25 April, 2024
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Pizzuto-Pigliaru

Sinistra Ecologia Libertà Sardegna ha organizzato una due giorni per affrontare il tema della povertà e delle nuove schiavitù. In veste di conferenza programmatica del partito, l’evento si svolgerà venerdì e sabato presso la Cooperativa Pescatori Porticciolo Sant’Elia e il quartiere della Marina a Cagliari.

Gli appuntamenti saranno così distribuiti:
– venerdì 17 luglio, alle ore 16.00, alla Cooperativa Pescatori Porticciolo Sant’Elia (via dei Navigatori, 1) si svolgerà un incontro seminariale sulla povertà e le migliori forme di contrasto all’emarginazione sociale con i nostri ospiti, e si proseguirà con una cena sociale di raccolta fondi per l’invio di un’ambulanza a Rao in Senegal;
– sabato 18, alle ore 9.00 si riuniranno quattro gruppi di lavoro aperti a chiunque voglia partecipare, il ritrovo saranno quattro diversi spazi (tra i quali quello della Caritas) nel quartiere Marina; in contemporanea a Sant’Elia ci saranno intrattenimenti per bambine e bambini;
– sabato 18, alle ore 16.00, dopo aver pranzato tutte e tutti insieme, si riprende alla Cooperativa Pescatori Porticciolo Sant’Elia con una plenaria di relazione del lavoro svolto dai gruppi e si prosegue con una tavola rotonda moderata da Franco Siddi con il Presidente della Regione Autonoma della Sardegna Francesco Pigliaru, i nostri ospiti e Luca Pizzuto, consigliere regionale e coordinatore regionale SEL Sardegna.

Saranno ospiti:
– Riccardo Petrella, economista politico, fondatore e segretario del Comitato Mondiale dell’Acqua, autore del Manifesto dell’Acqua, presidente del Gruppo di Lisbona. Militante, è un “operaio della parola” presente, ovunque è possibile, per proporre soluzioni alternative alla mondializzazione dell’economia capitalistica di mercato, è ideatore e promotore della campagna Rendiamo illegale la povertà, ed esperto di caratura europea del settore;
– Franco Uda, da sempre impegnato con militanza attiva nella tutela dei diritti umani, è segretario regionale ARCI Sardegna, Coordinatore della Commissione nazionale ARCI Pace, Solidarietà e Cooperazione internazionale e Portavoce Regionale della Tavola Sarda della Pace.
– Don Marco Lai, direttore Caritas della diocesi di Cagliari, e attento promotore di una collaborazione tra Caritas e società civile, che ci illustrerà il report sulle povertà in Sardegna.
– Michele Carrus, segretario generale della CGIL Sarda, che ci parlerà di lavoro precario e povertà, e delle proposte della CGIL per uscire dalle nuove forme di schiavitù e dalla povertà.
– Giampiero Farru, Presidente di Sardegna Solidale e referente della campagna nazionale di Libera “Miseria Ladra” che ci parlerà anche delle azioni di contrasto alla povertà fatte dal volontariato sardo.

Inoltre, parteciperanno:
– Malick Noel Seck, segretario generale del partito senegalese Front National de Salut Public / MOMSAREW (videomessaggio o videoconferenza)
– Ivana Dama, di IRA Mauritanie, partito abolizionista delle moderne forme di schiavitù nel paese africano il quale leader si trova attualmente in carcere;
– Argyrios Panagopoulos del partito greco SYRIZA;
– Mehmet Yuksel del HDP (Partito Democratico del Popolo), nato in Turchia nel 2013 con l’intento di rappresentare i kurdi dell’ovest del Paese e la sinistra turca delusa dai partiti tradizionali e sorpresa elettorale con la candidatura di Selahattin Demirtaş alle prime elezioni dirette per il Presidente della Repubblica Turca.

Ad oggi tre miliardi di persone vivono con meno di due dollari al giorno e 84 persone controllano metà della ricchezza mondiale. In Sardegna sono ormai 147mila le famiglie che vivono sulla soglia di povertà stabilita dall’ISTAT, e sono circa 24mila quelle a ISEE zero. Una condizione con dati in importante aumento sulla disoccupazione e sul continuo aggravarsi della crisi nella nostra isola.

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Una targa inviata dalle istituzioni curde per testimoniare il percorso di fratellanza e di solidarietà intrapreso dalla Sardegna e le popolazioni del Kurdistan turco. Il dono è stato consegnato ieri mattina al presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, dalla delegazione formata dai consiglieri regionali Luca Pizzuto (Sel), Paolo Zedda (Rossomori) e Gavino Sale (Irs), dai consiglieri comunali di Cagliari e Carbonia Enrico Lobina (Sardegna sovrana) e Matteo Sestu (Sel), dal presidente dell’ A.S.C.E. Antonio Pabis, dal giornalista Roberto Mulas e dal rappresentante dell’HDP in Europa Mehmet Yuksel.

La delegazione ha visitato, dal 3 all’8 luglio, le istituzioni curde per portare loro la testimonianza di vicinanza del popolo sardo attraverso il dono della bandiera dei Quattro mori e la lettera del presidente del Consiglio regionale sardo. «Ho voluto fortemente quest’incontro che fa seguito a quello  dello scorso anno quando abbiamo ricevuto in presidenza una delegazione di attivisti curdi, in continuità con quella che è la mia esperienza politica e amministrativa. I curdi – ha affermato Ganau – rappresentano un esempio da seguire per la battaglia portata avanti di autodeterminazione di un  popolo ancora senza Stato, le cui sofferenze fino ad oggi sono state colpevolmente ignorate. Oggi difendono il mondo intero, diventando simbolo dell’opposizione contro l’offensiva dello Stato Islamico. La loro battaglia e la loro opposizione contro le atrocità dell’ISIS devono vederci uniti e impegnati insieme. La straordinaria esperienza di governo comunitario che stanno portando avanti nell’autoproclamata autonomia democratica del Rojava – ha concluso il presidente – dimostra che diverse etnie e diverse religioni possono convivere insieme. Sono più avanti di noi anche nel rispetto della rappresentanza di genere, considerato che le donne ricoprono gli  incarichi istituzionali più alti e che la metà dei loro  eserciti militari è composta da donne.

L’impegno è quello di dare gambe agli atti consiliari proposti dall’onorevole Pizzuto, mozioni condivise che impegnino la Giunta a sostenere la ricostruzione di Kobane e consentano di mandare degli aiuti nei campi profughi, e poter ospitare così subito dopo una delegazione delle istituzioni curde qui a Cagliari».

Mehmet Yuksel ha ringraziato il presidente dell’Assemblea per la sensibilità dimostrata dal Consiglio, non solo a parole, ma con i fatti e con la presenza dei suoi rappresentanti in un Paese che vive in una situazione di instabilità a causa della guerra contro l’Isis. «E’ una battaglia di umanità – ha spiegato – prima culturale e dopo militare, perché quanto sta accadendo da noi con l’Isis potrebbe toccare anche all’Occidente. Stiamo lottando per la democrazia, l’uguaglianza, l’autonomia, la parità e la convivenza di culture e religioni diverse». «E’ stata un’esperienza importantissima che ci ha arricchito – ha spiegato Luca Pizzuto -. Quello che più ci ha colpito è il silenzio irreale della città di Kobane, i racconti delle persone incontrate nei campi profughi che abbiamo visitato e la bellezza del territorio curdo. Stiamo preparando una mozione per impegnare la Giunta a contribuire economicamente alla ricostruzione di Kobane».

Gavino Sale ha poi raccontato l’esperienza vissuta nei campi profughi: «Siamo stati nell’infermo del mondo che potrebbe diventare il detonatore della Terza guerra mondiale». Il consigliere ha poi evidenziato come la Sardegna sia arretrata rispetto alle istituzioni curde che hanno una partecipazione femminile del 50 per cento in tutti i luoghi decisionali della vita del popolo. «Questo viaggio è solo l’inizio del percorso – ha spiegato Paolo Zedda – che avvicinerà sempre di più la Sardegna alle popolazioni curde. Nelle ultime elezioni nazionali il partito curdo ha ottenuto 89 parlamentari su 540 perché ha saputo rappresentare tutte le minoranze che vivono nel paese».

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Giovedì 16 luglio, alle 9,30, nella sala capigruppo al sesto piano del palazzo del Consiglio regionale, il presidente Gianfranco Ganau incontrerà i consiglieri regionali, il rappresentante del popolo curdo e gli amministratori locali che hanno visitato le popolazioni e le istituzioni del Kurdistan turco dal 3 all’8 luglio. La delegazione consegnerà al presidente dell’Assemblea una targa inviata in dono dalla municipalità di Amed e presenterà un breve resoconto del viaggio.

Della delegazione fanno parte i consiglieri regionali Luca Pizzuto (Sel), Gavino Sale (Irs) e Paolo Flavio Zedda (Rossomori), i consiglieri comunali di Sel di Cagliari e Carbonia Enrico Lobina e Matteo Sestu, il presidente dell’ A.S.C.E. Antonio Pabis, il giornalista Roberto Mulas e il rappresentante dell’HDP in Europa Mehmet Yuksel.

