28 March, 2024
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Sabato 26 novembre il Teatro Cavallera di Carloforte ospiterà un convegno organizzato dalla Cooperativa Casa del Proletariato, proprietaria del Teatro Cavallera e patrocinato dal comune di Carloforte. Il convegno sarà dedicato alla figura di Giuseppe Cavallera (nato a Villar San Costanzo nel 1873 – morto a Roma nel 1952), tra i massimi interpreti del Socialismo e del Sindacalismo in Italia e in Sardegna.

La giornata di studi rientra nell’ambito delle manifestazioni relative al centenario della costruzione del Teatro intitolato a Giuseppe Cavallera ed intende celebrare alcune ricorrenze importanti della vita del Senatore, ossia i settant’anni dalla morte, avvenuta a Roma il 22 giugno 1952 e i centocinquanta dalla sua nascita che cadranno il 2 gennaio 2023.

L’iniziativa, alla quale hanno aderito storici, docenti, autorità politiche, sindacali e rappresentanti del mondo delle istituzioni civili, intende celebrare la sua figura e rileggere il ruolo sociale e politico che rivestì tra fine Ottocento ed i primi cinquant’anni del Novecento, sia in Piemonte che in Sardegna.

I vari contributi che emergeranno in occasione del convegno saranno raccolti e registrati all’interno degli atti dello stesso ed entreranno a far parte dell’Archivio Storico della Casa del Proletariato, quindi verranno messi a disposizione della cittadinanza e degli studiosi.

 

Non solo la sfida gastronomica tra chef di 4 Paesi, cooking show con grandi chef, degustazioni, incontri e intrattenimento all’insegna del tonno rosso di qualità che da secoli si pesca nella tonnara dell’isola di San Pietro, in Sardegna. Dal 2 al 5 giugno 2022, in occasione del “Girotonno – Uomini, storie e sapori sulle rotte del tonno”, la manifestazione organizzata dal comune di Carloforte in partnership con l’agenzia Feedback per celebrare la cultura millenaria legata ai tonni e alle tonnare, ci sarà spazio anche per i balli e la musica live sotto le stelle.

Al calar del sole largo al Girotonno Live Show: balli e musica gratuiti sul palco allestito nel Corso Battellieri. Ad aprire le serate, in concomitanza con l’inaugurazione della kermesse gastronomica, giovedì 2 giugno, a partire dalle 23.30, sarà la finale di Arezzo Wave Band Sardegna 2022. Ad esibirsi saranno le band che hanno superato le selezioni regionali del più grande e longevo concorso live per gruppi musicali emergenti organizzato dalla Fondazione Arezzo Wave Italia.
Dalle 23.30, tutti in pista e pronti a ballare venerdì 3 con il dj-set di Paolo Noise dello Zoo di 105 e, sabato 4, con il dj Osso di “Tutti nudi!” su Rai Radio2. Sul palco, in entrambe le serate, anche il dj Simo.

