25 April, 2024
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«La gestione commissariale della Provincia di Carbonia Iglesias intervenga immediatamente sulla strada provinciale 76 (Sant’Antioco – Capo Sperone) provvedendo alla pulizia delle cunette, letteralmente invase dalle sterpaglie sia al loro interno che nel ciglio stradale.»

Lo dice Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna.

L’erba, alta anche un metro, in alcuni punti sconfina addirittura all’interno della carreggiata, compromettendo la visibilità – aggiunge Locci -. Parliamo di un’arteria che, in quanto percorso d’accesso per le spiagge dell’isola di Sant’Antioco, in questo periodo è particolarmente battuta: un semplice mozzicone lanciato dal finestrino da un automobilista potrebbe innescare un rogo. Le statistiche confermano, infatti, che spesso gli incendi si sviluppano proprio dalle cunette.»

Sede Provincia via Mazzini

«La stagione di salvamento balneare nel Sulcis Iglesiente è a rischio. Non solo la Regione ha ridotto i fondi che annualmente stanzia per il progetto, ma addirittura le Province, chiamate a mettere sul piatto proprie risorse da sommare a quelle rese disponibili dalla Giunta regionale, si trovano a corto di soldi da destinare al programma. Intanto l’estate è ormai alle porte e l’isola non è in grado di garantire ai vacanzieri un servizio di salvamento balneare degno di una terra che ambisce a fare del turismo una fetta consistente della propria economia.»

Lo sostiene Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna.

«Soltanto per la Provincia di Carbonia Iglesias, che conta un consistente numero di comuni costieri (undici quelli interessati dal progetto) – sottolinea Ignazio Locci -, occorrono ben 170mila euro: la Regione fino all’anno scorso ne stanziava 70mila (quest’anno 66mila) mentre il resto veniva garantito dall’ente intermedio con risorse attinte dal proprio bilancio. Ma per l’annualità 2015 la Provincia, attualmente in fase di gestione commissariale, si trova a corto di quattrini (nella stessa situazione versano le altre province della Sardegna) per programmare gli interventi. Occorre chiedersi come sia possibile, all’otto di giugno, trovarsi in questa difficile e gravissima situazione. Il pericolo è che, ammesso il servizio prenda avvio (ed è naturalmente quello che ci si augura), possano registrarsi ritardi inaccettabili.»

«Il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, che non perdono occasione per dimostrarsi inadeguati alla gestione delle esigenze della Sardegna – conclude Ignazio Locci -, devono immediatamente porre rimedio al problema, aumentando i fondi a disposizione e garantendo alle province, ancorché commissariate, di elaborare un adeguato programma provinciale operativo di salvamento a mare.»

San Nicolò Buggerru 6

«I commissari straordinari delle Asl isolane hanno provveduto anzitempo all’istituzione delle conferenze provinciali sanitarie senza attendere le direttive regionali: un’azione che rischia di inficiare la legittimità degli atti su cui tali organismi si sono espressi.»

Lo scrive, in una nota, Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna.

«Nel marzo scorso – aggiunge Locci – i commissari delle Aziende sanitarie locali hanno infatti consultato, al fine di ottenerne il parere, le conferenze territoriali in merito al piano di riorganizzazione e riordino dei servizi sanitari di competenza di ciascuna Asl. Ma tali organismi, in base alla disciplina (la legge regionale 23/2014) sono da considerarsi illegittimi, in quanto in difetto del rappresentante della Consulta locale di cittadinanza, la cui istituzione è stata decisa soltanto successivamente con la delibera di Giunta N° 23/8 del 12 maggio 2015.»

«La legge 23/2014 prevede che la Conferenza venga formata dai rappresentanti degli enti locali che ricadono nell’ambito territoriale della Asl e da un rappresentante della Consulta locale di cittadinanza. Proprio quest’ultimo componente – conclude Ignazio Locci -, al momento della formulazione del parere, non figurava negli organismi provinciali. Sussistono, dunque, evidenti dubbi di legittimità per quanto attiene il parere espresso dalle Conferenze provinciali, visto che non rispettavano i requisiti di composizione previsti dall’articolo 5 della succitata legge.»