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Da venerdì 2 luglio una delegazione istituzionale sarda si trova in Kurdistan per incontrare rappresentanti istituzionali e per conoscere la realtà di un popolo di 40 milioni di persone. La delegazione è composta da Luca Pizzuto (Gruppo Sel), Gavino Sale (Gruppo Misto) e Paolo Zedda (Gruppo Soberania e indipendentzia), dai consiglieri comunali di Cagliari Enrico Lobina (Sardegna Sovrana), e di Carbonia, Matteo Sestu (Sel); dal giornalista freelance Roberto Mulas e da Antonello Pabis (ASCE e Rete italiana di solidarietà col popolo kurdo).

Dopo aver visitato nella giornata di sabato un campo profughi di yazida nella municipalità di Yaniseir, a 40 km da Diyarbakir, città turca a maggiore estrazione curda, la delegazione dei consiglieri sardi ha portato i saluti del Presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau ad Ali Simsek, segretario del partito BDP, maggiore partito curdo in Turchia. Successivamente ci si è trattenuti con una delegazione del congresso curdo (KCD) composta  da 3 ministri locali e capeggiata da Seydi Firat, per poi incontrare una deputazione dell’amministrazione di Diyarbakir composta da Fethi Suvari, segretario Generale e da Cihan Aydin, vice co-sindaco.

La giornata di domenica è proseguita con alcune visite ufficiali ai monumenti storici della città di Diyarbakir, come il Caravan Serraglio risalente al sedicesimo secolo o la Grande Moschea – esempio di architettura araba in basalto e pietra lavica e risalente al 1091 – per concludere con il raggiungimento della città di Urfa, da cui si può raggiungere il cantone di Kobane.

I media locali, tra cui 2 quotidiani di carta stampata, hanno dato ampio rilievo alla notizia della visita della delegazione sarda che è stata accolta con sentita ospitalità dalle autorità del posto.

«C’è un grande potenziale tra Sardegna e Kurdistan ed è arrivata l’ora di stringere rapporti più stretti», ha commentato durante l’incontro con l’amministrazione locale Gavino Sale, segretario di Irs. Sul diritto all’autodeterminazione c’è sintonia tra sardi e kurdi.

Lunedì la brigata sarda ha raggiunto il confine turco-siriano per incontrare Ismail Sahin e Rovda Binici, co-presidenti del partito HDP di Suruc, cittadina alle porte di Kobane. Kobane è stata negli ultimi mesi lo snodo di tutte le forze curde YPG, accorse nel Rojava siriano per combattere contro i miliziani dell’Isis.

«La straordinaria esperienza di governo comunitario che state portando avanti nell’autoproclamata autonomia democratica del Rojava, nella quale convivono etnie, culture e religioni differenti, è la risposta più alta alla teoria degli stati monoetnici o monoreligiosi». Questo il contenuto della lettera scritta dal Presidente del Consiglio sardo Gianfranco Ganau consegnata dai delegati alle autorità del più forte partito del sudest turco. «Mi auguro di potervi avere come graditi ospiti quando le vostre condizioni lo consentiranno», prosegue Ganau. Oltre alla lettera, i parlamentari sardi hanno consegnato la bandiera dei 4 mori che verrà recapitata personalmente ai co-sindaci di Kobane come segno di fratellanza e solidarietà del popolo sardo verso i curdi in lotta contro le forze del Daesh.

Anche la co-sindaco di Suruc, Zuhal Ekmez ha ricevuto i delegati. Dopo i ringraziamenti per il sostegno mostrato dalla Sardegna, la prima cittadina ha espresso la sua preoccupazione per l’ingente presenza di soldati di Erdogan – circa 30mila – lungo il confine siriano. Proprio nelle ultime due settimane il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan avrebbero minacciato un’invasione dei territori del Rojava per contrastare l’avanzata dell’Isis non curante delle eventuali conseguenze. Dopo aver sventolato la bandiera sarda alle porte di Kobane – città simbolo della lotta curda – i deputati sono stati accolti dai profughi di uno dei 6 campi presenti nei territori di Suruc, la maggior parte di loro scappati il settembre scorso verso la Turchia.

Un viaggio ricco di lezioni umane e politiche che segnano un patto di amicizia tra la popolazione curda e quella sarda. Due popoli lontani geograficamente ma che vivono con la stessa volontà il desiderio di autodeterminare la propria identità.

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Il coordinatore regionale di Sinistra Ecologia Libertà e consigliere regionale, Luca Pizzuto, e Matteo Sestu, coordinatore federale SEL Sulcis Iglesiente e consigliere comunale di Carbonia, sono partiti oggi, insieme con altri amministratori, per un viaggio di cinque giorni, come delegazione istituzionale, nelle regioni del Kurdistan, nel Sud-Est della Turchia. In particolare verranno visitate le città di Nusaybin e Suruc e alcuni campi profughi. Il viaggio ha lo scopo di conoscere da vicino la situazione socio-politica della Turchia sudorientale. Sono previsti, infatti incontri con alcune delle istituzioni locali.

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Il Consiglio ha approvato oggi il disegno di legge n. 150 “Sanzioni amministrative sui servizi di trasporto pubblico regionale e locale” e la Proposta di legge n. 235 “Modifica dell’articolo 9 della legge regionale n. 3 del 2009 (Convenzioni rinnovabili con l’Ente concerti Marialisa De Carolis di Sassari)”. 

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau con l’esame del disegno di legge 150 presentato dalla Giunta regionale “Sanzioni amministrative sui servizi di trasporto pubblico regionale”.

Nel suo intervento introduttivo, Eugenio Lai, relatore di maggioranza del provvedimento, ha ricordato che con la norma si copre un vulnus normativo nella legislazione regionale sulla materia che, non prevedendo misure sanzionatorie adeguate, ha determinato una situazione di scarso controllo sui comportamenti irregolari degli utenti.

La Giunta, con l’assessore dei Trasporti Massimo Deiana, ha espresso parere favorevole.

Il consigliere Gavino Sale (Irs) ha annunciato la presentazione di un emendamento all’art.2 con cui si prevede la possibilità di acquistare i biglietti a bordo dei mezzi.

Il presidente ha disposto una breve sospensione della seduta per consentire la formalizzazione della proposta.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha messo in votazione il passaggio agli articoli che il Consiglio ha approvato.

Successivamente l’Assemblea ha approvato tutti gli articoli della legge, dall’1 fino al 7/bis, e l’intero provvedimento con 31 voti a favore ed uno contrario. Il Consiglio ha respinto un emendamento presentato all’art.2 dal consigliere Gavino Sale (Irs) con cui si prevedeva la possibilità per gli utenti di acquistare i biglietti a bordo dei mezzi. Approvati invece un emendamento all’art. 4 proposto dal consigliere Marco Tedde (Forza Italia) che introduce alcune distinzioni fra sanzioni penali ed amministrative, ed all’art. 6 a firma Paolo Truzzu (FdI) che prevede l’utilizzo del gettito delle sanzioni per interventi sulla mobilità urbana e, in particolare, per quella familiare attraverso l’utilizzo di biglietti impersonali.

Il presidente del Consiglio ha poi aperto la discussione sul secondo punto all’ordine del giorno la proposta di legge n. 235, sottoscritta da tutti i gruppi consiliari, “Modifica dell’articolo 9 della legge regionale n. 3 del 2009 (Convenzioni rinnovabili con l’Ente concerti Marialisa De Carolis di Sassari)”.

La norma, presentata da tutti i capigruppo attraverso la procedura d’urgenza prevista dall’articolo 102 del Regolamento, pone rimedio a un errore contenuto nella Legge Finanziaria 2015 che stanziava oltre 6,5 milioni di euro per gli operatori dello spettacolo ma, di fatto, destinava il 70% delle risorse al “De Carolis”. Con la correzione si stabilisce che il contributo a favore dell’Ente concerti non possa superare i 700mila euro all’anno, liberando le risorse rimanenti a favore degli altri soggetti beneficiari.

Il consigliere regionale di Forza Italia, Marco Tedde, è intervenuto per precisare che questa proposta di legge è arrivata oggi in aula grazie al senso di responsabilità dei capigruppo, «ma che si tratta di rimediare a un errore commesso in Finanziaria e non di un effetto distorsivo». Tedde si è lamentato anche del modus operandi della maggioranza che stravolge spesso i testi di legge una volta arrivati in aula, utilizzando emendamenti sostitutivi parziali o totali. L’esponente della maggioranza ha anche chiesto di verificare se l’emendamento presentato alla proposta di legge fosse ammissibile. Il consigliere del Pd, Salvatore Demontis, ha spiegato al collega che si è trattato di un errore, ma in assoluta buona fede.

Il presidente ha messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 36 voti a favore e un contrario.

Il presidente ha aperto la discussione sull’articolo 1 e sull’emendamento. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha chiesto al presidente di valutare con gli uffici l’ammissibilità dell’emendamento.

