19 April, 2024
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Sulla paventata chiusura della Scuola di Specializzazione in Cardiologia presso l’AOU di Sassari  è immediato l’intervento del capogruppo in consiglio regionale dei Riformatori Sardi Aldo Salaris che, insieme a Michele Cossa, Giovanni Antonio Satta ed Alfonso Marras, ha presentato una interrogazione al presidente Christian Solinas e all’assessore alla Sanità Mario Nieddu. La richiesta è diretta: «Quali iniziative si intendono intraprendere per evitare la chiusura della scuola».
Salaris interviene su un problema che nasce a fine 2018 con l’andata in pensione del direttore della Cardiologia AOU Pier Franco Terrosu, e che ad oggi è ancora irrisolto tanto da rischiare di diventare emergenza. È tutt’ora in corso una raccolta firme promossa dagli studenti universitari, e gli specializzandi hanno scritto una lettera “aperta” per chiedere la trasformazione in struttura complessa con direzione universitaria del reparto: questa è l’unica soluzione possibile per scongiurare la chiusura della scuola.

«Siamo convinti che il mantenimento della scuola di specializzazione sia una priorità da salvaguardare così come indicato nel protocollo d’intesa tra Regione e aziende universitarie», scrivono i Riformatori sardi che ritengono inoltre sia da potenziare la struttura ospedaliera con mezzi e personale, garantendo così ai pazienti di avere garantiti ed adeguati livelli di assistenza.

 

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Sabato 30 novembre centinaia di amministratori locali, tutti i coordinamenti provinciali e cittadini, tutti gli iscritti e i simpatizzanti del partito, si ritroveranno alla Fiera di Cagliari (sala Tola Sulis) a partire dalle 10.00, per il congresso regionale, occasione per rilanciare le battaglie portate avanti in questi anni in favore dello sviluppo economico della Sardegna.

Nel corso del congresso verrà nominato il coordinatore regionale. Ma l’appuntamento sarà anche l’occasione per parlare delle necessità dei territori e annunciare le iniziative che vedranno la luce nel 2020.

«Oggi più che mai abbiamo il dovere di portare esperienza, spirito propositivo, idee e strategie di sviluppo in una Sardegna che ancora fatica a uscire dal tunnel della crisi», spiega il presidente dei Riformatori sardi, Roberto Frongia.

«I Riformatori sardi sono pronti a continuare l’azione incisiva che ha caratterizzato il partito in tutti questi anni, con battaglie portate avanti nell’interesse dei sardi e della Sardegna. Oggi stiamo combattendo per portare a casa la madre di tutte le battaglie, quella per il riconoscimento del principio di insularità in Costituzione e siamo pronti ad andare fino in fondo.»

Secondo il coordinatore regionale Aldo Salaris «i Riformatori sardi oggi sono il simbolo di un partito giovane, presente, in forza, capace di valorizzare i singoli e pronto a farsi portavoce dei bisogni delle comunità. Siamo (e lo saremo ancora di più nei prossimi anni) protagonisti del futuro della Sardegna, pronti a indirizzare le scelte e sostenere la crescita della nostra Isola con politiche di sviluppo serie e lungimiranti»”.

Sulla stessa linea il commento dei consiglieri regionali dei Riformatori sardi Michele Cossa, Alfonso Marras, Giovanni Antonio Satta: «È compito della politica essere punto di riferimento dei territori agendo con spirito di servizio nell’interesse dello sviluppo socio-economico della Sardegna. Ci aspettano sfide importanti e come partito siamo pronti ad affrontarle, puntando su una classe dirigente che sta crescendo e prendendo forma sulla base di principi e ideali sani e improntati alla crescita della nostra Isola».

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Le Aziende ospedaliere universitarie di Cagliari e Sassari e l’ospedale Brotzu hanno fatto richiesta di cinquanta operatori socio sanitari (Oss) e stanno attingendo dalle graduatorie del 2013. E’ quanto emerso questa mattina, in commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc Cambiamo!), durante l’audizione del Comitato Autonomo Oss 2013. Con l’approvazione della legge nazionale n. 128 del 2019, inoltre, le graduatorie sono state prorogate a settembre 2020, salvo che non ci sia una norma regionale che le faccia decadere prima. Per questo, i rappresentanti del Comitato hanno chiesto alla Commissione la modifica della legge regionale che rende utilizzabili le graduatorie fino al 31 dicembre 2019, perché diversamente, il primo gennaio 2020, le stesse non saranno più utilizzabili. Gli operatori socio sanitari hanno anche chiesto che le Asl e gli ospedali possano attingere prima dalle graduatorie della propria provincia, rendendo più agevole per il lavoratore gli spostamenti e consentendogli così di non doversi trasferire in un’altra provincia. A Nuoro, hanno detto, è stata fatta richiesta di più di 70 operatori e si scorrerebbe così quasi tutta la graduatoria della provincia. Gli operatori hanno anche riferito di aver avuto notizia dall’Ats che l’Azienda non si riterrebbe obbligata a utilizzare le vecchie graduatorie, ma che è una sua facoltà, e hanno chiesto ai commissari di fare chiarezza. Il presidente Gallus ha affermato, a nome della Commissione, che si farà carico delle richieste degli operatori redigendo un testo che consenta la proroga delle graduatorie, come prevede la legislazione nazionale, intervenendo affinché siano chiamati dalle aziende prima i lavoratori inseriti nelle graduatorie della provincia degli ospedali e prevedere una audizione con il Direttore generale dell’Ats per capire in che modo l’azienda stia agendo in merito allo scorrimento delle graduatorie. Durante la seduta sono intervenuti Francesco Agus (capogruppo Progressisti), Daniele Cocco (capogruppo Leu), Annalisa Mele (Lega) e Carla Cuccu (M5S). Tutti i consiglieri hanno condiviso le richieste degli Oss e hanno garantito la piena disponibilità affinché i diritti acquisiti vengano rispettati.

La commissione Sanità ha, poi, sentito in audizione i rappresentanti dell’Associazione regionale ex esposti amianto in Sardegna, i quali hanno illustrato la situazione esistente nell’Isola e hanno fatto alcune proposte. Giampaolo Lilliu, a nome dell’associazione, ha ricordato che ogni anno muoiono in Italia 4000 persone e 120 in Sardegna per malattie collegate all’esposizione all’amianto. Secondo Lilliu la situazione va affrontata in modo capillare e bisogna dare maggiore informazione alla popolazione.

L’Associazione ha proposto alla Commissione  di valutare la creazione di un impianto di inertizzazione per rendere l’amianto da problema a risorsa e consentire la micro raccolta di manufatti da parte dei privati, come già accade in Lombardia e nella provincia Autonoma di Bolzano. L’Associazione ha riconosciuto l’importanza della sorveglianza sanitaria e ha chiesto che possa essere estesa anche a chi ha contratto la malattia per esposizione ambientale e non per cause lavorative. Non solo. L’Associazione ha chiesto che venga istituita una Conferenza regionale per l’amianto, a cui partecipino tutti gli attori coinvolti, per affrontare con tempistiche certe il problema delle bonifiche. Giampaolo Lilliu ha anche affermato che l’amianto, in varie forme e quantità, è ancora presente in molti luoghi pubblici e che è importante incentivare le bonifiche dando i finanziamenti direttamente ai Comuni. Sul tema sono intervenuti Annalisa Mele (Lega) e Gianfranco Ganau (capogruppo della Pd), i quali hanno condiviso la necessità di approfondire il problema, che è ampio e articolato, e hanno ritenuto positiva la proposta di promuovere una Conferenza regionale per l’amianto.

La commissione Sanità ha sentito in audizione i vertici dell’Areus sull’attivazione del numero unico per l’emergenza (Nue). Giorgio Lenzotti, Direttore generale di Areus, ha spiegato alla Commissione che il Protocollo d’intesa sottoscritto dalla Regione Sardegna con il ministero dell’Interno prevede l’attivazione del numero unico 112 entro il 2020. Il Nue gestirà le chiamate in caso di emergenze sanitarie, di sicurezza, gestione incendi e calamità naturali.

Giorgio Lenzotti ha spiegato che, avendo tempi molto stretti, hanno valutato l’attivazione del 112 a Nuoro nella sede dell’Areus, che ha già la certificazione antincendio e avrà quella antisismica entro la fine dell’anno. Si tratterebbe, ha spiegato, di una situazione provvisoria in attesa di eseguire i lavori necessari a Sassari e a Cagliari, dove il protocollo d’intesa ha stabilito dovessero essere istituite le due centrali del 112, in corrispondenza le centrali del 118. La situazione della sede operativa di Cagliari, secondo il Direttore generale di Areus, richiederebbe circa due anni per renderla utilizzabile, mentre quella di Sassari, se si risolvessero i problemi di attribuzione degli spazi, che oggi sono dell’Aou, avrebbe tempi di intervento più rapidi. Per quanto riguarda la seconda centrale attivabile in caso di disaster recovery (recupero dal disastro), che permette di ripristinare sistemi e infrastrutture informatiche indispensabili per l’erogazione di servizi del 112, nel caso la prima centrale non sia per qualunque motivo operativa, Giorgio Lenzotti ha prospettato la possibilità di appoggiarsi alla Lombardia, come già fanno altre regioni, o di deviare le chiamate ai singoli centralini.

Lenzotti ha, anche, spiegato che i lavori eseguiti eseguiti a Nuoro non sarebbe inutili, perché quando si trasferiranno le centrali a Sassari e a Cagliari, nei nuovi locali si potrebbe realizzare una sede operativa per la gestione centralizzata dei trasporti programmati.

Sul tema sono intervenuti Gianfranco Ganau, capogruppo del Pd, Antonello Peru (Udc Cambiamo!), Carla Cuccu (M5S), Giovanni Antonio Satta (Riformatori), Daniele Cocco (capogruppo Leu), Annalisa Mele (Lega). Gianfranco Ganau, Antonello Peru e Carla Cuccu hanno chiesto di avere maggiori chiarimenti sui costi e i tempi necessari per i diversi interventi di ristrutturazione e ha proposto di risolvere i problemi a Sassari. Per Ganau sarebbe più utile attivare la sede di Sassari con la gestione del disaster recovery in un’altra regione, in attesa di rendere operativa Cagliari. Gianfranco Ganau ha affermato che realizzare la centrale provvisoria a Nuoro sarebbe uno spreco. Per Daniele Cocco la sede Areus di Nuoro va potenziata e non svuotata di contenuti. Annalisa Mele ha sottolineato l’utilità di programmare un’audizione con l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, e con il direttore generale dell’assessorato per valutare il tema anche con loro.

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La Maddalena.

«La Tac fuori uso da oltre 40 giorni; il diritto di partorire negato; i servizi sanitari insufficienti. Raccolgo le proteste di tutti quei cittadini de la Maddalena che da anni si sentono abbandonati dal servizio sanitario regionale e le faccio mie con l’obiettivo di unire le forze, le sensibilità, gli intenti di chi crede che non si possa parlare di sviluppo socio-economico della Sardegna senza parlare di buona sanità.»

Così i consiglierI regionalI dei Riformatori Michele Cossa e Giovanni Antonio Satta, che denunciano lo stato di difficoltà della sanità maladdenina, in particolare riferimento a tutti i servizi  necessari per garantire le cure.

«Il caso della madre maddalenina che non avendo avuto a disposizione una sala parto ha partorito in volo mentre l’elisoccorso cercava di raggiungere l’ospedale di Olbia è emblematico della situazione. La stessa situazione di forte difficoltà, per non dire di pericolo, che denunciano le donne de la Maddalena e tutti coloro che ormai da tempo si battono per la riapertura del punto di nascita – aggiungono Michele Cossa e Giovanni Antonio Satta -. Quello di garantire a tutti i cittadini il diritto alla salute deve essere il primo obiettivo. La riforma sanitaria, che va approvata con urgenza, deve essere l’occasione per rendere più efficiente ed omogenea la rete della sanità pubblica, a partire da quei territori nei quali i servizi sanitari sono insufficienti o stanno addirittura peggiorando. La situazione di ‘doppia insularità’ che divide la Sardegna dalla terraferma e La Maddalena e Carloforte dalla Sardegna – concludono Michele Cossa e Giovanni Antonio Satta -, dev’essere affrontata con strumenti adeguati per arginare gli effetti nefasti che danneggiano due volte la tutela della salute.»

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Il Consiglio regionale ha approvato la mozione sulla situazione del Centro addestramento e istruzione professionale (CAIP) della Polizia di Stato con sede ad Abbasanta.

La seduta si è aperta sotto la presidenza dell’on. Michele Pais. Dopo le formalità di rito il presidente ha aperto la discussione sul primo punto all’ordine del giorno: la mozione n. 60 “sulla situazione del Centro di addestramento e istruzione professionale (CAIP) della Polizia di Stato di Abbasanta”.

Il primo firmatario Francesco Mura, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha ripercorso la storia del centro di addestramento della Polizia di Stato di Abbasanta, inaugurato negli anni ’60. «In passato ha formato centinaia di poliziotti e ha svolto un ruolo decisivo nella lotta ai sequestri di persona in Sardegna – ha detto Francesco Mura – qui si sono formati gli uomini dei servizi scorte e sicurezza, i Nocs e altre forze speciali della Polizia. Senza dimenticare il Reparto prevenzione crimine e il gruppo cinofilo per l’addestramento dei cani antidroga e antiesplosivi». Il presentatore della mozione ha poi ricordato la rilevanza, anche economica, rappresentata dal Caip per l’oristanese e per tutta la Sardegna. «Oggi si prospetta l’ipotesi che il Caip possa diventare un centro nazionale di addestramento per allievi agenti della Polizia di Stato – ha proseguito Francesco Mura – ciò sarebbe un’importante iniezione di fiducia per le nuove generazioni con un conseguente incremento degli organici della polizia in tutta la regione e in particolare nella Provincia di Oristano. Da qui la richiesta alla Giunta: «Siamo contrari a qualsiasi ipotesi di trasformare il Caip in un centro di accoglienza per migranti – ha concluso il capogruppo di Fratelli d’Italia – la Giunta si attivi per sollecitare l’inserimento, nel piano nazionale, sul corso per allievi agenti della Polizia di Stato nel Caip di Abbasanta».

Prima di aprire la discussione sulla mozione, il presidente Michele Pais ha espresso vicinanza e cordoglio alle famiglie dei Vigili del Fuoco caduti la scorsa notte ad Alessandria.

Ha quindi preso la parola Annalisa Mele (Lega): «Si temeva la chiusura del Caip, oggi si apre una nuova opportunità per l’oristanese e per tutta la Sardegna – ha detto Annalisa Mele – nella programmazione europea del prossimo settennio la Sardegna retrocederà nell’obiettivo 1. C’è l’opportunità di inserire da subito la nostra Isola nel PON nazionale sulla sicurezza. Non dobbiamo attendere il 2021 per fare questo».

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha garantito il sostegno del suo partito alla mozione. «Il Caip è un’eccellenza della Sardegna, apprezzata a livello internazionale per l’alto livello tecnico della formazione. In questo centro sono stati formati centinaia di poliziotti per la lotta al terrorismo, i servizi scorte, i Nocs e i reparti speciali. La notizia che possa diventare un centro di addestramento di agenti a livello nazionale deve essere accolta in modo positivo. E’ una nuova opportunità. Scongiurato il rischio chiusura c’è la possibilità di incrementare gli organici della polizia con importanti ricadute per i giovani sardi. Ecco perché occorre attivarsi da subito con il ministro dell’Interno per trasformare questa opportunità in realtà».

Il presidente della seconda commissione Alfonso Marras (Riformatori sardi) ha rivolto un plauso ai consiglieri che hanno presentato la mozione: «E’ arrivato il momento di fare in modo che il Caip possa diventare un centro di addestramento a livello nazionale Tutto il gruppo dei Riformatori sardi sottoscrive in modo convinto l’iniziativa».

Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo della Lega Dario Giagoni: «La trasformazione del Caip avrebbe effetti positivi non solo per la provincia di Oristano ma per tutta l’Isola. Progetti di questo calibro sono importanti per ribadire quanta attenzione viene riservata da questo Consiglio alle forze dell’ordine e al principio di legalità. Uomini e donne in divisa rivestono una grande importanza nel tessuto sociale. Occorre farlo capire ai giovani. Stiamo lavorando per  l’apertura di altri centri di formazione rivolti ad altri corpi delle forze armate». Dario Giagoni ha poi rivolto un plauso alla proposta presentata dall’assessore all’agricoltura del comune di Siniscola per l’intitolazione del nuovo commissariato di Polizia a Emanuela Loi e proposto di approvare un ordine del giorno del Consiglio a sostegno dell’iniziativa.

Il capogruppo di Forza Italia, Angelo Cocciu, ha annunciato il suo voto favorevole alla mozione: «Bisogna fare di tutto perché il Caip continui la sua attività. Diciamo no a chi vorrebbe trasformarlo in un centro di accoglienza per migranti. Il Consiglio regionale deve opporsi a questa eventualità».

Anche il capogruppo di Leu, Daniele Cocco, ha dichiarato il suo voto favorevole: «Il Caip ha avuto un grande merito in tutti questi anni. Bene ha fatto Mura a presentare la mozione. Non bisogna infatti dimenticare i passi indietro fatti dallo Stato in altre circostanze – ha detto Daniele Cocco – quanto avvenuto qualche anno fa nel centro di addestramento della polizia a cavallo di Foresta Burgos, chiuso dopo investimenti di milioni di euro per adeguare la struttura, è una ferita ancora aperta. Il Caip serve non solo per l’attività specifica ma rappresenta un importante presidio del territorio anche dal punto di vista economico. E’ urgente che la Giunta si faccia parte attiva per tradurre l’impegno della mozione in atti concreti».