Alla scoperta dell’isola di San Pietro

Trentanove chilometri di costa, tra scogliere mozzafiato, spiagge di sabbia bianca finissima e acque cristalline. Itinerari di trekking, percorsi naturalistici e passeggiate al tramonto in compagnia di guide turistiche professioniste. Durante il Girotonno si potrà andare alla scoperta di Carloforte e della sua storia e degli angoli più suggestivi dell’isola di San Pietro.
Tante le iniziative, anche adatte a famiglie con bambini, per assaporare i tesori dell’isola tabarchina.
Si potrà andare in escursione alla scoperta della piscina naturale di Nasca o della Grotta dei colombi (Info: Stefano Peddis 338.3349765); fare una passeggiata e un aperitivo al tramonto con i vini dell’isola, un trekking a Cala Vinagra o visitare l’isola in Land Rover (Info: Lorenzo Brun 329 0267433); celebrare il battesimo del mare immergendosi in apnea o con le bombole tra i fondali dell’isola, compiere il periplo di San Pietro e fare snorkeling nelle calette più incantevoli o sorseggiare un aperitivo sul mare al tramonto (Info: Isla Diving 328 5673136 – 335 462502).
Ma anche andare alla scoperta delle rotte del tonno rosso e delle tradizioni legate alla sua secolare pesca, visitare i luoghi (Ciak, si gira au Paize) e scoprire i personaggi che hanno fatto la storia di Carloforte e, tra scalinate e caruggi, andare alla scoperta degli scenari che hanno ospitato fiction di successo come “L’isola di Pietro” con Gianni Morandi. Come anche partecipare ad un percorso naturalistico e sensoriale alla scoperta della flora e della fauna dell’isola, andare alla scoperta della storia dell’isola e dei suoi monumenti o, per le famiglie, muoversi tra i caruggi ascoltando i racconti sulle tradizioni locali e la lingua di uno dei borghi più belli d’Italia. E, infine, ripercorrere un secolo di lotte operaie con i racconti sulla vita del piemontese Giuseppe Cavallera, il “pioniere del socialismo in Sardegna”, e le vicende dei battellieri di Carloforte, unico porto di stoccaggio dei minerali estratti dalle gallerie dell’Iglesiente. (Info: Natalia Lapicca 338.8068181).
Gli itinerari si effettueranno ogni giorno salvo condizioni meteorologiche avverse.

Luoghi e arte performativa, tra danza, teatro fisico, circo contemporaneo, musica dal vivo, cinema, sperimentati e trascritti attraverso i linguaggi dell’arte. Si è chiuso a dicembre Interconnessioni, il progetto di residenza artistica nel territorio con la direzione di Simonetta Pusceddu per Tersicorea. Giunto al suo quarto anno di attività, organizzato in tandem con il comune di Carloforte, ha visto il suo quartier generale in questa edizione negli spazi più importanti del centro abitato e dell’isola di San Pietro. Un intervento artistico, sociale e poetico sul territorio che, partito a luglio, si è articolato per sei mesi e ha visto il coinvolgimento di diversi artisti di livello internazionale e nazionale con le rispettive compagnie “My!Laika”, “LAM”, “Oltrenotte” e “Zerogrammi”, in un dialogo continuo tra il segno coreografico, la comunità di Carloforte e i luoghi simbolo del paese che li ha accolti con grande generosità. “Qui si respira un’altra aria di tempo, un’altra voce un altro dialetto un’altra lingua, ti permei di questi altri ritmi sonori, di questo altro profumo. Tutti questi cambiamenti personali che sono esperienza ritornano anche dentro il nostro lavoro che si arricchisce di nuovi toni e colori diversi, con più sfumature”, commenta Andres Aguirre della compagnia Oltrenotte.

Il programma si è sviluppato in quattro fasi, una per ogni compagnia selezionata: tappe importanti di costruzione artistica nel percorso di ricerca in residenza che hanno animato i luoghi più suggestivi e storici dell’isola per poi restituire le creazioni al pubblico negli spazi suggestivi del Giardino di Note, Casa del Duca, Torre San Vittorio, nel bellissimo luogo paesaggistico delle Saline di Carloforte e nei teatri convenzionali quali il Teatro Mutua e il Teatro Cavallera.

Un calendario fitto di residenze artistiche, laboratori e spettacoli dal vivo la cui ricerca si è fatta ispirare dal titolo di questa edizione “L’isola della libertà”, dedicato all’evento storico che vide la fondazione della prima Repubblica italiana nell’isola di San Pietro nel 1793 con la redazione di una costituzione. Documento che però non è mai stato ritrovato, ma che ha lasciato tracce, in particolare nella testimonianza di Filippo Buonarroti. «’Libertà’ è il termine a cui il tema di Interconnessioni 2021 si ispira. La cosa più importante del processo di residenza, come il termine stesso dice, è quello di illuminare le specificità di un territorio. Ho creduto molto importante scegliere quindi un’isola, questo lembo tra terra e mare che descrive ampiamente il concetto di territorio fatto di confini morbidi, il mare, e i confini duri, le rocce, e quello che sta dentro il mare – spiega Simonetta Pusceddu, direttrice artistica di Interconnessioni. Un tema molto legato alle specificità del luogo con cui far dialogare gli artisti e produrre il proprio progetto consapevoli di quelle peculiarità. Un luogo ideale quindi, lontano dal mondo, per ripensare insieme e in scala ridotta, il concetto di “repubblica” –. Attraverso queste domande di natura politica e umanistica la nostra sfida era di trascendere il pensiero fino a una forma poetica rivolta al futuro, che possa darci una nuova visione della parola “libertà” e rendere così omaggio a una terra e a un popolo.»

