19 April, 2024
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Ignazio Locci 3 copia

Il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci interviene sull’aggiudicazione a una cooperativa messinese del Servizio di assistenza domiciliare del Plus del Sulcis (Piano locale unitario servizi alla persona, Comune capofila Carbonia) per 2 milioni e 756mila euro per tre anni.

«Adesso a rischio ci sono 90 unità lavorative – dice Ignazio Locci -. Innanzitutto occorre chiedersi come sia possibile che una cooperativa esterna riesca a presentare un’offerta migliore di quelle avanzate dalle cooperative da anni operanti nel territorio. In secondo luogo, non ci si può esimere dal domandarsi per quale ragione chi ha preparato il bando non si sia impegnato per salvaguardare le competenze consolidate e professionali del Sulcis Iglesiente e abbia invece spalancato le porte ad un grosso sodalizio non sardo in grado (ma sarebbe il caso di piazzare la lente di ingrandimento) di proporre un’offerta fuori mercato.»

«A questo punto – aggiunge Ignazio Locci -, non ci resta che appellarci ai sindaci che rientrano nel Plus di Carbonia (Calasetta, Carbonia, Carloforte, Giba, Masainas, Narcao, Nuxis, Perdaxius, Piscinas, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Santadi, Sant’Anna Arresi, Sant’Antioco, Tratalias, Villaperuccio) affinché vigilino per salvaguardare sia le 90 unità lavorative, sia i servizi alla persona. Gli aspetti da valutare sono molteplici: la gara d’appalto non ha brillato per trasparenza; è stata espletata a cavallo tra il vecchio e il nuovo codice degli appalti; e la proclamazione del vincitore è stata rimandata costantemente fino all’annuncio arrivato dopo il ballottaggio del 19 giugno scorso.»

«Gli amministratori locali del Sulcis non devono consentire l’ingresso nel nostro territorio a imprese non locali che potrebbero incidere negativamente nel nostro mercato, peraltro in questo caso retto dal lavoro femminile. Ed è altresì importante – conclude Ignazio Locci – che gli amministratori impediscano che le antipatie e le simpatie locali di qualche funzionario pubblico si intromettano nelle procedure pubbliche condizionando l’economia del territorio.»

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Piazza Municipio Narcao 4 copia

Venerdì 1 luglio, alle 17.30, presso l’Oratorio Don Bosco di via Cesare Battisti, a Narcao, si terrà un incontro dibattito divulgativo, organizzato dal comune di Narcao, nel quale verranno illustrate tutte le opportunità offerte dal PSR 2014/2020 e dal Piano Sulcis. Parteciperanno Danilo Serra e Andrea Tunis, rispettivamente sindaco e vicesindaco del comune di Narcao; Ignazio Locci, consigliere regionale; Giuseppe Bullegas, agronomo e progettista, consulente esperto in ambito sviluppo rurale e premi comunitari agricoli; Federico Deiana, agronomo, progettista consulente esperto in ambito sviluppo rurale e urbanistico; Juan Navarro, consulente esperto di sviluppo rurale in ambito agricoltura super intensiva per olivo, mandorlo, melograno.

 

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Matteo Renzi copia 2

Nasce nel Sulcis Iglesiente il Comitato per il No alla riforma costituzionale del Governo Renzi. Ne fanno parte Andrea Tunis (vice sindaco del comune di Narcao), Daniela Garau (consigliera comunale di Carbonia), Ignazio Locci (consigliere regionale), Rossano Loddo (cConsigliere comunale di Portoscuso), Simone Saiu (consigliere comunale di Iglesias).

«Obiettivo del Comitato – sottolinea Ignazio Locci – è informare i cittadini sui retroscena per niente godibili che si celano dietro le modifiche alla Costituzione che il governo dei non eletti e della finta maggioranza di Matteo Renzi intende imporre con mezzucci e sotterfugi. Il Premier, con la sua personalissima riforma, nasconde il tentativo di monopolizzare le istituzioni e, con la patetica storiella dell’eliminazione del Senato, rischia di traghettare il Paese verso una deriva neo-autoritaria. Noi diciamo convintamente No: tutelare la Costituzione è un dovere che sentiamo nostro e ci opporremo a queste scellerate modifiche.»

«Per questo chiediamo la collaborazione di tutti i cittadini per una mobilitazione (anche attraverso momenti pubblici di condivisione) che impedisca lo stravolgimento del nostro impianto Costituzionale perché siamo certi che in questo momento sia indispensabile poter fare affidamento su istituzioni forti e credibili. Istituzioni che restituiscano un ruolo centrale alla politica – conclude Ignazio Locci – ma che Renzi intende svuotare di ogni significato con un semplice colpo di mano.»

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Il gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale ha presentato una proposta di legge per la semplificazione delle concessioni balneari.

«La nostra è una proposta concreta per andare incontro alle esigenze degli operatori del turismo balneare e rilanciare in Sardegna una offerta competitiva e di qualità» ha detto il capogruppo Pietro Pittalis presentando la proposta di legge del partito, primo firmatario l’on. Marco Tedde, con cui, fra l’altro, si modificano alcune norme della legge regionale 8/2015 (legge edilizia).

«Stiamo parlando di un settore – ha spiegato Marco Tedde – di cui fanno parte in Sardegna circa 600 imprese con una occupazione diretta di 4000 unità più l’indotto, un settore che opera in un comparto strategico per l’economia della Sardegna fra mille difficoltà causate da un quadro normativo molto complesso sia a livello regionale che nazionale e comunitario.»

«Per quanto riguarda la legislazione regionale – ha aggiunto Marco Tedde – la nostra proposta prevede, da un lato, di modificare la legge 8 per permettere a tutti i titolari di concessioni balneari di operare 12 mesi l’anno anche nei Comuni sprovvisti di Pul (Piano urbano dei litorali), superando la soglia attuale dei 90 giorni. Ci sembra un intervento di buon senso sia perché i Pul approvati in Sardegna sono pochissimi e comunque la Giunta non ha ancora definito l’ambito dei cosiddetti litorali urbani, sia perché si mettono gli operatori nelle condizioni di allungare la stagione ed ottimizzare i loro investimenti.»

«Inoltre – ha sottolineato ancora Marco Tedde – in attesa della nuova normativa nazionale, che potrebbe subire forti cambiamenti dall’esito di un processo aperto presso la Corte di Giustizia europea per la proroga delle concessioni fino al 2020 decisa dall’Italia, la disposizioni regionali consentiranno ai Comuni di avviare procedure ad evidenza pubblica subordinando il rilascio delle concessioni al pagamento di un indennizzo ai vecchi proprietari (nel caso perdessero la gara) pari al 90% del valore dell’azienda, certificato da una perizia.»