Ignazio Locci 3 copia

Venerdì 29 maggio, alle ore 18.00, nella sala riunioni della Sotacarbo, Grande miniera di Serbariu, si terrà un convegno sulla sanità e, in particolare, sugli effetti prodotti sul sistema sanitario locale dalla legge regionale n° 23 (“Norme urgenti per la riforma del Sistema sanitario regionale. Modifiche alle Leggi Regionali n. 23 del 2005, n. 10 del 2006 e n. 21 del 2012”oco.

Parteciperanno il consigliere regionale di Forza Italia Sardegna Ignazio Locci e numerosi esperti del settore impegnati nei presidi sanitari della Asl 7, medici e infermieri. Sono previsti, inoltre, gli interventi di diversi amministratori locali del territorio.

Sotacarbo 2Sulky Lab, Convegno Sanità

Centro direzionale ASL 7

«Con la Finanziaria regionale ormai al riparo da un’eventuale impugnazione da parte del Governo centrale, non si capisce perché la Giunta di Francesco Pigliaru non abbia ancora assicurato al Commissario della Asl 7, Antonio Onnis ,le linee guida per procedere alla restituzione di quei soldi sottratti in busta paga ai dipendenti nell’ambito dell’intricata vicenda sul “caso fasce”.» Lo dice Ignazio Locci, consigliere regionale del Partito Democratico.

«La Finanziaria regionale 2015 – aggiunge Locci – ha stabilito sia lo stop alla decurtazione in busta paga dei quattrini oggetto del contenzioso, sia la restituzione graduale di quanto fino a oggi sottratto ai circa 1.000 lavoratori dell’Azienda sanitaria locale di Carbonia.»

«Ma nonostante la Finanziaria sia stata approvata, il personale della Asl 7 continua ad assistere impotente alla riduzione dello stipendio. Senza entrare nel merito di una vicenda che si trascina da anni e le cui conseguenze ricadono esclusivamente sui dipendenti, occorre dare corso a quanto stabilito con il documento contabile della Regione, senza perdere ulteriore tempo. Per questo l’assessorato regionale della Sanità – conclude Ignazio Locci – deve affrettarsi a emanare le direttive destinate alla Direzione della Asl 7, affinché si possa procedere con la restituzione del maltolto.»

«Nell’ultima seduta, la Giunta di Francesco Pigliaru ha deliberato l’istituzione della Consulta regionale di cittadinanza, che si attiverà presso l’assessorato regionale della Sanità, e delle consulte locali di cittadinanza, che verranno istituite in ciascuna Asl della Sardegna. Organismi di cui non si sentiva minimamente l’esigenza, mentre dal Nord al Sud dell’Isola cresce il timore sullo smantellamento, ormai palese, del sistema sanitario sardo.» Lo scrive, in una nota, Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Se l’applicazione della Riforma ha come priorità queste nuove misure, inutili e forse pure di intralcio al governo della Sanità – aggiunge Locci -, allora c’è davvero di che preoccuparsi. Sarebbe il caso che l’assessore Luigi Arru, anziché concentrarsi su misure scritte sul vapore acqueo, si preoccupasse di far funzionare al meglio gli ospedali.

Da quando il centrosinistra ha preso in mano la Sanità, abbiamo assistito solo a declamazioni filosofiche di politiche sanitarie senza nessuna vera direzione politica: oltre alle logiche spartitorie, infatti, non si rilevano risultati. E se da una parte la Giunta tenta di far quadrare le esigenze politiche con un assessorato alla Sanità che quotidianamente cerca di capire cosa e chi tagliare, dall’altra devasta gli ospedali sardi seminando incertezza e paura non soltanto negli addetti ai lavori, ma anche nelle popolazioni.»

