20 April, 2024
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«La Consulta sardo-corsa inizia a realizzare i suoi primi obiettivi e con la storica approvazione della delibera per il riconoscimento della condizione di insularità incomincia a prendere forma il disegno della macroregione europea Sardegna-Corsica.» Così, il presidente del Consiglio regionale sardo, Gianfranco Ganau, ha commentato, a Santa Teresa di Gallura, il via libera con voto unanime alla  deliberazione per il riconoscimento della condizione di insularità, in attuazione dell’articolo 174 del trattato di funzionamento dell’Unione Europea. Il documento, salutato con “grande soddisfazione e favore” dal presidente dell’Assemblea corsa, Jean Guy Talamoni, chiede non soltanto ai governi italiano e francese ma direttamente al Consiglio europeo, alla commissione Europea, al parlamento europeo e al Consiglio dell’Unione il mantenimento degli impegni assunti con la dichiarazione delle Regioni insulari n. 30 allegata al Trattato di Amsterdam. Aprire un’interlocuzione diretta in sede comunitaria è l’auspicio della Consulta che non ha mancato di evidenziare, con gli interventi dei capigruppo, la solennità del pronunciamento.

In particolare, il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha insistito sulla necessità di un confronto “vero” con l’Europa «perché siano riconosciuti i diritti irrinunciabili di sardi e corsi» ed insieme con i colleghi del Partito dei Sardi (Alessandro Unali), del gruppo Art.1-Sdp (Paolo Zedda), del Pd (Giuseppe Meloni), del Psd’Az (Angelo Carta), dell’Upc (Pierfranco Zanchetta), di Forza Italia (Edoardo Tocco) e dell’Udc (Pierluigi Rubiu)  non ha risparmiato sottolineature critiche verso gli Stati francese e italiano per la mancata richiesta, in sede comunitaria, del riconoscimento dello Statuto di insularità «per le uniche vere isole del Mediterraneo quali sono Corsica e Sardegna». I capogruppo dell’assemblea sarda, insieme con gli omologhi corsi, Petr’Anto Tomasi (Corsica Libera) e Jean Biancucci (Femu a Corsica) hanno argomentato nel dettaglio le penalizzazioni e la condizione di svantaggio patite dalle due isole soprattutto per ciò che attiene trasporti, infrastrutture e energia.

«La cultura e la lingua – ha dichiarato il presidente Talamoni – restano però il punto di partenza della solida intesa tra le assemblee di Sardegna e Corsica, perché partire dall’economia e dal mercato, dimenticando i popoli e i loro diritti, è una delle cause del fallimento dell’Europa». Non è un caso, infatti, che prima della deliberazione per lo statuto di insularità, la Consulta abbia dato il via libera al regolamento che istituisce il premio letterario “Antigone” e al documento che regola l’accordo quadro in materia di cooperazione interuniversitaria. Approvata la richiesta a Francia e Italia per lo scambio dei mezzi aerei tra Sardegna e Corsica, nella lotta agli incendi, i presidenti Ganau e Talamoni hanno svolto le rispettive relazioni in materia di rapporti con gli Enti locali e Continuità territoriale aerea e marittima.

I temi oggetto dell’informativa saranno approfonditi nel corso dei lavori della prossima riunione della Consulta sardo-corsa, in programma nell’autunno in Corsica,  insieme con le questioni attinenti i collegamenti marittimi tra le due isole e il Parco delle Bocche di Bonifacio.

  

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Domattina,alle 10.00, il Consiglio regionale comincerà l’esame dei circa 300 emendamenti presentati dai diversi gruppi consiliari al Dl n. 408 che contiene una serie di norme in materia di edilizia ed urbanistica.

La maggior parte delle proposte di modifica del testo proviene da Forza Italia (240), cui si aggiungono quelle dell’Udc (6) e del Psd’Az (1). Per quanto riguarda la maggioranza 2 emendamenti portano la firma della Giunta, 11 sono sottoscritti dal vice presidente della commissione Governo del Territorio Antonio Solinas (Pd), 8 dal consigliere Piero Comandini ed uno ciascuno dai consiglieri Giuseppe Meloni, Gianmario Tendas, Salvatore Demontis e Daniela Forma, sempre del Pd. Completano le proposte della maggioranza i 6 emendamenti presentati dal capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta.

Per finire il consigliere del gruppo Misto Francesco Agus, che ha presentato 18 proposte di modifica.

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Sarà necessaria una nuova configurazione della struttura del Mater Olbia per adattarla alla nuova rete ospedaliera e potenziare il settore della radio-terapia e consentire alla Sardegna di abbattere le liste d’attesa per questo trattamento, riducendo di conseguenza la consistente “mobilità passiva” (che ha una incidenza di oltre 25 milioni annui per il servizio sanitario regionale).

E’ quanto emerso al termine del sopralluogo che la commissione Sanità, presieduta da Raimondo Perra (Psi), ha effettuato presso la struttura che la Qatar Foundation sta realizzando nel centro gallurese.

Il nuovo assetto del Mater Olbia, che prevede anche una riduzione (ancora da quantificare) dei 242 posti-letto complessivi originariamente assegnati, deve ancora essere formalizzato ma non dovrebbe comportare lo slittamento dei tempi di completamento del nuovo ospedale.

Occorrerà però intervenire, come ha comunicato il manager della QF Lucio Rispo, sia sull’adeguamento dell’immobile (per circa 20 milioni) che sulla dotazione tecnologica (per altri 20 milioni). «Attualmente – ha detto ancora Rispo – la parte edilizia dell’intervento è completata per l’81% e contiamo di portarla  a termine in tempi molto brevi mentre per l’accreditamento procederemo per fasi in un percorso che prevediamo di concludere entro il 2018».

Nello stesso tempo, la Qatar Foundation ha perfezionato accordi con importanti istituzioni nazionali per la gestione della struttura e con centri di ricerca internazionali per dare vita ad un nuovo “polo” di ricerca scientifica che avrà sede al Mater.

Dopo il sopralluogo durato circa due ore, la commissione ha tenuto una riunione conclusiva assieme al management della Qatar Foundation. Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Lorenzo Cozzolino, Giuseppe Meloni, Daniela Forma e Rossella Pinna del Pd, Giorgio Oppi dell’Udc, Giovanni Satta ed Emilio Usula del Misto, Pierfranco Zanchetta di Cps, Attilio Dedoni dei Riformatori sardi, Daniele Cocco di art.1-Sdp, Edoardo Tocco e Giuseppe Fasolino di Forza Italia.

Molti consiglieri, con sottolineature diverse, hanno lamentato la mancanza di informazione alla commissione e indirettamente al Consiglio sulle modifiche della rete ospedaliera esprimendo però una valutazione positiva sia sull’esito del sopralluogo che, in prospettiva, sul ruolo che il Mater Olbia potrà esercitare nel miglioramento del sistema sanitario della Sardegna.

Il capogruppo del Cps, Pierfranco Zanchetta, in particolare, ha sollecitato un sopralluogo della commissione presso l’ospedale “Paolo Merlo” di La Maddalena.

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Mirko Idili.

L’Unione sindacale territoriale della Cisl Gallura ha confermato il segretario generale uscente Mirko Idili alla guida dell’organizzazione. La votazione è avvenuta oggi durante il congresso che si è svolto nell’hotel Doubletree by Hilton di Olbia. A completamento della segreteria sono stati eletti anche Rosa Casto, riconfermata nel ruolo, e Masino Fresi che prende il posto di Alberto Farina, da sempre colonna portante della Cisl gallurese, che proseguirà la sua attività nel sindacato in qualità di segretario generale della Federazione dei pensionati in Gallura; il suo saluto alla segreteria generale provinciale è stato accolto con commozione da Mirko Idili.

Tema portante dell’assemblea è stata la necessità, da parte del territorio gallurese, di trovare una forma di governance intermedia che possa inserirsi tra i Comuni e la Regione. Durante la sua relazione, Mirko Idili ha lanciato il “Patto per la Gallura” e ha chiamato tutti i rappresentanti della politica e delle forze economiche e sociali a ritrovare coesione e unità di intenti: due elementi necessari per poter difendere le risorse e le potenzialità in via di sviluppo in Gallura. «Basta con le divisioni e con i conflitti campanilistici tra Alta e Bassa Gallura. L’economia di questo territorio è in ripresa. Lieve, ma c’è. E ci sono opportunità importanti da saper cogliere: il Mater Olbia è certamente una di queste. E’ un progetto che va difeso perché rappresenta una risorsa per tutta l’isola, non solo per la Gallura. Dobbiamo farlo capire a tutti, anche ai gufetti che sperano che il Mater Olbia non si faccia». Idili ha anche fatto riferimento all’acquisizione del 49 per cento di Meridiana da parte di Qatar Airways: «Un risultato auspicato quando, tempo fa, decidemmo di firmare l’accordo che prevedeva la fuoriuscita dal perimetro aziendale di centinaia di lavoratori esclusivamente nella previsione di favorire una partnership autorevole con Qatar Airways ed un nuovo piano industriale che consentisse, con l’acquisto di 50 aeromobili, di poter riassumere tutti coloro che ad oggi usufruiscono degli ammortizzatori sociali». Opportunità e potenzialità di sviluppo che però hanno bisogno della massima coesione tra politica e  forze sociali che devono essere in grado di ripensare una forma di autogoverno intermedio: «La vecchia Provincia non aveva più ragione di esistere – ha detto Idili – perché era stata spogliata di competenze e risorse economiche. Tuttavia si è creato un pericoloso vuoto amministrativo che deve essere colmato e la risposta a questa esigenza non può essere certo il ritorno alla vecchia provincia di Sassari».

