23 April, 2024
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La Libreria Mondadori di Iglesias, in collaborazione con l’Associazione Culturale Teatrale “Quinte Emotive” organizza “La letteratura incontra il teatro”, il passaggio dalla parola letteraria all’azione scenica, progetto ideato e condotto dal regista Paolo Angioni.

L’analisi drammaturgica dei personaggi protagonisti di alcuni tra i più importanti romanzi della scrittrice Grazia Deledda (Canne al vento, Marianna Sirca, Elias Portolu e Incendio nell’oliveto) delinea l’argomento principale del laboratorio didattico.

L’evento si terrà mercoledì 16 maggio, dalle ore 18.00, nella sala Remo Branca di Piazza Municipio, coordinato dal regista Paolo Angioni, con la partecipazione degli allievi del laboratorio permanente e dai membri della Compagnia teatrale.

L’approccio teatrale al personaggio letterario si sviluppa in molteplici percorsi convergenti, il cui punto di partenza è rappresentato dalla comprensione del testo. Vengono poi definite le cosiddette “azioni esterne” e “azioni interne” che determinano “la spina” del personaggio, il senso d’identità (o il carattere) e l’obiettivo da perseguire. L’individuazione di questi requisiti, fondamentali per lo studio drammaturgico, si fanno spazio nel tessuto narrativo per individuare il percorso di ciascun personaggio e raggiungere così la consapevolezza di se stessi, all’interno della narrazione.

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E’ stata ufficializzata oggi un’importante novità nel progetto di rilancio dello stabilimento Eurallumina di Portovesme. La centrale a carbone, prevista per l’approvvigionamento energetico dell’Eurallumina, è stata stralciata dal progetto della Rusal presentato alla Regione e che ora prevede, in accordo con l’Enel, il collegamento al vaporodotto attraverso la centrale Grazia Deledda di Portoscuso. Su questa variante si dovrà pronunciare il ministero dell’Ambiente che stamane si è confrontato sull’iter procedimentale con i tecnici dell’assessorato della Difesa dell’Ambiente guidati dalla direttrice generale, Paola Zinzula, e dal coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi.
«Siamo soddisfatti – ha detto l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano – perché non si farà più la centrale a carbone: era un’ipotesi già tentata nel 2012, ma che è diventata percorribile grazie al nostro lavoro, alla collaborazione e all’azione sinergica del ministro Carlo Calenda e del presidente Francesco Pigliaru, in coerenza con la Strategia Energetica Nazionale e mantenendo l’equilibrio tra tutela dell’ambiente e occupazione.»
«Accogliamo con favore che a Roma, questa mattina, si sia fatta chiarezza sull’istruttoria che riguarda il progetto Eurallumina – ha concluso Donatella Spano -, stabilendo modalità e tempi sia per il livello nazionale che per quello regionale e riconoscendo l’importante lavoro fatto dai tecnici dell’assessorato.» 
Il coinvolgimento del Ministero sospende la procedura regionale, che riprenderà una volta che arriverà il pronunciamento sulla Via (valutazione di impatto ambientale) nazionale. La Rusal potrà decidere se mantenere il procedimento con la variante proposta o presentare un nuovo progetto.

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E’ stato presentato a Portoscuso, nella sala riunioni della biblioteca comunale, nel corso di un incontro organizzato dal coordinamento del Piano Sulcis, il programma delle bonifiche dei suoli e della falda superficiale nell’Area Industriale di Portovesme.

All’invito del coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi, hanno risposto, tra gli altri, il sindaco di Portoscuso, Giorgio Alimonda; l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano; l’amministratore straordinario della provincia del Sud Sardegna, Mario Mossa; il presidente del Consorzio industriale, Federico Strina; dirigenti delle aziende di Portovesme; sindacalisti; rappresentanti di associazioni ambientaliste; amministratori dei comuni del territorio, lavoratori e cittadini.

I lavori, dopo la presentazione di Salvatore Cherchi ed il saluto del sindaco di Portoscuso, Giorgio Alimonda, sono stati aperti dalla relazione dell’ingegner Alessandro Murgia, tecnico dell’assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente sullo stato delle bonifiche. Sono seguiti gli interventi dell’ing. Giuseppe Toia, uno dei manager storici di Alcoa; di Mario Mossa, amministratore della provincia del Sud Sardegna; di Franco Bardi, sindacalista della Fiom Cgil; telefonicamente, da Roma, dell’ingegner Laura D’Aprile, rappresentante della Direzione Generale per la Salvaguardia del Territorio e delle Acque Divisione III Bonifiche e Risanamento del ministero dell’Ambiente; dell’ingegner Vincenzo Tiana di Legambiente; Rino Barca, segretario regionale uscente della FSM Cisl; Pietro Caredda, responsabile dell’attività di bonifica della Portovesme srl; l’ingegner Maurizio Ardu, responsabile della Centrale Enel Grazia Deledda di Portovesme e, infine, l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano.

