24 April, 2024
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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

In Consiglio regionale oggi si è conclusa la discussione generale sulla manovra finanziaria 2016-2018 e sono stati votati il passaggio agli articoli e l’ordine del giorno sul Defr.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la discussione generale sulla manovra finanziaria 2016-2018.

Sull’ordine dei lavori, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha affermato di aver appreso che l’assessore dell’Industria ha annunciato la presentazione del nuovo il Piano energetico invitando i consiglieri regionali: «Noi siamo molto interessati», ha detto, «ma questo appuntamento si sovrappone con i lavori dell’Aula e chiediamo quindi il rinvio della presentazione perché vorremmo partecipare».

Successivamente il presidente ha dato la parola al primo consigliere iscritto a parlare, Fabrizio Anedda del gruppo Misto.

Anedda ha aperto il suo intervento affermando che «la finanziaria fa emergere la tremenda crisi della Sardegna nonostante alcuni indicatori positivi, ricordando però che nello stesso tempo tutte le forze sociali tracciano un quadro ancora preoccupante, per licenziamenti e moria di imprese». Come per 2015, ha aggiunto, «abbiamo un bilancio ingessato con spese obbligatorie che ipotecano gran parte le risorse disponibili, cosa che forse non interessa gran parte della maggioranza che questa mattina è stata assente dal dibattito, e forse significa che non si è capita la drammaticità della situazione». Passando ad esaminare la situazione dei singoli settori, il consigliere ha ricordato le forti criticità della sanità, dell’utilizzo delle risorse europee, del mancato accesso al credito per imprese, indebitare con l’erario e le banche». Servono dunque scelte coraggiose fra le quali Anedda ha indicato quella di un accordo con le due banche sarde «per dare più risorse ai settori manifatturiero ed agro alimentare, per esempio, e non alle solite partecipate, piene di personale ma sostanzialmente inattive». Quanto alle aree industriali di crisi di Ottana, Porto Torres e Portovesme, secondo Anedda «bisogna avere il coraggio di dire ai cassaintegrati che non ci sono più le condizioni del passato e che forse è meglio tornare all’agricoltura, puntando su una economia nuova fondata sul rilancio dell’edilizia, del patrimonio boschivo e dei nei punti franchi nei porti». In generale, ha concluso, «questa doveva essere una finanziaria di sinistra ma invece tutto è stato lasciato agli spiccioli degli emendamenti; la maggioranza deve stare più attenta a questo, perché la vera occupazione non è quella dei call-center che poi chiudono quando finiscono gli incentivi».

Emilio Usula (Soberania-Indipendetzia), ha esordito dicendo che «non è facile fare una valutazione compiuta della manovra, tenendo comunque presente che siamo alla seconda finanziaria ed è il momento della piena responsabilità senza trovare attenuanti». Noi Rossomori, ha continuato Usula, «siamo forza di governo e ci assumiamo la nostra parte di responsabilità ma solo quella e riteniamo che questo bilancio sia povero rispetto ai bisogni che vogliamo aggredire ed alle risposte che vogliamo dare, soprattutto in materia di lavoro». Il collega Sabatini dice che bisogna consolidare la crescita e creare posti di lavoro in una fase di difficoltà, attraverso investimenti privati e pubblici? Sono d’accordo, ha affermato Usula, «abbiamo lavorato per questo per aumentare le risorse disponibili per rispondere al bisogno di terra esausta lasciata da anni in abbandono dalle amministrazioni di centro-destra». Entrando nel merito delle proposte del partito, il consigliere ha ricordato la sua richiesta «di conoscere risorse gestite anche da Sfirs, presentando su questo punto con altri 9 consiglieri un pacchetto di emendamenti che non ritiriamo; abbiamo chiesto anche chiarezza su somme non utilizzate o non impegnate da fondi di garanzie o rotazione, ma stiamo aspettando queste risposte da metà febbraio, così come attendiamo notizie su altri fondi di società in liquidazione come l’ Insar, sono soldi della Regione e dei Sardi e vogliamo sapere». Quanto al mutuo per le infrastrutture, per Anedda «non è chiaro cosa stia producendo per nostre imprese ed i territori, e quali spazi ci siano per enti locali; in questi passaggi c’è l’anima politica di questa maggioranza, l’anima del nuovo modello di sviluppo che chiede la nostra gente, il cuore del progetto con cui vogliamo creare posti di lavoro per famiglie per aggredire le povertà». Infine, la vertenza entrate che, a giudizio di Anedda, va rilanciata con più forza, «perchè siamo stati troppo deboli e il rapporto di collaborazione non può essere in equilibrio se non ci sono risposte concrete». Nonostante queste grandi difficoltà, ha concluso il consigliere, «va riconosciuto che molto si sta facendo di positivo, ma dico No ad emendamenti-marchetta perché rappresentiamo la Sardegna; proporremo solo emendamenti generali su lingua, cultura, per la quale chiediamo più attenzione».

Angelo Carta, sardista, ha dichiarato che «intervenire su manovra è complicato anche perché la Giunta afferma di voler sostenere la ripresa con strumenti adeguati ma la ripresa non c’è se non per uno zero virgola ed anzi incontriamo ogni giorno solo operai che hanno perso lavoro ed ammortizzatori ed artigiani che dicono di non farcela, quanto agli strumenti di sostegno, che siano risorse o atti normativi, le prime sono scarsissime e dal punto di vista normativo non c’è niente». Le cose da fare per invertire la rotta? A giudizio di Carta «cancellare l’aumento Irap superando ogni ambiguità, istituire la zona franca trattata finora con troppa sufficienza dimenticando che metterebbe nelle mani della alla Regione una fortissima leva fiscale, puntando poi su semplificazione ed accelerazione delle procedure degli appalti pubblici, sostegno alle zone interne non solo a parole». Perché la Regione, ha chiesto l’esponente sardista, «non studia come spostare da Cagliari una parte delle 32.000 buste paga della Regione, come spostare la sede Consiglio a Nuoro e della Giunta ad Oristano? Si potrebbe fare senza togliere nulla a Cagliari e senza chiedere permesso allo Stato, la Regione sarebbe al centro della Sardegna e più vicina ai cittadini». Sulla vertenza entrate, ha detto concludendo, «ha ragione Sabatini, è stata una scelta scellerata che ci sta costando troppo, così come va rivendicata una vera tariffa unica tariffa unica su rifiuti, perché Cagliari paga meno di Nuoro eppure prende l’acqua dal centro della Sardegna».