«E’ una legge necessaria alla Sardegna – ha affermato il consigliere Ignazio Locci – perché fa emergere il ruolo di un settore che ha tutte le potenzialità per sviluppare il turismo sardo, ma non riesce ad esprimerle perché oggettivamente ostacolato dai vincoli di norme farraginose che richiedono procedure lunghissime, come i Puc (Piani urbanistici) ed i Pul (Piani urbani dei litorali) i quali poi devono essere sottoposti ad una verifica di coerenza con il Ppr (Piano paesaggistico regionale).»

«Si tratta di una parte molto significativa della nostra offerta turistica – ha detto il consigliere Edoardo Tocco – che esprime al meglio la naturale vocazione della nostra Regione, non possiamo e non dobbiamo trascurare questo settore anche per la sua capacità di produrre professionalità ed occupazione, in buona parte giovanili.»

«Dobbiamo mantenere la guardia molto alta – ha sottolineato il consigliere Stefano Tunis – su tutti i problemi che riguardano il turismo in Sardegna e anche per questo auspichiamo che la nostra proposta sia approvata tempestivamente, con l’urgenza che merita e che i tempi dell’attuale fase economica richiedono:»

Il consigliere Giancarlo Carta ha poi rappresentato la preoccupazione di molte aziende turistiche del Sassarese, «dove alcune strutture potrebbero essere destinate all’accoglienza dei migranti; non si tratta di venir meno ai nostri doveri di solidarietà ma non si può stravolgere una delle migliori vocazioni naturali del territorio e poi parlare della Sardegna come fabbrica del sole e terra del turismo sostenibile».

Tuerredda 7

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Consiglio regionale 23

E’ stata rinviata l’elezione del nuovo vicepresidente di minoranza del Consiglio regionale, in sostituzione di Antonello Peru, consigliere regionale di Forza Italia dichiarato decaduto dall’Assemblea di via Roma.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il presidente ha comunicato che, per quanto riguarda l’elezione di un vice presidente dell’Assemblea, è stato raggiunto un accordo per il rinvio.

Successivamente l’Aula ha cominciato l’esame del Conto consuntivo del Consiglio per l’anno 2015. Il presidente del collegio dei questori, Piermario Manca, ha sottolineato l’importanza del documento, che consente di confrontare i risultati di esercizio e la previsione di spesa, verificandone la coerenza. Rispetto ad una dotazione complessiva di 66 milioni e 300 mila euro, ha aggiunto Manca, si è verificato uno scostamento di oltre 5 milioni riconducibile ad economie su tutte le voci di spesa.

Prima di passare al voto, il capogruppo di Sdl Roberto Desini ha chiesto se, a differenza degli esercizi precedenti, erano state previste relazioni del collegio dei Questori al completo.

Il presidente Ganau ha risposto negativamente, precisando che la relazione del presidente rappresenta ovviamente tutto il collegio.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, intervenendo per fatto personale, ha lamentato che «il collega Desini interferisce ancora sempre sullo argomento; per quanto concerne il bilancio di previsione del 2015 ho motivato la mia astensione, mentre ora ho votato il consuntivo, sia chiaro comunque che non prendo direttive da nessuno».

Al termine di quest’ultimo intervento il Consiglio ha approvato tutti i documeti che compongono il rendiconto: entrate, spese, allegati, rendiconti dei gruppi sul personale il comando, rendiconto finanziario del Corecom.

Prima del voto finale, il consigliere del gruppo Misto Mario Floris ha ricordato che, con una lettera, il presidente dell’Assemblea ha informato i consiglieri sulle possibili ripercussioni negative della riforma costituzionale sulla dotazione organica dei gruppi consiliari. «Io interpreto queste norme in materia diversa e ritengo che il Consiglio abbia gli strumenti per agire a sua tutela», ha detto Floris, «però ritengo che in generale il Consiglio non possa restare assente da grande questione che riguarda tutta politica; propongo quindi una seduta ad hoc per evitare la paralisi delle istituzioni regionali».

Il presidente Ganau ha definito «molto utile» il richiamo di Floris all’argomento oggetto della lettera, scaturita da un dibattito nazionale svoltosi in sede di conferenza dei presidenti dei Consigli regionali, dibattito dal quale il problema prospettato esce in parte ridimensionato anche a seguito di un ordine del giorno sulla materia da parte del Governo nazionale. Si tratta di un segnale positivo, ha concluso il presidente del Consiglio, rispetto al quale occorre comunque non abbassare la guardia ed intensificare il lavoro dei Consigli regionali di concerto con i due rami del Parlamento.

Successivamente il Consiglio ha espresso il voto finale sul rendiconto, con 37 voti favorevoli e 22 astensioni.

Al termine dello scrutinio, il presidente ha comunicato che in base alle decisioni della conferenza dei capigruppo saranno sottoposti all’attenzione dell’Aula due provvedimenti urgenti in materia di lavori pubblici e diritto allo studio; la seduta è stata quindi sospesa per consentire la distribuzione dei documenti.

Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau ha aperto la discussione sulla proposta di legge n. 347 “Disposizioni urgenti in materia di Lavori pubblici” firmata da tutti i gruppi di maggioranza e opposizione. Il provvedimento, portato in Aula con la procedura d’urgenza prevista dall’articolo 102 del regolamento, detta le linee per la mitigazione del rischio idrogeologico e per dare soluzioni ad alcune problematiche sul fronte dei lavori pubblici.

Non essendoci iscritti a parlare, il presidente Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato dall’Assemblea. Approvati, in rapida successione, anche i quattro articoli del testo di legge: l’art. 1 “Disposizione per la gestione delle piccole dighe”; l’art. 2 “Disposizioni per l’accelerazione degli interventi per la prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico ed altre opere urgenti”; l’art. 3 “Acquisizione di aree strumentali al servizio idrico integrato”; art. 4 “Entrata in vigore”. L’Aula ha poi approvato il testo finale con 44 voti a favore e 2 contrari.

Il Consiglio è quindi passato all’esame del disegno di legge n. 338 per la proroga, fino al prossimo 31 luglio, degli attuali commissari delle Asl.

Il presidente della Commissione Sanità Raimondo Perra, relatore di maggioranza, ha parlato di provvedimento necessario per consentire al Consiglio di approvare la legge che istituisce l’Azienda sanitaria unica regionale (Asur). «La Commissione –ha detto Perra – ha preso atto della richiesta della Giunta approvando il D.L., senza modifiche e con il solo voto della maggioranza, il 17 giugno scorso».

Profonda delusione per la presentazione della richiesta di proroga dei commissari delle Asl ha invece espresso il relatore di minoranza Gianfranco Carta (Forza Italia).