Dal dibattito è emerso il significativo passo in avanti compiuto dal programma di bonifiche dei suoli e della falda superficiale, reso possibile dall’intesa raggiunta dalle aziende che si sono accollate, nel rispetto del principio “chi inquina paga”, l’intero costo degli interventi.

Vincenzo Tiana ha riconosciuto l’importanza di questo risultato ma non ha mancato di sottolineare che l’utilizzo del carbone, come prevedono gli accordi a livello comunitario, è superato, ed ha aggiunto che non è accettabile la sopraelevazione del bacino dei fanghi rossi dell’Eurallumina e che se si vuole procedere con i programmi di rilancio della produzione, va individuato un nuovo sito di stoccaggio dei residui di lavorazione.

Il coordinatore del Piano Sulcis ha presentato a tutti i convenuti il rapporto aggiornato al 31 dicembre del programma delle bonifiche, che riepiloga le principali azioni di bonifica e/o di messa in sicurezza operativa e/o permanente dei suoli e attività di messa in sicurezza d’emergenza e/o bonifica della falda acquifera, realizzate, in realizzazione o di cui è stata decisa la realizzazione nell’Area Industriale di Portovesme, con investimenti a carico totale delle Aziende che li hanno in attuazione – Alcoa, Portovesme srl, Eurallumina, Enel, Ligestra.

Queste azioni sono state deliberate con una serie di decreti del ministero dell’Ambiente poiché riguardano un Sito d’Interesse Nazionale (SIN Sulcis-Inglesiente-Guspinese) e a seguito di complessi procedimenti conclusi con conferenza di servizi decisoria. Tali procedimenti hanno fortemente impegnato l’assessorato regionale dell’Ambiente, la provincia SUD Sardegna, il Comune di Portoscuso, Arpas, Ispra e altri pubblici soggetti, oltre alle Aziende interessate.

Si tratta di impegni che attualmente ammontano a oltre 170 milioni di euro per costi di investimento e a oltre 60 milioni di euro per costi di gestione parametrati per difetto su 5 annualità. Deve essere sottolineato che il costo del risanamento della falda è stato stimato sulla base di un progetto risalente ad alcuni anni fa che deve essere aggiornato in relazione ai fatti e alle decisioni nel mentre intervenuti e che poi andrà approvato in sede di Conferenza di Servizi. Peraltro, per determinati interventi, ad esempio ancora per la bonifica della falda acquifera, sono riportati costi OPEX per cinque anni laddove è assai probabile che la durata del programma avrà una proiezione decennale con un corrispondente incremento dei costi; in ogni caso, la conclusione del programma è subordinata all’esito positivo del monitoraggio per tre anni consecutivi.

Il più rilevante programma da avviare, sebbene già decretato, riguarda il barrieramento idraulico consortile, sono però già in attività gli impianti per la Messa in Sicurezza d’Emergenza – MISE negli stabilimenti e lungo il perimetro del bacino fanghi rossi.

Vediamo ora l’intervento iniziale di Salvatore Cherchi; l’intervento telefonico dell’ingegner Laura D’Aprile, rappresentante della Direzione Generale per la Salvaguardia del Territorio e delle Acque Divisione III Bonifiche e Risanamento del ministero dell’Ambiente e quello conclusivo dell’assessore regionale dell’Ambiente Donatella Spano.

    

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10215738495923320/

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10215738533084249/

 

 

 

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Roberto Forresu, segretario territoriale della FIOM CGIL Sulcis Iglesiente.

Irrompe la campagna elettorale, i partiti che puntano a governare il Paese e che si accingono ad esprimersi nel nostro territorio, mettano in evidenza le loro posizioni sui temi nazionali, ma allo stesso modo, entrino nel merito delle problematiche legate al mondo del lavoro ed in particolare quelle del Sulcis Iglesiente, territorio che nel caso non si trovino soluzioni immediate rischia un esplosione sociale senza precedenti.

Fallimenti industriali nella terziarizzazione dell’alluminio (ex Ila ed ex Sardal); ritardi nel rilancio di parte della filiera di alluminio (Alcoa ed Eurallumina); fermata sempre più lunga e preoccupante della centrale ENEL di Portovesme, con conseguente rischio di ulteriori richieste di ammortizzatori sociali, per le aziende ed i 300 operai degli appalti che dovrebbero essere impegnati quotidianamente nella centrale (al momento circa 200 lavoratori interessati a contratto di solidarietà e cassa integrazione, augurandoci che mai diventino esuberi); attesa infinita per l’autorizzazione della nuova discarica per la Portovesme srl, che fa vivere in costante apprensione i 1.300 lavoratori interessati al futuro della fabbrica di piombo e zinco; ritardo nel riconoscimento degli ammortizzatori sociali in deroga per i lavoratori che dovrebbero essere “traghettati” con un minimo ammortizzatore sociale, alla ripartenza delle fabbriche legate all’alluminio.