L’emendamento 1 aggiunge dopo l’articolo 1 l’articolo 1 bis “Modifiche alla legge regionale n. 5 del 2015” che prevede che “Il termine di cui all’articolo 5, comma 18, della legge regionale 9 marzo 2015, n. 5 (legge finanziaria 2015) è spostato al 31 dicembre 2014”.  Il comma dell’articolo 5 della Finanziaria stabiliva invece che  “Le disposizioni dell’articolo 33, comma 3 bis, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 (Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE), e successive modifiche ed integrazioni, si applicano alle gare indette successivamente alla data del 1° luglio 2015”.

Il presidente ha sospeso la seduta e convocato la conferenza dei capigruppo. Al rientro in aula, il presidente ha comunicato che la conferenza dei capigruppo ha proposto un emendamento orale eliminando il termine del 31 dicembre e sostituito con le parole «differito al termine della Legge di Stabilità nazionale».

L’Aula ha accettato l’emendamento orale. In rapida successione è stato approvato l’articolo 1 con 32 sì e 2 no, l’emendamento n. 1  con 32 sì e un no, e l’articolo 2 con 33 sì e un no. Il presidente ha poi messo in votazione la legge che è stata approvata con 37 voti a favore e uno contrario.

Il presidente ha poi dato la parola al consigliere di Alleanza popolare sarda, Giorgio Oppi, per l’illustrazione della mozione 157 (Oppi e più) «sul mancato finanziamento regionale delle borse di studio ai neolaureati sardi per l’accesso alle scuole di specializzazione medica per l’anno accademico 2014/2015».

Oppi ha aperto il suo intervento ricordando all’Aula lo stato di abbandono politico e culturale in cui la maggioranza sta lasciando la sanità sarda. «L’argomento della mozione di oggi è esemplare: una precisa, cristallina volontà politica della Giunta regionale impedisce ai giovani medici sardi di avere le borse di studio – ha affermato – per completare il corso di studi e inserirsi con vantaggi personali e soprattutto per la collettività in un efficiente sistema sanitario». Oppi ha poi ripercorso la storia delle borse di studio regionali dall’istituzione (Oppi era allora assessore alla Sanità). «Da quando le borse regionali sono state istituite nel 1992 noi abbiamo sempre erogato una quantità di risorse direi decorosa e un numero adeguato alle richieste delle Università sarde. Nel 1997 la Regione stanziò circa due miliardi di lire e così negli anni successivi, un milione e 90mila euro nel 2001, quasi un milione e mezzo nel 2013, sino ai 3 milioni e 425mila euro nel 2012». Oppi ha poi proseguito spiegando che, da assessore, ha sempre verificato con i presidi delle facoltà di Medicina di Cagliari e Sassari le reali esigenze. L’esponente della minoranza ha poi evidenziato che quando ha governato il centrodestra le borse di studio per i medici aumentavano, mentre «quando governate voi professori le borse per i vostri studenti diminuiscono, fino al capolavoro di quest’anno». Oppi ha poi accusato la Giunta di aver inviato la lettera al Miur dopo la scadenza del termine e ora si vuole rimediare con 600mila euro per appena 24 borse tra Cagliari e Sassari. Il relatore ha anche spiegato che il governo Renzi non ha finanziato le specializzazioni dei non medici, «tanto che Ortodonzia non ha potuto avviare il primo anno della scuola perché non è stato bandito il concorso». Poi rivolgendosi agli assessori Paci e Arru ha affermato: «Avete causato un grave danno alla sanità dell’isola, per volontà o per incompetenza».  Oppi ha poi attaccato la Giunta per quanto riguarda i trapianti, affermando che dal «primo gennaio a oggi sono stati realizzati 11 trapianti di rene e 7 di fegato: il minimo storico dal 1989». L’esponente del centrodestra non ha infine risparmiato il San Raffaele di Olbia: «Gli unici lavori che sono stati compiuti riguardano la pulizia delle erbacee in funzione antincendio. Nessun cantiere, nessuna attività, nonostante i lavori dovrebbero finire entro un anno e mezzo al massimo due». Per Oppi destinare 56 milioni per anno al Mater Olbia è una scelta «miope e avventata».

Il consigliere ha poi parlato delle lunghissime liste d’attesa per l’oncologia urologica: «300 pazienti in attesa di intervento per tumore alla vescica, prostata, rene e surrene».

In conclusione Oppi ha chiesto  chiarimenti sul buco della sanità, «arrivato a 500 milioni di euro» e ha esortato la Giunta a fare un cambio di passo.

Il consigliere del gruppo Sardegna, Paolo Truzzu, ha illustrato i contenuti della mozione n. 158 «sulle ragioni del mancato finanziamento regionali dei contratti di formazione medico-specialistica per l’anno accademico 2014/2015». L’esponente della minoranza ha evidenziato l’emergere di due problemi: «Il primo – così ha detto Truzzu – è rappresentato dall’errore della giunta relativo al mancato finanziamento delle borse per gli specializzandi in medicina, e il secondo è invece rappresentato dal tentativo di nascondere la gravità della situazione creatasi». «Trionfano le promesse non mantenute e le bugie», ha dichiarato il consigliere di Fratelli d’Italia, rimarcando il concetto che «senza le borse per gli specializzandi la laurea in medicina è praticamente inutile». Paolo Truzzu ha quindi ricordato come nel recente passato la Regione abbia sempre finanziato con proprie risorse le borse di studio per l’accesso alle scuole di specializzazione delle facoltà di Medicina e Chirurgia degli atenei di Cagliari e Sassari. «Nel 2014 – ha evidenziato il consigliere – il fabbisogno di medici era di 328 unità e le borse di specializzazione finanziate con risorse nazionali erano 160 mentre quelle a stanziamento regionale erano 102, quest’anno il fabbisogno di medici è pari a 300 unità,  le borse nazionali sono 192 e quelle regionali uguali a zero». «La Giunta regionale – ha spiegato Truzzu – taglia del 30% mentre la Puglia incrementa del 24%».

Il consigliere della minoranza ha quindi ripercorso le tappe della vicenda («non siamo di fronte ad un incidente di percorso») ed ha affermato che il mancato finanziamento delle borse per gli specializzandi «rappresenta una precisa scelta fatta dalla Giunta». Truzzu ha quindi criticato con asprezza la condotta dell’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, («ha detto bugie prima in commissione Bilancio e ha proseguito con comunicati stampa e interviste») ed ha denunciato il successivo tentativo dell’assessore di scaricare le responsabilità dell’accaduto prima sul suo collega di Giunta, Luigi Arru, e poi sull’intero Consiglio, reo – a suo dire – di aver approvato il Bilancio.

Il consigliere del gruppo Sardegna ha concluso con l’invito alla Giunta «perché ponga immediatamente rimedio ai danni causati dal mancato finanziamento delle borse di studio per l’accesso alle scuole di specializzazione» e con l’invito alle dimissioni all’indirizzo dell’assessore Paci («non è capace neppure di dire una bugia credibile e farebbe  meglio a tornare alla sua professione»).

Il capogruppo del Centro Democratico, Roberto Desini,  ha illustrato l’interpellanza n. 130, sottoscritta insieme alla sua collega di gruppo e di partito, Anna Maria Busia, «sulle ragioni del mancato finanziamento regionale di contratti di formazione medico specialistica per l’anno accademico 2014/2015, in aggiunta a quelli finanziati con risorse statali e sulle azioni attivate in merito».

L’esponente della maggioranza si è detto “imbarazzato” nell’argomentare «l’errore grave commesso dalla Giunta con il mancato finanziamento delle borse per gli specializzandi». Desini ha quindi ricordato la recente norma approvata con urgenza dal Consiglio regionale «per consentire agli studenti sardi il superamento dei gap che li separa dai loro colleghi della penisola». «Abbiamo proceduto con urgenza lo scorso 7 maggio – ha proseguito Desini – perché il bando era in scadenza per la fine del mese ma con sorpresa abbiamo appreso successivamente della mancata copertura delle borse di studio per gli specializzandi medici».

«Riconoscere gli errori – ha dichiarato il capogruppo della maggioranza – è un gesto di umiltà che denota maturità e rivolgo dunque l’invito all’assessore e alla giunta perché ricerchino le opportune soluzioni al problema evidenziato nell’interpellanza». Desini ha dunque concluso evidenziando «il perdurare di situazione di spreco nella sanità sarda, anche dopo la nomina dei commissari da parte della maggioranza».

Il consigliere di Irs, Gavino Sale (Gruppo Misto), si è detto “doppiamente imbarazzato” per il mancato finanziamento delle borse per gli specializzandi ed ha ricordato di essere il primo firmatario della legge per agevolare gli specializzandi sardi nell’accesso alle borse di studio. «Sono impossibilitato a difendere la giunta che mi rappresenta», ha proseguito Sale, «ed è stato commesso un errore ingenuo che deve trovare opportune e immediate soluzioni». «Errori che sono causa di danni inaccettabili e incomprensibili – ha dichiarato l’esponente della maggioranza – visto che la sanità sarda continua a bruciare oltre tremila milioni di euro l’anno mentre nel bilancio non ci sono tre milioni di euro per gli specializzandi in medicina». «Stiamo regalando 56 milioni agli arabi e nella Sanità stiamo facendo politiche di destra favorendo la sanità privata – ha concluso Gavino Sale – prima di rivolgere “una supplica e un appello” alla Giunta perché si risolva il problema ed ha terminato il suo intervento preannunciando “per coerenza” il voto a favore delle mozioni dell’opposizione «nonostante sia lontano anni luce dal centrodestra».