Il capogruppo di Popolari-Socialisti, Pierfranco Zanchetta, seppur dichiarando di condividere le preoccupazione espresse dal sardista Angelo Carta, sui territori “dimenticati” dalla Regione ha invitato i colleghi della minoranza ad evitare “demagogiche lamentazioni” ma di tenere a mente il comune obiettivo di favorire e sostenere la crescita delle nostre comunità e dell’intera Sardegna.

«Quando ci si strappa le vesti – ha dichiarato l’esponente della maggioranza – ci si dimentica anche di aver avuto la responsabilità di governo ed è per questo che le analisi vanno fatte a tutto tondo e avendo come punto di riferimento l’ultimo decennio».

Zanchetta è quindi entrato nel merito delle principali azioni contenute nella Manovra, ad incominciare dall’aver scongiurato l’aumento delle tasse ed ha proseguito il suo intervento auspicando una “forzatura” con lo Stato per il riconoscimento dell’insularità.

Il capogruppo Upc ha quindi evidenziato “la leggera ripresa” certificata dai principali indicatori economici: «C’è la ripresa nel mercato del lavoro e delle produzioni e c’è un miglioramento nei della sanità».

«Sostenere la ripresa è l’impegno – ha proseguito – ed è un punto fermo di una rotta già tracciata». Zanchetta ha concluso con alcune considerazioni riguardanti la cosiddetta crisi della politica: «Vogliamo recuperare il ruolo della politica anche all’interno di una manovra finanziaria, vogliamo cioè dare un’anima politica alla legge finanziaria».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha evidenziato come da sempre sia stato attribuito un ruolo centrale al dibattito sulla legge finanziaria in Consiglio Regionale, lamentando che senza un “vero dibattito” non si può capire quale sarà l’indirizzo e il verso dello sviluppo futuro.

L’esponente della minoranza ha lamentato quindi la carenza di dibattito e l’assenza di risposte da parte dell’esecutivo e soprattutto la mancanza di “risposte per i sardi con questa manovra”. «Se analizziamo il bilancio – ha proseguito – vediamo che i settori più importanti dall’artigianato, al commercio, al turismo, alle scuole, sono state di fatto definanziati».

Dedoni ha quindi insistito, preannunciando interpellanza e mozione, sul funzionamento del sistema informatico regionale e su tutto ciò che attiene i relativi  stanziamenti, appalti, affidamenti, nonché quali risparmi si siano realizzati con il Sisar, il Sisal, etc.

Il capogruppo dei Riformatori ha quindi criticato la chiusura dell’ufficio di Bruxelles («però aprite un ufficio di lavoro in Svizzera») e gli scarsi impieghi realizzati («60 milioni») con il muto sulle infrastrutture da 700 milioni di euro.

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha definito il dibattito in corso sulla finanziaria “la solita liturgia, con la minoranza che attacca e la maggioranza che si difende”. «Questa – ha ammesso Cocco – sarebbe dovuta essere la nostra prima legge finanziaria ma dobbiamo dirci già fortunati se gli indicatori negativi sono rimasti immutati rispetto allo scorso anno, visto la gravità della situazione». A giudizio del capogruppo Sel nel corso degli ultimi giorni sono intervenute modifiche migliorative alla manovra: «Abbiamo ripristinato i fondi per le politiche sociali e mantenuto intonso il fondo unico per gli enti locali».

Daniele Cocco ha quindi ricordato una serie di momenti importanti che attendono il centrosinistra (rete ospedaliera e riforma sanitaria) ed ha auspicato azioni di “perequazione” tra i territori, a seguito dell’approvazione della riforma degli enti locali.

Il consigliere di Sel ha quindi  ripreso l’intervento del suo collega Carta per rilanciare la proposta di trasferire a Nuoro l’Ente foreste ed ha così concluso il suo intervento: «Abbiamo un’idea della Sardegna ma abbiamo a che fare con risorse scarse e per questo dico che serve far sentire la nostra voce verso lo Stato perché si possano utilizzare anche i cosiddetti accantonamenti».

In apertura del suo intervento, il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha riconosciuto alla maggioranza di aver puntato molto nella sua azione politica sul concetto di stabilità finanziaria. «Per le agenzie di rating e per le istituzioni europee la stabilità è il primo elemento della qualità amministrativa. La Sardegna ha ottenuto una valutazione positiva ma i giudizi vengono dati sulla base delle variabili finanziarie trascurando l’economia reale – ha sottolineato Rubiu – i giudizi non tengono conto dei beni e dei servizi prodotti e del livello dei consumi».

Secondo il capogruppo dell’Udc, la stabilità finanziaria non basta a risolvere i problemi dell’Isola. «La crescita è ancora debole. Le cause principali sono la disoccupazione, l’aumento dei flussi migratori, la fuga dei cervelli sardi. Per arrestare questi fenomeni – ha rimarcato Rubiu – bisogna investire sul lavoro e sulla produzione».

L’esponente della minoranza ha quindi annunciato la presentazione di alcuni emendamenti per intervenire sulla sanità, sollecitare politiche attive del lavoro, tutelare i lavoratori in utilizzo, prevedere un sostegno a settori come l’artigianato, l’agroalimentare, la cooperazione giovanile, l’agricoltura.

Da Rubiu è poi arrivato l’invito alla Giunta perché affronti in modo più deciso il confronto con lo Stato. «La vertenza entrate e la questione degli accantonamenti limitano le prerogative statutarie  e rendono impossibile il pareggio di bilancio. La Sardegna non ha libertà di gestione della spesa pubblica, occorre  pretendere dallo Stato una rimodulazione degli accantonamenti. La realizzazione di un’area del Mediterraneo con fiscalità di vantaggio consentirebbe di valorizzare il lavoro e sostenere le imprese. Questo è il bilancio della Quaresima – ha concluso Rubiu – una finanziaria di digiuno, restrizioni e astinenza che rappresenta al meglio la fase religiosa che stiamo attraversando».