Questi ci auguriamo siano alcuni dei temi fondamentali che tutti gli schieramenti politici si accingeranno ad affrontare nei dibattiti che in questi giorni assisteremo nel territorio più povero d’Italia: il Sulcis Iglesiente. TUTTI, mettano al corrente, le migliaia di famiglie che soffrono la mancanza di lavoro, quale è la loro idea di rilancio e di garanzia occupazionale per il futuro. Quali prospettive industriali ci dobbiamo attendere da ogni singolo partito o schieramento politico; i lavoratori, in particolare i lavoratori metalmeccanici affrontino questa tornata elettorale con la massima attenzione, incalzino gli interlocutori politici sulle questioni sopra descritte, facendo comprendere loro, che il voto che verrà chiesto per il 4 di marzo dipenderà dagli impegni SERI che la classe politica prenderà, e soprattutto sarà in grado di attuare per il futuro del nostro paese e per il nostro straordinario e poco valorizzato Territorio.

Non c’è più tempo da perdere, nel Sulcis-Iglesiente, la chiusura delle fabbriche, la citata crisi che sta interessando la centrale Grazia Deledda Enel di Portovesme, hanno fatto riscoprire la creatività a  molti lavoratori; per necessità in tanti, hanno riscoperti mestieri o valori, che il boom industriale degli anni ’70 aveva accantonato, tipo il pane o la pizza fatta in casa, le coltivazioni degli orti o l’inventarsi imbianchino o muratore o idraulico, etc… con conseguente ed inevitabile crisi dei piccoli negozi, del mondo delle partite iva, moltissimi dei quali sono stati costretti alla chiusura, come possiamo verificare giornalmente dalle tante serrande chiuse. Per superare questo drammatico momento, chiunque si accinga ad affrontare la campagna elettorale, SAPPIA che per quanto ci riguarda, c’è assoluta necessità di affrontare i temi legati al futuro industriale, ed in base alle risposte che si daranno, i lavoratori metalmeccanici giudicheranno.   

Segreteria Territoriale

FIOM CGIL

Sulcis Iglesiente

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Il responsabile del dipartimento immigrazione della Lega, Toni Iwobi, apre oggi a Sassari la campagna elettorale della “Lega-Salvini premier” in Sardegna.

Alle 19, nella sala convegni dell’Hotel Grazia Deledda (Viale Dante, 47), Iwobi presiederà l’incontro pubblico al quale partecipano, tra gli altri, il segretario del Psd’Az, Christian Solinas (capolista per il Senato nel collegio plurinominale unico della Sardegna), il commissario della Lega nell’Isola, Eugenio Zoffili, i coordinatori provinciali della Lega, Dario Giagoni (capolista per la Camera dei Deputati nel collegio plurinominale Sassari-Gallura-Nuoro-Ogliastra) e Guido De Martini (capolista per la Camera nel collegio plurinominale Oristano-Medio Campidano-Sulcis-Cagliari), il candidato della coalizione del centrodestra al Senato, Antonio Moro (collegio uninominale Sardegna Nord) e la candidata della coalizione del centrodestra alla Camera, Maria Grazia Salaris (collegio uninominale Sassari-Alghero-Porto Torres). Partecipano inoltre i candidati Lega-Psd’Az del collegio plurinominale della Camera, Ilaria Faedda, Giovanni Nurra e Giorgia Vaccaro ed i candidati del collegio plurinominale del Senato, Lina Lunesu, Antonio Scanu e Carla Puligheddu.

Toni Iwobi, oltre a ricoprire il ruolo di responsabile del dipartimento immigrazione è candidato con la Lega alle elezioni per il rinnovo del parlamento italiano. Arrivato dalla Nigeria nel 1976 ha ottenuto il primo visto da studente nell’università di Perugia, dirige un’azienda informatica, è consigliere comunale in Lombardia.

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L’Amministrazione comunale di Carbonia esprime soddisfazione per il bilancio delle prime due serate della nuova stagione di prosa e danza “Carbonia 80″, rassegna che prevede complessivamente otto appuntamenti, curati dal Cedac e dal Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo Sardegna, con il patrocinio ed il contributo economico del comune di Carbonia.

I numeri parlano da soli: 353 spettatori presenti al Teatro Centrale per lo spettacolo d’esordio della rassegna “Carbonia 80”, dal titolo “Quasi Grazia” di Marcello Fois, a cui fanno seguito 352 persone che hanno assistito all’esibizione di danza “Lo Schiaccianoci”, a cura della compagnia Il Balletto di Roma. 

