25 April, 2024
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Questo pomeriggio, nel palazzo di viale Trento a Cagliari, l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, ha incontrato i sindacati per esaminare la vertenza Keller, azienda costruttrice di carrozze ferroviarie. All’incontro erano presenti anche il presidente del Consorzio industriale di Villacidro, Luca Argiolas, e i consiglieri regionali Rossella Pinna e Gianni Lampis. L’assessore Maria Grazia Piras, dopo aver ripercorso le tappe che negli ultimi anni hanno riguardato le ipotesi di riavvio della fabbrica, ha riferito che lo scorso 2 ottobre è stata formalizzata l’offerta presentata da un gruppo imprenditoriale interessato ad acquisire il sito produttivo e attingere dalla forza lavoro ex Keller per la riapertura dello stabilimento. Il presidente del Consorzio Industriale, attuale proprietario della Keller, si è impegnato a incontrare domani i rappresentanti del gruppo imprenditoriale per definire meglio i termini della proposta di acquisto. Lo stesso presidente si è impegnato inoltre a far sì che il Consorzio possa rientrare al più presto nella disponibilità dei beni già venduti, macchinari necessari per l’eventuale riavvio della fabbrica. Un nuovo incontro per l’aggiornamento della situazione, è previsto per la settimana prossima.

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Il Consiglio regionale, in seduta statutaria, si è riunito sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. All’attenzione dell’Aula, un solo punto dell’ordine del giorno: la mozione n. 452 sulle criticità del sistema dei trasporti aerei e marittimi, con particolare riferimento alla situazione del vettore Air Italy e della Tirrenia.

Dopo le formalità di rito, ha preso la parola Giovanni Satta (Psd’Az), primo firmatario del documento sottoscritto da 30 consiglieri di maggioranza e opposizione.

Giovanni Satta, in premessa, ha invitato l’intero Consiglio a concentrarsi, per una volta, sull’oggetto della mozione, evitando riferimenti alle responsabilità del passato: «Il problema dei trasporti è vissuto in maniera forte dalla popolazione sarda e dagli operatori economici – ha detto Giovanni Satta – cerchiamo di trovare insieme delle soluzioni concrete».

L’esponente del Psd’Az si è quindi concentrato sulla situazione dei trasporti marittimi e sulla decisione della Cin-Tirrenia di trasferire la propria sede a Milano: «Una decisione giustificata, secondo la compagnia marittima, dalla necessità di procedere a una fusione. Una scusa che non trova nessuna legittimazione giuridica – detto Giovanni Satta – io non ci credo. La Sardegna ha subito la vendita della Tirrenia, società che continua a ricevere finanziamenti pubblici, mai nessuno da questi banchi ha chiesto di impugnare quella convenzione. L’accordo scadrà nel 2020. E’ nostro dovere lavorare per una rimodulazione della convenzione. Tirrenia quest’estate ha operato una politica dei prezzi devastante per la Sardegna. Tutto questo senza controlli e verifiche sulla qualità dei servizi».

Il primo firmatario della mozione ha poi affrontato la situazione di Air Italy che «a giugno ha deciso di trasferire 51 lavoratori da Olbia a Milano-Malpensa. «Il vettore aereo ha deciso di spostare il suo cervello operativo in Lombardia. Ciò causerebbe un ulteriore impoverimento della Sardegna e in particolare della Gallura – ha affermato Giovanni Satta – preoccupa il fatto che questa società, che aveva firmato un accordo di programma nel 2016, decida di lasciare l’Isola. Tutto il personale che si occupa della gestione dei voli opererà a Milano. Ciò significa che anche le future assunzioni saranno destinate a Milano».

Secondo il consigliere di minoranza, la decisione di Air Italy «è uno schiaffo alla Sardegna, abbiamo il dovere di intervenire. Una società privata può fare le proprie scelte, lo ha fatto anche la Fiat, però Air Italy appartiene ad un’altra società che ha interessi in Sardegna, il Qatar ha firmato diversi accordi che ora occorre rimettere in discussione. Abbiamo appoggiato la nascita del Mater Olbia ma oggi si potrebbe chiedere, visto che la Regione investe 60 milioni di euro, che i lavoratori di Air Italy trasferiti a Milano vengano trattenuti in Sardegna».

Da Giovanni Satta, infine, è arrivata una richiesta precisa alla Giunta: «Occorre costituire un tavolo tecnico che coinvolga il Governo per aprire un dialogo diplomatico che consenta di arrivare a una soluzione per assicurare il mantenimento della base operativa di Air Italy in Sardegna – ha concluso il primo firmatario della mozione – l’assessore  ai trasporti Carlo Careddu ha grande valore morale e preparazione adeguata per affrontare il problema, noi faremo la nostra parte».

E’ poi intervenuto il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi che ha subito sottolineato le criticità del sistema di trasporti aerei: «La mozione arriva in aula alla fine di una stagione turistica non esaltante e a pochi giorni dal deposito delle firme per il riconoscimento dello svantaggio dell’insularità – ha detto Luigi Crisponi – i dati Assaeroporti forniscono un quadro non esaltante: da gennaio ad agosto il numero degli utenti nazionali è in calo. Ciò dimostra che la continuità territoriale non ha funzionato. Ci sono solo due destinazioni Roma e Milano come se alle altre parti del territorio nazionale non interessasse la Sardegna. Ciò crea disagi così come crea disagio le criticità del trasporto marittimo. La Giunta regionale ha perso la rotta: la continuità territoriale non funziona, ci sono continui rincari delle tariffe, le compagnie low cost scappano».

Luigi Crisponi si è quindi soffermato sulla riorganizzazione di Air Italy. «La compagnia ha deciso di trasferire gran parte della forza lavoro che ha garantito qualità ai servizi di Meridiana. Nei giorni scorsi sono atterrati alcuni aerei della Qatar Airway con personale che arrivava tutto da fuori. Noi siamo disposti a sostenere iniziative per garantire il diritto alla mobilità dei sardi, serve un tavolo tecnico».

Critico anche il giudizio di Edoardo Tocco (Forza Italia) che ha chiesto uno scatto d’orgoglio per impedire il disimpegno della compagnia Air Italy. «E’ mancata la concertazione, questo è grave – ha detto Edoardo Tocco – una compagnia che rileva un vettore nato in Sardegna come Meridiana ha il dovere di mettersi in contatto con la Giunta. O la compagnia sta giocando al rialzo, perché altrimenti mascherare licenziamenti con trasferimenti? E’ un problema serio per chi governa la Sardegna. Quando un Governo vede andare via i propri conterranei ha il dovere di reagire».

Edoardo Tocco, infine, ha invitato la Giunta regionale a fare pressione sulla compagnia: «I proprietari hanno altri interessi in Sardegna. In questo momento siete voi che avete il dovere di reagire per dare un segnale ai cittadini e al Consiglio regionale. Assessore dimostri di far valere dignità e orgoglio dei sardi. Air Italy deve rimanere in Sardegna, la Giunta metta le cose in chiaro».

Secondo Marco Tedde (Forza Italia) la proposta di un tavolo tecnico è giusta ma non risolutiva. «Più che un tavolo tecnico serve un tavolo politico sul quale sbattere i pugni – ha detto Tedde – non è possibile che la Regione non faccia rispettare le regole e i patti sottoscritti. Qatar ha interessi milionari in Sardegna nei settori dell’urbanistica, della sanità e dei trasporti. Ha il dovere di rispettare le regole, non è possibile che a questa potenza finanziaria sia consentito tutto, non si può permettere di attaccare i politici che esprimono le loro opinioni».

Tedde ha poi criticato aspramente le politiche della Giunta in materia di trasporti: «La mancata adozione di un piano di incentivi ai low cost ha fatto perdere ad Alghero 349mila passeggeri. Sulla continuità territoriale si è consumato un flop di dimensioni epocali. Avete prima parlato di “fattive interlocuzioni” sulla continuità territoriale salvo poi ricevere un cartellino rosso da Bruxelles che vi ha costretto al ritiro del bando».

Anche sulla destagionalizzazione il giudizio di Marco Tedde è stato negativo: «Si era garantito che il primo bando sarebbe stato pubblicato a settembre con un investimento di 10 milioni di euro per i mesi di spalla. Quel bando è fermo al palo. Anche quest’anno non avremo risorse per incentivare i flussi turistici».

Il consigliere azzurro ha poi spostato l’attenzione sul trasporto marittimo: «Il settore ha registrato un aumento sconsiderato dei prezzi. Moby non ha ancora iniziato a pagare rate per l’acquisto Tirrenia che riceve decine di milioni di euro all’anno. Serve un tavolo politico su cui sbatterei i pugni. Pigliaru prenda in mano una volta per tutte le redini dei trasporti per disegnare un nuovo sistema di continuità marittima e aerea».

Per Emilio Usula (Rossomori),  il disastro del sistema dei trasporti in Sardegna rappresenta un onere per i cittadini e un danno per l’ambiente. «E’ in atto l’anestesia di un popolo. Per lo sviluppo è indispensabile un sistema dei trasporti efficiente. Il sistema-Sardegna sopporta costi aggiuntivi per la produzione e lo scambio di merci, tutti ciò grava sulla competitività delle aziende e influisce negativamente sui posti di lavoro. Lo Stato deve garantire uguali condizioni per tutti i cittadini».

Usula ha poi parlato di scelte sbagliate delle quali anche la Giunta attuale deve assumersi al responsabilità. «Air Italy si candidava a diventare compagnia di bandiera. Dove sono finiti gli accordi? Quale è l’interesse del Qatar e quale peso vuole avere la Sardegna? Per ora si mettono a rischio i posti di lavoro di 51 lavoratori che verranno trasferiti a Malpensa. Non c’è da sperare di nulla di buono nel mantenimento della centralità dell’Isola».

Secondo l’esponente dei Rossomori va superato il monopolio nel sistema marittimo. «Occorre  rivedere la convenzione con Tirrenia. La Sardegna deve avere un ruolo da protagonista magari ripensando a una flotta sarda. L’esperimento degli anni scorsi è stato gestito male ma l’idea di base era buona».

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha definito il sistema trasporti “il problema dei problemi” perché attraversa tutti i settori economici, dal turismo al commercio. «E’ anche un problema sociale – ha sottolineato Giuseppe Fasolino – perché comprime il diritto alla mobilità dei sardi. Per non parlare della sanità: i trasporti, purtroppo, sono utilizzati da molte persone per andare a curarsi nella penisola. Purtroppo, nessuna Giunta regionale  è riuscita a risolvere definitivamente il problema ma l’attuale assessore ai Trasporti non è responsabile, ha iniziato questo lavoro da poco, ognuno si deve prendere le sue responsabilità».

Giuseppe Fasolino ha quindi puntato il dito contro il Governo nazionale: «La Sardegna fa parte dell’Italia? Esiste un governo nazionale che potrebbe intervenire? Secondo me sì, ha il dovere di intervenire».

Sulla vertenza Air Italy, infine, Fasolino ha avanzato dubbi sulla costituzione di un tavolo tecnico-politico: «Secondo me non serve a nulla – ha detto – abbiamo invece una grande opportunità: il Consiglio sostenga all’unanimità la Giunta e l’assessore ma si alzi il livello del confronto, si battano i pugni a livello nazionale. Il Governo deve convocare l’azienda. Rigotti non si permetta di bacchettare la politica. Noi abbiamo il dovere di difendere e tutelare il territorio».

Ha preso la parola Raimondo Cacciotto (Pd), che ha ringraziato l’assessore Carlo Careddu per l’impegno dimostrato per garantire il diritto alla mobilità da e per la Sardegna e nel definire il percorso della nuova continuità territoriale. “Persistono comunque delle criticità – ha detto – e da una di queste scaturisce la mozione di oggi, sulla vertenza Air Italy, un tema che sicuramente l’assessore non sta trascurando e sta seguendo con impegno per scongiurare le dislocazione del personale e ogni possibile segnale di disimpegno della compagna dell’Isola”. Raimondo Cacciotto ha anche manifestato preoccupazione per le decisioni di Ryanair rispetto allo scalo di Alghero. Per l’esponente della maggioranza bisogna aprire un tavolo con il governo sulla situazione Air Italy, Ryanair e sul nuovo modello organizzativo dell’Enav, per evitare la dislocazione dei lavoratori fuori dall’Isola e garantire la continuità territoriale.

Per Giuseppe Meloni (Pd): “Il tema in discussione oggi è uno dei più sentiti nella nostra regione”. Il consigliere ha condiviso l’impostazione del collega Satta, ossia di guardare al presente e al futuro per trovare soluzioni anziché pensare al passato. “Oggi ci troviamo con un’azienda, Air Italy, che ha approfittato di un avvicendamento al governo e ha deciso di iniziare il trasferimento e la dislocazione verso Malpensa del cuore dell’azienda”. Per Meloni il governo deve intervenire affinché i 51 dipendenti non vengano spostati e vengano rispettati i patti del 2016, compreso il reintegro dei 500 lavoratori nel corso dei tre anni. Il consigliere ha auspicato un intervento unitario del Consiglio regionale affinché venga rispettata la Sardegna e tutti i dipendenti di Air Italy. “Neanche uno deve andare a Malpensa e la moratoria di dieci giorni deve essere estesa affinché siano rispettati i patti”. Per Giuseppe Meloni, infine, sulla Continuità territoriale ci vuole un governo più vicino alla Regione affinché la Sardegna venga trattata da parte della Commissione europea al pari degli altri territori europei.

