25 April, 2024
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La Quinta commissione del Consiglio regionale, presieduta da Piero Maieli ha dato il via al confronto, in vista dell’istituendo tavolo tecnico, sulle problematiche del comparto agropastorale in ordine alla Pac 2023-2027. Il
Aprendo i lavori, Piero Maieli ha invitato le associazioni di categorie e la rappresentanza del movimento spontanei dei pastori (presenti in audizione) a fornire elementi e dati utili per argomentare le rivendicazioni del mondo dell’allevamento in Sardegna. Sul punto, i consiglieri dei gruppi delle opposizioni (Gianfranco Satta, Progressisti; Salvatore Corrias, Pd ed Alessandro Solinas, M5S) hanno espresso perplessità, insistendo sull’opportunità di formulare quesiti e, dunque, ottenere risposte, dai tecnici presenti alla seduta, ad incominciare dal direttore generale dell’assessorato regionale dell’Agricoltura.
Fabio Pisu ​e Gianuario Falchi hanno riaffermato le ragioni della protesta del movimento dei pastori, contestando l’operato della Regione nelle fasi di confronto della programmazione della Pac e ribadendo una perdita netta di risorse di circa 23 milioni di euro l’anno. «La Pac penalizza l’intera Sardegnaqueste le loro parolee non solo il comparto agropastorale, ad incominciare dall’ovicaprino, e attendiamo di capire se la Regione sarà al nostro fianco». Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento di Roberto Congia (Liberi agricoltori) che ha sottolineato l’importanza e la strategicità del comparto dell’allevamento nell’Isola.
«Un ruolo più politico della commissione consiliare», è stato l’auspicio del presidente di Legacoop, Claudio Atzori che non ha mancato di rimarcare l’assenza delle organizzazioni professionali. «La nuova Pac può essere ancora modificata ha spiegato Claudio Atzori – e la programmazione regionale non può sopperire agli errori comunitari sulla programmazione agricola». «La poco soddisfacente qualità della spesa in agricoltura», è stata invece al centro dell’intervento del presidente di Agci Sardegna, Sergio Cardia, che ha detto «di voler conoscere quale sia la prospettiva dell’agricoltura sarda, alla luce anche della mancanza di un quadro chiaro per la destinazione degli interventi.»
Sollecitato dai consiglieri regionali delle opposizioni il direttore generale dell’assessorato, Agostino Curreli, ha chiarito i principali rilievi mossi nel corso delle audizioni, riconoscendo una riduzione, al livello europeo, delle risorse destinate alla nuova Pac nella misura del 15% (circa 34 milioni) e ricordando l’anomalia, conseguente alla crisi pandemica da Covid.
Piero Maieli ha quindi richiesto a tecnici e dirigenti dell’assessorato, delle agenzie Laore, Agris e Argea, la predisposizione di una relazione puntuale e circostanziata sull’argomento, così da poter essere sottoposta alla discussione nella prossima riunione della commissione convocata sul tema.

Antonio Caria

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Con l’audizione dei rappresentanti dei pastori è iniziato nel pomeriggio il ciclo di audizioni promosso dalla Commissione Attività produttive del Consiglio regionale sulla vertenza latte.

Il parlamentino presieduto da Pietro Maieli (Psd’Az) ha sentito le delegazioni del Movimento Pastori Sardi, Più Sardegna, Aspi, Pastori autorganizzati e della cooperativa sociale Lait di Ittiri. All’incontro ha partecipato anche la neo assessora all’agricoltura Gabriella Murgia.

«Oggi abbiamo sentito i pastori, domani sentiremo associazioni di categoria, Consorsi di tutela e trasformatori – ha detto il presidente Pietro Maieli – vogliamo avere un quadro complessivo della situazione per poter mettere in campo al più presto azioni a sostegno del settore ovicaprino che in Sardegna conta oltre 18mila aziende.»

