24 April, 2024
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Le modalità con le quali è stata gestita l’emergenza da Coronavirus ed il relativo impatto sulla vita e sulle attività ordinarie della Chiesa, alcune questioni riguardanti il Seminario Regionale e la Facoltà Teologica della Sardegna, la riassegnazione delle deleghe vescovili ed alcune scelte pastorali per il prossimo futuro, sono state affrontate dalla Conferenza Episcopale Sarda nel corso della riunione tenuta martedì 19 e mercoledì 20 maggio, la prima dopo tre mesi d’interruzione determinata dall’emergenza Coronavirus.

«Nella sua relazione introduttiva, il presidente S.E. Monsignor Antonello Mura, ha fatto una breve sintesi sui mesi appena trascorsi di forzata quarantena e conseguente interruzione dei sacramenti e delle altre attività pastoralisi legge in una nota del segretario Sebastiano Sanguinetti -. I sacerdoti, insieme ai catechisti, hanno saputo mettere in campo fantasia e uso intelligente dei social sia per la diffusione delle celebrazioni a porte chiuse, sia per mantenere vivo il rapporto educativo con il mondo dei ragazzi e con il servizio della parola agi adulti. Anche la Sardegna, sebbene con numeri ridotti ma pur sempre devastanti, ha pagato il suo prezzo di contagi e di vite umane e continuerà a pagare a caro prezzo le conseguenze devastanti sull’economia e sul versante della produzione e del lavoro. Aspetti, che i Vescovi affrontano con particolare attenzione e preoccupazione insieme alle proprie comunità. In questo tempo di chiusura e di restrizioni delle attività, ha avuto per contro uno straordinario slancio l’azione della Caritas in tutte le Diocesi sarde in termini di interventi e di prossimità con le fasce più povere della società. Si può dire che alla mancanza del culto si è risposto con un surplus di sostegno a persone e famiglie, grazie anche alla straordinaria generosità di enti, esercizi commerciali, produttori e singoli cittadini. E se i temi economici e delle nuove povertà hanno avuto e avranno la necessaria preminenza, non meno delicata e determinante, per i Vescovi, è la questione educativa dei fanciulli e dei ragazzi. Sarà cura della Chiesa sarda, in accordo con le Autorità competenti, predisporre appositi protocolli sanitari per far vivere in sicurezza progetti e iniziative estive rivolte ai ragazzi.»
«Sono state individuate due iniziative per dare risalto a questo periodo di passaggio a una lenta ripresa delle attività istituzionali della Chiesaaggiunge la nota -. Martedì 2 giugno, alle ore 11.00, nella Basilica di Bonaria tutti i Vescovi della Conferenza Episcopale Sarda concelebreranno una Santa Messa (trasmessa in diretta dall’emittente Videolina) per affidare alla Patrona Massima della Sardegna l’intero popolo sardo in questo momento di grande sofferenza. La celebrazione sarà anche l’occasione per un Messaggio unitario di incoraggiamento e di fiducia che i Vescovi rivolgeranno a tutta l’Isola. I Vescovi, ancora, a nome delle rispettive diocesi, hanno deciso di destinare la somma di € 30.000,00 al centro di accoglienza “Il Gabbiano” della Comunità Padre Monti ad Oristano, come gesto di attenzione al mondo della disabilità e per dotarlo di adeguati presidi sanitari.»

