29 March, 2024
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Campo Progressista, il nuovo soggetto politico voluto dall’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia, prende corpo anche in Sardegna. Dopo i dibattiti pubblici, organizzati nelle scorse settimane in vari centri dell’Isola, arriva un forte segnale politico alla Giunta Pigliaru. A mandarlo i consiglieri regionali Francesco Agus (ex Sel) e Annamaria Busia (Centro democratico) che insieme hanno presentato 96 emendamenti alla Legge di Stabilità 2017, da domani all’attenzione dell’Aula.

«Si tratta della prima iniziativa istituzionale di Campo Progressista nell’Isola – ha spiegato Francesco Agus – noi siamo tra quelli che mirano a una approvazione rapida della Manovra 2017 per rendere disponibili tutte le risorse di bilancio finora spese per dodicesimi a causa del ricorso all’esercizio provvisorio. Questo però non deve ledere la facoltà dei consiglieri di presentare proposte correttive. La legge finanziaria non è un mero documento ragionieristico ma l’atto politico per eccellenza. Noi crediamo che ci siano questioni di fondo ancora irrisolte a partire dal patto firmato nel 2014 tra Stato e Regione e rimasto finora argomento tabù. Se non si fa chiarezza su questo punto difficilmente la Sardegna potrà trovare risposte alle proprie domande.»  

Tra le critiche principali rivolte alla Giunta, le difficoltà nell’applicazione delle delibere attuative sul Reis (Reddito di inclusione sociale): «A un anno di distanza dalla sua approvazione i Comuni sono ancora in grave difficoltà».

Gli emendamenti presentati, tutti aggiuntivi, puntano a modificare la destinazione di una parte delle risorse del tesoretto da 40 milioni di euro messo a disposizione dalla Giunta. «Nelle audizioni delle Commissioni – ha proseguito Agus – tutte le associazioni di categoria hanno mostrato insoddisfazione per i contenuti della Manovra. Non riuscire ad immaginare soluzioni alternative sarebbe un grave errore».     

«Così com’è questa finanziaria non può essere votata – ha detto la consigliera Annamaria Busia – siamo però fiduciosi e ci aspettiamo che Giunta e Consiglio accolgano alcuni nostri suggerimenti». Tra questi, spicca la proposta di destinare 10 milioni di euro del Fondo unico degli enti locali al comune di Nuoro per far fronte ai debiti fuori bilancio ereditati dall’amministrazione barbaricina.

Altri emendamenti riguardano il trasferimento di beni dalla Stato alla Regione (ex art 14 dello Statuto) da valorizzare attraverso lo strumento del project financing, il rifinanziamento dei Centri antiviolenza, vari interventi per la valorizzazione turistica dei piccoli centri dell’interno, la promozione dei gemellaggi tra comuni sardi e di altri regioni d’Europa, un tetto massimo per le consulenze delle società partecipate.

Campo progressista proporrà in finanziaria un Piano straordinario per il lavoro. «Oggi le politiche per il lavoro sono attuate da soggetti diversi (Aspal, Insar e assessorati) e le proposte presentate in finanziaria puntano a interventi iperterritoriali, noi invece pensiamo a una regia unitaria che riesca a mettere in campo un progetto di ampio respiro – hanno detto Agus e Busia – per far questo servono risorse importanti che difficilmente potranno essere recuperate se non si risolve la battaglia con lo Stato sugli accantonamenti e non si interviene sulla razionalizzazione della spesa».

Su quest’ultimo fronte, Campo Progressista annuncia una battaglia di principio: «Ci sono enti che spendono ingenti risorse in consulenze come l’Insar – ha ricordato la consigliera Busia – la Sardegna, inoltre, continua a spendere di più rispetto ad altre Regioni per gli stipendi dei manager della sanità o per le parcelle degli avvocati. Una seria spending review deve tener conto anche di questi aspetti».

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Francesco Sanna copia

L’onorevole Civati vorrebbe che i sindaci di centro-sinistra sostenuti dal PD aderissero alla sua idea che bisogna autoaffondarsi o affondare i candidati alla guida delle città, democratici o alleati, per dare una lezione a Renzi e al PD nazionale.

