28 March, 2024
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Sant’Antioco ha ricordato oggi le vittime del naufragio avvenuto lo scorso 16 novembre davanti all’isola del Toro e tutti i giovani algerini morti durante la traversata dall’Algeria verso la Sardegna, in un’iniziativa organizzata dalla Regione Sardegna, con la collaborazione del comune di Sant’Antioco, del Corpo Forestale e della Caritas. Alla presenza dell’assessore degli Affari generali Filippo Spanu, che ha la delega ai flussi migratori, il momento più intenso della commemorazione delle giovani vittime algerine lungo la rotta tra Annaba e le coste del Sulcis è stato quello della deposizione di una corona di fiori al largo di Sant’Antioco, nel tratto di mare in cui è avvenuto il tragico naufragio che ha provocato 2 morti e 8 dispersi, “Harragas”, secondo il modo di dire algerino, che volevano raggiungere le coste sarde attratti dal miraggio di una vita migliore. Le due vittime identificate sono Kebir Ghilas, 25 anni, e Khebad Abdelhadi, 34 anni. Due i superstiti, Ayadi Sifeddin, 21 anni, ed Ayoub Fouchane, 24 anni, che con grande emozione sono tornati nei luoghi in cui hanno perso la vita i loro compagni di viaggio.

«Il giorno della tragedia avevo assunto l’impegno di portare un fiore per ricordare le vittime del naufragio. Siamo venuti a Sant’Antioco per rinnovare una memoria dolorosa che dobbiamo tenere viva. È stato un gesto di umanità per i due ragazzi morti nel naufragio dello scorso 16 novembre, per gli otto dispersi e per tutti coloro che nel Mar Mediterraneo hanno perso la vita durante viaggi affrontati con sentimenti di disperazione e speranza. L’umanità è un valore essenziale ogni volta che si affronta la questione delicata di chi, in base alle norme internazionali, ha diritto di trovare ospitalità e accoglienza», ha detto l’assessore Filippo Spanu che dalla barca messa a disposizione dal Corpo forestale e di Vigilanza ambientale ha lanciato in mare la corona di fiori. Con Filippo Spanu, hanno condiviso momenti di raccoglimento e preghiera il sindaco Ignazio Locci, l’Imam Golam Kibria e don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana.

La giornata si è conclusa con l’assemblea pubblica, nella sala convegni della Polizia municipale, con il pensiero rivolto agli “harragas” morti durante il viaggio verso la Sardegna e a tutti i migranti che non sono riusciti a portare a termine il loro viaggio attraverso il Mediterraneo.