Nel dettaglio, “Quasi Grazia” di Marcello Fois, lo spettacolo che ha visto Michela Murgia cimentarsi nel ruolo della scrittrice sarda più famosa al mondo, Grazia Deledda, ha registrato cifre considerevoli, con 200 biglietti venduti, a cui si sommano i 153 abbonati. Cifre replicate quasi in modo analogo dalla splendida performance eseguita sabato scorso dalla compagnia “Il Balletto di Roma” che, con “Lo Schiaccianoci”, ha portato 199 paganti e i 153 abbonati.

«Abbiamo investito una somma importante per l’organizzazione della nuova stagione di prosa e danza: 28mila euro, a cui si aggiunge la concessione gratuita del Teatro Centrale (quantificabile in circa 2mila euro), per una cifra complessiva di circa 30mila euro. Uno sforzo economico ingente per festeggiare nel migliore dei modi l’ottantesimo compleanno della nostra città. Siamo soddisfatti della risposta del pubblico e della qualità degli spettacoli proposti nelle serate del 7 e del 13 gennaio», ha affermato l’assessore della Cultura Sabrina Sabiu.

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Si prevede il tutto esaurito domani sera, domenica 7 gennaio, alle 20.45, al Teatro Centrale di piazza Roma, dove prenderà ufficialmente il via “Carbonia 80”, la nuova stagione di prosa e danza 2017-2018, rassegna a cura del Cedac e del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo Sardegna, con il patrocinio ed il contributo economico del comune di Carbonia.

La nuova stagione teatrale si annuncia di altissimo livello, con la presenza di attori di fama nazionale.

«Abbiamo organizzato la rassegna nei minimi dettagli, con l’’obiettivo di festeggiare nel migliore dei modi la nostra città che, quest’’anno, taglierà un traguardo importante: il compimento dei suoi primi 80 anni”», ha affermato il sindaco di Carbonia Paola Massidda.

«“E proprio l’’ottantesimo compleanno di Carbonia ha ispirato il nome che abbiamo dato alla nuova stagione di prosa, “Carbonia 80” (1938-2018), la quale ripercorre tutti i cambiamenti sociali che hanno caratterizzato la nostra città in questi decenni”», ha spiegato l’’assessore della Cultura Sabrina Sabiu.

La rassegna prevede otto appuntamenti. Si comincia con un attesissimo spettacolo dedicato a Grazia Deledda, unica scrittrice italiana a vincere il Premio Nobel per la Letteratura nel 1926. “”Quasi grazia”,” di Marcello Fois vedrà Michela Murgia cimentarsi nel ruolo della scrittrice sarda più famosa al mondo, Grazia Deledda.

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A Milano, nel pomeriggio di lunedì 11 dicembre 2017, presso l’auditorium della storica Casa Manzoni  (Via Gerolamo Morone 1), il Centro Nazionale di Studi Manzoniani, in collaborazione con la F.A.S.I. (Federazione Associazioni Sarde in Italia), ha organizzato un incontro dal titolo “Ritrarre in forme plastiche la vita” per commemorare i 90 anni  del Premio Nobel per la Letteratura a Grazia Deledda, unica donna italiana ad essere insignita della prestigiosa  benemerenza,

Significativa la data dell’iniziativa culturale (esattamente a 90 anni dalla consegna materiale alla scrittrice sarda del massimo riconoscimento letterario a livello mondiale, avvenuta a Stoccolma il 10 dicembre 1927, anche se il Premio si riferì all’anno 1926, in cui non era stato assegnato dall’Accademia svedese per mancanza di candidature meritevoli). Nota: anche se in un diffusissimo strumento di consultazione come è l’enciclopedia libera Wikipedia è ben precisato che «il 10 dicembre 1927 venne conferito alla Deledda il premio Nobel per la letteratura 1926 (non vinto da alcun candidato l’anno precedente, per mancanza di requisiti)», sono stati innumerevoli coloro che hanno preso la cantonata di collocare il conferimento del Premio nella data errata del 10 dicembre 1926. Ne cito uno per tutti: ha scritto il “Corriere della Sera” dell’11 dicembre 2017: «Nel giorno della consegna dei Nobel, il 10 dicembre, quando anche lei ricevette 91 anni fa, nel 1926, quello per la Letteratura, Grazia Deledda è stata omaggiata da Google. Il motore di ricerca l’ha celebrata ieri con un doodle, versione speciale del logo di Google per commemorare anniversari ed eventi».

Il titolo dell’incontro ha voluto riprendere le parole della motivazione espressa dalla Giuria in occasione del Premio Nobel alla Deledda: «Per la sua potenza di scrittrice, sostenuta da un alto ideale, che ritrae in forme plastiche la vita qual è nella sua appartata isola natale e che con profondità e calore tratta problemi di generale interesse umano».