E si arrabbia, elegantemente e nel modo letterariamente piacevole che gli è solito, se qualcuno, come Massimo Zedda, Giuliano Pisapia, Marco Doria, primi cittadini di Cagliari, Milano e Genova, non lo seguono nel suo disegno. Il quale ha un antenato autorevole nella fase oscura della sinistra massimalista che divora il centrosinistra riformista e di governo, o se si preferisce, quello che semplicemente vuole realizzare il più possibile del suo programma, e non solo radicalizzarlo per poi non farne niente. Per essere chiari, lo schema che fece cadere il governo Prodi nel 1998.

Ma perché il centrosinistra che ha ben funzionato nelle città dovrebbe immolarsi al disegno di Possibile o di Sinistra Italiana (che poi sarebbe far vincere il centrodestra a trazione salviniana o i Cinquestelle)? Perché, nella versione di Pippo, tutto quello che si è fatto sino ad oggi in Parlamento ha il marchio dell’errore e del tradimento.

Ma rispetto a cosa? Lui dice ad esempio la riforma costituzionale, che invece somiglia molto alla elaborazione che il centrosinistra (e soprattutto il programma dell’Ulivo) ha inseguito per venti anni. La legge elettorale: si può  avere una preferenza per uno schema diverso, ma sicuramente l’Italicum contiene sia molti elementi di restituzione di potere di scelta ai cittadini, sia di determinazione nelle urne della opzione di governo per il Paese. E’ una inversione ad U la scelta di detassare la proprietà della prima casa, tranne che per quelle di lusso? Abbiamo sempre sostenuto che una componente patrimoniale nel sistema fiscale fosse indispensabile. Ma per necessità finanziaria negli anni trascorsi si era ecceduto e questo eccesso non è stato ininfluente nella crisi dell’edilizia, che ha perso mezzo milione di posti di lavoro in cinque anni. Cerchiamo di invertirne il ciclo anche con forti incentivi fiscali alle ristrutturazioni e alla efficienza energetica.

Si potrebbe continuare con gli esempi, e vedere che forse non c’era nemmeno il tanto per andarsene dal PD. Ma per chi – come Civati – ha preso partito per un’altra avventura politica, l’Errore ed il Maligno allignano comunque in ogni cosa sostenuta dal PD. Come il Visconte di Valmont, per stare alla citazione de “Le relazioni pericolose” questa visione delle cose, in modo automatico ed un poco ossessivo “trascende ogni suo controllo”. In questo, difatti, non ha fatto differenza tra il governo di Enrico Letta e quello di Matteo Renzi.

Però, senza che Pippo si offenda del suggerimento, forse occorre che ne discuta di più anche con i suoi possibili elettori, che invece, in maggioranza molto significativa, sembra non vogliano buttare a mare l’esperienza politica del centrosinistra nelle città italiane, e quantomeno si tengono abbastanza svegli e competenti per decidere di testa loro in ogni comunità.

Francesco Sanna

Deputato del Partito Democratico

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In occasione del BIE Day, la Giornata del Bureau International des Expositions, in programma oggi a Expo Milano 2015, alla presenza del segretario generale e del presidente del BIE, Vicente Loscertales e Ferdinand Nagy, si sono tenute le premiazioni dei padiglioni dei Paesi partecipanti.

Sono state previste 3 sezioni di Premi: Architettura e paesaggio; Allestimenti e Sviluppo del tema. Inoltre, i padiglioni sono stati raggruppati in altrettante categorie, vale a dire i lotti con dimensione inferiore ai 2 mila metri quadri e quelli di dimensione superiore, i Cluster.

Per quanto riguarda i Cluster – sezione Allestimenti – il primo premio è andato al Montenegro per “i valori didattici dei suoi display”. Argento al Venezuela, medaglia di bronzo al Gabon. In merito allo “Sviluppo del tema”, il migliore è l’Algeria (“meravigliosa combinazione di elementi tradizionali e ricca informazione sulla varietà agricola del Paese”), seguito dalla Cambogia e dalla Mauritania.

Categoria padiglioni con dimensione inferiore ai 2 mila metri quadri: per gli allestimenti il primo premio è andato all’Austria (“L’audacia dell’esperienza sensoriale nella quale i visitatori sono coinvolti”), argento all’Iran e bronzo all’Estonia. Lo “sviluppo del tema” ha visto trionfare il padiglione della Santa Sede per “la chiarezza e sobrietà con le quali il tema espositivo è proposto nei suoi eventi quotidiani”, seguito da Monaco e dall’Irlanda. Infine, il padiglione con l’architettura più centrata è quello del Regno Unito (“unione tra contenuti, display ed esperienza spaziale”); subito dopo ecco il Cile e la Repubblica Ceca.