Altro tema affrontato è stato il protocollo d’intesa tra la RAS e la CES siglato nel 2016, e riconfermato nelle sue linee generali, con qualche ritocco, nell’incontro che si è tenuto tra la CES ed il presidente Solinas lo scorso mese di dicembre. Tre i tavoli di lavoro attorno a cui si snoda la collaborazione, che si avvale anche di finanziamenti delle due parti: patrimonio e beni culturali ecclesiastici; inclusione sociale e sanità; formazione professionale, istruzione, lavoro.
Procedendo all’attribuzione delle deleghe vescovili per i diversi ambiti pastorali della ragione ecclesiastica, è risultato il seguente organigramma.
– Monsignor Antonello Mura: Comunicazioni sociali e Insegnamento della Religione Cattolica.
– Monsignor Giuseppe Baturi: Dottrina delle Fede, Annuncio e Catechesi; Pastorale sociale e del lavoro; Osservatorio Giuridico Regionale.
– Monsignor Roberto Carboni: Evangelizzazione dei Popoli e Cooperazione tra le Chiese; Tutela dei minori.
– Monsignor Gian Franco Saba: Cultura, Educazione, Scuola e Università; Ecumenismo e dialogo interreligioso.
– Monsignor Sebastiano Sanguinetti: Liturgia e lingua sarda nella liturgia; Beni Culturali ed Edilizia di Culto; delegato per l’attuazione del protocollo d’Intesa RAS-CES
– Monsignor Giovanni Paolo Zedda: Caritas; Migranti; Pastorale della salute; Progetto Policoro.
– Monsignor Mauro Maria Morfino: Clero e vita consacrata, Commissione presbiterale Regionale, CISM e USMI.
– Monsignor Corrado Melis: Apostolato dei laici; Pastorale giovanile e vocazionale; Pastorale familiare.
– Monsignor Arrigo Miglio: Sovvenire al sostegno economico alla Chiesa.
– Monsignor Ignazio Sanna: Pastorale del turismo.
– Monsignor Mosè Marcia, affiancherà Monsignor Melis con delega per la Pastorale Familiare.

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Mons. Antonello Mura, vescovo di Nuoro, è il nuovo presidente della Conferenza Episcopale Sarda. E’ stato eletto oggi, nel corso della riunione straordinaria della Conferenza Episcopale Sarda, tenutasi presso il Centro di spiritualità NS del Rimedio a Donigala Fenughedu, essendo scaduti per fine mandato il presidente monsignor Arrigo Miglio ed il vice presidente monsignor Ignazio Sanna, si è proceduto all’elezione dei loro successori. Monsignor Antonello Mura, vescovo di Nuoro e amministratore apostolico di Lanusei è stato eletto presidente. Monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari, è stato eletto vice presidente.

Si è pure proceduto all’elezione della Commissione per il Seminario Regionale Sardo, che risulta così composta: monsignor Mauro Maria Morfino, monsignor Roberto Carboni, monsignor Corrado Melis.

È stata altresì eletta la Commissione per la Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna nelle persone di monsignor Giuseppe Baturi, monsignor Gian Franco Saba, monsignor Antonello Mura.

Sebastiano Sanguinetti – segretario CES

S.E. Mons. Antonello Mura è nato a Bortigali (NU), diocesi di Alghero – Bosa, il 28 dicembre 1952; ordinato presbitero il 1° agosto 1979; eletto alla sede vescovile di Lanusei il 31 gennaio 2014; ordinato vescovo il 25 marzo 2014; trasferito a Nuoro il 2 luglio 2019.

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«Vi incoraggio a proseguire con passione la vostra missione, ricercando tutte le forme possibili e costruttive per risvegliare nell’opinione pubblica l’esigenza di impegnarsi per il bene comune, a sostegno dei deboli e dei poveri. Oggi c’è molto bisogno di testimoni di bontà, di tenerezza e di amore gratuito. C’è bisogno di persone perseveranti, che affrontano le difficoltà con spirito di unità e ponendo sempre alla base di tutto lo scopo ultimo, cioè il servizio al prossimo. Così facendo, continuerete ad essere per l’intera Sardegna un punto di riferimento e un esempio.»