A difesa della finanziaria si è invece schierato il capogruppo di “Sovranità, Democrazia e Lavoro” Roberto Desini. «Non è la legge che avrei voluto – ha esordito Desini – mi sarebbe piaciuto avere più risorse a disposizione ma respingo con forza le critiche dell’opposizione quando dice che è una finanziaria senz’anima».

Desini ha ricordato la disponibilità mostrata dalla maggioranza quando ha deciso di rivedere l’aumento di Irap e Irpef dopo il confronto in aula. «Si è fatta una finanziaria che tiene conto della realtà: oltre la metà del bilancio è assorbito dalla spesa sanitaria. Questa è la vera sfida – ha rimarcato il capogruppo di Sdl – bisogna mettere mano al più presto alla riforma della sanità».

Desini ha poi evidenziato il fatto che la manovra finanziaria non abbia previsto tagli al Fondo Unico per gli Enti locali. «La maggioranza di centrosinistra-sovranista va incontro ai comuni, è una scelta politica per salvaguardare la spina dorsale delle istituzioni. I comuni sono per i cittadini la prima porta alla quale bussare».

L’esponente della maggioranza ha infine sollecitato una soluzione in tempi rapidi delle partite ancora aperte con il governo centrale.  «Serve un atteggiamento deciso sugli accantonamenti. La cifra di 680 milioni è spropositata – ha affermato Desini –  la battaglia deve andare di pari passo con quella per le norme di attuazione dello Statuto in materia di entrate fiscali».

A fianco della Giunta regionale si è schierato anche il capogruppo del Pd, Pietro Cocco. «Questa finanziaria è la conseguenza di quelle approvate nelle legislature precedenti – ha detto Cocco – fa specie sentire alcune critiche come quelle dell’on. Zedda. Questa maggioranza ha fatto di tutto per spendere i fondi europei non spesi nella scorsa legislatura».

Rivolto poi al consigliere Michele Cossa, Cocco ha rivendicato il merito di aver portato a compimento la riforma degli Enti Locali. «In precedenza non si è fatto nulla, noi abbiamo portato a termine una processo riformatore. E’ buono? Non lo sappiamo. L’esperienza ci dirà sé è stato fatto bene. Se così non sarà, si potrà correggere e migliorare. Non è vero che è una riforma cagliaricentrica ma un intervento che punta a rendere più diretto il rapporto tra Regione e comuni».

Stesso atteggiamento, secondo Cocco, è stato assunto dalla maggioranza per il miglioramento del sistema sanitario: «Per la prima volta dopo vent’anni si dettano regole certe per la sanità sarda – ha proseguito il capogruppo del Pd – dall’altra parte invece non si è fatto niente. La sanità incide per più del 50% sul bilancio regionale, 3.450 milioni di euro sono una cifra strabiliante sulla quale non si può non intervenire, non si può continuare a mettere la polvere sotto il tappeto. Noi tentiamo di riorganizzare il sistema, risparmiando ma evitando di lasciare i territori scoperti».

Cocco ha poi parlato degli interventi sulla scuola: «Sono stati presentati progetti importanti come “Iscola” che inietta denari consistenti per combattere dispersione scolastica e per rivitalizzare i plessi scolastici consentendo agli studenti di studiare in aule decorose».

In conclusione del suo intervento, Cocco ha puntato l’attenzione sul lavoro. «Il tema vero è la grande difficoltà sul fronte dell’occupazione – ha concluso Cocco – su questo bisogna intervenire. C’è una timida ripresa con 30mila posti di lavoro in più. Non basta, è vero, il varo del piano energetico regionale rappresenta una prima risposta, diciamo cosa pensiamo sul rilancio del sistema energetico».

Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia, ha invitato il capogruppo del Pd a chiedere scusa all’on. Zedda. «Se Cagliari ha aperto 19 cantieri è grazie all’azione di Alessandra Zedda che da ex assessore della Programmazione si è attivata per rendere operativi i finanziamenti a favore della città capoluogo. Si parli a ragione veduta e con dati certi quando si rivolgono accuse di questo tipo».

Pietro Pittalis ha poi parlato di “evidente imbarazzo” della maggioranza amplificato certificato dagli interventi dei capigruppo del Misto e di Soberania e Indipendentzia  Anedda e Usula che hanno preso le distanze dalla finanziaria. «Al posto di Paci mi sarei dimesso – ha detto Pittalis – i gruppi minori chiariscano cosa vogliono fare. Non è sufficiente dire non va bene, traetene le conseguenze. La verità è che non contate nulla, c’è un presidente ombra Paolo Maninchedda, il resto è affidato all’improvvisazione di una Giunta che non ha una via maestra. La dimostrazione è questa finanziaria».

Rivolto all’assessore Raffaele Paci, Pittalis ha poi stigmatizzato la presenza sul sito della Regione della valutazione dell’Agenzia di rating Fitch sulla solidità della finanza regionale: «C’è un falso nella comunicazione che va eliminato dal sito della Regione – ha detto il capogruppo del Pd – la valutazione dell’Agenzia parla di taglio totale dell’Irap e Irpef che invece non sono state eliminate dalla Giunta ma solo sospese.  State ingannando i cittadini con una falsa comunicazione. Dite quanto state pagando un’Agenzia che ipotizza miglioramenti sulla base di provvedimenti che non esistono. Voi avete reintrodotto l’Irap, mentre  l’addizionale Irpef è stata congelato per questo esercizio».

Contestati da Pittalis anche i dati sull’aumento degli occupati. «Si è parlato di14mila posti di lavoro in più. Da dove arrivano? In quali settori?La verità è che nell’industria sono 5000 in meno, 9000 nelle costruzioni, 16mila nel commercio e nelle attività alberghiere. Attenzione a leggere i dati: i posti di lavoro in più derivano dalle politiche fittizie de Job Act. Noi dell’opposizione continueremo a fare il nostro lavoro di controllo e di verifica e a mettere a nudo le vostre debolezze».