Favorevole alla mozione anche Roberto Caredda (Misto): «Lo dico da ex poliziotto, conosco bene l’attività di questo centro che ha rappresentato un punto di riferimento a livello nazionale. Grande merito va dato a chi lo ha fatto nascere e crescere come il generale Angioni».

Domenico Gallus a nome del gruppo Udc ha annunciato il sostegno alla mozione: «Tutti riconoscono la funzione svolta dal Caip in passato. Ricordo la presenza, negli anni ’60 e ’70, dei baschi blu ospitati ad Abbasanta per la lotta al banditismo. La storia dice che il centro deve essere potenziato».

Sull’ordine dei lavori ha chiesto la parola il consigliere Eugenio Lai (Leu): «E’ stato presentato un ordine del giorno sugli sbarchi dei migranti – ha detto Eugenio Lai – in base a quale articolo del Regolamento il Presidente ha accolto questo argomento? Non è ammissibile che lei usi un filtro a maglie larghe quando si tratta di iniziative del suo gruppo. Se si vuole discutere l’argomento si porta in Conferenza di Capigruppo. Pensare di applicare il Regolamento a piacimento di un solo gruppo politico è assurdo, non è mai accaduto. Chiediamo un parere agli uffici sulla congruità dell’iniziativa».

A Lai ha replicato il presidente Michele Pais: «Il Regolamento è applicato in modo letterale. Ho sempre valutato ordini del giorno ammissibili o inammissibili sulla base del Regolamento. I giudizi prognostici non hanno senso».

In apertura del suo intervento Massimo Zedda, a nome del gruppo dei Progressisti, ha espresso solidarietà alle famiglie dei Vigili del Fuoco caduti sul lavoro ieri ad Alessandria. Sulla mozione, invece, Massimo Zedda ha auspicato che il Caip possa continuare a svolgere il suo ruolo anche in futuro. «Serve però immaginare un incentivo da parte dello Stato, anche dal punto di vista economico, per chi decide di venire a lavorare in Sardegna».

Sugli ordini del giorno presentati anche Massimo Zedda ha espresso forti perplessità sull’attinenza del loro contenuto con i temi in discussione. Rivolto al capogruppo della Lega Dario Giagoni, Massimo Zedda ha invitato a una riflessione sull’opportunità di chiedere l’intitolazione del nuovo commissariato di Siniscola ad Emanuela Loi: «Premesso che Emanuela Loi merita tutto il nostro rispetto per il suo sacrificio al servizio dello Stato – ha detto l’ex sindaco di Cagliari – suggerirei però di non interferire su immobili non di pertinenza della Regione scavalcando coloro che hanno titolo a proporre la medesima iniziativa. Non attiverei meccanismi che rischiano di degenerare. Occorre stare molto attenti anche perché c’è una polemica in atto sugli ultimi concorsi della Polizia di Stato dai quali, per un emendamento presentato dalla Lega che ha cambiato i requisiti richiesti, sono stati esclusi molti sardi, tra i quali proprio la nipote di Emanuela Loi».

Contrarietà alla presentazione dell’ordine del giorno sugli sbarchi ha espresso invece il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula: «Il problema è serio, su questo argomento abbiamo presentato una mozione. Andare a votare un ordine del giorno rischia di far perdere valenza a quella mozione. Se andrà in discussione il nostro gruppo si asterrà. Non ci interessano le primogeniture ma crediamo che vada aperta una discussione più ampia».

Sull’ordine dei lavori è intervenuto il consigliere della Lega Pierluigi Saiu: «Ieri abbiamo assistito a una discussione appassionata sulla sclerosi multipla innescata da una mozione presentata dal Movimento 5 Stelle e sfociata nell’approvazione di un atto diverso. Anche in questo caso abbiamo assistito a una disputa sulla primogenitura. Per il secondo giorno consecutivo si rischia di fare lo stesso dibattito – ha detto Pierluigi Saiu – faccio un appello al Psd’Az: misuriamoci sui contenuti. L’ordine del giorno collegato è coerente con due mozioni in discussione oggi in Aula. Vogliamo rinunciare a discuterne per una questione di primogenitura o vogliamo invece confrontarci sul merito degli atti? Sarebbe un comportamento deludente. Lo dico soprattutto alle forze della maggioranza. La Lega ne trarrà le conseguenze».

Sull’ordine dei lavori ha chiesto la parola il consigliere Gianfranco Ganau (Pd): «L’ordine del giorno sui migranti introduce argomenti che esulano dall’argomento in discussione. Lei, on. Pierluigi Saiu, può collegare questo ordine del giorno ad altre mozioni con questa non è attinente. Deve smetterla di dare lezioni agli altri. Deve avere rispetto».

Al termine dell’intervento del consigliere Ganau si è accesa una vivace discussione in Aula che ha indotto il presidente Pais a sospendere i lavori.

Alla ripresa dei lavori il presidente Pais ha annunciato la presentazione di due ordini del giorno, a firma Michele Ennas e Dario Giagoni, e ne ha dichiarato l’ammissibilità ai sensi del Regolamento.

L’on. Francesco Agus (Progressisti) sull’ordine dei lavori ha precisato che l’ordine del giorno 1 “non è strettamente connesso ma nemmeno connesso e basta con il tema in discussione. Se quel che viene deciso in capigruppo non vale nulla allora l’alternativa è il caos e si decide volta per volta in Aula. Questa è una palese forzatura regolamento ad uso e consumo della forza politica del presidente del Consiglio”.

Per la maggioranza l’on. Stefano Tunis (Sardegna 20/venti) ha detto che non è possibile mettere in discussione l’interpretazione del presidente  e l’onorevole Agus se ne faccia una ragione”. Altre critiche sono giunte dal centrosinistra. L’on. Daniele Cocco (Progressisti) ha detto che “tutto questo non fa bene al Consiglio perché noi abbiamo votato un presidente garante di tutti. Chiedo che questi ordini del giorno non siano ammessi, perché sarà un precedente pericoloso”.

Anche l’on. Massimo Zedda (Progressisti) ha criticato l’ammissione dei due ordini del giorno: “Qualcuno dovrebbe spiegarci in via logica come si collegano gli sbarchi dei migranti con la caserma di Abbasanta. Qualcuno può motivare questa connessione? Anche le sentenze vanno motivate, figurarsi decisioni così”.

Anche l’on. Piero Comandini (Pd) ha contestato “la forzatura di questi ordini del giorno” e così l’on. Gianfranco Ganau, che si è detto “preoccupato dalle interpretazioni del Regolamento che  vengono fornite nelle ultime settimane. E’ evidente che questi emendamenti non c’entrino nulla con la mozione”.

Anche gli onorevoli Laura Caddeo ed Antonio Piu (Progressisti) hanno insistito nella richiesta: “Voglio sapere come possano essere accettati ordini del giorno così, sono davvero curioso”, ha detto l’on. Antonio Piu rivolto al presidente Michele Pais.

Per i Progressisti l’on. Eugenio Lai ha spiegato ironicamente che “il fenomeno delle migrazioni è interessante, soprattutto le migrazioni all’interno della maggioranza da un gruppo all’altro. Non capiamo però che collegamenti ci siano con il tema di cui discutiamo”.

Il vice capogruppo del’on. Roberto Deriu (Pd) ha invitato la maggioranza a riflettere: “Questo è un momento per sospendere e consentire alla maggioranza di fare chiarezza al suo interno, a fronte di una evidente forzatura interpretativa. Siamo spettatori interdetti e allibiti, non è il caso che ci sfidiate visto che non vi stiamo sfidando”.

Accogliendo l’invito dell’on. Deriu, il capogruppo della Lega, on. Dario Giagoni ha chiesto poi una sospensione dei lavori che il presidente Pais ha disposto.

Alla ripresa dei lavori, il consigliere dei Progressisti Gian Franco Satta ha ribadito la posizione espressa dal suo gruppo, cioè che l’ordine del giorno della Lega è inammissibile e l’iniziativa di quel partito è legata solo all’esigenza di segnare un punto politico coerente con una certa strategia nazionale. C’è uno strappo interno alla maggioranza fra Lega e Psd’Az, ha osservato, che fa male al Consiglio ed alla sua produttività nell’interesse della Sardegna.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha chiesto chiarimenti sull’esito della precedente sospensione.

Il presidente si è riservato di fare comunicazioni in un secondo momento.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, ricordando l’ampia condivisione della mozione di Fdi, ha invitato al presidente a dichiarare l’inammissibilità dell’ordine del giorno anticipando comunque la sua posizione contraria.

Il consigliere Alessandro Solinas del M5s ha comunicato che per il suo gruppo l’ordine del giorno della Lega è inammissibile, invitando la presidenza a passare alla votazione della mozione di Fdi sul Caip di Abbasanta.

Il consigliere della Lega Michele Ennas, primo firmatario dell’ordine del giorno, ha difeso il documento sostenendo l’importanza dell’argomento per la Sardegna e per il territorio del Sulcis, proprio mentre il presidente della Regione sta incontrando i componenti della commissione bicamerale sull’immigrazione. La sinistra, ha proseguito, sta strumentalizzando tutto perché a livello nazionale vuole modificare la recente normativa in materia di sicurezza che invece va ancora rafforzata.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha ribadito che il suo gruppo non ha mai presentato mozioni contro gli assessori. Occorre un maggiore rispetto dell’Aula, ha aggiunto, fermo restando che non sempre la si può pensare allo stesso modo e vanno stigmatizzate le forzature del regolamento. Ieri, ha lamentato, è stato interrotto l’intervento del collega Giovanni Antonio Satta sulla continuità territoriale, per cui occorre capire se l’ordine del giorno è ammissibile.

Il consigliere Pietro Moro (Misto) ha lamentato che la mattinata sia trascorsa a discutere del nulla perché se l’ordine del giorno non è ammissibile è inutile continuare a parlarne; a prescindere dai contenuti della mozione sui quali noi siamo d’accordo, ha concluso, la questione va chiarita.

Il presidente Pais ha sostenuto che le sue scelte sono state sempre ponderate ed adottate senza distinzioni sulla base delle appartenenze; l’ordine del giorno, ha aggiunto, suscita oggettivamente divisioni fra le forze politiche ed i gruppi ma non si può impedire ad un consigliere di formulare proposte in quadro normativo nel quale l’interpretazione del regolamento è prerogativa del presidente e, nel merito, le problematiche riguardanti le forze di polizia e quelle dell’ordine ordine pubblico hanno attinenza con il fenomeno degli sbarchi. Pertanto, ha concluso, confermo l’ammissibilità dell’ordine del giorno.

In sede di replica a conclusione del dibattito sulla mozione, il primo firmatario della mozione Francesco Mura (Fdi) si è detto stupito di quanto accaduto a seguito della proposta del suo gruppo, precisando che i consiglieri hanno diritto di proposta ed ogni iniziativa può essere contestata nel quadro del potere del presidente di interpretare il regolamento. Io preferisco stare sui contenuti, ha concluso, ringrazio per il consenso manifestato dai gruppi e per questo rivolgo a tutti un appello per il voto unanime sulla mozione con oggetto il Caip di Abbasanta.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ha criticato sia l’andamento di un dibattito che si è attardato su questioni di metodo che l’interpretazione, a suo avviso scorretta, del presidente del Consiglio, ad uso e consumo del suo partito politico. Abbiamo sempre riconosciuto le esigenze della maggioranza anche se non ha presentato leggi, ha ricordato, ma ora sono stanco di perdere tempo; in capigruppo si era deciso che il presidente della Regione dovesse essere qui a parlare di entrate (argomento di cui abbiamo appreso dai giornali), mentre sempre informalmente veniamo a sapere che è a colloquio col i componenti della commissione bicamerale sull’immigrazione.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula, sull’ordine dei lavori, ha ricordato che l’accordo dei capigruppo era di incontrare prima in sede in conferenza il presidente della regione nel pomeriggio prima di riferire in Aula, confermando che nel pomeriggio il presidente sarà in Consiglio.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco, dopo aver detto che la presenza del governatore gli giunge nuova, ha annunciato il voto favorevole alla mozione precisando che, se è stato stravolto l’ordine dei lavori non è colpa nostra. Cocco ha poi suggerito al capogruppo della Lega di ritirare l’ordine del giorno per evitare un vulnus al regolamento.

Il consigliere Alessandro Solinas del M5S, favorevole alla mozione, si è associato all’invito formulato dal collega Daniele Cocco contestando l’interpretazione del presidente che, fra l’altro, a suo avviso crea un precedente molto pericoloso.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda, citando l’art.54 della Costituzione che obbliga i dipendenti pubblici ad operare con disciplina e onore ha sostenuto che il vincolo del regolamento riguarda tutti e le sue violazioni sono soggette alle previsioni della legge anche con il coinvolgimento del prefetto e del ministero dell’Interno, come accade nei confronti di eletti ai vari livelli. Se questa è la strada che si vuole intraprendere, ha aggiunto, apriremo un grande dibattito consapevoli di muoverci in un campo minato.

Sempre per i Progressisti il consigliere Maria Laura Orrù ha lamentato la piega inaccettabile dei lavori che rischia di portare ad una delegittimazione dell’Aula, con forti riflessi negativi verso l’esterno, verso quanti chiedono alle istituzioni un grande recupero di credibilità. Le forzature del regolamento, ha continuato, creano precedenti che potrebbero avere ripercussioni negative in futuro ed anche la mozione se collegata all’ordine del giorno che contestiamo diventa un problema.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau, favorevole alla mozione, ne ha sostenuto l’importanza in ambito regionale ma nello stesso tempo ha criticato con forza la decisione di dichiarare ammissibile l’ordine del giorno, ricordando che forse in passato è accaduto ma solo in presenza di una totale condivisione dell’Aula.

Il consigliere di Forza Italia Emanuele Cera si è detto favorevole alla mozione sulla quale ha auspicato un voto unitario del Consiglio, in considerazione dell’impatto positivo della struttura sia per la Sardegna che per il territorio dell’Oristanese.

Il consigliere di Leu Eugenio Lai, favorevole, ha però osservato che solo chi vuole alimentare un clima di paura vuole collegare i problemi della polizia con il fenomeno dei migranti, perché i veri temi che stanno a cuore alle forze dell’ordine sono risorse per le dotazioni, retribuzioni, contratti e turn over.

Il consigliere della Lega Michele Ennas, favorevole, riprendendo alcuni temi del dibattito ha polemizzato con il collega Massimo Zedda (con il quale ha dialogato vivacemente) che aveva richiamato la maggiore importanza di alcune vertenze industriali rispetto al problema dell’immigrazione.

Ha assunto la presidenza il vice presidente Giovanni Antonio Satta.

Il consigliere del Psd’Az, Giovanni Antonio Satta, ha espresso rammarico “per ciò che sta accadendo in Aula” ed ha chiesto una sospensione dei lavori “per verificare se all’interno della maggioranza ci sia unità di intenti”. Il presidente Pais ha confermato la sospensione “ma soltanto a conclusione della votazione della mozione n.70”.

Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha dichiarato voto favorevole alla mozione ma, riferendosi all’ordine del giorno sui migranti presentato dalla Lega, ha invitato ad una riflessione,  parlando “di opportunità dei temi da discutere anche alla luce delle previste comunicazioni del presidente della Giunta sulla vertenza entrate”. Il consigliere dei Progressisti, Gian Franco Satta, ha dichiarato voto di astensione sulla mozione n.70 “perché si è consentita l’ammissibilità di un ordine del giorno che non è attinente con gli argomenti in discussione”. Il consigliere dell’Udc, Pietro Moro, ha invitato il gruppo della Lega al ritiro dell’ordine del giorno («non siamo nelle condizioni di poterlo votare»).

Posta dunque in votazione la mozione n. 70 (Mura e più) che impegna la Giunta – “a porre in essere ogni utile iniziativa al fine di prevedere l’inserimento, nel piano nazionale, del corso per allievi agenti della Polizia di Stato da svolgersi nel Centro addestramento e istruzione professionale (CAIP) di Abbasanta” – è stata approvata con 48 a favore e 8 astensioni.

Il presidente Pais ha quindi dichiarato sospesi i lavori dell’Aula, per alcuni minuti. Alla ripresa dei lavori il capigruppo della Lega, Dario Giagoni, ha annunciato il ritiro dell’ordine del giorno sul fenomeno degli sbarchi dei migranti nel Sulcis ed il presidente del Consiglio ha posto in votazione l’ordine del giorno n. 2 per l’intitolazione ad Emanuela Loi del commissariato di Siniscola. Il capogruppo dei Riformatori, Michele Cossa, ha dichiarato la sottoscrizione del documento e l’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità con 42 sì su 42 consiglieri votanti.

Il presidente del Consiglio ha dichiarato conclusi i lavori ed ha convocato l’Assemblea alle 17.00.

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Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge contenente disposizioni in materia di enti locali e respinto la mozione in materia di prezzo del latte.

Il presidente Michele Pais ha dichiarato aperta la seduta con l’esame del DL 51 “Disposizioni in materia di Enti Locali”.