È con queste parole che oggi a Roma Papa Francesco ha salutato i seicento volontari sardi, giunti nell’Aula Paolo VI per festeggiare con il Pontefice il ventesimo anniversario del Centro di Servizio per il volontariato Sardegna Solidale. Un’udienza intensa e commovente che, apertasi con la musica dell’armonicista Moses, ha visto i volontari (giunti da tutte parti dell’isola) stringersi intorno al Papa, accompagnati dal cardinale Angelino Becciu, dagli arcivescovi di Cagliari ed Oristano, monsignor Arrigo Miglio e monsignor Ignazio Sanna, da due figure rappresentative del volontariato isolano come don Angelo Pittau (presidente del Comitato promotore di Sardegna Solidale) e padre Salvatore Morittu (presidente dell’associazione Mondo X Sardegna) e dal presidente della Regione Francesco Pigliaru.

A Papa Francesco i volontari hanno consegnato la riproduzione di un bronzetto nuragico raffigurante un capotribù e lo hanno salutato intonando l’Ave Maria in sardo mentre il Papa passava a salutare quasi uno ad uno tutti presenti nell’Aula Paolo VI.

«Grazie per aver voluto riceverci in questa udienza speciale in un giorno che per il volontariato sardo resterà storico – ha detto nel suo intervento il presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru -. Caro Papa Francesco, siamo quelli che in terra di Sardegna quotidianamente, in silenzio, spesso con il peso della solitudine, dell’ingratitudine e del disconoscimento, operiamo per lenire le sofferenze e attenuare le difficoltà di chi fa più fatica, di chi non ha lavoro, di chi non trova speranza, di chi non riesce a vedere un futuro per sé, per la sua famiglia, per i suoi cari. Di chi è vittima della cultura dello scarto.»

Per Giampiero Farru il volontariato sardo è testimone «di tante storie di successo e di ripresa, di relazioni che rinascono, di fili spezzati che si riannodano e di vite che ripartono. Siamo qua per celebrare vent’anni di vita comune. E non potevano avere regalo più bello: incontrare Pietro, incontrare Papa Francesco, che illumina, conferma e guida la Chiesa in un momento difficile e delicato e che è punto di riferimento irrinunciabile per il mondo intero e ciascuno di noi».

«Desidero esprimervi il mio apprezzamento per quanto avete operato e state operando a vantaggio delle fasce più deboli della popolazione sarda, con un’attenzione rivolta anche ad alcuni fra i Paesi più poveri del mondo – ha affermato nel suo intervento Papa Francesco –Questo va sottolineato, perché è segno che non vi siete “isolati” ma, nonostante i grandi bisogni di casa vostra, avete tenuto aperto l’orizzonte della vostra solidarietà. In tale prospettiva, avete saputo accogliere e includere coloro che sono arrivati in Sardegna da altre terre in cerca di pace e di lavoro».

1La vostra realtà associativa raccoglie numerose organizzazioni di volontariato, svolgendo un considerevole servizio di aggregazione e di cooperazione, volto a rendere più qualificato ed efficace l’impegno in favore di quanti versano in condizioni precarie – ha aggiunto il Papa -. Vi incoraggio a proseguire con spirito di intesa e di unità; potrete così diffondere più capillarmente la cultura della solidarietà. Al fine di interpretare gli autentici bisogni della gente e trovare ad essi risposte adeguate, è necessario mantenere un atteggiamento di collaborazione con le realtà istituzionali del territorio: penso in particolare ai Comuni e alle Parrocchie, che sono quotidianamente accanto alle persone condividendo fatiche e speranze.»

«Voi volontari non svolgete un’opera di supplenza nella rete sociale, ma contribuite a dare un volto umano e cristiano alla nostra società» perché «il servizio di volontariato solidale è una scelta che rende liberi e aperti alle necessità dell’altro; alle esigenze della giustizia, alla difesa della vita, alla salvaguardia del creato, con una attenzione tenera e speciale per i malati e soprattutto per gli anziani, che sono un tesoro di saggezza!».