Nella replica della Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci messo l’accento sul fatto, «rispetto ai tanti spunti emersi dal dibattito, è difficile tracciare le linee più importanti della manovra sulla quale non c’è alcun trionfalismo ma è sbagliato dimenticare i segnali positivi che ci sono, perché una frazione positiva è meglio di un dato negativo, a cominciare dalle cifre della disoccupazione». Noi preferiamo guardare la realtà, ha proseguito, «nella consapevolezza che i problemi non sono risolti, a cominciare dalla disoccupazione che è ancora al 26%, anzi è proprio a questo dato cui dobbiamo rispondere con una sintesi non trionfalista ma nemmeno appiattita sul tutto va male». I dati più recenti di Eurostat, ha detto inoltre Paci, «dimostrano che l’Italia è al di sotto della media europea e la Sardegna, in riferimento al Pil, è passata dal 78 al 72 per cento delle media europea nel periodo dal 2008 al 2014, superata da alcuni Paesi dell’Est». La nostra economia evidenzia ora segnali deboli ma positivi, ha aggiunto l’assessore, «che dobbiamo sostenere questi segnali anche con la finanziaria, con interventi strutturali rivolti ad accompagnare lo sviluppo e risanare la sanità, un compito quest’ultimo che riguarda tutti». Sulla sanità, ha continuato, «siamo intervenuti concretamente con 330 milioni in più rispetto al 2015 per il piano di risanamento che, ripeto, conviene a tutti e non ci sono alternative». Riferendosi al miglioramento del ciclo economico ed alla crescita delle entrate per 250 milioni, Paci ha ribadito l’azzeramento della preannunciata manovra fiscale sull’Irpef, precisando che ciò ha consentito «di liberare nuove risorse, annullando aumento Irpef e fissando la relativa aliquota al 2.9% la più bassa d’Italia, oltre all’azzeramento di 5 anni per nuove imprese». In sintesi, ha concluso, «non si sono aumentate le tasse, sono stati assegnati 330 milioni in più alla sanità senza intaccare le politiche coperte da fondi regionali, comprese le politiche sociali per 35 milioni, è stato mantenuto intatto il fondo unico per gli enti locali ed è stata decisa la destinazione di fondi europei per 1 miliardo soprattutto per le imprese; un impianto positivo che miglioreremo ancora in aula con ulteriori interventi su lavoro, cultura e università».

Prima del voto sul passaggio agli articoli, il presidente ha invitato i consiglieri ad esprimersi con eventuali dichiarazioni di voto.

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia), contrario, ha sottolineato che «la finanziaria è condizionata da tutto ciò che accade nel Pd con un ulteriore deterioramento dei rapporti fra lo stesso Pd e le forze minori, le quali hanno detto chiaramente che la finanziaria non va bene; non sono problemi di piccole marchette ma riguardano questioni di fondo importanti, come dimostra la posizione dei Rossomori».

Per il Pd Roberto Deriu, favorevole, ha messo in evidenza che «anche con la finanziaria, il centro sinistra intende dare un segnale fortissimo all’università e soprattutto agli studenti con tutti i modi possibili e questa sarà una delle politiche qualificanti della manovra, non contro la Giunta ma in pieno accordo con l’Esecutivo».

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia), favorevole, ha detto che «il logoramento della maggioranza interessa poco ai sardi, interessa molto di più non vivere la politica solo nelle buone stagioni; noi siamo per azioni efficaci, gli indicatori ricordati da Paci non li vediamo e lui stesso scrive, a proposito dei servizi per il lavoro, che il riordino non è nemmeno cominciato, mancano propri i presupposti e le politiche attive, il nostro giudizio resta negativo per l’assenza di temi importanti come famiglia, lavoro e semplificazione».

Il consigliere Mario Floris (Misto), contrario, ha lamentato che «parlare in questo Consiglio regionale non è difficile, è inutile, perché l’assessore Paci non ha raccolto nemmeno le proposte che gli sono state rivolte dal presidente della commissione Bilancio, e non solo da lui, in materia di revisione dell’accordo sulle entrate; o ci mettiamo in testa di trattenere in Sardegna il gettito fiscale o non ne usciremo mai, continuando a parlare di numeretti, non chiediamo niente più del dovuto ma questo è l’argomento principale».

Emilio Usula (Soberania-Indipendentzia), favorevole, ha dichiarato che «nessuno può strumentalizzare le nostre posizioni, ribadiamo la lealtà verso la maggioranza senza rinunciare a fare le nostre proposte; siamo e restiamo forza di governo, convinti che, come abbiamo detto, Giunta e maggioranza saranno all’altezza».

Luigi Crisponi (Riformatori), contrario, ha definito imbarazzante «sentire tutto e il contrario di tutto e registrare posizioni contemporaneamente convergenti e divergenti, non si capisce dove si voglia arrivare al di là della mistificazione dei fatti; questa finanziaria, come quella precedente anche da questo punto di vista, è un luogo dove tutti si accapigliano per rincorrere il niente come emergerà dalla discussione degli articoli in molti dei quali saranno nascoste le solite marchette, questo incontrerà la nostra censura e comunque ci riserviamo di proporre i nostri emendamenti».

Oscar Cherchi (Forza Italia), contrario, ha ribadito che a suo giudizio la finanziaria rappresenta «la totale assenza di un progetto politico per la Sardegna; nessuno strumentalizza Usula ma ha detto cose molto diverse da quelle della maggioranza e, quanto a Deriu, la sua attenzione sembra rivolta più all’università che agli studenti, forse perché nella Giunta ci sono molti professori».  

Il consigliere Paolo Truzzu (Fd’I) ha dichiarato voto contrario ed ha affermato: «Si è persa un’occasione e si è assistito al solito rimpallo di responsabilità con poche proposte politiche». «Propongo quindi – ha concluso il consigliere della minoranza – che insieme con gli investimenti in cultura e università si investa sulla natalità per invertire l’inverno demografico».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha ricordato l’assenza di politiche attive del lavoro, per la formazione professionale e degli investimenti sul capitale umano, riportando le note critiche della Cisl. «Voto contro – ha dichiarato il consigliere della minoranza – ed a proposito di Università ricordo l’espropriazione fatta al Man e all’Università nuorese da parte della Regione».