Sull’ordine dei lavori l’on. Cocco (Progressisti) ha chiesto che «i lavori vadano ad oltranza in modo da affrontare tutti i punti all’ordine del giorno» mentre l’on. Gianfilippo Sechi ha annunciato al’Aula la nascita del nuovo gruppo “Udc-Cambiamo!“.

Sull’emendamento 51 (Satta e più), unico emendamento sopravvissuto ai ritiri dei presentatori, l’on. Gianfranco Satta (Progressisti) ha detto: «Intendiamo riportare le nomine degli amministratori straordinari nell’ambito del Consiglio delle autonomie locali, limitando l’illegittimità del vostro disegno di legge».

Contrario l’on. Pierluigi Saiu (Lega), che ha detto al centrosinistra: «Vi riscoprite paladini del Consiglio delle autonomie locali, nonostante lo abbiate ignorato per cinque anni interi nella scorsa legislatura.  Tutto ciò è meraviglioso e noi lo contestiamo nel merito: i sindaci devono fare i sindaci e non gli amministratori straordinari».

Favorevole invece all’emendamento il capogruppo del Pd, on. Gianfranco Ganau: «Ricordo che sotto il governo Cappellacci ci fu una lunga discussione con il Cal per le nomine dell’Ato. E alla fine il testo fu sostituito con la designazione del Cal: è un criterio che potrebbe valere anche in questo caso, senza che ci sia scandalo».

Anche l’on. Francesco Agus (capogruppo dei Progressisti) si è detto favorevole all’emendamento e ha invitato la maggioranza e i suoi esponenti di spicco «a un maggiore ascolto, anche perché il legislatore regionale non ha il diritto di intervenire su tutte le materie in questo campo. Temo che la legge sia viziata e impugnata dal governo, nonostante gli sforzi che abbiamo fatto presentando l’emendamento 51».

Voto favorevole anche per l’on. Massimo Zedda (Progressisti), secondo cui «possiamo discutere quanto vogliamo di che cosa è stato fatto bene o male nella passata legislatura. Non capisco perché però si debbano reiterare gli errori. E non accetto il vostro giudizio sul nostro atteggiamento sul Cal, visto che alle scorse europee abbiamo candidato all’unanimità proprio il presidente del Cal, attuale sindaco di Nuoro».

Per Leu l’on. Eugenio Lai «l’on. Pierluigi Saiu ripete come un disco rotto le accuse nei confronti del Pd e del passato. Ma se lui rappresenta la discontinuità spetta a lui segnare questa discontinuità» mentre l’on. Diego Loi (Progressisti) ha affermato: «Le autonomie locali sono o non sono l’espressione più alta della rappresentanza popolare? Se sì, mi sembra molto contrastante negare il diritto alle autonomie locali ad esprimere la rappresentanza nelle province, anche attraverso il Consiglio delle autonomie locali».

Il vicecapogruppo del Pd, on. Roberto Deriu, ha detto: “Sono molto d’accordo con quanto affermato dall’assessore agli Enti locali. Al punto che dico: se voi volete l’elezione diretta delle Province, perché non l’avete scritto nella legge? Lo so: perché non avete ancora messo la testa sulla materia. Il governo siete voi e spetta a voi la responsabilità dei compiti più ingrati. Vi consigliamo di votare questo emendamento perché almeno date a queste province un assetto democratico. Perché non avete sfidato il governo se credete che sia giusto consentire l’elezione diretta delle province”.

Replicando all’on. Roberto Deriu, l’on. Franco Mula (capogruppo Psd’az) ha annunciato il voto contrario e ha detto: “Voteremo contro non perché non ci sia un criterio logico in questo emendamento ma perché dopo sei mesi è giusto che diamo un segnale di cambiamento in attesa delle elezioni”.

Anche l’on. Daniele Cocco (Leu) ha annunciato il voto a favore dell’emendamento 51: “Ha detto bene il presidente Deriu e non possiamo aspettare un altro anno di commissariamento”. Concorde anche l’on. Antonio Piu (Progressisti): “Se dopo sette mesi ancora non riuscite a delineare una strategia e una riforma degli enti locali, inizio un po’ a preoccuparmi”.

Dal centrodestra l’on Giorgio Oppi (Udc) ha preso la parola: “Ora dobbiamo approvare la legge e vi bocceremo anche questo emendamento. Sarei grato se rispettassimo l’accordo e ci occupassimo degli altri temi all’ordine del giorno”.

Per il Pd l’on. Giuseppe Meloni “le argomentazioni del presidente della Prima commissione, on. Saiu, sono deboli e pretestuose. Per quanto tempo pensate di andare avanti parlando di chi vi ha preceduto”.

Sempre dai bandi dell’Udc l’on. Domenico Gallus ha preso la parola. “E’ giusto che la faccia ce la mettiamo noi, non abbiamo nessun problema a prendere decisioni chiare”.

L’Aula ha respinto l’emendamento 51 (Satta e più) con 39 voti contrari.

Approvato invece l’articolo 1 e dunque la legge, con 32 favorevoli.

Il Consiglio ha poi iniziato l’esame dei 2 ordini del giorno presentati.

Il consigliere di Sardegna 20/20 Stefano Tunis ha annunciato il ritiro dell’ordine del giorno da lui proposto come primo firmatario, in considerazione dell’incontro di diverse sensibilità tendenti ad includere alcuni Comuni all’interno della Città Metropolitana di Cagliari.

Il presidente ha avviato la discussione dell’ordine del giorno n. 2.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula, raccogliendo le indicazioni provenienti da alcuni gruppi di maggioranza ed opposizione, ha proposto una breve sospensione della seduta per favorire la stesura di un ordine del giorno condiviso. La richiesta è stata accolta.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato il ritiro dell’ordine del giorno n.2, sostituito integralmente da un nuovo documento sulla copertura finanziaria da assegnare alle domande giudicate ammissibili in materia di manifestazioni di grande interesse turistico dalla normativa regionale (legge 7/55). Essendo rimaste fuori iniziative per un controvalore di circa 6 milioni di euro, l’ordine del giorno impegna la Giunta e l’assessorato a reperire le risorse necessarie e, in tempi brevi, riordinare la materia attraverso un disegno di legge organico.

Messo ai voti, l’ordine del giorno è stato approvato con 51 voti favorevoli e 2 astenuti.

Il presidente ha quindi chiamato la votazione finale del Dl n. 51.

Il consigliere Giuseppe Meloni (Pd), contrario, si è detto deluso rispetto alla proposta della maggioranza che non ha accettato i suggerimenti dell’opposizione, limitandosi ad una mini distribuzione di poltrone e perdendo una buona occasione per riorganizzazione il sistema delle autonomie locali.

Il consigliere Cesare Moriconi, anch’egli del Pd, ha sostenuto che è vero che ciascuno deve fare la propria parte ma è evidente che sulla riforma degli Enti locali la Giunta è inadempiente. Sul piano formale, ha aggiunto, sarà comunque necessario un passaggio in Aula dopo i commissariamenti disposti dall’esecutivo, sia nelle aziende agricole che in quelle sanitarie.

Il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, contrario, ha messo l’accento sul fatto che la legge parte da un errore, cioè credere che le Province siano subordinate alla Regione, e da un’ambiguità, con la Regione che si fa carico delle Province esclusivamente con fondi propri sostituendosi indebitamente allo Stato.

Il consigliere della Lega Pierluigi Saiu, favorevole, ha polemicamente constatato che la maggioranza si sta “pentendo” di molte delle sue posizioni precedenti; quanto poi all’accusa rivolta alla maggioranza di non concentrarsi sul futuro, Pierluigi Saiu l’ha respinta ricordando che anche l’ordine del giorno votato qualche minuto fa si è reso necessario per riempire il “buco” della precedente legislatura.

Il consigliere Domenico Gallus (Udc-Cambiamo!), riprendendo alcune osservazioni del collega Giuseppe Meloni, si è dichiarato soddisfatto delle spiegazioni.

Il consigliere del Pd Piero Comandini, contrario, ha accusato la maggioranza di confondere le riforme con operazioni di “spoil-system”, per giustificare un sostanziale immobilismo. Con l’ultimo ordine del giorno, ha precisato, non si sta tappando alcun buco ma ripristinando il rispetto delle regole per l’assegnazione dei contributi, assegnati perfino ad associazioni che non hanno partecipato ai bandi. Siamo in attesa, ha concluso, di una vera riforma degli Enti locali, che sarà l’unico banco di prova.

Il consigliere Eugenio Lai (Leu) ha stigmatizzato l’andamento della discussione in aula: «Si concorda un modus operandi che ogni volta si stravolge per smania di protagonismo». Rivolto al capogruppo della Lega Pierluigi Saiu ha poi detto: «Non ho girato partiti politici, sono sempre stato a sinistra. Non sono passato da Forza Italia a Unidos poi a una lista civica e infine alla Lega. Questo dà il senso della sua coerenza politica. Non mi preoccuperei dell’oggi ma del domani visto che c’è un ricorso che pende sulla vostra elezione. Aspettiamo i fatti, per ora non si confonda una leggina che cambia i commissari con una legge di riforma. Il provvedimento rischia di essere impugnato. Questa sua effervescenza la riserverei ad altre cose».

Il consigliere Massimo Zedda (Progressisti) ha annunciato il suo voto contrario: «Il provvedimento è condito da tante aspettative ma si riduce a una mera sostituzione di commissari straordinari. Lo spoil system è legittimo, contestiamo i tempi, si è aspettato troppo, adesso si rischia». Sull’ordine del giorno per i fondi dello spettacolo, Zedda ha sottolineato: «I contributi per le associazioni di spettacolo è sempre stato rimpinguato in corso d’opera per una questione di tecnica di bilancio».

Voto favorevole al provvedimento ha annunciato il capogruppo di Forza Italia Angelo Cocciu: « E’ un passaggio importante che si poteva fare prima – ha detto Angelo Cocciu – noi non siamo nemici di nessuno ma favorevoli a tutto ciò che possa portare beneficio ai territori». Il capogruppo azzurro ha poi voluto esprimere solidarietà ai colleghi della Lega: «Non hanno bisogno di difensori ma dispiace sentire qualcuno augurarsi che escano fuori dal Consiglio per una decisione del tribunale. Io invece spero che la Lega continui a rimanere in quest’Aula».

Alessandro Solinas (M5S), a nome di tutto il gruppo pentastellato, ha annunciato il voto contrario al provvedimento: «Lo spoil system è un vostro diritto ma non dovete trascurare i vostri doveri: il primo è portare avanti il programma di governo».

Michele Ennas (Lega) ha espresso ottimismo sull’operato della Giunta: «Confido molto nel lavoro dell’assessorato: la riforma terrà conto delle esigenze di tutti i territori. Non guardiamo al passato ma al futuro». Rivolto al consigliere Lai (Leu) ha poi concluso: «Sperare che un Tribunale sovverta un voto popolare è antipatico. L’on. Lai non è l’unico a sperarlo. Noi resistiamo».

Maria Laura Orrù (Progressisti) ha invitato l’Aula a non alimentare fuochi inutili. «Se si dice di voler essere diversi occorre agire di conseguenza. Non riesco a comprendere quale diversità state praticando: presentate una proposta solo per sostituire i commissari straordinari delle province. Non c’è nessuna riforma. Non fa bene continuare ad appigliarsi solo agli slogan. Non si restituisce così credibilità alle istituzioni».

Il capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Mura ha annunciato il voto favorevole del gruppo di Fratelli d’Italia e ha espresso solidarietà ai colleghi della Lega per le parole pronunciate in aula dall’on. Lai.

Posto in votazione, il disegno di legge n. 51 è stato approvato con 33 voti a favore, 24 contrari e un astenuto.

Ha quindi preso la parola per fatto personale Pierluigi Saiu (Lega). Replicando all’on. Eugenio Lai ha detto: «Non conosco la sua storia politica, non perché la ritenga insignificante ma perché non mi interessa. Se lei è il risultato delle scissioni della sinistra, la sinistra avrebbe meritato miglior fine. La invito comunque ad approfondire la mia storia sulla quale ha detto diverse inesattezze. Siedo qui perché oltre 2200 cittadini mi hanno dato fiducia. A questi cittadini devo rispondere anche se questo può non piacere all’on. Eugenio Lai».

Il capogruppo di Leu, Daniele Cocco ha suggerito a tutti di abbassare i toni e rivolto un invito al presidente Michele Pais: «Presidente faccia il presidente, oggi sono avvenute delle cose inaudite: ha fatto ripetere la votazione perché alcuni consiglieri erano fuori dall’Aula, poi un consigliere ha chiesto una sospensione che, eccezionalmente, gli è stata concessa. Ricordo inoltre che gli assessori-non consiglieri non possono stare sui banchi del Consiglio ma devono restare nei posti assegnati alla Giunta. Eugenio Lai e Pierluigi Saiu sbagliano, se continuiamo così non la finiamo più. Si mantengano gli impegni assunti all’unanimità in Conferenza capigruppo».

L’Aula è quindi passata all’esame della mozione n. 92 “sui ritardi in capo alla Giunta regionale sulle azioni a supporto della filiera lattiero-casearia”.

Il primo firmatario Eugenio Lai (Leu), in apertura del suo intervento, ha rivolto un appunto al presidente della Regione Christian Solinas: «Balza agli occhi la presenza di Solinas in aula sulle nomine, mentre esce quando si parla di agricoltura e del prezzo del latte».

Il rappresentante dell’opposizione è poi passato al merito della mozione: «I pastori hanno atteso pazientemente che la Giunta diventasse operativa e prendesse coscienza del problema, oggi sono delusi e dicono di non esistere per la neo assessora Murgia. Questa mozione vuole sollecitare l’attenzione della Giunta per un problema importante che interessa circa 12mila famiglie sarde. Ritengo stucchevoli le dichiarazioni di questi mesi. L’assessora dice di dover studiare il tema, poi fa una serie di comunicati stampa in cui sostiene che siamo una delle prime regioni in Italia per la spendita delle risorse europee. O erano sbagliate le critiche nei confronti del precedente assessore Pierluigi Caria oppure invece in passato si è lavorato bene».

Lai ha quindi ricordato che i tavoli aperti nei mesi scorsi hanno dato risultati positivi determinando un innalzamento del prezzo del latte. «Il mercato ha restituito una boccata d’ossigeno al settore agropastorale, c’è da considerare però le difficoltà delle campagne colpite dagli incendi e gravate da un andamento climatico che ha messo in ginocchio un comparto già in sofferenza. Vogliamo capire a che punto è la vertenza latte – ha detto Eugenio Lai – quali sono le azioni per garantire il prezzo concordato di un euro a litro? Perché da questi tavoli vengono esclusi i rappresentanti dei pastori? Non si può stabilire per legge un prezzo ma si possono mandare avanti azioni di stabilizzazione del sistema. Sollecitiamo un intervento della Giunta sul Psr. Il nuovo Piano di sviluppo rurale doveva essere approvato entro il mese di ottobre del 2019. Non ce n’è traccia. Occorre prendere esempio da altre regioni come l’Emilia che ha mandato avanti efficaci azioni di tutela del Parmigiano e del Grana Padano. E’ andata bene nella partita dei dazi americani, il pecorino romano per fortuna è fuori. Sarebbe stato un fallimento. A tre mesi da fine anno i proclami non sono più sufficienti. Dall’assessore all’agricoltura ci si aspetta una chiusura del tavolo e un’indicazione sulle cose da fare».

Gianfranco Satta (Progressisti), dopo aver ringraziato il collega Lai per aver sollevato la questione ha ricordato alcuni numeri: «Il settore interessa  12500 aziende e 35mila addetti. L’agricoltura ha un ruolo fondamentale nel nostro sistema produttivo e sociale. La pastorizia conserva il nostro ecosistema, preserva la nostra biodiversità e disegna il nostro ambiente. Dobbiamo essere capaci di far convergere agricoltura e turismo. La Ue dice che solo il 18% dei consumatori europei conosce i nostri prodotti Doc e Igp. In questo contesto l’assessore all’agricoltura è fondamentale nelle sue politiche di governance. Sarà determinate anche il modo in cui si rendono protagonisti contadini e pastori. Io sarò al fianco dell’assessore se riuscirà a recuperare il protagonismo dei territori. La programmazione territoriale del Psr deve andare dal 5 al 30% delle risorse destinate alle aree sottosviluppate (circa 292 comuni). La programmazione e il controllo della Regione vanno rivisti, servono regole chiare e procedure certe. Le promesse fatte in campagna elettorale hanno illuso migliaia di allevatori. Presto ve ne chiederanno conto. Non penserete di scaricare tutte le responsabilità sull’assessore?».

Franco Mula (Psd’Az) ha chiesto il rispetto degli accordi presi in Conferenza capigruppo. «Si era parlato di un possibile ordine del giorno unitario adesso mi si consegna un ordine del giorno di censura politica. Vogliamo mantenere l’impegno? Noi ci siamo e siamo disponibili».

Daniele Cocco (capogruppo Leu) è intervenuto sull’ordine dei lavori spiegando che l’ordine del giorno non riguarda la mozione in discussione e che gli impegni sono stati rispettati.

Il vice presidente Giovanni Antonio Satta ha anche spiegato che, in base al Regolamento, l’ordine del giorno di censura non può essere discusso nella seduta odierna. Spiegazione condivisa anche dal capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, che ha confermato il rispetto degli impegni presi nella Conferenza dei capigruppo.