Di fronte a un folto pubblico, composto in gran parte di giovani, Angelo Stella, presidente del Centro Nazionale di Studi Manzoniani, ha introdotto i lavori ricordando che nella biblioteca personale del Manzoni figuravano opere di autori sardi che lui aveva sicuramente letto dato che le pagine sono risultate non più intonse: 1) di Vincenzo Raimondo Porru il Nou Dizionariu universali sardu-italianu (1834) «che era nello scrittoio di Alessandro Manzoni quando morì, e ancora vi si conserva» secondo una testimonianza del 1879 del poeta vicentino Giacomo Zanella; ed il Saggio di grammatica sul dialetto sardo meridionale dedicato a sua altezza reale Maria Cristina di Bourbon infanta delle Sicilie duchessa del genevese dal sacerdote Vincenzo Raimondo Porru (1811); 2) dello storico Giuseppe Manno la “Storia di Sardegna”, opera suddivisa in quattro volumi scritti tra il 1825 ed il 1827.

La relazione di Mauro Novelli (docente di Letteratura e cultura nell’Italia contemporanea e Letteratura italiana otto-novecentesca presso l’Università degli studi di Milano) ha offerto un ritratto avvincente della personalità eccezionalmente determinata della Deledda ed un cenno alle sue opere più importanti sia quelle ambientate nei suoi luoghi natii e valorizzanti il patrimonio di abitudini e mentalità della gente sarda sia quelle di ambientazione “continentale”.

Giuliana Nuvoli, professore di Letteratura italiana presso l’Università degli studi di Milano, che vanta diversi saggi sui rapporti fra letteratura e cinema, ha messo in evidenza come l’origine della vicenda drammatica al centro delle pagine di Canne al vento sia stata trascritta sullo schermo dal regista Mario Landi nello sceneggiato televisivo prodotto nel 1958 dalla Rai. Sono stati illustrati efficacemente i differenti modi di approccio della scrittrice e del regista.

Personalmente ho ricordato che l’accoglienza non favorevole ricevuta dai suoi primi romanzi convinse la Deledda a cercare di migliorare la conoscenza della lingua italiana seguendo i consigli di Antonio Scano, che la invitò a dedicarsi alla lettura di autori classici italiani (Metastasio, Goldoni, Manzoni, Guerrazzi, Capuana, Verga, Fogazzaro, D’Annunzio e, in generale, gli autori della letteratura regionale di impostazione naturalistica). In una lettera del 10 ottobre 1892 proprio ad Antonio Scano (che la pubblicò in Viaggio letterario in Sardegna, Foligno-Roma, Campitelli, 1932), la Deledda confessa: «Ora non faccio nulla. Cioè, studio soltanto e, secondo il suo consiglio, cerco di studiare la lingua, perché la fantasia non mi manca. […] E ho afferrato il Manzoni, il Boccaccio ed il Tasso, e tanti altri classici che mi fanno sbadigliare e dormire!… Dio mio! È inutile! Io non riuscirò mai ad avere il dono della buona lingua, ed è vano ogni sforzo della mia volontà. Scriverò sempre male, lo sento, perché l’abitudine di scrivere così come mi viene è radicata ormai nella mia povera penna».

Se leggiamo il romanzo Cenere (1904) vediamo però che nella parte seconda la Deledda usa un evidente stilema di derivazione classica tratto dai Promessi Sposi del Manzoni. Riferendo i pensieri di Anania, scrive: «Addio, addio, terra d’esilio e di sogni! Anania rimase immobile, appoggiato al parapetto del piroscafo, finché l’ultima visione di Capo Figari e delle isolette, sorgenti azzurre dalle onde come nuvole pietrificate, svanirono tra i vapori dell’orizzonte; […]».

Questi pensieri non possono non farci venire in mente quelli accorati di Lucia (capitolo VIII dei Promessi Sposi) mentre la barca che trasporta lei – fuggitiva dai luoghi natii, insieme con Agnese e Renzo, per sottrarsi alle grinfie dei “bravi” di don Rodrigo – andava avvicinandosi alla riva destra dell’Adda: «Addio, monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari; torrenti, de’ quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! […]».

Per quanto riguarda  il contributo concreto che la F.A.S.I. ha inteso dare alla celebrazione dell’Anno Deleddiano (90 anni dall’assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura 1926 e  80 anni dalla morte), per rendere onore alla grande scrittrice sarda, ho citato il bando per  premi che saranno riconosciuti a tesi di laurea sulla Deledda che saranno discusse nell’anno accademico 2017-2018 nei dipartimenti di studi letterari delle Università fuori della Sardegna: si veda questo link: http://www.fasi-italia.it/index.php/2-non-categorizzato/880-padova-12-giugno-2017

Rosa Muggianu, originaria di Atzara (Nuoro), socia del CSCS-Centro Sociale Culturale Sardo di Milano, ha letto sia il discorso pronunciato dalla Deledda nel momento in cui ha ritirato il Premio sia la traduzione in sardo di Nuoro che la Deledda operò del brano dei Promessi Sposi con la narrazione di fra Galdino sul  “miracolo delle noci”. Questa traduzione fu pubblicata nel volumetto, commissionato da Paravia a Ciro Trabalza, che uscì nel 1917 col titolo “Dal dialetto alla lingua. Nuova  grammatica italiana per la IV, V e VI elementare con XVIII versioni in dialetto d’un brano dei “romessi Sposi”.

