25 April, 2024
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Nuoro 3 copia

Quali sono gli strumenti che tutelano imprese e occupati nelle crisi aziendali? Quali sono le azioni e le modalità d’accesso alle prestazioni?

Mercoledì 4 giugno, a Nuoro, con inizio alle ore 9.30, presso l’Euro Hotel, in Via Trieste 62, ne discuteranno aziende, esperti e consulenti del lavoro in un seminario dal titolo “Tutela dell’occupazione nelle crisi d’impresa”, che servirà a far luce su AsPi, Cassa Integrazione Guadagni, Mobilità e Contratti di Solidarietà, così come sugli strumenti specifici del settore edile.

Organizzato dalla #Confartigianato Imprese Sardegna, #UGL-Unione Generale del Lavoro e #Cassa Artigiana dell’Edilizia della Sardegna, l’incontro offrirà un quadro chiarificatore della normativa attuabile in caso di esuberi di personale, siano essi temporanei o strutturali a fronte a leggi sempre più stratificata e meno fruibile. Ampio spazio verrà dato agli strumenti destinati al settore edile.

Agli interventi di Luca Murgianu, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, e di Sandro Pilleri, segretario regionale dell’UGL-Unione Generale del Lavoro, seguiranno le relazioni di Enrico Maria Mastinu, professore associato di Diritto del Lavoro dell’Università di Cagliari, e di Antonio Floris, dirigente regionale dell’INPS.

E’ possibile iscriversi al seminario attraverso il sito http://www.caesardegna.it/

Nuoro 3 copia

Quali sono gli strumenti che tutelano imprese e occupati nelle crisi aziendali? Quali sono le azioni e le modalità d’accesso alle prestazioni?

Mercoledì 4 a Nuoro, con inizio alle ore 9.30, presso l’Euro Hotel, in Via Trieste 62, ne discuteranno aziende, esperti e consulenti del lavoro in un seminario dal titolo “Tutela dell’occupazione nelle crisi d’impresa”, che servirà a far luce su AsPi, Cassa integrazione guadagni, Mobilità e Contratti di solidarietà, così come sugli strumenti specifici del settore edile.

Organizzato dalla Confartigianato Imprese Sardegna, UGL-Unione Generale del Lavoro e Cassa Artigiana dell’Edilizia della Sardegna, l’incontro offrirà un quadro chiarificatore della normativa attuabile in caso di esuberi di personale, siano essi temporanei o strutturali a fronte a leggi sempre più stratificata e meno fruibile. Ampio spazio verrà dato agli strumenti destinati al settore edile.

Agli interventi di Luca Murgianu, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, e di Sandro Pilleri, segretario regionale dell’UGL-Unione Generale del Lavoro, seguiranno le relazioni di Enrico Maria Mastinu, professore associato di Diritto del Lavoro dell’Università di Cagliari, e di Antonio Floris, dirigente regionale dell’INPS.

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In Sardegna sono un milione e mezzo le ore di #Cassa integrazione in deroga autorizzate negli ultimi 4 mesi in #artigianato in Sardegna, di cui solo 233mila nel mese di aprile. In edilizia, nell’anno appena concluso, le ore autorizzate sono state oltre 3 milioni.

Sono questi i dati da cui si è partiti nel seminario “Tutela dell’occupazione nelle crisi d’impresa”, organizzato questa mattina a Cagliari da #Confartigianato Imprese Sardegna, UGL-Unione Generale del Lavoro e Cassa Artigiana dell’Edilizia della Sardegna.

Imprese, esperti, consulenti e sindacati, si sono confrontati sull’ampia normativa attuabile in caso di esuberi di personale, temporanei o strutturali; soprattutto la luce è stata puntata sia sugli strumenti che tutelano imprese e occupati nelle crisi aziendali, sia sulle le azioni e le modalità d’accesso alle prestazioni. Per questo sono stati offerti chiarimenti sull’AsPi, la Cassa Integrazione Guadagni, la Mobilità e i Contratti di Solidarietà cosi come gli strumenti specifici del settore edile.