«Secondo la legge 23 del 2014 – ha ricordato Carta – il commissariamento sarebbe dovuto durare quattro mesi, il tempo necessario per avviare la riforma sanitaria. Questo disegno di legge rappresenta invece l’ennesima proroga utile a risolvere i problemi interni alla maggioranza.»

Carta ha quindi elencato i vari interventi adottati da Giunta e Consiglio negli ultimi tempi: dalle precedenti proroghe dei commissari (L.R. 22 del 2015) alla legge 36 del 2015 che prevedeva, entro 30 giorni dall’approvazione, l’istituzione dell’Asur.

«Questa proroghina serve non a consentire un’istruttoria compiuta del disegno organico in Commissione – ha sottolineato Carta – ma esclusivamente a dar modo a una maggioranza che si è mostrata quanto mai divisa e litigiosa, di comporre i propri contrasti interni.»

Il relatore di minoranza ha quindi paventato il rischio che lo strumento della proroga, strumento a cui si dovrebbe ricorre in casi eccezionali, venga invece istituzionalizzata «in deroga alle norme sui requisiti e sulle modalità di nomina degli organi permanenti e in contrasto con la normativa nazionale».

Carta, a nome di tutta l’opposizione, ha concluso il suo intervento annunciando il voto contrario al disegno di legge 338 ed  esprimendo rammarico «per non aver potuto dare il proprio contributo a scrivere un buon testo di riforma nell’interesse di tutti i sardi e del loro incomprimibile diritto alla salute».

Ha poi preso la parola il consigliere Edoardo Tocco (Forza Italia) che, dopo aver lamentato l’assenza in Aula del presidente Pigliaru, ha bocciato senza mezzi termini la proposta di proroga dei commissari delle Asl presentata dalla Giunta.

«E’ un provvedimento farsa – ha detto Tocco – questa fiera prima o poi dovrà finire. Non si vede una strategia sulla sanità. Più volte ho visitato i piccoli presidi della Sardegna dove ho registrato un gran malcontento. I territori si mobilitano e voi siete qui a proporre un’altra proroga dei commissari».

Edoardo Tocco ha ricordato le difficoltà presenti in molti ospedali: dalle lunghe liste d’attesa al Brotzu e all’Oncologico fino ai disagi vissuti dai piccoli nosocomi. «Ciò che più fa specie è che la commissione Sanità non conta più niente – ha rimarcato il consigliere di Forza Italia – serve uno scatto d’orgoglio. Ho paura che la situazione non si risolverà con l’ennesimo commissariamento al 31 di luglio. E’ necessario che raggiungiate un accordo al più presto».

Piermario Manca (PdS) ha annunciato il voto contrario al provvedimento. «Il problema non è dare una proroga ma mettere in evidenza che le persone prorogate non sono all’altezza – ha detto Manca – avevano il dovere di risolvere i problemi per cui sono stati indicati. Sono consapevole che le questioni sono complesse ma alcuni commissari, non solo non riescono a risolvere i problemi più banali, ma anzi li amplificano. A Thiesi, per fare un esempio, manca il servizio ticket e la popolazione è costretta a recarsi alle Poste per il ritiro dei referti,. Si invoca la mancanza di personale, nonostante la Asl di Sassari abbia un +15% di personale amministrativo».

Manca ha quindi invitato la Giunta a una pausa di riflessione. «Forse è meglio fermarsi un attimo e ascoltare i consiglieri eletti. Mio dovere è segnalare con puntualità le storture ed esercitare il mio diritto di controllo – ha concluso Manca – voglio vigilare sulle istituzioni e dare risposte alle persone che mi hanno votato».

Marcello Orrù (Psd’Az), pur riconoscendo la legittimità dei commissariamenti (“diritto di una coalizione che si insedia dopo aver vinto le elezioni”) ha criticato la durata degli stessi. «Non vi siete resi conto che state andando incontro al terzo anno di governo e ancora ci portate un proposta di proroga – ha detto Orrù – due sono le questioni: o i commissari sono talmente bravi oppure c’è un problema all’interno della maggioranza».

Secondo il consigliere sardista, la proroga è uno dei segni della cattiva gestione della sanità sarda. «Da quando vi siete insediati abbiamo assistito a diverse manifestazioni di protesta e alla sofferenza di tante strutture di eccellenza che rischiano la chiusura: pediatria a Sassari, oculistica Ozieri, gli ospedali di Thiesi e Ittiri, etc. C’è una tristezza infinita a constatare l’indebolimento della sanità a Sassari».

Per Orrù, infine, il D.L 338 certifica lo scollamento tra la Giunta e la sua maggioranza. «Le forze politiche che sostengono il governo regionale dichiarano contrarietà a una riforma rivelatasi fasulla. Nonostante ciò, l’atteggiamento borioso della Giunta prosegue, non soltanto nei confronti dei cittadini ma anche del Consiglio e della sua maggioranza. Un’arroganza – ha concluso l’esponente del Psd’Az – che si materializza in questo disegno di legge».

Ignazio Locci (Fi) ha rivolto un richiamo alla maggioranza sulla situazione in cui versa la Sanità sarda, caratterizzata, a suo giudizio, da un disavanzo di 349 milioni di euro che a fine «2016 si stima raggiunga la cifra di oltre 400 milioni di euro». Per Locci è necessario «superare il totem della asl unica e concentrarsi su una nuova governance». «Il problema – ha affermato l’esponente della minoranza – è infatti il governo delle reti di cura e dei processi decisionali e non già un dibattito inutile su quante debbano essere le Asl». Ignazio Locci ha definito un “rattoppo” la proroga dei commissariamenti” ed ha evidenziato che alla sanità sarda serve garantire stabilità e continuità per assicurare servizi migliori e più accessibili. «Impegniamoci a costruire  un sistema di governace utile ai cittadini – ha concluso Locci – e non un sistema legato alle esigenze partigiane della politica».

Il consigliere del Pd, Roberto Deriu, è intervenuto per preannunciare il voto a favore della proroga ma ha dichiarato che il termine del 31 luglio «non è realistico né concreto».

Il consigliere Stefano Tunis (FI) ha affermato in premessa del suo intervento di voler evitare di cogliere “la ghiotta occasione per mettere in evidenza le difficoltà palesi della maggioranza” e di preferire un atteggiamento propositivo sul delicato tema della sanità. «Servono soluzioni – ha affermato l’esponente della minoranza – perché la sanità è il tema che unisce maggiormente i cittadini sardi che oggi temono di perdere ciò che hanno in materia di assistenza sanitaria». Tunis ha quindi criticato il termine del 31 luglio per la proroga dei regimi commissariali:  serve il tempo necessario per approfondire un tema complesso. Il consigliere di Fi ha quindi invitato la maggioranza a “cogliere la disponibilità della minoranza per contribuire a realizzare una riforma efficace e condivisa, perché il costo della sanità è aumentato e la qualità dei servizi è peggiorata, anche  per la cosiddetta discontinuità amministrativa.