Giovanni Cervo, presidente del CSCS di Milano, con un gruppo di collaboratori ha coordinato l’offerta ai numerosi uditori di un buffet a base di prodotti sardi, concluso con un “brindisi alla Sarda” (nei due significati: alla maniera sarda; in onore della grande scrittrice sarda).

Paolo Pulina

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Un intrigante gioco di specchi – tra arte e vita – per “Quasi Grazia”, la pièce di Marcello Fois ispirata alla figura della scrittrice nuorese Grazia Deledda e interpretata da Michela Murgia, una delle più interessanti e apprezzate autrici contemporanee, in tournée nell’Isola per la Stagione di Prosa 2017-18 del CeDAC nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna. Note biografiche e storiche e fantasie oniriche s’intrecciano nell’immaginifica mise en scène firmata dalla regista Veronica Cruciani per Sardegna Teatro, con un’intensa e straordinaria Lia Careddu nel ruolo della madre, accanto a Marco Brinzi, Valentino Mannias e Giaime Mannias, per un originale ritratto d’artista in cui i sogni della protagonista si scontrano con la mentalità di «un paese dove la donna era considerata ancora con criteri orientali».

Quasi Grazia” – che fin dal titolo, con un chiaro rimando a “Cosima”, sembra alludere ai molteplici intrecci fra invenzione letteraria e realtà – domenica 7 gennaio alle 20.45 aprirà il cartellone al Teatro Centrale di Carbonia, per approdare lunedì 8 gennaio alle 21.00 all’Auditorium Comunale di Arzachena e infine martedì 9 gennaio, sempre alle 21.00, al Teatro Comunale di San Gavino Monreale.

Il rito del teatro, in cui la verità si mette a nudo attraverso la finzione, rende possibile il miracolo stravagante di un’incarnazione: Grazia Deledda rivive in Michela Murgia, la scrittrice e conduttrice, autrice de “Il mondo deve sapere” e “Accabadora” fino al recente “Chirù” e alle riflessioni di “Futuro Interiore”, accanto a testi teatrali come “Cento” e “Spadoneri”, presta volto e voce alla narratrice di trame intricate e avvincenti, creatrice di personaggi indimenticabili, complessi e tormentati – da Elias Portolu a Marianna Sirca, dall’Efix e le sorelle Pintor di “Canne al vento”, a Annesa e Paulu ne “L’edera”, Olì e il figlio Anania in “Cenere”.

Focus su alcuni momenti cruciali dell’esistenza della scrittrice nuorese, dalla vigilia della partenza per Roma al viaggio in Svezia in occasione della consegna del Premio Nobel, in cui affiorano i drammi familiari ma anche il profondo legame con la sua Isola, il matrimonio con Palmiro Madesani – che scelse di dedicarsi interamente alla carriera della moglie, in una riuscita comunione di affetti e di intenti non sempre compresa – o volutamente fraintesa – dai contemporanei. Trasferitasi nella capitale, Grazia Deledda prosegue la sua attività di scrittrice, tra frequentazioni mondane e corrispondenze epistolari che testimoniano il respiro decisamente internazionale oltre al valore indiscusso della sua opera, capace di restituire un’immagine affascinante della Sardegna – tra paesaggi aspri e selvaggi e genti dall’animo fiero e dall’antica saggezza – mettendo l’accento sul groviglio delle passioni, sulla crudeltà del destino e i capricci della sorte, nell’eterna guerra fra il bene e il male.

Femmes fatales e giovani ingenui, creature piene di fuoco che inducono o cedono a pericolose tentazioni, pastori filosofi e innocenti traditi compongono un mirabile affresco di varia umanità sullo sfondo di una civiltà arcaica, a contrasto con l’inesorabile scorrere del tempo e l’affermarsi della modernità. Tra nobili sentimenti e impulsi brutali le figure nate dalla fantasia dell’artista prendono forma con tutte le loro contraddizioni, le paure, i pregiudizi, il coraggio e l’audacia: nei romanzi e nelle novelle scorre la vita vera, tra i minuti dettagli del quotidiano e i grandi ideali, i dilemmi interiori, i segreti inconfessabili, con un istintivo senso di giustizia che unisce colpa ed espiazione, peccato e redenzione. Tratti fiabeschi – tra miti e leggende dell’Isola e originali apologhi – e un’esasperata e consapevole sensualità quasi dannunziana si alternano nelle opere della Deledda, che trasfigura la materia incandescente delle umane passioni, fino a renderla universale.

