16 April, 2024
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Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

Dopo l’ingresso in Consiglio regionale di quattro nuovi componenti, è stato costituito il nuovo gruppo dei “Cristiano Popolari Socialisti” al quale, oltre ai consiglieri Pierfranco Zanchetta e Antonio Gaia dell’Upc, hanno aderito anche Raimondo Perra del Psi e, per scelta “tecnica”, Walter Piscedda proveniente dal Pd. Il nuovo gruppo sarà presieduto dall’on. Pierfranco Zanchetta.

Questa la composizione aggiornata dei gruppi consiliari:

Area Popolare Sarda: Giorgio Oppi, Giuseppino Pinna, Ignazio Tatti, Gianluigi Rubiu (Presidente)

Cristiano Popolari Socialisti: Antonio Gaia, Raimondo Perra, Walter Piscedda, Pierfranco Zanchetta (Presidente)

Forza Italia Sardegna: Ugo Cappellacci, Oscar Cherchi, Giuseppe Fasolino, Ignazio Locci, Antonello Peru, Alberto Randazzo, Marco Tedde, Edoardo Tocco, Stefano Tunis, Alessandra Zedda, Pietro Pittalis (Presidente)

Misto: Mario Floris, Gianni Lampis, Paolo Truzzu, Gaetano Ledda, Fabrizio Anedda (Presidente)

Partito Democratico: Piero Comandini, Lorenzo Cozzolino, Salvatore Demontis, Roberto Deriu, Daniela Forma, Gianfranco Ganau, Luigi Lotto, Gavino Manca, Giuseppe Meloni, Cesare Moriconi, Francesco Pigliaru, Rosella Pinna, Luigi Ruggeri, Franco Sabatini, Antonio Solinas, Gian Mario Tendas, Pietro Cocco (Presidente)

Partito Sardo d’Azione: Marcello Orrù, Christian Solinas, Angelo Carta (Presidente)

Riformatori Sardi-Liberaldemocratici: Michele Cossa, Luigi Crisponi, Attilio Dedoni (Presidente)

SEL Sardegna: Francesco Agus, Luca Pizzuto, Daniele Cocco (Presidente)

Soberania-Indipendentzia: Alessandro Collu, Eugenio Lai, Paolo Zedda, Emilio Usula (Presidente)

Sovranità, Democrazia e Lavoro: Anna Maria Busia, Augusto Cherchi, Gianfranco Congiu, Piermario Manca, Alessandro Unali, Roberto Desini (Presidente).

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«La vicenda della mancata erogazione degli assegni di merito ai circa 700 studenti sardi “meritevoli” ha dell’incredibile. Dopo quasi due anni dalla chiusura del bando (datato novembre 2013), i giovani studenti isolani attendono ancora il pagamento delle somme loro spettanti. E se fino a qualche mese fa si pensava che le responsabilità fossero addebitabili ai ritardi nella formazione delle graduatorie, oggi è chiaro che le colpe sono tutte del trio Firino-Paci-Pigliaru. Con lo sfondo, in un ruolo da protagonista, occupato dall’accordo patacca sul pareggio di bilancio, che di fatto impedisce l’erogazione delle somme. Un accordo che gli illustri professori Raffaele Paci e Francesco Pigliaru hanno fatto passare per un traguardo storico, ma che di fatto si sta rivelando sempre più fonte di problemi. E a pagarne le spese, questa volta, sono gli studenti.»

Lo dice stamane Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«È inaccettabile – aggiunge Locci – che i giochetti economici della Giunta dei professori vengano fatti sulle spalle dei sardi, ai quali si chiede di pagare un conto non loro. E mi chiedo se gli artefici di questa sonora fregatura non si vergognino almeno un po’, dato che stanno frustrando le aspettativi di chi, con fatica e sudore, cerca di costruirsi un futuro migliore in questa terra.»

«Si tratta di 700 studenti “meritevoli” che da troppo tempo attendono l’intervento dell’Assessore regionale all’Istruzione Claudia Firino. La quale, evidentemente, non ha il coraggio di spiegare ai ragazzi come stanno realmente le cose. Direi che a questo punto è arrivato il momento che la Firino si assuma le responsabilità e chiarisca la situazione. E se possibile – conclude il consigliere regionale di Sant’Antioco – percorra eventuali strade utili a sbloccare le somme destinate agli studenti.»