Il consigliere  Marco Tedde (Fi) ha definito il mancato finanziamento delle borse di studio per l’accesso alle scuole di specializzazione per i medici “un brutto pasticciaccio” ed ha ripercorso le varie fasi della vicenda fino a quello che Tedde ha definito «un rimpallo di responsabilità tra assessori e il tentativo dell’assessore Paci di scaricare le responsabilità sull’assessore Arru e sull’intero Consiglio».  «Uno scaricabarile indecoroso», ha affermato l’esponente della minoranza che ha invitato l’esecutivo e la maggioranza «a non far finta che niente sia accaduto». Tedde ha concluso  ricordando in tono polemico le dichiarazioni programmatiche del presidente Pigliaru a proposito del ruolo dell’università e dell’importanza della ricerca: «Alla luce dei fatti sono solo parole scritte sul vapore acqueo».

Ha quindi preso la parola il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni che ha rimarcato l’esigenza di chiarire una volta per tutte i rapporti tra la Regione e l’Università per capire dove vadano a finire le risorse messe a disposizione dal bilancio regionale.

Sul mancato finanziamento delle borse di studio per la specializzazione dei giovani medici, Dedoni ha puntato l’indice contro la Giunta: «Si dà la colpa al Ministero – ha affermato il capogruppo dei Riformatori – credo invece che il problema sia più serio e riguardi la finanza regionale,  se non ci sono entrate non possono esserci uscite. La Giunta ha rinunciato ai ricordi contro lo Stato nella vertenza entrate, tra poco avremo ancora meno risorse da spendere».

Pietro Cocco, capogruppo del Pd, ha respinto duramente le accuse rivolte alla Giunta. «Chi ha parlato non è un ignaro passante, né una verginella, oggi si dovrebbe discutere di borse di studio e si parla invece di sanità facendo la morale all’esecutivo e alla maggioranza di centrosinistra. Ho sentito parole inaccettabili da chi ha avuto un ruolo importante nella sanità lasciando una pesante eredità». Cocco ha quindi ricordato i quasi 400 milioni di euro di disavanzo del sistema sanitario isolano a cui la maggioranza cerca di mettere rimedio.

«La vicenda delle borse di studio è invece importante e va chiarita – ha concluso Pietro Cocco – gli assessori lo faranno, la minoranza abbia un po’ di pudore prima di dispensare consigli. La gente vi conosce e sa come avete gestito la sanità, non avete diritto di parola su questa questione».

E’ quindi intervenuto l’assessore alla Sanità Luigi Arru a nome della Giunta regionale.

Arru ha ricordato che la legge sulle scuole di specializzazione è cambiata. «Oggi sono previste solo scuole di specializzazione nazionali. Nel 2015 sono state finanziate 6.000 borse di studio per la Sardegna, rimangono scoperte 24 borse di studio. Siamo dispiaciuti ma non è accettabile sentir parlare di disastro della medicina sarda».

L’assessore ha poi rimarcato la pesante eredità lasciata dal centrodestra: «La Sardegna è l’ultima regione d’Italia sull’appropriatezza dei ricoveri. Siamo ultimi anche nella prevenzione. Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari) dice che abbiano una quantità innumerevole di piccoli ospedali che fanno ogni tipo di intervento. Per la prima volta si parla di governance. Vogliamo applicare la riforma “Balduzzi”, la cui mancata applicazione da parte della precedente Giunta regionale ha creato un danno di 250 milioni di euro per la mancata programmazione».

Arru ha poi assicurato il rifinanziamento delle 24 borse di studio rimaste scoperte con un milione di euro recuperato dal bilancio regionale. L’esponente della Giunta Pigliaru ha poi difeso a gran voce l’operato del suo assessorato: «Stiamo cercando di riportare gli ospedali Oncologico, Brotzu e Microcitemico alla qualità originaria. Non è vero che stiamo dando 53 milioni alla sanità privata (San Raffaele) ma stiamo cercando di ridurre i costi della mobilità esterna. I soldi saranno dati per attività controllate dalla Regione Sardegna».

Stesso discorso sul fronte della prevenzione: «42 milioni per l’attività di screening oncologico consentono di porre rimedio alle liste d’attesa – ha detto Arru – siamo inoltre tra le prime regioni italiane che supereranno lo scandalo degli ospedali psichiatrici giudiziari».

Al termine del suo intervento, l’assessore ha poi sottolineato l’importanza dell’istituzione di un Tavolo per la sclerosi multipla, malattia che in Sardegna colpisce circa 5000 persone. Rivolgendosi ai consiglieri di maggioranza Arru ha rivolto loro un invito alla “ponderazione”: «Può esserci sfuggito qualcosa ma non facciamoci del male – ha concluso Arru – non è vero che stiamo chiudendo i piccoli ospedali. Siamo impegnati in una battaglia difficilissima: garantire il diritto alla salute a tutti i sardi».

Il consigliere Giorgio Oppi (Area popolare Sardegna), primo firmatario della mozione, ha ribadito di essersi attenuto ai dati della realtà mentre, per quanto riguarda i buchi nei conti della sanità «il tetto massimo è stato raggiunto nel 2005 con il centro sinistra e, nello specifico, dal 2009 al 2014 sono state erogate 520 borse di studio per un controvalore di 13 milioni e quest’anno siamo a zero: i dati sono inoppugnabili». Ho citato, ha ricordato ancora Oppi, «circostanze precise, come quelle relative ai reduci degli ospedali psichiatrici collocati a San Gavino; occorre sapere che contratti sono stati stipulati perché ci sono molti aspetti non del tutto chiari, così come occorre chiarezza su alcune figure di commissari senza requisiti previsti dalla legge ed infine è necessario verificare cosa succederà nel 2018 con il San Raffaele, perché 56 milioni previsti per quella struttura andranno suddivisi anche con le aziende private, quindi o cade l’uno o cade l’altro».

Il consigliere Paolo Truzzu (Fdi), proponente della seconda mozione, ha detto che «dopo aver ascoltato i colleghi Desini e Sale sarebbe stato lecito attendersi un po’ più di umiltà dal capogruppo del Pd e dall’assessore Arru; in realtà è stato compiuto un errore che poi si è voluto nascondere, anzi si sta verificando che di questo errore non ne risponderà nessuno». Sui numeri, ha osservato Truzzu, «si dice che le borse sono 238 ma in questo numero sono comprese quelle degli atenei federati con gli atenei sardi, al netto sono 192 e forse anche di meno e non ci si può nascondere dietro il dito: saranno nettamente meno di quelli degli anni passati, nel bilancio siamo da 2.5 milioni a zero e dal ministero non arriveranno deroghe». Quindi, ha auspicato il consigliere di Fdi, «è giusto che maggioranza e Consiglio prendano il coraggio di mettere risorse in grado di recuperare gli errori del passato; ai ragazzi che resteranno senza specializzazione, però, interessa poco il discorso generale sulla sanità ma invece sanno benissimo che hanno perso un anno e saranno costretti a fare guardie mediche, sostituzioni o viaggi di lavoro all’estero, se di fronte a tutto questo l’assessore Paci avesse un briciolo di dignità si dovrebbe dimettere».

Il consigliere Roberto Desini (Centro democratico), ha dichiarato che «le risposte all’interpellanza mi spingono a prender atto di un dato di realtà relativo a quest’anno in cui non saremo in grado di dare risposte a dimostrazione del fatto che, spesso, la politica non ha la capacità di ascoltare le reali esigenze dei cittadini; mi dissocio fermamente, invece, dagli interventi dei consiglieri di centro destra soprattutto se riferiti alla sanità, avremo altre occasioni di dimostrare la qualità della nostre proposte proseguendo sulla linea tracciata dalla legge 23 e mi auguro che si ritrovi la capacità di mettere rimedio agli errori commessi in questa circostanza a partire dalla prossima finanziaria».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Ganau ha messo in votazione la mozione n. 57 (Oppi e più).

Per dichiarazione di voto, il consigliere del Centro democratico Roberto Desini ha ricordato che dopo che il consigliere Sale ha dichiarato di sentirsi lontano anni luce dal centro destra, per quanto lo riguarda la distanza è ancora maggiore: «Per questo voterò contro pur confermando le motivazioni della mia interpellanza».

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha espresso invece parere favorevole, prendendo atto «della ennesima declinazione dei soliti principi di diversità morale vantanti della sinistra negli ultimi 30 anni, una superiorità che non esiste come hanno dimostrato i fatti; la realtà è che quest’anno gli specializzandi sardi non avranno risposta e che sono stati respinti anche gli emendamenti presentati a suo tempo in sede di finanziaria».