Un donna intraprendente e quasi temeraria nello sfidare quasi inevitabilmente le convenzioni dell’epoca per seguire la propria inclinazione, determinata, dotata di talento e ricca di ispirazione, autodidatta per necessità ma decisa a perfezionarsi affinando progressivamente i propri strumenti espressivi: Grazia Deledda ha saputo conquistare i suoi lettori e lasciare un segno nella storia della letteratura – rivelando l’esistenza della sua Sardegna al mondo. La sfida di “Quasi Grazia” è restituirne la figura, senza retorica, come quella di una scrittrice “vivente” – che agisce, pensa, soffre, commenta – in un gioco delle parti in cui un’altra scrittrice, sarda e contemporanea, restituisce l’amarezza delle critiche, dell’incomprensione, della forse invidiosa svalutazione e insieme la certezza di non potere essere altro che se stessa. Attrice – perché “dentro” una pièce e un meccanismo (meta)teatrale e (meta)letterario – Michela Murgia diventa “quasi” Grazia, in un universo caratterizzato da segni e simboli ancestrali potentemente evocati sulla scena, si fa testimone e portatrice di una sua verità – di donna e d’artista – e insieme empaticamente condivide gioie e dolori, turbamento e quiete della vincitrice del Nobel, in una visione lucida, insieme soggettiva e soggettiva di sé e del mondo.

Figura centrale di un microcosmo familiare – in cui si spiccano i fratelli con le loro tragiche esistenze e specialmente la madre, donna severa e “all’antica”, custode delle tradizioni e dei valori, muta presenza, imprescindibile eppure distante, con cui è inevitabile confrontarsi, e “scontrarsi” – Grazia Deledda, circondata dalle cure affettuose del marito intraprende la sua avventura romana. Dialoga con il mondo – la scrittrice (quasi) “illetterata” – apprezzata da Maksim Gorkij e D.H. Lawrence. da Luigi Capuana e Giovanni Verga oltre che da Enrico Thovez, Emilio Cecchi, Pietro Pancrazi, Antonio Baldini, eppure la sua Isola resta al centro dei suoi pensieri e della sua opera, e la sua affermazione come scrittrice e il riconoscimento del suo valore e della sua importanza nel panorama culturale saranno più ardui proprio in patria, nella sua città, Nuoro, come in Sardegna e più in generale in Italia. “Quasi Grazia” nasce proprio con l’esigenza di riportare l’attenzione su un’autrice che – come ricorda Marcello Fois – «non è nemmeno compresa nel canone ministeriale, pur essendo a tutt’oggi l’unica donna italiana ad avere ricevuto l’ambito premio Nobel». Infatti, sottolinea l’autore della saga dei Chironi: «Decidere di parlare della Deledda è un atto che può avere del temerario. Specialmente per uno scrittore, specialmente per uno scrittore nuorese. L’ipotesi poi di parlarne portandola in scena rasenta la follia se è vero che il teatro è un medium impietoso e rituale». Ma la pièce scaturisce da una necessità, da una spinta interiore, se si vuole da una sorta di imperativo morale: «La mia idea, direi la mia ossessione», ammette Fois, «era che di questa donna, tanto importante per la cultura letteraria del nostro Paese, bisognasse rappresentare la carne. Come se fosse assolutamente necessario non fermarsi a una rievocazione “semplicemente” letteraria, quanto di una rappresentazione vivente. I grandi scrittori, i grandi artisti sopravvivono», e innegabilmente «La vita di ogni grande scrittore racconta qualcosa della grande scrittura».

Una “sfida” che ha coinvolto, e affascinato una scrittrice come Michela Murgia: «Quando Marcello Fois ha immaginato questo testo su Deledda e mi ha chiesto di interpretarlo, il potenziale rivoluzionario della sua figura mi ha convinta ad accettare senza riserve.  È infatti evidente che Deledda per realizzare sé stessa abbia pagato, oltre ai sacrifici personali, anche un altissimo prezzo sociale: enorme su di lei la diffidenza radicale del mondo letterario italiano, capace perfino di ignorarne il Nobel, e un giudizio sulla sua vita privata che ha portato persino i grandi nomi della letteratura italiana a storcere il naso davanti al suo matrimonio paritario e sodale, così simile alle coppie di potere dello star business contemporaneo, ma del tutto insolito nella bigotta Italia degli anni ‘30.
La sua storia di determinazione personale è un paradigma non solo per le donne di tutti i tempi, ma per chiunque voglia realizzare un sogno partendo da una condizione di minorizzazione sociale».