E’ quindi intervenuto Giovanni Satta (Psd’az), il quale ha ricordato che tutti vogliono cavalcare questo tema. Di fatto nella scorsa legislatura, ha continuato Satta, non solo una sua mozione sul tema è stata discussa dopo sei mesi, ma anche che sono stati assunte iniziative che non hanno risolto i problemi del comparto.  Su questo argomento, secondo Satta, spesso si fa demagogia, ma la verità è che si tratta di un problema non di facile soluzione, perché non potrà essere la politica a cambiare il prezzo del latte. Quello che può fare la politica è mettere in campo misure che aiutino il comparto e dia una costanza di fatturato. Per Giovanni Satta è doveroso da parte di questo Consiglio, Giunta e assessore ascoltare i pastori, come stanno già facendo. Per il consigliere sardista bisogna riaprire il tavolo, che comunque aveva ottenuto un risultato, portando il prezzo del latte da 60 a 74 centesimi al litro. Satta ha poi affermato che l’assessore all’Agricoltura non solo non merita la censura, che andrebbe presentata nei confronti di chi nel 2017 non ha agito a sostegno dei pastori, ma andrebbe sostenuta e aiutata da quest’Aula.

Il presidente della commissione Attività produttive, Piero Maieli (Psd’Az), ha affermato che gli è stata presentata una relazione relativa al 2003 e che è speculare alla situazione attuale. “Vuole dire  – ha detto – che non si è risolto niente”, se non incentivi a pioggia senza creare una prospettiva reale e senza portare avanti riforme reali. Il presidente Piero Maieli ha ricordato che non si può negare di essere inseriti ormai in un mercato globale, in cui il latte di pecora rappresenta appena il  5% ed è, quindi, un prodotto di nicchia. Ricordando l’importanza del comparto per la Sardegna, Piero Maieli ha però affermato che bisogna invertire il ragionamento e partire dal mercato e da quello che chiede e non dalle campagne. Anche il presidente della Commissione ha ricordato che non potrà essere la politica ad aumentare il prezzo del latte, ma potrà sicuramente, come già sta facendo, avviare strategie che produrrà risultati per il comparto. Tra queste iniziative lo sblocco dei fondi del 2016. Per Piero Maieli bisogna portare avanti una pianificazione che serva a far progredire il settore e non a lanciare soldi sulle campagne.

Per Emanuele Cera (Forza Italia) si tratta di un argomento così importante per l’economia della Sardegna che richiede una partecipazione di tutta l’aula, senza fretta e senza contrapposizioni di parte. Per Emanuele Cera il problema della vertenza del latte ovino interessa tutti e in questa partita “dobbiamo essere assolutamente uniti”.  Anche il consigliere di Forza Italia ha affermato che pur non potendo determinare il prezzo del latte, il Consiglio e la Giunta possono determinare azioni di supporto al comparto ovino e ha auspicato una collaborazione con il Ministero delle politiche agricole per valutare seriamente la possibilità di commissariare il Consorzio pecorino romano. Secondo Cera è anche necessario rivedere il disciplinare e il Psr. Il consigliere ha espresso piena fiducia nell’assessore e ha proposto ai colleghi dell’opposizione di ritirare la mozione per arrivare a un testo condiviso per dare così una risposta unitaria a un settore strategico.

Il consigliere della Lega, Pierluigi Saiu, ha chiesto al presidente cinque minuti di sospensione per valutare un ordine del giorno con la maggioranza. Il presidente ha accordato la sospensione.

Alla ripresa dei lavori è intervenuto Massimo Zedda (Progressisti), il quale ha ricordato che la vertenza del latte è stata al centro dell’ultima campagna elettorale. L’esponente dell’opposizione ha sottolineato che non è facile intervenire in una materia così complessa da parte della Giunta. Per Massimo Zedda bisogna invertire l’approccio al problema, partendo non dal prezzo del latte, ma da azioni per l’emancipazione del mondo agropastorale dal prezzo del latte.  Il consigliere del Progressisti ha poi ricordato che si è speso tanto, ma forse non nella direzione giusta e ha evidenziato la necessità di interventi relativi alla lavorazione del latte, alla diversificazione, alla stagionalità. Per Massimo Zedda bisogna arrivare alla trasformazione del settore della pastorizia in un insieme di piccoli artigiani e produttori del latte. Il consigliere ha poi esortato la Giunta a prestare attenzione al mondo della pastorizia anche nella predisposizione della nuova legge urbanistica.

Il consigliere Pierluigi Saiu, della Lega, ha auspicato il recupero di uno spirito positivo nella valutazione della crisi del settore, che va affrontata con grande determinazione. La mozione, ha proseguito, invita il governo regionale a costruire attorno alla filiera del latte un clima più favorevole, attraverso una serie di misure (a cominciare dal Psr) per favorire un processo virtuoso di fitte relazioni fra produttori e trasformatori, dare più stabilità al prezzo del latte e rendere più efficiente la burocrazia.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha affermato che il problema che abbiamo di fronte non può essere attribuito all’attuale maggioranza ma viene da lontano. E tuttavia la mozione ha il merito, a suo giudizio, di portare alla luce i grandi sacrifici del mando agropastorale sardo soprattutto nelle aree montane e nelle piccole realtà sempre più spopolate, che deve essere valorizzato con la massima serietà e con strumenti nuovi riequilibrando il rapporto fra industriali e produttori, ora tutto a favore dei primi, e lavorando sui mercati. Rivolgendosi infine all’assessore, Daniele Cocco ha sollecitato la partecipazione dei pastori al tavolo di comparto.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha sostenuto che, da un lato, occorre evitare la sovra-produzione e, dall’altro, puntare sulla qualità. Le lotte dei pastori sardi hanno avuto un forte impatto emotivo ma ora, ha continuato, è necessario guardare avanti. Il sostegno del Governo nazionale che è intervenuto con 29 milioni è un fatto positivo, come sono stati positivi altri provvedimenti collaterali a livello nazionale e regionale. Il tavolo tecnico, ha aggiunto, deve però continuare a lavorare sbloccando i decreti attuativi della legge 44, che va anche rifinanziata, varando un riordino della disciplina in materia di pratiche commerciali distorte fra gli attori della filiera e riprendendo in mano la legge 15.  Proporremo all’opposizione questi contenuti, ha concluso, perché riteniamo che sia una buona sintesi.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha detto che è singolare che la mozione provenga dalle forze che fino a poco tempo fa avevamo in mano le leve del governo regionale. La politica sarda, a suo avviso, deve muoversi sulla strada già tracciata dall’ex ministro Centinaio con l’istituzione di un tavolo tecnico di settore con il coinvolgimento dei pastori; quindi niente assistenzialismo, che ha speso male molte risorse negli ultimi 5 anni, ma piuttosto quote a produttori ed incentivi alle produzioni innovative.

A nome della Giunta l’assessore Gabriella Murgia, dopo aver ricordato che il problema del latte risale ad almeno 30 anni fa, ha affermato che l’impegno del governo regionale sul problema è stato costante. La Murgia, poi, ha respinto le accuse che le sono state rivolte da una parte del Consiglio sulla rimodulazione del Psr all’interno del quale, ha precisato, sono state superate forti criticità presenti nel del pacchetto giovani con oltre 1000 domande rimaste fuori per un controvalore di circa 60 milioni. Nella mozione, ha inoltre lamentato, ci sono molte inesattezze: da quella sui 18 milioni a garanzia di crediti che secondo la Sfirs è una manovra rischiosa che stiamo verificando, ai 10 milioni del Banco di Sardegna destinati solo alle eccedenze che per ora non ci sono. La soluzione del problema del prezzo del latte, ha dichiarato l’assessore, passa solo con legge 44 perché permette con i decreti attuativi (l’ultimo dei quali è stato approvato sabato scorso) il monitoraggio della produzione del latte vaccino proprio perché tante situazioni che fanno fluttuare il prezzo del mercato sono dovute alle eccedenze che non si riesce ad attribuire. L’assessore, in conclusione, dopo aver annunciato che il prossimo 29 ottobre il ministro della Politiche agricole Teresa Bellanova sarà in Sardegna, ha riconosciuto che dal dibattito in Consiglio regionale sono emerse molte buone proposte ma per attuarle servono soprattutto risorse e la puntuale applicazione delle leggi.

In sede di replica il consigliere di Leu Eugenio Lai ha chiarito di non voler offendere l’assessore la quale però non ha oggettivamente manifestato idee forti per risolvere il problema del prezzo del latte. Lai ha ribadito che il nuovo Psr andava approvato entro il primo ottobre e che i pastori non sono soddisfatti e vanno ascoltati. Non è che il ministro il 29 ottobre risolve tutto, ha concluso il consigliere di Leu, perché molte cose che la Regione doveva fare la Regione non le ha fatte: nuovo Psr, Argea come ente pagatore regionale, blocco dei procedimenti su premi e indennità compensative. Proviamo a ripartire da alcune soluzioni venute fuori dal dibattito, ha esortato Lai, comprese quelle arrivate dal presidente della commissione.

Il presidente ha comunicato la presentazione di due ordini del giorno, dei quali uno non può essere discusso per ragioni regolamentari, mentre dell’altro manca ancora il testo.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha proposto una breve sospensione della seduta, ricordando che il suo gruppo ha sottoposto all’opposizione una bozza di testo unitario. La richiesta è stata accolta.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato la distribuzione di un ordine del giorno.

Per dichiarazione di voto, il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, favorevole, ha però censurato un certo clima (che il presidente dovrebbe smorzare più di quanto sta facendo) che non aiuta a risolvere i problemi, perché non si possono scambiare gli attacchi politici per attacchi personali. In campagna elettorale, ha ricordato, si è parlato di risolvere il problema in 48 ore creando moltissime aspettative, ma resta che questa questione risale a 30 anni fa ed i promotori della mozione avevano tutto il diritto di chiedere risposte e spiegazioni.

Per l’on. Daniele Cocco (Leu) è “inaccettabile il comportamento dell’assessore verso l’on. Eugenio Lai, spero che non accada mai più perché siamo davanti a un caso di sessismo al contrario. Se l’assessore Murgia si comporta così, oggi con noi e domani con la maggioranza, non aiuta”.

Dello stesso tenore anche l’intervento dell’on. Gianfranco Satta, che ha annunciato il voto a favore e rivolto all’assessore ha detto: “Non siamo noi che la attacchiamo ma è invece la sua maggioranza, che di recente ha presentato un ordine del giorno per sottrarre risorse dell’assessorato all’Agricoltura e ha redatto altri atti politici forti contro di lei. In particolare guardo verso la Lega, che ha disseminato odio nelle piazze in campagna elettorale sulla questione del prezzo del latte. Voi siete maggioranza e dovete prendervi la responsabilità del governo”.

Per il Psd’Az il capogruppo on. Franco Mula ha invitato tutti a lasciare da parte la campagna elettorale e rivolto all’assessore ha detto. “Capisco le provocazioni e gli attacchi ma quest’Aula non può diventare una polveriera”.

L’on. Ennas (Lega), ha annunciato il voto contrario e ha detto: “E’ inaccettabile che non capiamo che la situazione di oggi è figlia di quanto ha fatto o non ha fatto il centrosinistra negli ultimi cinque anni”. Secondo l’on. Pierluigi Saiu (Lega) “all’opposizione non interessa risolvere il problema dei pastori e del latte ma fare polemica con la Lega. Altro che lasciare le piazze: noi dobbiamo stare con i cittadini perché siamo una cosa diversa da voi. Nel palazzo, invece, dobbiamo stare il meno possibile. La Lega fa proposte chiare e non meravigliatevi se presentiamo mozioni né se abbiamo un’idea di cosa vogliamo fare”.

Favorevole il voto annunciato dall’on. Massimo Zedda (Progressisti): “C’è una carenza di indirizzi dentro la maggioranza e dentro la giunta, mi pare evidente. Ma inizio ad avere qualche dubbio che l’assessore Murgia concluderà con noi questa legislatura”.

Favorevole anche l’on. Gianfranco Ganau, capogruppo del Pd: “Qualcuno in campagna elettorale ha promesso che in 48 ore avrebbe risolto il problema del prezzo del latte e invece siamo ancora in alto mare.  E non permetto all’on. Pierluigi Saiu di dire che a noi non importa del prezzo del latte e dei pastori perché siamo stati noi a presentare la mozione. Chi condivide la nostra mozione la voti. Altrimenti voti contro”.

La capogruppo del Movimento Cinque stelle, on. Desirè Manca, ha esordito così: “E’ disdicevole un certo tono e un certo linguaggio, ci si può rispettare pur nella diversità di idee e di ideologie. Confermo il voto favorevole alla mozione”.

Il presidente Pais ha messo in votazione la mozione 92 (Lai e più), che è stata respinta con 26 contrari.

Sull’ordine del giorno 2 (Mula e più) il presidente Michele Pais ha constatato la mancanza del numero legale e ha sospeso il Consiglio per trenta minuti.

L’on. Gianfranco Ganau ha sottolineato che «l’assenza di tutta la minoranza dalla votazione di questo ordine del giorno deve intendersi come un fatto politico».

Alla ripresa dei lavori il presidente ha comunicato la chiusura dei lavori e preannunciato la convocazione del Consiglio al domicilio.

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Il Consiglio regionale ha rinviato la mozione “sulla grave situazione di incertezza per i lavoratori precari all’interno dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna “G. Pegreffi”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza dell’on. Michele Pais. Dopo le formalità di rito, ha chiesto di intervenire sull’ordine dei lavori il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus che ha sollecitato un intervento urgente del presidente del Consiglio per ottenere il rispetto delle procedure nei rapporti tra Giunta e Aula. «Mi si comunica una risposta alla nostra interrogazione n. 61 sulla nomina dei direttori generali esterni all’amministrazione regionale – ha detto Francesco Agus – in realtà si tratta di una comunicazione elusiva, irrispettosa, scorretta e contraria al Regolamento. La risposta arriva, infatti, dal Capo di Gabinetto della Presidenza della Regione che in sostanza dice di non poter dare risposte. Chiedo al presidente Michele Pais di verificare il rispetto delle procedure in modo che l’interrogazione possa avere una risposta corretta».

Il presidente Michele Pais ha assicurato il suo intervento: «Sarà mia cura fare le verifiche opportune. Spero in giornata di poter dare una risposta in merito».

Si è quindi passati al primo punto all’ordine del giorno, la mozione n. 68 sulla grave situazione dei lavoratori precari dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sardegna a rischio licenziamento per il mancato rinnovo del contratto di lavoro. Il presidente Michele Pais ha comunicato  l’impossibilità di mettere in discussione la mozione per l’assenza in Aula dell’assessore alla Sanità Mario Nieddu.

E’ quindi intervenuto Daniele Cocco, capogruppo di Liberi e Uguali e primo firmatario della mozione: «Mi dispiace molto non poter discutere questa mozione per il suo carattere d’urgenza. Nell’incontro con i gruppi avevamo stabilito di vederci oggi per verificare la possibilità di approvare un dispositivo con carattere d’urgenza. L’assenza dell’assessore fa cadere tutti i buoni propositi. Sarebbe opportuno che il responsabile della Sanità riferisse in Aula sia sulla questione dell’Istituto Zooprofilattico che sulle graduatorie degli Organizzazioni Sindacali. Noi tutti abbiamo l’esigenza indifferibile di interloquire con lui per capire lo stato dell’arte».

Il presidente Pais si è detto d’accordo con le osservazione del capogruppo di Liberi e Uguali: «Era stato lo stesso assessore a sollevare il problema. Confido che  possa riferire quanto prima sull’argomento».

Rammarico per il rinvio della mozione è stato espresso anche da Piero Maieli (Psd’Az)  che ha sollecitato tempi rapidi per una nuova calendarizzazione del documento: «Oggi scade il contratto dei lavoratori dell’Istituto Zooprofilattico. E’ urgente concludere il processo di stabilizzazione e avviare i concorsi».

Successivamente ha preso la parola Laura Caddeo (Progressisti) che, come in precedenza il suo capogruppo Francesco Agus, ha stigmatizzato il metodo utilizzato dalla Giunta sulle interrogazioni a risposta scritta: «Anche sull’interrogazione n. 124 (qualifiche per Operatori sociosanitari rilasciate da istituti privati) rivolta in prima battuta agli assessori al Lavoro e alla Sanità ci è arrivata una risposta dall’assessorato alla Pubblica Istruzione. Arriveranno le risposte di Zedda e Nieddu?».

Eugenio Lai (Liberi e Uguali) si è detto amareggiato per la decisione della Giunta di non partecipare alla seduta statutaria: «L’assenza di quasi tutti gli assessori in Aula in una seduta solenne è un fatto nuovo – ha detto Eugenio Lai – capiamo che i punti all’ordine del giorno non essendo stati dettati da Pontida siano considerati meno urgenti dalla maggioranza ma non è così per noi. Nella scorsa seduta si è deciso di rinviare una mozione al giorno dopo. Chiediamo la stessa cosa vista l’urgenza: la mozione n.68 si discuta entro questa settimana».