«Vi assista e vi sostenga la Vergine Maria, che la gente sarda venera con amore in tanti santuari – ha concluso Papa Francesco -. Vi ispiri Lei la forza d’animo e la fiducia in Dio per essere sempre un dono per gli altri. Benedico di cuore tutti voi e i vostri cari, e vi chiedo per favore di pregare per me.»

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Partiranno stasera dal porto di Olbia i 600 volontari sardi che domani, venerdì 30 novembre, saranno accolti in Vaticano da Papa Francesco, protagonisti di un’udienza speciale che il Pontefice ha concesso a Sardegna Solidale per celebrare i vent’anni di attività del Centro di servizio per il volontariato isolano. L’appuntamento sarà per le 11.30 nell’Aula Paolo VI, per un evento che sarà trasmesso in diretta via streaming sul sito di Sardegna Solidale (www.sardegnasolidale.it).

I volontari rappresenteranno le 1.725 associazioni presenti nell’isola e saranno accompagnati dagli arcivescovi di Cagliari e Oristano, monsignor Arrigo Miglio e monsignor Ignazio Sanna, e da due figure rappresentative del volontariato isolano: don Angelo Pittau (presidente del Comitato promotore di Sardegna Solidale) e Padre Salvatore Morittu, presidente dell’associazione Mondo X Sardegna. È invece ancora in forse la presenza a Roma del presidente della Regione Francesco Pigliaru a cui il mondo del volontariato si è rivolto per rappresentare le istituzioni regionali.

«Sarà un giorno memorabile, per Sardegna Solidale, per il volontariato sardo, per la Sardegna intera», spiega il presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru, che nell’editoriale dell’ultimo numero del giornale di Sardegna solidale “L’Isola che c’è”, scrive: «Caro Papa Francesco, veniamo a rappresentare il nostro percorso ventennale di impegno, a chiederne conferma, disponibili a modificare, correggere, rifare. Pronti a cambiare, per migliorare.
A gran voce vogliamo dire che, per noi, la solidarietà non è un reato ma un dovere imprescindibile di ogni cittadino; che la solidarietà è la forza che sprigiona e genera fiducia e produce coesione sociale. Due beni non commerciali, non disponibili sul mercato, dei quali abbiamo assoluta necessità e che originano dalla ‘determinazione ferma e perseverante di operare per il bene di tutti’».

L’incontro in Aula Paolo VI sarà aperto dalla musica di Moses, il giovane armonicista vincitore di Italia’s Got Talent, che proporrà un brano composto in occasione del ventennale di Sardegna Solidale, e proseguirà con l’esposizione dei doni portati dai volontari a Papa Francesco. Sarà poi il Cardinale Angelo Becciu a presentare al Pontefice l’attività delle associazioni isolane, mentre sarà il presidenteAngelo Becciu

di Sardegna Solidale Giampiero Farru a portare a Francesco il saluto dei volontari. L’atteso intervento del Papa precederà la consegna al Santo Padre della riproduzione di un bronzetto nuragico raffigurante un capotribù. L’udienza si concluderà con il canto dell’Ave Maria in sardo.

«Tra noi volontari ci sono credenti e no, ecclesiali e laici, ma a questo Papa tutti riconoscono una statura mondiale – spiega don Angelo Pittau -. Papa Francesco ha una autorevolezza morale e credibilità che gli permette di ottenere l’attenzione di popoli dei diversi continenti, capace di offrire risposte a domande ed inquietudini molto diffuse a livello planetario. Ora noi abbiamo il dono di essere ricevuti da Papa Francesco. È una grande responsabilità accogliere la sua parola, conservarla nel nostro cuore, farla diventare seme di solidarietà per noi e per la Sardegna tutta. Sardegna in cui abbiamo operato nello spirito del servizio e nella gioia della gratuità.»