Il presidente della Quarta commissione, Antonio Solinas (Pd) ha affermato di non capire a quale flop ci si riferisce. “I flop che conosco sono quelli che ho vissuto con la Giunta Cappellacci”. Poi parlando della Tirrenia, ha aggiunto che questa Giunta regionale, “ha avuto la capacità e la forza politica, nonostante non fosse previsto, di imporre anche grazie al governo nazionale la rivisitazione della convenzione in corso d’opera, fatta esclusivamente nell’interesse dei sardi”. Antonio Solinas ha poi parlato ancora di flop dei bandi della continuità territoriale della Giunta Cappellacci “che hanno messo la Giunta nell’impossibilità di mettere in campo bandi per tre anni, perché eravamo sotto osservazione da parte dell’Unione europea”. Oggi si ripropone la flotta sarda quando le normative comunitarie parlano di altro e se di flop vogliamo parlare quello più grande è della flotta sarda”. Antonio Solinas ha poi ricordato che il 3 luglio scorso che la Quarta commissione ha approvato la risoluzione che chiedeva il rispetto dell’accordo sottoscritto dal governo con i sindacati anche di Meridiana fly, e quindi Air Italy, che aveva l’obiettivo di rafforzare Meridiana e quindi la sua sede. “Con l’acquisto di Air Italy da parte del Qatar airway, la nuova proprietà ha disconosciuto l’accordo e avviato lo smantellamento della compagnia”. Solinas ha ricordato, inoltre, che il manager di Air Italy ha avuto “un atteggiamento sgradevole nei confronti della Quarta commissione dimostrando che della Sardegna a quel gruppo poco importa”.

Dopo l’on. Antonio  Solinas ha preso poi la parola l’on. Gianni Lampis (FDI), che ha detto. “Leggo testualmente: «E’ necessario riprendere un filo interrotto dalla giunta Cappellacci e ripartire con slancio>. Questo letteralmente diceva il presidente Pigliaru in campagna elettorale nel 2014ed è in nome di queste parole che voi non potete presentarvi in quest’Aula e sostenere che sia cambiato qualcosa. La vostra idea di Sardegna non è certamente concisa con la Sardegna che avete realizzato in questi anni. La vostra politica sui trasporti e non solo non è stata quella che avete promesso, illudendo i sardi. I 51 dipendenti devono essere salvaguardati dalla politica e oggi il Consiglio darà un ampio mandato al presidente Francesco Pigliaru perché i posti di lavoro siano salvati”.

Per l’on. Pierfranco Zanchetta (Upc) “siamo finiti in un’aula di smemorati e facce toste. Non è giusto dire che le responsabilità sono della Giunta: nessuno che dice una parola sul governo gialloverde e sul ministro Danilo Toninelli che ha fatto ricevere da un usciere  il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore Carlo Careddu su una vicenda così complicata. C’è un chiaro disegno della Lega di riappropriarsi di una compagnia aerea in competizione con Alitalia e avere in mano i cieli della Padania. E’ del tutto evidente che il governo attuale vuole che Air Italy lasci la Sardegna e vada al nord. Il nuovo slogan è: prima gli italiani, ché dei sardi non ce ne frega niente”.

Per l’on. Gianluigi Rubiu “i sardi sono costretti a subire scelte inadatte e intempestive, tra l’opera di Carlo Careddu e quella di Massimo Deiana. Consegnerete a chi vincerà le prossime regionali un’isola del tutto isolata e poco appetibile dal punto di vista turistico”. L’oratore ha ricostruito i passaggi della complessa  vicenda  e ha detto: “I conti di Air italy non tornano  e ci sono 20 lavoratori la cui sorte è in sospeso tra Olbia e Milano”.

Per l’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) “non è chiaro a tutti qual è il patema che i lavoratori di Air Italy ma certamente i sardi non possono essere più isolati di così. Per colpa di chi ha amministrato la Regione: altro che tirare in ballo i disegni oscuri della Padania. Quando si discute di problemi sardi il presidente della Giunta deve sedersi nel Consiglio dei ministri, questo dice la Costituzione”.

Ha preso poi la parola l’on. Fabrizio Anedda (Misto), secondo cui “i lavoratori sono stati usati per campagna elettorale e non basta criticare il governo Di Maio-Salvini.- Trovo più giusto proporre soluzioni”.

Per l’on. Daniele Cocco (Sinistra) “è ingeneroso attaccare la Giunta regionale per la questione di Air Italy. Stranamente in questi pochi mesi Malpensa è diventata stella polare del trasporto aereo italiano. Basta con la dietrologia e la strumentalizzazione politica”.

Il Pds è intervenuto con il suo capogruppo, on. Gianfranco Congiu, che ha detto: “Abbiamo ancora cinque giorni per scongiurare il trasferimento delle maestranze ed evitare di celebrare funerali riempiendoci la bocca di epitaffi. Serve un forte mandato politico di quest’Aula per l’assessore e il presidente: i trasferimenti vanno bloccati e non è questa la sede per rinfacciarci chi ha fatto di più o di meno. Non parlo ora da difensore dei diritti dei lavoratori ma da difensore della Sardegna, che in quel lembo di terra ha visto sviluppare maestranze e industria aerea. Non dobbiamo accettare questo smantellamento del nostro patrimonio nel silenzio generale della politica”.

La capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, ha detto che “il tema dell’insularità in Costituzione è un obiettivo che si sta avvicinando alla nostra portata. Ed è di insularità che parliamo quando discutiamo del diritto di essere cittadini grazie ai trasporti. O viceversa, di non esserlo senza trasporti adeguati. La fuga di Air Italy è dovuta a ragioni di carattere economico e non è del tutto da ascrivere alla Giunta Pigliaru ma purtroppo la politica trasportistica di questa giunta non è certo stata lungimirante né efficace: non è possibile dire che va tutto bene in questo settore. Anzi”.

L’on. Alessandra Zedda ha aggiunto: “Stare dalla parte della Giunta in questa vicenda significa stare dalla parte dei sardi ed è inaccettabile che il ministro non abbia ricevuto personalmente l’assessore Carlo Careddu. Siamo in ritardo: acceleriamo subito questa battaglia e senza polemica siamo pronti a sostenere questa lotta”.

Per la Giunta l’assessore Carlo Careddu ha ringraziato l’Aula “per gli spunti e gli interventi appassionati” e ha riconosciuto che “il sistema sardo dei trasporti è lacunoso, ha un gap infrastrutturale ed è molto lontano dall’essere un sistema perfetto. Ho assunto un anno fa la delega assessoriale e ho provato a lavorare sui problemi più importanti sul tema del diritto dei sardi alla mobilità”. Nel merito l’assessore ha detto: “Sapete bene che arrivo da Olbia e che conosco bene il tema di Air Italy. Oggi abbiamo una compagine che punta a trasformare questa compagnia in un vettore europeo e con un piano industriale da medio e lungo raggio. Da qui la scelta di Malpensa. Ma noi contestiamo il fatto che si debba trasferire questo management operativo per attuare il piano industriale e gestire la flotta. D’altronde anche Ryanair sta in Irlanda ma opera in tutta Europa. Abbiamo cercato un contatto con Quatar Airways ma sino a oggi abbiamo ottenuto una moratoria mentre sono in corso le trattative sindacali. E’ una sconfitta se anche una sola persona lascerà la Sardegna ma sarà una sconfitta soprattutto se Air Italy dovesse frequentare i nostri aeroporti solo per i voli in continuità territoriale. Ovviamente sarà mia cura relazionare costantemente il Consiglio.

Per quanto riguarda la continuità territoriale stiamo seguendo i vincoli della Commissione europea ma difendendo il diritto alla mobilità dei sardi e all’accessibilità in Sardegna. Questi concetti stiamo cercando di trasfondere nel percorso amministrativo che a giorni porterà alla pubblicazione del bando, che speriamo sia appetibile per le compagnie.

Sulla privatizzazione di Arst c’è grande attenzione mediatica, comprensibile visto che si tratta della prima azienda della Sardegna: vorrei dire che non c’è nessuna privatizzazione ma una esternalizzazione del 20 per cento delle attività di Arst, come previsto dalle norme.

Sull’insularità sono invece convinto che si tratti della strada corretta: va inserita nella Costituzione. Manca però un concetto fondamentale: occorrerà che sia sostanziato nei singoli strumenti di legge e dell’Unione europea, come il regolamento sulla continuità territoriale che non può essere lasciato alla discrezionalità dei funzionari”.

E’ poi intervenuto il consigliere Giovanni Satta (Psd’Az-La Base) per diritto di replica. “Volevo ricordare all’onorevole Solinas che la mozione è firmata anche da moltissimi colleghi della maggioranza”, riscontrando che “c’è stato purtroppo il solito rimpallo di responsabilità”. Satta ha ricordato che in quest’anno ha lavorato positivamente con l’assessore Careddu sia sulla Continuità territoriale con la Corsica sia sul problema del collegamento con Piombino, che era stato eliminato dalla Moby Lines. L’esponente dell’opposizione ha preso l’impegno, a nome del Psd’Az e del segretario del partito, di prendere posizione a Roma e in tutte le sedi necessarie affinché venga portata avanti ogni azione possibile a tutela dei dipendenti di Air Italy. 

Il consigliere ha poi chiesto una breve sospensione per predisporre un ordine del giorno e dare ampio mandato all’assessore Carlo Careddu e al presidente Francesco Pigliaru per tutelare i lavoratori ed garantire che lo sviluppo dell’azienda avvenga in Sardegna e non a Malpensa.

Mario Floris (Uds),  dichiarando il suo voto favorevole all’ordine del giorno, “che come si diceva un tempo non si nega a nessuno”, ha sottolineato che il problema deve essere affrontato in un altro modo. Floris ha ribadito che la continuità territoriale deve tornare a essere responsabilità dello Stato, e “che lo Stato deve concorrere allo sviluppo socioeconomico della Sardegna”. Floris ha esortato i parlamentari sardi a unirsi per tutelare la Sardegna a prescindere dallo schieramento politico.

Per Giuseppe Fasolino (FI) “abbiamo un ordine del giorno molto più importante con cui dobbiamo cercare di risolvere il problema di queste 51 famiglie”. E ha aggiunto “che si tratta di un problema senza colore, di un problema della Sardegna”. “Dobbiamo dare forza al presidente – ha aggiunto – più è forte, più avrà possibilità di ottenere risultati a Roma”. Giuseppe Fasolino si è detto d’accordo con il consigliere Floris nel ritenere fondamentale che lo Stato affronti il problema dei trasporti della Sardegna.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha dato lettura dell’ordine del giorno presentato che, fra l’altro, impegna la Giunta a chiedere al Governo nazionale l’immediata convocazione del “tavolo di crisi” per l’esame della situazione del sistema dei trasporti in Sardegna, a seguito della mancata attuazione della continuità territoriale per le persone e le merci.

Il documento, in particolare, si sofferma inoltre sulla necessità di mantenere i livelli occupazionali di Air Italy e la permanenza lavoratori nella sede di Olbia, assicurare nell’ambito del Piano industriale della compagnia la crescita e lo sviluppo dell’asset presente nell’Isola e garantire la concreta attuazione del principio/diritto di continuità territoriale da e per la Sardegna.

Non essendoci iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione il documento che il Consiglio ha approvato all’unanimità, con 52 voti.

Al termine dello scrutinio ha tolto la seduta. Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio.

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Non si placano le polemiche sul mancato esame della legge urbanistica da parte del Consiglio regionale. I gruppi di minoranza tornano all’attacco del presidente Francesco Pigliaru e del centrosinistra.

«La decisione di rinviare la legge in Commissione certifica lo sfascio di questa maggioranza – afferma il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda – nessuna delle promesse fatte in campagna elettorale è stata mantenuta, questo provvedimento rappresentava l’ultima possibilità della Giunta Pigliaru di lasciare il segno.»

Secondo il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu «quanto accaduto ieri in aula dimostra che questa maggioranza non ha a cuore gli interessi della Sardegna, il centrosinistra è ormai diviso per bande che perseguono interessi di parte e si preoccupano di mantenere le poltrone».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha invece puntato l’indice contro il presidente del Consiglio regionale e il Pd: «Gianfranco Ganau ha deciso di calendarizzare il provvedimento forzando la mano nonostante le nostre perplessità – ha detto Attilio Dedoni – il capogruppo del Pd voleva addirittura anticipare la discussione al 18 settembre. Come si fa poi a dire che non si è pronti?».

Anche per Michele Cossa (Riformatori sardi) «c’è uno scollamento evidente nella maggioranza, già certificato dalla presentazione di una mozione di censura nei confronti dell’assessore della sanità Luigi Arru – ha sottolineato Michele Cossa – è un’agonia senza fine, diamo però atto all’assessore Cristiano Erriu di aver agito onestamente: meglio nessuna legge che una cattiva legge».

Duro anche il giudizio del capogruppo del Psd’Az-La Base Gaetano Ledda: «Questa Giunta ha fallito su tutti i fronti: sanità, trasporti, riforma degli enti locali, agricoltura e, adesso, sull’urbanistica – ha detto Gaetano Ledda – tutto questo per i giochi interni alla maggioranza».

Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu, ha invece accusato la Giunta di aver impedito il dibattito in Consiglio su un tema decisivo per lo sviluppo dell’Isola: «Dopo un’infinità di incontri sul territorio – ha detto Paolo Truzzu – si è deciso di mettere il bavaglio all’Assemblea sarda. Un presidente che dichiara di non avere più la maggioranza ha il dovere di dimettersi. Pigliaru non l’ha fatto perché il centrosinistra non ha ancora deciso la leadership per le prossime elezioni regionali che, in ogni caso, segneranno la sconfitta della sua coalizione».

Diverso, rispetto ai colleghi del centrodestra, il giudizio di Antonello Peru, consigliere di Forza Italia e relatore di minoranza: «La Sardegna attendeva da tempo una nuova legge urbanistica – ha detto Antonello Peru – il centrosinistra ha perso una grande occasione. Il provvedimento era stato completamente stravolto in commissione anche grazie al contributo della minoranza sul fronte della semplificazione, dell’attuazione dei puc e della riqualificazione del territorio senza consumo di suolo. Ormai la legge è morta, il centrodestra prenda l’impegno di approvarne una nuova come primo atto della prossima legislatura».