Una sfida che è stata immediatamente accolta dai politici galluresi che sono intervenuti al congresso.

Gian Piero Scanu, deputato Pd, ha tuonato in difesa del Mater Olbia e contro quei «personaggi della politica regionale i quali sperano che il progetto affondi ma lo fanno ragionando in nome e per conto delle cliniche private di Cagliari».

Settimo Nizzi, sindaco di Olbia, ha spiegato: «E’ ripartito il dialogo tra noi sindaci galluresi ed è stato un atto importante per spezzare certi vecchi schemi che bloccavano la crescita delle nostre comunità. Rappresentiamo un territorio che intende dialogare con le altre aree sarde e italiane, ma non abbiamo intenzione di ricominciare i viaggi della speranza verso Sassari per ottenere ciò che ci spetta. Dobbiamo decidere da soli come gestire la Gallura: da quando non c’è più la Provincia non è più possibile nemmeno tappare i buchi delle strade, piazzare un palo della luce, fare manutenzione nelle scuole».

Pierfranco Zanchetta, consigliere regionale di La Maddalena: «Abbiamo necessità del sostegno di tutti altrimenti la nostra proposta di legge per l’istituzione di una Provincia nel Nordest della Sardegna, non passerà. Abbiamo di fronte forze opposte e contrarie, invochiamo la mobilitazione del territorio».

Giuseppe Meloni, consigliere regionale: «Vogliamo far capire che la nuova Provincia non dovrà essere un carrozzone politico ma avrà il preciso ruolo di fare da argine contro l’arretramento istituzionale, in Gallura, da parte dello Stato e della Regione».

Antonio Satta, sindaco di Padru: «Questa è una battaglia che bisogna vincere nell’interesse della Gallura: dobbiamo quindi sostenere i consiglieri regionali e la loro proposta di legge. Il consiglio comunale di Padru ha già approvato un ordine del giorno a favore di questa proposta».

Pierluigi Caria, neo assessore regionale dell’Agricoltura: «Il mio ruolo mi impone una visione totale della Sardegna, ma provengo dalla Gallura, comunità per la quale avrò ovviamente un occhio particolare. Credo che questo territorio abbia le carte in regola per ottenere l’autonomia».

Alberto Farina si è soffermato sulle condizioni generali della Cisl regionale: «Il sindacato in Sardegna ha ripreso slancio, il lavoro che è stato fatto da Ignazio Ganga in questi pochi mesi è davvero significativo e a lui faccio i miei complimenti».

Un ruolo determinante nel congresso che si è svolto oggi lo ha avuto Gigi Petteni, segretario confederale della Cisl nazionale. Petteni ha tracciato lo scenario in cui si sta muovendo il sindacato per la tutela del lavoro e dei diritti a esso connessi: «La politica ha ascoltato i populismi quando si è trattato di decidere cosa fare sui voucher, mentre avrebbe dovuto ascoltare chi conosce a fondo le realtà lavorative. La Cisl non parla mai, mai alla pancia della gente ma sempre al cervello e al cuore. Gli attacchi della politica nei confronti delle organizzazioni sindacali sono stati evidenti ma noi, come da tradizione, abbiamo evitato lo scontro e cercato il dialogo, presentando proposte. In questo modo abbiamo ottenuto i risultati cercati su tanti importanti temi».

La conferma di Mirko Idili alla guida della Cisl Gallura è stata elogiata anche dal segretario regionale dell’organizzazione sindacale, Ignazio Ganga: «Con la nuova segreteria regionale abbiamo deciso di seguire tutti i congressi e di incontrare tutti i lavoratori e le lavoratrici. Abbiamo l’esperienza per sostenere le ragioni del lavoro e del sociale in questa regione. ci impegneremo per risolvere, in via definitiva, i problemi emersi anche durante questo congresso». L’intervento del segretario regionale si è focalizzato anche sullo spopolamento in Sardegna: «Per combattere questo fenomeno servono risorse – ha spiegato – dobbiamo spendere meglio i fondi europei. Perdere di vista pezzi di questa regione porta la stessa a essere considerata “roba di altri”. E’ quindi necessaria una riforma della Regione per sburocratizzare il Palazzo e dare risorse ai territori». Ignazio Ganga ha mostrato all’assemblea un contenitore con, all’interno, una manciata di terra della Gallura e ha spiegato che la Cisl sarda ha deciso di raccogliere una porzione di suolo da tutti gli otto territori dell’Isola. La terra sarà mischiata in un vaso in cui sarà piantato un ginepro. «Un albero scelto perché è molto robusto e diffuso in tutta l’isola. Simbolicamente rappresenterà le radici della Cisl sarda».

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E’ iniziato, in Consiglio regionale, l’esame del disegno di legge n. 393 “Legge di stabilità 2017”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il Dl n° 401 – “Modifiche alla legge regionale 6/2016 (Bilancio 2016 e pluriennale 2016-2018) conseguenti alla sentenza della Corte Costituzionale n° 6 del 2017″.

Il consigliere dei Riformatori sardi Luigi Crisponi, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha ricordato il recente attentato contro il sindaco di Oliena, sottolineando positivamente la solidarietà manifestata dalle Istituzioni. Però, ha ricordato, «c’è un problema di illegalità diffusa che interessa tutto il territorio regionale con particolare riferimento ai piccoli centri delle zone interne che sono sempre più luoghi del malessere». A questo dobbiamo dare una risposta, ha proseguito Crisponi, auspicando «un documento di indirizzo del Consiglio per assicurare adeguati finanziamenti a quelle realtà in cui è più acuta la tensione sociale; sarebbe una azione di buon senso e di alta politica, per esempio, garantire un forte sostegno a quelle attività rurali messe in difficoltà dopo i gravi danni del ciclone Cleopatra». Bisogna insomma rassicurare amministratori e popolazioni, ha concluso Luigi Crisponi, «perché oggi, proprio a causa dell’attentato, la Giunta di Oliena si è riunita in piazza».

Il presidente Ganau, rispetto al problema sollevato dal consigliere Luigi Crisponi, ha precisato che potrà essere presentato un ordine del giorno.

Tornando all’ordine del giorno della seduta, il presidente ha dato la parola al presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd) per illustrare il contenuto del Dl n° 401. Sabatini, nel suo intervento, ha brevemente ricordato il dibattito svoltosi in commissione ed il voto contrario dell’opposizione, mentre la maggioranza ha condiviso la necessità di approvare celermente il provvedimento.

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha stigmatizzato il comportamento del Governo mettendo l’accento sul fatto che «c’è stata una brusca battuta d’arresto nei rapporti con la Regione per un atteggiamento eccessivo della Ragioneria generale dello Stato su cifre che non modificano il cuore della Legge finanziaria, ed è un dato preoccupante constatare l’esagerato rigore sempre richiesto alla Regione». La correzione tecnica è necessaria, secondo Locci, «senza però dimenticare che il problema sollevato dallo Stato davanti alla Corte Costituzionale in effetti può essere considerato sanato per il 2016 ma potrebbe riproporsi per il 2017 e, se accadesse, saremmo di fronte ad un fatto assurdo». Quindi, ha aggiunto, «da una parte c’è il passo falso della Giunta e dall’altra la conferma che lo Stato tiene stretti i cordoni della borsa e gestisce con accanimento burocratico i rapporti con la Sardegna».

Sempre per Forza Italia il vice capogruppo Alessandra Zedda ha ricordato che il suo gruppo aveva dato l’allarme su quanto poteva accadere da oltre un anno e, come consigliere, ha manifestato «fastidio e vergogna per la declaratoria di incostituzionalità della Legge di Bilancio della Sardegna ma c’è di più, perché nella relazione allegata al provvedimento in esame emergono spazi di ambiguità che potranno essere verificati in sede di consuntivo». Si è cercato di liquidare la vicenda come un errore tecnico, ha poi lamentato la Zedda, «ma in realtà la Regione ha speso più di quanto poteva e non basta l’ammissione di colpa a giustificare un anno di caos amministrativo che ha danneggiato la Sardegna, oltretutto per tutto per mutui con risorse non si riescono nemmeno a spendere». Quando si arriverà alla Legge di Stabilità 2017, ha concluso la vice capogruppo di Forza Italia, «sarà bene ascoltare l’opposizione che ha sempre parlato nell’interesse dei Sardi e rivedere, in particolare, la partita dei residui attivi nella ragionevole certezza che molte risorse lo Stato non le trasferirà più alla Sardegna».