La consigliera del M5S Carla Cuccu ha invece segnalato all’Aula un presunto sgarbo istituzionale subito dalla Commissione Sanità durante un sopralluogo all’ospedale San Marcellino di Muravera: «Non siamo stati accolti dagli organi rappresentativi dell’Ats e dai direttori generali – ha affermato Carla Cuccu – come commissari ci siamo trovati a vagare nei meandri del nosocomio senza sapere dove andare». Carla Cuccu ha quindi espresso rammarico per l’assenza in Aula dell’assessore alla Sanità: «Ci sono interrogazioni presentate da tempo che non hanno ancora avuto risposta. A tutt’oggi l’assessorato non ha fornito nessun tipo di documentazione scritta. Vorrei che questo Consiglio potesse esercitare appieno la sua funzione di controllo e ispezione».

Il capogruppo della Lega, Dario Giagoni, ha quindi chiesto una sospensione di 5 minuti per parlare con i capigruppo di maggioranza e la vicepresidente della Regione Alessandra Zedda.

Alla ripresa dei lavori, il presidente Michele Pais ha messo in discussione la mozione n. 51 “sulla necessità di modificare il comma 23 dell’articolo 6 della legge regionale 28 dicembre 2018, n. 48, e di destinare specifiche risorse finanziarie per la realizzazione dei progetti relativi all’Azione Bosco”.

Il documento è stato illustrato da Franco Mula, capogruppo del Psd’Az e primo firmatario della mozione: «La nostra iniziativa ha due obiettivi: assicurare i finanziamenti ai progetti di Azione Bosco e rivedere le procedure che hanno stravolto il programma originario di tutela e valorizzazione del territorio». Mula ha ricordato che il piano Azione Bosco, voluto dalla Giunta Soru e sostenuto anche da Ugo Cappellacci è stato modificato nella scorsa legislatura: «La procedura prevedeva che il progetto venisse presentato da un’azienda agricola o da cooperativa e venisse successivamente approvato dalla Giunta su proposta dell’assessore al Lavoro. L’assessorato all’Ambiente aveva il compito di vigilare. Oggi la procedura descritta è stata modificata e le relative risorse finanziare, circa 2 milioni di euro, trasferite nel programma Lavoras. Anche la procedura di affidamento è totalmente cambiata. Prevale il programma Lavoras sui progetti di Azione Bosco. Questo va contro la volontà del Consiglio regionale»

Secondo Franco Mula, le attuali modalità di individuazione dei soggetti beneficiari e le conseguenti procedura di affidamento sono farraginose e complesse: «Prima si prevedeva un soggetto esecutore (azienda o cooperativa) e un soggetto attuatore (Assessorato ambiente) adesso ci sono aspetti poco chiari – ha detto Mula – i soldi sono stati spostati su Lavoras ma la cosa più grave è che ci sono dirigenti regionali che non fanno gli amministratori ma fanno politica».

Mula ha quindi concluso il suo intervento presentando le richieste all’esecutivo: «I soldi affidati a Lavoras devono tornare al piano Azione Bosco – ha rimarcato il capogruppo sardista – in alternativa si trovino risorse aggiuntive per finanziare quel capitolo di spesa. Una cosa è Lavoras, un’altra Azione Bosco, intervento previsto da una legge specifica approvata da questo Consiglio. Si rispetti la volontà dell’Aula».

Dopo l’on. Franco Mula ha preso la parola l’on. Giuseppe Talanas (FI), che ha precisato: “Questi bandi esistono da anni e tendono a migliorare le aree boschive della Sardegna ma limitano l’attività delle aziende agropastorali. Chiedo pertanto alla Giunta che nell’attuazione dei progetti si trovi un punto di equilibrio tra le due opposte esigenze”.

Sempre dalla maggioranza l’on. Giovanni Antonio Satta (Riformatori)  ha ricordato la genesi di questa misura e gli effetti ottenuti, “importanti ricadute sui territori e risposte positive sotto il profilo occupazionale che hanno consentito di prevenire e limitare i danni derivanti dagli incendi e dalle calamità naturali. Purtroppo, questi progetti sono stati interrotti dall’assessore Paci, con una decisione inopportuna e pregiudizievole: quella di inserire le risorse nel calderone dei fondi di Lavoras”. L’oratore ha proseguito ricordando l’iniziativa del 2017 di quattordici sindaci sardi, interessati dai progetti boschivi per i loro territori e ha segnalato la necessità di cambiare “la procedura di affidamento di Azione Bosco introdotta dalla passata Giunta regionale tornando alla gestione passata per la programmazione della spesa”.

L’on. Eugenio Lai (Leu) si è detto “in linea generale favorevole allo spirito della mozione, perché i boschi sono elemento di sviluppo delle nostre comunità. Ma non sono d’accordo sul fatto che si modifichi la legge con una mozione e mi aspetto che i problemi denunciati sulla procedura si risolvano con una variazione di bilancio. Dunque, sarebbe opportuno non levare due milioni di euro dal programma Lavoras ma impegnare gli assessori competenti a reperire altri due milioni di euro per Azione Bosco”.

Per l’esecutivo regionale ha preso la parola l’on. Giuseppe Fasolino (assessore della Programmazione), che si è rimesso alla volontà dell’Aula e ha aggiunto: “Sono d’accordo sul fatto che sia il caso di inserire direttamente in Finanziaria il contributo per l’Azione bosco, ampliando i progetti e premiando i migliori”.

In replica il presentatore della mozione, l’on. Franco Mula, ha detto rivolto all’on. Eugenio Lai: “Non ci sono leggi da modificare, non è necessario, perché la somma è stata spostata da un capitolo a un altro.   Se poi si riescono a recuperare altri due milioni di euro, tanto di guadagnato”.

Per dichiarazione di voto, l’on. Lai è tornato sul punto e a seguire anche l’on. Massimo Zedda: “In questo modo state sottraendo risorse ai Comuni e ai cantieri Lavoras. E noi non siamo favorevoli a procedere in questo modo”. Contrario anche l’on. Daniele Cocco (Leu), che ha ribadito la necessità della modifica legislativa.

Per l’on. Franco Mula “qui si stanno invertendo e mischiando i piani del discorso. Ma sia chiaro che noi non stiamo togliendo manco un euro ai Comuni”.

L’assessore Fasolino ha ribadito il concetto: “Noi stiamo applicando la legge di stabilità del 2018, che ha votato la precedente maggioranza con un emendamento della commissione Bilancio approvato all’unanimità. Quindi, non stiamo modificando nulla rispetto a quanto è previsto dalla legge”.

La Lega e Fratelli d’Italia hanno annunciato il voto a favore della mozione  mentre il voto contrario dei Progressisti è stato comunicato dal capogruppo, on. Francesco Agus. “Non è corretto levare risorse al bando Lavoras. Si possono trovare altrove due milioni, anche risparmiandoli o attingendoli altrove”.

L’on. Giuseppe Meloni (Pd) ha chiesto notizie all’assessore del Lavoro, on. Alessandra Zedda, “sulla mancanza di cinque milioni del bando Lavoras, a favore dei Comuni. Vorrei sapere se questa notizia è confermata o se possiamo tranquillizzarci tutti”. Per il Pd l’on. Comandini ha spiegato che “non basta una mozione a risolvere i problemi di cui si è parlato. Sarà comunque necessaria una legge con una variazione di bilancio per poter spendere davvero questi denari”.

Il presidente Michele Pais ha messo in votazione la mozione 68, che l’Aula ha approvato con 32 favorevoli, 7 contrari e 11 astenuti.

L’on. Carla Cuccu (Cinque stelle) ha illustrato la mozione 5 sul reddito energetico, “con lo scopo di prendere ad esempio il caso virtuoso di Porto Torres per arrivare coinvolgere tutti i Comuni sardi. Da luglio 2017 Porto Torres ha investito 500 mila euro per il fondo rotativo fotovoltaico di proprietà comunale e a favore di utenze domestiche e condomini. Si tratta di autoconsumo gratuito per i cittadini selezionati mediante una procedura di evidenza pubblica. E i crediti maturati verso il Gestore del servizio energetico vengono ceduti dai cittadini al Comune. Un sistema virtuoso, come detto, che in Puglia è diventato poi legge e anche a Milano si va in questa direzione. Chiediamo che altrettanto si faccia in Sardegna, con un fondo rotativo che finanzi impianti fotovoltaici a favore delle famiglie con il reddito più basso e con il contributo a favore della Regione. In questo modo si produrrà energia elettrica attraverso fonti rinnovabili  e ci sarà un’altra ricaduta positiva: nasceranno filiere locali per l’installazione e la manutenzione degli impianti”.

Il consigliere Ignazio Manca (Lega), anche nella sua veste di rappresentante del nord ovest ha osservato che il progetto ha aspetti molto positivi sul piano economico e sociale, consente un risparmio annuo di circa 200 euro annui a nuclei familiari non abbienti ed attiva un sistema virtuoso di auto alimentazione energetica attraverso le energie rinnovabili. Nello specifico, ha aggiunto, Porto Torres riveste un ruolo importante come sito nel quale sperimentare buone pratiche e politiche energetiche innovative dopo un passato di inquinamento molto elevato che richiede un intervento incisivo dello Stato.

Il consigliere Annalisa Mele, anch’essa della Lega, ha affermato che il progetto è positivo perché prevede un intervento significativo a favore delle categorie svantaggiate, sulla scorta di altri provvedimenti che vanno nella stessa direzione: il bonus energetico introdotto alcuni anni fa, il reddito (e pensione) di cittadinanza che incrementa le agevolazioni in materia energetica e idrica anche in deroga alle soglie Isee, altre norme che aiutano i cittadini con alcune problematiche sanitarie e, non ultimo, il bando dell’assessorato regionale degli Enti locali che ha stanziato 23 milioni per la riqualificazione del patrimonio edilizio privato, all’interno del quale è prevista una parte dedicata all’efficienza energetica degli immobili. La Mele ha proposto infine di estendere questi interventi agli edifici pubblici, come già stabilito dal recente decreto nazionale crescita, con particolare riferimento all’Agenzia regionale Area.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha chiesto una breve sospensione della seduta in considerazione dell’importanza dell’argomento e della possibilità di arrivare ad un ordine del giorno condiviso

Il presidente, nell’accogliere la richiesta, ha convocato la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato che è stato predisposto un ordine del giorno condiviso di tutto il Consiglio.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha dichiarato che, ad avviso del suo gruppo, alcuni punti non sono condivisibili, soprattutto per quanto riguarda il mancato riferimento alle bonifiche del sito di Porto Torres.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco, concordando in parte con la tesi di Giagoni, ha però lamentato l’eccessiva lunghezza delle sospensioni delle sedute e la scarsa produttività delle stesse.

Il capogruppo del Psd’Az. Franco Mula, condividendo le osservazioni precedenti, ha detto nel merito che le differenze di posizioni sono piuttosto marginali ed ha suggerito un dispositivo che auspichi l’intervento complessivo della Giunta in materia energetica.

Il consigliere Eugenio Lai ha suggerito che, in assenza di posizioni condivise, è giusto votare la mozione.

Per la Giunta il vice presidente, on. Alessandra Zedda, sottolineando la grande complessità dell’argomento, ha proposto l’eliminazione della parte che riguarda la Regione Puglia, completando la parte dedicata al reddito energetico regionale con un riferimento alla verifica sullo stato di attuazione delle bonifiche nel sito di Porto Torres.

Il consigliere Cuccu (M5S), prima firmataria della mozione, ha espresso parere favorevole sulle modifiche proposte.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha precisato che il problema delle bonifiche, che ha un suo percorso legislativo ed amministrativo, non c’entra nulla col credito energetico

Il consigliere Ignazio Manca (Lega) ha contraddetto il collega Ganau, sostetendo che il problema ambientale complessivo di Porto Torres non può mai essere sottovalutato.

Il capogruppo del M5S Desirè Manca ha chiesto una breve sospensione della seduta per una riunione della minoranza.

Accogliendo la richiesta, il presidente Michele Pais ha sospeso la seduta e aggiornato il Consiglio, in prosecuzione dei lavori, per le 16.00.

Alle 16.40 sono ripresi i lavori dell’Aula, sotto la presidenza del vice presidente Piero Comandini (Pd) che ha concesso la parola al consigliere dei Progressisti, Antonio Piu, per proseguire nella discussione generale sulla mozione n. 5 (Cuccu e più). Il consigliere Piu ha espresso il suo favore per la mozione nella sua versione originaria e senza alcuna modifica al dispositivo ed ha definito la città di Porto Torres (citata nel documento del M5S) “un esempio virtuoso in materia di reddito energetico”.

La vice presidente della Giunta, Alessandra Zedda (Fi), intervenendo a nome dell’esecutivo ha escluso una posizione contraria da parte del governo regionale ed ha però suggerito l’eliminazione dal testo dei riferimenti alla regione Puglia.

Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha quindi preannunciato la presentazione di un ordine del giorno ed ha chiesto alcuni minuti di sospensione per completare la raccolta delle firme dei sottoscrittori. Sospensione che è stata accordata dal vice presidente Piero Comandini.

Alla ripresa dei lavori la prima firmataria, Carla Cuccu, ha dichiarato che l’ordine del giorno è sostituvo della mozione e dopo la lettura del testo la Giunta ha espresso parere favorevole ribadendo l’invito alla eliminazione dal testo ai riferimenti alle Regioni Puglia e Lazio. Il consigliere della Lega, Michele Ennas, ha rivolto l’invito alla presidenza affinché sia fornito un testo più chiaro del documento mentre l’onorevole Cuccu (M5S) ha confermato la cancellazione dei riferimenti alla Puglia e al Lazio.

Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha dichiarato il voto favorevole dei sardisti, seguito dal consigliere dei Progressisti, Antonio Piu, dal capogruppo Leu, Daniele Cocco, mentre la consigliera della Lega, Annalisa Mele, ha preannunciato l’astensione del gruppo lamentando il mancato riferimento all’edilizia pubblica e alla produzione del mini eolico. Il capogruppo dei Riformatori, Michele Cossa, ha dichiarato il voto favorevole del gruppo e l’ordine del giorno n. 1 è stato approvato con 41 sì e 7 astensioni.

Il vicepresidente del Consiglio, Piero Comandini (Pd), ha quindi concesso la parola al consigliere della Lega, Andrea Piras, che ha illustrato la mozione  Mozione n. 57 (Piras e più) per garantire la piena operatività dell’istituto regionale per la fauna selvatica (Irfs). Il consigliere Lai (Leu), intervenendo sull’ordine dei lavori ha chiesto la presenza in Aula dell’assessore dell’Ambiente ma il primo firmatario Andrea Piras non ha dato seguito alla richiesta ed ha proceduto con l’illustrazione del documento che impegna la Giunta a potenziare il personale dell’istituto, a garantire adeguate risorse e, con il coinvolgimento del Corpo forestale e di Forestas assicurare rilevanza scientifica all’attività dell’istituto. Nel corso del suo intervento, il consigliere della maggioranza, ha evidenziato la mancata applicazione di quanto stabilito dalla legge 23 del 1998 proprio con riguardo al mancato funzionamento dell’Irfs per l’adozione dei provvedimenti per la valorizzazione del territorio e delle specie di fauna selvatica presenti in Sardegna ed ha lamentato i disagi che ne derivano per la corretta programmazione dell’attività venatoria nell’Isola, nonché il ruolo preponderante dell’Ispra (istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, sottoposto alla vigilanza del ministero dell’Ambiente) con riferimento ai pareri a supporto dei provvedimenti regionali.

A supporto delle argomentazioni illustrate da Andrea Piras è intervenuto il suo compagno di gruppo e di partito Michele Ennas che ha ribadito la necessità di un potenziamento dell’organico al fine di rilanciare il ruolo dell’Irfs. «Confermiamo – ha concluso l’esponente della Lega – attenzione e sostegno all’attività venatoria in Sardegna ed ai cacciatori sardi».

A sostegno della mozione anche l’intervento di Emanuele Cera (Fi) che ha stigmatizzato la mancata applicazione delle norme regionali (art. 9 della legge 23/98) ed ha denunciato il superamento delle stesse auspicandone una tempestiva ed efficace revisione con il pieno coinvolgimento delle associazioni della caccia e degli agricoltori.

Il consigliere Eugenio Lai (LeU) ha lamentato in apertura del suo intervento l’assenza dai banchi della Giunta dell’assessore competente ed ha affermato: «Voterò a favore della mozione ma la sua approvazione non risolleverà le sorti della caccia o del mondo venatorio in Sardegna». L’esponete della minoranza ha auspicato la modifica della legge nazionale (n. 157/92) ed ha ricordato come la Regione deliberi “l’apertura della caccia soltanto per effetto di una deroga”. «Non serve mettere una pezza – ha affermato Lai – ma è necessario un intervento strutturale che modifichi la legge 157 e abolisca, ad esempio, l’obbligatorietà dell’applicazione degli ambiti territoriali di caccia ed avere così un calendario a tutela dei cacciatori e delle specie faunistiche».

L’on. Gian Franco Satta (Progressisti) ha ringraziato l‘Aula per l’attenzione verso la mozione e, annunciando il voto favorevole, ha aggiunto: «Siamo favorevoli a un maggiore impegno verso l’istituto regionale della fauna selvatica in quanto tale, perché l’attività venatoria non è prioritaria rispetto ai lavori di quest’Aula o delle commissioni».

Per il sardista Piero Maieli «l’obiettivo della mozione non è soltanto la caccia ma avere contezza della nostra fauna selvatica, attraverso il monitoraggio».

Per il parere della Giunta è intervenuta la vicepresidente, Alessandra Zedda: «La caccia è solo uno degli aspetti della mozione mentre la valorizzazione del territorio, anche sotto il profilo scientifico in collaborazione con l’Università, è il focus principale. Probabilmente abbiamo anche bisogno di attualizzare alcune leggi vigenti nel campo dell’attività venatoria. Dunque, la Giunta è assolutamente a favore della mozione».