I rappresentanti dei pastori hanno sollecitato soluzioni rapide per affrontare la crisi e ottenere prezzi più remunerativi dalla vendita del latte.

Secondo l’MPS occorre mettere mano a una legge che regolamenti il sistema: «Il mercato è in mano ai trasformatori – ha detto Felice Floris – non è possibile che i rischi d’impresa siano scaricati solo sui produttori. Le eccedenze di produzione devono essere gestite da altri soggetti in modo da impedire azioni speculative. La nostra proposta è quella di una legge ad hoc per stabilire, una volta per tutte, regole certe e durature».

Secondo Andrea Cinus (Aspi), un ruolo fondamentale potrebbero svolgerlo le Op (organizzazioni di produttori): «La sovraproduzione di latte va indirizzata verso mercati esteri oppure verso una trasformazione diversificata del prodotto (pastorizzazione o polverizzazione del latte)».

Un contratto certo che stabilisca un prezzo annuale e distribuisca equamente vantaggi e rischi dell’andamento del mercato su pastori e trasformatori è stato invece chiesto dai rappresentanti dell’associazione Più Sardegna: «Non è possibile – ha sottolineato Arturo Marongiu – che ogni anno il prezzo del latte dipenda dalla volontà dei trasformatori. Si utilizzi lo stesso sistema presente nel mercato del latte vaccino».

Il movimento Pastori sardi autorganizzati, infine, ha sollecitato un azzeramento dei vertici dei Consorzi di tutela: «Sono governati da 30 anni dalle stesse persone – ha rimarcato Gianuario Falchi – serve un cambio di rotta. Devono essere i pastori a rappresentare la categoria. A guidare queste strutture serve un manager che studi i mercati e guidi la produzione».

Il vicepresidente della Commissione Gianfranco Satta (Progressisti) ha sollecitato una rapida chiusura del tavolo aperto dal Governo lo scorso 15 marzo: «Bene ha fatto la Commissione ad inaugurare un ciclo delle audizioni, i pastori, però, hanno bisogno di risposte rapide. Il tavolo aperto dal Governo deve dare un segnale».

Massimo impegno ha assicurato l’assessora Gabriella Murgia: «Sono al lavoro da pochi gironi ma stiamo  seguendo da vicino la vertenza per intervenire sulle criticità».

Al dibattito sono intervenuti i consiglieri Stefano Tunis (Sardegna 2OVenti) che ha auspicato la discussione, in tempi rapidi, della mozione da lui presentata per il rifinanzimento della legge 15, Eugenio Lai (Liberi e Uguali), Emanuele Cera (Forza Italia) e Franco Mula (Psd’Az).

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La “protesta del latte” dei pastori sardi sbarca anche in continente. L’associazione sarda Cuncordu di Gattinara, insieme al Comune di Gattinara, hanno voluto dimostrare la sua solidarietà ai pastori sardi che, nelle scorse settimane, sono stati protagonisti di una clamorosa protesta sul prezzo del latte ovino, invitando a Gattinara due pastori, direttamente dalla Sardegna, per un dibattito in cui far conoscere le ragioni della protesta sul prezzo del latte, sfociata nei gesti clamorosi delle scorse settimane.

A portare il loro saluto e la solidarietà ai pastori sono stati il sindaco di Gattinara, Daniele Baglione, il presidente della provincia di Vercelli, Carlo Riva Vercellotti, e il presidente dell’associazione sarda Cuncordu, Maurizio Sechi. Gianuario Falchi, pastore e rappresentante dei pastori sardi e Mino Orritos, pastore ed agronomo, sono stati i protagonisti di un confronto – dibattito che si è svolto domenica 7 aprile nella sala convegni di villa Paolotti, che ha visto anche la partecipazione di pastori valsesiani, come Marco Defilippi, assessore dell’Unione montana della Valsesia e allevatore di bovini e caprini in Valsesia. A moderare l’incontro è stato Bastianino Mossa, veterinario sardo a Piacenza, componente dell’esecutivo delle Federazione delle Associazioni Sarde in Italia, che segue allevamenti ovo-caprini nel Nord Italia e in Sardegna. Mossa ha presentato un quadro della pastorizia in Sardegna, con 12mila microimprese che producono latte di pecora, che salgono a 17mila se si aggiungono anche gli allevatori che producono latte bovino e di capra.

