20 April, 2024
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Nuova lettera aperta dei pazienti del Comitato Spontaneo Volontario “No alla chiusura della Chirurgia Plastica – Centro Ustioni dell’Ospedale G. Brotzu di Cagliari” all’assessore della Sanità Luigi Arru.

Di seguito, il testo integrale.

Gentile Dott. Arru,

siamo i pazienti del Comitato Spontaneo Volontario “No alla chiusura della Chirurgia Plastica e Centro Ustioni dell’Ospedale G. Brotzu di Cagliari”: il gruppo si è costituito un anno fa, quando abbiamo capito che ci avrebbero scippato del Reparto in cui eravamo assistiti per le nostre patologie. Ed ancora non comprendiamo le ragioni della chiusura di una struttura che funzionava perfettamente e dove noi, malati oncologici ed ustionati, venivamo accompagnati verso la guarigione.

Oggi facciamo i conti con una grave carenza assistenziale e con le prevedibili criticità che questo “trasferimento”, da Lei disposto con una delibera del luglio 2017, ha provocato. Tutti sappiamo che non si è attuato alcun trasferimento della Struttura Complessa di Chirurgia Plastica e Centro Ustioni dell’AO Brotzu al Policlinico di Monserrato: al Policlinico è stato trasferito il Primariato – per attribuire l’incarico di Direttore ad un professore universitario che gode della fiducia del Rettore – e questo è l’unico “contenuto” della Sua decisione. Ma, in danno di noi pazienti, è stata dispersa la professionalità e la casistica del Reparto del Brotzu. Insomma, è stato cancellato il luogo dove doveva essere costituzionalmente garantito il nostro diritto alla salute… Lei non ha voluto ascoltare le nostre preoccupazioni, ignorando anche la richiesta di un incontro che abbiamo formulato tempo fa. Rimaniamo, quindi, perplessi alla notizia che Lei sta girovagando la Sardegna al fine di rassicurare altri pazienti che “i piccoli ospedali sono salvi” e non verranno chiusi, nonostante la loro previsione nella Riorganizzazione della Rete ospedaliera sarda sia in contrasto con i contenuti prescrittivi del DM n.70/2015. Lei difende la Riforma strenuamente nei confronti del ministro della Sanità, sottolineando che le peculiarità geografiche della nostra Regione giustificherebbero, ex art. 3 del medesimo DM, le incoerenze rilevate dagli “Uffici Governativi” e rese note con la ormai nota lettera inviataLe da Roma il 7 settembre 2018.

Lei dice di operare “nel rispetto delle norme” e dando credito alle sue parole è incomprensibile che abbia disposto il trasferimento della Struttura Complessa della Chirurgia Plastica e Centro Ustioni dell’AO Brotzu, perché non è affatto previsto tra le pagine dell’atto consiliare approvato il 25 ottobre 2017 e pubblicato sul B.U.R.A.S..

Come Lei ben sa, nella citata Riforma si è stabilito che gli 11 (undici) posti-letto relativi all’offerta specialistica della Chirurgia Plastica per il Sud Sardegna, devono essere attribuiti nella loro totalità all’AO Brotzu, Presidio di II Livello, D.E.A. di II Livello e HUB. Non soltanto, dunque, non si riscontra alcun riferimento al trasferimento ma non vi sono neanche i presupposti ex lege per l’operatività di tale struttura complessa fuori dalle mura dell’Azienda Brotzu. Tanto meno, può essere attivata al Policlinico di Monserrato, D.E.A. di I Livello, dove il DM n.70/2015 non prevede alcuna offerta specialistica della Chirurgia Plastica. Quindi, perché decidere questo trasferimento che ha cancellato un Reparto di rilevanza regionale ed è in palese violazione del DM n. 70/2015? Lei dice che, applicando la Riforma, verranno garantiti i L.E.A. ma come assicurarli ai pazienti Ustionati dopo aver deciso anche la soppressione dell’accorpato Centro Ustioni, l’unico per il Sud Sardegna? D’altronde, la nuova struttura del Policlinico, che non avrà un Centro Ustioni, non è stata ancora organizzata – quindi non vanta una casistica – ed addirittura non si riesce neppure a completarne la pianta organica. Le medesime Direzioni Aziendali AO Brotzu – AOU hanno attuato il trasferimento, omettendo clamorosamente qualunque riferimento alla Riforma e violandone i principi normativi.   