Diverso il pensiero di Giuseppe Fasolino, consigliere di Forza Italia e sindaco di Golfo Aranci: «Questo provvedimento, per come è arrivato in aula, non poteva essere approvato – ha rimarcato Giuseppe Fasolino – la legge toglieva ai comuni la possibilità di incidere nella pianificazione territoriale e non fissava alcun obiettivo. Prima di legiferare occorre sapere quale direzione si vuole prendere, Nel caso della legge urbanistica bisognava capire dove sta andando il turismo e quali risposte dare alle richieste dl mercato».

Il consigliere dell’Uds, Giovanni Satta, dopo aver ricordato il voto contrario della minoranza in commissione urbanistica, ha accusato il centrosinistra di aver accettato supinamente le indicazioni della Giunta: «La legge è stata approvata in Commissione senza il parere del Cal – ha affermato Giovanni Satta – questo Consiglio si è piegato ancora una volta al diktat della Giunta dei tecnici, come già avvenuto per la riforma delle rete ospedaliera. Mi auguro che questa vicenda serva da monito per il futuro».

Per Marco Tedde (Forza Italia) la vera ragione del fallimento è rappresentata dal PPR approvato dalla Giunta Soru, “un macigno” per qualsiasi ipotesi di pianificazione territoriale. «In campagna elettorale Francesco Pigliaru aveva promesso di modificarlo, non lo ha fatto ed è stato costretto a modellare la legge urbanistica sul Piano Paesaggistico di Soru fondato sui vincoli e poco attento allo sviluppo».

Alfonso Marras (Udc) ha parlato di “pagina ingloriosa” per la maggioranza di centrosinistra: «Si sono sottratti al confronto. Noi aspettavamo di misurarci sul merito del provvedimento. Molti di noi avevano lavorato agli emendamenti per tentare di migliorare la legge. Sarà compito della nuova maggioranza, che uscirà dalle elezioni di febbraio, approvare un nuovo testo in materia urbanistica»

Urgenza condivisa da Gianni Lampis (FdI): «Dieci anni fa gli occupati del settore edile erano 51mila, oggi se ne contano circa 27mila. Questa legge poteva dare risposte importanti alla crisi del settore. La maggioranza ha perso un’altra occasione. Sarà compito del centrodestra cancellare il Ppr di Soru che ha musealizzato l’ambiente sardo ed impedito ai comuni costieri di offrire servizi di qualità».

Da quasi tutti i partiti è, infine, arrivata la richiesta di dimissioni per il presidente Francesco Pigliaru, eccezion fatta per i capigruppo di Forza Italia e Riformatori Alessandera Zedda e Attilio Dedoni convinti che gli ultimi mesi della legislatura contribuiranno ad evidenziare ancora di più le pecche del centrosinistra. «Il re è mezzo nudo – ha affermato Attilio Dedoni – va spogliato del tutto per scongiurare ogni possibilità di rielezione».

 

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La commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale conferma il suo sostegno ai lavoratori Aras e Apa impegnati in una dura vertenza in difesa del loro posto di lavoro. Nella tarda serata di ieri ha incontrato i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Confederdia che hanno illustrato i contenuti dell’incontro avuto in mattinata con gli assessori all’Agricoltura e al Personale Pier Luigi Caria e Filippo Spanu. I sindacati hanno espresso soddisfazione per il percorso avviato dalla Regione con il Ministero per ottenere l’applicazione della legge 3 del 2009 che prevede l’assorbimento del personale Ara all’interno dell’Agenzia Laore. «Auspichiamo una risposta in tempi brevi da parte del Governo – hanno detto Raffaele Lecca (Cgil), Bruno Olivieri, Gaia Garau (Uil) e Osvaldo Ibba (Confederdia) – la situazione di incertezza sta mettendo a dura prova i lavoratori e, a lungo andare, potrebbe mettere a rischio la qualità dei servizi erogati». Dopo la decisione dei vertici di Aras di mettere in liquidazione la società, nonostante il parere contrario della Regione, i lavoratori lamentano il mancato pagamento di due stipendi e della quattordicesima. «Nonostante questo i dipendenti Aras continuano a svolgere il proprio lavoro pagando di tasca le spese per gli spostamenti nelle aziende zootecniche – hanno sottolineato i sindacati – questa situazione non è più sopportabile». I sindacati chiedono l’applicazione della legge 3 a tutto il personale Aras, compresi i lavoratori a tempo indeterminato che hanno maturato tre anni di anzianità, e garanzie sulla prosecuzione delle attività finora svolte a favore di oltre 10mila azienda agropastorali.

«Siamo alla ricerca della migliore soluzione possibile per tutti i lavoratori – ha detto il presidente della Commissione Luigi Lotto – la Commissione lavora fianco a fianco con la Giunta perché il percorso previsto dalla legge n.3/2009 si concluda nel più breve tempo possibile. Oggi è necessario assicurare ai lavoratori il pagamento delle spettanze arretrate ma ancora più importante è lavorare perché gli stipendi vengano pagati anche in futuro e per garantire alle aziende sarde un servizio essenziale.»

Critiche all’operato della Giunta e dell’Agenzia Laore sono state invece espresse dai consiglieri Antonello Peru (Fi), Gianni Lampis (FdI) e Marco Tedde (Fi): «Ci sono forti ritardi – hanno detto gli esponenti della minoranza – la responsabilità è tutta della Giunta che non ha dato seguito all’ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale lo scorso mese di marzo. Quel documento dava 45 giorni di tempo all’esecutivo per predisporre un disegno di legge ad hoc. Sulla mancata applicazione della legge del 2009 non si può negare il ruolo decisivo giocato dall’Agenzia Laore». Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha invece sollecitato una soluzione rapida come quella trovata per i precari dell’Ats: «I soggetti in campo sono gli stessi (Regione, sindacati e Ministero) – ha affermato Luigi Crisponi – non si capisce perché in un caso si procede alle stabilizzazioni e nell’altro si frappongono tutti questi ostacoli».

Dubbi sul percorso individuato dalla Regione sono stati manifestati anche dal consigliere di maggioranza Antonio Gaia (Upc): «Sull’applicazione della legge del 2009 non possono esserci tempi certi – ha detto Antonio Gaia – il rischio è trovarsi tra qualche mese a discutere delle stesse cose. Ci sono altri strumenti tecnico-legislativi per risolvere la questione».

Un plauso all’azione della Giunta è stato invece rivolto da Fabrizio Anedda («La Regione è parte lesa») ed Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp): «Non esistono altre soluzioni all’applicazione della legge n. 3 – ha sottolineato Eugenio Lai – bene ha fatto la Giunta a seguire questo percorso affiancata dall’Agenzia Laore che da tempo è impegnata per dare una prospettiva di lavoro ai dipendenti Aras».

Il presidente Luigi Lotto, a conclusione dei lavori, ha invitato i lavoratori a fare fronte comune con la Regione: «Non siamo noi la controparte. Siamo in attesa di una risposta del Governo. Per il momento non c’è una soluzione alternativa all’applicazione della legge n.3, se arriverà una risposta negativa dal Governo penseremo a una soluzione diversa. Intanto occorre spingere per la nomina di un commissario ad acta che superi gli ostacoli rappresentati dalla procedura di liquidazione e garantisca la prosecuzione dei servizi assicurati da Aras e dia una prospettiva futura ai lavoratori».

 

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Il Consiglio regionale, nella seduta di stamane, ha approvato all’unanimità la mozione per la sottoscrizione congiunta del Consiglio regionale sardo e dell’Assemblea corsa dellaCarta europea per l’eguaglianza e la parità delle donne e degli uomini nella vita locale”, le misure in favore degli ex lavoratori del polo industriale di Ottana, ed il passaggio agli articoli delle norme per la lavorazione, la trasformazione e il confezionamento di prodotti agricoli aziendali esclusivamente aziendali.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la mozione 439 (Pietro Cocco e più) “sulla sottoscrizione congiunta da parte del Consiglio regionale della Sardegna e dell’Assemblea di Corsica della Carta europea per l’eguaglianza e la parità delle donne e degli uomini nella vita locale”, in base all’art.102 del regolamento dell’Assemblea.

Aprendo gli interventi, la consigliera Annamaria Busia, del gruppo Misto, ha ringraziato i capigruppo per la sottoscrizione e la procedura accelerata assegnata al documento comune Sardegna-Corsica. La Sardegna, ha osservato, «per quanto riguarda alcuni aspetti della parità di genere ha ancora molta strada da percorrere, a cominciare dalla rappresentanza in Consiglio regionale, ed in effetti le ultime politiche hanno dimostrato che molta astensione è stata femminile perché, evidentemente, le donne risentono di più del clima generale di disorientamento e difficoltà di trovare spazio e lavoro nella famiglia e nella società». Questo fenomeno, ha concluso, «si ripeterà anche nelle prossime tornate elettorali e chiamerà la politica, anche quella locale, ad una riflessione urgente».

Il consigliere di Fdi Gianni Lampis che ricordato che «la valutazione del lavoro compiuto dalla consulta sardo-corsa ma non si può ridurre alla questione elettorale, perché nella carta c’è molto altro; è vero cioè che la Sardegna deve avere una legge diversa da quella della Corsica ma il dibattito deve riguardare tanti aspetti della vita quotidiana che impediscono alle persone (donne e uomini) di avere uguali opportunità diritti e doveri, dalle giovani coppie alle madri alle famiglie numerose, mettendo al centro di tutto soprattutto famiglia che per la nostra Costituzione è il nucleo centrale della società, voteremo quindi a favore auspicando impegni più ampi e concreti anche in prospettiva».

Il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco ha sottolineato che, con onestà, «bisogna ammettere che la Corsica per certe cose e più avanti della Sardegna e comunque dalla sua realtà si possono ricavare esempi molto positivi; la carta ha un contenuto ampio che è opportuno allargare ancora verso un concetto di uguaglianza a tutto campo».

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha parlato di «documento importante che il nostro gruppo sosterrà con convinzione, anche se la strada è ancora molto lunga per quanto riguarda la vera parità di genere, la prevenzione, l’educazione al rispetto, le politiche ed i programmi orientati all’educazione affettiva, alla famiglia ed alla scuola, una rete sociale viva insomma capace di caratterizzare in positivo la società sarda». L’Europa sta facendo tanto su questi temi, ha detto infine, «e crediamo che questa battaglia di civiltà potrà essere rafforzata anche da una maggiore delle donne nelle istituzioni».

L’assessore degli Affari generali Filipppo Spanu, a nome della Giunta, si è soffermato sul valore dell’idea comune che Sardegna e Corsica propongono all’attenzione delle due Regioni e dell’Europa, conquistando un ruolo centrale nel contesto europeo e Mediterraneo.

Per dichiarazione di voto, il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, dopo aver sottolineato che sulla legge elettorale il Consiglio ha fatto scelte importanti avviando un percorso di perequazione dei generi, ha suggerito l’integrazione del documento in alcuni punti «come la condivisione formale dei principi e dei valori che ispirano la carta e l’impegno per l’attuazione degli stessi anche da parte della Giunta».

Il Consiglio ha accolto le proposte di modifica del consigliere Marco Tedde.

Il capogruppo Upc, Pierfranco Zanchetta ha messo in luce l’importanza dell’azione comune Sardegna Corsica aggiungendo che, purtroppo, «la recente sentenza della Cassazione che ha negato l’applicazione di una aggravante a responsabili di stupro perché la vittima era ubriaca, segna un arretramento grave della condizione della donna nella vita pubblica sul piano della civiltà».

La consigliera Annamaria Busia (Misto) ha apprezzato l’iniziativa del collega Tedde per le importanti integrazioni e per impegno di Giunta ad attuare un programma strategico sulla parità di genere. In Corsica, ha ricordato a proposito della legge elettorale, «ci sono nell’Assemblea regionale 31 uomini e 30 donne, frutto di un sistema con liste bloccate; quanto alle sentenze evocate dal collega Pierfranco Zanchetta, vanno lette per intero e lo faremo la prossima settimana quando parleremo di violenza».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az-La Base), favorevole, ha sostenuto che il documento «si inserisce in un contesto di continuità con le azioni precedenti adottate insieme alla Corsica per lanciare iniziative di valorizzazione delle culture dei popoli d’Europa».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu, favorevole, ha riconosciuto che «sulla parità di genere forse i corsi hanno qualcosa da insegnarci ma noi abbiamo fatto la nostra parte avviando un percorso significativo, mentre sulla consulta serve un passo avanti sul piano dell’operatività e della concretezza, a cominciare dal riconoscimento degli Stati di appartenenza».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha detto fra l’altro che «è meglio non dire troppe parole pensando di fare chissà cosa, la parità di genere è un fatto culturale che si pensa e si pratica, siamo convinti di quello che abbiamo firmato e di crediamo profondamente».

Il consigliere Francesco Agus (Misto-Campo progressista) ha tenuto a precisare che il sistema elettorale corso funziona con liste bloccate senza preferenze, premio di maggioranza e voto alternato.

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, favorevole, ha espresso apprezzamento per le integrazioni proposte dal collega Tedde per favorire azioni più incisive coinvolgendo anche il presidente della Giunta.

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la mozione che il Consiglio ha approvato all’unanimità con 48 voti.

Dopo una breve sospensione della seduta, il Consiglio ha iniziato l’esame della Proposte di legge n. 526 (Congiu e più) che contiene “Misure straordinarie in favore degli ex lavoratori del polo industriale di Ottana”. Anche questo provvedimento arriva in Aula con il consenso di tutto i capigruppo in base all’art.102 del regolamento.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha chiesto una breve sospensione della seduta per consentire al suo gruppo di incontrare una delegazione di lavoratori Aias, presenti sotto il palazzo del Consiglio.

Il presidente Gianfranco Ganau ha risposto di non poter accogliere la richiesta per motivi organizzativi, come è già stato comunicato ai lavoratori e ad altre delegazioni di diverse categorie, ugualmente presenti sotto il palazzo.