«Tutti si devono ricordare che il lavoro lo creano le imprese, le quali stanno facendo la loro parte in questa crisi – ha voluto sottolineare il presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Luca Murgianu, nella sua introduzione – gli ammortizzatori sociali sono assolutamente importanti e necessari, a patto che vengano utilizzati con responsabilità: il loro uso illecito, infatti, è spesso causa del lavoro nero”.

Le imprese di costruzioni in Sardegna, al 31 dicembre scorso, erano 19.289 di cui 11.731 artigiane (il 60,8%), suddivise in Cagliari: 7.004 (3.766 artigiane, il 53,8%), Nuoro: 3.231 (2.425 artigiane, il 75,5%), Oristano: 1.419 (1.105 artigiane, il 77,9%), Sassari: 7.662 (4.435 artigiane, il 57,9%)

Gli occupati edili, invece, erano 47.559, di cui 30.803 dipendenti e 16.757 indipendenti. Il calo tra il 2008 e il 2013 è stato di 10.545 unità (-18,1%).

«A ogni Finanziaria – ha denunciato Pietro Paolo Spada, coordinatore della Cassa Artigiana dell’Edilizia della Sardegna – lo Stato scarica, con tagli pesantissimi, il costo della previdenza sui cittadini e soprattutto sulle Associazioni e sui Patronati, che sono sempre in prima linea nel fornire servizi in questa situazione gravissima.»

Nella prosecuzione dell’incontro, Enrico Maria Mastinu, Professore associato di Diritto del Lavoro dell’Università di Cagliari, ha fatto una panoramica su tutti gli strumenti a disposizione delle imprese per continuare a vivere e non privarsi del personale.

Antonio Floris, dirigente regionale dell’INPS, ha sottolineato come il PIL sia in continua crescita così come la disoccupazione: «In Sardegna la crisi è arrivata molto prima del 2008 – ha rimarcato – e non si vede una via d’uscita. L’INPS sta dando risposte immediate ma le difficoltà, causate dai bilanci, sono sotto gli occhi di tutti».

«Ora più che mai associazioni, imprese, sindacati e istituzioni – ha detto, in conclusione, Sandro Pilleri, Segretario Regionale dell’UGL-Unione Generale del Lavoro – devono lavorare insieme per dare risposte concrete al sistema imprenditoriale ma soprattutto ai lavoratori».

Il panorama dell’occupazione nelle imprese in Sardegna

IMPRESE E ADDETTI (Fonte Ufficio Studi Nazionale di Confartigianato)

Imprese di Costruzioni in Sardegna (al 31 dicembre 2013):

19.289 imprese di cui 11.731 artigiane (60,8%); l’83,4% delle artigiane sono imprese INDIVIDUALI.

Cagliari: 7.004 (3.766 artigiane, il 53,8%) – Nuoro: 3.231 (2.425 artigiane, il 75,5%) – Oristano: 1.419 (1.105 artigiane, il 77,9%) – Sassari: 7.662 (4.435 artigiane, il 57,9%)

Occupati delle costruzioni (al 31 dicembre 2013)

47.559  di cui 30.803 dipendenti, 16.757 indipendenti

Il calo degli occupati tra il 2008 e il 2013 è di 10.545 (-18,1%)

LA CASSA INTEGRAZIONE (Fonte Bollettino INPS aprile 2014)

Ore CIG in deroga autorizzate nell’artigianato in Sardegna:

Nel mese di aprile 2014 in Sardegna autorizzate 233mila ore di CIG in deroga (- 14% rispetto ad analogo periodo del 2013)

Nel periodo gennaio – aprile 2014 autorizzate in Sardegna 1.5 milioni di ore di CIG in deroga

Cassa integrazione in edilizia in Sardegna (2013)

Ore autorizzate in edilizia in Sardegna: 3.389.511 (-18.4% rispetto al 2012)

A Cagliari 2.011.838 ore autorizzate, Nuoro, 574.394, a Oristano 171.589, a Sassari631.690.