Il nuovo reparto al Policlinico nascerà sotto i peggiori auspici, tra le macerie fumanti della Struttura di Chirurgia Plastica dell’Azienda Brotzu che anche Lei ha contribuito a distruggere. Noi sospettiamo che al ministero della Salute non siano informati di questo trasferimento – chiusura… Perché Lei, dott. Arru, non avrebbe potuto giustificare lo spostamento di 6 km della Struttura di Chirurgia Plastica – da Cagliari a Monserrato – invocando l’eccezione dei vincoli contemplati dall’art. 3 del DM n. 70/2015.

Restiamo in attesa di una Sua risposta.

I pazienti del Comitato Spontaneo Volontario “No alla chiusura della Chirurgia Plastica – Centro Ustioni dell’Ospedale G. Brotzu di Cagliari”

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Botta e risposta tra il vicepresidente del Consiglio regionale, Antonello Peru, e l’assessore della Sanità. Luigi Arru, sull’assistenza ai pazienti affetti da Sla a Sassari. 

«La sclerosi laterale amiotriofica è una patologia complessa che richiede un’assistenza dignitosa e continua ai pazienti, supportando così le famiglie nella gestione delle emergenze. In provincia di Sassari sono stati purtroppo ridotti i percorsi di assistenza, con la sforbiciata dei servizi domiciliari e il rischio di ricoveri ospedalieri inappropriati. Un quadro preoccupante per i malati, con un impatto devastante per i nuclei familiari», ha denunciato oggi il vicepresidente del Consiglio regionale Antonello Peru, che ha presentato un’interrogazione urgente all’assessore della Sanità Luigi Arru sull’insostenibile situazione vissuta dai pazienti colpiti da Sla. Una malattia che determina la progressiva perdita di autosufficienza, per cui si rivela importante la presenza nel team della figura, medica e infermieristica, che valuta i bisogni del paziente e si adopera per progettare un piano assistenziale che possa soddisfare un percorso di supporto.

«La criticità scaturisce dal fatto che l’Ats assicura sei ore di assistenza giornaliera, dalle 8.00 alle 14.00, mediante interventi domiciliari prestati dal personale medico del team e dall’ADI – ha aggiunto Antonello Peru -. Dopo le 14.00 il paziente è in balia del solo 118 con le famiglie che finiscono nella sindrome del tramonto. Un calvario che si traduce nell’ansia da abbandono. Una condizione drammatica per i pazienti e le famiglie che, per certe ore della giornata, restano senza l’assistenza continua, necessaria e fondamentale per questa patologia. Sarebbe necessario prevedere la reperibilità del già competente personale medico e infermieristico per tutta la giornata, senza sottrarre le risorse del budget dell’esternalizzata assistenza domiciliare integrata – ha concluso Antonello Peru –. Occorre scongiurare il trasporto in ospedale ed il possibile ricovero dei pazienti nei presidi sanitari, garantendo invece un’assistenza domiciliare con un percorso che consolidi il rapporto tra malati, famiglie e operatori sanitari assicurando un sostegno più adeguato per i pazienti.»

La risposta dell’assessore della Sanità Luigi Arru è arrivata subito dopo la diffusione della nota stampa dell’on. Antonello Peru.

«L’onorevole Peru non conosce il modello assistenziale delle persone affette da Sclerosi Laterale Amiotrofica in Sardegna – ha detto Luigi Arru -. Una volta fatta la diagnosi, nelle forme avanzate che richiedono assistenza respiratoria e nutrizionale specializzate, si inizia un percorso con i servizi di rianimazione. Una volta che il paziente è stabile e può essere dimesso, viene assistito a domicilio, sempre in collaborazione con i rianimatori. Grazie al progetto ‘Ritornare a Casa’, la Regione Sardegna mette a disposizione risorse finanziarie fino a 65mila euro per far sì che si possano avere garantiti tre collaboratori nelle 24 ore. Per favorire una proficua collaborazione tra i professionisti sanitari e i caregivers, è stato completato con l’assessorato del Lavoro il primo corso di qualificazione dei caregivers. Inoltre, nel rispetto delle disposizioni della Conferenza Stato-Regione, è stato attivato un percorso anche con ADI di III livello. Il servizio di ADI è in fase di riprogrammazione e potenziamento con la destinazione di risorse infermieristiche dedicate, che saranno a breve individuate. In questo modo – ha concluso l’assessore regionale della Sanità – sarà assicurato agli utenti un servizio migliore e più efficiente.»

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Dopo il rientro dalla commissione consiliare, la Giunta regionale ha approvato le linee guida proposte dall’assessore Luigi Arru che definiscono i requisiti specifici strutturali, organizzativi e di personale per le singole tipologie di strutture sociali, comprese le modalità per il rilascio dell’autorizzazione e dell’accreditamento.