Ignazio Locci 7 copia

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«Nell’anno in cui il turismo in Sardegna mostra segnali di ripresa, appare ancora più evidente la necessità di dare avvio immediato alle bonifiche nel territorio del Sulcis Iglesiente, per troppo tempo consacrato quasi esclusivamente all’attività industriale. E nonostante i protocolli d’intesa, il Piano Sulcis, gli impegni assunti dalla nuova Giunta regionale, il risanamento ambientale, che dovrebbe rappresentare la priorità dell’azione politica (senza naturalmente dimenticare quella parte di industria che ancora può produrre e creare economia), appare chiaramente un obiettivo secondario.»

Lo dice Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Basti pensare – aggiunge Ignazio Locci – che del Piano Sulcis, documento che dovrebbe gettare le basi per il rilancio del territorio anche da un punto di vista ambientale, non si sa più nulla dal 14 aprile scorso, giorno in cui ne venne reso noto lo stato di attuazione. E guarda caso, proprio quel report non fa mistero sui ritardi delle bonifiche, imputati alla situazione disastrata in cui versa Igea, incaricata delle operazioni. Ma a ben vedere, non si tratta solo di problemi legati alla società regionale: è evidente anche un deprecabile immobilismo della politica, che a distanza di un anno e mezzo dall’insediamento della Giunta di Francesco Pigliaru, ancora non è riuscita a dare una svolta al progetto delle bonifiche.»

«A parte qualche minimo intervento concesso di grazia dall’assessore regionale all’Industria, Maria Grazia Piras, la grossa fetta di bonifiche resta ferma al palo – aggiunge il consigliere regionale di Sant’Antioco –. Ed è inaccettabile che spesso i soldi risultino già stanziati ma non spendibili perché la Giunta non ha ancora deciso sui soggetti attuatori. Un esempio su tutti: le aree ex Seamag di Sant’Antioco, per le quali vi sono 6,8 milioni di euro stanziati dalla precedente Giunta, ma che ancora attendono il risanamento per la definitiva conversione a fini turistici. In più occasioni è stato chiesto di affidare i lavori al comune antiochense o ad altro soggetto, ma la Giunta continua a lasciare tutto nelle mani di Igea. E gli antiochensi, ormai, non sanno più a quale santo votarsi per ottenere le bonifiche di quegli ettari di terreno.»

«Se l’idea di dare un futuro al territorio (non soltanto industriale) è molto più di semplici parole al vento spese in campagna elettorale, si metta mano alle bonifiche e si proceda con celerità. Non possiamo continuare ad aspettare passivamente. Il Sulcis Iglesiente – conclude Ignazio Locci – ha bisogno di riconvertirsi a fini turistici e questo può avvenire soltanto passando per il risanamento ambientale.»

Sardamag dall'alto 1 copia

Ignazio Locci

Consigliere regionale Forza Italia Sardegna

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Tore Cherchi 34 copia

«Il coordinatore per l’attuazione del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi, convochi gli Stati generali del Sulcis Iglesiente, così come fece quando era la guida della Provincia di Carbonia Iglesias, oggi commissariata. Obiettivo: imprimere una scossa all’immobilismo che ormai contraddistingue la Giunta regionale e procedere con la cantierizzazione delle opere. L’ultimo report sullo stato di attuazione del Piano risale al 14 aprile scorso: sono ormai trascorsi cinque mesi da quella data e tutto sembra restare immobile. Nessuna novità all’orizzonte, nessun nuovo cantiere, mentre il tempo scorre e le scadenze (31/12/2015) per la messa a bando di alcuni importanti progetti, si avvicinano inesorabili.»

Lo ascrive in una nota, Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna.

«Questi termini non possono essere elusi – aggiunge Ignazio Locci -, pena la perdita dei fondi disponibili. Ecco perché è arrivato il momento di fare chiarezza sulla situazione, inaugurando una nuova attività di sensibilizzazione verso l’Esecutivo di Francesco Pigliaru. Tutti, dai sindacati ai sindaci, dai parlamentari ai consiglieri regionali, uniti verso un unico irrinunciabile obiettivo: la ripartenza del Sulcis-Iglesiente. I fondi ci sono, i progetti idem: non si capisce per quale ragione la burocrazia debba bloccare fino alla cancrena il programma di rilancio del territorio.»