GLI STRUMENTI DI TUTELA PER ADDETTI E IMPRESE (Fonte Ufficio Sindacale Confartigianato Imprese Sardegna)

Esuberi temporanei di personale:

sospensione del rapporto di lavoro: cassa integrazione ordinaria, straordinaria, in deroga, contratto di solidarietà,

riqualificazione del personale: fondi paritetici interprofessionali.

Esuberi strutturali di personale:

licenziamento: indennità di mobilità oraria, indennità di mobilità in deroga, ASPI e mini ASPI, trattamento speciale di disoccupazione per l’edilizia, prepensionamenti.

Quali sono gli strumenti che tutelano imprese e occupati nelle crisi aziendali? Quali sono le azioni e le modalità d’accesso alle prestazioni?

Domani, mercoledì 28 maggio, a Cagliari, con inizio alle ore 9.30, presso l’Hotel Caesar’s di via Darwin, ne discuteranno aziende, esperti e consulenti del lavoro in un seminario dal titolo “Tutela dell’occupazione nelle crisi d’impresa”, che servirà a far luce su AsPi, Cassa Integrazione Guadagni, Mobilità e Contratti di Solidarietà, così come sugli strumenti specifici del settore edile.

Organizzato dalla Confartigianato Imprese Sardegna, UGL-Unione Generale del Lavoro e Cassa Artigiana dell’Edilizia della Sardegna, l’incontro offrirà un quadro chiarificatore della normativa attuabile in caso di esuberi di personale, siano essi temporanei o strutturali a fronte a leggi sempre più stratificata e meno fruibile. Ampio spazio verrà dato agli strumenti destinati al settore edile.

Le relazioni saranno di Enrico Maria Mastinu, professore associato di Diritto del Lavoro dell’Università di Cagliari, di Luca Murgianu, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, di Antonio Floris, dirigente regionale dell’INPS, e di Sandro Pilleri, segretario regionale dell’UGL-Unione Generale del Lavoro.

Mercoledì 28 a Cagliari, con inizio alle ore 9.30, presso l’Hotel Caesar’s di via Darwin, ne discuteranno aziende, esperti e consulenti del lavoro in un seminario dal titolo “Tutela dell’occupazione nelle crisi d’impresa”, che servirà a far luce su AsPi, Cassa Integrazione Guadagni, Mobilità e Contratti di Solidarietà, così come sugli strumenti specifici del settore edile.

Organizzato dalla Confartigianato Imprese Sardegna, UGL-Unione Generale del Lavoro e Cassa Artigiana dell’Edilizia della Sardegna, l’incontro offrirà un quadro chiarificatore della normativa attuabile in caso di esuberi di personale, siano essi temporanei o strutturali a fronte a leggi sempre più stratificata e meno fruibile. Ampio spazio verrà dato agli strumenti destinati al settore edile.

Le relazioni saranno di Enrico Maria Mastinu, Professore associato di Diritto del Lavoro dell’Università di Cagliari, di Luca Murgianu, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, di Antonio Floris, Dirigente Regionale dell’INPS, e di Sandro Pilleri, Segretario Regionale dell’UGL-Unione Generale del Lavoro.

In Sardegna, dal 30 giugno, oltre 50mila imprese e professionisti avranno l’obbligo di accettare pagamenti elettronici tramite POS.

Quindi, fra poco più di un mese, l’idraulico che effettua la riparazione domestica, la bottega della frutta sotto casa o un professionista che chiede l’anticipo spese, dovranno dotarsi del lettore di bancomat e carte di credito per accettare, obbligatoriamente, pagamenti per importi superiori ai 30 euro.