Mira al potenziamento del Servizio Fitosanitario Regionale, la delibera proposta dall’assessore Pier Luigi Caria che con 327mila euro prevede l’acquisto dei beni, delle attrezzature e dei servizi necessari affinché le strutture del Laboratorio fitosanitario regionale possano lavorare in maniera adeguata. Oltre allo svolgimento delle analisi di laboratorio e dei monitoraggi fitosanitari, il provvedimento garantisce anche l’attivazione di contratti di lavoro con tecnici fitopatologi specialisti con comprovata esperienza diagnostica su organismi nocivi ai vegetali, quali virus, viroidi, fitoplasmi, batteri, funghi e nematodi specificamente dedicati ai programmi di monitoraggio cofinanziati dalla Commissione Europea “Pest survey 2019 e 2020”. Conferma inoltre la prosecuzione dell’attività di collaborazione in convenzione con il Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari per il monitoraggio di insetti vettori ed eventuali altri organismi nocivi.

Via libera dalla Giunta al progetto “Turismo e Vita in Marmilla”, firmato venerdì scorso a Turri dall’assessore Raffaele Paci: 23 milioni di euro (13 di nuova finanza e 10 per la valorizzazione di interventi già programmati) per rilanciare un territorio che punta a valorizzare ambiente e attrattori culturali, offrire più servizi a residenti e turisti, frenare lo spopolamento e garantire condizioni che permettano anche ai giovani di costruire la loro vita nella terra dove sono nati. Diciotto Comuni, facendo rete e superando ogni individualismo, hanno messo a punto un progetto, all’interno della programmazione territoriale della Regione, dal respiro e prospettiva molto ampi, con una serie di interventi che deve essere conclusa entro 36 mesi.

Nulla osta al “Rendiconto dell’esercizio 2017” dell’Agenzia Forestas. Dall’esame della gestione finanziaria 2017 emerge un fondo cassa finale di 40 milioni e 213 mila euro e un risultato di amministrazione positivo pari a 113 milioni e 265 mila, con un incremento del 10% rispetto all’esercizio precedente.

Approvata, su proposta dell’assessore Filippo Spanu, l’ipotesi di contratto per l’utilizzo delle risorse aggiuntive, pari a 750mila euro, per rendere più omogenea, tra amministrazione ed enti, la percentuale di dipendenti che potranno accedere alle progressioni professionali. Ulteriori risorse vengono destinate al completamento di tale processo attraverso una nuova fase di contrattazione.

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La Giunta regionale, su proposta dell’assessore delle Politiche sociali Luigi Arru, ha ripartito i fondi a favore delle Amministrazioni comunali che ospitano nel territorio di propria competenza famiglie appartenenti alle popolazioni nomadi, per le quali si rende necessario ed urgente avviare un programma d’intervento mirato alla loro inclusione sociale ed abitativa.

L’Esecutivo Pigliaru ha deciso di programmare 1 milione 561mila euro così distribuiti: 293mila al comune di Selargius (19 nuclei per 105 persone), 545mila al comune di Sassari (29 nuclei per 150 persone), 420mila al comune di Olbia (39 nuclei per 241 persone), 158mila al comune di Alghero (18 nuclei per 111 persone), 45mila al comune di San Gavino Monreale (6 nuclei per 34 persone) e 12mila euro al comune di Samassi (2 nuclei per un totale di 9 persone). Al comune di Porto Torres, che ospita 10 nuclei per un totale di 72 persone, è stata destinata complessivamente la somma di 288mila euro, 200mila dei quali già programmati nella delibera n. 39/22 del 31 luglio scorso; gli ulteriori 88mila euro saranno assegnati non appena disponibili le risorse del Fondo nazionale per le Politiche sociali del 2018. Il progetto del comune di Monserrato, ove sono presenti 10 nuclei che ospitano un totale di 33 persone, ha bisogno di ulteriori approfondimenti. 