Sempre per Forza Italia, il vice capogruppo Marco Tedde ha definito «singolare che coloro che propongono una interpellanza uguale alle mozioni poi si dividano al momento del voto con argomentazioni che non reggono; la verità è che si è voluto eludere il problema con una cortina di fumo sui problemi generali della sanità ma non si può amministrare con la testa rivolta all’indietro, bisogna pensare a quello che accede adesso e a quello che accadrà in futuro». L’assessore Arru, ha proseguito Tedde, «è riuscito a prendere il barile che gli ha scaricato addosso l’assessore Paci scaricandolo a sua volta in altre direzioni, ma qualche consigliere del centrosinistra non si è accorto che il barile gli è arrivato in testa: quello che bisogna fare è dire come si copre il buco degli specializzandi perché il problema deve essere risolto qui e ora».

Il consigliere Augusto Cherchi (Soberania-Indipendentzia), dopo aver annunciato il voto contrario alla mozione, ha rilevato che «in Aula si è parlato un po’ di tutto; va respinta la richiesta di dimissioni di Paci formulata da Truzzu e va affermata l’onestà morale etica e politica di tutti noi ma, detto questo, bisogna riconoscere che i mali della sanità vengono da lontano come dice anche la Corte dei Conti con numeri peraltro diversi da quelli del consigliere Oppi». Sulle scuole di specializzazione, ha aggiunto Cherchi, «probabilmente c’è stata una disattenzione e personalmente sono proonto anche a sottoscrivere la mozione di Truzzu nella parte in cui si prevede l’impegno ad intervenire l’anno prossimo per sanare buco di quest’anno».

Il consigliere di Irs Gavino Sale ha ricordato in apertura che «la nostra proposta di legge nasceva dalla necessità di correggere una norma del centro destra che sostanzialmente apriva all’inserimento di specializzandi non sardi in Sardegna; ora siamo all’anno zero della riforma sanitaria e questo è un colossale errore, non voterò col centro destra ma uscirò dall’Aula».

Il consigliere Paolo Truzzu (Fdi) ha ribadito il voto favorevole ad entrambe le mozioni. Potrei ritornare al passato, ha detto, «ma evito di farlo, dico solo se un provvedimento del genere lo avesse fatto un assessore del centro destra sarebbe stato spellato in piazza; qui non è il problema dell’errore ma della bugia ripetuta in commissione e in dichiarazioni pubbliche, della credibilità politica ed istituzionale di un membro della Giunta, un problema che c’è tutto e non può essere eluso evitando anche di accogliere le proposte costruttive dell’opposizione».

Il consigliere Mario Floris (Sardegna) ha manifestato apprezzamento per l’intervento del consigliere Oppi «che ha messo il dito sulla piaga ed anche per il coraggio di alcuni consiglieri della maggioranza che hanno indicato un malessere più profondo del fatto specifico; arriverà il momento di scelte molto complesse e perciò se maggioranza e minoranza condividono nella sostanza sulla necessità di correggere un errore evidente, ci si può fermare con un ordine del giorno che preveda un impegno comune, nessuno ci perde e nessuno ci guadagna».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni è dell’avviso invece che «il discorso vada allargato rispetto a quello delle borse di studio come sarà dimostrato da altri successivi passaggi consiliari; bisogna stare poi molto attenti ad esprimere giudizi sommari sulle eredità del deficit sanitario attribuendo certe paternità secondo convenienza perché andando indietro troveremo bel altri nomi e ben altre tracce, risalenti almeno a 30 anni fa; detto questo, dobbiamo risolvere il problema che abbiamo di fronte e possiamo farlo solo se tutti ci assumiamo un impegno».

Il consigliere Luca Pizzuto ha dichiarato il voto contrario del gruppo Sel alle due mozioni presentate dai consiglieri della minoranza ed ha respinto al mittente «le accuse arrivate dai banchi dell’opposizione insieme con la richiesta di dimissioni rivolta all’assessore Raffaele Paci».

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta ha dichiarato voto favorevole ed ha evidenziato che il dispositivo della mozione n.157 esplicita le volontà espresse anche dall’assessore Luigi Arru nel corso del suo intervento di replica in ordine agli stanziamenti per le borse di specializzazione dei medici e all’intervento presso il ministero.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha dichiarato il voto a favore ed ha definito il dibattito “surreale”. «La maggioranza ammette  che il problema esiste – ha spiegato il consigliere della minoranza – e che gli assessori hanno sbagliato ma poi il capogruppo del Pd, Pietro Cocco mette in riga il malpancisti e assistiamo a capriole e a scuse risibili per giustificare cambi di rotta e di voto».

Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione la mozione n. 157 (Oppi e più) che non è stata approvata con 19 voti a favore e 29 contrari.

Il presidente Ganau ha quindi comunicato la decadenza (per effetto della mancata approvazione della mozione 157) dei punti 1 e 2 della mozione n. 158 (Truzzu e più) ed ha ricordato che la “censura” in essa contenuta va votata per appello nominale.

Paolo Truzzu (FdI), primo firmatario della mozione n. 158, ha quindi annunciato il ritiro del documento di censura all’assessore Paci.

Il consigliere, Augusto Cherchi (Pds-Soberania e Indipendentzia), ottenuta la parola per un intervento sull’ordine dei lavori ha ricordato la ricorrenza della “Battaglia si Sanluri” per riaffermare i valori della libertà e il diritto all’autodeterminazione del popolo sardo.

Il presidente del Consiglio ha quindi annunciato la convocazione della Quinta commissione per domani alle 10 ed il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha dichiarato l’’indisponibilità dei consiglieri del suo gruppo a concedere deroghe sui tempi di convocazione delle commissioni e dell’Aula, mentre il consigliere di “Area popolare sarda”, Giorgio Oppi, ha invitato il Consiglio a procedere con la commemorazione del già presidente della Regione, Giovannino Del Rio, scomparso di recente.

Il presidente Gianfranco Ganau ha dichiarato conclusi i lavori ed ha annunciato che il Consiglio sarà convocato al domicilio.

Ieri pomeriggio la sala conferenze della Grande Miniera di Serbariu ha ospitato un incontro organizzato da Sinistra Ecologia Libertà sulla riforma scolastica regionale “Iscol@”. Hanno partecipato l’assessore regionale della Pubblica istruzione, Claudia Firino; il consigliere regionale e coordinatore regionale di Sinistra Ecologia Libertà, Luca Pizzuto; il sindaco di Carbonia e presidente del Consiglio delle Autonomie locali, Giuseppe Casti; la dirigente scolastica Ada Pinna; e ancora sindaci, amministratori, operatori della scuola e tanti cittadini.

Il progetto mira a combattere la dispersione scolastica e migliorare l’apprendimento, con il metodo della programmazione unitaria, una vera e propria integrazione di fondi, ognuno con la sua destinazione. Grazie alle ingenti risorse della programmazione unitaria, Iscol@ parte da un’idea di rinnovamento della scuola che pone al centro i soggetti dell’istruzione: alunni e docenti. Ai primi sono rivolte le azioni che mirano al recupero e all’aumento delle competenze, a ridurre la dispersione, a garantire l’inclusione scolastica in tutte le sue sfaccettature, a risolvere le criticità legate al trasporto, a introdurre in maniera massiccia gli strumenti dell’innovazione tecnologica, dagli hardware alle Lim, dai contenuti digitali agli strumenti del coding. Doppia linea per il sostegno ai ragazzi con difficoltà attraverso nuovi insegnanti per il recupero delle competenze di base, anche in orario curricolare, e attraverso gli psicologi, per restituire motivazioni e orientamento. Scuole aperte per laboratori su materie extracurricolari al pomeriggio, a partire dalla capacità progettuale delle Autonomie scolastiche, affinché tornino ad essere presidi delle comunità e punto di riferimento per le famiglie. Per i docenti sono previste attività di aggiornamento e formazione, anche per colmare il gap tra studenti e docenti sulla digitalizzazione.

«Affrontiamo una situazione di emergenza, siamo ai vertici delle classifiche della dispersione scolastica – ha affermato in sede di approvazione e ribadito ieri l’assessore Claudia Firino -. Proponiamo dunque un progetto che ha l’ambizione di essere organico e di sistema, che ruota intorno alle pari opportunità nell’istruzione, che copre le criticità della scuola e potenzia le capacità di studenti e docenti, valorizzando i talenti. Abbiamo lavorato a lungo in dialogo con il mondo della scuola. Dispersione, difficoltà e disuguaglianza sono i problemi da aggredire. Lo facciamo mettendo molte risorse, chiamando nuovi insegnanti, aggiornando la didattica al modo digitale, aprendo le scuole anche nel pomeriggio e prevedendo supporto psicologico, pedagogico, educativo, familiare con interventi personalizzati e costruiti su esigenze specifiche.»

La Giunta regionale ha avviato una fase di confronto con gli amministratori locali e gli addetti ai lavori, docenti e studenti, in tutti i territori e l’incontro di eiri rientra in questo programma di lavoro. L’incontro è stato molto partecipato, come emerge dalle fotografie allegate.