«Se si continua così, senza confronto e senza relazioni politiche con sindacati e Consiglio, ci sentiremo autorizzati a credere che non c’è progetto e strategia, ma solo foga ideologica e ragionieristica. Il tempo è finito e il centrosinistra al governo della Regione sta facendo rischiare il commissariamento alla Sardegna. O forse – conclude Ignazio Locci – è proprio quello cui punta per potersene lavare le mani.»

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L’assessore regionale del Lavoro, Virginia Mura, ha illustrato nella Seconda commissione del Consiglio regionale, i contenuti del disegno di legge n. 216 che disciplina i servizi e le politiche del lavoro, modificando la legge n. 20 del 5 dicembre 2005 e che abroga la legge n. 9 del 14 luglio 2003 in materia di servizi per l’impiego.

La proposta dell’esecutivo regionale anticipa la riforma degli Enti locali e punta a semplificare l’intero sistema dei servizi per l’impiego, inserendo le linee contenute nel Job Act per assicurare, in coerenza con il mutato scenario nazionale – così ha dichiarato l’assessore, riprendendo le affermazioni del ministro Poletti – un livello minimo di risposta per tutti i cittadini che accedono ai servizi per l’impiego.

Virginia Mura ha ricordato l’intenzione del ministro del Lavoro di incontrare a breve le singoli Regioni proprio per verificare il funzionamento e l’organizzazione delle agenzie per il lavoro e dei servizi per l’impiego. L’approvazione della norma regionale in tempi stretti (si ipotizza prima della fine di giugno) è dunque indispensabile per la regionalizzazione dei servizi e per far sì che, nella materia, la Regione sarda sia di esempio al resto del Paese.

«L’obiettivo della legge – ha spiegato l’assessore Mura – è fare dei nostri servizi regionali il reale punto di incontro tra la domanda e l’offerta del lavoro, ed è per questo che con il Dl n. 216 ci  rivolgiamo sia ai disoccupati che al sistema delle imprese.»

Virginia Mura ha rimarcato, dunque, il “governo politico” dei centri per l’impiego in capo alla Regione ed ha specificato che all’Agenzia del lavoro spettano invece gli aspetti gestionali, acquisendo quest’ultima, sostanzialmente, le competenze attribuite ai centri servizi per il lavoro. Nel provvedimento si indica anche la pianta organica ipotizzata per l’Agenzia, fissandola a 800 unità a fronte delle attuali 480, al fine di adeguare la dotazione organica ai fabbisogni derivanti dalla costituzione delle strutture periferiche.

Il tema del personale è centrale e riguarda la questione delicata e complessa, di cui il Dl 216 deve farsi carico per assicurare la continuità di funzionamento degli uffici del lavoro, istituiti dalle province e che divengono articolazioni periferiche dell’Agenzia regionale per il lavoro.

L’articolo 11 del disegno di legge prevede che, nei centri servizi per il lavoro, presti attività lavorativa: il personale del ministero del Lavoro, trasferito alle province ai sensi dell’articolo 7 del D.Lgs n. 180 del 2001, in servizio alla data di entrata in vigore della nuova norma regionale; il personale di ruolo effettivamente impiegato, in via esclusiva, nel sistema dei servizi e delle politiche attive del lavoro, dai sei mesi antecedenti la data dell’8 aprile 2014 quando cioè è entrata in vigore la “Legge Delrio” che ha riformato il sistema degli Enti locali; il personale già impegnato sulle misure 3.1 (Organizzazione e implementazione dei servizi per l’impiego ), 3.4 (Inserimento e reinserimento lavorativo di gruppi svantaggiati ) e 3.10 (Sviluppo e consolidamento dell’imprenditorialità con priorità ai nuovi bacini d’impiego) del POR Sardegna 2000\2006 e il personale già assunto dall’Agenzia regionale per il lavoro con contratto da tempo determinato con scadenza nei mesi di agosto e settembre 2016.