Riprendendo la discussione della legge n. 536 il primo firmatario Gianfranco Congiu, capogruppo del Pds, ha ricordato che il provvedimento nasce da quando, nel dicembre 2017, 130 lavoratori dell’ex polo di Ottana furono esclusi dall’accesso alla mobilità in deroga. Da allora, ha spiegato, «sono state avviate diverse iniziative per il loro recupero, prima inserendoli nel progetto LavoRas con una misura specifica, azione rivelatasi non praticabile, poi prevedendo una una tantum compensativa del danno subito, attraverso una legge ad hoc che cambia la legge di stabilità; siamo conseguenti agli impegni assunti dalla Regione e contenuti in diversi documenti votati dal Consiglio per l’inserimento di Ottana fra le arie industriali di crisi complessa, per cui è auspicabile la sottoscrizione comune dei gruppi».

Per il Pd il consigliere Franco Sabatini ha espresso apprezzamento per il provvedimento proposto dal collega Congiu, ricordando però che «recentemente la Camera ha respinto un emendamento che aveva lo scopo di inserire questi lavoratori nel trattamento di cassa integrazione; tutte le forze politiche devono quindi lavorare per ripresentarlo è ingiusto che i lavoratori siano esclusi dagli ammortizzatori sociali per formalità burocratiche».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi, nel condividere la proposta, ha lamentato che «le vicende di Ottana sono sempre mortificate da un qualcosa che per diversi motivi non va mai a buon fine, mentre invece quei lavoratori invece meritano il massimo dell’attenzione e dell’impegno delle istituzioni e vanno incoraggiati».

Daniele Cocco, capogruppo di Art. 1 – Mdp, ha parlato di una legge che «rende giustizia a lavoratori purtroppo finora bistrattati e non è vero che il Consiglio parla di Ottana solo oggi, ce ne siamo occupati tante volte senza ottenere grandi risultati ma c’è l’impegno a fare ancora di più». Qualche giorno fa, ha ricordato, «la commissione speciale di inchiesta ha visto ad Ottava degrado e scempi ambientali senza fine, mostri di amianto e fiumi di acidi sparsi in ettari ed ettari di terreno per responsabilità certamente non addebitabili a questa Giunta».

Il capogruppo di Fdi Paolo Truzzu si è dichiarato favorevole «solo per rispetto dei 130 lavoratori e delle loro famiglie, non certo per la situazione kafkiana di Ottana piena di responsabilità politiche ed amministrative che non si possono nascondere, in un territorio dove si sono fatte scelte profondamente sbagliate, anche ideologiche, con atti di spoliazione rapace appoggiati da politici». E’sperabile, ha concluso, «che altre crisi simili possano avere la stessa considerazione».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha sostenuto che il provvedimento riguardante Ottana riguarda una situazione circoscritta agli anni 2016 e 2017 rimasti senza interventi specifici. E’chiaro però, ha proseguito, «che non possiamo trascurare tanti altri casi di lavoratori che si trovano più  o meno nelle stesse condizioni; è meglio quindi mettere a punto un quadro di insieme, comprendente altre situazioni, dal Sulcis al Medio Campidano, che presentano crisi industriali con caratteristiche previste dalla legge per interventi a sostegno dei lavoratori».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha affermato che il suo gruppo è rimasto in Aula per senso di responsabilità e per votare questa legge discussa dal Consiglio in base all’art. 102. Però, ha osservato, «forse il collega Congiu avrebbe dovuto parlare di un provvedimento condiviso da tutti i capigruppo e non come esponente di un partito; nel merito, per noi si tratta di un atto di giustizia, ma non dimentichiamo che per altri territori non c’è stata la stessa attenzione, mi riferisco in particolare ai lavoratori della ex Rockwool  definiti invisibili che tali, purtroppo, sono rimasti». Auspichiamo perciò, ha concluso, «che al più presto si affrontino anche altri casi».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, nell’esprimere piena adesione all’iniziativa, ha affermato che «Ottana è un problema grave di cui si è parlato a lungo senza mai arrivare a soluzione condivisa, capace anche di fare piena luce sui danni consumatisi nel tempo anche per colpa della pubblica amministrazione; bisogna invece andare fino in fondo per evitare che anche Ottana viva di assistenza come il Sulcis».

Per Forza Italia il consigliere Stefano Coinu ha sostenuto che «la proposta è condivibile ma è chiaro che quanto si interviene molto tardi lo si fa con provvedimenti parziali fermo restano che, per chi non ha nemmeno la cassa integrazione, anche un giorno è importante». Tuttavia, ha auspicato, «è meglio prevenire, va bene la commissione di inchiesta ma più che di ritardi è il caso di parlare di futuro e prospettive, per rispondere non solo al degrado ambientale ma al senso di abbandono di un territorio che da quella industria aspettava un rilancio; non inseguire, in definitiva, ma progettare e programmare».

L’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha espresso il parere favorevole della Giunta ponendo in evidenza la caratteristica “una tantum” del contributo economico, concedibile quindi solo con un’apposita norma di legge. Il vice presidente dell’esecutivo ha rammentato dunque gli interventi concreti posti in essere dalla Giunta nell’area di Ottana: «Due milioni di euro per una serie di interventi urgenti nei terreni del consorzio industriale ma che non riguardano le bonifiche perché chi ha chi ha inquinato deve pagare, 5 milioni a favore dell’ampliamento degli impianti della Antica fornace; 4 milioni per piccole e medie iniziative; 2 milioni per ulteriori interventi sul mercato del lavoro». «Con questa legge – ha concluso Paci – si interviene sui 130 lavoratori esclusi per motivi fortuiti dagli ammortizzatori in deroga riferiti al 2016-2017».

Il consigliere Domenico Gallus (Psd’Az-La Base) ha dichiarato il sostegno personale e del suo gruppo per il provvedimento, chiedendo di apporre la firma alla proposta di legge, auspicando analoghe attenzioni anche per altre realtà di crisi della Sardegna. Pieno sostegno anche da parte del consigliere Rossomori, Emilio Usula, che ha ricordato la valenza sociale prima ancora che ambientale del disastro di Ottana. La consigliera del Pd, Rossella Pinna, ha ribadito la necessità di “allargare il fronte dopo Ottana” ed ha posto in evidenza la crisi della ex Keller e dei lavoratori rimasti senza alcun tipo di sostegno al reddito. L’esponente della maggioranza ha reiterato la richiesta per il riconoscimento di “area di crisi complessa” nei territori ricompresi tra Villacidro e Guspini.

Roberto Desini (Pds) ha ricordato lo spirito unitario con il quale si è intervenuti sulla crisi di Ottana, anche alla luce della manifestazione pubblica dello scorso aprile, ed ha annunciato il ritiro delle firme dei consiglieri regionali del Pds così da consentire a tutti i capigruppo la sottoscrizione del provvedimento unitario a sostegno dei lavoratori di Ottana.

Gianni Lampis (FdI) ha dichiarato sostegno alla proposta («non ci sottraiamo alla responsabilità verso i lavoratori») ma ha chiesto l’impegno del Consiglio anche per i lavoratori della Keller, proponendo l’approvazione di un ordine del giorno unitario. Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha ribadito l’adesione alla proposta di legge ed ha evidenziato come “il Consiglio sia chiamato ancora una volta a sopperire alle manchevolezze dello Stato”. A favore anche Fabrizio Anedda (Misto) che ha invitato il Consiglio a “ragionare sulla produzione perché l’assistenza non basta più” e ad affrontare in termini risolutivi la crisi dell’Aias.

Il capogruppo Pds, Gianfranco Congiu ha quindi ribadito che il provvedimento si rivolge ai 130 lavoratori esclusi dalla mobilità in deroga 2016 2017 definendo la norma in discussione “una misura di riequilibrio sociale”.

Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 47 favorevoli su 47 votanti e di seguito con 48 sì su 48 votanti è stato approvato l’articolo 1 che “autorizza per l’anno 2018 la spesa di euro 2.315.000 per l’attuazione di un programma di interventi in favore degli ex lavoratori del polo industriale di Ottana cessati dal rapporto di lavoro a seguito della liquidazione delle rispettive società e non sostenuti da ammortizzatori sociali ordinari e in deroga con riferimento agli anni 2016 e 2017, nonostante l’avvenuta presentazione della relativa istanza di mobilità in deroga nel mese di aprile 2017, in virtù delle disposizioni dell’asssessorato regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale del 27 marzo 2017, che si trovino in una situazione di ridotta occupazione successiva al licenziamento”.

All’unanimità (50 a favore su 50 votanti) è stata approvata la norma finanziaria con la correzione della provenienza finanziaria, avanzata da Gianfranco Congiu. Dopo il via libera (50 favorevoli su 50 votanti) all’articolo 3 (entrata in vigore), il presidente del Consiglio ha sospeso i lavori per consentire la predisposizione di un ordine del giorno unitario sui lavoratori ex Keller.

Alla ripresa ha preso poi la parola il presidente Gianfranco Ganau che ha dato lettura di un ordine del giorno unitario a firma Rossella Pinna, Gianni Lampis e Alessandro Collu. Il testo sollecita l’impegno della Giunta per “ogni utile azione e iniziative per salvaguardare la continuità produttiva e occupazionale dei lavoratori dello stabilimento Keller elettromeccanica di Villacidro  e l’adozione di misure di politiche attive del lavoro” e anche l’impiego nei cantieri per gli ex lavoratori che non beneficiano di ammortizzatori sociali.

Favorevole l’assessore Raffaele Paci e anche l’Aula, che lo ha approvato e ha detto sì subito dopo anche alla legge 526 a firma Gianfranco Congiu e più “Misure urgenti in favore degli ex lavoratori del polo industriale di Ottana”.

Il parlamento sardo è passato poi all’esame della proposta di legge 506 “Norme per la lavorazione, la trasformazione e il cofnezionamento di prodotti agricoli esclusivamente aziendali”. Il presentatore, l’on. Luigi Lotto (Pd), ha detto: “Si tratta di consentire alle aziende agricole di presentare sul mercato locale con prodotti certificati e garantiti sotto il profilo della sicurezza alimentare. Abbiamo sentito in commissione tutti i pareri interessati e la abbiamo accolta favorevolmente”.

Dello stesso avviso l’on. Luigi Crisponi (Riformatori): “Con questa legge si evita di disperdere conoscenze e storie familiari, si salvaguarda l’identità delle piccole aziende agricole senza mancare di rispetto ai dettami legislativi soprattutto quelli dell’Unione Europea. Diamo forza ed energia a chi, piccola azienda, produce marmellate come salumi e non ha la possibilità di arrivare al mercato. Per questo la commissione ha salutato con favore questa proposta di legge”.

Per l’on. Marco Tedde (FI) “non è possibile non condividere questa proposta di legge perché è una proposta di buon senso. Nella propria azienda ognuno deve essere padrone ma non possiamo dire che con l’approvazione di questo testo ci dimenticheremo gli errori che avete fatto nella gestione dell’agricoltura sarda. Né ci potremo dimenticare i vostri ritardi nei bandi dell’Unione Europea”.

Anche l’on. Piermario Manca (PDS) si è detto favorevole: “Una legge semplice che va nella giusta direzione. Si tratta di consentire alle piccole imprese di trasformazione agricola di fare il suo lavoro. Vanno definiti però i quantitativi trasformati massimi ammessi, anche se si può evitare di farlo in legge”.

Dai banchi dell’Udc l’on. Gianluigi Rubiu ha aggiunto: “Questa legge è strategica perché consente all’azienda agricola di esportare i propri prodotti insieme al bene più importante: il territorio. E tutto questo lavoro di trasformazione potrà accadere usando i piccoli impianti privati dei produttori”.

Soddisfatta anche la capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda: “E’ corretto sostenere con un provvedimento legislativo la produzione che non riesce ad arrivare alla grande distribuzione, stiamo coinvolgendo con questo provvedimento gli operatori del settore aprendo nuove politiche di marketing”.

Per l’on. Gianmario Tendas (Pd) “si colma oggi un vuoto legislativo che altre regioni come la Toscana hanno già colmato da un pezzo”.

Il presidente Gianfranco Ganau ha messo al voto il passaggio agli articoli, che è stato approvato e ha aggiornato la seduta alle 16.00.

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Il saluto di benvenuto del sindaco di Bonifacio, Jean Charles Orsucci ha aperto i lavori della Consulta corso-sarda, riunita per la sua terza sessione nei locali del municipio del capoluogo, sotto la guida dei  presidenti delle assemblee di Sardegna e Corsica, Gianfranco Ganau e Jean Guy Talamoni.

Le celebrazioni per il 70° anniversario dell’Autonomia (illustrate dalla portavoce del presidente del Consiglio sardo, Maria Grazia Ledda) hanno preceduto il partecipato dibattito sul processo di riforma costituzionale in Francia, con la richiesta dello statuto di Autonomia della Corsica, e sullo “stato di salute” della specialità sarda, anche alla luce delle riforme parlamentari e delle rinnovate richieste autonomistiche avanzate, attraverso i recenti referendum popolari dalle regioni del Nord del Paese. Il confronto tra la delegazione sarda (Gianluigi Rubiu, Udc; Gianni Lampis, FdI; Attilio Dedoni, Riformatori sardi; Daniele Cocco, Art. 1 – Sdp; Pierfranco Zanchetta, Upc; Giovanni Satta, Psd’Az; Anna Maria Busia, Misto; Gianfranco Congiu, Pds; Edoardo Tocco, Fi; Pietro Cocco, Pd) e quella corsa (Petr’Anto Tomasi, Corsica Libera; Francois Ceccoli, Corsica nella Repubblica; Camilla De Rocca Serra, Per  l’avvene; Jean Jacques Lucchini, Femu a Corsica; Pierre Ghionga, Corsica nella Repubblica; Francois Orlandi, Andà per dumane) ha interessato non solo i rispettivi livelli regionale e statale ma ha riguardato anche le politiche e le iniziative assunte in sede europea, per la piena affermazione delle autonomie regionali.