«Questo provvedimento – sottolinea l’assessore Luigi Arru – si pone l’obiettivo di finanziare i progetti di qualità dei Comuni in modo da rendere autonomi i nomadi in maniera definitiva, facilitando la loro integrazione nel tessuto sociale che li ha accolti. In seguito alla ricognizione condotta dall’ANCI Sardegna, con la quale sono stati censiti i Comuni presso i quali sono presenti popolazioni nomadi, le Amministrazioni interessate hanno redatto una relazione dettagliata sullo stato dei campi nomadi e i relativi progetti che consentiranno di superare tutte le criticità rilevate. Parliamo di comunità composte da diverse etnie, con un gran numero di minori. Queste risorse consentiranno di far fronte al forte degrado ambientale che caratterizza i campi sosta e all’elevato rischio igienico-sanitario a cui sono quotidianamente esposti i loro abitanti e la popolazione che risiede in prossimità di quei luoghi, con casi di evidente marginalità e deprivazione di molte comunità. Dai progetti presentati dagli enti locali – conclude Luigi Arru – emerge una diversa prospettiva nelle modalità dell’integrazione, che prevede il pieno coinvolgimento delle famiglie interessate, il rispetto dell’identità collettiva, il sostegno alla studio, l’individuazione di contesti abitativi all’interno delle città e l’attivazione delle reti locali dei servizi.»

La protesta dei comitati per la “difesa della sanità pubblica” e degli ospedali di Ghilarza, La Maddalena, Ozieri, Tempio, Iglesias, Lanuesi, Isili, Muravera e Sorgono, dopo aver animato la manifestazione di piazza che ha attraversato via Roma a Cagliari, è sbarcata in tarda mattinata in Consiglio regionale, sul tavolo della conferenza dei capigruppo che, guidata dal presidente Gianfranco Ganau, ed alla presenza dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, ha ascoltato la rabbia e gli appelli dei piccoli centri della Sardegna che reclamano il diritto alle cure ed alla salute. «Basta tagli alla Sanità e stop ai disagi ed alla cancellazione dei servizi nei piccoli centri dell’Isola», è stato il motivo ricorrente dei diversi interventi che si sono succeduti e che hanno rappresentato, con toni a tratti crudi e ruvidi, le difficoltà e le penalizzazioni cui vanno incontro le comunità sarde per effetto delle novità introdotte con la istituzione della Asl unica e per effetto delle riforme che hanno riguardato la rete ospedaliera ed il servizio dell’emergenza- urgenza. Carenze negli organici («mancano medici, infermieri, personale sanitario e amministrativo») e nelle forniture («non ci sono medicinali, garze, siringhe e persino le sacche per la diuresi sono di infima qualità») insieme con incongruenza gestionali («ad Iglesias per un semplice tamponamento si interviene con l’elisoccorso») e organizzative («chiudono i laboratori, tante sale operatorie non sono a norma mentre si continuano a trasferire reparti sena alcuna logica»): sono state queste le lamentazioni “spicciole” dei portavoce dei comitati che sul piano prettamente politico hanno affermato un giudizio tranciante sull’operato dell’assessore Arru («sta distruggendo la sanità sarda e insieme con il direttore dell’Ats continua a smantellare i presidi del sistema sanitario in tutti i territori dell’Isola»). Claudia Zuncheddu (Rete sarda a difesa della sanità pubblica) e Monia Piano (Comitato Cagliari) si sono concentrate sulle strutture del capoluogo ed in particolare “sul disastroso stato in cui versa l’ospedale Civile” e sulle incertezze che riguardano il futuro dell’ospedale Marino, del Santissima Trinità, dell’Oncologico e del Binaghi («sono stati mortificati persino i servizi per la sclerosi multipla»). «Dal Brotzu al Policlinico – ha dichiarato Piano – si è assistito al trasferimento dei primariati e non dei servizi, come è avvenuto per quelli rivolti alle grandi ustioni che possono essere trattate però solo a Sassari». «Alla Maddalena non ci si può ammalare e non si può nascere», ha incalzato Emanuela Cauli a nome del comitato che occupa il Paolo Merlo e che ha accusato senza mezzi termini l’assessore Arru di essere stato smentito, dal direttore generale dell’Ats nel corso della recente visita sull’isola dell’arcipelago, a proposito del mantenimento di strutture e reparti («nel frattempo ci è stato tolto anche il pediatra e non sono garantite neppure le visite agli anziani»). «I medici – ha incalzato Marco Fenudi (Ozieri) – non vogliono più venire a lavorare nei piccoli centri della Sardegna perché sanno che hanno il futuro segnato». «Così la gente non si sente più sicura nei nostri paesi – hanno incalzato i rappresentanti di Lanusei (Carla Lai), e Muravera (Lidia