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha definito la proroga fino al 31 luglio dei commissariamenti “il secondo grande bluff della giunta dopo quello dell’ospedale fantasma del Mater Olbia”. «L’ospedale fantasma di Olbia – ha spiegato l’esponente dell’opposizione – ha come unica realizzazione la trasformazione da agricoli a edificabili dei terreni di proprietà dei Qatarini».

A proposito della proroga Oppi ha elencato glia adempimenti che, qualora la data del 31 luglio sarà approvata, attenderebbero l’eventuale direttore della cosiddetta Asl unica. «Nel mese di agosto – ha proseguito il leader centrista – si dovrebbe costituire un nuovo soggetto giuridico e fiscale, fare una nuova tesoreria, installare nuovi software, sistemare le graduatorie dei concorso, rifare le contrattazioni aziendali, il censimento del patrimonio e  dei rapporti attivi e passivi, rivedere il riparto del fondo nazionale per i vari soggetti del sistema sanitario, l’accreditamento della nuova azienda, adeguare i Cup e tante altre cose che è irrealistico possano essere fatte nel mese di agosto». «Se proroga deve essere – ha concluso Oppi – che proroga sia, prendetevi quindi il tempo necessario per tutte le procedure e sia garantito il rispetto delle istituzioni».

Il consigliere dei Riformatori, Michele Cossa, si è detto “imbarazzato” dai termini della discussione e sui contenuti del  provvedimento («il  commissariamento è la prova della voracità dei partiti della maggioranza»). L’esponete della minoranza ha quindi ricordato la proposta di legge avanzata dal suo gruppo consiliare che prevede la proroga dei commissari nelle Asl fino al 31 dicembre 2016 ed ha evidenziato come sia del tutto assente una “valutazione sull’operato dei commissari che sono espressione della Giunta regionale con mandato e limiti precisi”. Cossa ha quindi criticato l’attuale gestione della sanità e delle Asl in particolare («assistiamo a cosa mai viste, ad incominciare dalla vendita del pesce nei sotterranei dell’ospedale Brotzu a Cagliari»). «La Asl unica – ha dichiarato Cossa – è l’unico modo per riportare a razionalità un sistema che non ha più controllo ma il penultimatum del 31 luglio è una data non realistica che dimostra come il centrosinistra non sarà in grado di fare alcuna seria riforma del sistema sanitario in Sardegna».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia), iniziando con una sintesi, ha parlato di «una leggina che chiede l’ennesima proroga dopo due anni e quattro mesi dall’insediamento del centro sinistra al governo della Regione: un fallimento totale come ammesso da qualche collega della maggioranza, per cui diligentemente voterò contro e diligentemente condivido la proposta dell’opposizione». La scadenza di fine luglio, ha proseguito, «non è troppo lunga o troppo breve, non ci doveva nemmeno essere, noi critichiamo la maggioranza perché i risultati non ci sono e non basta essere un bravo medico per essere anche un bravo assessore della Sanità; non basta mettere assieme un cartello elettorale per governare bene la sanità sarda». Questa norma non deve neanche essere votata, ha concluso, «che la maggioranza trovi condivisione se ci riesce, altrimenti si nominino i direttori generali, almeno avremo una amministrazione stabile».

Il consigliere Gianni Tatti (Udc) si è detto in disaccordo con il collega Manca quando sostiene che le persone non sono all’altezza dei compiti assegnati. In realtà, ha sostenuto, «è la Giunta che non ha il coraggio di metterci la faccia e chiede ai commissari di agire per interposta persona a cominciare dal riordino della rete ospedaliera; è questa politica che sta andando contro tutti e forse a favore di qualcuno e sta distruggendo i servizi sul territorio». E’imbarazzante, ha ricordato, «vedere i consiglieri regionali eletti nelle zone interne che nei territori sfilano alle manifestazioni e poi votano tutto quello che decide la Giunta, come accaduto proprio pochi giorni fa nel Sarcidano; dovete parlare anche qui, dire che siete contro il taglio dei servizi, degli ambulatori, dei laboratori di analisi nei paesi e nelle città, contro il blocco del turn over, spiegare perché in ogni territorio stanno nascendo comitati spontanei di cittadini a difesa del diritto alla salute». Nell’azione dei commissari nominati dalla Giunta, ha terminato Tatti, «c’è anche molto materiale per la commissione di inchiesta, come i 750 euro a notte pagati ad un anestesista all’ospedale di Isili dove la sala operatoria è chiusa; non sono per l’antipolitica ma queste sono schifezze».

Il consigliere Chistian Solinas (Psd’Az), dopo aver affermato che i colleghi Deriu, Tunis e Oppi hanno detto cose ragionevoli, ha dichiarato di non essere scandalizzato dalla proposta di proroga in relazione a portata di riforma ma piuttosto, «lascia perplessi la data del 31 luglio con le criticità che abbiamo di fronte, con un modello di riforma che non sembra confortato da analisi ed indicatori ex ante ed ex post per sapere se si risparmierà o si spenderà di più; c’è invece un modello scientifico (ed anzi occorrerebbe una riflessione in più comparando le migliori esperienze dell’Italia, d’Europa e del Mondo) secondo il quale il modello della Asl unica è abbastanza in discussione ed i primi effetti concreti dicono che servono correzioni». Allora, si è chiesto Solinas, «perché questa fretta, senza valutazioni corrette ed una riflessione di tutta l’Aula? Al cittadino non interessano direttori o modelli organizzativi ma la qualità di servizi, la lunghezza liste d’attesa, le file al pronto soccorso o per le visite specialistiche; prima bisogna lavorare su questo studio (ce ne sono tanti altri disponibili) poi viene tutto il resto». Ha fatto bene il presidente Pigliaru, ha detto in chiusura il consigliere sardista, «a riaffermare le proprie competenze sui tempi della verifica ma, allo stesso modo, le forze politiche dovrebbero avere la forza per riaffermare che neanche il Consiglio può farsi dettare i tempi di riforme strutturali; se non difendiamo queste prerogative mettiamo in discussione noi stessi».