La consigliera del gruppo Sovranità, democrazia e lavoro, Annamaria Busia , ha dichiarato voto favorevole ed ha rivolto ai colleghi l’invito all’astenersi dall’utilizzo del termine “marchetta”.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni (Riformatori) ha dichiarato voto contrario ed ha ribadito che “la finanziaria è senza anima” auspicando una revisione dei rapporti tra Regione e Università («ci sono troppi rivoli per la distribuzione risorse ma resta carente lo stanziamento per la ricerca»).

La consigliera Alessandra Zedda (Fi) ha dichiarato voto contrario ed ha sottolineato “l’onestà intellettuale della minoranza” e la “volontà positiva” da sempre dimostrata: «Quanto affermato oggi nel corso del dibattito è la verità, sui vostri ritardi, sul metodo con cui procedete nel fare le leggi e sulla spesa dei fondi comunitari».

Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha espresso solidarietà alla collega Busia sulla questione dell’utilizzo del termine “marchetta” («anche se la questione non riguarda più solo il genere femminile»). L’esponente della minoranza, nel dichiarare il voto contrario ha domandato lumi sull’inserimento nel versante entrare del bilancio, del milione e 800mila euro dei fondi dei gruppi restituiti alla presidenza del Consiglio nella scorsa legislatura: «Avevamo deciso allora che quei fondi andassero nelle casse del Consiglio e non altrove».

Il presidente del Consiglio ha spiegato che lo sblocco dei fondi è stato deliberato con voto unanime dell’ufficio di presidenza.

Posto in votazione il passaggio agli articoli è stato approvato con 31 favorevoli e 15 contrari e si è passati all’ordine del giorno per l’approvazione del Defr 2016 (documento di economia e finanza regionale) sul quale hanno dichiarato voto contrario i consiglieri di Forza Italia, Ignazio Locci e Marco Tedde. Posto in votazione, l’ordine del giorno è stato approvato dall’Aula.

Il presidente a conclusione della seduta ha comunicato la convocazione della commissione Bilancio per l’esame degli emendamenti (domani alle 9.30) e dell’Aula per il proseguo dell’esame della manovra (domani mattina dalle 11.00 alle 13.00 e in seduta pomeridiana dalle 16.00 alle 20.00).

 

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Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

Il Consiglio regionale ha preso atto della decadenza del Consigliere Gianni Lampis per effetto della sentenza del Consiglio di Stato e con gli interventi dei relatori di maggioranza (Franco Sabatini, Pd) e di minoranza (Ignazio Locci, Fi) ha dato inizio all’esame della Manovra 2016-2018.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il presidente ha comunicato che è pervenuta la notifica formale della sentenza del Consiglio di Stato relativa al ricorso promosso dal consigliere Gianni Lampis (misto-Fdi) contro il Consiglio regionale; subito dopo ha sospeso la seduta e convocato la Giunta per le elezioni.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato che la Giunta ha preso atto della sentenza che respinge il ricorso del consigliere Gianni Lampis contro la sentenza Tar che aveva dichiarato l’incompetenza degli organi consiliari ad individuare i cndidati subentranti, da cui consegue la decadenza dello stesso Lampis. La Giunta, ha aggiunto il presidente, si riunirà nuovamente domani alle 13.00 per ulteriori determinazioni.

Il consigliere Mario Floris (Misto) ha chiesto copia del verbale della Giunta; la richiesta è stata accolta dal presidente.

Subito dopo il Consiglio ha cominciato l’esame dell’ordine del giorno, con il Documento n.15/A-Documento di economia e finanza regionale (Defr), il Dl n.297/S/A (Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione per l’anno 2016 e per gli anni 2016-2018-Legge di stabilità 2016 e relativi allegati, ed il Dl n. 298/A (Bilancio di previsione per l’anno 2016 e bilancio pluriennale per gli anni 2016-2018). Per l’illustrazione del testo, il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza, il presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd).

Nella sua relazione, Sabatini ha affermato che «la manovra 2016 è in linea con la precedente ed ha al centro il sostegno alla ripresa, i cui segnali ancora deboli ma chiari sull’aumento del Pil regionale e del numero degli occupati lasciano ben sperare; l’obiettivo principale è quindi quello di accompagnare questo processo, proseguendo col piano di investimenti dell’anno precedente ed attivando interventi equilibrati su vari comparti: lavoro, scuola, università, imprese e ambiente». Per dare corpo a questo progetto, ha aggiunto Sabatini, «è stata istituita una cabina di regia con il compito di coordinare tutti gli strumenti della programmazione unitaria e territoriale, assegnare indirizzi precisi all’utilizzo di risorse regionali nazionali e comunitarie, e sviluppare le azioni contenute nel mutuo per le infrastrutture che, già nel primo anno ha portato ad una spesa di 70 milioni che, nel 2016, contiamo di portare ad oltre 130». Un aspetto molto innovativo della programmazione territoriale, ha detto ancora Sabatini, «riguarda il riconoscimento della possibilità a sindaci e categorie produttive di decidere in modo autonomo le scelte per sviluppo economico dei loro territori, una sfida che abbiamo voluto raccogliere perché spesso nel passato molti piani non sono andati in porto ed ingenti risorse sono rimaste inutilizzate, in parte per colpa Regione e in larga parte per colpa di attori locali». Consolidare la crescita, ha continuato il presidente della commissione Bilancio, «significa soprattutto creare nuovi di posti di lavoro e, da questo punto di vista, i dati dell’Agenzia del lavoro e dell’Istat dicono che c’è un trend positivo, che può essere consolidato a condizione che si faccia bene la programmazione con un progetto chiaro, che avrà come cardini il mantenimento dell’attuale livello di pressione fiscale e il rilancio degli investimenti pubblici, non solo con il mutuo ma anche con l’accelerazione degli interventi programmati da Abbanoa ed Area, oltre al progetto Iscola». Resta poi il capitolo delle riforme strutturali, ha sostenuto Sabatini, «che il Consiglio deve accelerare a partire dalla riforma sanitaria, il cui disavanzo continua a preoccuparci; abbiamo sentito l’assessore e tutti i commissari per verificare l’attuazione dei piani di rientro e non c’è nessuna sovrapposizione fra l’attività della commissione di inchiesta, che si occupa dell’andamento della spesa nel passato, e della commissione Bilancio che fa un lavoro completamente diverso». Soffermandosi poi sulla vertenza entrate, Sabatini ha ribadito che «la Sardegna non può sostenere un accantonamento di 600 milioni l’anno» e che, dopo 10 anni, «bisogna ridiscutere con lo Stato l’accordo stipulato a suo tempo fra Soru e Prodi, perché prima c’era un differenziale positivo che ora si è azzerato». La manovra, ha detto in conclusione. «è equilibrata e dà risposta a molti settori, con priorità alla salvaguardia del lavoro; ci abbiamo messo qualche settimana in più ma ne è valsa la pena».

