29 March, 2024
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Una nuova richiesta di conclusione dell’iter di trasferimento delle risorse spettanti ai Comuni gravati da servitù militari in Sardegna previsti dalla legge 104 del 1990 e dalle successive modifiche ed integrazioni, è stata avanzata dai sindaci Antonello Ecca di Arbus, Anna Paola Marongiu di Decimomannu, Luca Montella di La Maddalena, Mariano Carta di Perdasdefogu, Teresa Pintus di Sant’Anna Arresi, Daniele Serra di Teulada, Gian Luigi Serra di Ulassai, Giuseppe Loi di Villanova Strisaili e Sandro Porcu di Villaputzu, al ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, al ministro della Difesa Roberta Pinotti, al presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru e, per conoscenza, al presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana.

«Nel mese di marzo i sindaci dei comuni sardi interessati da servitù militari hanno scritto una lettera al ministro della Difesa, al presidente della giunta regionale e al presidente dell’ANCI Sardegna per significare gli interminabili ritardi nell’erogazione dei fondi a ristoro dei disagi e dei vincoli per la presenza dei poligoni e delle esercitazioni. Risorse destinate ai Comuni e da questi utilizzate per la realizzazione di opere pubbliche e politiche sociali a beneficio dell’intera comunità – scrivono i sindaci -. In data 9 maggio un comunicato a firma della Presidenza della Giunta regionale riportava la notizia dell’avvenuta sottoscrizione da parte del ministro Padoan del decreto che quantifica i parametri per l’erogazione del contributo ai Comuni e si stimava un tempo di conclusione dell’iter pari a circa un mese. Ad oggi però non si hanno notizie dell’effettiva conclusione dell’iter e questo è oggetto di forte preoccupazione dei sindaci scriventi visto il termine ultimo del 15 luglio quale obbligo per tutti i comuni di trasmissione della richiesta di acquisizione o di cessione degli spazi finanziari annuali (di cui all’art. 4 del D.P.C.M. 21/02/2017, n. 21). Un ulteriore ritardo nell’erogazione dei fondi in oggetto non solo rischia di compromettere la corretta programmazione delle risorse entro tale data, ma in caso di trasferimento tardivo essi rischiano di finire in avanzo di amministrazione rendendoli di fatto inutilizzabili.»

«Per questi motivi, considerati anche i tempi tecnici necessari per il trasferimento dei fondi dallo Stato alla Regione e da questa ai Comuni è assolutamente necessario concludere l’iter nei prossimi giorni, in caso contrario tali risorse saranno di fatto del tutto vane. Oltre al danno, la beffa. Chiediamo quindi notizie sull’avanzamento dell’iter procedurale necessario e, nel caso in cui questo non sia di immediata conclusione, chiediamo una pronta e decisa presa di posizione – concludono i sindaci – per scongiurare il sopraccitati rischi e dare finalmente seguito agli impegni presi, nell’esclusivo interesse delle nostre comunità.»

 

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I sindaci dei Comuni oberati dalle servitù militari, Antonello Ecca di Arbus, Anna Paola Marongiu di Decimomannu, Luca Montella di La Maddalena, Mariano Carta di Perdasdefogu, Teresa Pintus di Sant’Anna Arresi, Daniele Serra di Teulada, Gian Luigi Serra di Ulassai, Giuseppe Loi di Villagrande Strisaili, Sandro Porcu di Villaputzu e Walter Marongiu di Villasor, hanno inviato una lettera al ministro della Difesa Roberta Pinotti e al presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru e, per conoscenza al presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana, contenente la richiesta di un incontro urgente sul tema degli indennizzi ai Comuni gravati da servitù militari, legge 104/90 e successive modifiche e integrazioni.

«I sindaci dei comuni di Arbus, Decimomannu, La Maddalena, Perdasdefogu, Sant’Anna Arresi, Teulada, Ulassai, Villagrande Strisaili, Villaputzu e Villasor rimarcano il forte e non più sostenibile ritardo nei trasferimenti dallo Stato delle risorse previste dalla legge 104/90 e successive modifiche e integrazioni (Dlgs 66/2010) – si legge nella lettera -. Tali disposizioni di legge prevedono per i Comuni oberati da servitù militari dei fondi a ristoro dei disagi e dei vincoli per la presenza dei poligoni e delle esercitazioni. Risorse destinate ai Comuni e da questi utilizzate per la realizzazione di opere pubbliche e politiche sociali a beneficio dell’intera comunità.

Gli ultimi versamenti risalgono ormai al lontano 2012 e riguardavano le annualità 2005-2009, il ritardo accumulato e quindi di 8 annualità per una cifra che, a solo titolo di esempio, ammonta a circa 1,3 milioni di euro Arbus, 600mila euro Decimomannu, 2,4 milioni di euro La Maddalena, 450mila euro Sant’Anna Arresi, 3 milioni di euro Teulada, 2,2 milioni di euro Villaputzu, 1,3 milioni di euro Villasor, etc. Risorse fresche, importanti e quanto mai utili in un periodo di forte crisi e difficoltà come quello che stiamo attraversando, che consentirebbero l’immediato avvio di opere e cantieri con indubbi benefici anche per l’occupazione.»