Il consigliere Paolo Truzzu Misto-Fdi) ha criticato il fatto che «alcuni della minoranza hanno spostato altrove il dibattito sulla Asl unica ma io, invece, non voglio rinunciare a denunciare le responsabilità della maggioranza pur condividendo la necessità di andare oltre le appartenenze, e ricordare a tutti cosa è successo in questi due anni». La legislatura, ha sostenuto, «è iniziata sapendo che la sanità era il problema dei problemi e la verità è che dopo due anni e mezzo siamo a bomba, la situazione è anche peggiorata e la sanità sta sottraendo ancora risorse al bilancio regionale». Questo è accaduto, ha annotato Truzzu, «perché il problema della sanità non è stato affrontato e non si sa che obiettivi seguano i commissari; anzi ognuno ha creato un suo califfato dove si vedono cose buffe, da una parte il blocco assunzioni e dall’altra si inventano posti di lavoro». La proroga, ha concluso soffermandosi sul merito del provvedimento, «semmai andrebbe legata ad una vera riforma, altrimenti tanto vale lasciare i commissari dove sono; politicamente, piuttosto, è ora che qualcuno si assuma qualche responsabilità dopo due anni e mezzo, in caso contrario la maggioranza ha dimostrato di non avere una consistenza, mandando ai sardi il messaggio devastante che nella sanità non è cambiato niente».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha parlato di una sanità che «registra dappertutto un momento di arretramento della qualità dei servizi rispetto al bisogno di salute; questo è il problema, un complesso di cose che riguarda l’organizzazione ed il funzionamento del sistema; sotto questo profilo chiedo alla maggioranza se ritenga di essere coerente dopo aver annunciato, in campagna elettorale, una vera e propria rivoluzione in sanità addossando tutte le colpe di ciò che non funziona al centro destra». Ora, ha aggiunto Dedoni, cosa è rimasto di quegli annunci? «Era solo propaganda e due anni e mezzo sono passati invano perché non ci sono stati confronti istituzionali ma trattative di potere; il problema non è la Asl unica ma verificare quanto fanno i commissari in materia di contratti, appalti ed assunzioni, è piuttosto quello dell’assenza di un vero progetto per la sanità sarda del futuro». Noi pensiamo, ha detto infine, «che la nostra Asl unica valga solo per personale ed acquisti lasciando autonomia ai territori ed è molto diversa dalla vostra».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha osservato che «molti colleghi dell’opposizione hanno sbagliato la tempistica perché all’ordine del giorno c’è la proroga dei commissari e non la riforma della sanità di cui avremo modo di parlare molto a lungo; siamo consci di tutti i problemi del servizio sanitario regionale ed anche del fatto che per molti non abbiamo trovato soluzioni». Tuttavia, ha continuato, «questo è accaduto non per colpa dell’assessore ma perchè ha messo in campo una squadra che non ha giocato come collettivo e non ha risposto alle aspettative, dimenticando che in questa fase ci si deve attenere solo agli atti ordinari e non è sopportabile che alcuni istituiscano nuove strutture complesse e semplici perché questo non lo accettiamo; così come non accettiamo che si facciano oggi atti di portata decennale, come quelli relativi ad da 90 unità provenienti dalle agenzie». Chiedo all’assessore, ha sollecitato Cocco, «un intervento di massima urgenza che blocchi immediatamente le delibere, perché non vorrei che qualcuno si faccia riconoscere generose indennità; ma non è giusto sottolineare solo le cose che non vanno, ce ne sono anche di buone come la decisione di prolungare il termine delle manifestazioni di interesse per la ricerca dei manager, bene così dimostreremo che saranno scelte le professionalità migliori».

In apertura del suo intervento, il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha ironicamente proposto una modifica del titolo del D.L in “Norme sulla politica del rinvio, del rinnovo delle poltrone e delle finte proroghe”. L’esponente della minoranza ha stigmatizzato la decisione della Giunta di procedere a un’ulteriore proroga dei commissari delle Asl: «La riforma del sistema sanitario prevedeva un termine di 4 mesi per il commissariamento delle Asl – ha sottolineato Rubiu – per cinque volte consecutive siete riusciti ad andare contro questo termine.
La Giunta si occupa di proroghe e non dei veri problemi della Sardegna».

Il capogruppo dell’Udc ha quindi segnalato la difficile situazione di alcune strutture territoriali come il Cto di Iglesias e il San Marcellino di Muravera. «Il pericolo è che con la Asl unica questi presidi vengano smantellati – ha rimarcato Rubiu – eppure la legge 23 andava in un’altra direzione. Il processo di riforma si è arenato. Non è servita la lezione che gli elettori hanno dato all’attuale maggioranza: le ultime elezioni amministrative hanno punito il centrosinistra ed evidenziato che la Sanità è il principale tema di scontro. Il diritto alla salute riguarda tutti».

Gianluigi Rubiu ha proseguito il suo intervento sottolineando i problemi interni alla maggioranza sulla Asl unica: «Per aggirare le difficoltà si ricorre al più vecchio degli espedienti: rinviare per tirare a campare – ha concluso il consigliere di minoranza – gli attuali commissari prendono decisioni senza controllo. La richiesta di proroga è, di fatto, una bocciatura per l’assessore. L’Udc è per il riordino della sanità, il piano deve passare da una maggioranza solida e certa, in grado di dare risposte. Si scivola invece nella politica dei rinvii e dei rimandi».

Alle accuse del centrodestra ha replicato sarcasticamente il capogruppo del Pd Pietro Cocco. «Sembra di assistere a una commedia – ha esordito Cocco – qui sembrano tutti scolaretti alle prime armi, persone che non hanno mai partecipato alla gestione della cosa pubblica. Quando ci siamo insediati nel 2014 la Sanità funzionava a meraviglia, il sistema era riformato, le Asl non venivano commissariate e i conti erano a posto. Questo per dire che nessuno ha la bacchetta magica. Ciò che ho sentito stride con l’onestà intellettuale. Quando parliamo di diritto alla salute, parliamo di un valore assoluto, la bussola e il punto di riferimento a cui tutti dobbiamo guardare».

Cocco ha quindi ribadito la volontà della maggioranza di procedere alla riforma della sanità sarda. «Noi diciamo che vogliamo fare una proroga di un mese, probabilmente non basterà, ma diciamo anche che la riforma la facciamo – ha rimarcato Cocco – una parte è stata fatta con la legge 23 che ha introdotto il riordino della rete ospedaliera e disegnato un nuovo sistema di emergenza-urgenza. Dopo 20 anni la Regione si è dotata di un piano di servizi sanitari che non c’era. Le fibrillazioni interne alla maggioranza sono una cosa normale. Ci sono forze con ideali diversi, questo è un valore aggiunto. Noi la legge la faremo. Ciò che conta è il risultato, il lavoro dell’assessore è complicato ma arriverà a compimento».

Secondo il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, sulla sanità si è aperta una vera e propria crisi politica per il centrosinistra: «C’è uno scontro all’interno della maggioranza che avrebbe dovuto indurre Pigliaru ad essere presente in Aula per rendersi conto di cosa sta succedendo – ha detto Pittalis – minimizzare non vi serve e non serve alla Sardegna».

