28 March, 2024
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Si è aperto ieri sera con “All’ombra dell’ultimo sole” di Rita Atzeri, nello straordinario scenario del Tempio di Antas, a Flìuminimaggiore, il NurArcheoFestival – Intrecci nei teatri di pietra.

NurArcheoFestival è un progetto di valorizzazione del patrimonio archeologico e architettonico dell’Ogliastra, ideato e promosso da Il Crogiuolo e nato grazie al forte sostegno dell’allora presidente della Provincia Ogliastra Piero Carta. Parallelarmente, con gli stessi obiettivi volti alla promozione dei siti archeologici e storici del Sulcis Iglesiente, nasceva cinque anni fa (2009) un analogo progetto, a cura del Teatro del Sottosuolo, denominato Teatri di Pietra le voci di Astarte.

La difficile situazione nel quale il mondo della cultura in generale, e ancor più nello specifico il settore dello spettacolo dal vivo si è venuto a trovare nell’annualità in corso, ha favorito l’estensione di una collaborazione già esistente tra Crogiuolo e Teatro del Sottosuolo, sfociata nell’organizzazione congiunta dei due eventi, da qui NurArcheoFestival intrecci nei teatri di pietra, in programma dal 16 agosto al 15 settembre 2013 nelle due province, Ogliastra e Sulcis Iglesiente. Per il Sulcis Iglesiente il progetto si svolge con la collaborazione della Regione Sardegna e i Comuni di Fluminimaggiore, Gonnesa e Perdaxius. Per l’Ogliastra con la collaborazione di Regione Sardegna, Fondazione Banco di Sardegna, comuni di Ilbono, Villagrande Strisaili, Ulassai, Tortolì, Baunei, Lanusei.

Lo spettacolo “All’ombra dell’ultimo sole”, coprodotto da Il Crogiuolo e Teatro del Sottosuolo, anche coorganizzatori del Festival, è stato presentato da Rita Atzeri, rappresentante del Crogiuolo, dal presidente dell’associazione Muntangia e dal direttore artistico del Festival. Sul palco Daniela Collu, Pier Paolo Frigau, Alessandra Leo, Alessia Marroccu, Alessandro Muroni, con la partecipazione di Tiziana Martucci. Le canzoni sono di Alessandro Muroni.

Una giovane compagnia teatrale riesce finalmente a trovare una scrittura: il comittente desidera vengano messe in scena alcune novelle del Decamerone di Boccaccio, ma… ci vorrebbe un’idea originale che purtroppo non si trova. «In fondo in teatro non s’inventa più niente: si cita!» Si giustifica il povero regista di fronte alle perplessità dei suoi compagni di lavoro. Propone alla compagnia una gara: seguendo la stessa logica dei dieci giovani che nel Decamerone per sfuggire alla peste si rifugiano in una villa fuori città e, per passare il tempo, si raccontano delle storie, ogni attore dovrà raccontare una novella alla maniera di un grande autore contemporaneo, andando liberamente a pescare dal cinema, dalla letteratura, dal teatro o dalla musica.

La gara scatena la competizione e suscita naturalmente rivalità tra gli attori, facendo tra l’altro affiorare problemi di relazione nell’unica coppia all’interno della compagnia. Il regista tenta di dominare la situazione, ma anche lui cade vittima del suo stesso gioco: tentando di introdurre nella narrazione dei riferimenti alla realtà dei nostri giorni, crea una gran confusione e mentre si compiace delle sue trovate, nello stesso momento dimentica le indicazioni date ai suoi attori, i quali, confusi, non capiscono più il senso di ciò che avviene in scena.

Il pubblico si è trovato quindi, di fronte ad una sorta di sgangherata ed esilarante prova aperta, in cui il regista, senza l’utilizzo di scene o artifici, ha tentato di creare uno spettacolo “vero”, basato solo sul lavoro degli attori sognando invano un risultato alla “Dogville”, mentre il musicista-poeta, sfortunato fidanzato di un’aspirante prima attrice, compone le canzoni di scena cercando di ispirarsi a Leonard Cohen.

