28 March, 2024
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Il Nurarcheofestival approda sabato 7 settembre a Portoscuso, alle 22.00, nell’Antica Tonnara di Su Pranu, con Eneide, da Virgilio, di e con Gianluigi Tosto, attore allievo di Orazio Costa, con all’attivo molte esperienze e collaborazioni importanti (ha studiato anche danza moderna), che da diversi anni ha orientato il suo lavoro verso la narrazione e la recitazione poetica, ponendo molta attenzione alla musicalità del verso e della parola e alla loro relazione con la musica arcaica strumentale. In questo contesto rientrano gli spettacoli sui poemi omerici, Iliade e Odissea (già rappresentati con successo al NAF), e sul poema virgiliano (la traduzione utilizzata è quella di Enzo Cetrangolo), che costituiscono la trilogia “Il Canto e la Memoria”.

Ginaluigi Tosto nelle sue note – anche se il tentativo di replicare in versione latina alcuni modelli narrativi di Omero è del tutto evidente. Ma gli episodi migliori del poeta di Mantova sono proprio quelli meno raffrontabili con il modello greco, quelli che scaturiscono in maniera del tutto originale dalla sensibilità sua e dell’epoca più moderna che egli incarna… I personaggi favoriti di Virgilio sembrano essere decisamente i perdenti, quelli destinati a un tragico epilogo. Ecco allora emergere in maniera potente la figura della regina Didone, o quella del principe rutulo Turno, entrambi vittime di un Fato che li condanna fin dall’inizio della storia. Oppure assistiamo al commovente episodio di Eurialo e Niso, condannati dalla loro giovane esuberanza e da una amicizia che non si ferma neppure davanti alla morte. Nonostante l’evidente intento celebrativo dell’opera, lo stesso Enea ci colpisce non tanto nelle scene in cui viene celebrata la sua eroicità, quanto in quelle in cui viene mostrata la sua fragilità umana, come nella sua narrazione della caduta di Troia, o nell’imbarazzo della sua fuga da Didone… Alla delicatezza dei suoni dei cimbali, delle piccole campane e di alcune leggere percussioni, adatti alla dimensione interiore e notturna della prima parte dello spettacolo, si contrappone il suono metallico, netto e spietato di due grandi gong nella parte centrale, che evocano e sostengono la presenza degli dèi. Per lasciare poi il posto ai suoni di guerra del grande tamburo sciamanico tibetano, che si alternano ai fruscii della notte e delle profondità dell’animo (sonagli e corde) negli episodi di Eurialo e Niso e della morte di Turno.»

Dal Sulcis all’Oristanese: La vedova scalza, da Salvatore Niffoi, è lo spettacolo che sbarcherà, sempre domani, 7 settembre, a Villa Verde, alle 19.00, nel villaggio nuragico di Brunku ‘e S’omu. Con Carla Orrù protagonista e la regia di Virginia Siriu (produzione Theandric), la messa in scena, tratta dall’omonimo romanzo di Salvatore Niffoi, vincitore del Premio Campiello 2006, accompagna gli spettatori lungo un percorso catartico che dalla cieca violenza sfocia nel suo rifiuto. La vendetta, la sopraffazione, l’onore da lavare col sangue sono gli ingombranti concetti che vengono messi in dubbio.

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E’ stata presentata questa mattina, nello spazio della Fucina Teatro della Vetreria di Pirri, l’XI edizione del Nurarcheofestival. Un traguardo che testimonia l’ormai chiaro consolidamento e radicamento nei territori coinvolti della rassegna organizzata dal Crogiuolo, che, sotto la direzione artistica di Rita Atzeri, prosegue i suoi Intrecci nei teatri di pietra. Il patrimonio storico e culturale della Sardegna si sposa, infatti, ancora una volta con il teatro, dal 25 agosto al 13 settembre, in alcuni dei luoghi di maggior pregio archeologico dell’Isola, fra Ogliastra e Nuorese, Sulcis Iglesiente, Marmilla ed Oristanese, e altri centri importanti come Olbia e Bosa.