Pietro Pittalis ha quindi paragonato Pigliaru ad Attilio, soldato romano diventato santo festeggiato oggi 28 giugno.  «Attilio si trovò di fronte a un grande dilemma: scegliere tra gli ordini dell’imperatore e il volere della Chiesa. Per questo venne condannato a morte – ha ricordato Pittalis – Attilio è la fotografia di un presidente regionale che vive nel perenne dilemma del fare o non fare, essere o non essere. E’ una rappresentazione tragicomica dell’immobilismo che ha caratterizzato leggi come quella sugli Enti locali o Forestas, stessa situazione sui trasporti (con le compagnie aeree che scappano). Per due anni e mezzo avete passato il tempo a denunciare le politiche fallimentari del centrodestra sulla sanità. Oggi vi presentate non con la riforma ma con un’ulteriore proroga dei commissari delle Asl».

Successivamente, Pittalis ha rivolto una critica al presidente della commissione Sanità Raimondo Perra: «Non si può sostenere in una relazione di maggioranza che la proroga dei commissari serve per consentire al Consiglio di approvare la riforma sanitaria – ha affermato Pittalis – non riversate la responsabilità sul Consiglio, i ritardi dipendono dalla maggioranza. Ci si chiude nelle stanza del Partito democratico per decidere cosa fare sulla Sanità. Vi lamentate della nomine Isre ma non è questo il problema, lamentatevi di cosa non fate per la sanità».

Pietro Pittalis è quindi tornato sul tema politico: «Due anni e mezzo sono passati, si rimandano le decisioni per rinviare la questione degli assetti di Governo. Vi stanno chiedono il rimpasto, c’è un problema o no?  E’ la stessa maggioranza a dire che l’azione della Giunta è fallimentare – ha concluso il capogruppo azzurro – la politica seria è assente. Intanto la situazione della Sardegna è sempre più drammatica» 

L’assessore della Sanità Luigi Arru ha escluso che “la sanità sarda sia allo sfascio come sembrano affermare gli esponenti dell’opposizione” ed ha quindi invitato la minoranza consiliare “a confrontarsi sui dati”, ricordando però come, per decisioni assunte nella passata legislatura “la Sardegna è scomparsa dagli indicatori dei Lea”.

L’assessore ha quindi evidenziato i positivi risultati raggiunti dai commissari nelle Asl, ad incominciare dai risparmi conseguenti dalla gara unica per l’acquisto degli ausili («quando c’erano centinaia di carrozzine buttate nei magazzini»).

Luigi Arru ha quindi riaffermato l’attenzione per le zone interne dell’Isola: «Non stiamo togliendo servizi ma vogliamo investire sulla prevenzione e non su ospedali che vengono occupati al 50% della potenzialità». L’esponente della Giunta ha inoltre invitato i consiglieri a valutare le politiche sanitarie nella sua completezza ed ha elencato una serie di azioni positive nelle gestioni (l’appalto per le nuove cliniche a Sassari e il triplo dei trapianti del 2015, nonché lo sforzo per garantire 50 milioni da destinare ai farmaci per l’epatite “c”). L’assessore ha, dunque, difeso l’istituzione della Asl unica ed ha escluso che ci siano studi o dossier che possano inficiarne l’efficacia («è vero che il trend è avere macro aree con 500mila abitanti ma dobbiamo testare il sistema e per questo ci servono i monitoraggi come quelli trimestrali che facciamo sulle gestioni delle Asl»). «Esaltiamo le cose positive – ha insistito l’assessore – ricordiamoci l’eccellenza di Olbia per le cure palliative territoriali e teniamo presente che c’è bisogno di servizi e non di ospedali occupati al 50%».

«Io non ci sto a dare l’immagine dello sfascio per la sanità sarda – ha concluso Arru – e la Asl unica sarà importante non solo per 30% di economie nelle macro acquisizioni ma perché permetterà la creazione di un’ agenda unica per il governo clinico, così come riconosco l’esigenza di migliorare la nostra azione ed è per questo che abbiamo bisogno di un nuovo modello organizzativo, di una rete di garanzie proporzionale al rischio e di continuare a lavorare per migliorare la salute».

A conclusione dell’intervento dell’assessore della Sanità il capo gruppo del Pd, Pietro Cocco, ha chiesto un minuto di sospensione che il presidente del Consiglio ha accordato ed alla ripresa l’Aula ha approvato il passaggio agli articoli, dopo che il consigliere dell’Udc, Gianni Tatti, aveva dichiarato voto contrario. Aperta la discussione sull’articolo 1 (proroga dei termini) del Dl 338, il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha duramente criticato l’operato dei commissari ed anche l’intervento in Aula dell’assessore Arru. «Ricordi l’assessore – ha dichiarato Tedde – quando un capogruppo di maggioranza ha definito “marcia” la gestione delle Asl in Sardegna». «La verità – ha proseguito l’esponente della minoranza – è che sono i commissari e non la Giunta a riorganizzare la sanità sarda che continua ad essere gestita completamente dalla politica in spregio al programma declinato in quest’Aula dal presidente Pigliaru».

Dopo l’intervento del  consigliere Tedde il presidente Ganau ha informato l’Aula che sono stati presentati due emendamenti: il primo, soppressivo totale dell’articolo 1 e il secondo che proroga i commissari fino al 31 agosto 2016. La commissione ha espresso parere contrario all’emendamento 1 e favorevole all’emendamento 2 .

E’ poi intervenuto Michele Cossa (Riformatori sardi) che  ha detto che l’assessore Arru non ha risposto al tema più importante.  Il problema che abbiamo posto da settimane – ha detto Cossa  – è la legittimità degli atti che pongono in essere i commissari.  Questi commissari stanno danno incarichi, stanno facendo concorsi, istituendo strutture complesse, blindando posizioni. E la giunta non dice nulla. Questi commissari hanno dei limiti – ha chiesto – o possono agire in maniera indiscriminata?  Inoltre, è necessario introdurre degli elementi di valutazione per l’operato di questi commissari.  Spesso ci sono elementi di comportamento non virtuoso. Alessandra Zedda (Forza Italia Sardegna)  ha detto di non voler discutere sulla buona fede dell’assessore alla sanità ma non si può far passare il trio Soru-Dirindin-Gumirato come il migliore del mondo. Voi avete detto che avreste migliorato  i servizi sanitari – ha aggiunto – ma niente è stato fatto.  Noi non vogliamo sparare sulla Croce rossa, ma siamo convinti che le risposte ai cittadini che soffrono bisogna darle. Quindi nessuno accusa l’assessore ma bisogna evitare di fare proclami.