I capigruppo del Consiglio regionale della Sardegna hanno insistito, con in testa Attilio Dedoni e Gianfranco Congiu,  sul riconoscimento dello status di insularità e sulla creazione della macroregione mediterranea tra le due isole. «Rilancio con convinzione il tema della insularità – ha dichiarato il presidente sardo Gianfranco Ganau – insieme con l’obiettivo della Consulta di aprire una interlocuzione diretta con l’Unione europea per vedere realizzato un diritto fondamentale e irrinunciabile per i sardi e per i corsi». Il capo dell’assemblea sarda ha inoltre illustrato alla Consulta le iniziative nel frattempo assunte, in Sardegna e in Italia, sul piano politico e istituzionale, per l’inserimento del riconoscimento dello status di insularità nella Costituzione della Repubblica italiana.

Lo “stallo” delle trattative con Parigi, sul delicato tema delle riforme costituzionali sono state, invece, le preoccupazioni espresse con chiarezza dalle rappresentanze dell’assemblea corsa che, soprattutto con gli esponenti delle forze politiche autonomiste e identitarie (sono maggioranza nel governo della Regione), hanno ribadito la richiesta di vedere riconosciuti maggiori poteri, più risorse e funzioni alla Corsica.

Condizioni e interventi specifici per le regioni insulari e la costituzione della macroregione Mediterranea di Sardegna e Corsica sono state invece, le dettagliate proposte avanzate dal presidente Ganau, nel corso della sua relazione sulle politiche di coesione dell’Unione europea. Relazione che, insieme con la relativa deliberazione (già all’esame delle rispettive assemblee) sarà posta in votazione nella prossima seduta della Consulta, la cui nuova convocazione è stata annunciata per il prossimo novembre in Sardegna.  

E’ stata invece approvata all’unanimità la deliberazione sulla gestione del parco internazionale delle Bocche di Bonifacio (relazione Jean Michel Culioli) che su proposta di Petr’Anto Tomasi afferma «una strategia comune delle isole di Sardegna e Corsica a difesa delle Bocche e un’accresciuta cooperazione e comuni obiettivi per la gestione ambientale delle Bocche di Bonifacio». A sostegno della proposta corsa è intervenuto per la Sardegna, il capogruppo Upc, Pierfranco Zanchetta, che ha evidenziato il minore ruolo della Regione e delle amministrazioni locali nella gestione dei parchi nazionali della Maddalena e dell’Asinara, rispetto a quelle riservate alle istituzioni della Corsica, nelle aree sottoposte a misure di salvaguardia e tutela da parte dello stato francese.

La proposta dello statuto di coufficialità della lingua corsa (relazione Sebastian Quenot) e la promozione e valorizzazione della lingua sarda (relazione Daniele Cocco, Art.1-Sdp), anche in considerazione delle norme recentemente approvata in Consiglio in materia di politiche linguistiche, hanno evidenziato la volontà della Consulta di rafforzare le azioni politiche e istituzionali per la tutela ed il pieno riconoscimento del corso e del sardo come lingue ufficiali. «Il problema non è neanche più politico – ha dichiarato il presidente Talamoni – ma la questione è tecnica e scientifica perché è ormai accertato che  senza coufficilità la lingua corsa è condannata a scomparire».

Il tema del sociale è stato trattato direttamente dal presidente dell’assemblea corsa, Jean Guy Talamoni che,  in collaborazione con il segretario generale, Serge Tomi, ha illustrato le principali iniziative in campo promosse nel settore (169 milioni di euro di stanziamenti) soffermandosi sul progetto sperimentale “disoccupato di lunga durata” che incentiva le assunzioni a tempo indeterminato. Il presidente della commissione Salute del Consiglio regionale, Mondo Perra (Psi) ha invece illustrato le misure promosse in Sardegna, con particolare riferimento all’introduzione del Reis e il progetto LavoRas. Al termine, il presidente Jean Guy Talamoni, ha invitato ufficialmente il presidente Gianfranco Ganau e l’intero Consiglio sardo ad Ajaccio, in occasione della giornata di studio e confronto “sull’evoluzione del lavoro e dell’impiego in Corsica”.

I lavori della Consulta sono proseguiti con la votazione unanime della proposta della firma congiunta della Carta europea per l’uguaglianza e la parità delle donne e degli uomini. A favore, in precedenza, per la delegazione corsa è intervenuto il presidente Talamoni («una firma internazionale per ribadire l’impegno di Corsica e Sardegna per la parità e i diritti») mentre per la Sardegna, Anna Maria Busia, ha ricordato lo straordinario risultato ottenuto in Consiglio regionale con l’introduzione della doppia preferenza di genere nella legge elettorale per le elezioni regionali.

I lavori della Consulta corso-sarda si sono conclusi, dunque, con l’intervento di Petru Antone Vesperini, vice presidente assemblea della gioventù della Corsica, che ha illustrato il funzionamento e le attività dell’assemblea. Gianni Lampis ha quindi proposto una valutazione in Consiglio regionale per la costituzione di una consulta giovanile anche in Sardegna.

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Il Consiglio regionale ha approvato la risoluzione della Quarta Commissione sulla vicenda Air Italy. Il presidente Ganau ha aperto la seduta con la commemorazione dell’on. Gesuino Muledda, scomparso ieri a 76 anni. Nato a Oniferi, laureato in lettere, Muledda per oltre cinquant’anni è stato uno dei protagonisti della vita politica sarda, dapprima da apprezzato sindaco di Gairo. Poi il salto: consigliere regionale del Pci nella VII e poi ancora per altre tre legislature oltre che assessore regionale nella giunta di Franco Rais e poi nelle giunte di Mario Melis. Alla fine degli anni ’90 l’approdo, sempre da sinistra, sulle rive del sardismo fino alla costituzione del Partito Rossomori.

Sull’ordine dei lavori, il consigliere Edoardo Tocco ha poi ricordato che «oggi si sarebbe dovuta tenere l’audizione dei parenti dei pazienti della clinica di Decimomannu. Ma vista l’urgenza e i trasferimenti continui dei pazienti chiedo che al presidente Ganau che si faccia carico di incontrarli». Il presidente Gianfranco Ganau ha accolto la richiesta.

Sempre sull’ordine del lavori, l’on. Franco Sabatini (Pd) ha sollevato il problema dei trasporti marittimi: «Siamo in piena stagione turistica e il trasporti marittimi soffrono di grandi difficoltà. Mi preme segnalare che è negato il diritto alla mobilità dei sardi e i prezzi per i turisti sono troppo alti. Per questo chiedo se non sia il caso di valutare la convocazione sul punto di una conferenza dei capigruppo e una convocazione straordinaria del Consiglio da dedicare soltanto a questo tema, addirittura anche a Olbia che è un luogo simbolo di questo problema. Ci sono responsabilità di questa maggioranza ma c’è una responsabilità diffusa nel tempo che ci costringe a costruire un percorso comune, tutte le forze politiche insieme».

L’on. Pierfranco Zanchetta (Cristiano popolari socialisti) ha ribadito la necessità di «intervenire presso il ministro dei Trasporti perché rischiano di sparire i noleggiatori di imbarcazione con conducente» mentre per l’on. Francesco Agus (Cps) «non è più possibile andare in ordine sparso in questa materia. Se abiti un’isola hai l’obbligo di farti amico il mare e mai come in questo periodo il mare ci sembra ostile. Mi accodo alla proposta dell’on. Sabatini».

Favorevole anche il gruppo dei Riformatori sardi con l’on. Michele Cossa. «E’ un tema strategico, non possiamo non aderire». Sì anche dal sardista on. Angelo Carta: «Il Consiglio regionale prenda in carico il problema e produca risultati concreti». Per Forza Italia è intervenuto l’on. Giuseppe Fasolino: «Non possiamo non essere d’accordo con la proposta Sabatini e mi trattengo a sforzo nel non criticare il fatto che sono passati quattro anni e mezzo prima di certificare il fallimento di questa modello di continuità territoriale». La capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, ha detto: «Non ci siamo mai sottratti davanti a un problema ma deve essere chiaro che per tutto questo tempo avete tenuto in ostaggio i sardi, impedendo loro di relazionarsi con il resto del mondo».

Per l’Udc l’on. Gianluigi Rubiu ha «condiviso la proposta dell’on. Franco Sabatini. Oggi l’Unione Sarda evidenzia che la Corsica ha 4 volte il numero di aerei e navi pagati dalla Francia, nonostante la popolazione sia di poco superiore alle 350 mila persone. Mi sembra che non ci sia nulla da aggiungere perché si tratta di un’offesa al popolo sardo».

Favorevole al dibattito sui trasporti anche il gruppo Fratelli d’Italia. «E’ l’occasione buona per fare il punto sulla situazione dei trasporti, ricordo che due anni fa dal palco della Leopolda fu annunciato che i sardi avrebbero pagato soltanto 14 euro in nave. Mi risulta che i prezzi siano ben altri», ha detto l’on. Gianni Lampis.

Per l’on. Giovanni Satta (Psd’Az) «è giusto, anche simbolicamente, tenere il Consiglio regionale straordinario a Olbia perché è la città simbolo di questo sfascio e dello sfascio di Air Italy, senza che la regione controlli e impedisca il danno che subiscono i sardi».

Dello stesso avviso anche l’on. Pietro Cocco, capogruppo Pd: «La richiesta dell’on. Sabatini aveva il senso di evidenziare il problema. Ma il problema esisteva da molto, non è recente di sicuro. Cosa dire della flotta sarda, quando fallì miseramente? Nessuno qui può sollevare la voce, troviamo un momento di unità e in un luogo simbolico». 

Il capogruppo Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha puntato il dito contro le dichiarazioni del capogruppo Pd («dà sempre le colpe agli altri») e ha lamentato la mancata convocazione in sede di Consiglio dei ministri del presidente della Regione sulle questioni di interesse regionale. L’esponente della minoranza ha criticato anche l’atteggiamento politico tenuto dalla Quarta commissione consiliare in occasione dell’audizione con Cin-Tirrenia («sono stati trattatati con i guanti, è una vergogna!»). Giuseppe Meloni (Pd) ha auspicato una forte unità delle forze politiche presenti in Consiglio sul tema chiave dei trasporti ma e si è detto contrario alla convocazione dell’assemblea in seduta straordinaria a Olbia.

Il presidente della Quarta commissione, Antonio Solinas (Pd) ha quindi illustrato la risoluzione approvata in commissione «sulle problematiche legate al rispetto agli accordi da parte della compagnia aerea Air Italy». Antonio Solinas ha ricordato la decisione unilaterale della compagnia con sede a Olbia, acquisita dalla Qatar Airways, di trasferire altri 51 lavoratori del settore amministrazione dalla Sardegna a Malpensa. «Con tale decisione – ha dichiarato l’esponente della maggioranza – il management si  dimostra inaffidabile e disattende gli accordi a suo tempo sottoscritti con il governo». La risoluzione impegna la Giunta regionale proseguire con la richiesta della convocazione di un “tavolo di crisi ex Meridiana” e a richiedere la corretta applicazione degli impegni  assunti con l’accordo del 2016 nei confronti dei lavoratori e per il potenziamento delle attività in Sardegna. Un ulteriore impegno è rivolto ai parlamentari sardi per chiedere al governo il rispetto degli accordi che prevedono la permanenza in Sardegna delle attività della compagnia Air Italy.

L’assessore dei Trasporti, Carlo Careddu, ha ricordato la complessa trattativa per il passaggio del pacchetto di controllo dell’ex compagnia Meridiana alla Qatar Airways e i diversi incontri con i nuovi vertici della compagine qatarina per scongiurare qualunque forma di delocalizzazione e ribadire l’impegno per lo sviluppo delle attività della ex Meridiana in Sardegna e soprattutto a Olbia. L’assessore ha quindi riaffermato la volontà della Giunta perché siano rispettati accordi e impegni assunti con i lavoratori e la Regione ed ha confermato l’incontro, nella giornata di domani, a Roma, con il neo ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli.

A favore della risoluzione si sono espressi il consigliere Angelo Carta (Psd’Az-La Base) e il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu («i trasferimenti di Cin-Tirrenia e Air Italy sono un’offesa per i sardi»). Favorevole anche il consigliere di Fi, Giuseppe Fasolino; il capogruppo Psd’Az-La Base, Gaetano Ledda e il capogruppo Upc, Pierfranco Zanchetta che ha criticato apertamente l’operato del ministro dello Sviluppo e vice premier, Luigi Di Maio. Hanno preannunciato disco verde anche Luigi Crisponi (Riformatori sardi), Giuseppe Meloni, Pd («il cambio del governo non può significare un cambio di rotta sugli accordi fatti con Air Italy»); Marco Tedde, Fi, («ci sarebbe piaciuto riscontrare le sensibilità che si registrano oggi anche quando Ryanair ha abbandonato il Nordovest») e Gianni Lampis, Fratelli d’Italia («dobbiamo interrogarci anche sul fatto del perché la Sardegna sia considerata non idonea a garantire competitività a Air Italy»).

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu, favorevole, ha sottolineato l’ampiezza del mandato conferito all’assessore Carlo Careddu, relativo cioè alla dignità della comunità regionale, non solo quindi la rivendicazione del rispetto di un contratto ma la riaffermazione della dignità della Sardegna che vuole svolgere nel panorama europeo ed internazionale il ruolo naturale di hub dei trasporti.

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, riprendendo le argomentazioni di Congiu, ha affermato che domani l’assessore «porta a Roma il diritto dei sardi alla mobilità contro ogni delocalizzazione di cui purtroppo è piena la storia recente dei rapporti fra grandi imprese e la Sardegna; il governo nazionale ha annunciato provvedimenti contro le delocalizzazioni ed ora avrà l’occasione di dimostrare questa sua volontà, mentre la Sardegna dovrà battere i pugni sul tavolo con la forza della Sardegna unita».

Il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco ha ricordato che il personale sardo ha fatto tanto per Meridiana, compagnia che per i sardi negli anni è sostanzialmente diventata la compagnia di bandiera; «oggi il mondo dei trasporti è cambiato e l’azienda ha strategie diverse, e forse in materia di trasporti non siamo molto credibili perché altrimenti non saremmo a questo punto, comunque il mandato pieno dà all’assessore la forza di invertire finalmente questa tendenza negativa».