«La comunicazione sta passando sotto traccia ma è assolutamente importante: ogni impresa, dagli artigiani, ai commercianti fino ai liberi professionisti, entro la fine del prossimo mese dovranno munirsi di una apparecchiatura POS per pagamenti con carte di credito, di debito e bancomat – sottolinea preoccupato Luca Murgianu, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – ovvero dal primo luglio ogni pagamento, per prodotti e servizi, superiore ai 30 euro dovrà avvenire tramite il terminale, fisso o in mobilità, che accetta carte con “banda magnetica” o “microchip”.»

L’obbligo è parte di un provvedimento, il decreto legge n.179/2012, convertito poi in Legge con il “Mille proroghe”, che «mira ad agevolare la diffusione della moneta elettronica in Italia».

«Se innovazione deve essere, che sia a vantaggio di tutti e non totalmente a carico degli artigiani – sottolinea Murgianu – purtroppo ci rendiamo conto di come l’investimento iniziale non sia indifferente, anche se è da leggere positivamente la notizia del Ministero che, come richiesto dall’Unione Europea, dal prossimo 29 luglio, il costo delle commissioni delle transazioni effettuate tramite POS, sarà ridotto: per le carte di debito non supererà lo 0,2% mentre per le carte di credito non si andrà oltre lo 0,3%Rimane il forte dubbio che poi ciò che non si paga sulla transazione venga pagato sotto altre forme

Per Confartigianato Sardegna, rimane però un provvedimento che non incentiva l’innovazione e obbliga a sistemi che per alcune attività risultano addirittura obsoleti. Per l’associazione, infatti, sarebbe auspicabile, nei tempi brevi, usare sistemi di pagamento elettronici tramite email e smartphone piuttosto che obbligare al POS.

A livello nazionale, l’Associazione Artigiana si è attivata per chiedere in primis uno slittamento, anche se al momento non si è in grado di prevedere se e quando ci sarà; inoltre è stato proposto l’innalzamento dell’importo minimo per il quale si applica l’obbligo (da 30 a 50 euro) ma soprattutto l’abbattimento dei costi di gestione.

Per evitare la corsa dell’ultimo minuto e non incorrere in eventuali sanzioni, Confartigianato Imprese informa che gli uffici territoriali dell’associazione in tutta la Sardegna, sono a disposizione di imprese e professionisti per fornire informazioni sul POS e supporto per l’attivazione del sistema di pagamento elettronico.

Luca Murgianu.

Luca Murgianu.

629 norme fiscali approvate in 2.159 giorni. E’ questo il “mostro” fiscal-burocratico che Governo e Parlamento hanno generato dal 29 aprile 2008 al 28 marzo 2014, tra la XVI e la XVII Legislatura.

«A leggere i dati, ci vengono i brividi e si capisce perché, ogni mese, le imprese passino ben 10 giorni su 30 a districarsi dalle norme, pagando bollettini ed F24 e facendo “visita” ai vari uffici, ai commercialisti, ai consulenti e alle varie agenzie di riscossione«, afferma Luca Murgianu, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, commentando i dati dell’Ufficio Studi di Confartigianato nazionale, che ha analizzato tutte le norme fiscali approvate nell’arco dell’attuale e precedente legislatura.

La crescita della pressione burocratica sulle imprese in Italia è confermata esaminando i provvedimenti emanati in 2.159 giorni: in 6 anni, sono state approvate 629 norme fiscali, di cui 72 che semplificano (11,4% del totale), 168 che sono sostanzialmente neutre dal punto di vista dell’impatto burocratico (26,7%) e 389 che presentano un impatto burocratico sulle imprese (61,8%). Quindi quasi due norme fiscali promulgate su tre, aumentano i costi burocratici per le imprese.

Il saldo dell’impatto – dato dalla differenza tra norme che complicano il rapporto con l’Amministrazione fiscale e norme che semplificano – è pari a 317: sulla base di tale valore si può affermare che nei sei anni esaminati, il fisco è cresciuto alla velocità di 1 norma alla settimana (6,8 giorni).