L’emendamento n. 1, soppressivo totale dell’articolo 1, è stato bocciato (votanti 54, sì 24, no 30) .

Sull’emendamento 2, che proroga la data al 31 agosto 2016, Stefano Tunis ha detto, ironicamente, che far slittare di un mese la data del fallimento  sposta dal pericolo di dover svolgere campagna elettorale ad agosto. Tunis ha confermato il voto contrario all’emendamento. E’ poi intervenuto Marco Tedde (Forza Italia Sardegna) che  ha detto che l’emendamento 2  è la certificazione che non è la maggioranza che proroga i commissari ma è il contrario. Si arriva al 31 agosto esautorando sia la commissione che il Consiglio.   

L’emendamento 2, su cui c’era il parere favorevole della commissione, è stato approvato. (Presenti 52, sì 30, no 22). Sono stati approvati gli articoli 1 (sì 30, no 25), 2 (sì 30, no 25) e l’intera legge (presenti 55, sì 30, no 25). 

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Sant'Antioco 73 copia

Dopo decenni di attività, il Centro di formazione professionale (ex E.N.A.P.) di Sant’Antioco chiude i battenti: personale trasferito nel centro di Carbonia e struttura messa da parte in attesa, si spera, di un nuovo e funzionale compito. Adesso, dunque, sorge il problema su quale possa essere il futuro dell’immobile, certamente datato, probabilmente non completamente a norma rispetto alla disciplina vigente, ma abbastanza ampio ed efficiente per essere destinato ad altre funzioni dopo adeguati lavori di riqualificazione.

Sono certo che, per evitare quanto spesso accaduto in passato (strutture finite nel dimenticatoio e lasciate ad incuria e degrado) sia necessario programmare un suo immediato riutilizzo. Penso che Sant’Antioco, nell’ipotesi in cui la Regione non intenda riattivare il centro con la sua funzione storica, possa continuare a puntare sulla formazione dei giovani, partendo dal presupposto che l’ex E.N.A.P. è una scuola a tutti gli effetti, dotata di aule e di ampi spazi. Perché, eventualmente, non puntare sulla formazione nel settore turistico? Ebbene, se ci fosse la volontà politica, si potrebbero risolvere definitivamente i problemi di cucina e di aule dell’Ipia Emanuela Loi Carbonia-Sant’Antioco, indirizzo alberghiero, con sede in via XXIV Maggio a Sant’Antioco, che negli ultimi anni ha visto crescere il numero di iscritti.

Il centro di Sant’Antioco sarebbe perfetto: un buon numero di aule, ampi locali dove creare cucine (probabilmente parte già esistente ed utilizzabile) e ogni tipo di struttura utile al corso di studi. Ma non solo: vi sarebbero inoltre le condizioni per mettere su un convitto, facendo della scuola un punto di riferimento per tutto il Sulcis Iglesiente e non soltanto. Si potrebbero persino recuperare celermente i fondi grazie al programma regionale Iscol@, che annualmente, secondo le previsioni dell’Assessorato regionale all’Istruzione, dovrebbe prevedere fondi per la ristrutturazione e la riqualificazione di edifici scolastici.

A questo punto spetta all’Amministrazione comunale di Sant’Antioco, di concerto con la dirigenza dell’Ipia Emanuela Loi, cogliere la palla al balzo e avanzare la proposta, affinché le risorse vengano recuperate già dalla prossima annualità di Iscol@. Lasciarsi scappare questa opportunità (sempre ammesso che la Regione, proprietaria dell’immobile, non abbia altri progetti) sarebbe folle. Auspico un interessamento immediato del sindaco Mario Corongiu: obiettivo, capire le reali intenzioni dell’Ente regionale ed eventualmente intervenire in tal senso.

Ignazio Locci

Consigliere regionale Forza Italia Sardegna

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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Le opposizioni in Consiglio regionale si scatenano dopo la proroga dei commissariamenti delle Asl deliberata dalla Giunta Pigliaru.

«La Giunta cerca di ricucire la spaccatura interna alla maggioranza con l’ennesima proroga dei Commissari straordinari della Asl della Sardegna, a breve in aula – attacca Ignazio Locci, consigliere di Forza Italia -. Così tutti sono contenti, i posti di comando restano al sicuro e almeno per qualche mese potranno proseguire nell’opera di demolizione del sistema sanitario sardo: continueranno a governare la Sanità nel segno della continuità e del disordine, sia normativo che organizzativo. Resta, dunque, il riordino della rete ospedaliera applicato in maniera strisciante, senza rispettare le prerogative del Consiglio regionale. Rimane in piedi il progetto scellerato delle “cinque Asl uniche”, che di fatto non tiene conto della reale situazione sarda, della sua orografia, della demografia e dei fenomeni epidemiologici. Un’idea scellerata che per il presidente Francesco Pigliaru, l’assessore Luigi Arru e il direttore generale dell’assessorato Giuseppe Sechi, è un totem intoccabile. Scelgono la strada per loro più semplice, meno pericolosa per i loro equilibri, e così facendo possono affrontare in maniera tranquilla eventuali questioni legate a ballottaggi, rimpasti, poltrone in enti e Comuni, disinteressandosi completamente della Sanità, ormai lasciata senza timone. Un settore determinante che, occorre ricordare agli illuminati del centrosinistra, non è lo strumento per conservare il potere, spartire i posti di comando e risolvere le beghe interne.»

«Un teatrino ridicolo e grottesco per la Sardegna – commenta Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc -. E’ un tentativo di allungare l’agonia della maggioranza lacerata da tensioni interne e scontri su un tema fondamentale per l’Isola. La verità è che il riordino sanitario non piace a nessuna forza politica, in quanto rischia di cancellare e sopprimere le strutture ospedaliere nei territori marginalizzati, non incrociando certo le speranze dei pazienti che si vedono privare dell’assistenza. Non basta. Si tenta di far passare la riforma come un risparmio per la sanità. Solo parole buttate al vento. La preoccupazione è che, invece, possano aumentare i costi con sacche di inefficienza che rimangono in tantissimi casi all’interno del sistema sanitario.»

«E’ una farsa – denuncia Edoardo Tocco, consigliere di Forza Italia –. Siamo arrivati al ridicolo, la realtà è che questo argomento sta minando l’andamento dei lavori, provocando una paralisi all’interno dell’assemblea regionale per le beghe della maggioranza. Un salto nel vuoto che non risolve certo i problemi della sanità sarda, visto che assistiamo ai presidi ospedalieri senza personale, ai reparti che operano in condizioni di difficoltà, a pazienti senza un’adeguata assistenza. Si continua a girare a vuoto, senza toccare i mali di un comparto in perenne emergenza.»