«Il tratto distintivo della nostra programmazione è da ricercare nell’organicità della proposta culturale, pensata e ideata, con i territori, come volano della valorizzazione dei diversi e peculiari patrimoni archeologici della Sardegna – dice Rita Atzeri –. Gli spettacoli nei siti archeologici non sono certo stati un’invenzione del NurArcheoFestival, ma una programmazione capillare composta da tanti appuntamenti nelle diverse regioni geografiche della Sardegna, in sinergia con i territori e le associazioni locali, portata avanti senza interruzioni per undici anni consecutivi, credo sia una peculiarità che solo il NurArcheoFestival può vantare. Il NAF è luogo di conoscenze e incontro di culture e saperi diversi – spiega ancora Rita Atzeri – dove le tematiche sarde si affiancano a temi classici e contemporanei proposti da compagnie del panorama nazionale con l’obiettivo di evidenziare gli elementi di connessione tra le culture del Mediterraneo. E, in tempi in cui il mare “divide” e diventa luogo di “respingimento”, sottolineare le comuni matrici e favorirne la conoscenza è un atto politico e poetico preciso e consapevole.»

Da Elena Bucci a Lucilla Giagnoni, da Iaia Forte ad Arianna Scommegna, a Laura Curino, da Gianluigi Tosto a Matteo Belli, a Paolo Panaro: questi solo alcuni degli ospiti – nomi di spicco della scena nazionale – del NurArcheoFestival 2019. Che propone tre produzioni originali, ideate a pensate ad hoc: il lavoro su Antigone di Arianna Scommegna; il primo studio di un testo di Sonia Antinori, interpretato da Iaia Forte e Rita Atzeri; il debutto nella scrittura teatrale di Giulia Balzano, archeologa del Museo dell’Ossidiana di Pau. E che presenta per la prima volta al pubblico sardo l’attrice Lidia Vitale, che darà vita a uno spettacolo dedicato ad Anna Magnani, e la cantautrice Rebi Rivale.

Un importante appuntamento di riflessione è rappresentato dalla tavola rotonda “Arcipelaghi del Mediterraneo. Isole come Beni Culturali”, che porterà il modello del NAF all’attenzione di realtà museali nazionali e internazionali. Altra novità è costituita dall’inserimento nel programma di un appuntamento letterario, “Incontro con l’autore”, per avvicinare anche un pubblico di non addetti ai lavori ai temi dell’archeologia.

NurArcheoFestival si lega non solo alla cultura ma anche alla coltura, in un disegno organico di saperi vitali che si fondono fra loro. E lo fa promuovendo una storia esemplare: quella dell’azienda Tela Fertile, nell’agro fra Villamar, Las Plassas e Tuili, nel cuore della Marmilla, dove Francesca Masala ha rilevato l’attività agricola del padre e oggi favorisce al suo interno il reinserimento sociale di persone dal vissuto difficile al termine di un percorso di recupero.

Al centro del NurArcheofestival, quindi, un cartellone particolarmente fitto, con ancora un mix fra cultura classica, attraverso la proposta di spettacoli dedicati al mito e all’epica, e quella più specificamente legata alla storia e alla tradizione letteraria sarda. «D’altra parte, la nostra rassegna – conclude Rita Atzeri – è nata con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio archeologico e per favorire una conoscenza profonda della nostra cultura materiale e immateriale. Nel corso degli anni abbiamo definito il NurArcheo come festival dal tempo lungo, perché gli appuntamenti che ne fanno parte prevedono solitamente, insieme agli spettacoli serali, le visite guidate ai siti o escursioni naturalistiche».

Bologna, Arena del Sole 30-01-2010 Matteo Belli in Le guerre di Walter e altre storie, dedicato a Walter Chiari.

Bologna, Arena del Sole 30-01-2010 Matteo Belli in Le guerre di Walter e altre storie, dedicato a Walter Chiari.