«La nostra riforma è a costo zero per l’amministrazione – ha aggiunto l’assessore Mura – e le risorse per il personale sono garantite dalle finanze trasferite dallo Stato per gli ex ministeriali che sono di entità tale da assicurare la copertura finanziaria per il resto del personale.»

Su sollecitazione dei consiglieri Gianmario Tendas (Pd), Ignazio Locci (Fi), Paolo Zedda (Soberania e Indipendentzia) e Rosella Pinna (Pd), l’assessore Mura ha quindi fornito ulteriori precisazioni in ordine ai contenuti del provvedimento ed ha evidenziato il sottodimensionamento dei centri per l’impiego in riferimento agli operatori ed ha sottolineato l’inefficace gestione dei servizi in capo alle Province rimarcando la necessità di porre in capo alla Regione “gli indirizzi politici” e lasciare alle costituende commissioni territoriali solo compiti di attuazione delle direttive impartite dalla Regione in materia.

Il presidente della commissione Gavino Manca (Pd) nel ringraziare l’assessore per la disponibilità offerta ha sottolineato l’urgenza della nuove norme per migliorare l’efficacia delle politiche attive del lavoro in Sardegna («dobbiamo creare un sistema di servizi migliore che garantisca maggiori opportunità alle persone e ci aiuti a combattere la disoccupazione nell’Isola») ed ha preannunciato la predisposizione di un calendario di audizioni in vista dell’approvazione del Dl. n. 216.

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«Sono passati diversi mesi dalla decisione dell’assessorato regionale della Sanità di avviare l’accorpamento dell’ospedale Brotzu con il Microcitemico e il Businco, ma a oggi non vi sono notizie sulle modalità con cui tale progetto verrà realizzato. Viene spontaneo, dunque, chiedersi se l’operazione debba tradursi in un mero taglio della spesa (e dei servizi al cittadino), o se invece, come è auspicabile, possa coincidere con una razionalizzazione dei costi e delle prestazioni sanitarie con lo scopo irrinunciabile di offrire un servizio efficiente e, soprattutto, a favore del cittadino.»

Lo scrive, in una nota, Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Il timore più grande – aggiunge Locci – è che il Microcitemico e il Businco, entrambe strutture d’eccellenza e indispensabili per il servizio sanitario sardo, possano essere fagocitate nell’orbita del Brotzu, di sicuro il fiore all’occhiello della Sanità isolana. Ma il fatto che il Brotzu sia il simbolo della Sanità sarda, non significa che, in nome di una riduzione dei costi, si possano sottrarre servizi ai due ospedali minori a vantaggio dell’Azienda ospedaliera Brotzu. Il Microcitemico è, infatti, il punto di riferimento regionale per lo studio e la cura delle patologie correlate alla Talassemia ed è uno dei centri europei per il contributo apportato alla diagnosi e cura delle malattie genetiche e di patologie rare. Il Businco, allo stesso modo, è in Sardegna il punto di riferimento per le patologie neoplastiche. Due ospedali di straordinaria importanza che non possono essere sacrificati sull’altare della riduzione dei costi. Operazioni, definite dall’assessore Luigi Arru di razionalizzazione dei costi per mascherare veri e propri tagli, che portano a un’inevitabile riduzione delle prestazioni sanitarie.»

«Per questo – conclude il consigliere regionale di Sant’Antioco – è dovere dell’assessorato della Sanità fare chiarezza sui criteri con cui si sta lavorando all’accorpamento degli ospedali, confrontandosi con le associazioni di categoria, con le opposizioni e con chiunque possa offrire il proprio contributo per una riforma che dia le giuste risposte alla domanda di salute.»