Passando ai lotti con dimensione superiore ai 2 mila metri quadri, l’allestimento migliore è quello del Giappone per “l’armoniosa combinazione tra la rappresentazione della natura e l’innovazione tecnologica”, vincente sulla Repubblica di Corea e sulla Russia.

A sviluppare il tema nella maniera ideale ecco la Germania per “l’efficacia nella trasmissione di contenuti innovativi in merito all’agricoltura, al cibo e allo sviluppo”, seguita dall’Angola e dal Kazakhistan. Per l’Architettura, primo premio alla Francia (“l’innovativo concetto di un mercato del cibo coperto e di un paesaggio vivace ed aperto”), poi il Bahrain e la Cina.

Successivamente è stato consegnato il BIE-Cosmos Prize, assegnato a CESAL per il progetto “Dieta Nutriente e Futuro Sostenibile per i Bambini di Haiti”. CESAL è un’organizzazione per lo sviluppo della cooperazione e la promozione dello sviluppo di politiche nei Paesi più poveri del mondo.

Infine, ecco la consegna delle medaglie del BIE, a cominciare da quelle d’oro. Innanzitutto, al Governo della Repubblica Italiana (medaglia ritirata dal commissario generale di Expo Milano 2015, Bruno Pasquino); poi Diana Bracco ha ricevuto la medaglia per la Società Expo 2015, mentre il presidente Roberto Maroni per la Regione Lombardia. Il sindaco Giuliano Pisapia ha ritirato la medaglia per la Città di Milano; medaglia d’oro anche a Diana Bracco, commissario generale di Sezione per il Padiglione Italia. Riconoscimenti dorati anche allo Steering Committee dei commissari generali a nome di tutti i Partecipanti Ufficiali a Expo 2015 (premio ritirato da Albina Assis Africano, commissario generale dell’Angola e presidente dello Steering Committee) e per WE – Women for Expo, con il premio ricevuto da Emma Bonino a Marta Dassù, presidente Esecutivo di We – Women for Expo.

Infine, le medaglie d’argento: ai Volontari di Expo Milano 2015 (premio ricevuto da Alessandro Cordova), all’Ordine Nazionale dei Giornalisti, rappresentato dal presidente Enzo Iacopino, e alla Società Civile, con la presenza di Felice Romeo, dirigente di Cascina Triulza.

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Oggi a Expo Milano 2015 si è celebrata la “Giornata Mondiale dell’Alimentazione”, alla presenza del Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon e del Direttore Generale della FAO, José Graziano Da Silva. Una giornata importante, che ha visto la consegna proprio a Ban Ki Moon, da parte del Ministro delle Politiche Agricole, Forestali e Alimentari, Maurizio Martina, della Carta di Milano, la più importante eredità immateriale dell’Esposizione Universale. Nel corso dell’evento, il primo cittadino di Milano, Giuliano Pisapia, ha invece consegnato, sempre a Ban Ki Moon, il Patto tra i sindaci di centinaia di grandi città del mondo per l’attuazione di politiche alimentari urbane sostenibili.

La giornata, che ha visto la partecipazione di numerose personalità, come Sua Maestà la Regina Letizia di Spagna, il Presidente della Slovenia, Borut Pahor, il Ministro degli Affari Esteri, Paolo Gentiloni, si è aperta con la visita a Padiglione Zero del Segretario Generale delle Nazioni Unite, accompagnato dal Commissario Unico delegato del Governo per Expo Milano 2015, Giuseppe Sala. Nel pomeriggio ecco la sessione di lavoro “Finance for food”, alla quale ha partecipato anche il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan. Ban Ki Moon, in compagnia della moglie Yoo, ha poi visitato altri padiglioni, come Palazzo Italia, gli Emirati Arabi e l’area Kinder+Sport, dove ha incontrato il campione di calcio Roberto Baggio, ambasciatore della Fao, e il presidente di Ferrero, Francesco Paolo Fulci.