Per la minoranza il relatore Ignazio Locci, di Forza Italia, ha osservato che «nonostante i proclami della maggioranza per noi la Sardegna non è affatto uscita dalla recessione ed i piccoli segnali di ripresa che si registrano in campo nazionale non hanno effetto sull’economia regionale; i dati sulla disoccupazione restano catastrofici e doppi rispetto alla media nazionale, in un quadro caratterizzato dall’assenza di politiche per il lavoro per i non più giovani che si sentono abbandonati dalle istituzioni, per non parlare della disoccupazione giovanile che avanza senza freni e supera il 30% nella fascia fra i 19 e i 34 anni». Uno scenario negativo che è tale, secondo Locci, non solo dal punto di vista economico. I sardi, ha aggiunto, «hanno fiducia nell’amministrazione regionale per appena il 37%, mentre prosegue lo spopolamento delle zone interne che tocca ora anche centri costieri e città». Sulla vertenza entrate, a giudizio di Locci, «emerge ancora una situazione precaria ed inadeguata, con accantonamenti che pesano per oltre 680 milioni e assieme all’obbligo del pareggio di bilancio freno i processi di spesa; nei fatti, l’accordo Soru-Prodi non si è mai realizzato perché lo Stato ha drasticamente compresso la spesa della Regione a causa del patto di stabilità, le norme di attuazione messe a punto dalla Giunta Pigliaru non sono state ancora recepite dal Governo e, nel frattempo, lo stesso Governo ha aumentato il contributo delle Regioni al contenimento della spesa pubblica fino al 2019, decisione che determinerà per la Sardegna un aumento della pressione fiscale nei prossimi anni». E’necessaria quindi una profonda revisione degli accordi fin qui raggiunti, ha sollecitato l’esponente dell’opposizione, «a cominciare dalla sanità il cui piano di rientro presenta molti dubbi e l’unica certezza di costi altissimi interamente a carico della Regione, con la conseguenza che ulteriori preziose risorse saranno sottratte agli interventi per lo sviluppo». Per noi, ha detto ancora Locci, «si possono recuperare risorse per almeno 200-250 milioni, invertendo una tendenza che, dopo due anni di governo Pigliaru ha prodotto solo grandi montagne di carta senza risultati e senza nemmeno le tanto sbandierate valutazioni sulle ricadute interventi; questa finanziaria, insomma, farà pagare ai sardi il prezzo molto alto di una politica miope e strabica e di una Giunta che si è rivelata incapace di sintonizzarsi con le reali esigenze dei sardi, dei piccoli comuni, delle periferie, prigioniera di un Cagliari-centrismo senza prospettive». Come centro destra, ha concluso, «proponiamo una alternativa credibile, autonoma, sociale, vicina alla Sardegna, con più semplificazione, più sbrurocratizzazione, più attenzione alla famiglia ed alla natalità, con un bonus di 200 euro a bambino, più lavoro con i cantieri verdi ma anche col sostegno alle imprese ed all’artigianato, puntando infine su una zona franca al consumo, superando la logica dei punti franchi e delle interferenze politiche romane». Presenteremo emendamenti in coerenza con questi punti, ha annunciato Locci, «per migliorare questa manovra».

Al termine dell’intervento del consigliere Locci, il presidente ha tolto la seduta. Il Consiglio riprenderà i lavori domattina alle 9.30 mentre alle 13.00 si riunirà la Giunta per le elezioni.

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Ignazio Locci 3 copia

Il consigliere regionale Ignazio Locci, coordinatore di Forza Italia per il Sulcis Iglesiente, risponde all’invito del coordinatore dei Giovani del Sulcis per la scelta del candidato sindaco della coalizione di centrodestra per le Amministrative di Carbonia del prossimo mese di giugno.

«Ottimo e lodevole richiamo quello del coordinatore dei giovani di Forza Italia del Sulcis, Roberto Demurtas, il quale chiede che, in vista dell’elezione del sindaco e del rinnovo del Consiglio comunale di Carbonia, il candidato a primo cittadino per il centrodestra venga scelto passando per le “gazebarie”, così come accaduto per Roma – dice Ignazio Locci -. Ebbene, faremo esattamente come hanno indicato il presidente Silvio Berlusconi e il coordinatore della Sardegna Ugo Cappellacci: sceglieremo il miglior candidato possibile da presentare al nostro elettorato (se donna, anche meglio), affinché rappresenti non soltanto il centrodestra, ma tutti i cittadini. E naturalmente lo faremo coinvolgendo la popolazione di Carbonia attraverso le “gazebarie”.»

«Non ci riconosciamo, di sicuro, nei vecchi arnesi della politica e proseguiremo nel solco tracciato dal presidente Berlusconi, dando ampio spazio ai giovani. La scelta del migliore aspirante primo cittadino è la nostra priorità. Per questo – conclude Ignazio Locci – lasceremo alle nostre valenti leve la possibilità di organizzare le “gazebarie”, perché siamo convinti che soltanto grazie ai giovani potrà arrivare il giusto entusiasmo.»

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Municipio Carbonia 99 copia

A meno di tre mesi dalle elezioni amministrative, il coordinatore di Forza Italia Giovani per il Sulcis, Roberto Demurtas, lancia l’idea delle “Gazebarie” anche a Carbonia per scegliere il candidato sindaco della coalizione di centrodestra.

«Il centrodestra non ha ancora trovato il suo candidato unitario – scrive Roberto Demurtas in una nota stampa -. Attualmente pare sia in corso una riflessione volta all’identificazione di un soggetto politico in grado di identificarsi come alternativa al dualismo venutosi a creare nel centrosinistra.»

