi Rubiu -. Neppure la peggior giunta della storia autonomista è riuscita a fare peggio. Questo epilogo rende amaro il riordino delle Asl in Sardegna, con un esecutivo che si è rivelato fallimentare.»

Gianluigi Rubiu 67 copia

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Nella seduta di ieri il Consiglio regionale ha approvato sette articoli del Testo Unificato sulle “Norme in materia di edilizia sociale e riforma dell’Azienda regionale per l’edilizia abitativa”La seduta si è aperta sotto la presidenza del vice presidente Eugenio Lai. Dopo le formalità di rito, alcuni consiglieri hanno preso la parola “sull’ordine dei lavori”.

Il capogruppo di Cps Piefranco Zanchetta ha richiamato l’attenzione del Consiglio sulla giornata di domani che, ha affermato, «sarà cruciale per conoscere il destino del quotidiano La Nuova Sardegna perché, come ha ricordato lo stesso presidente Ganau, la proprietà del giornale comunicherà le proprie decisioni sulla cessione o sull’affitto della testata regionale, due percorsi che devono essere chiariti con la massima trasparenza anche, come è già accaduto sia nel 1980 che nel 2012, con ordini del giorno unitari del Consiglio che esprimano la preoccupazione della politica sarda per la salvaguardia del pluralismo dell’informazione».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, invece, ha segnalato che i cittadini del comune di Goni «stanno manifestando contro la chiusura del plesso scolastico locale, una questione gravissima ed emblematica delle difficoltà di tanti piccoli centri della Sardegna; è opportuno quindi che i capigruppo ricevano una delegazione di amministratori del Comune di Goni».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha auspicato che «non passi inosservato l’intervento del collega Zanchetta, perché si tratta di un problema di gravità rilevante; la Nuova sta per essere ceduta e questo oggettivamente incide sulla libertà di informazione in Sardegna». «Purtroppo – ha lamentato – non si sente la voce della Giunta regionale, non se ne conosce la posizione ed un preoccupante silenzio pesa su dinamiche e soggetti coinvolti nella vicenda; rivolgo quindi un appello al presidente della Regione perchè intervenga con urgenza».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha chiesto una breve sospensione della seduta, per poter tenere una riunione della conferenza dei capigruppo ed organizzare al meglio i lavori.

Il presidente Lai ha accolto la richiesta, sospendendo la seduta. Alla ripresa dei lavori, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la discussione degli articoli e degli emendamenti al Testo unificato 110/181/207/A-Riforma dell’Agenzia per l’edilizia abitativa Area.

Il Consiglio ha approvato per alzata di mano l’art. 1. Sull’art. 2, dopo l’intervento della commissione e della Giunta che hanno espresso il parere sugli emendamenti presentati, è iniziata la discussione generale.

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha parlato di «un articolo importante perché individua funzioni della Regione su una materia delicata come quella dell’edilizia sociale che, in Italia come in altre Regione, presenta un panorama molto diverso da quello in discussione». «In Italia – ha ricordato Tedde – siamo all’ultimo posto in Europa con un fabbisogno di 1.8 milioni di alloggi ed una disponibilità di appena 700.000; inoltre, in altre Regioni, si è scelto di operare con strumenti più autonomi ed un taglio imprenditoriale aperti al mondo delle aziende anche se sotto il controllo pubblico». «Il modello sardo che si sta proponendo – ha aggiunto Tedde – va invece in direzione opposta perché mette il sistema interamente sotto il controllo della mano pubblica, secondo una logica di concentrazione dipendente dalla politica che da nessuna parte assicura buoni risultati, una grave anomalia che, oltretutto, sottovaluta la specificità della Sardegna».

Il consigliere di Sel Luca Pizzuto ha ribadito la disponibilità del suo gruppo «a lavorare per riforma organizzativa nel settore dell’edilizia popolare ma, a nostro giudizio, è necessario introdurre organismi di partecipazione dei cittadini, non in termine di legalità ma di conoscenza della realtà del servizio, anche nell’ottica di una riorganizzazione che comporta un obiettivo accentramento del governo dell’ente».