DIAGHILEV_Paolo Panaro_Orlando furioso 28.2.12
foto ©Vito Mastrolonardo-Bari

DIAGHILEV_Paolo Panaro_Orlando furioso 28.2.12
foto ©Vito Mastrolonardo-Bari

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Ancora un’importante ospitalità nazionale ad arricchire il cartellone del NurArcheoFestival, la rassegna che sposa teatro e archeologia, organizzata dal Crogiuolo e diretta da Rita Atzeri. Gianluigi Tosto, dopo il successo dello scorso anno, riporta in scena al NAF, sabato 1 settembre, alle 20.00, la “sua” Iliade nell’area archeologica di S’Ortali e su Monte a Tortolì. L’attore allievo di Orazio Costa, con all’attivo molte esperienze e collaborazioni importanti (ha studiato anche danza moderna), da alcuni anni ha orientato il suo lavoro verso la narrazione e la recitazione poetica, ponendo molta attenzione alla musicalità del verso e della parola e alla loro relazione con la musica arcaica strumentale. In questo contesto rientrano gli spettacoli sui poemi omerici, Iliade e Odissea, e sul poema virgiliano, Eneide, che costituiscono la trilogia “Il Canto e la Memoria”. Nell’Iliade di Omero (la traduzione utilizzata è soprattutto quella di Vincenzo Monti, forse la più evocativa secondo Tosto), i sentimenti non conoscono mezze misure e da tale integrità scaturisce la struttura netta, decisa, a tinte forti, della narrazione. L’ira di Achille, la superbia e l’arroganza di Agamennone, la celebrazione della potenza dell’esercito greco, la cruenza delle battaglie, lo slancio giovanile di Patroclo, l’eroismo di Ettore, il dolore di Priamo: tutto assume dimensioni epiche e un sapore ancestrale, quasi primitivo, ogni situazione esprime un sentimento nella sua totalità.

La voce dell’attore incarna i personaggi omerici ed esprime emotivamente i ritmi della narrazione. Il suono di guerra del djembé accompagna la lite fra Achille e Agamennone; mazze di ferro ritmano le cruente battaglie fra i due eserciti; il gong annuncia l’intervento sempre decisivo degli dei; i campanellini indiani fanno emergere dal mare Teti, la madre di Achille, e la innalzano in cielo al cospetto di Giove; la ciotola tibetana evoca il sogno di Agamennone o celebra le esequie funebri di Ettore.

Alle 18.30 è in programma la visita guidata al sito a cura della coop. Irei.

Iliade verrà riproposto domenica 2 settembre, alle 21.30, al Nuraghe Seruci di Gonnesa. Un unico biglietto di 10 euro comprenderà la visita guidata al nuraghe, prevista per le 19.30, e lo spettacolo. Dopo la visita del sito al tramonto sarà offerta una degustazione di prodotti tipici locali (info e prenotazioni: Ufficio del Turismo di Gonnesa – 392 7503172).  

Sempre domenica 2, alle 20.00, ancora in scena Deinas, testo di Clara Murtas e regia di Rita Atzeri, che verrà rappresentato a Ilbono, nell’area archeologica di Scerì (alle 18.30 la visita guidata a cura della coop. Irei).

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Il NurArcheoFestival giunge alla sua decima edizione. Un traguardo importante e significativo per la rassegna teatrale organizzata dal Crogiuolo, che quest’anno è dedicata a Cristiano Bandini, recentemente, e precocemente, scomparso. «Un caro amico, giornalista, scrittore e intellettuale di prim’ordine, una persona di raro rigore morale, di grande generosità e sapienza umana – sottolinea Rita Atzeri, direttrice artistica del Crogiuolo e anima del Festival -. L’incontro con Cristiano Bandini risale agli anni in cui la compagnia fondata da Mario Faticoni metteva in scena al Teatro dell’Arco di Cagliari “Aspettando Godot” di Beckett. Con Giovanni Sanna curava l’ufficio stampa e la realizzazione di un piccolo giornalino informativo sullo spettacolo. Da quel momento l’intelligenza e lo sguardo discreto e buono di Cristiano sono stati un dono prezioso che ha accompagnato, anche nella distanza, il nostro lavoro». Alla sua memoria il Crogiuolo vuole dedicare non solo il decennale del Nurarcheofestival ma anche, e in particolare, lo spazio scenico di Fucina Teatro nel centro culturale La Vetreria di Pirri: «Si chiamerà – specifica Rita Atzeri – Sala Teatro Bancri, dedicata a Cristiano Bandini».