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Passa dal giacimento di bauxite la richiesta della Ugl per rilanciare il sito minerario di Olmedo, non possono lasciare che continui ad allargarsi, incalza il dirigente sindacale Simone Testoni, ad oggi la Regione Sardegna non ha provveduto ad estrarre neppure un litro d’acqua, è intollerabile.

Accadde oggi. 4 settembre 1904, l’eccidio di Buggerru: l’esercito spara sui minatori uccidendo quattro di loro.

Nel 1871 il deputato e ingegnere Quintino Sella svolse un’approfondita indagine sulle condizioni dell’industria mineraria in Sardegna. Nei diciotto giorni passati sull’isola visitò quindi le miniere e le industrie metallurgiche, e – fra le altre cose – rilevò la disparità di trattamento salariale fra i minatori sardi e quelli del resto d’Italia. Fra le tappe anche Buggerru, grosso borgo minerario nonché quinto centro abitato dell’Isola.

Tutto, nella zona, era allora proprietà della Societé anonime des mines de Malfidano, fondata a Parigi e motivo per cui il centro era anche noto come petite Paris, data appunto l’origine dell’aristocrazia dominante, che aveva ricostruito un certo clima culturale nell’intera Buggerru. Di questa faceva parte anche Achille Georgiades, greco arrivato in Sardegna per dirigere le miniere della Società, avente il proprio centro operativo proprio nel borgo. I minatori, invece, erano uniti nella Lega di resistenza, obbligati a turni disumani, sottopagati e vittime di frequenti incidenti mortali sul lavoro. Fu in risposta a queste condizioni che fin dai primi mesi del 1904 iniziò una tumultuosa serie di scioperi, i quali andarono rinvigorendosi a maggio, quando nell’ennesimo incidente furono in quattro a perdere la vita.

Il momento di massima tensione si raggiunse però soltanto a settembre. Il 2 il direttore diramò, infatti, la decisione che avrebbe scatenato l’inferno: l’orario di riposo per coloro che lavoravano all’esterno della miniera veniva ridotto, e dalle quattro ore previste fino ad allora si passò a tre soltanto. In Sardegna – ritennero i minatori – le temperature non permettevano però di riprendere il lavoro già alle 13.00, e questo indusse li a lasciare sguarnite tutte le posizioni di lavoro fin dal giorno stesso.

La sera giunsero quindi a Buggerru due militanti socialisti, Giuseppe Cavallera ed Alcibiade Battelli, membri della Lega, e la domenica del 4, mentre la delegazione trattava con la dirigenza e gli operai stavano riuniti di fronte alla sede della direzione generale, arrivarono invece due compagnie del 42esimo reggimento di fanteria, quegli aiuti tanto invocati dalla dirigenza della miniera. Si decise allora di sistemare i soldati nei locali della falegnameria, e a tre minatori fu dato il compito di prepararne i locali. Quando la folla già nervosa iniziò a tirare sassi alle finestre dell’edificio – per obbligare i soldati a rimandare fuori i tre uomini – la tensione raggiunse l’apice, e l’esercito sparò sulla folla. In due rimasero a terra, uccisi sul colpo, mentre un terzo – Giustino Pittau – morì dopo quindici giorni in ospedale. Anche un quarto, in realtà, morì a soli venti giorni di distanza, ma mancano le fonti certe per ricondurne il decesso alla sparatoria di quel tragico 4 settembre.