«Recentemente anche il sindacato ha chiesto delucidazioni e, quantomeno ufficialmente, non sono arrivate spiegazioni in merito. Quanto tempo ancora dovrà passare? La situazione si fa sempre più preoccupante: dalla sottoscrizione del Protocollo (novembre 2012) a oggi, sono passati cinque anni. E gli obiettivi più importanti, dalle bonifiche (tristemente in stallo causa la situazione di Igea, così come recita anche l’ultimo report), alla realizzazione di alcune importanti opere (portualità, infrastrutture, collegamento della diga di Monte Pranu con il sistema idrico regionale, per citare alcuni esempi), non sono stati centrati. Per non parlare, poi, di agroalimentare e turismo. E meno male che il 2015 sarebbe dovuto essere l’anno della svolta. Insomma, Salvatore Cherchi deve richiamare gli Stati generali all’unità di intenti – conclude Ignazio Locci -, diversamente vedremo sfumare il sogno di rinascita del Sulcis Iglesiente.»

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Scivu.

Scivu.

Il progetto di recupero e valorizzazione dell’ex colonia marina di Funtanazza proposto dalla società Riva di Scivu appartenente alla famiglia Soru, è un’occasione di sviluppo e di rilancio di un territorio, il Medio Campidano, che non gode di buona salute e come altri paga il prezzo della crisi economica. Arroccarsi su posizioni preconcette, facendo leva sulla presunta ipocrisia dell’ex governatore Renato Soru e sul suo doppio ruolo di imprenditore e politico (ideatore del tanto contestato PPR) è un errore che non si deve compiere. Un errore che non possiamo permetterci di fare. Spostando la discussione sul terreno dello scontro politico si rischia di far sfumare la realizzazione di un programma che rispetta le volumetrie esistenti, esiste da parecchi anni e rappresenta indubbiamente un’opportunità di crescita per tutto il territorio. E tutti sappiamo quanto la Sardegna abbia bisogno di investimenti in chiave turistica. Soprattutto il Sud dell’isola, da troppo tempo in attesa di una riconversione sostenibile, che una volta per tutte rilanci la zona rendendola un punto di arrivo per le migliaia di turisti che scelgono la nostra terra per trascorrere le vacanze. E un investimento simile costituirebbe un’occasione non solo per il Medio Campidano, ma anche per tutto il territorio limitrofo. Non vorrei che il patron di Tiscali rinunciasse e quelle aree finissero disgraziatamente nelle mani della Conservatoria delle Coste. Allora sì che sfumerebbe ogni sogno di conversione.

Anche perché sono ormai anni che ci si riempie la bocca con l’importanza del turismo e dei progetti validi in grado di ridare nuova linfa al settore. Salvo poi sollevare il polverone se a proporli e l’ex governatore Soru. Puntare il dito sulla sua incoerenza, in questo particolare momento storico segnato da una crisi senza precedenti, è fuori tema. Ed è proprio sulla scorta delle innumerevoli discussioni sul turismo che sarebbe opportuno considerare il progetto di riconversione dell’ex colonia marina come un esempio da seguire.

A titolo personale, credo che tutto il centrodestra debba sostenere l’idea della Riva di Scivu, insieme a una battaglia per la semplificazione e contro la burocrazia che frena lo sviluppo, per fare in modo che il rilancio turistico passi per la realizzazione di progetti concreti, meritevoli e rispettosi della disciplina in materia. E non resti soltanto una serie di vuote elucubrazioni utili ai tavoli tematici e ai convegni. Evitiamo di portare la discussione sul terreno dello scontro politico, peraltro reso scivoloso da argomentazioni anacronistiche, e impegniamoci per dare seguito alle idee che meritano sostegno.

Ignazio Locci

Conigliere regionale Forza Italia Sardegna

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Moderne e funzionali Case della salute, o strutture vuote e senza futuro da accantonare ancor prima del taglio del nastro? Da progetto d’avanguardia per una Sanità funzionale, vicina (in tutti i sensi) ai cittadini, la costruzione di quattro Case della salute nel Sulcis Iglesiente (Sant’Antioco, Carloforte, Giba e Fluminimaggiore) rischia di rivelarsi un buco nell’acqua. Stando alla legge 23 del 2014 (Riforma della Sanità in Sardegna), che recepisce il Patto della Salute (agosto 2014), non vi sono più le condizioni per l’attuazione del progetto: la normativa in questione, infatti, stabilisce che il requisito minimo per l’avvio di una Casa della salute sia un bacino di 30mila abitanti. Condizione, questa, che esclude buona parte delle quattro sedi individuate dal disegno iniziale voluto dalla precedente Giunta regionale (i lavori, ovvero l’ampliamento di ambulatori preesistenti, sono in dirittura d’arrivo).