Intrecci nei teatri di pietra si fa di nuovo in due. La decima edizione della rassegna, come lo scorso anno, raddoppia, nel senso che al cartellone consueto, dove dal 3 agosto al 14 settembre la tradizione storica e culturale della Sardegna si sposerà ancora una volta con il teatro in alcuni dei luoghi di maggior pregio archeologico dell’Isola, si affiancherà una programmazione che coinvolgerà dal 13 al 24 agosto diversi comuni con meno di tremila abitanti. Il NAF 2018 prosegue quindi nel solco del connubio fra cultura e turismo e si incontra con le linee dell’assessorato regionale del Turismo: combattere lo spopolamento dei piccoli centri attraverso le attività culturali – spettacoli, visite guidate, tavole rotonde – per salvaguardare e valorizzarne il patrimonio materiale e immateriale.

«Lo sforzo organizzativo e produttivo per i 10 anni del Nurarcheofestival è stato veramente notevole», sottolinea Rita Atzeri, direttrice artistica della rassegna. Cinque sono le ospitalità nazionali, con altrettanti importanti attori della nostra scena teatrale: Iaia Forte, più volte ospite del Festival, con “Odissea Penelope”; Isabella Carloni con il suo spettacolo dedicato alla pittrice Artemisia Gentileschi, “Artemisia”; Gianluigi Tosto – attore che da alcuni anni ha orientato il suo lavoro verso la narrazione e la recitazione poetica – che, dopo il successo dello scorso anno, ripresenta la “sua” Iliade; Matteo Belli – qualche anno fa la critica lo ha definito “il nipotino di Dario Fo” – in scena con “Perseverare humanum est”; Paolo Panaro, narr-attore eccellente, che proporrà “Il viaggio di Ulisse” (nelle precedenti edizioni del festival fra i protagonisti sono da annoverare interpreti come Maria Paiato e Laura Curino). Il cartellone si arricchisce anche della presenza di Caterina Murino, che proporrà un’intensa interpretazione di “Canne al vento” di Grazia Deledda, una nuova produzione del Crogiuolo, con testo e regia di Rita Atzeri, pensata appositamente per il NAF 2018. Il Crogiuolo partecipa, inoltre, alla produzione nazionale de “La terra degli uomini toro” di Marco Taddei e presenta altre due sue produzioni originali, “Sa notti de Is Janas” e “Dalla luna ai menhir”, su testo di Bepi Vigna.

Al centro del NurArcheofestival, quindi, con un cartellone particolarmente fitto, ancora soprattutto la cultura classica, attraverso la proposta di spettacoli dedicati al mito e all’epica, e quella più specificamente legata alla storia edalla tradizione letteraria sarda.

«Il NurArcheoFestival – spiega Rita Atzeri, presidente del Crogiuolo (ha da due anni raccolto il testimone dal fondatore storico dell’associazione, Mario Faticoni) – nasce con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio archeologico, per favorire una conoscenza profonda della nostra cultura materiale e immateriale. Nel corso degli anni abbiamo definito il NurArcheo come festival dal tempo lungo, perché gli appuntamenti che ne fanno parte prevedono, in taluni casi, escursioni naturalistiche, visite guidate ai siti, spettacoli teatrali al calar del sole e per chi volesse la possibilità di completare l’esperienza con degustazioni o cena, perché la conoscenza di una terra passa anche attraverso la sua cucina. Altro punto di forza – conclude Rita Atzeri – è la valenza di presidio culturale che il Nurarcheofestival riveste nel proporre le proprie iniziative e interventi, principalmente, in comuni al di sotto dei tremila abitanti: così facendo intende offrire un contributo concreto alla lotta allo spopolamento delle zone dell’interno.»