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«Da oggi, ufficialmente, l’ex miniera di Funtana Raminosa comincia una nuova vita. Lo avevamo promesso esattamente un anno fa. Ebbene, abbiamo mantenuto la parola. Per Funtana Raminosa si tratta di un nuovo inizio, dopo secoli di sfruttamento del giacimento di rame e di attività industriale. È un nuovo inizio, declinato in chiave turistica, culturale e produttiva, che speriamo possa contribuire a un rinnovato sviluppo del paese di Gadoni e dell’intero territorio, integrato con le tante iniziative che stiamo sostenendo per combattere lo spopolamento delle zone interne e il rilancio delle attività imprenditoriali di tutta l’area.»

Lo ha detto l’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, intervenendo a Gadoni all’incontro organizzato da Confindustria Sardegna Centrale per l’inaugurazione della riapertura dell’ex miniera di Funtana Raminosa. La giornata, oltre che dalla cerimonia di inaugurazione e dalla benedizione della chiesetta campestre di Santa Barbara riconsacrata dall’arcivescovo di Oristano, monsignor Ignazio Sanna, è stata caratterizzata da un convegno al quale hanno partecipato il sindaco di Gadoni, Francesco Peddio, il presidente di Confindustria Sardegna Centrale, Roberto Bornioli, il commissario del Parco Geominerario, Tarcisio Agus, il vice presidente del Consiglio delle Autonomie locali, Antonio Satta, ed il consigliere regionale Antonio Gaia.

«La Giunta regionale – ha ricordato l’assessore Maria Grazia Piras – ha avviato iniziative rilevanti per consentire la valorizzazione dei beni ex minerari in Sardegna. Un passaggio fondamentale è stato il provvedimento che prevede la cessione di alcuni siti alle amministrazioni comunali per consentirne un riutilizzo produttivo, grazie alla creazione di percorsi turistico-museali e conseguente rilancio delle attività nelle zone interessate. È una strada che abbiamo percorso non solo nel Sulcis Iglesiente ma anche nel nuorese e nella Sardegna Centrale. Ricordo la riapertura della Galleria Henry a Buggerru, Porto Flavia e Santa Barbara a Iglesias e la Galleria Anglosarda a Montevecchio, in territorio di Guspini. Oggi questi siti fanno registrare la presenza di decine di migliaia di turisti all’anno, non soltanto nel periodo di punta ma anche nelle cosiddette stagioni di spalla, in primavera e in autunno.»

L’assessore dell’Industria ha ricordato quindi il ruolo di Igea, la società in house della Regione portata verso il definitivo risanamento dalla Giunta Pigliaru, dopo essere stata sull’orlo del fallimento, e oggi impegnata in rilevanti lavori di bonifica industriale.

«Il passaggio di Funtana Raminosa al Comune è frutto di un gioco di squadra, condotto dagli uffici dell’Assessorato dell’Industria, dalla stessa Igea, che si occupa della messa in sicurezza e della manutenzione dei siti minerari, dal Parco Geominerario e naturalmente dal Comune che ha spinto con forza per l’affidamento dell’ex miniera. Il ruolo delle miniere non è più quello del passato – ha sottolineato l’assessore Maria Grazia Piras -. Occorre far crescere nuove attività economiche legando il fascino dei siti e dell’ambiente in cui si trovano all’attrattività turistica. Abbiamo un patrimonio inestimabile, oltre 170 siti sparsi in tutta l’Isola. La maggior parte può essere rilanciata, creando sinergie tra i diversi territori e azioni mirate di marketing anche per la valorizzazione dei prodotti dell’agroalimentare. Non mancano progetti e azioni di programmazione da parte dei Comuni. Come abbiamo fatto con Gadoni, noi siamo sempre disponibili a sostenerli, non solo dal punto di vista economico.»