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci, rivolgendosi ai colleghi della maggioranza, ha criticato «il cambio di rotta che ha portato ad una vera provocazione politica a danno delle classi più deboli che chiedono più case e meno burocrazia, mentre con questa legge si registra una preoccupante lontananza dalla realtà ed una scarsa trasparenza e si alimentano soprusi burocratici e aumento dei costi per gli inquilini». «Questo sistema ci piace poco – ha aggiunto Locci – perché appartiene al passato e le rassicurazioni dell’assessore Paolo Maninchedda non ci convincono perché, al contrario, emerge il disegno molto chiaro che tende ad annullare la funzione sociale di Area, e con essa un servizio reale vicino ai cittadini, replicando sotto altre forme il modello di Abbanoa e della sanità, quello di governare dal centro sulla testa dei sardi, facendo venir meno lo stesso patto sociale fra Regione, Area e cittadini».

Il presidente della commissione Lavori pubblici Antonio Solinas (Pd), su delega del capogruppo, ha invitato i colleghi della minoranza «a superare i confini del ruolo istituzionale, perché in realtà la riforma vuole sburocratizzare senza smobilitare dai territorio, tagliando i consigli di amministrazione per garantire più efficienza». «In commissione – ha spiegato ancora Solinas – si è concordato di dare vita ad un unico ente regionale fermo restando che comunque, all’interno, resterà una organizzazione territoriale nel cui ambito i direttori di servizio in sede locale resteranno i primi interlocutori dei cittadini». «Per quanto riguarda lo stato del patrimonio edilizio – ha concluso – è vero che manca la manutenzione che sarebbe necessaria ed è proprio per questo che si sta cercando di accelerare questi processi; nessuno vuole penalizzare i cittadini, anzi si vuole dare un servizio migliore».

Dopo l’onorevole Solinas è intervenuto  l’on. Edoardo Tocco (Forza Italia), che ha detto: «L’edilizia sociale è il nervo della popolazione e Area spesso ha registrato conflitti e problematiche sulla progettazione e sulla realizzazione dei progetti di edilizia abitativa. E si registra una certa confusione con gli uffici comunali deputati a occuparsi di edilizia popolare e dell’assegnazione degli alloggi. Potrei portare gli esempi delle zone popolari di Cagliari, dove Area non realizza le ristrutturazioni e i cittadini non sanno a chi rivolgersi. Agli uffici bisogna dare indicazioni precise, che invece mancano. Questi sono i temi che la commissione avrebbe dovuto affrontare, evitando di portarli in Aula».

Per l’Udc ha preso la parola l’on. Gianni Tatti, secondo cui «il provvedimento, così come proposto, danneggia un intero settore produttivo come quello tecnico. E’ un atto controproducente questa legge: ben vengano le riforme, senza mascherare dietro questo termine come l’ennesimo tentativo di prendere la pubblica amministrazione con uno stipendificio. Questo si evince dalla lettura dell’articolo 13: è inutile nascondersi dietro un dito».  

Per l’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, «è stato già chiarito all’Ordine degli ingegneri e degli architetti di Cagliari che riconoscere ad Area il costo degli appalti delegati è assolutamente nella norma; già accade ai Comuni e ai consorzi di bonifica. Vi invito a verificare come sta funzionando il nostro nuovo albo fornitori della Regione. Oggi Area amministra 25 mila alloggi ma non è del tutto insufficiente. Deve migliorare il rapporto con i suoi utenti: occorre investire in personale e in procedura. Ma in due anni questa Giunta ha stanziato 40 milioni di euro per risanare oltre mille alloggi. Si poteva fare di più ma prima non è stato fatto. Abbiamo generato 29 appalti che sono stati vinti per il 90 per cento da imprese sarde». Per l’esponente della Giunta «è necessaria la riforma della legge 13».

Per l’on. Salvatore Demontis (Pd) «l’assessore Maninchedda sa difendersi benissimo da solo e io parlerò del perché le critiche dell’opposizione sono infondate. Non capisco perché un ente pubblico economico non possa funzionare come un spa: si tratta solo di individuare una buona qualità del management. La struttura dell’ente è però ben disegnata da questo disegno di legge».

L’emendamento 15 è stato respinto. Così il 14. Approvato, con il voto segreto richiesto dal capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalis, l’emendamento 52 (Pizzuto e più) che aveva ricevuto il parere contrario della Giunta e della commissione.

L’emendamento (27 voti favorevoli su 47 votanti) prevede un ruolo per «i comitati di garanzia e di indirizzo di cui all’articolo 5 bis della presente legge» al posto del sistema delle autonomie locali e delle organizzazioni maggiormente rappresentative di interessi nel campo dell’edilizia sociale.