Gianuario Falchi ha spiegato come è nata la protesta. «Tutto è iniziato con un pastore che, invece di conferire il latte all’autocisterna, ha aperto il rubinetto del refrigeratore e ha iniziato a versarlo per terra. Ha ripreso tutto con il telefonino – dice Falchi – e questo video è diventato virale, con centinaia di altri pastori che hanno ripetuto lo stesso gesto, fino a ritrovarsi nelle strade e nelle piazze per fare la stessa cosa». Una protesta clamorosa e discussa, con centinaia di migliaia di litri di latte buttati per terra. «Per un pastore buttare il latte – dice Gianuario Falchi – è una cosa dolorosissima. Se la pecora tira un calcio al secchio mentre mungiamo, la giornata è rovinata. Figuriamoci a vedere il latte rovesciato. Ma è la disperazione che porta a fare queste cose. Vedere tanta gente fare questo gesto è stato bello e doloroso allo stesso tempo. E molto del nostro latte è stato utilizzato con i bambini per insegnare loro a fare il formaggio».

A Mino Orritos il compito di presentare delle proposte. «Perché va bene protestare – dice Orritos – ma quando si siede a un tavolo ministeriale bisogna anche presentare delle idee, delle proposte, delle alternative. Io sono un agronomo e non sono un esperto di norme e statuti. Ma sono andato a prendermi tutte le carte e me le sono studiate. La nostra proposta principale è di modificare gli statuti dei vari consorzi di tutela, in modo che chi produce la materia prima, i pastori, abbiano più peso e in modo che non avvenga quello che è sempre successo, ovvero che, se nella filiera ci sono degli sbagli, chi paga sono sempre i pastori, la fascia più debole. In passato è stato prodotto molto più Pecorino di quello previsto dal disciplinare e nessuno ha vigilato».

Tante le persone di Gattinara e dintorni che hanno voluto partecipare al dibattito, per ascoltare le motivazioni che stanno dietro le proteste, il punto sulla trattativa del “tavolo del latte” e le modalità, ignote ai non addetti ai lavori, che portano il prezzo della materia prima a oscillare in modo così vistoso. Oltre alle domande tecniche del pubblico, in molti hanno voluto esprimere la loro solidarietà e il loro affetto ai pastori sardi anche in modo più “plateale”, come l’emigrato sardo residente a Trivero, in provincia di Biella, che dal giorno in cui è esplosa la protesta del latte ha esposto la bandiera della Sardegna al suo balcone, suscitando anche l’interesse della stampa locale.

I partecipanti all’incontro con Falchi e Orritos hanno potuto visitare anche la mostra fotografica “Nel nome del Latte – I pastori sardi tra protesta e lavoro quotidiano”, a cura di Francesco Pintore. Si tratta di un progetto fotografico che alterna immagini della lotta dei pastori durante le recenti proteste a istantanee del lavoro quotidiano nel mondo delle campagne sarde. L’autore, Francesco Pintore, giornalista professionista di Desulo (Nuoro), lavora nella redazione del quotidiano L’Unione Sarda di Cagliari. Ha iniziato a fotografare all’inizio degli anni Novanta. La presenza della mostra è dovuta alla disponibilità di Stefano Maullu, parlamentare europeo.

Al termine, nell’Enoteca regionale di Gattinara, sono stati presentati in degustazione due tipi di Pecorino Sardo e un Pecorino Romano, abbinati a vini Docg e Doc di Gattinara, a rappresentare ulteriormente il legame tra il Piemonte e la Sardegna e tra chi produce latte e chi produce vino.

Giuseppe Orrù