Non meno importanti sono le iniziative legate alla ricerca, che a sua volta può portare a un incremento delle attività imprenditoriali. Ne sono un esempio le attività in corso alla Carbosulcis, con il Progetto Aria. Nella miniera di Seruci, infatti, si sta realizzando un grande impianto destinato alla purificazione del gas Argon, elemento che sarà utilizzato dai fisici dei Laboratori del Gran Sasso per la ricerca della Materia Oscura. Un progetto che ha suscitato l’interesse anche dello SNOLAB di Sudbury, in Canada, uno dei centri di ricerca di astrofisica più importanti ne mondo. L’esempio della Carbosulcis, tuttavia, non è isolato. In questi anni si è sviluppato un progetto scientifico rilevante anche nella miniera Igea di Sos Enattos a Lula, attiva fino al 1996. Qui è stato installato un laboratorio di ricerca internazionale con il coinvolgimento di numerose Università. L’ex miniera, infatti, è un sito molto silenzioso, senza attività sismica e lontano dal mare: uno dei migliori al mondo per la ricerca sulle onde gravitazionali. Per questo motivo Sos Enattos è candidato ad ospitare il cosiddetto “Telescopio di Einstein”.

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Saranno quasi 600 i volontari sardi che fra una settimana, venerdì 30 novembre, incontreranno Papa Francesco in un’udienza speciale che il Pontefice ha concesso per celebrare così i vent’anni del Centro di servizio per il volontariato Sardegna Solidale. «Sarà per noi un evento storico», ha affermato stamattina nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa Giampiero Farru, presidente di Sardegna Solidale.

«Il volontariato ha dei grandi meriti – ha commentato l’arcivescovo di Cagliari e presidente della Conferenza Episcopale Sarda mons. Arrigo Miglio – e l’incontro con Papa Francesco consentirà di riportare l’attenzione su un’idea di società più aperta, nella quale il volontariato gioca un ruolo importante.»

I volontari sardi partiranno in nave da Olbia, in rappresentanza delle 1725 associazioni presenti nell’isola. La loro attività sarà presentata nell’Aula Nervi dal Cardinal Angelo Becciu, a Roma insieme agli arcivescovi di Cagliari e Oristano, Arrigo Miglio e Ignazio Sanna, ed al vescovo di Alghero mons. Mauro Morfino (altre partecipazioni sono in via di definizione). Al Papa i volontari sardi regaleranno la riproduzione di un bronzetto sardo, raffigurante un capotribù. 

«La delegazione rappresenta il volontariato sardo in tutte le sue sfumature e sensibilità – ha aggiunto Giampiero Farru – e parteciperà ad un incontro che per noi segnerà un nuovo inizio dopo questi vent’anni di attività.»

Un inizio che coincide anche con l’avvio della riforma del Terzo Settore, come ha spiegato Bruno Loviselli, presidente del Co.Ge Sardegna. «In realtà, a due anni e mezzo dall’approvazione della legge, la mancata emanazione di moltissimi decreti attuativi rende la riforma monca. I quarantamila volontari sardi attivi vivono perciò un momento di smarrimento e l’udienza speciale sarà quindi utilissima perché le associazioni avranno la possibilità di acquisire nuova forza e nuovo entusiasmo».

Alla conferenza stampa, tenutasi presso la sede della Facoltà Teologica, ha preso parte anche il presidente del comitato promotore di Sardegna Solidale don Angelo Pittau, secondo cui «al Papa presenteremo i nostri vent’anni di storia. Una storia anche travagliata, che ci ha lasciato molte ruggini addosso. Ecco, l’incontro sarà il momento giusto per dimenticare le amarezze e segnare un nuovo inizio, continuando a credere nel volontariato come gratuità e attenzione verso gli ultimi, in una visione laica dell’impegno nelle associazioni».

Di Papa Francesco come «alleato delle associazioni» ha parlato invece Padre Salvatore Morittu, presidente dell’associazione Mondo X Sardegna. «Sarà un incontro che ci aiuterà a colmare una delle nostre criticità: non sempre il nostro fare infatti è supportato da una giusta idealità. Ma la sofferenza di questo Papa, il suo desiderio di cambiare le cose, ci interpella e ci invita all’azione». 