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Il NurArcheoFestival torna nel Sulcis, dove domani, sabato 9 settembre, a Portoscuso, nell’antica Tonnara di Su Pranu, Gianluigi Tosto porta in scena, alle 21.30, la “sua” Iliade, altra produzione nazionale in prima assoluta regionale. Tosto (già presente con successo al NurArcheoFestival lo scorso anno con l’Odissea), attore allievo di Orazio Costa, con all’attivo molte esperienze e collaborazioni importanti (ha studiato anche danza moderna), da alcuni anni ha orientato il suo lavoro verso la narrazione e la recitazione poetica, ponendo molta attenzione alla musicalità del verso e della parola e alla loro relazione con la musica arcaica strumentale. In questo contesto rientrano gli spettacoli sui poemi omerici, Iliade e Odissea, e sul poema virgiliano, Eneide, che costituiscono la trilogia “Il Canto e la Memoria”.

Nell’Iliade di Omero (la traduzione utilizzata è soprattutto quella di Vincenzo Monti, forse la più evocativa secondo Tosto), i sentimenti non conoscono mezze misure e da tale integrità scaturisce la struttura netta, decisa, a tinte forti, della narrazione. L’ira di Achille, la superbia e l’arroganza di Agamennone, la celebrazione della potenza dell’esercito greco, la cruenza delle battaglie, lo slancio giovanile di Patroclo, l’eroismo di Ettore, il dolore di Priamo: tutto assume dimensioni epiche e un sapore ancestrale, quasi primitivo, ogni situazione esprime un sentimento nella sua totalità.

La voce dell’attore incarna i personaggi omerici ed esprime emotivamente i ritmi della narrazione. Il suono di guerra del djembé accompagna la lite fra Achille e Agamennone; mazze di ferro ritmano le cruente battaglie fra i due eserciti; il gong annuncia l’intervento sempre decisivo degli dèi; i campanellini indiani fanno emergere dal mare Teti, la madre di Achille, e la innalzano in cielo al cospetto di Giove; la ciotola tibetana evoca il sogno di Agamennone o celebra le esequie funebri di Ettore.

Sempre domani, 9 settembre, ma a Tortolì, nell’area archeologica S’ortali e su Monte, viene proposto il nuovo allestimento de “L’uomo che sognava gli struzzi”, di Bepi Vigna, sceneggiatore, regista e direttore del Centro Internazionale del Fumetto, con la regia di Rita Atzeri. Una coproduzione fra Il Crogiuolo e Nues, il festival internazionale dei fumetti e dei cartoni nel Mediterraneo, che vede in scena Antonio Luciano, i pupazzi di Alessandra Fadda, con le musiche di Marco Argiolas al sax e al clarinetto.

Prima, alle 20.30, viene presentato l’omonimo libro di Vigna, novità editoriale targata Centro Internazionale del Fumetto di Cagliari, illustrato da Giovannella Monaco, in arte GioMo. Dopo l’incontro con gli autori andrà in scena lo spettacolo tratto dal racconto.

Si narra una storia di cento anni fa, quando nel 1910, in piena Belle Époque, in uno sperduto paesino sardo, il maestro elementare Peppino Meloni ha un’idea curiosa: allevare degli struzzi per venderne le piume, molto usate nella moda del tempo per ornare i cappelli e confezionare i boa esibiti dalle dive del teatro. Peppino riesce a realizzare il sogno e per qualche anno gli affari vanno bene, ma poi scoppia la guerra e tutto sembra finire. Meloni è però un sognatore caparbio e così trasforma il suo allevamento in uno “struzzodromo”, dove abili fantini in groppa agli struzzi si affrontano in spericolate ed emozionanti gare. Inizia così un’avventura che porterà Peppino, suo figlio Franceschino, il fantino Periccu, e gli struzzi, a esibirsi nelle principali città europee: Vienna, Parigi, Bruxelles. La forma scelta è quella di uno spettacolo teatrale che, pur con qualche licenza, racconta avvenimenti realmente accaduti e parla di personaggi veri di cui a distanza di tanti anni si è sbiadito il ricordo.
Alle 19 è in programma la  visita guidata al sito di S’Ortali e su Monte a cura della Cooperativa Irei.