Il consigliere del gruppo Misto-Rossomori Emilio Usula ha sostenuto che «con questa legge il Consiglio accompagna l’assessore a Canossa e chiedere una indulgenza allo Stato per non aver fatto bene i suoi compiti». Non è solo un vizio di forma, ad avviso del consigliere, «perché è la stessa Corte che parla di una manovra elusiva della salvaguardia degli equilibri di bilancio e forse la colpa più grave è non essersi costituiti in giudizio anche perché, in ogni caso, la correzione doveva essere presentata subito senza esporsi ad una brutta figura davanti alla Corte Costituzione, oltretutto con un assessore-professore». C’è poi il problema, ha detto ancora Usula, «della gravissima situazione che si è proiettata negativamente su tutto il sistema Regione con particolare riferimento alle amministrazioni locali, un argomento da sempre al centro dell’azione politica dei Rossomori, che hanno sempre cercato di dare il lor contributo con una finalità chiara, quella di dare ai Comuni più risorse e più agibilità finanziaria nell’interesse delle imprese e dei cittadini». Di fronte alle nostre proposte, ha concluso Emilio Usula, «abbiamo registrato un atteggiamento stizzito, eppure proprio oggi la Cna fornisce cifre allarmanti sull’economia della Sardegna: rispetto al 2015, nel 2016 il valore delle opere pubbliche è calato del 53% (livello più basso degli ultimi 15 anni), soprattutto nei Comuni con un calo delle gare del 27% e del 29% come importo dei lavori (la metà dell’anno precedente) e quindi servono politiche più agili, cantieri più veloci e maggiori risorse». Quello che dice oggi la Cna, ha concluso l’esponente dei Rossomori, «lo sostenevamo noi da tre anni e per questo siamo passati all’opposizione».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) ha affermato in apertura che, paradossalmente, avrebbe voluto sottoscrivere l’intervento del collega Usula perché in realtà «solo in apparenza siamo davanti ad un fatto tecnico perché poi ci sono alcuni fatti politici; il primo è la bocciatura della Legge di Bilancio respinta per la prima volta nella storia dell’autonomia ed il secondo è rappresentato dalla bocciatura pure la correzione ed inoltre tutta questa vicenda ha avuto una narrazione piena di omissioni e forse di menzogne». La ricostruzione fornita dalla maggioranza, ha spiegato Truzzu, «dimostra, infatti, che sono stati nascosti fatti importanti al Consiglio ed ai Sardi, quando a gennaio l’assessore dichiarò che l’errore era stato corretto con l’assestamento dimenticando di dire che la sentenza della Corte Costituzionale era già nota da novembre; in seguito, quando il collega Pietro Pittalis ne chiese conto l’assessore, in replica, assicurò che il Bilancio sarebbe stato comunque parificato e in caso contrario avrebbe rassegnato le dimissioni». Mi sono stufato di essere preso in giro e di fare la comparsa o il complice, ha concluso Paolo Truzzu: «per questo non parteciperò al voto».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta, dopo aver dichiarato che «il Governo forse è amico dei governanti sardi ma non dei Sardi» ha aggiunto che «l’assessore Paci non ha superato l’esame, nonostante si sia tentato di far passare la cosa quasi in sordina, proponendo addirittura di discutere del 2017 senza mettere a sposto il 2016». Le accuse della Corte, ha ammonito Carta, «sono pesantissime perché di afferma che la Regione non solo ha commesso errori gravi ma lo ha fatto quasi deliberatamente, vanificando il principio costituzionale sancito dall’art. 81, spendendo in pratica quello che non si aveva». Cercate sempre  il primato, ha proseguito Carta rivolto alla maggioranza, «e in realtà lo avete ottenuto perché siete la prima giunta regionale d’Italia a chiudere un bilancio in passivo; la stessa relazione che accompagna questo provvedimento è reticente e non affronta i problemi veri posti dalla Corte Costituzionale, cerca di nascondere la Caporetto della Giunta dei professori che, al di là di tutto, ha determinato un rallentamento della spesa che ha avuto conseguenze devastanti sulla Sardegna».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, premettendo di non voler essere ripetitivo ha evidenziato che «da questa vicenda emerge con chiarezza che non si sono seguite le procedure previste dalla legge e nemmeno si è tentato di correggere gli errori in corsa, trascurando che una semplice variazione di bilancio a giugno avrebbe messo tutto a posto, ma sarebbe stato troppo per l’inefficienza di questa Giunta che perso la faccia davanti a tutta Italia, altro che fare i primi della classe». Abbiamo espresso più volte i nostri dubbi sulla vertenza entrate, ha protestato Dedoni, «ed oggi siamo in una condizione difficilissima, abbiamo meno entrate e siamo sottoposti ad oltre 600 milioni di accostamenti ingiustificabili, abbiamo ritirato i ricorsi e questo è il risultato aspettando la riconoscenza del governo amico che poi non è arrivata, abbiamo rinunciato a difendere lo Statuto e la Regione, non abbiamo fatto il nostro dovere e continuiamo ad andare a Roma con il cappello in mano mentre vengono calpestati i nostri diritti, abbiamo abbandonato la battaglia sulle accise rinunciando a 4 miliardi, è stato ritirato anche su questo punto un ricorso alla Corte Costituzionale ed abbiamo deciso autonomamente, come Riformatori, di andare davanti alla Corte di Giustizia europea». Non so cosa accadrà, ha concluso Dedoni annunciando che il suo gruppo non parteciperà al voto, «ma stiamo facendo una battaglia giusta per i diritti dei Sardi ed la Giunta che deve fare un esame di coscienza».

Dopo l’on. Attilio Dedoni ha preso la parola l’on. Francesco Agus (Gruppo Misto), che ha detto: «Non ci sono bocciature perché nei rapporti con lo Stato non ci sono professori né alunni. A volte non si capisce nemmeno bene chi abbia torto e chi ragione. In questa occasione il Governo ha impugnato la legge 32 e poi la legge 36, scegliendo una strada irrituale e violenta. Per questo abbiamo accumulato ritardi, non imputabili alla Regione. Credo che le coperture finanziarie individuate siano congrue perché altrimenti ci troveremmo a fronteggiare le incongruenze di una manovra finanziaria, che andiamo a breve a votare, senza tutte le coperture. Interverrei già su questo testo di manovra per modificare la legge 32 e la legge 36».

Per il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalias, «il fatto che in questo dibattito sia intervenuto un collega di maggioranza, uno solo, fa capire quanto imbarazzo ci sia tra di voi. Se questo è il nuovo corso che volete inaugurare partendo da piazza Duomo, a Milano, mi cadono davvero le braccia. Onorevole Agus, lei difende l’indifendibile e non si pone il problema che l’assessore alla Programmazione sia incappato in un errore macroscopico. Un dato è chiaro, oggettivo: la legge finanziaria e di bilancio del 2016 è stata dichiarata illegittima sotto il profilo costituzionale dalla Corte costituzionale. Non era mai accaduto prima nella storia della Autonomia e in altri tempi per un fatto del genere ci sarebbero state evidenti conseguenze politiche.

Non è un’operazione di routine: state riscrivendo la finanziaria del 2016 e l’assessore Paci ha poco da minimizzare. Ci sarà una ragione se questa isola ha il Pil più basso d’Italia e la disoccupazione aumenta mentre diminuiscono i consumi? Ci sarà una ragione se tutto è immobile? Non avete credibilità agli occhi dei cittadini e delle imprese. Vi facciamo un accorato appello: prima ve ne andate e meglio è».  

Per la Giunta ha parlato l’assessore Raffaele Paci, che ha detto: «Siamo in Aula per prendere atto di un errore e per mettere rimedio, l’ho dichiarato. Non minimizzo dicendo che è accaduto un semplice errore tecnico: è accaduto, invece, che abbiamo una oggettiva difficoltà nell’applicazione dell’articolo 118 della Costituzione e sul tema dell’utilizzo del disavanzo tecnico abbiamo dato una certa interpretazione che invece si è rivelata difforme rispetto a quella che dà lo Stato. In sede di confronto con lo Stato abbiamo accettato l’interpretazione dello Stato ed eliminato già dalla legge 32 il disavanzo tecnico. Ma il problema è che c’è stato uno scollamento temporale tra la nostra modifica e l’udienza della Corte costituzionale sul ricorso. Ecco come è nata la necessità di operare il riallineamento per le parti che sono state dichiarate illegittime dalla Corte costituzionale, ovvero i 31 milioni. Ma non è tutta la finanziaria 2016 illegittima, sia chiaro. Certo che avremmo preferito che tutto questo non fosse avvenuto ma siccome è capitato ora dobbiamo porre rimedio!.

Per dichiarazione di voto è intervenuto l’on. Francesco Agus (Gruppo Misto), secondo cui «il vero problema sono i rapporti con lo Stato, che ha corretto con la penna rossa un errore di 31 milioni che la nostra Regione  ha fatto obiettivamente applicando una norma dello Stato. Senza che lo Stato abbia offerto il minimo aiuto alla Regione nell’applicazione delle nuove norme. Questo è il senso delle cose».

Per l’on. Piermario Manca (Pds) «il voto è di astensione perché c’è stata una certa superficialità, al netto delle scuse dell’assessore. Noi non siamo qui a fare la sorveglianza a un bidone vuoto, questo è il Consiglio».

Anche l’on. Paolo Truzzu (Fli) ha annunciato il voto di astensione: «Questa inezia tecnica è il frutto di un macroscopico errore politico. Voi avete spacciato il superamento del patto di stabilità come un grande successo e dovete prendere atto di questo errore politico. Assessore Paci, lei aveva dichiarato a gennaio scorso che ogni problema era stato risolto e oggi invece tornate sul problema».

Per l’on. Gianfranco Congiu (Pds) «c’è un elemento di fondo in questa vicenda, che orienta il dibattito. La Corte costituzionale dice in sentenza a pagina 5 che il disavanzo tecnico può essere risolto in senso positivo con una stretta interpretazione della norma altrimenti il disavanzo tecnico è un vero e proprio disavanzo. Dunque, è il legislatore dell’articolo 118 che ha sbagliato scrivendo la norma».