L’impatto emotivo, sociale e politico fu immediato, non solo sul paese ma sullo Stato intero, e in risposta la Camera del Lavoro di Milano decise di indire il primo sciopero nazionale della storia d’Italia. Già il 14 settembre, a Trapani un nuovo sciopero si concluse con la raffica di proiettili indirizzata dall’esercito ai contadini in corteo.

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Succedeva nel lontano 1904, a Buggerru. Un’ondata di scioperi da parte dei minatori per cercare una risposta alle loro rivendicazioni e ottenere un miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro. Il 4 settembre si riunirono davanti alla sede della direzione generale per sostenere il loro delegato, Giuseppe Cavallera, medico piemontese e pioniere del socialismo in Sardegna, ma i titolari della miniera chiamarono l’esercito che fece fuoco. Tre minatori morirono sul colpo, molti furono feriti. Un eccidio che rimase per sempre nella memoria dei sardi e dei lavoratori e che portò alla proclamazione del primo sciopero generale in tutta Italia per l’affermazione dei diritti per una esistenza libera e dignitosa.

Per ricordare quei drammatici avvenimenti e i luoghi in cui si svolsero, ritorna dal 1° al 4 settembre “Cavallera a Buggerru”, la manifestazione celebrativa, organizzata dal comune di Buggerru in collaborazione con l’Associazione Enti Locali, dedicata ai protagonisti della storia della Sardegna e alla memoria dei caduti, simbolo della lotta di una intera isola per il riscatto sociale. Quattro giornate tra musica, escursionismo, celebrazioni religiose, convegni, proiezioni di filmati e testimonianze delle storie di miniera, dedicate al ricordo di quei tragici eventi, alla scoperta di uno dei luoghi più belli e affascinanti del Sulcis-Iglesiente. Non solo memoria indelebile ma anche un’occasione importante per promuovere e valorizzare attraverso eventi culturali, incontri e spettacoli “lungo i sentieri della memoria” il patrimonio materiale ed immateriale di Buggerru, paese sulla costa sud-occidentale della Sardegna di straordinaria bellezza, ricco di storia, siti minerari, cultura, enogastronomia, natura e panorami mozzafiato.

Si parte venerdì 1° settembre nel piazzale antistante gli ex Forni di calcinazione. Alle ore 21.00 il Festival Internazionale Corale “Al Sole della Sardegna” vedrà risuonare l’eco delle incantevoli voci di alcuni Cori provenienti da diverse parti del mondo e dell’isola, come l’ensemble “La Villanelle” (Belgio); “Iraurgi Abesbatza” (Spagna); il “Coro di Iglesias” e il “Coro polifonico Sid Addir Babay” di Fluminimaggiore. Evento organizzato in collaborazione con il Festival Corale Verona Garda Estate.

Sabato 2 settembre nel cortile del Museo del Minatore il concerto “Scavi: storie di miniera” con le musiche originali dal vivo di Mauro Palmas, musicista e autore di spicco della musica sarda e mediterranea, dalla carriera ultratrentennale ricca di collaborazioni con musicisti autorevoli della scena jazz e mediterranea nazionale e internazionale, e di tante produzioni originali. Un live in cui verranno narrate le vicende e le storie umane della gente di miniera tratte dal testo di Mariangela Sedda che dà il titolo allo spettacolo. Storie e vicende ancorate alla Sardegna, alla descrizione minuziosa dei territori negli anni in cui le miniere furono protagoniste di benessere e sviluppo economico e dei cambiamenti che gli anni e il lavoro hanno prodotto nelle comunità dagli anni Trenta fino agli Cinquanta, al culmine dello sviluppo delle città minerarie. In scena Simonetta Soro, voce narrante e Mauro Palmas alle mandole. Arrangiamenti musicali di Mauro Palmas e Silvano Lobina.

Domenica 3 settembre per tutti gli appassionati di escursionismo l’imperdibile itinerario a piedi o in mountain bike “Sulla rotta del minerale”. Partenza alle ore 9.00 dal porto di Buggerru per seguire le tracce degli antichi sentieri dei minatori. Destinazione Cala Domestica, dove è previsto un piccolo ristoro per tutti i partecipanti. Per il rientro sarà disponibile un servizio di bus navetta. L’evento è organizzato in collaborazione con l’associazione culturale “Giorgio Mameli”.