Domenica 10 settembre, a Villa Verde, nel complesso nuragico di Brunk’e s’Omu (loc. Mitza Margiani) viene riproposto alle 19.00 Deinas, testo di Clara Murtas e regia di Rita Atzeri.

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NurArcheoFestival – Intrecci nei teatri di pietra si fa in due. La nona edizione della rassegna organizzata dal Crogiuolo raddoppia, nel senso che al cartellone consueto, dove dal 5 agosto al 17 settembre la tradizione storica e culturale della Sardegna si sposerà ancora una volta con il teatro in alcuni dei luoghi di maggior pregio archeologico dell’Isola, si affiancherà una programmazione, dal 24 agosto al 1° settembre, che coinvolgerà alcuni comuni con meno di tremila abitanti. La direzione del NAF 2017 – proseguendo nel solco del connubio fra cultura e turismo – si incontra con le linee dell’assessorato regionale del Turismo: combattere lo spopolamento dei piccoli centri attraverso le attività culturali per salvaguardare e valorizzarne il patrimonio materiale e immateriale. Spettacoli, visite guidate, mostre, tavole rotonde: ecco la ricetta.

Tre sono le ospitalità nazionali, con altrettanti importanti attori della nostra scena teatrale: Gianluigi Tosto, che presenta la “sua” Iliade (da alcuni anni ha orientato il suo lavoro verso la narrazione e la recitazione poetica); Matteo Belli, che ridarà vita a testi letterari dimenticati dell’epoca medievale in “Genti, intendete questo sermone” (qualche anno fa la critica lo ha definito “il nipotino di Dario Fo”); Paolo Panaro, narr-attore eccellente, che proporrà “Il Racconto di Enea” (nelle precedenti edizioni del festival fra i protagonisti sono da annoverare interpreti come Iaia Forte, Laura Curino, Sergio Vespertino, Federica Festa, Maria Paiato). Sono poi da sottolineare le nuove produzioni del Crogiuolo, che presenta tre spettacoli in prima assoluta (“Francesco Serra”, “La Storia della Sardegna spiegata ai bambini”, “Sona canta e badda”) e due riallestimenti (“Deinas” e “L’uomo che sognava gli struzzi”).

«Il NurArcheofestival – spiega Rita Atzeri, presidente del Crogiuolo (succede al fondatore storico dell’associazione, Mario Faticoni) e direttrice artistica della rassegna – nasce con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio archeologico, fonte di bellezza che rende unico il nostro territorio, per favorire una conoscenza profonda della nostra cultura materiale e immateriale. Nel corso degli anni – aggiunge Rita Atzeri – abbiamo definito il NurArcheofestival come festival dal tempo lungo, perché gli appuntamenti che ne fanno parte prevedono, in taluni casi, escursioni naturalistiche che iniziano dalla mattina; prevedono, sempre, visite guidate ai siti, spettacoli teatrali al calar del sole e per chi volesse la possibilità di completare l’esperienza con degustazioni o cena, perché la conoscenza di una terra passa anche attraverso la sua cucina.»

«Quest’anno – sottolinea ancora la direttrice artistica del NAF – sentiamo la necessità di parlare del NurArcheofestival come di un festival che, valorizzando la cultura classica attraverso la proposta di spettacoli legati al mito e all’epica, ha una forte connotazione culturale sarda. Gli spettacoli in cartellone sono, infatti, in misura prevalente di compagnie sarde, che hanno scelto di elaborare la nostra storia, la nostra mitologia e la nostra epica.»

«Altro punto di forza – conclude Rita Atzeri – è la valenza di presidio culturale che il NurArcheoFestival riveste nel proporre le proprie iniziative e interventi, principalmente, in comuni al di sotto dei tremila abitanti: così facendo intende offrire un contributo concreto alla lotta allo spopolamento delle zone dell’interno.»