«La solidarietà è fatta di fatti e di parole: senza gli eventi, le parole sono chiacchiere, ma i fatti senza parole sono ambigui. L’amore esige operatività e riflessione, e questo è ciò che ci unisce al volontariato», ha spiegato il preside della Pontifica Facoltà Teologica della Sardegna Padre Francesco Maceri, auspicando forme di collaborazione tra la Facoltà e Sardegna Solidale.

 

 

 

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“Dopo di noi: normativa, esperienza e prospettive” è il titolo del convegno che si terrà il sabato 24 marzo nella frazione oristanese di Donigala Fenughedu a partire dalle ore 9.30, presso l’auditorium del Centro di Spiritualità Nostra Signora del Rimedio. All’incontro, che sarà coordinato dal presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru, interverranno l’arcivescovo di Oristano mons. Ignazio Sanna, l’assessore regionale della Sanità Luigi Arru, il sindaco di Oristano Andrea Lutzu, il responsabile della comunità Il Gabbiano di Oristano padre Giovanni Petrelli, ed il superiore della provincia italiana dei Figli dell’Immacolata Concezione padre Giuseppe Puxeddu. 

Il tema riguarda il sentito problema delle persone con disabilità destinate a rimanere senza assistenza dopo la scomparsa dei genitori o dei parenti più prossimi. La legge nazionale approvata nel 2016 va proprio in questa direzione, stabilendo come le persone con disabilità abbiano il diritto ad esempio di continuare a vivere nelle proprie case o in strutture gestite da associazioni, evitando così il ricorso all’assistenza sanitaria.

Ad Oristano esiste da qualche anno “La Casa di Ivan”, una struttura gestita dalla comunità Il Gabbiano e che consentirà a sei persone affette da disabilità di poter vivere in un ambiente sereno. «La comunità offre oggi i suoi servizi a 32 ospiti – spiega il responsabile padre Giovanni Petrelli – e già da prima che le legge entrasse in vigore eravamo consapevoli della sfida del ‘dopo di noi’ e avevamo progettato La Casa di Ivan, dedicata ad un nostro confratello croato morto a soli 33 anni». «Senza strutture dedicate – padre Padre Petrelli -, il rischio è che le persone con disabilità finiscano nelle residenze sanitarie assistite, strutture che non sono in grado di offrire una valida assistenza per chi ha invece esigenze speciali».

 

 

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Si svolgerà ad Oristano, il 25 febbraio 2018, il convegno regionale dei catechisti promosso e organizzato dall’Ufficio Catechistico Regionale. Il tema, “CATECHISTI IN SARDEGNA: IL CORAGGIO DEL PRIMO ANNUNCIO”, intende aiutare le comunità cristiane dell’isola a prendere sempre più consapevolezza della necessità di un rinnovato annuncio della fede anche a partire dai percorsi di iniziazione cristiana abitualmente strutturati nelle parrocchie. La partecipazione di circa 600 iscritti, provenienti da tutte le diocesi della Sardegna, esprime la decisa attenzione con cui le parrocchie e le diocesi accompagnano la trasmissione della fede nelle nuove generazioni.

Il convegno si aprirà, alle ore 10.00, nella cattedrale di Oristano, con la lectio divina sul brano della tempesta sedata: la comunità di ieri e di oggi è chiamata a mettere la sua fiducia nel Signore, anche nelle faticose ed innovative sfide che l’annuncio e la catechesi sono chiamate attualmente ad affrontare. Buona parte della mattina sarà affidata al dott. Luca Diotallevi nella restituzione in chiave pastorale e propositiva dell’indagine commissionata nel 2018 dalla Conferenza Episcopale Sarda su “ATTORI, STRUTTURE E CULTURE DELLA CATECHESI NELLE DIOCESI DELLA SARDEGNA”.