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il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al World Food Day Giornata Mondiale dell'Alimentazione a Expo Milano 2015. MILANO, 16 OTTOBRE 2015.  ANSA/STEFANO PORTA

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«Expo Milano 2015 ci insegna che dobbiamo contribuire tutti insieme al benessere del Pianeta per un futuro più equo e sostenibile». Con queste parole Sheikh Mohammad Abdullah Almubarak Al-Sabah, minister of State for Cabinet Affairs, ha dato il via alle celebrazioni ufficiali per il National Day del Kuwait.

«Il tema dell’Esposizione Universale è molto importante per noi – ha proseguito il ministro – perché permette di mostrare, attraverso il padiglione, il patrimonio, le tradizioni e la cultura del nostro Paese, che si è sempre battuto per l’innovazione e lo sviluppo, all’insegna della sostenibilità:»

Il padiglione del Kuwait si ispira al tema “La sfida della natura” e rappresenta le grandi sfide che l’emirato medio orientale affronta per garantire una migliore e più sostenibile qualità della vita: l’acqua, l’energia e l’agricoltura. «Alla fine di Expo Milano 2015 – ha aggiunto il politico kuwaitiano – alcuni elementi della struttura del Padiglione saranno utilizzati in diverse scuole milanesi».

«La partecipazione del Kuwait all’Esposizione Universale cade nell’anno del cinquantesimo anniversario dell’inizio delle relazioni diplomatiche con l’Italia, con la quale auspichiamo rapporti sempre più solidi – ha continuato il ministro -; il Kuwait, anche grazie al fondo sovrano, che ormai sfiora i 20 miliardi di dollari americani, ha l’obiettivo di portare la pace e promuovere le relazioni tra i Paesi di tutto il mondo.»

A dare il benvenuto alla delegazione kuwaitiana, il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, l’amministratore delegato della Saras ed ex presidente dell’Inter, Massimo Moratti, e il sottosegretario di Stato alla Giustizia, Cosimo Ferri, che ha accolto, con un caloroso grazie i rappresentanti del Paese arabo: «Al Kuwait significa piccola fortezza, un concetto che esprime perfettamente il ruolo significativo che il Paese ha nello scenario geopolitico internazionale. L’ultima sfida è quella della lotta al Daesh, il sedicente Stato Islamico. Dobbiamo cooperare per porre fine al proliferare di qualsiasi tipo di estremismo e fondamentalismo».

«L’Italia e il Kuwait sono legati storicamente, sotto tutti punti di vista: politico, economico e culturale – ha concluso il sottosegretario Ferri -. Siamo molto soddisfatti degli investimenti kuwaitiani in Italia e del supporto offerto alle piccole e medie imprese del nostro Paese.»

Le celebrazioni sono proseguite con performance musicali, eventi e balli tradizionali, all’interno del padiglione e lungo il Decumano. In serata, si sono esibiti i “Pearl Divers”, il gruppo musicale più originale e caratteristico del Golfo Persico.

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Ahlan, «ciao, benvenuti». Il sottosegretario di Stato del ministero degli Affari Esteri, Mario Giro, ha accolto così, dopo la cerimonia dell’alzabandiera, insieme al sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, la delegazione palestinese in visita ad Expo Milano 2015 per il National Day del Paese.

«La partecipazione della Palestina all’Esposizione Universale è una testimonianza della vitalità dei rapporti esistenti con l’Italia – ha dichiarato Giro -. Il ruolo palestinese nella riflessione sul tema di Expo Milano 2015 è fondamentale: ci insegna che la vita può fiorire anche in condizioni difficili, per esempio in un territorio senza acqua.»

Il padiglione della Palestina, situato nel Cluster delle Zone aride, si basa sulla centralità dell’albero d’ulivo, «prima fonte di sostentamento per la popolazione e, allo stesso tempo, simbolo di pace e metafora della lunga storia palestinese», ha sottolineato Giro.

Il vice Primo ministro Ziad Abu Amr, a capo della delegazione palestinese, ha ringraziato il Governo italiano per l’accoglienza e si è detto «felice di poter partecipare ad Expo Milano 2015 accanto agli altri 148 Paesi e Organizzazioni». «Il tema di questa Esposizione Universale rappresenta la presa di coscienza di alcuni dei più grandi problemi che affliggono l’umanità, che continueranno ad esserci finché non ci sarà una reale ed effettiva collaborazione tra tutti i popoli della Terra», ha continuato il vice Primo ministro, accompagnato da Abeer Odeh, ministro dell’Economia.