Il problema sorge oggi perché quando venne varato il progetto delle strutture sanitarie sperimentali (2010), il Patto della salute in vigore in quegli anni richiedeva un bacino di 10mila abitanti, facilmente individuabile in tutti e quattro i casi considerando la vicinanza tra alcuni comuni. Ma ad oggi, se il nuovo requisito necessario può essere soddisfatto nel caso di Sant’Antioco (che servirebbe diversi centri limitrofi raggiungendo la quota di 30mila abitanti), negli altri mancherebbero i parametri richiesti.

Cosa fare, dunque? Domanda più che mai legittima, considerato che attualmente non risulta (quantomeno ufficialmente) alcuna deroga alla normativa in vigore e va da sé che il progetto sia destinato a fallire. E a ogni buon conto, ammesso l’Assessorato regionale alla Sanità sia a conoscenza dello stop imposto dalla disciplina al “progetto Sulcis” e abbia in animo di eluderlo in qualche modo, è lecito chiedere delucidazioni in merito all’attuazione del programma nella sua interezza. Non solo per le quattro del Sulcis, dunque, ma anche per il resto della Sardegna, come – senza allontanarsi – Carbonia e Iglesias, di cui non si sa più nulla. Non fosse altro perché l’assessore Luigi Arru, e con lui il presidente della Giunta, quando ha illustrato la sua idea di riforma del sistema sanitario ha descritto le Case della salute come strutture destinate ad avere un ruolo decisivo nel riordino della Sanità isolana.

Occorre capire, quindi, se qualcuna delle Case sulcitane debba essere sacrificata in barba alle centinaia di migliaia di euro spese per l’ampliamento degli edifici, o se invece l’assessore Arru abbia intenzione di derogare alla disciplina da lui stesso varata. Inoltre, sarebbe opportuno chiarire il ruolo che dovranno avere i medici di base. Esiste un protocollo per l’organizzazione del lavoro nelle strutture? Quale tipologia di personale verrà impiegata? E in che modo? Tutte domande che attendono risposta, mentre l’esponente dell’Esecutivo Pigliaru si pavoneggia con risultati che, in realtà, coincidono con meri tagli ai servizi e alle prestazioni sanitarie.

La riforma della Sanità sta passando al Sulcis Iglesiente un conto salatissimo e non vorremmo che, oltre ai tagli già noti, si aggiungesse anche l’aborto del progetto delle Case della salute. Luigi Arru faccia luce sulla questione e sveli il futuro che spetta alle strutture sulcitane. Che, inutile nasconderlo, stando alla disciplina in vigore non hanno ragione di esistere.

Ignazio Locci

Consigliere regionale Forza Italia Sardegna

Ignazio Locci 1 copia

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«Il voto contrario dell’Amministrazione comunale di Carbonia al progetto di riordino del sistema sanitario del Sulcis Iglesiente promosso dal commissario straordinario della ASL 7 Antonio Onnis, mette in luce il forte dissenso su un Piano che, anziché migliorare la Sanità del territorio, cancella i servizi e riduce drasticamente le prestazioni mediche a discapito dei cittadini.»

Lo dice Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«E se Carbonia, al di là della polemica sul punto nascite, alza la testa di fronte agli evidenti soprusi perpetrati da Onnis con la complicità di una Giunta regionale che, freddamente, ragiona solo con la calcolatrice disinteressandosi della reale domanda di salute – aggiunge Ignazio Locci -, spiace constatare che buona parte dei sindaci (fatta eccezione per qualche astenuto) ha detto sì, perché evidentemente non consapevole di quanto stia accadendo alla Sanità locale.»

«Personalmente resto fermamente convinto che il progetto della dirigenza della Asl 7 sia quanto di più nocivo si potesse immaginare – sottolinea ancora il consigliere regionale di Sant’Antioco -: manca un sistema di riorganizzazione territoriale serio e rispondente alle reali esigenze; spariscono alcuni reparti; si cancellano strutture periferiche; ma, soprattutto, si tagliano 140 posti letto. E sembra assurdo che i sindaci della provincia, che dovrebbero tutelare i diritti dei propri cittadini, hanno dato il proprio assenso a un programma che prevede la dismissione del sistema sanitario del Sulcis Iglesiente.»

«Auspico la rimozione del commissario Antonio Onnis, che ha abbondantemente dimostrato la sua incapacità di riordinare il sistema (si veda la vicenda Adi del Sulcis, conclusa – per fortuna – con un passo indietro compiuto dalla dirigenza dopo le vibranti e legittime proteste dei pazienti assistiti) – conclude Ignazio Locci – e l’intervento diretto dell’assessore alla Sanità Luigi Arru, affinché valuti le reali necessità di questo territorio.»