«Così come accaduto a Roma, dove il presidente Silvio Berlusconi è sceso in campo recandosi presso i vari gazebo allestiti nella Capitale – aggiunge Roberto Demurtas -, anche per la città di Carbonia chiedo che qualsiasi persona, prima di tutto, venga scelta dai cittadini, diventando così non solo il candidato del centrodestra, ma il candidato di tutti. La voglia di partecipazione dei cittadini di Carbonia nella scelta del futuro candidato sindaco deve essere al primo posto nell’agenda politica del partito o della coalizione che si candida alla guida della città. Il successo indiscutibile di Roma ci porta a rompere gli indugi e ad attuare per la prima volta nel centrodestra e in Forza Italia un democratico sistema di consultazione popolare. Non solo sulle persone ma soprattutto sui programmi. L’attività politica dei cittadini non può risolversi in un consenso ai candidati scelti dai partiti.»

«Il successo di Bertolaso – sottolinea Roberto Demurtas – significa che i cittadini premiano la politica del fare e non i candidati calati dall’alto, il cui nome è stato scelto da poche persone, che non possono e non devono scegliere le sorti di un intero territorio, dove Carbonia rappresenta da sempre il capoluogo. Oggi la politica richiede competenza e conoscenza quantomeno per aver praticato uffici pubblici, aver letto qualche bilancio comunale ed averlo anche capito, possibilmente. Pertanto – conclude il coordinatore Forza Italia Giovani per il Sulcis – chiedo al commissario provinciale on. Ignazio Locci, di fare quanto il nostro presidente Silvio Berlusconi ha scelto ed ha fatto con un successo e un intuizione ancora una volta, vincente.»

Nella tavola rotonda in corso a Sant’Antioco, stanno emergendo numerose posizioni contrarie alla realizzazione del nuovo ponte di collegamento con l’Isola, finanziato dal Piano Sulcis e prossimo ad andare in appalto, viceversa favorevoli alla realizzazione del tunnel. Per questa soluzione si sono espressi, tra gli altri, il sindaco Mario Corongiu e i consiglieri di minoranza presenti, tra i quali l’ex assessore Massimo Melis e Alberto Fois.
Un altro consigliere comunale di minoranza Torello Massa, pur convinto sostenitore della soluzione del tunnel, ha proposto l’indizione di un referendum.

Nell’edizione del TG di lunedì trasmetteremo le interviste con il coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi, e il consigliere regionale Ignazio Locci, del gruppo Forza Italia Sardegna, promotore della tavola rotonda.

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E’ in corso, presso l’Albergo Moderno di via Nazionale, a Sant’Antioco, una tavola rotonda organizzata per fare chiarezza sulle enormi potenzialità di sviluppo garantite dalla nuova infrastrutturazione dell’area portuale prospettata dal Piano Sulcis. L’obiettivo dell’iniziativa è confrontarsi, informare compiutamente i cittadini, sgomberare il campo da dubbi e fraintendimenti, mettendo in luce i vantaggi che possono assicurare i progetti contenuti nel Piano Sulcis, in termini di rilancio dell’isola di Sant’Antioco e dell’intero Sulcis Iglesiente.
In campo ci sono 40 milioni di euro per la realizzazione di nuove opere progettuali di ampia portata.
Al convegno, dal titolo “Piano Sulcis – Infrastrutture Master Plan Sant’Antioco”, partecipano, tra gli altri, il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci, i sindaci di Sant’Antioco e Calasetta, Mario Corongiu e Antonio Vigo, il coordinatore per l’attuazione del Piano Sulcis, Tore Cherchi, l’ex presidente della Regione, Antonello Cabras, oggi presidente della Fondazione Sardegna.
Partecipano, inoltre, amministratori e rappresentanti dei movimenti politici locali, imprenditori e semplici cittadini.
Nel primo intervento, il coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi, ha presentato progetti e risorse in campo per lo sviluppo dell’Isola di Sant’Antioco, ad iniziare dal nuovo ponte.
Mentre scriviamo è in corso l’intervento del sindaco di Sant’Antioco, Mario Corongiu.
Coordina i lavori il consigliere comunale Gianni Inguscio.
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Ponte di Sant'Antioco 1 copia

Si parlerà di Piano Sulcis, sabato mattina, a partire dalle 10.00, presso l’Albergo Moderno di via Nazionale, a Sant’Antioco, in una tavola rotonda organizzata per fare chiarezza sulle enormi potenzialità di sviluppo garantite dalla nuova infrastrutturazione dell’area portuale prospettata dal Piano Sulcis. Obiettivo: confrontarsi, informare compiutamente i cittadini, sgomberare il campo da dubbi e fraintendimenti, mettendo in luce i vantaggi che possono assicurare i progetti contenuti nel Piano Sulcis, in termini di rilancio dell’isola di Sant’Antioco e dell’intero Sulcis Iglesiente. In campo ci sono 40 milioni di euro per la realizzazione di nuove opere progettuali di ampia portata.

Al convegno, dal titolo “Piano Sulcis – Infrastrutture Master Plan Sant’Antioco”, parteciperanno il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci, i sindaci di Sant’Antioco e Calasetta, Mario Corongiu e Antonio Vigo, il coordinatore per l’attuazione del Piano Sulcis, Tore Cherchi, l’ex presidente della Regione, Antonello Cabras, l’avvocato Gianni Locci, i consiglieri comunali antiochensi di Città Nuova, Gianni Inguscio e Renato Avellino, di Genti Noa, Alberto Fois, di Torello Massa, di Sant’Antioco Attiva, Massimo Melis, il Direttore della Fiera di Cagliari, Giampiero Uccheddu.

Parteciperanno parte, inoltre, amministratori e rappresentanti dei movimenti politici locali. Coordinerà i lavori Gianni Inguscio.

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Sardamag dall'alto 1 copia

«Bonifiche Sardamag, burocrazia battuta. Dopo anni di interminabile attesa, prendono avvio le operazioni di risanamento nelle aree ex Sardamag di Sant’Antioco, affidate a Igea spa.»