«In pratica, almeno una volta la settimana, il fisco riesce a “creare una nuova norma” – continua Murgianu – ovvero a complicare la già complicata vita alle imprese

Da una rilevazione effettuata sugli artigiani, tra gli adempimenti più complicati ci sono quelli tributari, le comunicazioni all’Agenzia delle Entrate, la tenuta della contabilità, le procedure in materia di edilizia, autorizzazioni per inizio attività, Durc e documentazione appalti, adempimenti per la sicurezza sul lavoro.

Norme e burocrazia contro le quali Confartigianato combatte, anche a livello regionale in Sardegna, ormai da anni.

Norme che, la maggior parte delle volte, non si capisce neanche come applicare o come tentare di non caderci dentro, come nel caso della TASI.

A questo proposito, l’Osservatorio di Confartigianato ha analizzato la situazione tipo di sette profili di imprese artigiane (azienda di produzione software e Ict, parrucchiere-estetista, laboratorio di falegnameria, impresa di autoriparazione, impresa manifatturiera, ristorante e panificio-pasticceria) e ne ha simulato l’eventuale imposizione fiscale.

«L’incremento nazionale medio, rispetto alla tassazione immobiliare del 2013 – spiega Murgianu – potrebbe arrivare al +16,3% (da 1.344 a 1.539 euro) per una autofficina e fino al +21,9% (da 1.359 a 1.556 euro) per una impresa di produzione software. Ecco, ci piacerebbe capire quali servizi per comunità e imprese, i comuni, le regioni e lo Stato, hanno offerto in più nell’arco di 12 mesi.»

«Noi a settembre dello scorso anno lanciammo l’allarme sull’aumento previsto della TARES – riprende il Presidente di Confartigianato Sardegna – sottolineando sia la virtuosità della Sardegna nella raccolta differenziata e denunciando come il costo di smaltimento risultasse essere uno dei più elevati d’Italia.»

Luca Murgianu conclude il ragionamento con due domande: «Come mai nonostante il virtuosismo di imprese e cittadini i  costi non calano mai? Come mai quando si devono effettuare i tagli, si cercano sempre le aziende e i comuni contribuenti?».

 

Maladroxia

L’economia del mare produce lavoro e ricchezza, soprattutto in Sardegna

Lo dimostrano i 1.633 milioni di euro di valore aggiunto generati nel 2013 dalle 8.968 imprese sarde che hanno dato occupazione a oltre 38mila addetti, impegnati nell’alloggio e ristorazione, nella filiera ittica, nelle attività sportive e ricreative, della cantieristica, nella movimentazione di merci e passeggeri via mare, nella ricerca e tutela ambientale e nelle estrazioni marine.

Sono questi i dati sulla nostra isola, emersi dal Rapporto Unioncamere sull’Economia del mare, presentato pochi giorni fa.

«La maggior parte di queste realtà produttive sono micro-piccole aziende artigiane – sottolinea il presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Luca Murgianu che sono cresciute, nell’ultimo anno, di circa il 2%”. “Un risultato in assoluta controtendenza, se teniamo conto della crisi e delle problematiche legate ai trasporti, soprattutto per chi lavora con il turismo

Analizzando il valore aggiunto, a livello nazionale, l’Isola, occupa la 10a posizione; infatti primo è il Lazio, con 6,4miliardi di euro, seguito dalla Liguria con 4,7miliardi di euro.

«Sono regioni che, ovviamente, non hanno l’estensione costiera che abbiamo noi – riprende Murgianu – parametro utile per conoscere la potenzialità ma che poi deve trovare sfogo in un mercato ancora tutto da creare. Questo deve far riflettere su quanto ancora ci sia da lavorare e da investire in questo settore

«Abbiamo un patrimonio tutto da scoprire che, se sfruttato a dovere, genererebbe circa 2,8 miliardi di euro di ulteriore valore aggiunto – conclude il presidente di Confartigianatoovvero un totale di quasi 4,5 miliardi di euro sulla nostra Sardegna, che andrebbe a incidere per il 14,9% sul totale dell’economia isolana.»