L’on. Andrea Piras (Lega) ha espresso soddisfazione per il consenso ricevuto dalla mozione di cui è primo firmatario. Favorevole anche il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, che ha detto a nome del gruppo: «Grazie a questo istituto avremo finalmente un piano faunistico regionale di anno in anno e un osservatorio puntuale sulla nostra fauna».

Anche Fratelli d’Italia con l’on. Francesco Mura ha annunciato il voto a favore e così il consigliere regionale Eugenio Lai, anche a nome del gruppo Leu.

L’on. Pierluigi Saiu per la Lega ha annunciato il sì e ha ringraziato «il collega Piras per l’impegno profuso per la mozione e tutta l’Aula, che ha saputo affrontare con responsabilità il tema, al di là delle posizioni politiche di ciascuno».

Per l’Udc l’on. Domenico Gallus ha dichiarato il voto favorevole e così l’on. Michele Cossa per il gruppo dei Riformatori. Michele Cossa ha detto: «E’ un tema importante, anche per consentire, se e quando dovesse servire, la caccia selettiva ai cervi di Pula o ai cormorani dell’Oristanese». Favorevole anche il gruppo Psd’Az con il capogruppo Franco Mula. Via libera anche dal gruppo di Forza Italia con l’intervento dell’on. Emanuele Cera. Favorevole anche il gruppo dei Progressisti, per il quale si è espresso l’on. Satta.

L’Aula ha approvato la mozione 57 (Piras e più) sull’istituto regionale della fauna selvatica.

Dopo una breve sospensione, il presidente Comandini ha dato la parola all’on. Michele Cossa (Riformatori sardi) per illustrare invece la mozione 58, che «mira a mettere in evidenza la necessità che la Sardegna colmi prima possibile il divario digitale. Non si tratta di una infrastruttura qualsiasi: internet è fondamentale e rappresenta una azione di riforma economico sociale che riguarda la vita di tutti i cittadini, la partecipazione democratica e lo sviluppo economico. La Sardegna ha due velocità: una è sulle fasce costiere e dispone di servizi e turisti. L’altra è quella delle zone interne, spopolata, con scarsi servizi digitali, dove i gestori non arrivano perché per loro non c’è un mercato sufficiente. Oltre 300 Comuni sardi si trovano in questa sfavorevole condizione». L’oratore ha proseguito: «La passata giunta ha fatto uno sforzo economico non indifferente per dotare di fibra le zone interne e questa azione meritoria deve proseguire in modo che la banda ultralarga sia presente in tutto il territorio sardo. Sarebbe riduttivo parlare della banda larga come di un servizio qualunque perché siamo in realtà davanti a un diritto della persona e delle comunità: siamo di fronte alla insularità digitale, che necessità di adeguati provvedimenti. La verità è che il ruolo della Regione sulla grande partita della fibra è troppo debole e su 160 comuni interessati Telecom dice che il servizio è attivo e collaudato soltanto in 31 municipi. Ma non è del tutto vero:  ho verificato che nemmeno in quei 31 Comuni il sistema funziona perfettamente. In concreto la Regione paga ma è Telecom che decide se, dove e quando la rete deve funzionare davvero. Telecom è un privato, ricordiamolo, di alto profilo speculativo e cerca di spendere il meno possibile per far partire la rete in aree non remunerative. Mi rendo conto che questa vicenda sembra assurda ma è reale e non è soprattutto accettabile che centinaia di migliaia di sardi debbano avere cittadinanza digitale se e quando lo decide un privato? Io dico di no. E’ necessario che la Regione istituisca un cabina di regia sulla banda larga, per arrivare a dare a tutti, soprattutto a chi ha meno, il diritto di accedere a internet in tutta la Sardegna».

Per la discussione generale ha preso la parola l’on. Franco Mula, capogruppo del Psd’az, che ha ringraziato «i Riformatori sardi per aver posto l’accento su un problema enorme della Sardegna, l’Isola che ha la più bassa infrastrutturazione digitale d’Italia e soltanto il 53 per della popolazione può beneficiare di una rete ad alta velocità.  Non è accettabile per noi che la Sardegna, i suoi cittadini e le imprese rimangano indietro: perché Telecom ha posato la fibra in oltre 200 comuni ma non l’ha accesa? Siamo nelle mani dell’arbitrio di Telecom e non è accettabile. Chiediamo un intervento deciso del presidente della Regione presso il governo nazionale: siamo davanti all’ennesima riprova del fatto che non ci sono governi amici e che ci spetta riprenderci la nostra autonomia. Persino il quarto polo industriale della Sardegna, quello estrattivo di Orosei, che pure conta 700 addetti, non ha banda larga: è inaccettabile, ripeto».

Per l’on. Massimo Zedda (Progressisti) «avere la banda larga nella nostra Isola significa anche frenare almeno in parte lo spopolamento dei piccoli Comuni della Sardegna consentendo il telelavoro. Ritengo sia necessario un bando pubblico per dare la connessione veloce a quelle realtà periferiche sarde che non sono appetibili altrimenti peri gestori delle telecomunicazioni».

Il consigliere Fausto Piga (Fdi) ha messo l’accento sull’importanza delle nuove tecnologie per i piccoli Comuni, molto spesso esclusi dalle grandi reti di comunicazione o alle prese con un servizio inefficiente e non concorrenziale. Prima non avevamo niente, ha ricordato, mentre ora la fibra è dappertutto, perfino nel sottosuolo della rete del gas, ma molte comunità restano al fuori del nuovo sistema. Secondo Piga, infine, la proposta della cabina di regia regionale va incoraggiata e sostenuta.

Per i Progressisti il consigliere Gian Franco Satta ha ricordato che nel 2018 a Cagliari si viaggiava a 92 mega di velocità ed il Comune, Tergu, ad uno “zero virgola”. Quello sulla rete tecnologia, ha continuato, è stato uno degli investimenti più importanti della precedente legislatura guidata dal centro sinistra e non vorrei che qualcuno se ne prendesse ora il merito come accaduto per esempio nelle assunzioni della sanità, anche perché le infrastrutture sono state realizzate in tutti i Comuni. Il problema, a suo avviso, è solo quello di intervenire su Telecom ed Open Fiber per adeguare le sue centrali a ricevere il nuovo segnale, per cui il progetto è alla fase conclusiva.

Il consigliere Francesco Mura (Fdi) ha lamentato che, fino al 2014, a Nughedu Santa Vittoria non c’era nemmeno un buon segnale telefonico, fatto molto penalizzante per tutta la comunità, accentuando la percezione dei cittadini di essere isolati. Questo è il problema dei problemi – ha proseguito Mura – ed occorre moltiplicare gli sforzi della Regione per colmare il divario tecnologico fra i diversi territori, senza perdere di vista l’ulteriore evoluzione della tecnologia perché, alle porte, c’è già una rete di nuova generazione.

Francesco Agus, consigliere dei Progressisti, ha criticato in apertura le larghe assenze dell’esecutivo alla seduta statutaria, con un ordine del giorno che ancora una volta è privo di testi legislativi, costringendo la stessa conferenza dei capigruppo ad allungare il brodo. Nel merito della mozione Francesco Agus la definito serio il tema affrontato che mette fra l’altro in luce la mancanza di strumenti concreti di intervento da parte della Regione per correggere l’ampio divario che attualmente separa molti territori e molti Comuni, oltre che penalizzare le imprese sarde. Sotto questo profilo, ha concluso, limitarsi a chiedere una azione del governo rischia di essere troppo poco.

Ancora per i Progressisti il consigliere Antonio Piu ha sottolineato l’importanza dell’intervento avviato nel 2015 per infrastrutturare tutta la Sardegna dal punto di vista tecnologico, un grande progetto che però non ha ancora la copertura territoriale auspicata. In questo contesto, a suo giudizio, la Regione deve lavorare affianco ai Comuni per semplificare i processi burocratici attraverso apposite conferenze di servizi.

Il consigliere del M5S Alessandro Solinas ha affermato che l’accesso ai servizi tecnologici è diventato sostanzialmente un diritto fondamentale del cittadino, di cui soprattutto in Sardegna ed in certe aree del territorio si avverte ancora la mancanza. La Sardegna, ha aggiunto, è stata in passato la “culla” di grandi innovazioni tecnologiche ed ancora oggi presenta significative eccellenze nel campo pubblico e privato e quindi non possiamo mancare a questo appuntamento con l’innovazione. Noi proponiamo, ha concluso, un emendamento orale per inserire un passaggio relativo all’avvio di una interlocuzione col Governo centrale.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha sostenuto che quello tecnologico è certamente uno dei grandi divari dell’insularità, un divario purtroppo ancora molto presente nei territori più marginali dell’Isola e nelle zone rurali. Lo stato di avanzamento del progetto, ha detto ancora, non è soddisfacente e presenta molti ritardi che devono essere al più presto recuperati; un compito della Regione che dovrà esercitare un forte ruolo di impulso nei confronti del Governo nazionale e delle aziende impegnate nei lavori. Non meno urgente, ha concluso, la soluzione dei problemi collegati ai segnali telefonici e televisivi.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha annunciato che il suo gruppo resterà in aula per votare la mozione, sollecitando però la maggioranza ad assumersi le sue responsabilità, garantendo il rispetto del numero legale.

A nome della Giunta, l’assessore dell’Agricoltura Gabriella Murgia ha espresso parere favorevole.

In sede di replica, il primo firmatario Michele Cossa ha ringraziato il Consiglio per la qualità del dibattito su un tema molto sentito dalla comunità regionale anche se, ha precisato, la Regione non fatto tutto quello che poteva dopo aver assicurato il 97% della copertura finanziaria del progetto. E’ importante, ha concluso, che le grandi aziende che stanno operando nel settore sappiano che la politica sarda non è assente; piuttosto, mi aspettavo dalla Giunta nel suo complesso (a parte alcuni assessori) un atteggiamento più concreto, al di là del parere favorevole.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula, a proposito dei rilievi del collega Cocco sul numero legale, ha suggerito di ripristinare un sistema di controllo delle presenze, invitando tutti ad una maggiore assiduità.

Il vice presidente Piero Comandini ha replicato che basta modificare il regolamento.

Per dichiarazione di voto, il consigliere di Leu Eugenio Lai ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo, esprimendosi anche a favore della modifica del regolamento in materia di numero legale.

Il consigliere Alessandro Solinas del M5S ha annunciato il voto positivo del gruppo.

Per i Progressisti, il consigliere Massimo Zedda, favorevole, ha però sollevato il problema della presenza del premier Giuseppe Conte domani a Cagliari, una occasione che poteva essere utile per far sentire al capo del Governo la voce unitaria della Sardegna.

Il consigliere della Lega Pierluigi Saiu, favorevole, ha ringraziato il collega Michele Cossa per la sua proposta, richiamando però i consiglieri alla responsabilità di onorare il proprio mandato, invito che a maggior ragione vale per chi riveste ruoli di governo.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco, favorevole, ha condiviso alcune delle argomentazione del collega Pierluigi Saiu, osservando però che molti dei suoi auspici non si sono concretizzati, come ha dimostrato l’assenza dell’assessore della sanità ad un dibattito che riguardava da vicino la sorte di molti lavoratori.

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la mozione, che il Consiglio ha approvato con 47 voti favorevoli, all’unanimità.

Subito dopo il consigliere di Fdi, Francesco Mura, ha chiesto il rinvio della sua mozione sul centro di addestramento della Polizia di Stato ad Abbasanta.

Il vice presidente Piero Comandini, dopo aver accolto la richiesta, ha tolto la seduta riconvocando il Consiglio a domicilio.

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Stamane il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità le nuove norme sul servizio di trasporto scolastico per gli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo livello.+, in forma gratuita o attraverso una contribuzione dell’utenza.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere della Lega Ignazio Manca ha esposto un grave episodio accaduto il 2 settembre scorso alla Sardegna Arena in occasione della partita Cagliari-Inter della quale si è parlato molto, ha ricordato, per le presunte frasi razziste contro un giocatore della squadra ospite. «E’ passato sotto silenzio invece, ha protestato Ignazio Manca, quando accaduto proprio nel settore degli ospiti, da dove sono stati rivolti alla tifoseria sarda cori razzisti ed è stato poi diffuso sul canale “you tube” un video con ulteriori contenuti offensivi nei confronti dei sardi.»

Il presidente ha fatto notare al consigliere Manca che il suo intervento non può rientrare fra quelli ammessi sull’ordine dei lavori, ma può diventare oggetto di una interrogazione o di una interpellanza. Successivamente ha sospeso la seduta convocando la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha chiesto il rinvio alla seduta di domani dell’esame della la mozione n. 67 (Giagoni e più) con la quale si chiede il referendum abrogativo delle leggi elettorali per l’elezione dei componenti della Camera e del Senato con metodo proporzionale. La proposta, in base al regolamento, deve essere messa ai voti.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha criticato duramente la richiesta di rinvio, anomala perché in capigruppo è stata respinta una richiesta di inversione dell’ordine del giorno; si tratta di una scorrettezza politica che crea un precedente grave e pericoloso e stravolge la prassi consiliare.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha osservato che la seduta del Consiglio si è rivelata del tutto improduttiva, a causa prima di un’accelerata sulla mozione seguita da una frenata della quale non si capisce il perché.

Il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha affermato che sarebbe utile per il Consiglio capire le ragioni della sospensiva. E’ vero, ha aggiunto, che regolamento dice che sulla proposta di rinvio ci si debba pronunciare a favore o contro ma occorre comunque una motivazione e spetta alla maggioranza evitare di andare avanti in maniera caotica cambiando radicalmente opinione in pochissimo tempo.

Il consigliere Eugenio Lai di Leu ha parlato di lavori condotti in uno stato confusionale, aggravato dall’andamento della conferenza dei capigruppo che si è conclusa respingendo la proposta di inversione dell’ordine del giorno, salvo il successivo ripescaggio della stessa con una richiesta di sospensiva. Lai, infine, ha chiesto al presidente Michele Pais di chiedere scusa al capogruppo del M5S Desirè Manca per le espressioni usate durante la conferenza, che ha definito «parole fuori luogo ovunque siano pronunciate, dentro e fuori il Consiglio».

Il presidente Pais ha chiarito che da parte sua non c’è stato nessun intento offensivo, perché non mi è mai riferito alla collega Manca ma ad un contesto più generale. Tengo nel massimo conto, ha proseguito, il rispetto delle persone e dei ruoli come patrimonio di tutta l’Assemblea, anche se riconosco che a volte la politica ci porta a fare discorsi concitati dai quali però non si possono estrapolare frasi particolari per strumentalizzarle. Se poi dovessi aver sbagliato come può capitare che succeda a tutti ed anche a me, ha concluso, sono pronto a chiedere scusa.

Il capogruppo del M5S Desirè Manca, premettendo di non aver concordato nulla con il collega Lai che comunque ha ringraziato, ha detto di aver ascoltato con curiosità la risposta del presidente, dal quale accetta le scuse.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha tenuto a precisare che la richiesta di rinviare l’esame della mozione risiede nell’importanza della stessa proposta.

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione la richiesta di rinvio che il Consiglio ha approvato con 29 voti favorevoli, 24 contrari ed 1 astenuto.

Il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais, ha aperto la discussione generale sul secondo punto all’ordine del giorno: la Proposta di legge 46/A (Lai e più) “Norme per favorire il servizio di trasporto scolastico per gli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo livello, in forma gratuita o attraverso una contribuzione utenza”. Il presidente ha dato la parola al relatore, il presidente della Seconda commissione, Alfonso Marras (Riformatori sardi), il quale in apertura del suo intervento ha spiegato come questa legge sia importante perché fa chiarezza sui dubbi posti da tanti amministratori locali. “La proposta di legge in discussione è stata licenziata all’unanimità nella seduta della Seconda Commissione permanente del 18 settembre 2019. La Commissione ha preliminarmente audito l’Anci – ha affermato Marras – che ha denunciato la situazione di forte incertezza normativa, nella quale si trovano gli enti locali, per quanto concerne le modalità di determinazione della quota di partecipazione, dovuta dalle famiglie, per l’accesso ai servizi di trasporto degli alunni della scuola dell’obbligo e la possibilità di prevedere la totale gratuità del servizio. La Commissione ha iniziato l’esame della P.L. n. 46 nella seduta del 18 settembre 2019, nel corso della quale, dopo l’illustrazione del provvedimento da parte del proponente, ha sentito l’Assessore della Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. La Commissione ha condiviso le preoccupazioni dell’Anci e ritenuto urgente intervenire, con una norma regionale, al fine di chiarire la possibilità per gli enti locali di determinare, con delibera motivata, la quota di partecipazione delle famiglie al servizio di trasporto scolastico, prevedendo, onde ne ricorressero le condizioni, anche la gratuità. La Commissione ha proposto un emendamento all’articolo 1 con il quale estende la misura alla scuola dell’infanzia e subordina l’intervento alla necessità del rispetto dell’equilibrio di bilancio. La Commissione, all’unanimità, ha approvato gli articoli della P.L. 46 così emendati. L’articolato – ha aggiunto – non è stato inviato alla Commissione Finanze per il parere di competenza in quanto la norma non comporta oneri per il bilancio regionale. Stante l’importanza delle misure approvate in Commissione, e i tempi stretti a disposizione, auspica una rapida e condivisa approvazione da parte dell’Aula”.