«Spero che il nostro Padiglione possa mostrare a tutti i visitatori la nostra cultura e le nostre tradizioni, le ricche possibilità di investimento che offre il territorio e la voglia di vivere in pace e libertà del nostro Paese», ha concluso Ziad Abu Amr.

I festeggiamenti per il National Day della Palestina sono proseguiti con delle performance di El-Funoun, compagnia di danze popolari locali, e di Le Trio Joubran, trio musicale di Nazareth.

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«I Paesi partecipanti a Expo Milano 2015 dovrebbero collaborare per arrivare ad una produzione sufficiente di cibo sano per tutte le persone del mondo». Con questo importante auspicio il ministro dell’Industria, delle attività minerarie e del Ccommercio, Mohammad Reza Nematzadeh, ha aperto ufficialmente le celebrazioni del National Day della Repubblica Islamica dell’Iran. In rappresentanza dell’Italia, ecco una delegazione composta dal sottosegretario della Giustizia, Cosimo Ferri, dal Commissario generale di Expo Milano 2015, Bruno Antonio Pasquino e dal sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. In rappresentanza dell’Iran, tra gli altri, oltre al ministro Nematzadeh, è intervenuto il ministro della Cultura Ali Jannati, a significare la stretta collaborazione culturale tra i due Paesi.

Ringraziando l’Italia per aver organizzato l’Esposizione Universale in un momento in cui la fame e la povertà sono un problema cruciale che coinvolge l’intero pianeta, Reza Nematzadeh ha annunciato che «nonostante le limitazioni ad esso imposte, l’Iran è disposto a collaborare a livello internazionale per supportare la produzione agricola attraverso lo scambio di esperienze scientifiche».

Cosimo Ferri ha voluto esprimere la propria soddisfazione per il ritrovato ruolo dell’Iran nello scenario regionale e internazionale pur sottolineando che l’amicizia esistente tra Italia e Iran non si è mai spenta, anche negli anni difficili delle sanzioni economiche imposte a Teheran.

«Quello delle risorse energetiche è il settore storicamente più propizio nelle nostre relazioni commerciali – ha spiegato Ferri -. Accanto all’energia, sono molti i settori in cui sarà possibile aprire nuove forme di collaborazione: dalle infrastrutture, ai trasporti, al turismo». L’obiettivo è incrementare gli scambi commerciali che prima delle sanzioni erano arrivati a sette miliardi di euro, mentre nel 2014 ammontavano a 1,1 miliardi. A questo proposito il Ministro Nematzadeh ha ricordato che il suo Paese accoglie investimenti iraniani e stranieri con condizioni favorevoli.

I due Paesi, entrambi riconosciuti come culle di cultura e civilizzazione, vantano anche una forte collaborazione culturale: le università italiane hanno visto un incremento di sette volte nel numero di studenti iraniani negli ultimi 10 anni. «L’Italia crede nel dialogo fra le civiltà, quale strumento principe delle relazioni internazionali», ha continuato Ferri, che ha ricordato che a Milano è esposta ancora per pochi giorni la “Penelope di Persepoli”.

Mohammad Reza Nemetzadeh ha sottolineato che le celebrazioni della giornata nazionale dell’Iran a Expo Milano 2015 cadono nel giorno della nascita di Avicenna, il filosofo, medico e saggio iraniano i cui scritti sono stati tradotti e diffusi in tutto il mondo. In serata, presso l’Auditorium, performances culturali e dibattiti hanno concluso la giornata dedicata al Paese mediorientale.

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«Expo Milano 2015 è straordinaria sotto ogni profilo: per la qualità, per la creatività e per aver saputo unire centinaia di Paesi del mondo». Sono queste le parole usate dal presidente della Repubblica francese Francois Hollande, presente oggi all’Esposizione universale, per celebrare il National Day del Paese. «La Francia – ha spiegato il presidente Hollande – sta preparando progetti per le prossime Esposizioni universali e prende ispirazione proprio da Expo Milano 2015, che è già un successo per il numero di visitatori».