Una sfida che approda di nuovo sui palcoscenici dell’Isola – sotto le insegne del CeDAC – con una mise en scène che grazie alla sapiente regia di Veronica Cruciani fonde arditamente e felicemente l’elemento “identitario” della cultura sarda al ritratto di una donna e un’artista decisamente all’avanguardia per l’epoca e tuttora capace di parlare alla mente e al cuore dei suoi lettori.

Quasi Grazia – ©alecani 2017 – all rights reserved – info at alecani@gmail.com

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La visita del ministro Carlo Calenda insieme al presidente della Regione Francesco Pigliaru, è certamente il segno più importante delle Vertenze industriali dell’intero 2017.

Una visita, con la sottoscrizione dell’accordo di programma che consente l’accelerazione dei tempi burocratici stabiliti per la definizione del Contratto di Sviluppo funzionale alla cessione dello Smelter di Portovesme. Pratica sulla quale si è detto tutto, mentre l’11 di gennaio avremo il primo momento di verifica del Piano Industriale, della consistenza finanziaria e industriale della Società alla quale il MISE e Invitalia hanno deciso di assegnare lo stabilimento.

Visita poi utilizzata dal Ministro per dare una scossa alla Vertenza Eurallumina culminata con la convocazione al MISE, per la seconda settimana di gennaio, di Rusal, Enel, Terna e Regione, per portare a compimento l’accordo per la fornitura del vapore dalla centrale Grazia Deledda, già sottoscritto fra le 2 Società nello scorso mese di settembre. Accordo per cui è necessaria la stipula di un contratto di servizio con la Società di gestione della Rete elettrica, a seguito del quale si potrebbe dare rapido avvio all’investimento di circa 40 milioni di €, con immediato respiro al sistema degli appalti e riduzione dei tempi di riavvio della produzione, in quanto lo stesso ha già tutte le autorizzazioni di Legge.

Una visita che si è potuta svolgere per la condivisione delle problematiche da superare, l’unità di intenti, l’azione comune e soprattutto per l’approvazione di fondamentali provvedimenti Legislativi.

Il primo in assoluto è la Norma che ha sancito la sostanziosa riduzione strutturale dei costi dell’energia elettrica per le attività produttive ad alta intensità energetica e occupazionale. Una norma che interessa 3.300 aziende nel Paese di cui almeno 18 in Sardegna, circa 400mila lavoratori fra i quali i 1.300 della Portovesme srl, che arriva a compimento grazie alla concretezza del Ministro, ma anche alla testarda rivendicazione, proposizione e mobilitazione del territorio e all’altrettanta concretezza dei parlamentari del Sulcis Iglesiente che hanno profuso il determinante impegno per la sua approvazione.

Il secondo, altrettanto vitale, è la sclassificazione degli Usi Civici dei terreni industriali, che anacronisticamente “godevano” di quel vincolo. Provvedimento senza il quale non si potrebbe ora ragionare sulla ripartenza della filiera dell’alluminio, della riconversione produttiva della Carbosulcis con l’importantissimo progetto ARIA per la produzione di gas rari da impiegare nella ricerca e nella medicina che era bloccato per la scoperta di quel vincolo a quasi 70 anni dalla nascita della miniera di Seruci, come di qualsiasi altro possibile insediamento produttivo.

Il terzo è la Decretazione di Area di Crisi Industriale Complessa. Norma che deve ancora sviluppare le sue importanti potenzialità per la riconversione, riqualificazione e creazione di nuove opportunità di Lavoro in tutti i settori economici, ma sostanziale per ottenere il recupero e la proroga degli ammortizzatori sociali ancora per il prossimo anno.

Infine, fra gli altri non di minore importanza, il Piano Sulcis. Piano conquistato dal territorio, spesso contestato a sensazione da chi ne ha beneficiato a partire dalle cospicue risorse destinate alla fiscalità di vantaggio e da chi ne ha fatto lo strumento sensazionale e retorico per tornaconto mediatico. Piano che per noi, dopo alcuni anni di niente assoluto, può e deve essere superato avendo di fatto praticamente esaurito le sue finalità, con l’impegno di quasi il 90% delle risorse che riguardano i settori che vanno dall’Istruzione alla ricerca, dal recupero e bonifica del territorio a quello dello sviluppo infrastrutturale, turistico, portuale e per la ripresa e salvaguardia del comparto produttivo.

Le Vertenze, non solo industriali, che hanno vita grazie alla testarda e tenace mobilitazione dei Lavoratori, saranno concluse quando ripartirà il Lavoro che a sua volta sarà importantissimo per la ripresa dell’economia e dell’occupazione nei vari settori, ma possiamo dire che il 2017, per la prima volta dopo troppo tempo, si chiude con qualcosa di più concreto e importante degli Auguri e della speranza da auspicare per il nuovo anno.

Roberto Puddu

Segretario generale CGIL

Camera del Lavoro Sulcis Iglesiente