Sempre per Forza Italia il consigliere Antonello Peru ha accusato Air Italy di essersi rimangiata «quello che aveva detto e scritto nei tavoli dell’accordo per salvare Meridiana e la Sardegna deve costruire perciò le condizioni perché le società private abbiano interesse ad insediarsi ed a restare in Sardegna, dicendo però basta ai vertici Ue che bloccano la continuità aerea ed allo stallo dei trasporti marittimi». «Battere i pugni sul tavolo sì – ha aggiunto – ma purché cessino i litigi interni, come si sta facendo sulla legge urbanistica che invece contiene messaggi importanti per rilanciare vocazioni storiche della Sardegna come turismo ed agricoltura; anche questo significa stimolare le imprese a scegliere la Sardegna».

Ancora per Forza Italia il consigliere Stefano Coinu, favorevole, ha detto che «il mandato per l’assessore va oltre la vertenza per arrivare alla continuità territoriale mancata cioè per cambiare una politica che cura il male senza aggredire i sintomi; Air Italy è una società privata e gli strumenti a disposizione della Regione non sono tanti al di là del convincimento, ma resta centrale il dovere di assumere davanti ai Ministeri un atteggiamento forte per ricordare la necessità di tutelare il diritto della Regione ad essere considerata al pari delle altre». «La delocalizzazione dalla Sardegna verso il continente – ha concluso – è per molti aspetti uguale a quelle che colpiscono l’Italia e vanno contrastate».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione la risoluzione che il Consiglio ha approvato all’unanimità con 45 voti.

Successivamente l’Assemblea ha iniziato la discussione della Proposta di legge n. 508 (Lotto e più) in materia di turismo.

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha annunciato il ritiro della sua firma dalla proposta perché, ha spiegato, «sono venuti meno alcuni principi di riferimento».

Ritiro della firma anche da parte di Luigi Crisponi, dei Riformatori, che si è riservato di motivare il suo dissenso, del capogruppo del Psd’Az Gaetano Ledda, di Mariano Contu e Marco Tedde di Forza Italia. Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco, invece, ha aggiunto la sua firma alla proposta.

Il consigliere del Pd Piero Comandini, sostenendo le ragioni del progetto di legge, ha affermato che «si tratta di dare gambe  alla legge regionale 16 sul turismo prevedendo un ruolo incisivo per i privati, peraltro richiesto dalle imprese di settore che rischiano risorse proprie». «La nuova classificazione alberghiera molto discussa in conferenza Stato-Regioni – ha concluso – può essere una risposta ulteriore alla domanda degli operatori turistici consentendo a realtà residenziali ed alberghiere di convivere in uno stesso Comune, per diversificare l’offerta».

Luigi Crisponi, dei Riformatori sardi, ha dichiarato che il ritiro della sua firma è dovuto ad alcune parti non convincenti della legge, «che appare adatta a Regioni come Emilia Romagna, Veneto o Trentino Alto Adige, molto diverse dalla nostra; in pratica ogni destinazione alberghiera può venire a cadere aprendo la strada a speculazioni di seconde case occulte, con camere di hotel che si trasformano in quote condominiali, insomma in Sardegna c’è un rischio grave di distorsioni».

Il consigliere di Fdi Gianni Lampis ha affermato che  i problemi della legge nascono «dal conflitto di competenze mai risolto fra Stato e Regioni in materia di turismo e sarebbe meglio arrivare ad una competenza concorrente, definendo la cornice a livello centrale e lasciando alla Regioni la normativa di dettaglio». «Le preoccupazioni di Crisponi devono richiamare la nostra attenzione – ha aggiunto – ma è pur vero che non bisogna cedere alla paura e che per certi aspetti la norma può aiutare le realtà più deboli migliorando l’esistente, recuperando porzioni dei centri storici e dando più liquidità ad imprenditori che potrebbero trovare opportunità di crescita e di posizionarsi sul mercato».

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha sottolineato che la scelta di ritirare la firma nasce «dalla consapevolezza che una nuova struttura turistica potrebbe determinare contraccolpi negativi sulla realtà regionale e del resto non è una novità che ogni volta che la Sardegna legifera in materia di turismo e trasporti sbaglia, perché non si tratta di adeguarsi ad una evoluzione naturale della normativa nazionale di settore quanto di applicabilità, posto che i privati vanno coinvolti con procedure ad evidenza pubblica che però non possono essere attivate perché mancano i provvedimenti attuativi, attesi da un anno e ancora non emanati dalla Giunta». Tedde si poi espresso in modo molto critico sul recente bando per la destagionalizzazione «per il quale si è partiti a luglio scorso per fare in fretta ma non è accaduto nulla ed il bando è sostanzialmente fermo mentre qualche compagnia comincia a minacciare l’abbandono e poco fa, ad Alghero, si è dimesso il direttore generale dell’aeroporto:  significa che il problema c’è eccome».

Al termine dell’intervento di Marco Tedde, il presidente Gianfranco Ganau ha tolto la seduta riconvocando il Consiglio per domattina alle 10.00.

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Il Consiglio regionale ha approvato il testo unico sulla lingua sarda ed il rendiconto 2017, ed ha ricordato con un minuto di silenzio l’ex consigliere regionale Raffaele Farigu.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. All’ordine del giorno il Testo Unico sulla lingua sarda. Il presidente ha messo in discussione l’articolo 41 “Entrata in vigore” che è stato subito approvato. 

Si è quindi passati alle dichiarazioni finali sulla legge. Il primo a prendere la parola è stato il consigliere Mario Tendas (Pd) che ha annunciato il suo voto favorevole: «E’ una legge frutto del lungo lavoro portato avanti dalla Commissione Cultura  rispetto al quale l’Aula ha apportato delle correzioni intervenendo su alcuni punti critici – ha detto Mario Tendas – la difficoltà maggiore che incontra oggi la lingua è la trasmissione intergenerazionale. Con questo provvedimento si cerca di intervenire su quel fronte. Oggi solo il 3% delle scuole fa progetti di didattica in sardo, la legge cerca di quintuplicare la quota di insegnamento del sardo nelle scuole. Ci sono tutte le ragioni per credere che questo obiettivo possa essere raggiunto».

Soddisfazione per l’approvazione della legge ha espresso il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco: «La legge ha avuto un iter complicato ma alla fine si è raggiunta una sintesi è un punto qualificante di questa legislatura per il quale ringrazio l’on. Paolo Zedda».

Critico invece il consigliere Fabrizio Anedda (Gruppo Misto) che ha annunciato la sua astensione: «Il dibattito non mi ha coinvolto così come non è riuscito a coinvolgere i sardi – ha detto Fabrizio Anedda – la proposta di legge è una distrazione dai problemi del lavoro, la vertenza Aias è solo un esempio con i dipendenti che lamentano il mancato pagamento di 11 stipendi. Preferisco rispondere alla richiesta di aiuto di questi lavoratori, alle richieste delle partite Iva trascurate da tempo. Le priorità sono altre».

Di avviso diverso Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp) che invece ha espresso piena soddisfazione per l’approvazione della legge. «Oggi si compie un passo importante, non è vero che nessuno è interessato alla lingua – ha sottolineato Lai – è vero invece che ci sono problemi seri ma non esiste un popolo senza lingua. Oggi il Consiglio compie un passo importante per affermare la propria identità. Non è di seconda importanza il fatto che venga disciplinato l’insegnamento del sardo a scuola che consentirà alla futura classe dirigente di avere più consapevolezza. Si è compiuto un passo importante».

D’accordo con l’on Lai anche il consigliere del Pd Luigi Lotto: «E’ stato conseguito un buon risultato. E’ chiara a tutti la valenza della lingua per il popolo sardo. Se si considera l’iter della legge, con decine di audizioni in Commissione, si capisce che il lavoro è stato molto complesso. Oggi si fa un passo avanti rispetto a quanto fatto dalla Giunta 13 anni fa. Dalla sperimentazione si passa alla pratica. Si sono create le basi perché il passo in avanti si faccia davvero». Secondo Luigi Lotto occorrerà in futuro mandare avanti i progetti di valorizzazione del sardo, del catalano e delle altre parlate alloglotte. «Abbiamo fatto in modo che il problema non si risolvesse oggi. Tutti quelli che guardano con attenzione alla lingua sanno che la questione potrà essere risolta positivamente. Serviva la massima condivisione».

Raimondo Cacciotto (Pd) ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto: «La discussione ampia che ha caratterizzato l’esame della legge è rappresentativa della varietà del patrimonio linguistico della Sardegna. Anche ad Alghero è nata la Consulta del catalano, è un contributo alla varietà di questo patrimonio linguistico. La legge può fornire un nuovo strumento per la valorizzazione delle parlate isolane e del sistema culturale dell’Isola».

Il relatore Paolo Zedda (Art. 1 – Mdp), intervenendo in sardo, ha ribadito la validità della legge: «E’ un provvedimento che porta grosse novità e corregge un peccato grave dello Statuto dove manca un riferimento al sardo. Con questa legge approviamo le norme di attuazione e il sardo entra finalmente nello Statuto – ha rimarcato Paolo Zedda – per chi ha ancora dubbi, dico che tutti i finanziamenti per la lingua si traducono in lavoro. Una buona legge promuove anche il turismo e influisce sul dimensionamento scolastico». Paolo Zedda, infine, ha ringraziato gli ex consiglieri regionali Efisio Arbau, Modesto Fenu e Gavino Sale per le proposte di legge presentate e poi confluite nel Testo Unico, l’ex presidente della Commissione Cultura Gavino Manca e la funzionaria Cristina Caria per il lavoro svolto.

Voto favorevole ha annunciato anche Augusto Cherchi (Pds): «Il Partito dei Sardi ha consapevolezza che la Sardegna è una nazione e ha il dovere di perseguire l’unità su un elemento come la lingua – ha detto Augusto Cherchi – siamo stati irremovibili quando abbiamo proposto una sintesi nella ricerca di uno standard unico che considerasse le diverse esperienze territoriali e storiche. Non siamo caduti nel tranello dello scontro, abbiamo sommato le esperienze e siamo arrivati all’ipotesi di una norma linguistica e ortografica unica. Si è fatto un importante passo in avanti».

A favore della legge si è schierata anche Rossella Pinna (Pd): «Avrei voluto pronunciare la mia dichiarazione in campidanese ma purtroppo appartengo a quella generazione di persone a cui è stato negato il diritto di parlare in sardo – ha detto Rossella Pinna – a scuola mi veniva impedito di parlare la mia lingua, ho recuperato da mia nonna che mi parlava di nascosto in sardo perché aveva capito l’importanza della conoscenza della lingua materna. Sono favorevole a questa legge, una buona norma sulla quale la commissione ha lavorato per due anni. Non sono d’accordo con chi ritiene, anche all’interno della maggioranza,  che sia un problema di poco conto e che ci fosse qualcosa di più urgente della lingua. Serviva un intervento che superasse la legge 26, c’è la necessità di diffondere l’uso della lingua, elemento fondamentale della nostra identità. Invito insegnanti e genitori a tramandare e insegnare la lingua. Si torni alle radici perché senza radici non si vola».

In sardo è intervenuto il consigliere dei riformatori Luigi Crisponi: «Quando tu puoi parlare la tua lingua non solo a casa ma tra la gente provi grande soddisfazione, quando lo fai in consessi importanti come questo ti senti libero – ha detto Luigi Crisponi – peccato che però la legge che andiamo ad approvare presenti diverse lacune». Secondo l’esponente della minoranza la norma poteva essere definita meglio ascoltando le raccomandazioni provenienti dai territori: «E’ una mancanza alla quale non si può porre rimedio – ha concluso Luigi Crisponi – siamo andati di fretta, serviva una riflessione più approfondita».

Voto contrario ha annunciato il capogruppo dei Cristiano Popolari Socialisti Pierfranco Zanchetta: «Questa legge mi pare un matzamurru. Noi consiglieri della Gallura per quanto sia apprezzabile lo sforzo dell’art.9 riteniamo che il gallurese sia stato impoverito – ha affermato Pierfranco Zanchetta – vedremo se la Consulta sarà capace di trovare anche per il gallurese e l’isulanu de la Maddalena una forma di tutela. Ricordo che due delibere del 2010 e del 2012 del Consiglio provinciale di Olbia chiedevano una revisione della legge regionale 26 e della legge nazionale 482 che non considerano lingua il gallurese. Allora si aprivano sportelli linguistici di logudorese a Olbia, una forzatura inaccettabile. Una glottofagia, un cannibalismo linguistico che ci declassa non può starci bene. Mi auguro che la legge possa avere gli effetti indicati dall’art.9. Ci auguriamo un plurilinguismo democratico».

Giudizio condiviso dall’altro consigliere gallurese Giuseppe Meloni (Pd): «A mio parere non esiste una lingua sarda ma diverse lingue sarde. Si sta perdendo un’occasione d’oro per riaprire un confronto con il legislatore nazionale. La legge 482 è ambigua, non riconosce il gallurese e fa confusione. Era dovere della Regione chiedere un’integrazione dell’art.2 della legge 482. Bastava seguire l’esempio svizzero. Con questa legge stiamo ribadendo che esistono lingue di serie A e lingue di serie B. Occorreva più coraggio, per questo voterò contro»

Voto contrario ha annunciato anche Stefano Coinu (Forza Italia): «La legge ha avuto un iter tormentato, ci sono state 100 audizioni e una volta arrivata in Aula quasi 400 emendamenti, alcuni dei quali sostanziali proposti dalla stessa maggioranza come l’abrogazione dell’art. 2 e le correzioni l’art. 9 – ha ricordato Stefano Coinu – la chicca è proprio l’art. 9 che migliora la stesura originaria e demanda a una Consulta, composta da 28 elementi, la definizione di una norma linguistica e ortografica. Gli esperti saranno scelti tenendo conto della loro provenienza geografica. Credo che in cuor suo non sia contento nemmeno Paolo Zedda. Si sta decidendo di non decidere, noi chiedevamo di rinunciare. Il voto è contrario, si sta disgregando il popolo sardo per provare a unire la maggioranza».