A nome dell’Udc Sardegna l’on. Gianluigi Rubiu (Udc)  ha annunciato l’astensione dal voto: «I massimi esponenti della facoltà di Economia della Sardegna hanno fallito, ridicolizzando con questo errore l’intero Consiglio regionale e dunque tutta la Sardegna. E’ un fatto di una gravità inaudita che testimonia l’incapacità».

Per il sardista Angelo Carta «lo Stato ha fatto il suo dovere in questa vicenda, ricordandoci che l’assessore Paci ha sbagliato. E’ un errore che non doveva essere commesso ed è logico che ci siano conseguenze politiche. Come deve cambiare, una volta per tutte, il rapporto con lo Stato. Comunque, noi voteremo contro».

Per il presidente della commissione Bilancio, on. Franco Sabatini, «in commissione e in Aula abbiamo parlato più volte di questo problema e respingo l’accusa che non se ne sia parlato in questa istituzione. L’errore c’è ma non ha inciso in nessuno stanziamento del bilancio 2016, sia chiaro. Non ci siamo dimenticati delle variazioni con cui si cancellavano, in passato, intere partite di bilancio».

Per Forza Italia l’on. Pietro Pittalis ha detto: «Dire che siamo davanti a un malinteso rapporto tra lo Stato e la Regione è il problema dei problemi. La Giunta ha ritirato tutti i ricorsi che pendevano davanti alla Corte Costituzionale e oggi mi fa piacere che in un sussulto di dignità si dica che lo Stato ha un atteggiamento padronale nei confronti con la Sardegna. In questi tre anni avete consentito allo Stato di comportarsi così e nonostante questo siete riusciti a far bocciare la legge di bilancio. Non parteciperemo al voto perché non vogliamo assolutamente avallare questo tipo di pasticcio».

«Siamo alle cose concrete», ha detto invece il capogruppo del Pd, on. Pietro Cocco, «questa decisione non ha avuto conseguenze sul bilancio e non è vero che noi ci genuflettiamo davanti al Governo. C’è un episodio emblematico, ricordo i sardisti qualche anno fa consegnare la bandiera della Sardegna a Berlusconi: questo è decisamente più significativo».

L’Aula ha votato il passaggio agli articoli ed è poi iniziata la discussione generale sugli articoli. Approvati gli articoli 1, 2 e gli allegati 1, 2, 3. La legge è stata approvata.

Proposta di istituzione della commissione d’inchiesta n. 4 sul sistema della protezione civile regionale

A seguire, l’onorevole Cossa ha illustrato il secondo punto all’ordine del giorno, ossia la richiesta di istituzione della commissione di inchiesta sui fatti avvenuti nel gennaio 2016, a seguito degli accadimenti di protezione civile e delle polemiche che sono derivate tra i sindaci e la Regione.

«Siamo consapevoli del lavoro dei volontari e degli operatori di protezione civile – ha detto Michele Cossa -. E siamo consapevoli anche della delicatezza della situazione ma qui non c’è nulla di imprevedibile e sono inaccettabili gli allerta meteo del tutto inutili, ai quali i cittadini ormai non credono più. Anche i danni economici, non facilmente accertabili, sono evidenti e così si chiudono scuole e uffici. Possibile che debba essere in capo ai sindaci il dovere di interpretare cos’è scritto nei comunicati della Protezione civile? Nel dubbio ogni sindaco, per scansare le responsabilità, è portato a chiudere le scuole. Mi auguro che l’Assemblea  non liquidi con sufficienza questo problema, visto che riguarda l’intera comunità e la sicurezza delle persone. Cosa impedisce di organizzare un sistema efficiente e all’altezza dell’emergenza?».

Al termine il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato che la discussione sull’istituzione della commissione d’inchiesta è rinviata ad altra data.

Sul terzo punto all’ordine del giorno Dl. n. 281 (Giunta regionale) “Ridefinizione dei confini tra i comuni di Magomadas e Tresnuraghes”, il relatore on. Giuseppe Meloni (Pd) ha sollecitato l’approvazione del testo licenziato dalla commissione, sulla scorta di quanto già deliberato dai Consiglio comunali interessati. Sentito anche il parere della Giunta, l’Aula ha approvato la legge.

Disegno di legge n. 393 (Giunta regionale) “Legge di stabilità 2017”.

Sulla manovra finanziaria 2017, quarto punto all’ordine del giorno dei lavori dell’Aula, ha preso poi la parola l’on. Franco Sabatini, relatore per la commissione Bilancio che presiede: «La vertenza entrate non può ritenersi mai chiusa perché il quadro normativo è in continua evoluzione e dovremmo imparare da altre Regioni, più virtuose, a costruire costantemente questi rapporti con lo Stato e a tenerli sempre aperti». L’oratore ha auspicato al più presto il funzionamento dell’Agenzia sarda delle entrate e ha detto che «la Giunta regionale ha fatto bene a porre il problema dei tagli agli enti locali, il tema della Sanità e dell’insularità. Già dal 2017 avremo 20 milioni aggiuntivi sul sistema Enti locali e dal 2018 saranno 30. Grande risultato è stato raggiunto nell’accordo sulle risorse per colmare il gap infrastrutturale per metano, città metropolitana e insularità. Si tratta di somme pari a quelle che furono erogate negli anni ’70 per il Piano di rinascita».

Per il presidente Franco Sabatini i ritardi della macchina amministrativa della Regione nel livello di spesa «saranno oggetto di un esame attento da parte della commissione Bilancio. Ad una mia pubblica denuncia sull’argomento, alcune figure sindacali hanno considerato questa segnalazione come una caduta di stile. Mi chiedo: può essere considerata caduta di stile la denuncia di una problematica grave a tal punto da compromettere, seppure parzialmente, alcuni obiettivi programmatici, che la manovra stessa si pone? In una situazione di così pesante crisi economica, può essere considerata incauta la denuncia di una macchina amministrativa non all’altezza del suo compito e che rischia di far mancare le risorse per gli interventi di risposta ai fattori di crisi più inquietanti?

È evidente che il problema esiste ed è urgente affrontarlo e porvi rimedio, cercando le migliori soluzioni possibili, al fine di superare lentezza, assenza di motivazione, formalismo, culto dei precedenti, fuga dalle responsabilità, eccesso di controlli inutili, squilibrata distribuzione del personale e delle risorse finanziate».

In conclusione, il presidente Sabatini ha detto: «La manovra, che è all’attenzione dell’Aula, procede nella giusta direzione del rilancio della crescita economica, della competitività e dei consumi, attraverso la conferma di politiche fiscali vantaggiose e la programmazione ed attuazione di importanti investimenti infrastrutturali.

Rimangono, infatti, inalterate le aliquote dell’addizionali regionali IRPEF ed IRAP, le più basse in Italia dopo quelle applicate dalle province autonome di Trento e Bolzano

Si confermano le assegnazioni a favore del sistema degli enti locali attraverso il fondo unico e con uno stanziamento pari a 49 milioni derivanti dalle accise provenienti dall’ENEL.

Sono rafforzati gli interventi a favore del mondo dell’istruzione, del mondo culturale e dell’associazionismo.

Vorrei anche segnalare l’importante stanziamento per l’applicazione del reddito di inclusione sociale che ammonta, per la sola parte passiva, a 44 milioni di euro, comprensiva dei 14 milioni provenienti dall’annualità 2016, nonché 40 milioni per la parte attiva proveniente dal fondo sociale europeo.

Il REIS, unitamente al contratto di ricollocazione, in via di attivazione da parte dell’Assessorato del Lavoro, costituirà l’impalcatura per la creazione di un vero e proprio welfare sardo.

Infine vorrei fare cenno allo stanziamento di 14 milioni per l’attuazione di un programma di sostegno al comparto lattiero-caseario, finalizzato, attraverso l’acquisto del formaggio per gli indigenti, a far risalire il prezzo del latte.

Vale la pena anche ricordare che nel 2017 diventa pienamente operativo il piano di infrastrutturazione finanziato con l’attivazione del mutuo di 700 milioni di euro che, se nei primi due anni ha contenuto i trasferimenti per il 2015 a 60 milioni e per il 2016 a 51 milioni, nel 2017 saranno attivate opere per 150 milioni.

Così, come precedentemente affermato, in una programmazione unitaria, ai fondi regionali si aggiungono quelli statali ed europei ed è per questo che non si può non segnalare lo stato di avanzamento della programmazione territoriale, attraverso la quale si stanziano importanti risorse per la valorizzazione dei progetti locali di sviluppo.

A questo si aggiunge la prossima attuazione di importati infrastrutture viarie.

Per tutte queste ragioni, esprimo un parere fortemente positivo sulla manovra finanziaria ed auspico che questa assemblea la possa approvare celermente così da rendere operativi nel più breve tempo possibile gli interventi volti a superare la crisi economica e sociale».

Alessandra Zedda (FI), relatrice di minoranza, ha sottolineato i ritardi con cui la giunta Pigliaru ha presentato  i documenti finanziari.