Lunedì 4 settembre, a partire dalle 9.30, nel Cortile del Museo del Minatore e piazza intitolata ai morti dell’eccidio di Buggerru del 1904, una giornata interamente dedicata alla memoria dei caduti. Alla celebrazione religiosa seguirà la cerimonia di deposizione della corona di fiori (CGIL). Alle 11.00, nella Sala convegni “La Centrale elettrica” il convegno dedicato ad uno dei più importanti protagonisti del primo sciopero generale in Italia, Giuseppe Cavallera, pioniere del socialismo in Sardegna. Intervengono: Laura Cappelli, Sindaco di Buggerru; Autorità locali e regionali; Michele Carrus, segretario regionale CGIL; Franco Mannis, storico; Antonio Guaita, medico; Anna Cavallera, pronipote di Giuseppe Cavallera. Seguirà la proiezione di testimonianze filmate di ex minatori e storie di miniera, e un dibattito moderato dal giornalista Francesco Carta.

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Sono iniziate questa mattina e si concluderanno domenica, a Buggerru, le celebrazioni per ricordare l’eccidio del 1904, gli avvenimenti e la figura di un protagonista della storia sarda, “Giuseppe Cavallera”, in tre giorni di eventi, incontri e spettacoli, lungo i sentieri della memoria. La manifestazione è organizzata dal comune di Buggerru con il contributo dell’assessorato della Cultura della Regione Sardegna. 

Stamane è stata celebrata la Santa Messa in memoria dei caduti  nella Piazza intitolata ai morti dell’eccidio di Buggerru del 1904 ed ha poi avuto inizio il convegno su “Giuseppe Cavallera” nella Sala convegni “La Centrale”. Una giornata dedicata al pioniere del socialismo in Sardegna e al ricordo dei tre minatori uccisi, simbolo della lotta di un’intera isola per il riscatto sociale e l’affermazione dei diritti dei lavoratori per una esistenza libera e dignitosa, valori richiamati in seguito nella nostra Costituzione.

Buggerru, domenica 4 settembre 1904. Due giorni prima i minatori della miniera di Malfidano, gestita da una società francese, la Societé anonime de mines de Malfidano, si erano visti ridurre di  un’ora dalla direzione la pausa tra i due turni di lavoro, quello mattutino e quello pomeridiano: era il  momento più caldo della giornata. La reazione fu immediata, cominciò lo sciopero dei lavoratori.

La “piccola Parigi”, così veniva chiamato allora il paese dell’Iglesiente, perché i dirigenti minerari, francesi e non solo, che si erano trasferiti nel borgo con le rispettive famiglie avevano anche ricreato un certo ambiente culturale. Ma i minatori lavoravano in condizioni disumane, sottopagati e costretti a turni massacranti, spesso vittime di incidenti mortali sul lavoro. Si erano organizzati nella Lega di resistenza di Buggerru, che contava circa 4mila iscritti. Moltissimi erano gli operai addetti all’estrazione dei minerali, senza contare le donne e i bambini impiegati nelle attività collaterali di cernita e lavatura.

Già nei primi mesi del 1904 i minatori, per cercare una risposta alle loro rivendicazioni e ottenere un miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, avevano attuato un’ondata di scioperi. Dirigente della Lega, insieme ad Alcibiade Battelli, era un militante socialista, Giuseppe Cavallera, piemontese, medico, pioniere del socialismo in Sardegna. Quel 4 settembre a trattare con il direttore della miniera, l’ingegnere turco, naturalizzato greco, Achille Georgiades, c’era anche lui. Gli operai si erano riuniti di fronte alla sede della direzione generale, per sostenere i loro delegati. Nel frattempo i titolari della società di gestione chiamarono l’esercito, che fece fuoco sui manifestanti: Salvatore Montixi, Felice Littera, Giustino Pittau morirono sul colpo, molti altri furono feriti. Quella domenica viene ricordata come l’eccidio di Buggerru.