La prima parte del pomeriggio, in vari punti d’incontro nel centro della città, sarà dedicata a laboratori di confronto sui diversi ambiti dell’iniziazione cristiana nella fascia 7-14 anni: famiglia e catechesi, comunicazione nella catechesi, prassi catechistiche in ambito associativo, catechesi e liturgia, catechesi pre-battesimale, catechesi con le persone disabili, catechesi e Insegnamento della Religione, arte e catechesi, catechesi e Bibbia, ispirazione catecumenale nella catechesi, catechesi e carità, catechesi e preadolescenza.

La giornata si concluderà con la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Ignazio Sanna, arcivescovo di Oristano e presidente della Commissione Episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi della Conferenza Episcopale Italiana, nella Cattedrale di Oristano, alle ore 17.00.

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E’ possibile raccontare il carcere? E’ possibile parlare, senza pregiudizi, delle condizioni di vita dei detenuti e dei familiari che li attendono fuori? A queste e ad altre domande tenteranno di dare qualche risposta due seminari formativi per i giornalisti dal titolo “Informare dentro e fuori il carcere: la centralità della persona nel racconto dei media”, organizzati dalla delegazione regionale Caritas Sardegna con l’Ordine dei giornalisti della Sardegna e con l’UCSI Sardegna.
Si svolgeranno lunedì 26 febbraio 2018 dalle ore 14.00 alle 17.00 a Lanusei, nella sede della Caritas diocesana, in viale Europa snc, e martedì 27 febbraio, dalle 14.00 alle 17.00 a Oristano, nella ex Chiesa di San Domenico, in via Lamarmora. Ognuno dei due seminari darà diritto a 5 crediti formativi.
La Costituzione italiana (art. 27) dice chiaramente che «le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato». Ma il carcere nel nostro Paese continua a far discutere e a dividere. E non tutti conoscono davvero le problematiche dei carcerati e dei loro familiari.

Lunedì 26 febbraio, alle 14.00, a Lanusei, dopo i saluti mons. Antonello Mura, vescovo di Lanusei, don Giorgio Cabras, direttore Caritas diocesana di Lanusei e Andrea Pala, presidente UCSI Sardegna e dopo l’introduzione di Francesco Birocchi, presidente ODG Sardegna, interverranno: Daniele Pulino, membro dell’Osservatorio dell’Associazione Antigone; Ornella Favero, presidente della Conferenza nazionale volontariato e giustizia (CNVG) e direttrice della rivista Ristretti Orizzonti; Bruno Monzoni, redattore della rivista Ristretti Orizzonti e Giuseppina Boeddu, direttrice UEPE Nuoro.

Martedì 27 febbraio, alle 14.00, a Oristano, dopo i saluti di mons. Ignazio Sanna, arcivescovo di Oristano; Giovanna Lai, direttrice Caritas diocesana di Oristano e Andrea Pala, presidente UCSI Sardegna e dopo l’introduzione di Francesco Birocchi, presidente ODG Sardegna, interverranno Daniele Pulino, membro dell’ Osservatorio dell’Associazione Antigone; Ornella Favero, presidente della (CNVG) Conferenza nazionale volontariato e giustizia e direttrice della rivista Ristretti Orizzonti; Bruno Monzoni, redattore della rivista Ristretti Orizzonti. Concluderà i lavori Pier Luigi Farci, direttore della Casa di reclusione Salvatore Soro, Massama (Oristano).

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La Conferenza Episcopale Sarda, riunita in assemblea plenaria a Cagliari il 2 e 3 ottobre scorsi, ha eletto i nuovi presidente, vice presidente e segretario, a conclusione del loro mandato quinquennale. Monsignor Arrigo Miglio, arcivescovo metropolita di Cagliari è stato confermato presidente; monsignor Ignazio Sanna, arcivescovo di Oristano, è stato eletto vice presidente, succedendo a monsignor Paolo Atzei, che ha appena lasciato la guida della diocesi di Sassari; monsignor Sebastiano Sanguinetti, vescovo di Tempio-Ampurias, infine, è stato confermato segretario.