«La legge finanziaria e il bilancio del 2017 confermano – ha detto la consigliera di Forza Italia – che questa Giunta non riesce a far approvare, per il terzo anno di seguito, la manovra nei termini di legge. Anche questa volta sono trascorsi tre mesi di esercizio provvisorio. Solo per il  profondo senso di responsabilità e per la  consapevolezza che abbiamo per la grave situazione che la nostra Sardegna e i sardi vivono quotidianamente, faremo di tutto per evitare il quarto mese di esercizio provvisorio». Molto negativo il giudizio della vice capogruppo di Forza Italia sull’azione della giunta Pigliaru: «Da 3 anni i vostri annunci non hanno trovato alcun fondamento o sostanziale concretezza. Avete promesso e mai mantenuto. Ed è lunga la lista  delle incompiute,  degli errori grossolani e delle mancate azioni per favorire lo sviluppo. Ormai – ha proseguito Alessandra Zedda – siamo agli ultimi posti in Europa nei settori delle Entrate, dei  trasporti, delle infrastrutture, dell’energia, della scuola, dei  servizi nelle zone periferiche e interne, dell’acqua, della sanità e delle servitù militari».

E la situazione è sempre più grave: in Sardegna il 46 per cento della popolazione è  a rischio povertà e la disoccupazione è al 56,4 per cento: siamo  una delle tre regioni italiane col più elevato tasso di disoccupazione giovanile nella fascia dai 15 ai 24 anni. Arretriamo su tutto: lavoro, istruzione, infrastrutture, imprese, innovazione. Inoltre, l’indice della competitività delle regioni europee condanna la Sardegna in fondo alla classifica. Nei tre anni di Giunta Pigliaru siamo scivolati di ben sei posizioni. L’Isola è 228esima su 263 regioni. Inoltre, in questa manovra finanziaria non esiste alcuna traccia dell’argomento che per noi è oggi fondamentale per azzerare il filo col passato, la battaglia per far sì che il fattore insularità possa essere a vantaggio di una nuova economia, socialità e sviluppo. Le risorse appostate in questo bilancio mal si combinano con un’azione incisiva, strategica che metta al centro della crisi piuttosto che della rinascita il tema focale della già citata insularità. Quindi , la vostra proposta di finanziaria – ha concluso – è una lista della spesa, quando va soddisfare le richieste, a tratti inopportune e fastidiose, per le soddisfazioni dei vari componenti la maggioranza, a tratti un libro dei sogni che appare l’esatta fotocopia delle finanziarie precedenti. Una menzione a parte meritano l’agricoltura e l’allevamento. In questo settore – ha detto ancora rivolta alla giunta – la vergognosa complicità del Governo conferma la vostra politica del gambero.

Dopo la relazione di minoranza il presidente Gianfranco Ganau ha chiuso i lavori. Domani mattina comincia la discussione generale. Il Consiglio è stato convocato per le ore 10.00.

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Con la costituzione del gruppo “Sinistra per la Democrazia e il Progresso2 cambia la “mappa” della rappresentanza consiliare delle forze politiche in Consiglio regionale.

Questa la nuova composizione dei gruppi:

Partito Democratico: Pietro Cocco (presidente), Alessandro Collu, Pietro Comandini, Lorenzo Cozzolino, Salvatore Demontis, Roberto Deriu, Daniele Forma, Gianfranco Ganau, Luigi Lotto, Gavino Manca, Giuseppe Meloni, Cesare Moriconi, Francesco Pigliaru, Rosella Pinna, Luigi Ruggeri, Franco Sabatini, Antonio Solinas, Gianmario Tendas;

Forza Italia: Pietro Pittalis (presidente), Ugo Cappellacci, Oscar Cherchi, Giuseppe Fasolino, Ignazio Locci, Antonello Peru, Alberto Randazzo, Marco Tedde, Edoardo Tocco, Stefano Tunis, Alessandra Zedda;

Gruppo Misto: Gaetano Ledda (presidente), Francesco Agus, Fabrizio Anedda, Annamaria Busia, Mario Floris, Giovanni Satta, Paolo Truzzu, Emilio Usula;

Partito dei Sardi: Gianfranco Congiu (presidente), Augusto Cherchi, Roberto Desini, Piermario Manca, Alessandro Unali;

Cristiani, popolari e socialisti: Zanchetta Pierfranco (presidente), Antonio Gaia, Raimondo Perra, Walter Piscedda;

Udc Sardegna: Gianluigi Rubiu (presidente), Alfonso Marras, Giorgio Oppi, Giuseppino Pinna;

Partito Sardo d’Azione: Angelo Carta (presidente), Marcello Orrù, Christian Solinas;

Riformatori Sardi liberaldemocratici: Attilio Dedoni (presidente), Michele Cossa, Luigi Crisponi;

Sinistra per la Democrazia e il Progresso: Daniele Cocco (presidente), Eugenio Lai, Luca Pizzuto, Paolo Zedda.

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Il Consiglio regionale ha respinto (20 sì, 32 no) la mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore dell’Ambiente Donatella Spano.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la mozione n° 285 (Pittalis e più) sulla sfiducia all’assessore dell’Ambiente Donatella Spano, ai sensi dell’art. 118 del regolamento.

Il presidente ha dato la parola al primo firmatario della mozione, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, per illustrarne il contenuto.

Pietro Pittalis, dopo aver rivolto un augurio di bentornato al presidente Pigliaru, è entrato nel merito della mozione citando un messaggio, carico di disagio, inviato dal sindaco di Fonni nel pieno dell’ondata di maltempo, che faceva riferimento fra l’altro a mezzi spazzaneve fermi a Cagliari, mezzi Anas parcheggiati nei pressi di una casa cantoniera, un mezzo dei Vigili del Fuoco preso d’assalto dai pastori disperati. «Quelle del sindaco di Fonni – ha sostenuto Pittalis – sono le stesse parole di tanti Sindaci della Sardegna che sono stati abbandonati a se stessi, senza risorse e senza mezzi, addirittura additati come capri espiatori, e a volte trattati senza nemmeno il dovuto riguardo». «La mozione quindi – ha aggiunto – riporta all’attenzione del Consiglio e dell’opinione pubblica quanto accaduto in quelle settimane e la Regione non può continuare a nascondere la verità di disservizi e ritardi sui quali non può cadere il silenzio; spero perciò che l’assessore eviti la solita autodifesa e che la maggioranza non si presti ad una difesa d’ufficio, perché non possiamo dimenticare quanto accaduto soprattutto per evitare che i fatti di allora si ripetono». «Noi riteniamo – ha detto il capogruppo di Forza Italia – che le strutture della Regione siano inadeguate per ruoli, funzioni e capacità gestionale; i fatti sono incutibili e tutti abbiamo avvertito che la Giunta e l’assessore non hanno trovato di meglio che scaricare colpe e responsabilità senza una parola di autocritica, ricordiamo tutti l’imbarazzo sulla comunicazione relativa alle strade transitabili, poi ritrattata, e le immagini grottesche dell’assessore e del vice presidente della Regione nelle centrali operative della protezione civile». «Le nostre critiche alla struttura di vertice – ha detto Pietro Pittalis – sono oggettive perché non si è mostrato in grado di fronteggiare le situazioni più difficili, ed ha anzi ignorato forti elementi di preoccupazione come quelli espressi dal comandante della forestale che, il 13 gennaio scorso, comunicava che per tutto l’inverno non si potevano utilizzare i mezzi perché privi delle zavorre e quindi devono restare fermi». «Insomma – ha concluso Pietro Pittalis – il governo regionale è apparso distinto e distante dal mondo reale; noi non vogliamo che ai disastri naturali seguano i disastri sociali e siamo convinti che non bisogna dichiarare guerra alla natura ma alle istituzioni che non si dimostrano responsabili; l’unica strada percorribile, per noi, è quella delle dimissioni dell’assessore per manifesta incapacità».

Per i Riformatori sardi il consigliere Michele Cossa, dopo aver espresso le sue felicitazioni per la guarigione del presidente Pigliaru, ha parlato di un «problema gigantesco per le implicazioni che ha sulla vita delle persone e dei beni pubblici e privati della nostra Regione, perché siamo convinti che un sistema di protezione civile degno di questo nome deve garantire sicurezza di persone e cose uscendo dalla logica dell’adempimento e del trasferimento del cerino, come abbiamo visto dal 18 gennaio in poi». Michele Cossa ha poi criticato «gli allerta meteo incomprensibili, gli amministratori locali messi sulla graticola dall’assessore dell’Ambiente come ultimo anello della catena, quello più debole, quello che resta con il cerino in mano». «Inoltre – ha aggiunto – è mancata chiarezza delle comunicazioni, nei manuali operativi che bisognerebbe leggere per capire come mai l’allerta gialla riversi la responsabilità della sua corretta interpretazione sui Sindaci». «Oggi – ha concluso – servono scelte diverse e di qui nasce la mozione».

Il consigliere Luigi Crisponi, sempre dei Riformatori, si è associato agli auguri al presidente Pigliaru, osservando sulla mozione che «è inutile riprendere a recitare il rosario dell’inadeguatezza della macchina della protezione civile». «Piuttosto – ha sostenuto – quello della protezione civile è un problema che, come altri, viene da lontano; mi riferisco al dibattito del 29 settembre in Consiglio con cui si censurò la campagna antincendi su cui era emerso un problema serio per la mobilitazione dell’apparato difforme sul piano temporale da quanto indicato dal governo regionale, con la conseguenza che restarono scoperti i mesi di ottobre e novembre». «Ebbene – ha sintetizzato – da quegli errori non si è imparato nulla, anzi assistiamo ancora ad una grave disorganizzazione ed al profondo scollamento fra Regione e amministrazioni comunali; alcuni esempi di questa realtà sono la mancanza di comunicazione fra la protezione civile di Oliena, che ha comunicato cessazione dell’attività e il Sindaco manco lo sapeva, alla scuola del corpo forestale per la formazione degli operatori di cui non si sa più nulla».