Ad accogliere la delegazione francese, questa mattina, sono stati il presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi e il commissario unico delegato del Governo per Expo Milano 2015 Giuseppe Sala. Hanno preso parte alla cerimonia dell’alzabandiera il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, il commissario generale di Expo 2015 Bruno Pasquino, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, l’assessore regionale dell’istruzione Valentina Aprea e il Prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca. La delegazione francese ha visto la partecipazione del Ministro dell’Agricoltura Stéphan Le Foll, dell’ex Ministro della Cultura Jack Lang, dell’ambasciatrice francese in Italia Catherine Colonna e del commissario cenerale del padiglione francese Alain Berger. Tra i presenti anche l’attrice Carole Bouquet.

Al termine della cerimonia il premier Renzi e il Presidente Hollande, accompagnati dal commissario Sala, hanno percorso a piedi il Decumano, attorniati dalla folla dei visitatori, e visitato il padiglione Francese, prima di fermarsi a Palazzo Italia, dove il Capo di Stato francese ha firmato la Carta di Milano. A dare loro il benvenuto è stato il commissario Generale del padiglione italiano Diana Bracco.

«Ho firmato la Carta di Milano – ha dichiarato Francois Hollande – perché la Francia, come tutti i Paesi presenti in Expo 2015, è pronta ad assumersi la responsabilità del destino del pianeta per quanto riguarda la sicurezza alimentare, la tutela dell’ambiente e tutti i temi di questa Expo, con spirito di condivisione. Lo stesso spirito che deve continuare a esserci in Europa, che è un’identità, un modo di vivere e di progettare l’esistenza.»

«La Carta di Milano – ha sottolineato Matteo Renzi – è l’eredita che Expo 2015 vuole lasciare, in vista della conferenza COP 21 a Parigi, indicando proposte concrete in tema di sicurezza alimentare e di diritto al cibo. Expo Milano 2015 oggi e COP21, che si terrà a dicembre a Parigi – ha dichiarato il premier Renzi nella conferenza stampa a seguito dell’incontro bilaterale con il presidente francese -, sono due occasioni per fare di Italia e Francia punti di riferimenti internazionali. In questo è importante il contributo di Expo 2015 che si sta dimostrando luogo di discussione politica a livello Mondiale.»

Il National Day francese che, come ha sottolineato il presidente Hollande, coincide con il giorno più lungo dell’anno – il 21 giugno è il giorno del solstizio d’estate – è dedicato alla musica. In serata, nel padiglione, sono previsti i dj set Yuksek e Jabberwocky.

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Il Primo ministro iberico, Mariano Rajoy, ha dato il via ufficialmente alle celebrazioni del National Day della Spagna oggi a Expo Milano 2015. A ricevere la delegazione guidata dal Premier spagnolo, il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, il Commissario Generale di Expo 2015 Bruno Pasquino, il presidente di Expo 2015, Diana Bracco e il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia.

«Expo Milano 2015 è un successo – ha esordito Rajoy – e si sta rivelando un modello vincente di organizzazione e attuazione ed è per me un vanto la presenza della Spagna, che può dare un contributo importante alla sfida e alla responsabilità a cui ci richiamano i temi espositivi». Il presidente spagnolo ha anche ricordato come l’Esposizione Universale stia contribuendo al dialogo tra i Paesi, «perché solo con la cooperazione e la concordia si può raggiungere il progresso».

«Expo Milano 2015 è un luogo di bellezza per l’Italia e per il mondo, ma anche di speranza – ha dichiarato il ministro Alfano – in quanto nutre l’aspettativa di un pianeta più equo. Qui i Paesi ricchi dialogano con quelli meno prosperi ed è il posto dove cadono i muri e si aprono le frontiere.»

Il ministro dell’Interno ha poi sottolineato come la città di Milano e l’Italia abbiano ormai vinto la grande sfida dell’Esposizione Universale.

La giornata nazionale della Spagna è poi proseguita con la firma, da parte di Mariano Rajoy, del libro d’onore di Palazzo Italia. A seguire, il ministro Angelino Alfano e il Primo ministro hanno raggiunto il padiglione della Spagna per la visita ufficiale. Sino a sera, poi, sono previste celebrazioni e festeggiamenti al padiglione spagnolo, con l’esibizione dei ballerini della Compañía Nacional de Danza (CND) e le “performances” gastronomiche della chef Carme Ruscalleda, l’unica donna al mondo ad avere ottenuto il riconoscimento di sei stelle Michelin per i suoi ristoranti “Sant Pau” a Barcellona e Tokyo e “Moments” a Barcellona.

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