Critico anche Gaetano Ledda (Psd’Az – La Base): «Nel dibattito si sono sentite opinioni diverse. La maggioranza per trovare l’unità ha fatto cambiamenti sostanziali. Alla fine è venuta fuori una grande confusione. Ricordo che la lingua sarda è unica, composta da diverse parlate. Oggi diciamo in legge cose non vere. Stiamo modificando la realtà. La lingua sarda è una».

Per Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori sardi «si tratta di un lavoro non finito in Commissione e non trattato nel migliore dei modi dal Consiglio. Manca la base, l’essenza del perché abbiamo una lingua. E’ facile dire che siamo una nazione, ma non capiamo quale sia l’idem sentire di una comunità».

Contro la proposta in discussione anche l’intervento di Giovanni Satta (Psd’Az – La Base). «In questa legge di buono c’è solo l’impegno che vi ha messo Paolo Zedda. Per altro è una legge che evidenzia le divisioni. Io ho imparato il sardo da piccolo poi sono stato a Sassari e Olbia e ho imparato le altre parlate. La legge è stata approvata in fretta per accontentare qualcuno, la maggioranza è obbligata a votarla come ha fatto per la riforma sanitaria e per i soldi dei pastori. Dispiace perché si poteva trovare l’unità. La lingua non è né di destra nè di sinistra. Riportatela in Commissione».

Marco Tedde (Forza Italia) ha ribadito il giudizio negativo sulla legge espresso a più riprese nel corso della discussione. «C’è stato un lungo braccio di ferro all’interno della maggioranza tra chi parteggiava per i localismi e chi invece puntava a una lingua standard la proposta iniziale è stata destrutturata, i valori di riferimento sono venuti a mancare. Questa è una legge inadeguata rispetto agli obiettivi strategici. Unico lato positivo è l’inserimento della valorizzazione della lingua catalana di Alghero che ha pari dignità rispetto al sardo. Questo era stato ignorato all’inizio. Grazie a noi oggi il catalano ha un ruolo. Ciò non toglie che nel suo complesso la proposta sia negativa».

Per la capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, «oggi è un giorno triste perché non abbiamo potuto dare il nostro contributo per unire il popolo sardo, invece di dividerlo. Credo, a giudicare dal risultato arrivato in quest’Aula, che in commissione non si sia lavorato rispettando i canoni di formazione di una legge. Non ho mai pensato di avere il verbo e dunque la lingua per parlare a tutti i sardi ma sono convinta che campidanese e logudorese, come dicono studi scientifici,  derivino separatamente e insieme dal latino».

Si è espresso contrariamente anche l’on. Gianluigi Rubiu (Udc), che ha detto: «Questa legge è sbagliata nei tempi e non è pienamente condivisibile nei contenuti. E’ una legge bandierina che non produrrà effetti positivi per la Sardegna, pur riconoscendo noi l’importanza di un testo di legge che affermi l’esistenza di una lingua sarda comune. Altri sono i provvedimenti, però, che i sardi attendono e non possiamo ignorare il momento storico con un 3,3 per cento di aumento della povertà in Sardegna rilevato questa mattina dall’Istat. Il tasso di disoccupazione dei giovani sardi è ormai al 54 per cento e la dispersione scolastica al 33 per cento. Abbiamo bisogno di aggiungere altro? Sì, lo spopolamento delle zone interne e la fuga di cervelli dall’Isola».

Per l’on. Giuseppe Fasolino (FI) «abbiamo perso tanto tempo per fare un pasticcio e il Consiglio ha stabilito chi di noi ha la dignità della lingua sarda. Noi galluresi non abbiamo la dignità degli altri. E mi chiedo perché il campidanese non sia considerato una lingua sarda. La verità è che dovevate approvare questa legge per mettere una bandierina ma sapete come me che si tratta di un provvedimento sbagliato. Non è di questi comportamenti che ha bisogno la Sardegna».

A favore del provvedimento in esame si è espresso il capogruppo del Pd, on. Pietro Cocco, che ha detto: «In realtà questo testo ha avuto un iter lunghissimo che testimonia la difficoltà della trattazione del tema, sotto il profilo politico, culturale e scientifico. Non si fanno le leggi per mettere le bandierine, come ho sentito: si fanno perché è necessario farle. E una legge sulla lingua sarda andava fatta: potrà essere migliorata, se serve. Ma intanto la facciamo, per la prima volta, e colmiamo un bisogno che esisteva. Torneremo a discuterne, aprendo il dibattito nella società».

Non appena è giunta in Aula la notizia del decesso, il presidente Ganau ha invitato i consiglieri a un minuto di raccoglimento per ricordare l’on. Raffaele Farigu, consigliere regionale del Psi nelle legislature VII X e XII e due volte deputato, venuto a mancare questa mattina. Originario di Capoterra, Farigu era nato nel 1934 e aveva affiancato il suo lavoro in prefettura all’attività politica e a quella sociale ai vertici dell’Uce (Unione ciechi d’Europa) e dell’istituto di formazione professionale Ierfop.

Poi il voto finale della legge sulla lingua sarda, che è stata approvata.

Il presidente Gianfranco Ganau è passato poi all’esame del punto successivo dell’ordine del giorno: il rendiconto del Consiglio regionale per il 2017. L’on. questore Fabrizio Anedda ha illustrato la relazione e lo ha rimesso, con parere positivo, alla valutazione dell’Aula.

Per l’on. Gianni Lampis (Fdi) «da tre mesi mi ritengo molto infastidito per l’atteggiamento del collegio dei questori e non voterò questo rendiconto».

Il rendiconto ed i suoi allegati sono stati approvati dall’Aula. Approvato poi anche il rendiconto dei Gruppi consiliari del 2017 ed il resoconto del Corecom Sardegna 2017.

Il presidente Gianfranco Ganau ha tolto la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo che ha convocato il Consiglio per martedì 3 luglio, alle 16,30. Primo punto all’ordine del giorno la proposta di legge 508 (Lotto e più) Modifiche alla legge regionale 28 luglio 2017, n. 16 (Norme in materia di turismo). Seguirà l’esame della PL 164 (Pinna e più) Interventi per la promozione e la valorizzazione dell’amministratore di sostegno a tutela dei soggetti deboli, della PL 495 (Lotto e più) Disposizioni per la valorizzazione della suinicoltura sarda e della PL 506 (Lotto e più) Norme per la lavorazione, la trasformazione ed il confezionamento di prodotti agricoli esclusivamente aziendali.

L’ordine del giorno proseguirà con l’esame della PL 434 (Lotto e più) Disposizioni transitorie per la sanatoria di situazioni irregolari sugli immobili regionali, della PL 223 (Comandini e più) in materia funebre e cimiteriale. Ex articolo 102 entra in aula anche la proposta di legge 481 (Lai e più) Disposizioni in materia di personale della categoria “assuntori” operante in Sardegna in base alla legge n. 14 del 1965 e costituzione della “Lista ad esaurimento assuntori”.  

Martedì 3 luglio alle 15,30 la Conferenza dei capigruppo incontrerà i presidenti dei comitati provinciali INPS della Sardegna, sulla presenza dell’Istituto sul territorio.

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La commissione speciale «sulla grave situazione delle imprese attive nell’artigianato, nel commercio al dettaglio e sulle politiche commerciali della grande distribuzione», presieduta da Roberto Deriu (Pd), ha audito questa mattina l’assessore regionale, Barbara Argiolas, per compiere una prima valutazione in ordine alla generale situazione di crisi che interessa i due comparti.

In apertura del suo intervento, l’assessore Barbara Argiolas, ha ricordato i numeri delle imprese artigiane in Sardegna censite al 31 dicembre 2017 (35.562) e al 31 marzo 2018 (35.277) per evidenziarne una riduzione nel trimestre (0.73%), in linea con la diminuzione delle imprese attive che caratterizza l’andamento del settore negli ultimi anni. «L’artigianato è un comparto complesso – ha precisato l’assessore – dove sono ricomprese le imprese del settore dell’edilizia, manifatturiere, dell’artigianato artistico ma anche dell’agroalimentare, con caratteristiche di impresa e di mercato completamente differenti».

Per le imprese edili di dimensioni piccole e medio piccole (la cui crisi è rappresentata anche dalla impossibilità di aggiudicarsi bandi pubblici a vantaggio di aziende che arrivano da oltremare) – a giudizio di Barbara Argiolas – positive ricadute potrebbero derivare dall’approvazione della legge urbanistica, mentre molte imprese del manifatturiero  sono maggiormente interessate da una più semplificata, snella ed efficiente gestione dei bandi regionali di agevolazione ad incominciare dal cosiddetto bando “T1”. Un’azione particolarmente incisiva riguarda il settore dell’artigianato artistico interessato dalla valorizzazione del marchio storico dell’Isola, anche nell’ottica dell’entrata a regime della “vetrina dell’artigianato artistico” a cui aderiscono circa duecento aziende sarde.

Il problema comune a tutte le realtà dell’artigianato è rappresentato dal fenomeno dell’abusivismo e da sempre crescenti forme di concorrenza sleale, per combattere le quali è necessaria una nuova disciplina che regolamenti il settore. Mentre per ciò che riguarda le leggi di incentivazione, è atteso il ripristino delle agevolazioni di settore quali quelle disciplinate dalla legge regionale n. 51\1993, anche alla luce dei più calzanti e celeri meccanismi di erogazione in favore delle piccole imprese. 

Discorso analogo vale per il commercio, dove la crisi degli ultimi anni, unitamente alla crescente concorrenza degli acquisti on line, ha messo a dura prova la tenuta delle attività commerciali che, in aggiunta alla competizione tra le attività dei diversi centri storici e dei centri commerciali, si trovano a fare i conti con il web e gli acquisti a portata di click. «È necessario – ha dichiarato Barbara Argiolas – la modifica della ormai obsoleta legge regionale n. 5/2006, e ragionare sul supporto formativo nel comparto del commercio e dell’artigianato».

Su sollecitazione dei consiglieri Piero Comandini (Pd), Luigi Crisponi (Riformatori), Gianni Lampis (FdI), Raimondo Cacciotto (Pd) e Pierfranco Zanchetta (Upc), l’assessore ha svolto alcune considerazioni in ordine all’ambulantato e al cosiddetto “hobbismo” («serve un riordino complessivo delle norme e misure adeguate a fronteggiare l’abusivismo in materia di commercio su area pubblica») e ai “saldi”. «I saldi – ha affermato l’assessore Barbara Argiolas – sembrano essere superati e le grandi catene commerciali, con le carte e i programmi fedeltà, aggirano di fatto la stagione dei prezzi scontati, con iniziative ad hoc che non possono essere sostenute invece dalle botteghe storiche. Forse è arrivato il momento di fare una riflessione sull’opportunità di tenerli ancora in vita».

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Il Consiglio regionale ha approvato misure in favore dei lavoratori ex Saremar, modifiche alla legge regionale contenente disposizioni urgenti per l’eradicazione della peste suina africana e la mozione che censura Abbanoa per l’azione legale intrapresa nei confronti dell’on. Marco Tedde (Forza Italia).

In apertura di seduta il presidente Ganau ha comunicato la decisione della Conferenza dei Capigruppo di inserire all’ordine del giorno, con procedura d’urgenza prevista dall’art. 102 del Regolamento interno, la proposta di legge n. 518 “Misure a favore dei lavoratori ex Saremar”.

Ha quindi preso la parola per l’illustrazione il primo firmatario del provvedimento, il capogruppo dei Cristiano Popolari Socialisti Pierfranco Zanchetta. «C’è la necessità di riprendere in mano un problema complesso che riguarda i lavoratori ex Saremar, vittime di un disagio sociale ed occupazionale – ha detto Pierluigi Zanchetta – la Regione per porre rimedio a questa situazione ha avviato un programma finalizzato alla salvaguardia delle professionalità e dei livelli occupazionali. Questa proposta di legge integra quel programma ed autorizza la spesa di 2,5 milioni di euro per l’attuazione di alcuni interventi. I lavoratori potranno fruire di diverse misure alternative: un contributo economico una tantum e l’impiego nei cantieri comunali come richiesto dai comuni di Carloforte e La Maddalena».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Gianfranco Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato all’unanimità.

L’Aula, sempre all’unanimità, ha poi approvato in rapida successione i due articoli della legge ed il testo finale.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in discussione il secondo punto all’ordine del giorno: il Testo unificato sulla lingua sarda. Sull’ordine dei lavori è intervenuto il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu che ha chiesto un rinvio della legge alla prossima settimana. «Abbiamo dato disponibilità per discutere la proposta di legge ma crediamo sia meglio rimandare l’esame del provvedimento per consentire ai consiglieri di impegnarsi nella campagna elettorale in vista del voto di domenica per le elezioni amministrative – ha detto Gianluigi Rubiu – i tempi per gli emendamenti sono ristretti. Vista l’importanza della legge sarebbe meglio rimandare di qualche giorno la discussione.»

Contro la richiesta di rinvio si è schierato Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp). «I capigruppo hanno deciso di portare oggi in Aula la legge e di rimandare a lunedì prossimo la presentazione degli emendamenti – ha detto Eugenio Lai – ci sono già stati dei rinvii, abbiamo avuto tutto il tempo per approfondire».

Il presidente Gianfranco Ganau ha messo in votazione la richiesta di rinvio della legge che è stata accolta dal Consiglio.

Gianfranco Ganau ha quindi sospeso la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il presidente ha comunicato la decisione di capigruppo di anticipare la discussione del disegno di legge n. 513 “Modifiche alla legge regionale n.34/2014 sull’eradicazione della peste suina”.