Il consigliere Giuseppe Fasolino, di Forza Italia, dopo gli auguri al presidente Pigliaru, ha parlato di una «situazione veramente delicata che dovrebbe spingere l’assessore a porsi tre domande, nello spirito di una la mozione che non personalizza ma chiede attenzione su un problema di grandissima importanza che tocca da vicino la vita delle popolazioni: se il sistema di protezione civile è stato in grado di gestire le emergenze, se il sistema di allerta funziona, se l’organizzazione dei nuclei di intervento è efficiente». Secondo Fasolino «bisogna ripartire daccapo partendo dalla certezza che non si può scaricare tutto sui Sindaci, perché molte cose non vanno e bisogna correggerle, partendo per esempio dagli avvisi che richiedono presenze h24 ma nessuno ne copre i costi, o dall’impossibilità per i Sindaci di comprare perfino un gruppo elettrogeno, pur avendo i soldi in cassa».

Ancora per Forza Italia, il consigliere Ignazio Locci ha dichiarato che «non è con piani dei Comuni né con rapporto migliore con il vertice regionale della protezione civile che si possono cambiare le cose che non vanno, è invece la catena di comando delle responsabilità (anche penali) riversate sui Sindaci che va profondamente riformata, altro che stare attenti alle carte ed alle comunicazioni formali». I Sardi, secondo Locci, «percepiscono che la protezione civile sarda non è all’altezza in tutte le sue componenti e, sotto questo profilo, bisogna avere il coraggio di non tenere in disparte le Forze Armate che in questi anni hanno dimostrato di essere l’unica istituzione pubblica di stare sul campo con efficienza e professionalità; ed è sbagliato che in Sardegna non ci sia un rapporto stabile con gli enti militari che sarebbe un grande valore aggiunto per la comunità regionale uscendo dal rivendicazionismo su entrate e servitù».

Roberto Desini, del Partito dei Sardi, ha rivolto in apertura un bentornato al presidente Pigliaru e, quanto alla mozione, l’ha definita «fuori luogo nei tempi e nei contenuti e lo dico al di là delle difese d’ufficio e sulla base dell’esperienza di Sindaco quando ho potuto verificare il significato della presenza dell’assessore e e del direttore della protezione civile; per queste ragioni non ci sto ad assistere alla deriva populista del discredito delle istituzioni e del qualunquismo». «Sulla base dei numeri che spesso non raccontano quantità e qualità del lavoro della protezione civile – ha aggiunto Desini – bisogna riconoscere che nevicate come quella che si è abbattuta sulla Sardegna non si verificavano dal ‘56 ed erano prevedibili solo in parte; lo stesso sito del Comune di New York riportava l’eccezionalità dell’ondata di maltempo, con la cancellazione di ben 3000 voli ma non c’era nessuna mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco». Va ricordato invece, ha continuato il consigliere, «che la Regione sarda è stata l’ultima Regione a istituire il centro regionale di protezione civile, il 1° gennaio 2015, mentre doveva nascere dal 2004; questa Giunta ha fatto quanto doveva, fermo restando che si può sempre migliorare ma senza gettare la croce sulla istituzioni, confrontiamoci piuttosto sulle cose concrete e pensiamo al bene comune».

Stefano Tunis, esponente di Forza Italia, ha detto che «qui nessuno sta cercando di addossare all’assessore colpe che non ha, il punto centrale è che bisogna superare l’interpretazione burocratica della protezione civile, con le montagne di carte che nascondono qualunque dimensione umana, con i Sindaci che hanno avuto sulle loro spalle un livello di responsabilità enorme senza nessuno strumento per affrontarle, con i cittadini che hanno vissuto la paura di non potersi sentire sicuri nemmeno all’interno della propria casa». «In questo periodo – ha detto poi Tunis – si sta facendo il rimpasto, un contesto in cui non ci si può nascondere dietro atti amministrativi, mentre sarebbe molto più utile una seria autocritica sull’approccio immateriale ad una settore delicatissimo come la protezione civile; per svolgere un ruolo ci vogliono attitudini e non solo conoscenze scientifiche e non è possibile che ci si sia resi conto dell’inadeguatezza del sistema regionale di fronte alle circostanze».

Il consigliere di Sel Francesco Agus, dopo aver rivolto un augurio di bentornato al presidente Pigliaru, ha annunciato il voto contrario alla mozione, «sia per i temi che per lo strumento utilizzato, ricorrendo ancora una volta alla gogna pubblica per fini personalistici, pur riconoscendo che il sistema ha storture che sopravvivono a diverse legislature». Non si può però parlare di negligenze, ad avviso di Agus, «ma i tempi sono connessi alla sicurezza ed alla salute dei sardi e queste domande devono avere risposte; è vero che il sistema non è il migliore possibile ed occorre una profonda revisione di meccanismi di previsione, di allerta e di comunicazione in effetti troppo gergali nella consapevolezza che non si possono cambiare agli enti naturali». Per cui le criticità sono evidenti ma al tempo stesso superabili, ha affermato Agus, auspicando che «avere indicazioni in questo senso in sede di replica, dimenticando che la protezione civile si nutre di fiducia e funziona se opera in un clima di fiducia e questo meccanismo virtuoso in Sardegna non è scattato, nemmeno nella città di Cagliari». Dico no, ha concluso Agus, «alla cessione di responsabilità verso chi non ha mezzi ed auspico che si possa operare in un rinnovato clima di fiducia rifacendosi a buone prassi».

Paolo Truzzu, consigliere del gruppo Misto-Fdi, ha dichiarato che «non è facile intervenire quando sono gioco sicurezza e salute della comunità e qualcuno può pensare ad operazioni opache dell’opposizione, mentre è auspicabile che la discussione sia davvero utile a non nascondere la polvere sotto il tappeto». Se a Fonni ci fosse stato l’aeroporto, ha proseguito Truzzu riferendosi all’intervenendo del collega Desini, «avremmo sentito che le piste erano libere, per cui certi fatti non possono essere ignorati ed un assessore politico, di fronte a situazioni del genere, avrebbe subito rassegnato le dimissioni». Tutti i Sindaci, ha poi ricordato Truzzu, «stanno dicendo che il sistema di allerta non funziona e ignorare questo dato significa non incidere sul sistema dimenticando fra l’altro che i nostri Sindaci ascoltano i bollettini dell’Aeronautica e non quelli della protezione civile regionale; detto questo è certo che l’assessore non è un metereologo ma il problema esiste e non affrontarlo compiutamente è una sua responsabilità, come è stata sua responsabilità assicurare che le strade erano libere salvo poi rettificare dopo qualche ora senza chiedere scusa ed anzi scaricando su Sindaci, così come è stata responsabilità del direttore affermare che la nevicata di Fonni non era colpa sua, un fatto inaccettabile che giustifica le richiesta delle dimissioni».

Per i Rossomori Emilio Usula, dopo gli auguri al presidente Pigliaru, ha parlato di una mozione «con qualche forzatura che, però, è senz’altro l’occasione per migliorare una gestione della protezione civile poco coerente e inadeguata rispetto alle esigenze della nostra Regione, pur non volendo speculare su eventi naturali eccezionali». Sul piano più generale, Usula ha preso spunto dai temi della mozione per affrontare altre contraddizioni dell’assessorato dell’Ambiente, «come le gravi incoerenze sulla gestione dei rifiuti, le scelte in aperto contrasto con il programma elettorale della maggioranza, un piano dei rifiuti che ancora non c’è e crea disuguaglianze a scapito dei più virtuosi, la gestione ostinata ed ottusa di impianti come quello di Tossilo, sostenuta con supponente indifferenza rispetto a posizioni più volte espresse da forze politiche, amministrazioni e cittadini, dallo stesso Consiglio regionale, il sostegno ad impianti industriali a carbone in grave contraddizione con gli impegni dichiarati». Per questo, ha concluso Usula, «annuncio il mio voto di astensione».

Dopo l’on. Emilio Usula ha preso la parola l’on. Fabrizio Anedda, che ha salutato il rientro in Aula del presidente Pigliaru e ha detto: «Il maltempo non è colpa dei politici né degli amministratori locali ma è loro responsabilità gestire le emergenze. Oggi gli ovili sono attrezzati, non si fa più la transumanza  e il maltempo avrà di sicuro creato disagio ma non facciamo demagogia. Il mio voto verso questa mozione, offensiva verso l’assessore, è un no».

Per l’on. Giuseppe Meloni (Pd) la mozione Pittalis e più «ha il solo merito di aver portato l‘attenzione sul tema delle emergenze nell’ambiente e su questo sono d’accordo: il sistema dei codici di allerta va migliorato e a oggi non è certamente utile. Va organizzato con maggiore efficacia. In occasione dell’alluvione del 2015 noi amministratori locali non abbiamo dormito per giorni ma in quei momenti non abbiamo pensato manco per un attimo di attaccare altre istituzioni. Il mio comune è rimasto tre giorni senz’acqua mentre quello accanto contava purtroppo i cadaveri».