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Luca Pizzuto A1

Liberi di amare, liberi di essere: Sel Sardegna presenta il progetto di legge regionale contro le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere e istituzione del registro regionale delle unioni civili.

Il 16 giugno scorso, presso la sala stampa del Consiglio regionale, i consiglieri regionali e i parlamentari sardi di Sinistra Ecologia Libertà, hanno presentato il loro progetto di legge contro le discriminazioni sessuali e l’istituzione del Registro regionale delle Unioni civili e hanno invitato alla condivisione della proposta tutti i consiglieri della coalizione di governo, che hanno già da subito manifestato interesse all’adesione.

«Si tratta – afferma il coordinatore regionale Luca Pizzuto – di un altro passo per la costruzione di un cambiamento culturale, improntato ai valori dell’amore, della solidarietà e della condivisione di valori universali. Abbiamo costruito questo progetto di legge con la partecipazione dal basso e ascoltando la voce delle associazioni, al fine di cogliere appieno le esigenze dei destinatari”.

Alla conferenza stampa era presente anche il presidente dell’Arc Cagliari Carlo Dejana, che ha detto: «Questo progetto di legge viene incontro alle rivendicazioni politiche portate avanti dal coordinamento regionale #SardegnaPride».

Giovedì pomeriggio la sala conferenze della Grande Miniera di Serbariu ospiterà un incontro sulla riforma scolastica regionale “Tutti a Iscol@”. Parteciperanno il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru; l’assessore regionale della Pubblica istruzione, Claudia Firino; il consigliere regionale e coordinatore regionale di Sinistra Ecologia Libertà, Luca Pizzuto. L’inizio è fissato alle 17.30.

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Il Consiglio regionale questa mattina a approvato tre mozioni (n. 35 – Anedda e più – su Equitalia; n. 143 – Dedoni e più – sul dimensionamento della rete scolastica regionale; n. 86 – Comandini e più – sul sovraffollamento delle carceri) e la proposta di legge sul numero degli assessori nelle giunte comunali.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del vice presidente Eugenio Lai. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la mozione  n. 35 (Anedda e più) “Sulla stabilizzazione delle imprese e la tutela dei lavoratori”. Il presidente ha quindi dato la parola al primo firmatario della mozione, il consigliere Fabrizio Anedda (Sinistra sarda).

Anedda ha ricordato in apertura che le gravi difficoltà di accesso al credito hanno creato enormi problemi al mondo delle aziende sarde con ricadute negative sull’occupazione mentre la ripresa economica, di cui si avvertono alcuni segnali a livello nazionale, non riguarda ancora la Sardegna ed il suo tessuto produttivo. «La crisi – ha sostenuto Anedda – ha determinato anche la crescita esponenziale del numero di aziende indebitate con il fisco, con il debito corrente che si sovrappone a quelli pregressi provocando un drammatico effetto a catena con la perdita della cosiddetta regolarità che, a sua volta, comporta l’impossibilità di riscuotere i crediti presso la pubblica amministrazione e partecipare alle gare pubbliche». «Un circolo vizioso – ha aggiunto il consigliere – che appesantisce ulteriormente il carico fiscale fino a raddoppiare o triplicare il debito originale; nello stesso tempo Equitalia concentra la sua attenzione su una certa tipologia di contribuenti deboli, trascurando i grandi evasori, spesso per irregolarità formali di lieve entità da cui partono procedure che riguardano beni mobili ed immobili dell’impresa, che sotto questa pressione rischia di uscire definitivamente dal mercato». Lo scopo della mozione dunque, ha precisato l’esponente di Sinistra sarda, «è quello di far intervenire la Regione per arrivare ad una rateizzazione dei debiti delle aziende fino a 120 mesi usufruendo inoltre di un ulteriore credito per fare fronte alle emergenze fiscali, ed una moratoria di 3 anni da cui si può entrare od uscire a seconda delle necessità». «Con questi interventi – ha osservato Anedda – moltissime aziende potrebbero scongiurare il rischio della chiusura; occorrono però anche misure di sistema, a partire dallo snellimento e dalla semplificazione di procedure e controlli ed occorre soprattutto dare vita all’agenzia sarda delle entrate».

L’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, a nome della Giunta, ha affermato che il tema trattato dalla mozione «è di enorme rilevanza e merita la massima attenzione del Consiglio, che peraltro più volte è intervenuto sull’argomento». Nel merito e pur riconoscendo la validità delle critiche espresse nei confronti di Equitalia, Paci ha ricordato che «la Regione non ha possibilità di intervento diretto però può sicuramente impegnarsi per favorire l’adozione di misure più adeguate alla situazione del sistema economico regionale, con un orientamento più favorevole alle imprese soprattutto in questo momento di crisi, perché il fallimento di una azienda, in definitiva, è un danno per lo stesso erario». «La Regione – ha precisato Paci – sta già intervenendo sui crediti erariali propri con dilazioni fino a 17 anni, revisioni dei piani di ammortamento e sospensione dei pagamenti fino ad un massimo di 18 mesi, anche se il volume complessivo di questi crediti è ben poca cosa rispetto alla massa totale». Nello stesso tempo, ha comunicato l’assessore della Programmazione, «si sta lavorando in collaborazione con l’Agenzia entrate, Equitalia, l’Abi e la Sfirs per mettere a punto interventi di sistema cominciando dalla ristrutturazione del debito da breve a medio e lungo termine, provvedimento che formalmente spetta gli istituti di credito ma a questo risultato, ad esempio, si può arrivare anche attraverso i Confidi con legge approvata ieri e la stessa Sfirs come operatore di mercato con un fondo di circa 5 milioni». Spero che queste azioni si concretizzino a breve scadenza – ha aggiunto l’assessore – fermo restando che sul piano generale resta il tema della semplificazione su cui stiamo lavorando nonostante non sia un compito facile; fra poco sarà completato un Disegno di legge della Giunta che ha lo scopo di liberare le imprese dal fardello eccessivo di una fittissima rete di controlli e prima dell’estate arriverà il Consiglio un altro Disegno di legge con cui viene istituita l’Agenzia sarda delle entrate, nel quadro della revisione complessiva della politica fiscale, di accertamento e di riscossione diretta anche di compartecipazioni erariali, in quest’ultimo caso attraverso un accordo con lo Stato disciplinato da specifiche norme di attuazione».

In sede di replica il consigliere Anedda ha ringraziando l’assessore Paci sottolineando che gli interventi annunciati vanno nella giusta direzione e ribadendo che «il tema centrale da affrontare è quello di liberare l’impresa dal peso dei debiti correnti e pregressi».

Per dichiarazione di voto il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalia ha ricordato la presentazione di una interrogazione del suo gruppo e sottolineando le convergenze di merito ha chiesto di aggiungere alla mozione le firme dei consiglieri di Forza Italia.

Il consigliere del Cd Roberto Desini ha comunicato l’adesione del suo gruppo mettendo l’accento sulla proposta del suo gruppo in materia di Agenzia regionale delle entrate, «per superare l’approccio punitivo nei confronti delle imprese ed introdurre un sistema di valutazione caso per caso».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi ha anch’egli condiviso i contenuti della mozione lamentando però che «di imprese si parla purtroppo troppo poco in Consiglio, ci vorrebbe una intera sessione di lavori dedicata ai problemi delle imprese».

Anche il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha aderito alla mozione con le firme del suo gruppo, definendo «convincente» la risposta dell’assessore.

Il consigliere Emilio Usula (Soberania-Indipendentzia) ha annunciato la sottoscrizione della mozione come «segnale forte di attenzione al mondo delle imprese».

Il consigliere di Sardegna Vera Michele Azara ha annunciato l’adesione del suo gruppo.

Il consigliere Augusto Cherchi (Soberania-Indipendentzia), intervenendo a sostegno della mozione, ha messo l’accento sull’importanza dei «tempi brevi» annunciato dall’assessore per la costituzione dell’Agenzia sarda delle entrate.

Il capogruppo di Area popolare sarda Gianluigi Rubiu ha comunicato la sua adesione ribadendo necessità di «stringere i tempi» per la costituzione dell’Agenzia sarda di riscossione.

Il capogruppo del Pds’Az Angelo Carta, pur non chiedendo di aggiungere alla mozione le firme del suo gruppo, ha affermando di condividere la mozione, annunciando il voto favorevole.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha apprezzato il lavoro svolto dai presentatori della mozione, dichiarando il pieno sostegno del gruppo all’iniziativa.

Non essendoci altri iscritti a parlare, il vice presidente ha messo in votazione la mozione, che il Consiglio ha approvato all’unanimità, con 54 voti. 

Subito dopo l’approvazione della mozione, il presidente del Consiglio Ganau, tornato sul banco della presidenza, ha aperto la discussione sulla proposta di legge n. 229 “Numero degli assessori comunali. Modifiche alla legge regionale n. 4 del 2012 (Norme in materia di Enti Locali)”, portata all’attenzione dell’Aula attraverso la procedura d’urgenza prevista dall’art. 102 del Regolamento.