Sull’ordine dei lavori ha chiesto di intervenire la consigliera di Forza Italia Alessandra Zedda: «E’ successo un fatto grave, la minoranza ha deciso di indire per domani una conferenza stampa per stigmatizzare una situazione grave che vede coinvolto il collega Marco Tedde denunciato dai vertici di Abbanoa per aver espresso le proprie opinioni nei confronti della società di gestione del servizio idrico. Sono state lese le prerogative di un consigliere regionale».

Anche per Stefano Tunis (Fi) la questione è delicata e merita attenzione. «Il tema della tutela delle prerogative dei consiglieri è tutto in capo all’Assemblea e alla sua presidenza. Esprimo solidarietà a Marco Tedde, è in discussione la legittimità dell’intero Consiglio. Chiedo al presidente Gianfranco Ganau di farsi carico di questa tutela».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha parlato di «fatto di una gravità inaudita» che offende tutto il Consiglio regionale. L’esponente della minoranza ha chiesto di occupare simbolicamente l’Aula per un’ora in segno di solidarietà all’on. Marco Tedde.

Una presa di posizione forte ha invocato anche Annamaria Busia (Campo Progressista): «Quando non c’è la politica interviene la giustizia ma in questo caso la politica c’è. Quanto accaduto è grave, non soltanto la minoranza deve chiedere e sollecitare una presa di posizione del Consiglio ma lo dobbiamo fare tutti insieme. La politica faccia sentire la sua voce, l’intervento della magistratura deve essere l’ultima ratio. Noi abbiamo diritto di intervenire, ispezionare e criticare ovviamente nei termini consentiti ma non si può contrapporre alle nostre richieste una minaccia grave».

Per il capogruppo del Pd Pietro Cocco la questione riguarda tutti. «E’ grave limitare le prerogative di un Consigliere regionale – ha detto Pietro Cocco – vale la pena far suonare un campanello d’allarme per dire che non va assolutamente bene. Oggi è capitato a Tedde, domani capiterà a qualche altro. Con forza occorre dire che bisogna abbassare i toni. Se Abbanoa ritiene di aver subito un torto e si rivolge a un magistrato è assolutamente sbagliato. Intervengo a difesa di un’istituzione che non può essere messa sotto scacco».

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori sardi: «L’istituzione consiliare è stata vilipesa. Questo accade perché l’autonomia non viene difesa, è già capitato in più di una circostanza. E’ ora di riaffermare la dignità dell’istituzione autonomistica. E’ tempo di dire basta».

Il consigliere Gianni Lampis, a nome del gruppo Fratelli d’Italia, ha espresso solidarietà nei confronti di Marco Tedde contro un’aggressione “da muretto a secco”. Gianni Lampis ha richiamato l’art 25 dello Statuto che garantisce i consiglierei regionali per le opinioni espresse nell’esercizio delle proprie funzioni. «Sono d’accordo con l’on. Gianluigi Rubiu e dichiaro la disponibilità del mio gruppo ad occupare per un’ora l’Aula».

Secondo Angelo Carta (Psd’Az), le dichiarazioni dell’amministratore di Abbanoa Alessandro Ramazzotti sembrano una difesa nei confronti dell’operato della Giunta regionale. «Per questo motivo credo che  sia il caso che intervenga la Giunta regionale per dire che l’esecutivo si tutela da solo e non ha bisogno di nessun avvocato difensore. Alessandro Ramazzotti ha fatto di tutto per mettere Abbanoa al centro del bersaglio».

Il consigliere dell’Upc Antonio Gaia ha espresso solidarietà a Tedde e ha denunciato il mancato rispetto delle norme che regolano i rapporti tra i diversi organi istituzionali della Regione. «La Giunta ha il dovere di rispondere alle interpellanze e interrogazioni presentate dai consiglieri regionali, non devono farlo gli uffici amministrativi. Gli atti ispettivi sono legittimi ma spesso mancano le risposte da parte della Giunta e degli assessori. Presidente Ganau, sta a lei fare rispettare le norme di funzionamento ed evitare interferenze esterne sull’attività ispettiva e di controllo. Non è ammissibile che risponda il soggetto che si vuole controllare».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha chiesto al presidente Ganau di informare l’Aula sui dettagli della vicenda appresi durante la Conferenza dei Capigruppo. «Esisterebbe un atteggiamento che travalica le prerogative proprie del consigliere. Lei ha parlato di affermazioni che vanno oltre l’esercizio delle proprie funzioni, di denuncia prudenziale perché si paventava ipotesi di falso in bilancio da parte di Abbanoa. Lei si è speso per favorire un chiarimento. Prima di invischiarci in questo ragionamento occorre riflettere. L’Aula disinformata dove arriva?»

Ha quindi preso la parola Marco Tedde: «Non intendevo intervenire ma sono stato tirato per la giacchetta. Le spiegazioni agli atti di sindacato ispettivo le deve dare la Giunta che ha il dovere di rispondere soprattutto di fronte a casi gravissimi. Abbanoa è una Repubblica indipendente: l’amministratore nomina il direttore generale per tre anni senza selezione. Potrei parlare per ore di ciò che fa e non fa. L’ultima perla è lettera ai dipendenti in cui si parla di una mozione sottoscritta da 24 consiglieri piena di calunnie. Ringrazio i colleghi che sono intervenuti in mia difesa ma si tratta di un attentato nei confronti di questo consesso. Se iniziamo con queste intimidazioni non lavoreremmo più serenamente. Io sono attrezzato per difendermi potrebbe esserci però qualche altro meno attrezzato. Noi dobbiamo lavorare senza pressioni, la Costituzione e lo Statuto ci tutelano. Il Regolamento dice che Lei, presidente Gianfranco Ganau, deve tutelare le prerogative dei consiglieri. Chiedo anch’io che lei intervenga con forza nei confronti di questi signori».

Il consigliere Stefano Tunis (Fi) ha invocato un intervento formale del Consiglio. «La discussione sta mantenendo toni civili. L’intervento dell’on. Gianfranco Congiu evita un processo sommario. Credo sia necessario procedere con un atto di censura del Consiglio nei confronti di Abbanoa altrimenti rimarrà una discussione che non lascerà traccia».

L’on. Giuseppe Fasolino (FI) ha detto: «Mi chiedo perché la politica si trovi a questo livello e l’antipolitica ha preso il sopravvento su tutto. Il collega Marco Tedde si difende da solo ma se capitasse a una persona normale, dovrebbe rivolgersi a un avvocato per difendersi dopo aver fatto il suo dovere. E allora mi chiedo: qual è il nostro ruolo?».

Per l’on. Luigi Lotto (Pd) «sarebbe utile che il presidente della Regione si facesse dare gli atti del personale di Abbanoa negli ultimi tre anni, per verificare chi ha perso il lavoro e perché». Sulla proposta dell’on. Gianluigi Rubiu, ossia sospendere i lavori per un’ora e occupare l’Aula, l’on. Gianfranco Congiu (PDS) ha dato parere contrario mentre l’on. Stefano Tunis (FI) ha suggerito la redazione di un documento come «un ordine del giorno che metta insieme le posizioni emerse». Anche l’on. Gianluigi Rubiu (Udc) si è associato alla proposta di redigere un ordine del giorno mentre l’on. Antonio Solinas (Pd) ha aggiunto: «Stiamo rasentando il ridicolo con la proposta di occupare l’Aula, veda la conferenza dei capigruppo se è possibile votare un ordine del giorno condiviso». Favorevole anche l’on. Francesco Agus (Cps). Il presidente Ganau ha sospeso la seduta per convocare la conferenza dei capigruppo e definire il proseguo dei lavori.

L’Aula è ripresa con l’esame del disegno di legge 513 in materia di eradicazione della peste suina africana. L’on. Francesco Agus, presidente della commissione Autonomia, ha predisposto un emendamento sul personale chiamato a lavoro straordinario in occasione delle tornate elettorali. Il presidente Gianfranco Ganau ha giudicato inammissibile l’emendamento e ha invitato l’oratore alla presentazione di una proposta di legge.

 L’on. Piermario Manca (PDS) ha detto con riferimento all’articolo 1 della disegno di legge: «Qual è la motivazione che possa consentire a ciascun lavoratore del campo dell’eradicazione della peste suina a fare ottanta ore di straordinario ogni mese? Noi diamo lo straordinario sempre ai soliti: che razza di organizzazione è questa?».

Della stessa opinione l’on. Augusto Cherchi (PDS) mentre per l’on. Crisponi (Riformatori sardi) «è impensabile che l’obiettivo dell’eradicazione possa essere raggiunto con l’attività ordinaria di un ufficio. Mi pare che il corpo forestale abbia faticato non poco in alcune circostanze per eseguire l’attività e non vedo perché essere contrari alla proposta della Giunta.  Siamo davanti a uno straordinario impegno lavorativo di ordine pubblico e di protezione civile che deve essere riconosciuto, anche per il passato».

Per l’on. Pietro Cocco (capogruppo del Pd) «da anni lottiamo per eradicare la peste suina africana e questa battaglia sembrava non risolvibile. Quest’anno invece abbiamo contato appena tre, quattro focolai. E sono risultati che non si raggiungono per caso ma perché uomini competenti si sono dati da fare. Non deve essere messo in discussione il fatto che si debba pagare qualche ora di straordinario, visti gli obiettivi dell’Ue e i risultati che stiamo raggiungendo».

L’assessore del personale Filippo Spanu ha affermato che «il provvedimento all’attenzione del Consiglio si inquadra in una serie di atti finalizzati a dare accelerazione al contrasto della peste suina africana. Siamo ad un momento di svolta, ha sostenuto, dopo una battaglia quarantennale di cui ora abbiamo trovato la chiave decisiva; nel 2018 ad oggi sono segnalati solo 3 focolai, nel 2017 erano 17 e la tendenza è molto chiara, ora è necessario dare il colpo giusto in termini organizzativi». «E’ importante sottolineare – ha proseguito l’assessore – che la condivisione con la popolazione ha determinato, dopo un periodo iniziale complesso, una vera e propria inversione di tendenza, con attività massicciamente presidiate con continuità a seconda esigenze, un impegno che rendeva problematica la rotazione difficile del personale; di qui problema di far operare queste squadre con un sistema collegato a specifiche funzioni (ed altri incarichi) fino al limite di 80 ore, secondo lo schema della protezione civile, all’interno dei vincoli per gli straordinari fissati dalla Ue».

Per dichiarazione di voto il presidente della commissione Attività produttive Luigi Lotto (Pd) ha affermato la correttezza del provvedimento ricordando soprattutto la grande difficoltà incontrata sia nell’organizzazione delle squadre che nella costruzione di un apparato di grande efficienza, prova ne sia che nei giorni scorsi focolaio sviluppatosi all’interno di una azienda regolare scongiurato immediatamente. «Insomma – ha concluso – un approccio molto diverso che ha dato grandi risultati e fra qualche mese le squadre di emergenza non serviranno più».

Il consigliere Augusto Cherchi (Pds) ha ribadito di non aver mai voluto mettere in discussione mezzi e fini del progetto, precisando che a suo avviso restava da chiarire il suo inquadramento all’interno della normativa europea che fissava un tetto per gli straordinari settimanali. In conclusione il consigliere ha annunciato la sua astensione.

Piermario Manca, sempre del Pds, si è detto invece soddisfatto della risposta dell’assessore, anche se ha osservato che a suo giudizio sarebbe bastata una relazione di accompagnamento. Voterà a favore.

Successivamente il Consiglio ha approvato il passaggio agli articoli con 44 voto e, a seguire i tre articoli che la compongono.

Successivamente la seduta è stata brevemente sospesa per la presentazione di un ordine del giorno (Alessandra Zedda e più) firmato da gruppi di maggioranza ed opposizione con il quale, dopo aver ribadito le prerogative dei consiglieri regionali contenute nell’art. 122 della Costituzione, nell’art.25 dello Statuto e nell’art. 107 del regolamento del Consiglio in relazione «alle opinioni espresse ed ai voti dati nell’esercizio delle loro funzioni», si invita il presidente dell’Assemblea a «prendere atto della censura del Consiglio regionale nei confronti di un atto lesivo delle prerogative degli stessi consiglieri». Il riferimento è alla querela presentata dall’amministratore unico di Abbanoa Spa nei confronti del vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, oggetto di numerosi interventi sull’ordine dei lavori e di un successivo dibattito.

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha ribadito la sua decisione di dissociarsi dal documento. «Anzi – ha affermato – esorto il presidente a riferire all’Aula ciò che ha detto alla conferenza dei capigruppo dove i contorni della vicenda sono apparsi diversi; questo non ci consente di partecipare, non siamo in condizioni di esprimere censure e non capiamo come lei abbia valutato la fondatezza di profili lesivi dell’onorabilità di consigliere. Manca poi ogni riferimento al presidente della Regione consentendo di passare all’Aula il cerino per chiedere copertura politica senza poter capire realmente cosa è accaduto». «Ho sempre apprezzato –  ha concluso il capogruppo del Pds rivolto al presidente Ganau – la sua terzietà ma in questo caso, a nostro giudizio, invece ha favorito una deriva verso la censura secondo noi priva dei necessari elementi di valutazione, una pagina non edificante del Consiglio: il Pds abbandonerà l’Aula».

Il consigliere del Pd Antonio Solinas, ricostruendo le interlocuzioni fra i gruppi durante la sospensione della seduta, ha detto di «aver ricavato l’impressione che con ci fossero certezze sulle motivazioni della mozione, suggerirei un ordine del giorno più generale senza espliciti riferimenti alla censura ma, in assenza delle correzioni che auspico, annuncio il mio voto contrario».

Dopo una ulteriore breve sospensione il presidente ha messo in votazione l’ordine del giorno, che il Consiglio ha approvato con 39 voti favorevoli ed 1 contrario.

Successivamente il presidente ha invitato l’Assemblea ad esprimere il voto finale sul DL n. 513, che è stato approvato con 38 voti.

Al termine dello scrutinio ha tolto la seduta. Il Consiglio riprenderà i suoi lavori martedì prossimo, alle 10.30.