 

Luca Murgianu.

Luca Murgianu.

Sono oltre 17mila le imprese giovanili registrate in Sardegna nel 2013, incluse le 680 società a capitale ridotto.

«Il perdurare della crisi, anche nella nostra Isola – commenta il presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Luca Murgianuporta sempre più under 35 a “mettersi in proprio”; che si tratti di “voglia” o “necessità”, in tantissimi hanno deciso di tentare la carta dell’impresa soprattutto nel commercio, nell’edilizia e nella ristorazione

Le due facce del “fare impresa”, quello dell’obbligo, perché espulsi dal sistema produttivo, o quello dell’essere indipendenti, sono state fotografate dall’Ufficio Studi di Confartigianato, che ha rielaborato i dati di UnionCamere e Istat del 2013.

Sono 17.519 le imprese giovanili registrate negli Albi provinciali delle Camere di Commercio l’anno passato. In termini assoluti, la maggior parte si trovano a Cagliari (6.938), segue Sassari (5.610), poi Nuoro (3.436) e chiude Oristano (1.535). In termini percentuali, in testa Nuoro (12,5%), seguita da Oristano (10.5%), Sassari (10.1%) e Cagliari (9,9%), con una media regionale 10.75%, cifra superiore alla media nazionale (10.5%). Sempre in Sardegna, tra le 680 “imprese giovanili a 1 euro”, 167 sono state registrate come “Società a responsabilità limitata a capitale ridotto” (successivamente abrogate) e 513 come “Società a responsabilità limitata semplificata”.

 

«E’ facile, e per certi verso entusiasmante, poter aprire una impresa “a 1 euro” – continua Murgianu – ma i problemi da capire sono due: quante resisteranno dopo 3-4 anni e, soprattutto, quante di queste nuove imprese nascondono false partite iva o addirittura dei prestanome?.»

«Sempre più aziende – denuncia il presidente – scaricano su questi “nuovi giovani finti imprenditori” tutti gli oneri di un lavoro non in regola nel quale l’unica cosa che conta è tagliare i costi.»

«Non abbiamo ancora le percentuali della nati-mortalità – continua Murgianu – però un fatto è certo: questi giovani non si sono rassegnati a lasciare l’Isola o arresi: si sono rimboccati le maniche e guardano con coraggio al domani”.“Tanti di loro rappresentano la generazione che vuole farcela con le proprie forze – prosegue – e che ha trovato l’energia di puntare su un’idea e sulle proprie competenze. A loro dobbiamo ispirarci per creare le migliori condizioni affinché i progetti di impresa possano crescere e svilupparsi.»

Un sondaggio, di ottobre 2013, dell’agenzia per il lavoro Openjobmetis, ha evidenziato come il 23% di un campione di intervistati (il 70% di questi possedeva la laurea o addirittura un Master) avrebbe preferito una professione artigiana, con conseguente pratica “sul campo”, come il tirocinio o l’apprendistato, rispetto al conseguimento di una specializzazione accademica.

Ciò dimostra come il momento di difficoltà del mercato del lavoro porti a preferire mestieri per i quali è richiesta un’elevata specializzazione tecnica e manuale. Insomma, oggi l’ambizione di gran parte di coloro che hanno risposto al sondaggio è saper fare bene un mestiere manuale, più che una professione.

«Dobbiamo puntare sugli investimenti nella formazione “on the job” – rimarca Murgianuovvero tirocini e apprendistato, la cui percentuale in Sardegna è ancora bassa; per fare un esempio, gli imprenditori artigiani della Sardegna, nel 2011 investirono solo 107 milioni di euro (tra rimborsi spesa nei tirocini e retribuzioni e oneri nell’apprendistato) contro i quasi 400 dell’Emilia Romagna (dati dell’Osservatorio Confartigianato Emilia Romagna)”.