Dopo il voto l’assessore Maninchedda ha chiesto una breve sospensione dei lavori. Alla ripresa dei lavori l’Aula ha approvato con 31 favorevoli e 18 contrari l’emendamento n. 44 (Solinas A. e più) che sostituisce il comma 6 dell’articolo 2 e che prevede che la commissione consiliare esprima il parere entro 30 giorni dalla trasmissione delle proposte del Cres sui piani attuativi annuali e pluriennali.

Posto in votazione è stato approvato, dunque, il testo dell’articolo 2 (Funzioni della Regione) ed è stato invece respinto (45 no  a 3 sì) l’emendamento aggiuntivo n. 16 (Busia).

Il presidente di turno dell’Assemblea, Eugenio Lai (Sel), ha quindi aperto la discussione sul testo e egli emendamenti all’articolo 3 (Funzioni delle autonomie locali) e non essendoci iscritti a parlare si è proceduto con la votazione (invito al ritiro della commissione e della Giunta) dell’emendamento n. 17 (Busia) che non è stato approvato con 48 contrari e un solo favorevole. Posto il votazione il testo dell’articolo 3 è stato  approvato con 33 sì e 16 contrari.

Aperta la discussione sull’articolo 4 (Osservatorio regionale sulla condizione abitativa – ORECA) il relatore della maggioranza Antonio Solinas (Pd) ha invitato al ritiro la presentatrice dell’emendamento n. 18 (Busia) ed ha espresso parere favorevole all’emendamento n. 45 (Solinas A. e più). La Giunta ha dichiarato parere conforme e l’Aula ha prima respinto l’emendamento n. 18 (46 no e 1 sì) e poi ha dato via libera al testo dell’articolo 4 (32 favorevoli e 16 contrari). Tra le due votazioni il capogruppo del Misto, Fabrizio Anedda, ha domandato al presidente di Lai di invitare l’assessore Maninchedda ad esimersi dal dare indicazioni di voto e il consigliere di Fi, Stefano Tunis, ha chiesto con tono polemico se l’invito riguardasse anche il presidente Pigliaru e l’assessore Paci, entrambi presenti in Aula.

Posto in votazione è stato dunque approvato l’emendamento aggiuntivo n. 45 (Solinas A. e più) che al comma 6 dell’articolo 4, dopo le parole «provvede alla definizione» aggiunge «dell’organizzazione».

Dichiarato decaduto l’emendamento n. 24 si è passati alla discussione dell’articolo 5 (Azienda regionale per l’edilizia abitativa – AREA) e il presidente ha comunicato che lo spostamento dell’emendamento aggiuntivo n. 5 (Orrù) all’articolo 15 e dell’emendamento 54 (Pizzuto e più) all’articolo 8. Il consigliere Orrù ha dunque comunicato il ritiro dell’emendamento n. 5 ed il relatore di maggioranza Antonio Solinas (Pd) ha dichiarato parere contrario all’emendamento n. 36 (Rubiu e più); favorevole all’emendamento n. 66 (Solinas A. e più); contrario al n. 37 (Rubiu e più) e al n. 35 (Rubiu e più), favorevole all’emendamento n. 68 (Giunta regionale) che emenda il n. 53 (Pizzuto e più).

L’assessore Maninchedda ha dichiarato parere conforme a quello della commissione ed ha ricordato che il regolamento consiliare consente alla Giunta l’espressione del parere in sede di votazione in Aula.

Il Consiglio non ha dunque approvato l’emendamento n.36 ed ha approvato (31 sì e 18 no)  il n. 66 che al comma 3 sopprime le parole «ed esercita inoltre le competenze in materia di edilizia attribuite esplicitamente dalla Giunta regionale».  L’approvazione ha comportato la decadenza dell’emendamento n. 37 e si è proceduto con l’approvazione (32 sì e 12 no) del testo dell’articolo 5. Respinto l’emendamento aggiuntivo n. 35 l’Aula con 31 favorevoli e 16 contrari ha approvato la proposta di modifica della Giunta (emendamento 68) all’emendamento n. 53, approvato con 35 sì e 12 no.  Respinto l’aggiuntivo n. 53 si è passati all’articolo 6 (Funzioni e attività di Area), il consigliere Orrù (Psd’Az) ha confermato il ritiro degli emendamenti a sua firma e il relatore di maggioranza, Antonio Solinas (Pd) ha dichiarato parere contrario a tutti gli emendamenti presentati all’articolo 6. La Giunta si è detta conforme al parere della commissione e il presidente Lai ha dichiarato inammissibili l’emendamento n. 19 (Busia) ed ha respinto con successive e distinte votazioni gli emendamenti n. 41, 40, 57, 58, 59, 60, 61 e 62 ed ha invece approvato con 32 favorevoli e 16 contrari il testo dell’articolo 6.