«La problematica non è nuova e negli anni è più volte stata sollevata dai Sindaci e dalla Regione Sardegna sia attraverso l’invio di documenti ufficiali e delibere di consiglio votate all’unanimità, sia durante incontri a vari livelli, in tutte le sedi possibili – aggiungono i sindaci -. Tutte le richieste indirizzate sono rimaste inascoltate. Oltre al versamento del pregresso e alla puntualità nei pagamenti abbiamo sempre chiesto la corresponsione delle cifre per annualità e non più per quinquennio e il fatto che siano stralciate dai vincoli di bilancio affinché tali risorse siano effettivamente e facilmente programmabili e spendibili per il territorio e per le comunità con tempistiche certe. Ci preme ricordare che la tematica non può essere ritenuta oggetto di negoziazione tra le varie vertenze sulle servitù militari. Essa, infatti, è già disciplinata da una legge dello Stato e in quanto tale va applicata senza indugio.»

Ritenendo non più rinviabile la conclusione della vicenda, i sindaci chiedono al ministro della Difesa la convocazione di un incontro urgente per affrontare e risolvere la problematica e l’autorevole intervento della Regione Sardegna, nella persona del presidente della Giunta, affinché si faccia portavoce e promotore di quanto possa occorrere per la tematica in oggetto.

INVITO PROGRAMMA SEMINARIO VILLAGRANDE - def

L’Hotel Orlando Resort di Villagrande Strisaili, in località Santa Barbara, ospiterà venerdì 10 ottobre, dalle ore 9.30, un seminario sul tema “Strategie e azioni finalizzate all’eradicazione della peste suina africana”, presente in Sardegna da 36 anni, progetto pilota per la realizzazione di una campagna di informazione e comunicazione, organizzato da #Copagri Sardegna e #Laore Sardegna.

I lavori verranno moderati e coordinati da Pietro Tandeddu (coordinatore regionale di Copagri Sardegna). Dopo i slauti e l’introduzione di Ignazio Cirronis (presidente regionale di Copagri Sardegna) e i saluti di Giuseppe Loi (sindaco di Villagrande), interverranno Dino Garau (direttore Servizio Sanità Animale della ASL di Lanusei), sul tema “Problematiche relative all’eradicazione della peste suina africana”; Giovanni Salis (consulente dell’assessore regionale dell’Igiene e Sanità), sul tema “Ipotesi di revisione e aggiornamento del piano di eradicazione”; Sebastiano Piredda (direttore generale dell’assessorato regionale dell’Agricoltura), sul tema “Misure di sostegno per il comparto suinicolo”; Sebastiano Porcu (Agris), sul tema “Le attività di ricerca relative alla salvaguardia e valorizzazione del suino autoctono sardo”; Giuseppe Fruttero e Tonello Abis (tecnici Laore), sul tema “Sistemi razionali di allevamento suinicolo e schema progetto Laore”.

Seguirà il dibattito, al quale è prevista la partecipazione degli assessori dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, e della Sanità, Luigi Arru; del capogruppo della V commissione Attività produttive del Consiglio regionale, Luigi Lotto, e di Luigi Crisponi, vicepresidente della stessa Commissione.

 Combattere la peste suina africana è compito delle istituzioni che sinora non sono riuscite nell’intento, ma è anche interesse primario degli allevatori che Copagri invita a collaborare. Occorre una strategia comune e condivisa tra tutti gli enti coinvolti: assessorati, Asl, enti locali, allevatori e le loro organizzazioni, sapendo cosa si deve fare, come e chi lo deve fare. «Occorre prendere atto – afferma Ignazio Cirronis, presidente regionale di Copagri – che in questa fase il pascolo brado non può essere esercitato e che tutti i suini devono essere anagrafati. Bisogna favorire con misure adeguate l’emersione degli animali irregolari senza disperdere il patrimonio eccezionale rappresentato dal suino sardo, una delle sei razze suine autoctone riconosciute in Italia, che ha una potenzialità immensa». Secondo Pietro Tandeddu, coordinatore regionale di Copagri Sardegna, «sarà quindi possibile lavorare per ottenere il riconoscimento della DOP “porchetto sardo” da latte che rappresenta la produzione prevalente e tipica degli allevamenti sardi e, un domani, davanti ad un soggetto organizzato, lavorare ad una DOP per le carni di suino sardo come fatto per la razza “cinta senese” in Toscana, il cui lardo, per non citare le produzioni più nobili, ha prezzi di tutto rispetto».

Dal canto la Regione, con il nuovo Psr, favorirà il processo con un premio legato al mantenimento della razza sarda e, come nuova misura, con un rimborso delle maggiori spese sostenute per garantire il benessere degli animali, misura fino ad oggi prevista esclusivamente per gli ovicaprini.

Come scritto il numero delle aziende è calato, tanto che che il fabbisogno locale di carni suine è soddisfatto solo per il 53%. Nell’Isola rimangono 69 salumifici che ormai lavorano solo carni provenienti dalla penisola e dall’estero. Il valore dei salumi, rilevato sulla base di  un consumo di 300.000 quintali, ammonta a 125 milioni di euro senza alcuna ricaduta positiva sugli allevatori sardi.