Roberto Desini, capogruppo del Centro Democratico e primo firmatario del documento, si è rimesso al testo che introduce modifiche alla normativa vigente permettendo un arrotondamento all’unità superiore nel calcolo del numero degli assessori comunali che, in ogni caso, non potrà superare un quarto del numero dei consiglieri. La modifica alla norma consentirà di portare da 3 a 4 il numero degli assessori nei comuni fino a tremila abitanti.

Non essendoci iscritti a parlare, il presidente Gianfranco Ganau, acquisito il parere favorevole della Giunta, ha messo in votazione il passaggio agli articoli che ha ottenuto il via libera dall’Aula. Si è poi passati all’esame dei singoli articoli che sono stati approvati in rapida successione. Il testo finale della legge è stato approvato con 45 voti a favore e 2 contrari.

L’Aula è poi passata all’esame della mozione n. 143 (Dedoni e più) e di alcune interpellanze sul dimensionamento della rete scolastica regionale (Arbau e più – Dedoni e più).

Il primo firmatario della mozione n 143 Attilio Dedoni /(Riformatori) ha chiesto chiarezza sull’azione della Giunta nei confronti dello Stato. «La normativa è di difficile interpretazione – ha sottolineato l’esponente della minoranza – ciò che considero disarmante è l’atteggiamento debole della Giunta nei confronti del Governo nazionale».

Secondo Dedoni, con l’approvazione del Piano di dimensionamento scolastico non si sono difese le prerogative della Regione in materia di istruzione. «A qualcuno sfugge che nella finanziaria del 2009 erano stati inseriti due commi che rimarcavano la piena autonomia della Regione sulla scuola. La Sardegna ha una sua peculiarità: l’orografia non consente un agevole sistema di trasporti, non siamo in pianura Padana o in Emilia Romagna dove i paesi sono contigui e si possono organizzare assetti scolastici diversi».

Il capogruppo dei Riformatori ha poi ricordato che nel 2009 la finanziaria della Regione venne impugnata dal Governo davanti alla Corte Costituzionale ma la Consulta diede ragione alla Sardegna respingendo il ricorso. «Quella sentenza riconobbe l’autonomia dell’Isola. Il dirigente scolastico regionale risponde all’assessorato, non può essere un dirigente a dettare la linea delle politiche scolastiche». Dedoni ha infine invitato l’Aula a tenere sempre presenti gli interessi della Sardegna: «Se non facciamo questo – ha concluso – saremmo sempre succubi».

E’ quindi intervenuto Efisio Arbau, capogruppo di Sardegna Vera e primo firmatario dell’interpellanza sul dimensionamento scolastico. «L’iniziativa è dello scorso luglio – ha precisato Arbau – proponeva un approccio metodologico diverso: arrivare a un piano di dimensionamento scolastico uscendo dal seminato della burocrazie. L’obiettivo era quello di avviare una serie di conferenze territoriali per dare un ruolo da protagonista alle comunità locali».

Arbau ha quindi invitato tutti i colleghi ad uscire dalla polemica del momento e a provare a programmare. «E’ vero che il Governo non si comporta bene e l’Unione Europea è lontana – ha rimarcato l’esponente della maggioranza – ma il dato fondamentale è che noi non siamo organizzati: non c’è ancora una riforma degli Enti locali e sulla scuola siamo all’anno zero».

Secondo Arbau, la programmazione deve partire dal territorio: «Questo approccio ci viene suggerito dal “Piano Barca”. Trasporti, istruzione sanità sono i tre argomenti su cui fondare un nuovo modello di sviluppo locale. Serve una nuova legge sulla scuola, altrimenti si perde tempo».

Arbau ha quindi affrontato nello specifico i contenuti del Piano di dimensionamento scolastico varato dalla Giunta regionale: «Abbiamo perso un’occasione – ha sottolineato il capogruppo di Sardegna Vera – i comuni potevano essere messi nelle condizioni di programmare. Abbiamo deciso dall’alto e abbiamo prodotto un vulnus nei territori e diversi ricorsi al Tar. I comuni trattati male li avremo contro anche nella prossima programmazione».

Il presidente Ganau ha quindi aperto la discussione generale dando la parola al presidente della Commissione Cultura Gavino Manca (Pd).

«Siamo in una fase particolare e gestiamo un tema in base a una legge vecchia di trent’anni – ha rimarcato Manca – nella riscrittura della legge 31, il Consiglio regionale deve essere chiamato a partecipare al percorso. La norma deve essere chiarita. Il parere delle Commissioni sul Piano di dimensionamento scolastico deve essere vincolante».

Manca ha poi difeso l’operato del Governo nazionale: «Gli standard europei dicono che siamo un paese arretrato, Renzi cerca di porvi rimedio, non vedo disattenzione da parte del Governo nazionale, né di quello regionale».

Luca Pizzuto (Sel) ha espresso forti perplessità sul contenuto della mozione. «Avete avuto a che fare con i dimensionamenti scolastici, avete un rappresentante i commissione cultura della Camera e potevate sollevare la questione – ha detto Pizzuto rivolgendosi al collega Dedoni – la battaglia invece è stata fatta dal nostro assessore. Il Governo ha riconosciuto la nostra diversità, sappiamo che il dimensionamento non è una cosa facile, ma non accettiamo che si accusi  un assessore di aver leso l’integrità del Consiglio regionale».

Pizzuto ha poi rivendicato i risultati conseguiti dalla Giunta regionale: «Sono stati messi in campo strumenti per garantire il servizio allo studio: libri di testo gratuito, raddoppio borse di studio per gli universitari e per gli studenti delle scuole medie superiori, bus per consentire i collegamenti nei paesi che hanno subito il dimensionamento. Il progetto per la scuola è innovativo, mira a costruire un sistema scolastico dal basso». 

L’assessore della Pubblica Istruzione, Claudia Firino, ha riconosciuto, in apertura del suo intervento dai banchi della Giunta, l’importanza di una discussione sul tema della scuola ed ha auspicato che il confronto e il dibattito possano, in futuro, riguardare l’intera questione scuola piuttosto che limitarsi all’importante problema del dimensionamento scolastico. «Un atto complesso e difficile – ha detto la Firino – dove la Regione si trova a mediare tra i provvedimenti nazionali, le norme regionali e le esigenze di diversi territori dell’Isola». «A tale complessità – ha spiegato l’assessore – si è aggiunta, quest’anno, l’assenza delle Province che, per le note questioni legate alle soppressione degli enti intermedi, non hanno potuto esercitare le utili funzioni di interazione con i territori. Siamo andati noi nei territori ed abbiamo anche assunto le decisioni che ci competono ad iniziare da quelle tendenti all’eliminazione delle cosiddette pluriclassi che non rappresentano, come è noto, la nostra modalità preferita di scuola». L’assessore ha quindi ricordato le iniziative assunte per sopperire ai disagi creati nelle comunità ad incominciare dallo stanziamento di 8 milioni di euro per garantire il trasporto degli studenti. «Fondi – ha precisato la delegata dell’istruzione della Giunta Pigliaru – che non sono stati sottratti all’agricoltura, perché sono fondi non spesi e che sarebbero andati perduti se non impegnati entro l’anno in corso».

Claudia Firino ha quindi ribadito il positivo ruolo del Consiglio regionale con la formulazione del parere della competente commissione sul piano di dimensionamento scolastico ed ha assicurato una partecipazione attiva anche in vista della predisposizione del piano di dimensionamento per il prossimo anno. L’assessore ha anche assunto l’impegno a porre in essere iniziative utili a rafforzare il confronto con i territori ed ha annunciato l’approvazione di una delibera nella quale è inserita la previsione che il piano di dimensionamento scolastico sarà discusso in termini di programmazione negoziata. «Un processo dunque codificato – ha proseguito la Firino – che garantisce partecipazione ed ascolto delle comunità».

La responsabile dell’istruzione ha quindi ricordato la recente sentenza della Corte costituzionale che, tra le altre, conferma la piena tutela della continuità didattica («ci teniamo particolarmente anche noi a prescindere dal pronunciamento dell’Alta corte») e fa riferimento all’ accordo Stato-Regione che – così ha dichiarato la Firino è fermo dal 2012 -. Lavoriamo perché le nostre peculiarità siano salvaguardate e affermate», ha proseguito l’assessore, che ha evidenziato i benefici del programma “Iscol@” («è anche un’azione di supplenza della Regione verso ciò che il governo non fa per la scuola della nostra isola») ed ha sottolineato che il piano di dimensionamento scolastico non solo «non tocca un solo docente» ma anzi «gli accorpamenti non riducono l’organico, garantiscono la continuità didattica ed un surplus di servizi come il  tempo pieno e il tempo prolungato».

Ulteriori precisazioni sono state inoltre fornite sul tema dell’offerta scolastica («saranno inseriti non meno non meno di 400 insegnanti precari nei piani di potenziamento della nostra offerta scolastica») anche per ribadire l’esercizio di spazi di “autonomia” da parte della Regione: «Abbiamo potenziato l’offerta didattica nonostante il ministero avesse chiesto di non attivare nuovi corsi». L’assessore ha quindi concluso il suo intervento con ulteriori rassicurazioni in ordine alla condivisione e alla partecipazione per la definizione del piano di dimensionamento scolastico per il prossimo anno.