Ospedale Sirai 1 copia

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«La caratura di un uomo che siede in cima alle istituzioni si misura in ogni istante dell’agire politico e, soprattutto, in corrispondenza di momenti critici. È quindi doveroso che il presidente della Regione Francesco Pigliaru, nel pieno dell’emergenza migranti (politica, umanitaria, etica) abbia un sussulto di dignità e si imponga nei confronti di un governo centrale che intende trasformare la Sardegna in una nuova terra di sbarco per le migliaia di disperati che fuggono da guerre, miseria, fame e disperazione.»

Lo scrive in una nota, Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Della stucchevole retorica di facciata, condita di lessico della fratellanza con quella dose di pietas da parabola evangelica che non manca mai – aggiunge Locci -, non sappiamo che farcene. E i sardi, tutti i sardi, non sanno che farsene. Questo non è il tempo delle teorie dell’astratta dialettica, quanto semmai dell’azione, della prassi, della concretezza. Delle risposte a quelle domande che il direttore de L’Unione Sarda Anthony Muroni ha posto a Governatore e Prefetto e che noi sottoscriviamo in toto, traducendole in un’interpellanza rivolta al presidente Pigliaru.»

»Nessuno si azzardi a scambiare (astutamente) la richiesta di delucidazioni con lacuna di sensibilità verso l’emergenza che imperversa oltre il Mediterraneo – conclude il consigliere regionale di Sant’Antioco -, nessuno osi colorare di cinismo (da parte nostra) il bisogno impellente di essere messi al corrente delle intenzioni di coloro che ci governano.»

Ignazio Locci 1 copia

«La difesa della Tonnara sia la priorità irrinunciabile del Distretto del tonno, l’unica strada percorribile per salvaguardare un autentico patrimonio italiano. Obiettivo: tutela della memoria storica delle tonnare del Sulcis e un’attenta gestione del tonno rosso del Mediterraneo, costantemente sotto minaccia dai provvedimenti fortemente restrittivi dell’Unione Europea. Ogni altra operazione, sia chiaro, è da considerarsi assolutamente velleitaria.»

Lo ha detto oggi Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Il rischio – ha aggiunto Locci – sempre più concreto, infatti, è che certuni ottengano consulenze pagate profumatamente millantando contatti con fantomatici centri di ricerca. Bisogna smetterla di concedere credito a certi personaggi che mettono a rischio la credibilità di un progetto su cui è bene tutti si impegnino senza distinzioni di sorta. Ecco perché è doveroso che le amministrazioni locali vigilino affinché non vi siano cavalli di Troia pronti a giocare qualche partita per conto di gruppi siciliani intenzionati a mettere le mani su un patrimonio unico in Italia e determinante per l’economia del territorio del Sulcis Iglesiente sin dai tempi dei Fenici.»

 Girotonno Mattanza 1

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«L’assessore regionale della Programmazione Raffaele Paci rispetti gli impegni e trasferisca immediatamente ai Comuni i soldi del Fondo Unico non ancora erogati. Il fatto che il sistema di bilancio della Regione si regga su meccanismi differenti da quelli che disciplinano i Comuni, infatti, ha creato un cortocicuito che annulla le certezze del Fondo Unico (legge N° 2 del 2007) e crea seri problemi nella programmazione degli enti locali, che oggi fanno i conti con l’assenza proprio di quelle risorse su cui avevano fatto affidamento. E il risultato è negli occhi di tutti: dopo otto mesi di esercizio finanziario, sia l’ultima tranche del 2014, che quella relativa alla prima parte del 2015 non sono state trasferite ai Comuni dell’Isola.»

Lo dice Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Il bilancio armonizzato, allo stato attuale, è pura follia. In sostanza, il nuovo sistema (che i professori hanno voluto adottare nell’immediato nonostante avessero facoltà di farlo in futuro, così come avvenuto per altre Regioni a statuto speciale) ha cancellato l’utilità della norma che aveva istituito il Fondo Unico. Ed è inaccettabile – conclude Locci – che la conseguenza sia una Regione matrigna che stabilisce, dopo la conferenza con gli enti locali (sulla quale, tuttavia, non esistono ancora criteri certi) modalità e tempi per l’erogazione dei soldi del Fondo Unico.»

Palazzo del Consiglio regionale A