Il relatore Antonio Solinas, seguito dall’assessore Maninchedda, ha modificato il parere all’aggiuntivo n. 55 (Pizzuto e più) e l’Aula ha respinto il n. 38 (Rubiu e più) e il n. 63 (Tocco e più) ed ha approvato il n. 55 che inserisce il comma 3 bis che stabilisce che Area ogni sei mesi debba pubblicare un bando pubblico relativo ad immobili ad uso commerciale destinati ai giovani sotto i 40 anni.

Nella discussione sull’articolo 7 (Statuto, regolamenti e carta dei servizi) il relatore Antonio Solinas ha invitato al ritiro la presentatrice degli emendamenti n. 20, 21 e 22 (Busia) che sono stati tutti respinti con distinte e successive votazioni mentre il Consiglio ha approvato con 29 favorevoli e 17 contrari il testo dell’articolo 7.

Il presidente del’Assemblea ha quindi dichiarato conclusi i lavori ed ha annunciato la convocazione dell’Aula per oggi (mercoledì 21 settembre) alle 10.30.

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

 

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«Lo stabilimento Alcoa è solo l’ultimo caso della fine di un’era, con il gigante rimasto in Sardegna finché si sono assicurati prezzi calmierati sull’energia.»

Il capogruppo Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, interviene oggi sulla crisi industriale che, nel Sulcis Iglesiente, si riflette sull’emergenza lavoro. «Un territorio diventato ormai la terra dei cassintegrati, della mobilità che si allunga all’infinito, dei disoccupati – sottolinea Gianluigi Rubiu -. Un vero e proprio dramma sociale. A certificare il declino le ultime cifre, con il Sulcis che ha smarrito per strada – dal 2009 sino al giorno d’oggi – 560 milioni di fatturato, l’export crollato del 68 per cento e la perdita di 3500 posti di lavoro. Il territorio si sente tradito da promesse e impegni disattesi. L’area industriale di Portovesme è il simbolo del collasso, una desertificazione industriale senza precedenti che si è tradotta nella perdita inevitabile di posti di lavoro.»

«Ci sono poi diverse vertenze irrisolte, con le tante incognite legate al futuro delle aziende e dei lavoratori. Occorre rivedere i piani per il Sulcis. Non è pensabile continuare di questo passo. La scorsa settimana il summit su Alcoa si è concluso con l’ennesimo impegno, destinato a cadere nel vuoto senza un’azione incisiva. La giunta regionale – conclude Gianluigi Rubiu – deve pensare a rivedere la programmazione economica sul territorio garantendo la riconversione delle fabbriche e la ricollocazione dei lavoratori negli stabilimenti.»

Gianluigi Rubiu 86 copia

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Sono 66 gli emendamenti di maggioranza e opposizione al Testo unificato sulla riforma dell’Agenzia per l’edilizia abitativa Area che, da domani pomeriggio alle 16.30, sarà all’esame del Consiglio.

Gli emendamenti dell’opposizione sono 31 e portano la firma dei consiglieri Marcello Orrù (13, Psd’Az), del capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu (9) e del consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco (9).

Per la maggioranza, le proposte di modifica sono complessivamente 35, predisposte dalla consigliera del Centro democratico Annamaria Busia (20), dal presidente della commissione Governo del territorio Antonio Solinas (Pd, 9), dal consigliere di Sel Luca Pizzuto (5) e dall’esponente de La Base Gaetano Ledda (1).