«L’anno scorso – dice Michele Cossa, consigliere regionale e coordinatore regionale dei Riformatori sardi -, quando si profilava la seconda proroga dei commissari Asl, abbiamo presentato una proposta di legge per prorogarli sino al 31 dicembre 2017. Quella che poteva sembrare una provocazione oggi si rivela una facile profezia, visto che siamo all’ennesima proroga, sulla quale stamattina in commissione i Riformatori hanno votato contro. In attesa di una riforma che appare sempre più improbabile, sarà bene che la commissione d’inchiesta sulla sanità accenda una faro su questi quasi due anni di commissariamento, nei quali si è visto di tutto»

«Da ora in poi – conclude Michele Cossa – cominceremo a segnalare gli atti alle competenti procure della Repubblica.»

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Claudia Firino 3

Al termine dell’audizione dell’assessore della Cultura, Claudia Firino, la Seconda e la Terza commissione riunite in seduta congiunta, hanno espresso a maggioranza, con il voto a favore dei consiglieri del centrosinistra e l’astensione dei consiglieri della minoranza, parere favorevole alle direttive di attuazione per gli ”aiuti per progetti culturali e di conservazione del patrimonio culturale e naturale e dei prodotti culturali audiovisivi”. Le direttive, approvate dalla Giunta regionale lo scorso 20 maggio con la deliberazione n. 29/8 sono state illustrate dall’assessore Firino che, nel corso del suo intervento dinanzi ai due parlamentini presieduti rispettivamente da Gavino Manca (Pd) e Franco Sabatini (Pd),  ne ha sottolineato “l’impatto a carattere pluriennale” e ha evidenziato l’obiettivo di valorizzare “le potenzialità delle imprese culturali attraverso regole certe e con nuovi spazi di azione nel settore, in Sardegna”.

Le risorse (fondi regionali, statali e comunitari) ammontano a circa 67 milioni di euro complessivamente e per la prima annualità sono disponibili 13 milioni di euro da assegnare con la predisposizione di appositi bandi, mentre il valore minimo dei progetti è stabilito in 15 mila euro e quello massimo in 5 milioni di euro.

In risposta alle osservazioni e alle richieste di chiarimento avanzate nel corso dell’audizione dai consiglieri Ignazio Locci (Fi), Gianfranco Congiu (Sdl), Paolo Zedda (S&Ind), Rossella Pinna (Pd), Christian Solinas (Psd’Az) e Antonio Gaia (Upc), l’assessore Firino ha inoltre chiarito che gli aiuti per i progetti culturali (inseriti all’interno della strategia 2 della programmazione unitaria 2014-2020 «creare opportunità di lavoro favorendo la competitività delle imprese») non saranno riservati soltanto alle cosiddette start up e ha specificato che nelle direttive di attuazione per la individuazione delle “imprese culturali” si fa riferimento alla definizione utilizzata in sede di Unione Europea e cioè all’eccezione più ampia che ricomprende tutte «le organizzazioni che operano nel settore culturale e creativo». Riguardo ai tempi di pubblicazione dei bandi, l’assessore ha dichiarato che è necessaria un’ulteriore deliberazione in Giunta prima della predisposizione degli stessi.   

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Consiglio regionale 72

Dov’erano Sel, Upc e Rossomori, quando la Giunta regionale di centrosinistra (cui appartengono) affrontava il riordino della rete ospedaliera e la questione Asl unica, e le opposizioni richiamavano invano il confronto auspicando il coinvolgimento di medici e infermieri? Perché il fatto che oggi abbiano avuto un guizzo di schiena dritta, aprendo in seno alla maggioranza un dibattito sui temi in questione, ci lascia quantomeno perplessi.

Adesso che i buoi sono scappati, i partiti minori della coalizione di governo si accorgono che il problema sta nei servizi sanitari e nel riordino della rete ospedaliera. Eppure noi lo diciamo da mesi. Sel, Upc e Rossomori arrivano tardi, purtroppo: perché i proconsoli dell’assessore Luigi Arru e del direttore generale dell’assessorato Giuseppe Sechi hanno già provveduto a compiere un riordino in totale assenza del piano, passando sopra le prerogative del Consiglio regionale. Ma evidentemente non se ne sono accorti, o forse oggi fanno soltanto finta perché non sono riusciti ad ottenere una merce di scambio spendibile per il loro Sì al piano di Arru e soci.

Per rinfrescare le idee a chi esce magicamente dal torpore, vorrei far notare che con il progetto della Asl unica (che unica non è, sia chiaro, ma sono cinque) ha gettato nello scompiglio il mondo della Sanità e, soprattutto, i cittadini, che quotidianamente si scontrano con servizi non all’altezza della domanda di salute.

Il tema vero non è la Asl unica, bensì il governo serio e ponderato di quello di cui disponiamo. Per andare avanti nel terreno delle riforme, occorre senso di responsabilità e non soltanto della politica, ma anche di medici e infermieri. Ciò che ci preoccupa è che gli ultimi risvolti all’interno del dibattito sulla Sanità, escludano la possibilità che si possa ragionare di politiche sanitarie nell’esclusivo interesse della Sardegna. A noi questo interessa. Ed è quello che chiediamo da mesi. Ci auguriamo che la presa di posizione dei partiti minori del centrosinistra faccia rinsavire anche la Giunta e si possa finalmente discutere di riforme, con il coinvolgimento delle opposizioni, avendo come unico faro l’interesse dei sardi.

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«Pieno sostegno ai lavoratori del Consorzio di bonifica, costretti alle azioni eclatanti (questa mattina in occupazione dei locali dell’ente, a Carbonia) da una Giunta regionale che non sa andare oltre i soliti proclami. Senza dimenticare gli agricoltori del Sulcis, obbligati a fare i conti con i disservizi causati da uno scenario di preoccupante incertezza.»

Lo scrive, in una nota, Gianni Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«È inaccettabile che i dipendenti del Consorzio debbano usare le maniere forti per reclamare le mensilità arretrate (sono sei gli stipendi non ancora corrisposti) – aggiunge Ignazio Locci –. E questo, nonostante siano state espletate tutte le procedure di accorpamento e regolarizzazione del Consorzio di bonifica. Forse l’assessore all’Agricoltura, Elisabetta Falchi, dovrebbe mettersi nei panni di chi fatica, a causa della sua evidente incompetenza, a mettere insieme il pranzo con la cena. E in ogni caso, al di là del problema stipendi, Falchi è tenuta normalizzare il sistema, facendo in modo che i lavoratori vengano regolarmente pagati e messi nelle condizioni di operare serenamente, affinché anche gli agricoltori possano fare affidamento su un servizio puntuale e regolare.»

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