Erano i tempi del secondo Governo Giolitti, che con il suo riformismo moderato non riusciva a rispondere alle esigenze del sempre più emergente proletariato agricolo e industriale, in particolare del Meridione. In seguito a quel tragico episodio le organizzazioni sindacali promossero il 16 settembre del 1904 il primo sciopero generale nazionale, al quale aderirono i lavoratori di tutte le categorie. Fu l’inizio di una nuova era nella storia della rivendicazione dei diritti della classe operaia: la storia del sindacalismo in Italia parte da un piccolo centro dell’Iglesiente, Buggerru. Da quel movimento di lotta e di protesta prese anche avvio il processo che portò tutte le Camere del Lavoro e le Federazioni di settore a unirsi fino alla nascita della Confederazione Generale del Lavoro (CGIL), il primo ottobre del 1906.

Giuseppe Cavallera nacque nel 1873 a Villar San Costanzo, in provincia di Cuneo. Aveva aderito giovanissimo alle idee socialiste. Nel 1895 fu costretto a lasciare il Piemonte a causa delle persecuzioni poliziesche a cui fu sottoposto per la sua militanza politica. Si trasferì a Cagliari, dove – come aveva stabilito la direzione del Partito Socialista – avrebbe potuto continuare i suoi studi in Medicina e allo stesso tempo dedicarsi all’attività politica in Sardegna, dove il suo partito era ancora privo di organizzazione e strutture. Vinse una borsa di studio della Facoltà di Medicina dell’Università di Cagliari, dove si laureò nel 1896.

In meno di un anno, in gran parte per la sua azione, nell’Isola erano sorti dieci circoli socialisti. Svolse la sua attività sociale e politico-sindacale soprattutto a Carloforte, a partire dal 1897, dove organizzò la Lega dei Battellieri e portò le idee del socialismo. In seguito fu attivo propagandista del socialismo e dell’organizzazione sindacale tra i minatori del bacino minerario del Sulcis Iglesiente Guspinese, dove ebbe un ruolo determinante nell’organizzare le Leghe dei minatori, associazioni operaie che fondevano gli obiettivi politici dei circoli socialisti con quelli sindacali.

Arrestato nel 1900 per gli scioperi verificatosi a Carloforte tra il 1897 e il 1899, venne condannato dal tribunale di Cagliari a sette mesi di carcere. Nel 1901 costituì le Società riunite dei lavoratori del mare, una sorta di Camera del lavoro alla quale facevano capo tutte le organizzazioni di categoria. Per suo volere, sull’esempio dei marittimi di Carloforte, i minatori dell’Iglesiente si unirono in leghe di resistenza. Nel 1904 fu eletto segretario della Federazione Regionale dei minatori sardi, che aveva sede a Iglesias. Nel 1906 venne eletto sindaco di Carloforte, nel 1913 deputato, e nel 1948, dopo la proclamazione della Repubblica, senatore per il Fronte democratico popolare. Sposatosi con una ragazza carlofortina, Anna Vassallo, ebbe sei figli. A lui è dedicato a Carloforte il Cineteatro Cavallera, costruito dai battellieri a memoria del lungo cammino di riscatto del proletariato. Morì a Roma nel 1952 e fu sepolto a Carloforte.

La giornata odierna proseguirà, alle 17.00, con i Percorsi della Memoria, visite guidate ai luoghi simbolo del 4 settembre 1904: Palazzina Beni Beni (che fungeva da foresteria per gli azionisti, per i dirigenti della miniera o anche per gli ospiti del direttore), Piazza delle Cernitrici (che ricorda la morte sul lavoro nel 1913 di quattro giovani donne addette alla cernita del minerale nella miniera di Gennarenas), il Museo del Minatore (luogo della memoria e dell’identità di Buggerru, ospitato in una struttura restaurata un tempo officina meccanica e falegnameria, scenario della rivolta del 1904, punto di riferimento dei minatori all’arrivo dei soldati) e la Galleria Henry (la più importante opera della grande miniera di Planu Sartu, scavata nel 1865, posta a 50 metri sul livello del mare, che consentiva il trasporto dei minerali per mezzo di una rotaia dai cantieri sotterranei alle laverie). Le visite alle quattro “stazioni” sono curate della Cooperativa Piccola Parigi di Buggerru.