Il presidente della Seconda commissione ha ringraziato i proponenti e tutta la Commissione per il lavoro fatto, auspicando un’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio regionale.

E’ quindi intervento il capogruppo della Lega, Dario Giagoni. L’esponente della maggioranza ha chiesto di poter aggiungere alla proposta di legge la firma di tutti i consiglieri della Lega, sottolineando che il partito che rappresenta è pienamente concorde con il testo in esame. “Ringraziamo il presidente della Seconda commissione, la minoranza e tutti quelli che hanno lavorato per questa legge importantissima”, ha detto, che detterà le linee guida che faranno finalmente chiarezza dopo i pareri della Corte dei conti, “che stabiliva che ai Comuni non fosse consentita l’erogazione gratuita del servizio di trasporto scolastico”. Disposizioni, ha aggiunto Dario Giagoni, che hanno messo in agitazione le famiglie che ne usufruiscono, preoccupate di dover aggiungere costi per garantire ai propri figli la possibilità di frequentare la scuola. Un diritto, quello all’istruzione, ha ricordato, garantito dalla Costituzione. Giagoni ha affermato che in Sardegna, secondo i dati Istat dello scorso anno, la dispersione scolastica è al 21,2 per cento, ben 7 punti in più rispetto alla media nazionale. Il capogruppo della Lega ha anche ricordato come interventi come questo siano necessari anche per combattere lo spopolamento delle zone interne e dei piccoli centri.

La presidenza dell’Aula è stata assunta dal vice presidente Piero Comandini (Pd), il quale ha dato la parola al primo firmatario del provvedimento, Eugenio Lai (Leu). L’esponente della minoranza ha voluto ringraziare il presidente della Seconda commissione per la sensibilità politica, così come tutti i commissari che, con questa legge, hanno dato la priorità ai diritti delle famiglie al loro diritto allo studio dei più piccoli. Lai ha anche sottolineato l’importanza dell’intervento dell’Anci e dell’assessore regionale della Pubblica istruzione, Andrea Biancareddu. Con questa normativa, ha continuato, si supera il parere della Corte dei Conti del Piemonte, che attribuiva il costo dei trasporti completamente a carico delle famiglie e si dà certezza giuridica alle Amministrazioni. Si tratta di un provvedimento che consentirà alle famiglie di non accollarsi le spese di trasporto scolastico e che permetterà a tutti i ragazzi di frequentare le scuole dell’obbligo con più certezze e senza costi. Lai ha affermato che si tratta di una legge importante anche per combattere per l’abbandono scolastico.

Salvatore Corrias (Pd) è intervenuto per confermare la bontà della proposta di legge in esame, che colma un vuoto sotto il profilo giuridico e normativo. Per Corrias il trasporto scolastico è un servizio importante per la comunità e per i piccoli centri ed è importante che, con questo testo, si chiariscano i compiti e in capo a chi sono gli oneri del servizio. Il consigliere ha espresso preoccupazione per i dati della dispersione scolastica e dello spopolamento e ha auspicato che il Consiglio approvi una legge sul diritto all’istruzione.

Il capogruppo dell’Udc, Gian Filippo Sechi, ha ricordato che il problema si è creato per la mancata approvazione “della norma salva scuolabus”, prevista nel decreto che il Consiglio dei Ministri avrebbe dovuto approvare ad agosto. Sechi ha ricordato che l’assessore Andrea Biancareddu ha provveduto a inviare una circolare esplicativa i primi giorni di settembre e che l’approvazione di questa proposta di legge darà certezze agli amministratori che ancora avevano dubbi. Sechi ha chiesto di aggiungere le firme dei consiglieri dell’Udc e ha auspicato un voto favorevole unanime da parte dell’Aula.

Fausto Piga (FdI) ha affermato che il tema in esame è molto importante e ha creato serie preoccupazione da parte di molti sindaci. L’esponente della maggioranza ha sottolineato la celerità con cui l’assessore Andrea Biancareddu ha predisposto la circolare esplicativa dell’11 settembre, che ha dato più tranquillità agli amministratoti. L’approvazione della proposta di legge, a cui Piga ha chiesto di aggiungere le firme dei consiglieri del suo partito, è comunque necessaria per fugare ogni dubbio e per dare maggiore garanzia al diritto allo studio.

Emanuele Cera (FI) ha ringraziato per il senso di responsabilità il presidente Marras, la Commissione, l’assessore Andrea Biancareddu e il presidente del Consiglio Michele Pais per il lavoro svolto che dà certezze giuridiche agli amministratori e tranquillità alle famiglie. Cera ha anche ricordato il positivo intervento dell’Anci e ha condiviso le preoccupazioni dei colleghi sui dati della dispersione scolastica.

La presidenza del Consiglio è stata assunta dal vice presidente Giovanni Antonio Satta (Riformatori sardi).

Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, è intervenuto chiedendo di aggiungere le firme dei consiglieri del gruppo del Psd’Az, sottolineando che questa è una legge fortemente voluta da tutti i partiti e che, quindi, si può definire una legge di tutto il Consiglio regionale.

Laura Caddeo (Progressisti) ha dichiarato la piena condivisione di questa legge da parte del suo gruppo e ha chiesto di aggiungere le firme di tutti i consiglieri Progressisti. L’esponente della minoranza ha ricordato l’importanza del diritto allo studio per i bambini della scuola infanzia e dell’obbligo e ha esortato tutti i Gruppi a ricordarsene quando si parlerà di dimensionamento scolastico. Caddeo ha voluto richiamare i colleghi sulla necessità di garantire diritti uguali a tutti i piccoli alunni, sia che vivano in grandi o in piccoli centri. Oltre ai numeri, ha continuato, bisogna riflettere sulle caratteristiche evolutive in queste fasce di età delle bambine e dei bambini e sulla necessità di rispettare i loro tempi per il riposo e il gioco.

Aldo Salaris (Riformatori sardi), a nome del gruppo, si è detto soddisfatto per questa proposta di legge e ha chiesto di sottoscriverla a nome di tutti i consiglieri del gruppo. Anche Angelo Cocciu (capogruppo Forza Italia) si è detto soddisfatto per l’obiettivo raggiunto con questa proposta di legge e ha chiesto di aggiungere le firme di tutti i consiglieri del suo gruppo.

Per la Giunta è intervenuto l’assessore della Cultura, Andrea Biancareddu, il quale ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito alla scrittura della legge, dal proponente a tutti i commissari. L’assessore ha ricordato che la Costituzione, all’articolo 34, recita: “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso (32)”. E ha sottolineato che la stessa Costituzione dispone che l’istruzione è obbligatoria e gratuita e si è meravigliato che la Corte dei Conti abbia dato un parere difforme da quanto stabilito in Costituzione. Per Andrea Biancareddu non era necessaria una legge apposita, ma si è detto comunque soddisfatto per l’obiettivo raggiunto e ha annunciato il voto favorevole.

L’Aula ha quindi votato il passaggio agli articoli (46 sì), l’articolo 1 (48 sì), 2 (50 sì e 1 astenuto) e 3 (51 sì) all’unanimità.

Il presidente Pais ha messo poi aperto la votazione finale del testo che ha avuto il via libera all’unanimità con 51 voti favorevoli.

Il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, ha chiesto di discutere la Mozione n. 67 (Giagoni e più) visto che era stata approvata la Proposta di legge 46/A. Il presidente Michele Pais ha spiegato che la richiesta di sospensiva, approvata dal Consiglio regionale, prevedeva il rinvio alla seduta di domani e che non aveva la possibilità di modificare una decisione presa dall’Aula.

Michele Pais ha quindi sospeso la seduta. I lavori sono ripresi nel pomeriggio.

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Il Consiglio regionale ha approvato la seconda variazione di bilancio, contenente disposizioni in materia sanitaria.

I lavori del Consiglio regionale sono stati aperti dal presidente Michele Pais, che prima della discussione del primo punto all’ordine del giorno ha sospeso la seduta e convocato la Conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il presidente Michele Pais ha comunicato l’inversione dell’ordine del giorno, che prevede dunque la discussione della mozione 27. La consigliera Laura Orrù (Progressisti) l’ha illustrata, ringraziando “tutto il centrosinistra, le associazioni e gli enti locali” per l’adesione all’atto parlamentare a sua prima firma. “Il problema della plastica colpisce tutti noi e l’Europa è il secondo produttore al mondo di plastica, che finisce poi riversata in mare come ben sappiamo. L’Italia è uno dei principale produttori di stoviglie monouso e d’acqua in bottiglia di plastica, otto miliardi di pezzi ogni anno. Non possiamo più chiudere gli occhi ma dobbiamo adoperarci contro questo inquinamento. Soprattutto perché la nostra regione basa il turismo sul suo ecosistema”. L’on. Laura Orrù ha proseguito: “Noi vogliamo concretamente sollecitare tutti voi perché il mondo della produzione e dell’industria viri una volta per tutte verso un’economia di tipo circolare. Deve essere chiaro che l’economia verde può essere considerata la terza rivoluzione industriale e spero che anche la maggioranza e la Giunta concordino su questo e siano conseguenti. Dobbiamo coinvolgere tutti i Comuni e tutti i portatori di interesse per andare nella direzione plastic free, minimizzando l’uso di materiale monouso non biodegradabile a cominciare dal nostro Consiglio regionale”.

A seguire l’on. Laura Caddeo (Progressisti) ha aggiunto: “E’ indubbio che occorra legiferare ma vanno cambiati gli atteggiamenti individuali e collettivi per ridurre il consumo di plastica non biodegradabile. La chance di salvare il nostro pianeta passa dall’educazione e dalla scuola, da una massiccia campagna di alfabetizzazione ecologica. La Sardegna è terrai ideale per avviare un non più procrastinabile  cambiamento”.

L’on. Francesco Mura (Fdi) ha detto di condividere questa iniziativa e ha aggiunto che “l’educazione ambientale è il passaggio necessario per andare nella direzione di preservare l’ambiente. Per questo propongo all’opposizione un ordine del giorno congiunto che vada proprio in quella direzione”.

Per l’on. Gigi Piano (Pd) “se filtrassimo tutte le acque salate del mondo scopriremmo che sono ricche di plastica in sospensione  e la catena alimentare del mare sta subendo danni forse ormai irreparabili. Purtroppo il nostro sistema produttivo è condizionato dall’uso massiccio della plastica ma la nostra generazione ha l’obbligo morale e politico di far fronte a questa enorme emergenza, che non risparmia nemmeno la nostra isola. Sono convinto che la Giunta e in particolare l’assessore all’Ambiente condividano questi ragionamenti e queste ambizioni”.

Il Pd ha preso la parola anche con l’on. Corrias, che ha detto: “Non possiamo però lasciare i Comuni alle prese con le loro ordinanze sindacali perché non basta. Bisogna intanto vietare l’uso della plastica negli arenili e deve essere la Regione a imporre questo divieto”.

L’on. Diego Loi (Progressisti) ha esordito dicendo che “questo governo regionale non può non prendere in considerazione il tema, anche perché dal 2021 l’Ue ha previsto che la plastica non rinnovabile sia bandita. Ma in realtà questo tema rappresenta in pieno il futuro della Sardegna: non bastano gli strumenti amministrativi che un Comune ha a disposizione, se vogliamo che l’effetto sia forte. E’ più importante sensibilizzare invece che pensare di affidarci soltanto alla repressione delle condotte irresponsabili”.

A seguire l’on. Antonio Piu (Progressisti), secondo cui “bisogna essere chiari e, ad esempio, se vogliamo evitare di produrre otto miliardi di bottiglie di plastica è necessario che si consumi l’acqua della rete e che l’acqua delle case sarde non abbia un cattivo sapore. Mi auguro che la green economy e le ordinanze comunali sono il primo passo verso una necessaria sensibilizzazione ma non bastano i divieti se non si registra al tempo stesso un profondo cambio culturale”.

Sempre dai banchi dell’opposizione l’on. Eugenio Lai (Leu) ha preso la parola per dire che “il tema ambientale è ormai nel dibattito pubblico e nell’agenda delle istituzioni, visto che si tratta del tema più importante della nostra epoca e l’unico vero lasciato verso i nostri figli. Ormai è chiaro che la Regione Sardegna debba svolgere la sua parte e affiancare l’azione che già i Comuni sardi hanno già avviato, preferendo il vetro e il materiale biodegradabile. Altrettanto dovremmo fare in questo Consiglio regionale, nella nostra vita di tutti i giorni in questo palazzo”.

Il capogruppo dei Riformatori Michele Cossa, dopo aver ringraziato la collega Orrù per aver sollevato un tema molto sensibile, ha auspicato il coinvolgimento di tutti i soggetti pubblici in un nuovo impegno sull’argomento, colmando i gravi ritardi di tante istituzioni a cominciare dalla stessa Unione europea, che lo ha inserito solo recentemente in uno specifico piano strategico. Occorre un quadro normativo adeguato nel quale la Regione possa svolgere un ruolo più incisivo e, come Riformatori, ha aggiunto, depositeremo a breve una proposta di legge che, pur essendo per certi aspetti emergenziale, inizi ad “aggredire” il problema. Con i nostri 1841 km di coste circondate dal mare, ha detto infine, sentiamo l’inquinamento in modo particolare e dobbiamo fare qualcosa subito.

Il consigliere Roberto Deriu, del Pd, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha osservato in considerazione della volontà unanime del Consiglio, ha sollecitato la Giunta ad esprimere la sua posizione.

Il capogruppo del Pasd’Az Franco Mula ha sollecitato una breve sospensione dei lavori per definire un ordine del giorno condiviso al quale alcuni gruppi stanno già lavorando.

A nome della Giunta l’assessore dell’Ambiente Gianni Lampis ha sottolineato che il dibattito in Consiglio ha fatto emergere la passione dell’Assemblea sarda ma anche la preoccupazione per il problema ambientale. Successivamente ha ricordato che, a pochi giorni dal suo insediamento, furono rinvenuti nella pancia di un capodoglio piaggiato ben 22 kg di plastica e, in quella circostanza, ha precisato, tutti si sono resi conto di trovarsi davanti ad una grande sfida culturale. L’assessorato parte da una buona base, da detto ancora citando l’attività dei centri di educazione ambientale che diffondono sui territori informazioni e buone pratiche con il coinvolgimento dei Comuni, e quella della rete dei parchi e delle aree marine protette sempre più capaci di mettere in campo progetti di qualità. In sede di commissione Ambiente all’interno della conferenza delle Regioni è già emersa, ha affermato Gianni Lampis, la necessità di maggiori risorse da parte dello Stato e di revisione della normativa che classifica come speciali i rifiuti recuperati in mare, con alti costi di smaltimento e tempi eccessivamente lunghi per l’eliminazione di questi materiali. Nel nuovo Piano dei rifiuti, ha poi sostenuto, sarà importante agire sulla differenziata per arrivare ad una vera e propria filiera di settore con impianti adeguati ed efficienti che ancora mancano. L’assessore ha infine annunciato una delibera riguardante le tante sagre che si svolgono in Sardegna, alle quali sarà assegnata una premialità collegata proprio all’uso di materiali bio-degradabili. Gianni Lampis ha espresso in conclusione parere favorevole sull’ordine del giorno unitario proposto dal Consiglio.

In sede di replica, la prima firmataria della mozione Laura Orrù (Progressisti), ha manifestato soddisfazione per la qualità del dibattito, le dichiarazioni dell’assessore e la proposta di legge annunciata dai Riformatori. E’una risposta alla domanda di tanti cittadini, ha concluso, e le istituzioni regionali hanno il dovere di fare nel più breve tempo possibile qualcosa di concreto.

Subito dopo il presidente ha sospeso brevemente la seduta per consentire ai gruppi di preparare l’ordine del giorno.

Alla ripresa dei lavori il presidente ha comunicato l’arrivo dell’ordine del giorno sul quale la Giunta ha espresso parere favorevole.

Il consigliere dei Progressisti Antonio Piu ha osservato di non aver potuto leggere il documento ed il presidente ha quindi deciso di darne lettura attraverso il segretario Carla Cuccu.

Per dichiarazione di voto, il consigliere del M5S Alessandro Solinas ha messo l’accento sull’alto valore del documento che ribadisce il principio della conservazione dell’ambiente naturale, come compito etico e civile assegnato alla generazione attuale nei confronti di quelle successive.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha sottolineato che ambiente e salute sono le grandi priorità del nostro tempo, da sempre al centro dei programmi della Lega.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha espresso il parere favorevole del suo gruppo.

Successivamente l’ordine del giorno, che auspica fra l’altro un intervento legislativo urgente della Regione sulla materia accompagnato da una campagna si sensibilizzazione rivolta ai residenti ed ai visitatori, è stato messo ai voti ed il Consiglio lo ha approvato con 53 voti favorevoli.

Il presidente ha quindi sospeso la seduta riconvocando il Consiglio per le 15.30.

La seduta pomeridiana è stata aperta dal presidente Michele Pais. Il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la mozione n. 37 (Mula e più) sul potenziamento e la salvaguardia degli uffici della Motorizzazione civile di Cagliari, Sassari, Oristano e soprattutto Nuoro, a rischio chiusura, e sul trasferimento dallo Stato alla Regione delle competenze in materia di motorizzazione civile.