Lo scrive in una nota, Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Ci sono voluti anni e anni di pazienza, sit-in, proteste accorate, sollecitazione da parte della comunità antiochense e dei sindaci (Virginio Locci, Eusebio Baghino, Mario Corongiu), incontri e tonnellate di rassicurazioni fornite a più riprese dall’amministrazione regionale per raggiungere quello che a buon diritto può essere definito un traguardo storico: oggi festeggiamo una vittoria di tutti, soprattutto dei cittadini. Le bonifiche partono e per Sant’Antioco (nonché per l’intero territorio), inizia una nuova pagina. Adesso possiamo concretamente programmare il rilancio dell’isola in chiave turistica mettendo in conto quelle aree, da sempre considerate determinanti a tale scopo.

Questa mattina – aggiunge Locci – una squadra di operai Igea si è insediata nelle terre ex Sardamag per mettere giù i primi tasselli per l’avvio del cantiere e tra domani e lunedì partiranno definitivamente i lavori. Adesso c’è da augurarsi che le operazioni procedano spedite e non ci siano intoppi di alcun tipo. Le risorse sono a disposizione da anni, sono sufficienti per risanare l’intera area in questione e non sono ammessi ostacoli. Ma dobbiamo guardare con fiducia a questa nuova fase, consapevoli che l’impegno di tutti ha prodotto i suoi frutti.»

«Qualcosa si muove, insomma, in questo scenario di desolazione segnato da progetti di rilancio mancati e da una burocrazia incancrenita capace di divorare tutti i buoni propositi. La speranza è che le bonifiche diventino realmente le fondamenta su cui costruire il nostro futuro e, dunque, che i progetti del Piano Sulcis destinati all’isola – conclude Locci – prendano avvio quanto prima.»

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Palazzo Consiglio regionale 44 copia

La Terza commissione del Consiglio regionale ha approvato, con i soli voti favorevoli dei consiglieri della maggioranza, la Manovra 2016-2018 da circa 7.4 miliardi di euro.

Soddisfazione è stata espressa dal presidente del parlamentino del Bilancio, Franco Sabatini (Pd), che ha sottolineato la positiva definizione di quattro nodi centrali che sono stati oggetto di dibattito e confronto non solo tra i componenti la commissione, ma anche della sessione dei lavori dedicata alle audizioni: la sospensione dell’aumento delle imposte Irap e Irpef; il mantenimento del livello degli stanziamenti del fondo unico per gli Enti locali e delle risorse destinate alla politiche sociali, nonché il monitoraggio puntuale e costante dell’andamento del piano di rientro del debito del sistema sanitario sardo che, per il 2016, prevede una riduzione della spesa di circa 66 milioni di euro.

Restano, invece, ancora aperte tre questioni prioritarie che attengono i temi dell’istruzione (l’Università in particolare), il lavoro e la cultura, per le quali si ipotizzano stanziamenti complessivi tra i 30 e i 40 milioni di euro.

Dopo il via libera della commissione c’è da attendere, entro i prossimi dieci giorni, il deposito delle relazioni di maggioranza e di minoranza (Franco Sabatini per il centrosinistra e Ignazio Locci per il centrodestra) e l’ingresso in Aula del disegno di legge sarà stabilito dalla conferenza dei presidenti dei gruppi che è convocata per martedì 8 marzo alle 13 per la programmazione dei lavori del Consiglio.

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Sant'Antioco.

«Sant’Antioco non può farsi sfuggire di mano l’occasione di vedere realizzate le imponenti opere contenute nel Piano Sulcis, tra l’infrastrutturazione dell’isola con la Terra madre e la nuova pianificazione del porto. La partita è troppo importante per lasciarla nella disponibilità di una sola parte politica o, più in generale, di pochi rappresentanti. È una responsabilità immensa, e per questo occorre rendere questa fase procedurale trasparente, informando i cittadini e richiamando la comunità al senso di unità, affinché si raggiunga quella centralità indispensabile per una decisione condivisa. Perché dietro la solita e anche un po’ stantia contrapposizione tra ponte amovibile e ponte fisso, c’è tutto un lavoro di studio, di mediazione e concertazione che i cittadini non vedono e non conoscono, in quanto non sono mai stati coinvolti nel processo. Non si può vanificare il lavoro fatto fin qui dal Coordinamento del Piano Sulcis, che va anzi valorizzato.»

E’ l’appello lanciato oggi da Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia Sardegna, e dai consiglieri comunali del gruppo Città Nuova Gianni Inguscio, Renato Avellino e Giorgio Corsini.

«Il rischio è che si rimanga arenati nella discussione sul nuovo collegamento terrestre tra l’isola e la Sardegna e che si inneschino fenomeni capaci di rallentare il procedimento. E questa è un’ipotesi assolutamente da scongiurare perché ogni giorno che passa sono fondi che “bruciano” (così come dispone il meccanismo di finanziamento per le opere del Piano Sulcis). Gli antiochensi (e non solo) hanno il diritto di essere informati sullo stato dell’arte e devono poter essere coinvolti nelle attività che li riguardano in prima persona, anche grazie a momenti pubblici di condivisione. Questa è un’occasione imperdibile: davanti a noi c’è la possibilità di dare una svolta a Sant’Antioco e a tutto il Sulcis, visto che con queste opere l’isola si candida a ruolo guida di tutto il territorio. Abbiamo, quindi, la possibilità fattiva di attrarre risorse private.

Ma i rischi che tutto sfumi sono concreti. Nessuno li vede, evidentemente, perché si è rimasti bloccati nella contrapposizione sulla tipologia di infrastruttura da realizzare in sostituzione dell’attuale ponte (sembra, insomma, che il Piano Sulcis sia soltanto questo), anche a causa di chi, certamente in buona fede, fino a oggi non ha creato alcuna occasione di condivisione. Ma, ripeto, la partita è troppo grande per non coinvolgere i cittadini: confido nell’individuazione di momenti di confronto pubblico con lo scopo di rendere questa fase trasparente, nonché un’occasione di partecipazione. Si lavori per trasformare questo delicato momento in opportunità di lavoro per il tanto atteso rilancio economico del nostro territorio. Uniti e non divisi. Informati e non ignorati – concludono Ignazio Locci, Gianni Inguscio, Renato Avellino e Giorgio Corsini -, partecipi al destino di questa meravigliosa Isola.»