Alle 20.00, narrazione sui piatti tipici della tradizione sulcitana e degustazione di vini  nella Sala delle Macchine del Museo minerario: il racconto della preparazione dei piatti tipici della tradizione locale con la partecipazione di chef esperti e degustazione di vini delle migliori cantine del Sulcis Iglesiente. Sarà proposto un menù degustazione a base di pesce spada pescato da pescatori buggerrai nei mari della Sardegna (costo: 12,00 euro a persona).

Alle 21.30 il Concerto musicale del duo “Su scannu sessions”, nel Cortile del Museo minerario. “Su scannu” è il nome di un progetto creato da alcuni ragazzi under 30, un format Web, ora anche live, dedicato all’interazione tra musica live e paesaggio. Un duo di chitarre e voce, Flavio Secchi e “Frank Sinatra”, con un repertorio che parte dalle canzoni di protesta americane di Bob Dylan fino alla musica italiana d’autore di Dalla e De André. Il concerto è organizzato in collaborazione con l’Associazione Enti locali per lo spettacolo.

Sabato 5, dalle 20.00, Artigianato e prodotti del Sulcis Iglesiente“, nel Piazzale del Porto Turistico: una fiera-mercato con espositori dell’artigianato e dei prodotti dell’enogastronomia del territorio, a cura della Cooperativa Piccola Parigi di Buggerru

Alle 21.30 va in scena La Bilancella, nella Banchina del Porto turistico, spettacolo teatrale scritto e interpretato da Gianluca Medas, con Emilio Puggioni, Glenda Cannas e Maurizio Liscia. Un omaggio al duro lavoro svolto dai minatori sulla Bilancella, imbarcazione utilizzata nel secolo scorso per il trasporto del minerale, simbolo fortemente evocativo delle tradizioni minerarie buggerraie, come testimonia la sua doppia figura riportata nel gonfalone del Comune di Buggerru.

Una bilancella al porto, alcuni galanzieri pronti alla partenza, un giovane marinaio, da avviare al mestiere, accolto come si fa con i neofiti, il figlio di Cicciu Rosso, un leggendario (immaginario) marinaio capace di trascinare una bilancella da solo in mare. Un pretesto, questo battesimo dell’acqua, per il racconto corale di un’epopea: quella dei Galanzieri, marinai abili, agili, fortissimi e coraggiosi, perennemente in gara con il tempo, con la fame, con le correnti capricciose, con il vento, con le furberie delle società minerarie, sempre pronte ad inventarsene una pur di pagare qualcosa di meno. Questi marinai con le loro imbarcazioni hanno svezzato migliaia di giovani. Una vita di corsa, senza fiato. Forza e grida: forza per arrivare per primi agli approdi e ai vagoni, poi ai luoghi dello scarico, e grida per difendere la paga dagli estimatori, persone legate alle società, con il compito di calcolare il materiale trasportato e perciò la paga. Le battaglie per la paga, gli scioperi, il Cavallera, la prigione, le fazioni… E poi il mare, mai davvero amico, infido e traditore…

Le tre giornate di “Giuseppe Cavallera a Buggerru” si chiudono domenica 6 settembre. Alle 9.30 Sulla rotta del minerale: dal Porto di Buggerru a Cala Domestica”, evento di ecoturismo con due itinerari diversi, via mare e via terra, per andare incontro a tutti gli appassionati di escursionismo. La partenza per i due percorsi proposti è prevista in contemporanea dal porto di Buggerru: la regata sulla rotta del minerale sarà guidata dall’imbarcazione d’epoca “La Bilancella”; l’altro itinerario seguirà i sentieri dei minatori e potrà essere percorso a piedi, a cavallo e mountain bike. All’arrivo dei gruppi a Cala Domestica è previsto un piccolo ristoro per tutti i partecipanti.

 Locandina

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Sebastiano Forteleoni.

Sebastiano Forteleoni.