Nell’intervento di replica, il presentatore della mozione, Attilio Dedoni (Riformatori), si è detto “parzialmente soddisfatto” delle precisazioni offerte dall’assessore della Pubblica Istruzione, ed ha evidenziato con forza la necessità di procedere in tempi rapidi con l’approvazione di una nuova legge sulla scuola sarda. «Serve un alto di qualità da parte di tutti – ha concluso il capogruppo della minoranza – ed è tempo di riscrivere insieme le norme sulla scuola e la formazione professionale».

Dopo la rinuncia all’intervento da parte del capogruppo di “Sardegna Vera”, Efisio Arbau, il presidente del Consiglio, Ganau, ha concesso la parola per dichiarazione di voto al consigliere del Pd, Gavino Manca. Il presidente della Seconda commissione ha invitato l’intero Consiglio e la Giunta a considerare il governo Renzi «come un governo amico della Sardegna» anche sul tema della scuola. L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato, a titolo di esempio, gli stanziamenti riservati all’Isola per la scuola: «45 milioni di euro trasferiti alla nostra Regione contro i 12 milioni stanziati alla Toscana». «Dicendoci le verità – ha concluso Gavino Manca – possiamo costruire un percorso insieme per migliorare la scuola nell’interesse di tutti i sardi».

Non essendoci altri consiglieri iscritti a parlare, il presidente del Consiglio ha posto in votazione la mozione n. 143 (Dedoni e più) che non è stata approvata con 30 no e 23 voti favorevoli.

Successivamente, il Consiglio ha iniziato l’esame della mozione n.86 (Comandini e più) “Sul sovraffollamento delle carceri italiane. Obbligo dello Stato italiano di conformarsi alla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo del giorno 8 gennaio 2013” ed il presidente ha dato la parola al primo firmatario, il consigliere del Pd Piero Comandini, per la sua illustrazione.

Piero Comandini ha ricordato sia la condanna dell’Italia da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo di Starsburgo che alcuni passaggi dell’intervento dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sul sovraffollamento delle carceri, «che non può considerarsi un problema circoscritto all’interno delle mura carcerarie ma riguarda tutta la società, gli operatori, la polizia penitenziaria, le famiglie, le persone, i valori fondamentali sanciti della nostra Costituzione». «In Sardegna – ha proseguito Comandini – la situazione è ancora critica, perché al sovraffollamento si somma la mancanza di operatori sociali ed il sottodimensionamento degli organici della polizia penitenziaria, un contesto generale molto grave che determina numerosi atti di autolesionismo, di violenza e di suicidi, denunciati recentemente dal sindacato Sappe che ha lanciato un nuovo allarme sugli istituti dell’Isola al ministro della Giustizia Orlando. La carceri sarde non sono solo sovraffollate, sono anche quelle dove i detenuti non hanno opportunità di lavoro e dove, ad Alghero è stata chiusa l’unica scuola in Italia che consentiva ai reclusi di conseguire il diploma alberghiero; oggi in Sardegna ci sono 1950 detenuti, dato in aumento, solo 1.800 agenti di polizia penitenziaria, dato in diminuzione, ma soprattutto sono ii arrivo 200 detenuti sottoposti al regime del 41bis, un quarto di quelli del territorio nazionale». «Sono dati allarmanti – ha concluso il consigliere del Pd – che richiedono alcuni interventi urgenti: la possibilità di rientro in Sardegna per quanti operano fuori, la diversificazione dello spessore criminale detenuti, il contrasto alle strategie del Dap sull’ulteriore incremento dei detenuti del 41bis e l’avvio di programmi in grado di ripristinare nelle carceri sarde condizioni di vivibilità coinvolgendo le istituzioni interessate come università e scuole per sviluppare misure alternative all’altezza di un Paese civile e democratico».

La consigliera Annaaaria Busia, del Centro democratico, ha lamentato la particolare gravità della situazione della Sardegna dal punto di vista sociale ed umano, oltre che finanziario, perché «il piano carcere dei precedenti governi ha portato ad una concentrazione abnorme di detenuti nelle carceri sarde che, fra poco saranno riempite oltre misura, cominciando dai detenuti del 41 bis che arriveranno in Sardegna da tutte gli istituti di pena del Nord, dopo la ribellione di quelle Regioni che ha imposto alle istituzioni la modifica del 41bis e l’avvio dei trasferimenti di massa». «C’è molta indifferenza della politica che non ha compreso le conseguenze di questi processi – ha affermato ancora la Busia – dall’intasamento dei tribunali di sorveglianza alla sanità regionale alla difficoltà nei rapporti dei detenuti con le loro famiglie mentre, per quanto riguarda la polizia penitenziaria, va applicato il protocollo d’intesa siglato a suo tempo della Giunta Soru con il ministero della Giustizia per favorire la cosiddetta territorialità della pena, senza allentare la vigilanza suoi nuovi trasferimenti di detenuti in regime di 41bis ed anzi promuovendo sia le pene alternative che l’utilizzo delle colonie penali sarde perfettamente funzionanti».

Il consigliere Roberto Desini (Centro democratico) ha definito la mozione «attualissima» come dimostrano i numeri e ricordando le sue visite nell’ex carcere sassarese di San Sebastiano dove si sono realizzate molteplici attività a sostegno della condizione dei detenuti, ha sollecitato «un approccio diverso con il mondo carcerario, superando ostilità e pregiudizi, anche perché in carcere non ci sono solo i reclusi ma moltissimi lavoratori che vivono un pesante stato di disagio». «Purtroppo – ha lamentato – il piano del Governo di trasformare l’Isola in un grande penitenziario va avanti nella sottovalutazione della politica regionale, fatto che provocherà ripercussioni negative sul tessuto sociale per cui vanno prese precauzioni straordinarie; la mozione aiuta perciò ad una riflessione complessiva sul problema senza dimenticare l’aspetto umano e la necessità di un reinserimento sociale, per cui sosterremo la mozione anche con le nostre firme».

Il consigliere Luca Pizzuto (Sel) ha richiamato in apertura i valori costituzionali secondo i quali l’esecuzione della pena deve essere ispirata da principi di civiltà con l’obiettivo di rieducare i detenuti, «il contrario di quanto avviene in l’Italia dove si buttano in carcere migliaia di persone e poi tutti se ne disinteressano». «Il nostro compito – ha affermato – è invece quello di riflettere a fondo sulla funzione rieducativa del carcere che rappresenta un valore assoluto per tutta la comunità e la Regione, in particolare, deve potersi occupare dei detenuti in una ottica di rieducazione e con l’attenzione alle condizioni sociali che possono aver determinato alcuni comportamenti criminali; questo è il sistema migliore per ridurre sia la criminalità che le recidive».

L’assessore degli Affari generali Gianmario Demuro ha sottolineato la centralità del tema per la democrazia Italia e per l’Italia nei confronti dell’Europa, «perché siamo uno Stato di diritto e, partendo da questa riflessione la Regione deve poter fare la sua parte, almeno sotto tre principali profili: sollecitare provvedimenti di clemenza pur essendo la materia di competenza parlamentare, negoziare con lo Stato interventi sulle strutture per ridurre il sovraffollamento e verificare costantemente la situazione istituti di pena sardi». «Un’Aula che si occupa dei diritti fondamentali della persona – ha concluso Demuro – torna alle sue migliori origini».

In sede di replica, il consigliere Piero Comandini (Pd) ha ringraziato gli intervenuti e la Giunta, ribadendo che «la politica regionale non può essere distratta, cominciando dalla preoccupazione per i detenuti in regime di 41bis che potrebbero essere concentrati in Sardegna con i rischi correlati denunciati dalla magistratura sarda, e dal problema degli della polizia penitenziaria e dalla necessità di cambiare norme vecchissime che impediscono al personale della polizia di lavorare nell’Isola».

Per dichiarazione di voto, la consigliera Annamaria Busia ha ringraziato l’assessore Demuro per i richiami alla Costituzione ribadendo che «il sovraffollamento delle carceri sarde è determinato dall’anomala presenza dei 41 bis che non erano previsti al momento della costruzione dei nuovi istituti; è accaduto in realtà che parte fondi dei sono stati spostati proprio per la realizzazione delle sezioni speciali ridimensionando gli spazi per i detenuti comuni, a questa scelta ci dobbiamo ribellare».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione la mozione n.86 che il Consiglio ha approvato all’unanimità, con 45 voti favorevoli. Alla ripresa dei lavori il presidente Ganau ha messo in discussione la proposta di legge n.33 (Dedoni e più) “Norme sui controlli delle merci in ingresso in Sardegna”.

Attilio Dedoni (Riformatori sardi), primo firmatario del documento, ha evidenziato la necessità di procedere a ulteriori verifiche e approfondimenti chiedendo di riportare in Commissione la proposta di legge.

Il presidente Ganau ha quindi messo ai voti la richiesta di rinvio in Commissione della proposta di legge  n.33 che ha ottenuto il via libera dall’Assemblea.

Il presidente ha dichiarato chiusa le seduta. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.