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

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Porto Flavia
I ministri dello Sviluppo Economico, dell’Istruzione e della Ricerca e il ministro per i Beni Culturali, nei giorni scorsi hanno sottoscritto l’intesa con il ministro dell’Ambiente sul decreto di riforma del Parco Geominerario. Il presidente della Regione aveva già dato il suo assenso e anche la comunità del Parco si era espressa positivamente. Si conclude così una vicenda annosa, essendo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale un mero atto tecnico.
I punti salienti della riforma sono la semplificazione della gestione e dei controlli ministeriali preventivi, il maggior ruolo delle istituzioni territoriali nella gestione, la partecipazione delle associazioni. Di fondamentale importanza la riclassificazione del territorio del parco in sub aree in funzione della rilevanza storica e culturale. I controlli saranno graduati in coerenza con un drastico alleggerimento della burocrazia.
Il parco estende la competenza all’intera Sardegna per la geologia, risolvendo così una condizione per la permanenza nella rete mondiale dei parchi, riconosciuta dall’Unesco.
Il coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi, che ha coordinato la riforma per conto della Regione, esprime soddisfazione per il risultato «ottenuto grazie alla leale cooperazione fra istituzioni. Auspichiamo – ha aggiunto Tore Cherchi – che le istituzioni territoriali procedano rapidamente alle nomine e a tutti gli atti di competenza con l’obiettivo di rilanciare l’attività del parco geominerario».

 

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Carloforte scene mattanza 2

Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, ha presentato un’interpellanza per sollecitare l’immediato approdo nell’apposita commissione delle due proposte di legge per del Distretto del tonno del Sulcis. «Si tratta di un’aggregazione che potrebbe dare un valore aggiunto alla filiera del tonno nel Sulcis – sottolinea l’esponente centrista -. I provvedimenti sono stati depositati nel parlamentino, ma non si è mai dato corso alla discussione. La Sardegna sta perdendo questa grande opportunità economica, che mira alla tutela genetica del tonno, con la valorizzazione delle risorse attraverso l’attivazione di sostenibilità e di innovazione nella pesca, nella ricerca scientifica sino ad arrivare poi al riconoscimento di un apposito marchio di tutela per una delle produzioni tipiche del Sulcis Iglesiente».

Un comitato – con la presenza dei Comuni di Portoscuso e dintorni, associazioni, società e cooperative di pescatori – è stato costituito per sollecitare un riconoscimento ufficiale del territorio come Distretto del tonno del Sulcis.

«Senza questo passaggio questa attività è oggi minacciata e messa a forte rischio dai provvedimenti fortemente restrittivi dell’Unione europea – conclude Gianluigi Rubiu -. Il programma di sviluppo dovrebbe aprire nuove opportunità economiche e sociali per il territorio mediante la promozione, valorizzazione e gestione sostenibile e biologica della risorsa tonno rosso del Mediterraneo; la pianificazione e l’integrazione delle attività di pesca e di acquacoltura e la valorizzazione del prodotto locale insistendo su logiche di filiera».

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Il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu (Udc) interviene sulla vicenda sull’esclusione della Sardegna dagli ammortizzatori sociali.

«Nel provvedimento del Governo on vengono riconosciute nel provvedimento del Governo le aree di crisi di Portovesme e Porto Torres, già incluse in una delibera della Regione come zone in forte sofferenza – dice Rubiu -. S»i potrà pensare a un errore del Governo o della nostra Regione. Probabilmente alla solita, ormai consolidata, sottovalutazione delle problematiche industriali riguardanti la nostra isola da parte dell’esecutivo nazionale. Una cosa è certa. A causa dell’esclusione i lavoratori non potranno avvantaggiarsi della proroga della cassa integrazione straordinaria per tutto il 2017. Niente da fare anche per gli straordinari interventi di sostegno al reddito di 500 euro al mese per un anno da sommarsi ad ulteriori sussidi regionali legati alle politiche attive del lavoro.» 

Gianluigi Rubiu è stato convocato dal Prefetto sulla vertenza Alcoa, con appuntamento previsto lunedì, alle 10.00, a piazza Palazzo. «Non si comprende – attacca il consigliere regionale di Iglesias – cosa voglia fare il Governo della Sardegna. E’ probabile intenda trasformarla nell’Isola dei profughi, con una popolazione allo stremo per la mancanza di prospettive. E’ possibile che il presidente Pigliaru non abbia informato il ministro Poletti sulle drammatiche condizioni della Sardegna. E’ evidente che i lavoratori in mobilità attendano soluzioni immediate a questa discriminazione, visto che sin da settembre incombono diverse scadenze. Peccato -conclude Gianluigi Rubiu – che il Ministero non ha riconosciuto questo status per i territori che maggiormente soffrono per la chiusura delle fabbriche. E’ un segnale ulteriore dell’abbandono dell’Isola al suo destino, con la Sardegna sprofondata nel dimenticatoio».