Prenderà il via giovedì 4 giugno, l’edizione 2015 della Scuola Civica di Storia di Iglesias. Appuntamento alle ore 20.00 nell’Archivio Minerario di Monteponi con la relazione a cura di Efisio Fanni sul tema “Monteponi sul Piave”.

Di seguito il calendario degli incontri:


25 giugno

Nuccio Guaita

“Il dottor Giuseppe Cavallera, medico e parlamentare dell’Iglesiente”

Biblioteca comunale ore 20.00

9 luglio

Maddalena Usai

“Villa di Chiesa: da Pisa all’Aragona attraverso le fonti medievali”

Chiostro di San Francesco ore 21.00

30 luglio

Fabio Diana

“Iglesias in musica: la storia della banda Verdi”

Piazza Municipio ore 21.00

27 Agosto

Fabio Manuel Serra

“Iglesias seicentesca: da Martin Carrillo al Parlamento del duca d’Avellano”

Piazza Municipio ore 20.00

24 settembre

Antonio Assorgia

“Domenico Lovisato, esploratore, patriota e scienziato: dall’Istria all’Università di Cagliari”

Piazza Municipio ore 20.00

“La fatica di imparare: la scuola di miniera a Monteponi”

Museo Scuola di Miniera a Monteponi ore 19.00


29 ottobre

Sebastiano Forteleoni

“Dei delitti e delle pene durante la prima guerra mondiale: un racconto”

Archivio Storico di Iglesias ore 19.00

5 novembre

Rossella Putzolu, “Il recupero delle architetture sanatoriali: il preventorio F.lli Crobu, Iglesias”.

Biblioteca comunale ore 19.00


26 novembre

Francesca Boi

“Iglesias dal Neolitico alla civiltà nuragica”

Biblioteca comunale ore 19.00

10 dicembre

Grazia Villani

“Quando le case erano “chiuse”: Iglesias prima della legge Merlin”

Sala Lepori ore 19.00.00

L’iniziativa è coordinata da Grazia Villani e Sebastiano Forteleoni.

L’Associazione Pozzo Sella, la Cgil del Sulcis Iglesiente, la Società Operaia Industriale di Mutuo Soccorso ed il Circolo Arci di Iglesias, con il patrocinio del Comune di Iglesias, hanno organizzato la presentazione del libro di Giuseppe e Anna Cavallera “L’Annetta C. . Storia di una barca goletta. Nel centesimo anniversario del suo naufragio”, in programma venerdì 11 ottobre, alle ore 17.30, presso la Sala Lepori di Via Isonzo, a Iglesias.

Assieme alla vicenda avventurosa della barca goletta aragostiera denominata “L’Annetta C.”, tragicamente e misteriosamente naufragata nel marzo del 1913, nella pubblicazione dell’Artistica editrice l’autore offre ai lettori un concentrato di vicende umane vissute in un periodo di grandi conflitti sociali che hanno visto protagonista a Carloforte e nell’Iglesiente il padre Giuseppe Cavallera.

La presentazione del libro vuole essere per gli organizzatori un omaggio e un segno di riconoscenza per Giuseppe Cavallera che ha contribuito con le sue battaglie sindacali a migliorare delle condizioni di vita e di lavoro dei marinai carlofortini (galanzieri) e dei minatori dell’Iglesiente.

Con Anna Cavallera parteciperanno alla presentazione del libro, l’assessore alla Cultura del Comune di Carloforte, cittadina nella quale Giuseppe Cavallera ha vissuto e operato, e il sindaco della città di Iglesias, dove lo stesso Cavallera si era trasferito nel 1904 per seguire da vicino le rivendicazioni sindacali dei minatori.
A questo riguardo sarà particolarmente significativa la partecipazione del Segretario regionale della CGIL, Michele Carrus, che metterà a confronto l’esperienza sindacale del primo Segretario della lega dei Minatori della Sardegna con l’impegno attuale delle organizzazioni sindacali per il  lavoro e lo sviluppo.
Gli interventi verranno alternati dalla lettura di brani del libro e da stacchi musicali con flauto e violino.