«In ogni caso, della crisi – conclude il presidente Murgianu – si esce soprattutto con la preparazione e con le competenze giuste.»

 

 

Luca Murgianu.

Luca Murgianu.

Sono ancora poche le aziende sarde che si aggregano per competere. A metà del 2013, in Sardegna sono stati stipulati solo 18 contratti di rete che hanno coinvolto 87 imprese. Ovvero solo il 6,3 x 1.000 delle attività produttive della regione, sono ricorse a questi strumenti di collaborazione per affrontare la crisi e andare alla ricerca di nuovi mercati.

A certificare l’atavica scarsa propensione delle imprese isolane alla cooperazione, è il Rapporto dell’Ufficio Studi di Confartigianato sull’Export, che ha rielaborato i dati 2013 di UnionCamere-Movimprese.

Nell’anno appena concluso, in termini assoluti, è stata la Lombardia la regione più “aggregante” con 782 imprese che hanno sottoscritto 198 contratti. In termini percentuali, è invece la Basilicata il territorio con la maggior propensione (13,9 contratti ogni 1.000 imprese) seguita dall’Emilia Romagna e Toscana con 12,7. Fanalino di coda la Sicilia con 0,6 contratti ogni 1.000 imprese. La Media italiana è del 6,5 x 1.000.

Il “Contratto di rete” tra imprese è, infatti, uno strumento giuridico che consente alle aggregazioni di imprese di instaurare tra loro una collaborazione organizzata e duratura, mantenendo la propria autonomia e la propria individualità (senza costituire un’organizzazione come la società o il consorzio), nonché di fruire di rilevanti incentivi e di agevolazioni fiscali.

«Soprattutto in questo periodo – afferma Luca Murgianu, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – il contratto di rete si conferma un’occasione per rispondere alla difficile congiuntura economica e mantenersi competitivi sul mercato. Le aziende sarde – aggiunge Murgianu – da qualche settimana hanno la possibilità di lavorare e di crescere insieme a quelle del Veneto attraverso uno strumento che le renderà competitive, coniugando territori regionali e mercati internazionali

L’occasione per contrastare la crisi, intensificare gli scambi e allargare i mercati, è infatti il “Progetto di Cooperazione Interregionale per l’Innovazione Sostenibile”. Interessa oltre 300 imprese sarde e venete, dell’ICT, dell’agroalimentare, dell’edilizia sostenibile, del turismo e della green economy e viene sviluppato da un Organismo Intermedio costituito da Confartigianato Imprese Sardegna, Confindustria Sardegna e Confcooperative Sardegna e dalle omonime Associazioni venete.

Ideato dalla Regione Autonoma della Sardegna e dalla Regione Veneto e finanziato nell’ambito della Sovvenzione Globale Sardegna – Veneto del PO FESR Sardegna 2007-2013 e del PO FSE Veneto 2007-2013, l’iniziativa sosterrà, tra il 2014-2015, la cooperazione tra le aziende delle due regioni, con l’obiettivo di fornire loro servizi reali e finanziari, formazione, assistenza alla creazione di partnership e reti di impresa.

Inoltre verranno messi a disposizione aiuti economici destinati a sostenere progetti integrati di collaborazione, per supportare processi di innovazione che riorganizzino e amplino le filiere, incrementando l’efficienza dei processi produttivi e lo sviluppo commerciale delle stesse.

«Le esportazioni e l’innovazione nelle imprese “in rete” sono più elevate  – sottolinea Murgianu – è questo il punto di forza del “contratto di rete”, perché consente ad ogni impresa che ne fa parte di aggregare competenze attraverso un rapporto di collaborazione organizzata, salvaguardando la propria autonomia

«In ogni caso – conclude il Presidente di Confartigianato Sardegna – gli imprenditori interessati possono andare sul sito http://www.cooperazioneinterregionale-sg.it/, consultabile per informazioni, contatti e news