Dopo aver salutato il presidente Pigliaru, l’on. Antonio Solinas (Pd) ha ricordato: «Erano decenni che mancava dalla Sardegna una nevicata così forte e ogni sistema di protezione civile sarebbe stata messa in crisi.  Certo che la nostra Protezione civile può migliorare e bene farebbe il Consiglio regionale a suggerire efficientamenti a una struttura abbastanza giovane. Certo, sulle allerta meteo abbiamo molto da ricevere e l’assessore Spano lo sa. All’amico Pietro Pittalis dico che il suo intervento è stato a dir poco ingeneroso».

«Bentornato al presidente della Regione», ha detto l’on. Giorgio Oppi (Udc), che ha aggiunto: «Noi non abbiamo l’abitudine di denigrare i predecessori, come invece ha fatto l’assessore Spano di recente, parlando male del nostro lavoro. La Protezione civile è stata istituita da noi nel 2009 e se la gara per la sala operativa è andata deserta è solo per la vostra incapacità. Noi siamo riusciti a istituire i parchi, cosa che nessuno era mai riuscito a fare prima, al di fuori della legge 31. E non avevamo questo rapporto critico con il personale dell’assessorato, come lo avete voi».

Per l’Upc ha preso la parola l’on. Pierfranco Zanchetta, che ha detto: «Non ci sono vittime in questa calamità delle scorse settimane, ed è importante. Cogliamo questa occasione per un confronto di merito sulla protezione civile, non per fare polemiche. L’incolumità dei nostri cittadini è la prima cosa che ci sta a cuore ma abbiamo anche il paesaggio e un grande patrimonio animale da tutelare. Per questo è necessario potenziare e migliorare la nostra protezione civile. Dovremmo prendere in considerazione il modello dei volontari dei vigili del fuoco del Trentino – Alto Adige, presenti in ogni comune».

L’on. Attilio Dedoni (Riformatori) «l’assessore non esiste ma esistono i doveri dell’assessorato e quello che non è stato fatto in queste settimane. Partiamo da un dato: il metro e mezzo di neve nel Nuorese. Ma quando ci si organizza, non lo si fa per gestire la normalità ma per gli eventi straordinari come questo che è appena capitato. Non facciamo paragoni con altre Regioni e Paesi, dove le nevicate sono molto più abbondanti, come gli Usa».

Per l’on. Angelo Carta (Psdaz) «chiedere la revoca di una delega all’assessore non è certamente un atto ordinario. Però in casi straordinari è possibile. Non è possibile invece il contrario: che la Giunta sfiduci il Consiglio regionale. L’ordine del giorno sul termovalorizzatore di Macomer, ad esempio, è stato del tutto disatteso e voi avete del tutto sfiduciato la maggioranza e il Consiglio, con il vostro atteggiamento. L’assessore Spano è andata in un crescendo di sordità arrivando al culmine in occasione dei disagi provocati da questa nevicata. E’ suo preciso compito tutelare le popolazioni del Nuorese e invece le avete lasciati completamente sole. Ancora una volta avete dimostrato di non avere a cuore il centro della Sardegna, ridotta ormai a cenerentola della Sardegna. Per questo chiedo che l’assessore si dimetta e sia rimosso il direttore della protezione civile».

Per l’on. Daniele Cocco (Sel) «anche questa richiesta di dimissioni di un assessore cadrà nel vuoto. Preoccupiamoci di costruire una protezione civile migliore per la Sardegna, prendendo ad esempio modelli come la Toscana e recependo le proposte che sono giunte dal Consiglio. Non è possibile che il 70 per cento della forza di Forestas d’inverno sia in cassa integrazione: nei gironi delle grandi calamità quel personale sarebbe stato utilissimo al lavoro nei Comuni».

Per il Partito dei sardi ha preso la parola l’on. Congiu secondo cui «questa discussione avrebbe dovuto svolgersi in un modo normale. Stiamo dimenticando l’unico vero dato di questa vicenda: la neve è in Barbagia e isola il centro Sardegna ed è per questo che dovremmo dislocare nel centro della Sardegna tutti i mezzi antineve a disposizione nell’Isola. Questa è l’unica cosa che dovremmo imparare da questa vicenda».  

Per il Pd ha parlato il capogruppo, on. Pietro Cocco, che ha detto: «E’ vero che se l’assessore fosse andata sul posto avrebbe magari rassicurato le popolazioni ma non avrebbe cambiato i numeri della vicenda. I mezzi della Protezione civile erano tutti impegnati nel Nuorese e così tutte le organizzazioni di volontariato. Sono intervenuti circa 1.500 uomini». Pietro Cocco ha parlato anche dei  bollettini dell’allerta meteo e ha aggiunto: «Certo che il servizio va migliorato ma certo voi non siete in grado di dare lezioni a nessuno».

L’on. Tedde (Forza Italia) ha dato al presidente Pigliaru «un sincero in bocca al lupo ma senza sconti» e ha aggiunto nel merito del dibattito: «L’assessore Spanu è totalmente inadeguata a svolgere le funzioni che ricopre. Persino il capogruppo del Pd ha censurato l’assenza dell’assessore nei luoghi del disastro quando sarebbe stata utile proprio quella presenza delle istituzioni. Avete raccontato favole».

Per la Giunta ha replicato l‘assessore Spano, che ha riaffermato i dati della vicenda: «Intanto, i sindaci sono parte del sistema di protezione civile regionale, non sono un corpo separato. Molti sindaci ci ringraziano e non si sono sentiti soli: soltanto alcuni hanno avuto da dire. Già a inizio dicembre 2016 avevamo diramato le modalità di intervento e assegnato i propri mezzi spazzaneve e spargisale ai Comuni. Al momento della eccezionale nevicata i mezzi erano già sui territori e c’erano anche i mezzi delle associazioni di volontariato e di Forestas. Il coordinamento con le prefetture ha funzionato e così con le protezioni civili dei Comuni. Abbiamo messo a disposizione 1493 persone, molti dei quali richiamati dalla cassa integrazione».

Sui bollettini e gli avvisi di criticità, l’assessore ha detto: «Si tratta di documenti ufficiali, non di burocrazia. Siamo passati da 178 avvisi nel 2013 a 67 nel 2015 fino ai 33 del 2016. Questo significa risparmio di forze e di risorse da parte dei comuni e della Regione. Non dovete credere a chi dice che è possibile fare previsioni al metro quadro. Stiamo migliorando il sistema con investimenti infrastrutturali sulla rete idropluviometrica e degli igrometri. Stiamo finanziando anche la rete radio regionale. Insomma, stiamo lavorando e dobbiamo farlo in sinergia con i Comuni».

Il presidente Francesco Pigliaru ha ringraziato per gli auguri ricevuti e ha esordito dicendo: «Sarebbe stato più utile un dibattito aperto su come migliorare quello che è stato fatto finora.  Noi riteniamo di aver fatto tutto per avere la migliore protezione civile della Sardegna. Dobbiamo capire qual è il nostro livello del servizio e non mi interessa chi ha fatto e chi non ha fatto nel passato. Va a detto però a merito dell’assessore Spano che il centro funzionale decentrato in nove mesi è stato messo in funzione e oggi gestisce i rischi degli eventi meteo. Qualche complimento, onestamente, lo abbiamo avuto dai sindaci che hanno riconosciuto un netto miglioramento rispetto al passato. Possiamo e dobbiamo continuare a migliorare senza deresponsabilizzare i sindaci, che hanno i loro doveri».

Poi ha proseguito: «Ora abbiamo anche un manuale operativo e non è poco: magari da migliorare ma lo abbiamo. Non è accettabile però che noi facciamo sentire ai sardi che nulla è stato fatto in questi anni perché non è vero. Quando c’è stata la grande bufera di vento a Cagliari c’era un codice giallo: dobbiamo evidentemente migliorare la comunicazione e far capire a tutti, in tempo reale e con chiarezza, quando è in pericolo la sicurezza. Piena fiducia all’assessore Spano, del quale ho profondissima stima».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, nel suo intervento di replica ha definito l’intervento del presidente Pigliaru «un’autodifesa dettata da colleganza con l’assessore Spano e da ragioni di natura politica». «Chi ha responsabilità su ambiente e protezione civile – ha proseguito Pittalis – non può relegare le problematiche evidenziate nel corso del dibattito come eventi occasionali, non utili cioè a misurare capacità e adeguatezza dell’assessore». Il capogruppo ha accusato i consiglieri della maggioranza di «dare ragione ai sindaci che protestano contro l’assessore, quando sono sul territorio, e di difendere invece l’assessore quando sono seduti in Consiglio».

«Non serve – ha proseguito l’esponente della minoranza – far finta che nulla è accaduto, bisogna capire, infatti, cosa non ha funzionato nella macchina degli interventi e non si può solo affermare che i macchinari che non funzionano sono quelli acquistati nella passata legislatura.»

Pittalis ha quindi auspicato la fine della politica degli annunci da parte della Giunta ed ha evidenziato la carenza di fondi in bilancio per far fronte ai danni.

Il presidente del Consiglio ha quindi comunicato la convocazione della Quinta e della Seconda commissione per domani, giovedì 23 febbraio, alle 11 ed ha concesso la parola per dichiarazione di voto.

Ignazio Locci (Fi) ha preannunciato voto a favore («Serve riorganizzare la protezione civile e non basta che la Regione risponda al telefono alle richieste di aiuto», stessa dichiarazione da parte del suo collega di gruppo e di partito, Marco Tedde («Vi siete difesi con argomenti non pertinenti, l’assessore doveva ammettere le sue responsabilità») e da parte di Paolo Truzzu (Misto-Fdi): «L’assessore non mi ha convinto: dovete prendere atto di ciò che è accaduto e chiedere scusa»).