Tra una baruffa e l’altra, comunque, i protagonisti sono riusciti a mettere in scena le novelle del Boccaccio; quelle narrate da Landolfo Rufolo, Nastagio degli Onesti, Lisabetta da Messina, Girolamo e Salvestra, Federigo degli Alberighi, frate Cipolla e Guido Cavalcanti, con risultati di grande commozione e comicità.

Allegata un’ampia documentazione fotografica dello spettacolo al Tempio di Antas.

I prossimi appuntamenti del “NurArcheofestival – Intrecci nei teatri di pietra” nel Sulcis, sono previsti l’1 settembre 2013, alle 21.00, a Perdaxius, nel parco di San Leonardo, con la rappresentaziuone di “Canne al vento” da Grazia Deledda, con Gianluca Medas – voce narrante e Andrea Congia – chitarra classica, una produzione Associazione Figli d’Arte Medas; il 6 settembre 2013, alle 21.00, a Gonnesa, nel centro storico, nella piazza antistante la scuola elementare, con la presentazione del libro “Svegliatevi sardi! New York 1978” Costantino Nivola intervistato da Mario Faticoni edizioni AM&D. Alle 22.00 Rita Atzeri, per la regia di Mario Faticoni, sarà l’interprete di un testo da lei scritto “Gene mangia gene”. Allegri attentati alla vita. Produzione Il Crogiuolo.

Tempio di Antas 4 copia

Primo appuntamento venerdì 16 agosto con il NurArcheoFestival – Intrecci nei teatri di pietra, in scena alle ore 22.00 al Tempio di Antas, Fluminimaggiore, “All’ombra dell’ultimo sole”, uno spettacolo di Rita Atzeri, coprodotto da Il Crogiuolo e Teatro del Sottosuolo, anche coorganizzatori del Festival. Sul palco Daniela Collu, Pier Paolo Frigau, Alessandra Leo, Alessia Marroccu, Alessandro Muroni, con la partecipazione di Tiziana Martucci. Le canzoni sono di Alessandro Muroni.

Una giovane compagnia teatrale riesce finalmente a trovare una scrittura: il comittente desidera vengano messe in scena alcune novelle del Decamerone di Boccaccio, ma… ci vorrebbe un’idea originale che purtroppo non si trova. «In fondo in teatro non s’inventa più niente: si cita!» Si giustifica il povero regista di fronte alle perplessità dei suoi compagni di lavoro. Dunque propone alla compagnia una gara: seguendo la stessa logica dei dieci giovani che nel Decamerone per sfuggire alla peste si rifugiano in una villa fuori città e per passare il tempo si raccontano delle storie, ogni attore dovrà raccontare una novella alla maniera di un grande autore contemporaneo, andando liberamente a pescare dal cinema, dalla letteratura, dal teatro o dalla musica.

La gara scatena la competizione e suscita naturalmente rivalità tra gli attori, facendo tra l’altro affiorare problemi di relazione nell’unica coppia all’interno della compagnia. Il regista tenta di dominare la situazione, ma anche lui cade vittima del suo stesso gioco: tentando di introdurre nella narrazione dei riferimenti alla realtà dei nostri giorni, crea una gran confusione e mentre si compiace delle sue trovate nello stesso momento dimentica le indicazioni date ai suoi attori, i quali, confusi, non capiscono più il senso di ciò che avviene in scena.

Il pubblico si troverà quindi, di fronte ad una sorta di sgangherata ed esilarante prova aperta in cui il regista senza l’utilizzo di scene o artifici tenta di creare uno spettacolo “vero”, basato solo sul lavoro degli attori sognando invano un risultato alla “Dogville”, mentre il musicista – poeta, sfortunato fidanzato di un’aspirante prima attrice, compone le canzoni di scena cercando di ispirarsi a Leonard Cohen.

Comunque tra una baruffa e l’altra i nostri eroi riescono a mettere in scena le novelle del Boccaccio; quelle narrate da Landolfo Rufolo, Nastagio degli Onesti, Lisabetta da Messina, Girolamo e Salvestra, Federigo degli Alberighi, frate Cipolla e Guido Cavalcanti, con risultati di grande commozione e comicità.