Ospedale Brotzu Cagliari 3Ospedale Microcitemico copiaOspedale Businco

 

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La Giunta vara il Piano regionale delle infrastrutture con i fondi del mutuo da 700 milioni di euro autorizzato con la Finanziaria 2015, ma si dimentica di finanziare alcune opere di estrema importanza per il territorio del Sulcis Iglesiente. Se da una parte stanzia 10 milioni di euro per la nuova connessione terrestre dell’istmo con l’isola di Sant’Antioco (soggetto attuatore Anas), dall’altra non mette sul piatto nemmeno un centesimo per il collegamento tra la diga di Tratalias e il Bacino del Flumendosa, nonostante il Sulcis sia ancora oggi l’unica porzione della Regione a non disporre di una connessione con le risorse idriche del resto della Sardegna. Eppure è da tempo immemore che il Sulcis invoca un’opera capace di scongiurare il rischio della mancanza di acqua in periodi di magra, così come purtroppo accaduto in passato.

Per quanto attiene l’imponente programma per congiungere in maniera funzionale e in sicurezza l’isola di Sant’Antioco con la Terra madre, i 10 milioni di euro della Regione vanno ad aggiungersi ai 15 milioni del Piano Sulcis sbloccati grazie ai fondi del Cipe: in totale 25 milioni di euro che dovrebbero bastare per portare a compimento i lavori. Tuttavia, va considerato che incombe la scadenza del 31/12/2015 per la messa a bando dei progetti, così come imposto dal finanziamento Cipe. Se non si dovesse rispettare il termine, potremmo anche dire addio alle opere.

Ecco perché il Piano delle infrastrutture che prevede lo stanziamento di fondi aggiuntivi è soltanto un primo passo: ora occorre mettersi al lavoro per non perdere tempo e fare in modo che non un centesimo vada perduto e si possa finalmente procedere con l’avvio dei lavori, di cui il territorio ha urgente bisogno. Naturalmente è auspicabile che nei cantieri di prossima apertura lavorino le maestranze del Sulcis Iglesiente. Ampia partecipazione deve essere garantita, per quanto possibile, alle nostre piccole imprese.

Ignazio Locci

Consigliere regionale Forza Italia Sardegna

Palazzo della Regione 3 copia

«La Regione porti avanti, e non soltanto a parole, il processo di razionalizzazione dei costi della macchina regionale e dia piena attuazione alla delibera di Giunta con la quale si prevede la riduzione del 50% di permessi e distacchi sindacali.» Lo dice Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Per dare esecuzione al documento, che garantirebbe un consistente taglio dei costi (a carico del contribuente) – aggiunge Locci – occorre la stipula di un Accordo Quadro tra il Coran (il comitato che rappresenta la Regione nei negoziati sindacali coi propri dipendenti) e le organizzazioni sindacali. Patto che deve necessariamente essere siglato entro il 31 luglio prossimo, così come disposto dalla suddetta delibera, che recepisce una legge emanata dal Parlamento (n. 114 dell’11 agosto 2014). E c’è da scommettere che con i proverbiali tempi dell’Esecutivo di Francesco Pigliaru, la data del 31 luglio non verrà rispettata. A meno che i professori non si diano una bella mossa.

La nuova disciplina varrebbe sia per la Regione che per le Agenzie e gli enti locali, dunque i Comuni. Va considerato, infatti, che nello specifico alcuni municipi della Sardegna pagano la carenza di personale, i cui reintegri in questi anni sono stati ridotti all’osso dalla mannaia nazionale. Se poi si aggiunge che tra gli impiegati alcuni beneficiano di permessi sindacali e altri di forme di distacco che in alcuni casi arrivano addirittura all’80%, si capisce quanto possa essere determinante dare attuazione alla delibera emanata dall’Assessorato regionale agli Affari Generali, Personale e Riforma della Regione.

La Regione, se realmente è intenzionata a ridurre i costi a carico dei sardi così come annuncia da inizio mandato, si impegni per rendere finalmente concreto un progetto di diminuzione della spesa di cui beneficerebbero le casse degli enti e i cittadini, che a questo punto potrebbero contare su uffici efficienti e puntuali nello svolgimento delle mansioni. Gli organismi competenti – conclude Ignazio Locci – si attivino, dunque, per convocare le organizzazioni sindacali e giungere alla firma dell’Accordo Quadro.»