Mario Tendas (Pd) ha dichiarato voto contrario alla mozione («Davanti agli eventi eccezionali bisognerebbe evitare di accusarsi reciprocamente ma fare un’analisi seria per affrontare e risolvere i problemi dell’emergenza»), seguito da Piero Comandini (Pd): «Sono molte le discussioni che alimentano l’antipolitica e dico che la protezione civile va tolta dalla politica perché va oltre le istituzioni e la politica».

Contrario anche Luigi Lotto (Pd): «Non si fa marketing sull’emergenze non si fa speculazione e promozione politica su queste cose».

A favore, invece, Attilio Dedoni (Riformatori): «Auspico un confronto vero sul funzionamento della protezione civile in Sardegna» e Ugo Cappellacci (Fi) («Siete qui da tre anni, dite che la responsabilità del tutto è di Cappellacci, vi chiedo allora cosa avete fatto voi in questi tre anni nei quali governate la Sardegna»).

Favorevole anche Luigi Crisponi (Riformatori): dall’assessore abbiamo ascoltato un intervento debole e scoordinato, bene invece il presidente Pigliaru quando afferma che non servono contrapposizione su questo tipo di eventi.

Il presidente ha quindi proceduto con la votazione per appello nominale, il cui scrutinio ha dato il seguente risultato: favorevoli alla sfiducia dell’assessore dell’Ambiente 20, contrari, 32.

I lavori del Consiglio regionale riprenderanno giovedì 2 marzo, alle ore 16.00, con una seduta congiunta assieme al Consiglio delle Autonomie Locali in cui saranno affrontati i temi della Legge di Stabilità e dei rapporti Regione-Enti locali.

Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo convocata dal presidente dell’Assemblea Gianfranco Ganau al termine della seduta di questa mattina. La conferenza ha messo a punto anche la scaletta della riunione, suddividendo in modo paritario gli interventi dei rappresentanti del Cal e dei capigruppo del Consiglio.

Per quanto riguarda l’elezione dei Revisori dell’Ersu di Sassari, altro argomento che figurava all’ordine del giorno della seduta di questa mattina, il presidente Ganau eserciterà i poteri sostitutivi, tenendo conto delle indicazioni dei gruppi.

La Legge di Stabilità 2017, infine, comincerà il suo percorso in Consiglio una volta definiti i passaggi tecnico-giuridici relativi all’esercizio 2016 che si sono resi necessari a seguito della recente sentenza della Corte Costituzionale.

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Quattro consiglieri regionali, primo firmatario Giovanni Satta del gruppo misto (gli altri sono Giuseppe Fasolino di Forza Italia, Pierfranco Zanchetta dei Cristiano Popolari Socialisti e Giuseppe Meloni del Partito democratico), questa mattina hanno presentato una mozione sulla razionalizzazione dell’assetto organizzativo della Direzione Generale degli Enti Locali e Finanze.

La mozione impegna il presidente della Regione e l’assessore regionale degli Enti locali, Finanze e Urbanistica:

1. A modificare con ogni consentita urgenza, il Decreto dell’assessore regionale degli Enti locali, Finanze Ed Urbanistica, n. 2 del 10. 02. 2015, al fine di ripristinare l’ufficio del Demanio marittimo dell’assessorato regionale degli Enti locali, Finanze ed Urbanistica – Servizio territoriale di Tempio-Olbia, competente per il territorio dell’ex provincia di Olbia-Tempio (dal comune di Badesi al comune di Budoni), mediante la riapertura funzionale della sede in Tempio Pausania.

2. In alternativa, a istituire lo stesso ufficio, previo ubicazione e spostamento in appositi locali di competenza regionale nella città di Olbia, posto che in tale territorio si concentra oltre l’80% delle concessioni demaniali rilasciate dal servizio.

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 La commissione Trasporti e Governo del territorio, presieduta dall’on. Giuseppino Pinna (Udc) ha approvato con 6 voti favorevoli, 4 astensioni ed un voto contrario, la delibera di Giunta relativa allo schema della nuova continuità territoriale aerea (CT1). Nel documento, a seguito di una proposta dell’on. Salvatore Demontis (Pd), è stata inserita una integrazione in 4 punti che dovrà essere sottoposta alla verifica della Giunta nel più breve tempo possibile. L’integrazione riguarda: 1) la possibilità di differenziare la tariffa fra residenti e non residenti estendendo all’intero anno il regime di continuità per i mesi di luglio e agosto; 2) la ulteriore riduzione delle tariffe per i residenti; 3) l’utilizzo delle economie a sostegno della cosiddetta Ct2 con aumento delle destinazioni e degli incentivi del trasporto low cost con particolare riferimento alle principali città europee; 4) lo studio di agevolazioni tariffarie per studenti residenti, sia per il trasporto aereo che per il Tpl (trasporto pubblico locale).

Nel lungo ed articolato dibattito che ha preceduto il voto hanno preso la parola i consiglieri regionali Angelo Carta (Psd’Az), Antonio Solinas, Salvatore Demontis, Giuseppe Meloni ed Alessandro Collu del Pd, Piermario Manca del Pds, Giuseppe Fasolino ed Alberto Randazzo di Forza Italia, Eugenio Lai di Sel, Giovanni Satta del Misto e Pierfranco Zanchetta di Cps. Il confronto, in sintesi, ha evidenziato la volontà comune di agire in tempi brevi ed individuare nuove risorse per abbassare ulteriormente le tariffe estendendole ai 12 mesi dell’anno, ed alcune differenze sul regime della tariffa “unica” per residenti e non residenti. Secondo alcuni, in particolare, sarebbe necessario privilegiare concretamente i residenti mentre altri ritengono che tale scelta finirebbe per danneggiare il settore turistico.

L’assessore Massimo Deiana, dopo aver ricordato che la scelta della Regione rappresenta «la sintesi di tanti interessi in gioco spesso divergenti e nello stesso tempo esprime il valore strategico di una Sardegna sempre connessa con il mondo esterno attraverso uno strumento che consente concretamente di superare il gap dell’insularità».

A causa del protrarsi del dibattito, la commissione ha deciso di rinviare alla prossima settimana l’audizione dello stesso assessore Deiana sulle parti di competenza della Legge di Stabilità 2017.

 

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Abbattere i costi di trasporto sostenuti dalle società dilettantistiche sarde, per disputare gare e competizioni nelle isole di Carloforte e La Maddalena. È questa, in sintesi, la finalità della proposta di legge n. 391 illustrata questa mattina alla stampa dai presentatori Roberto Desini (primo firmatario), Gianfranco Congiu, Augusto Cherchi (Partito dei Sardi) e da Pierfranco Zanchetta (Upc-Socialisti) a cui si aggiungono i sottoscrittori Piermario Manca (Pds), Luca Pizzuto (Sel), Giuseppe Meloni (Pd) e Alessandro Unali (Misto). 

«I costi dei collegamenti con le isole minori – ha dichiarato Roberto Desini – pesano sui magri bilanci delle società sportive al punto che molte squadre trovano conveniente pagare la sanzione per la mancata partecipazione piuttosto che disputare gare o incontri a Carloforte o alla Maddalena. Vogliamo far cessare questa disparità di trattamento e riaffermare ovunque nell’Isola i principi dello sport e la sua valenza educativa e sociale soprattutto per i più giovani.»

La soluzione al problema, avanzata nella proposta di legge e concordata con i vertici regionali del Coni, prevede che, attraverso una modifica della legge n. 17 del 17 maggio 1999 (Provvedimenti per lo sviluppo dello sport in Sardegna) il Coni stipuli apposita convenzione con il vettore marittimo che opera da e per le isole minori e faccia fronte, agli oneri relativi all’abbattimento dei costi di trasporto per le società dilettantistiche sarde, con le risorse che la Regione già trasferisce al Coni per effetto delle disposizioni della  legge 17/99.

La spesa è quantificata in circa 45.000 euro l’anno.

Pieno sostegno all’iniziativa è stato dichiarato dal presidente regionale del Coni, Gianfranco Fara, («siamo pronti alla collaborazione e le carenze nei trasporti, esterni ed interni all’Isola, restano un fattore penalizzante per tutti i sardi») mentre il capogruppo dell’Upc-Socialisti, Pierfranco Zanchetta, ha evidenziato come le problematiche che attengono le società sportive siano solo una parte della questione nodale che riguarda gli alti costi dei collegamenti con le isole minori.

«La responsabilità – ha spiegato Pierfranco Zanchetta – non è dell’armatore quanto delle Regione che determina le tariffe e l’alto costo dei biglietti penalizza oltremisura l’economia di Carloforte e La Maddalena.»

Il capogruppo del Partito dei Sardi, Gianfranco Congiu, ha quindi salutato con favore l’adesione alla proposta di legge del Pds di numerosi consiglieri della maggioranza ed ha auspicato un’ampia condivisione in Aula «su un provvedimento che punta a limitare i danni della “doppia insularità”». «È una proposta di buon senso – ha concluso Augusto Cherchi (Pds) – che vuole dare ristoro alle nostre isole, penalizzate, come lo è la Sardegna nei confronti del Continente, dall’alto costo dei trasporti».