Gianluigi Rubiu 5 copia

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«I ritardi sulla discarica di Genna Luas mettono a rischio i dipendenti della Portovesme srl».

Dopo i sindacati è ora il capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, a lanciare l’allarme «sulle attese infinite, lungaggini estenuanti che potrebbero pregiudicare la produzione dell’industria siderurgica». L’azienda della multinazionale svizzera Glencore aspetta il via libera per la costruzione del nono argine della discarica Genna Luas, senza il quale si andrebbe verso la chiusura degli impianti con il rischio di uno stop per i 1.200 lavoratori, tra diretti e imprese, del complesso.

«L’adempimento, previsto dalla legge, impone un ampliamento del sito destinato agli scarti industriali – spiega Gianluigi Rubiu -. L’innalzamento dell’argine è un passo obbligato per proseguire l’attività produttiva, poi i vertici dell’azienda si sono già mossi per la realizzazione di una nuova discarica sempre a Genna Luas. Lo scorso aprile si è svolta la presentazione del progetto per dotare la discarica del nuovo sistema di scarico degli scarti. Se non ci dovessero essere soluzioni positive il sito di Genna Luas potrebbe continuare ad accogliere i camion sino a dicembre, poi la “Portovesme Srl” sarebbe costretta a fermare la produzione. La situazione è preoccupante – conclude Gianluigi Rubiu – perché sta mettendo a rischio i dipendenti della fabbrica. Sin dai prossimi giorni porterò la questione in commissione sollecitando il presidente Francesco Pigliaru ad un’accelerata sull’iter per l’ampliamento del sito.»

Genna Luas 8

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Cinghiale 116 copia

«Il piano faunistico venatorio va revisionato, con l’annullamento degli ambiti territoriali di caccia». Lo sostiene il capogruppo regionale dell’Udc Gianluigi Rubiu con un’interpellanza urgente: «Con l’avviso pubblicato dall’assessore all’ambiente – spiega Gianluigi Rubiu – è partita la procedura inerente la valutazione ambientale strategica sul piano, senza considerare le gravi incongruenze presenti nel disegno che potrebbero produrre danni al paesaggio. Il modello proposto non risponde alle esigenze del mondo venatorio isolano, che si troverebbe sottoposto a vincoli immensi sul territorio con l’istituzione degli ambiti. L’istituzione e la gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia, si è rivelata fallimentare nel 95% delle regioni italiane – aggiunge Gianluigi Rubiu -. Inoltre con tale misura si pongono le basi per l’introduzione di un concetto generale che annulla ed umilia il collaudato principio di interscambio sociale che da sempre studi antropologici e sociali hanno posto come base di crescita armonica tra le popolazioni, soprattutto per quanto riguarda l’antica arte della caccia che ha consentito la sopravvivenza di interi popoli. Non si può pensare che in una realtà come la Sardegna, dove l’insularità sfavorisce e limita l’interscambio, si possano creare ulteriori confini (del tutto artificiali ed illogici) che ghettizzerebbero  senza dubbio le persone che ci vivono. C’è poi un aggravio di costi per i cacciatori.»

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Campagne di Giba

La riduzione del carburante agricolo a costo agevolato rischia di essere l’ennesima beffa per un’agricoltura sarda in grave sofferenza. La denuncia arriva dal capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu: «Una decisione restrittiva della Giunta regionale assegna alle aziende una quantità minore di gasolio utilizzabile per le esigenze del lavoro nelle campagne – attacca Gianluigi Rubiu in un’interpellanza all’assessore – con il pericolo di dover restituire la quota di carburante in eccesso mediante il pagamento di una sorta di penale. Si tenga conto che in questo periodo solitamente si provvedeva ad assegnare un supplemento di carburante utile alle aziende agricole. Sono state però modificate le tabelle ed i parametri, con criteri restrittivi per le imprese rurali. Si registrano anche delle lungaggini per le autorizzazioni all’acquisto agevolato del carburante agricolo. Un ritardo assurdo, che viene imputato alle difficoltà nella gestione del costoso programma informatico – conclude Gianluigi Rubiu -. E invece di agevolare gli utenti e la tempistica di evasione delle pratiche, ha avuto per assurdo l’effetto di provocare un salasso, con ulteriore aggravio delle condizioni già assai tartassate di chi opera in agricoltura.»