Sull’ordine dei lavori, il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha chiesto chiarimenti sull’ordine del giorno con particolare riferimento al Dl n. 36 che richiederà sicuramente una discussione approfondita.

Il presidente ha assicurato la discussione del provvedimento con una tempistica adeguata comunicando però la decisione di inserire prima il dibattito sulla mozione n.37 perché l’assessore dei Trasporti Giorgio Todde non potrà essere presente all’intera seduta per impegni istituzionali.

Il primo firmatario della mozione n. 37 Francesco Mula (Psd’Az), illustrando all’Aula il documento ha ricordato in apertura il progressivo ridimensionamento degli organici degli uffici regionali della motorizzazione, a causa del blocco dei concorsi pubblici, con conseguenze negative sull’utenza e le imprese di settore. Il consigliere ha poi fornito alcuni dati sulla dotazioni organiche: l’ufficio di Cagliari è passato da 36 a 27 unità, quello di Sassari, da 40 a 15, in quello di Oristano sono presenti 13 unità ed appena 8 in quello di Nuoro. Nel frattempo, ha aggiunto Franco Mula, sono state trasferite agli uffici regionali le funzioni relative agli albi provinciali degli autotrasportatori ma la scarsità di personale ha determinato il sostanziale blocco delle revisioni dei mezzi pesanti, con prenotazioni che vanno dai 9 ai 16 mesi, disagi ed aggravi di costi per le imprese del comparto e per l’indotto. Insomma, ha sintetizzato, siamo di fronte ad un contesto grave di inefficienze pubbliche sul quale lo Stato non interviene determinando forte peggioramento del servizio, per cui è necessario ed urgente trasferire alla Regione le funzioni dello Stato in modo da garantire rinnovamento degli organici, stabilità degli orari, qualità del servizio e risorse aggiuntive per circa 10 milioni all’anno. E’una decisione indispensabile, ha concluso Mula, anche perché la Sardegna è l’unica Regione dove le competenze degli uffici della motorizzazione sono ancora collocate al livello statale.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni, sull’ordine dei lavori, ha chiesto una breve sospensione della seduta che è stata accordata.

Alla ripresa dei lavori, non essendoci iscritti a parlare, il presidente ha dato la parola all’assessore Giorgio Todde per esprimere il parere della Giunta.

L’assessore ha riferito di assicurazioni fornite dal ministero che non si sono concretizzate  e quindi la realtà della Sardegna non è cambiata, con giovani che devono sostenere l’esame della patente e autotrasportatori che lavorano con i loro mezzi che non possono accedere ad importanti servizi di pubblica utilità. L’assessore, in conclusione, ha ribadito l’impegno della Regione nei confronti del Ministero per il trasferimento di competenze e di risorse che, fra l’altro, consentiranno il reclutamento del personale a livello regionale.

Presiede l’Assemblea il vice presidente Giovanni Antonio Satta.

In sede di replica il capogruppo del Psd’Az Franco Mula si è dichiarato soddisfatto delle dichiarazioni dell’assessore, soprattutto per il trasferimento in sede locale sia delle competenze che delle risorse finanziarie che consentiranno alla Regione di potenziare gli uffici.

Per dichiarazione di voto, il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha auspicato la sollecita soluzione di un problema che si trascina da anni e crea un grave danno economico all’economia della Sardegna. Già nel 2014, ha ricordato, il Consiglio aveva approvato un ordine del giorno unitario che non ha avuto seguito, pertanto è opportuno intervenire in sede di commissione paritetica per perfezionare il trasferimento di competenze attraverso una norma di attuazione.

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la mozione, che il Consiglio ha approvato con 46 voti a favore.

Successivamente è stata chiamata la discussione della mozione n. 25 (Comandini e più) della quale il primo firmatario ha però chiesto il rinvio in attesa dell’acquisizione di ulteriori elementi.

Subito dopo il Consiglio ha discusso l’interpellanza n. 34 (Salaris e più) sul sistema di raccolta del sangue in Sardegna.

Illustrando l’iniziativa il consigliere dei Riformatori sardi ha ricordato che il sistema sardo richiede 108.000 unità di sangue all’anno, delle quali 82.000 sono fornite dall’Avis (42.000) e da altre associazioni. E’un deficit da colmare, ha sollecitato Aldo Salaris, sia perché determina costi aggiuntivi per la Regione nella misura di 5 milioni annui, sia perché occorre assicurare sia all’Avis che alle altre associazioni le regolarità dei rimborsi peraltro prevista da un recente accordo Stato-Regioni.

Nella risposta l’assessore della Sanità Mario Nieddu ha affermato che, a fronte dei dati citati nell’interpellanza, la Sardegna ha un indice di consumo di sangue fra i più alti d’Italia a causa della talassemia e in particolare vengono utilizzate 67 unità di sangue per 1000 abitanti rispetto ad una media nazionale di 42. Per quanto riguarda i rimborsi l’assessore ha spiegato che il riferimento era in passato ad una delibera di Giunta e non all’accordo Stato Regioni, che però verrà recepito a breve, consentendo anche al tavolo tecnico attivo già dal mese di maggio di pagare l’annualità 2018 esaminando inoltre la possibilità di incrementi dietro presentazione di adeguata documentazione.

In replica, il consigliere Salaris ha presto atto delle informazioni fornite dall’assessore, auspicando la positiva soluzione del problema.

Successivamente è stata chiamata la discussione della Mozione n.5 (Cuccu e più) sul reddito energetico.

Prima di passare all’esame del documento, il capogruppo di Leu Daniele Cocco, sull’ordine dei lavori, ha ricordato che nella seduta di stamattina i capigruppo avevano deciso l’inversione dell’ordine del giorno perché il presidente della Regione Solinas voleva presenziare alla discussione del Dl 36 ma, ha osservato, il presidente ancora non c’è e vogliamo capire cosa succede.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha garantito la discussione del Dl entro la serata, dopo la mozione della collega Cuccu.

Il consigliere di Leu Eugenio La ha affermato che l’opposizione sta facendo la maggioranza sul Dl 36 che, per noi, va approvato ma a condizione che la maggioranza faccia la sua parte.

Il consigliere dei Progressisti Massimo Zedda ha detto che è facile sapere se il presidente della Regione c’è o non c’è, perché le riunioni della conferenza dei presidenti di Regione vengono convocate con larghissimo anticipo con ordine del giorno ben definito.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha parlato di situazione imbarazzante, perché ci è stato chiesto di rinviare per problemi interni alla maggioranza e perché il presidente voleva partecipare e tuttavia la proposta di inserire nel Dl un emendamento evidentemente inammissibile in materia di spostamento di elezione delle Province non è accettabile, anche perché abbiamo proposto soluzioni alternative e corrette per arrivare allo stesso risultato delle quali la maggioranza non ha tenuto conto.

Desirè Manca, capogruppo del M5S, ha condiviso i precedenti interventi della minoranza, precisando che gli accordi raggiunti in sede di conferenza dei capigruppo vanno rispettati, per cui occorre sapere a che ora sarà discusso l’argomento più importante dell’ordine del giorno del Consiglio.

Subito dopo il presidente Pais ha sospeso la seduta, convocando la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori il presidente Pais ha chiamato il presidente Domenico Gallus (Sanità) ad illustrare all’Aula il disegno di legge 36A. “Questo testo ha avuto un via libera immediato”, ha detto il relatore, “grazie all’impegno di tutti i consiglieri e in particolare di quelli dell’opposizione, che hanno mostrato grande disponibilità. Il testo contiene manovre non eccessive ma è significativo l’aumento per i disabili extra Lea e per le facoltà di medicina delle università di Cagliari e Sassari. Ancora, la dotazione triennale di 5 milioni di euro aggiuntivi per le organizzazioni del 118, attraverso l’Areus, oltre a un milione di euro per le cure termali in Sardegna”.

L’on. Francesco Agus (Progressisti sardi) ha detto: “Ci divideremo prossimamente su altri temi sanitari ma non potevamo non sostenere politiche tecniche e positive come quelle contenute in questo testo, migliorato grazie al lavoro di tutti noi in commissione. Abbiamo evitato errori, come quelli che si stavano per fare sul 118: ora con la nuova norma non solo confermiamo il finanziamento di 5 milioni di euro ma lo confermiamo anche per i successivi due anni, sino al 2021. Questo perché riconosciamo l’importanza del lavoro di chi opera nell’emergenza urgenza sarda”. L’oratore ha aggiunto: “Vedo però all’orizzonte il rischio che lo sforzo che stiamo facendo per avere specialisti medici in tutte le specializzazioni necessarie ai sardi rischia di essere vanificato dal mancato coordinamento delle due facoltà sarde di Medicina”.

A seguire il capogruppo del Pd, on. Gianfranco Ganau, ha parlato di “miglioramento complessivo del sistema sanitario grazie a questo provvedimento. Si tratta di risorse aggiuntive che serviranno anche a ridurre le liste d’attesa oltre a formare nuovi medici specialisti. Ma si tratta soprattutto di riconoscere sotto il profilo economico il lavoro delle associazioni e coop che prestano servizio nel 118: su questo abbiamo lavorato molto in commissione e ci siamo riusciti, scongiurando il rischio di un taglio che non sarebbe stato accettabile. Con questi denari potremmo rivedere gli importi della convenzione che lega Areus alle organizzazioni”.

L’on. Michele Cossa (Riformatori) ha chiesto alla giunta di “accompagnare per il futuro le variazioni di bilancio a una relazione che ci possa far capire per quale ragione si propone quella variazione”.

Per la Giunta l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu, ha spiegato il provvedimento: “L’obiettivo di questo disegno di legge è migliorare la qualità dell’assistenza erogata, a cominciare dall’abbattimento delle liste d’attesa e anche sul fronte dell’assistenza domiciliare e dell’emergenza”.

Per l’on. Daniele Cocco (Leu)  “è un disegno di legge importante, vale 30 milioni di euro e in pochi giorni arriviamo a questo risultato grazie alla disponibilità dei commissari e degli assessori. C’è davvero poco da aggiungere”.

Il vicecapogruppo  Pd, on. Roberto Deriu, ha ricordato che “nella scorsa legislatura erano stati analizzati i bilanci di queste coop e associazioni, si tratta di rendiconti con una perdita strutturale. Queste risorse che oggi stiamo prevedendo per il triennio servono dunque a pareggiare i bilanci, in linea con una politica di salvaguardia del 118 sardo, che è quasi tutto svolto da privati sardi. Peraltro, questi fondi devono essere erogati immediatamente perché sarebbe beffardo il contrario, se questo non avvenisse. L’assessore Mario Nieddu deve prendere un impegno con speciale attenzione”.

Approvato l’articolo 1 e così il 2; il 3 con l’allegato 1 e l’allegato 2.

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha dichiarato voto favorevole «perché la giunta si impegna a dare corso al risultato del referendum e a predisporre un provvedimento che riporti le Province all’elezione diretta».  Francesco Agus (Progressisti) ha detto di non votare a favore ed ha contestato la presentazione di un ordine del giorno in materia di Enti locali collegato ad un disegno di legge che riguarda una variazione di bilancio per dotazioni alla sanità . Massimo Zedda (Progressisti) ha argomentato il suo dissenso in linea con quanto affermato dal capogruppo Francesco Agus ed ha affermato: «Un conto è parlare dello slittamento delle elezioni di secondo grado per le Province ed un altro è introdurre l’argomento dell’elezione diretta, anche perché a mio giudizio prima deve esserci una profonda riforma della Regione».

Eugenio Lai (LeU) ha precisato che la discussione dell’ordine del giorno è stata resa possibile dalla deroga accordata in sede di capigruppo dai rappresentanti della minoranza ed ha annunciato voto favorevole. Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del capogruppo LeU, Daniele Cocco: «Siamo a favore della proroga e suggerisco di protrarla almeno fino alla fine dell’anno».

Giuseppe Meloni (Pd) ha ricordato le sollecitazioni alla Giunta per l’approvazione di un’apposita norma da sottoporre all’esame del Consiglio ed ha evidenziato insieme con il ritardo anche la mancanza di accordo in maggioranza sul numero delle province.

Il capogruppo Udc, Giorgio Oppi, ha ricordato la decisione unanime della capigruppo sull’ammissibilità dell’ordine del giorno ed ha invitato i consiglieri ad essere conseguenti, seguito dal presidente Pais il cui intervento è stato contestato dal consigliere Antonio Piu (Progressisti) che annunciando il voto di astensione ha precisato che il suo gruppo ha dato parere favorevole alla discussione dell’ordine del giorno riservandosi di esprimersi nel merito nel corso della discussione. Massimo Zedda e Agus hanno ribadito, intervenendo per fatto personale il concetto espresso dal consigliere Piu mentre l’assessore della Programmazione, Giuseppe Fasolino, a nome della Giunta ha confermato l’impegno dell’esecutivo a presentare entro la prossima settimana un disegno di legge sul ripristino delle elezioni dirette nelle province.

Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione l’ordine del giorno Dario Giagoni e più che impegna il presidente della Giunta a procedere al rinvio della data fissata per l’elezione dei presidenti delle province (5 ottobre 2019) ed è stato approvato con 36 favorevoli e 15 astensioni. Successivamente ha posto in votazione il testo finale del disegno di legge n. 36 che è stato approvato con 49 voti a favore su 49 votanti.

Dopo uno scambio polemico con il consigliere Massimo Zedda (Progressisti) il presidente Michele Pais ha dichiarato conclusi i lavori ed ha annunciato la convocazione del Consiglio al domicilio.

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Il tema dell’insularità e degli svantaggi che frenano lo sviluppo economico e sociale della Sardegna non abbandona l’azione politica dei Riformatori sardi. Il gruppo consiliare ha presentato questa mattina una nuova iniziativa finalizzata al superamento del gap infrastrutturale con le regioni più ricche della penisola. L’attenzione, questa volta, si concentra sul digital divide, il divario digitale che in Sardegna è più sentito che altrove e rappresenta un punto fondamentale della battaglia sull’insularità.

«Non è solo una questione tecnica – ha spiegato il consigliere regionale Michele Cossa – la Sardegna è nel gradino più basso della scala nazionale dell’infrastrutturazione digitale, condizione indispensabile per lo sviluppo economico e sociale dei territori. Per questo abbiamo presentato una mozione urgente in Consiglio che chiede un intervento della Giunta per consentire alla Sardegna di allinearsi alle regioni più avanzate d’Europa. Negli anni scorsi sono stati spesi 140 milioni di euro per la posa e il collaudo della fibra ottica. Ora si tratta di attivarla e di renderla fruibile soprattutto nelle aree più marginali dell’Isola. In Sardegna ben 310 comuni su 377 sono inseriti in ultima fascia tra le zone individuate dal Mise come più appetibili per i mercati.»

Concetto condiviso dal coordinatore dei Riformatori di Cagliari Giacomo Fantola: «Una buona infrastrutturazione digitale è un ottimo strumento per combattere il fenomeno dello spopolamento delle zone interne il digital divide è strettamente connesso ai diritti civili e di cittadinanza».

La mozione depositata in Consiglio regionale segue una proposta di legge per il rilancio delle zone interne presentata nei giorni scorsi dal Gruppo dei Riformatori sardi: «E’ un documento strettamente collegato a quella iniziativa e al tema dell’insularità – ha detto il coordinatore regionale Aldo Salaris – questa  battaglia fondamentale per la Sardegna deve partire dalle amministrazioni locali. Se si vince, saranno soprattutto i piccoli centri a trarne beneficio con un taglio ai costi dei trasporti e dell’energia. Per questo, nelle prossime settimane, partirà una campagna di sensibilizzazione rivolta a tutti i piccoli centri dell’Isola».

Una sollecitazione alla Giunta regionale per ottenere da Telecom “l’illuminazione” della fibra ottica è arrivata anche dal vicesindaco di Armungia, Antonio Quarto: «Nel mio comune e in tutti i paesi del Gerrei è stata posata la fibra ma ancora non è stata attivata. Questa infrastruttura è importantissima per il futuro dei nostri paesi. Serve un’azione decisa della Giunta nei confronti di Telecom che, come tutte le aziende, rivolge le sue attenzioni verso le aree più popolate».

«La banda larga consentirebbe inoltre di vigilare sul territorio e di rafforzare la sicurezza – ha aggiunto il vicepresidente del Consiglio regionale Giovanni Antonio Satta – gli attentati agli amministratori locali hanno subito un’escalation preoccupante negli ultimi mesi. Il sistema di sorveglianza con la fibra ottica avrebbe un impatto molto positivo. Stessa cosa per la prevenzione degli incendi nelle zone agricole.».

Sulle ricadute economiche e sociali del divario digitale si sono, infine, concentrati gli interventi del coordinatore del Comitato per l’Insularità Matteo Rocca e dell’imprenditrice Marina Adamo.

«La mozione rafforza la nostra proposta di legge contro lo spopolamento – ha detto Matteo Rocca – “il digital divide” accentua le diseguaglianze sociali e frena lo sviluppo delle aree più deboli. Se vogliamo una Sardegna più attrattiva per i mercati occorre superare il gap infrastrutturale.»

«La Sardegna punta a diventare una regione smart ma per far questo servono passi concreti – ha affermato Marina Adamo – occorre impostare un nuovo paradigma di sviluppo legato all’innovazione tecnologica e mettere le imprese nelle condizioni di offrire servizi digitali ai cittadini. Solo così si può favorire la crescita e creare occupazione.»