Todde) – e si alimentata di disastroso fenomeno dello spopolamento mentre gli hub sanitari di Cagliari e Sassari sono già al collasso». «Nell’arco di vent’anni – ha aggiunto Adriano Urru (Sorgono) – nel Mandrolisai si sono persi diecimila residenti e nel nostro ospedale non c’è neppure più un ortopedico mentre un pezzo delle sale operatorie è già stato spostato all’ospedale di Nuoro». «Rivisitare la rete chirurgica regionale è la necessità urgente – ha dichiarato Luigi Pisci (Isili) – perché contraddice il piano di riordino della rete ospedaliera e la paventata cessazione del servizio chirurgico nei piccoli ospedali preannuncia lo smantellamento, nei fatti, delle strutture sanitarie nei nostri territori». «Ad Iglesias avevamo tre ospedali – ha spiegato Rita Melis – ed oggi siamo ridotti ad avere dei semplici ambulatori che di altisonante hanno solo i nomi in “inglese”». L’otorino e il punto nascita sono invece la preoccupazione di Nicola Luciano che reclama “un futuro” per l’ospedale di Tempio e “più attenzione per la Gallura”. La presa di distanze del capogruppo Upc, Pierfranco Zanchetta («i consiglieri regionali fanno le leggi ed hanno approvato il piano di riordino della rete ospedaliera ma spetta ad altri applicarla e garantirne la piena e corretta attuazione») ha preceduto la replica, a tratti stizzita, dell’assessore Luigi Arru che, così come aveva fatto in occasione dell’incontro con il comitato per l’ospedale di Ghilarza, ha difeso le riforme sanitarie della legislatura ed ha escluso “la chiusura degli ospedali nei piccoli centri dell’Isola”. «Abbiamo attivato processi straordinari – ha affermato Arru – che hanno bisogno di tempo per dispiegare i loro effetti positivi ma pretendo lealtà e rispetto anche nelle critiche». «Non corrisponde al vero – ha proseguito l’assessore – che si vogliano ridurre i servizi, che le scelte siano di tipo ragionieristico ed all’insegna della riduzione dei costi, che si voglia fare una vera e propria macelleria sociale, la verità è che stiamo facendo quello che in dieci anni in questa Regione non si è avuto il coraggio di fare per migliorare la sanità sarda e garantire l’efficacia delle cure a tutti i sardi». «Basta allarmismo – ha tuonato Arru – e chi mi vuole criticare lo faccia con i fatti e non con i sentito dire perché noi procediamo con la stabilizzazione del personale, con gli investimenti, con i concorsi, lavoriamo cioè per creare centri di alta specialità che da decenni sono stati invece sacrificati in nome dell’iper-frammentarietà dei servizi e delle strutture sanitarie». L’animato scambio di vedute è stato riportato a sintesi con l’intervento del presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, che ha escluso la chiusura degli ospedali nei piccoli centri ed ha ribadito la difesa del piano di riordino della rete ospedaliera, proprio nell’ottica della tutela di tutti i presidi sanitari e di tutti i territori della Sardegna. «Gli atti aziendali dell’Ats – ha puntualizzato Ganau – adottati in difformità dalle previsioni del piano di riordino della rete ospedaliera dovranno essere aggiornati alla luce di quanto stabilito nel documento approvato dall’assemblea sarda». Il presidente del Consiglio regionale ha quindi rassicurato i comitati sulla stabilizzazione e il reclutamento del personale sanitario («ma la carenza degli anestesisti è un problema nazionale legato all’accesso alla professione») ed anche sulle modifiche da apportare in sede di Giunta alla rete chirurgica («ho notizia che si sia già provveduto ad adeguarla»).

Stiamo costruendo un sistema sanitario più efficiente e integrato con un’organizzazione più razionale in grado di contenere gli sprechi senza pregiudicare i servizi. Sono venuto a La Maddalena per ascoltare i cittadini e fornire rassicurazioni sull’ospedale “Paolo Merlo” che resta in vita per continuare a svolgere il suo ruolo di presidio sanitario fondamentale nel territorio”. Lo ha detto l’assessore della Sanità Luigi Arru che oggi, insieme al direttore generale dell’Ats Fulvio Moirano e alla responsabile dell’area socio-sanitaria dell’Assl di Olbia Antonella Virdis, ha incontrato i cittadini che hanno creato un presidio davanti alla struttura assistenziale. Erano presenti il consigliere regionale Pier Franco Zanchetta e il sindaco Luca Montella. “Non c’è alcuna volontà di ridimensionare l’ospedale né di danneggiare i pazienti eliminando parti essenziali”, ha precisato l’esponente della Giunta. Luigi Arru ha spiegato che molti importanti servizi saranno presto operativi a partire dalle terapie chemioterapiche per i pochi pazienti che per motivi di sicurezza sino a oggi si sono recati a Olbia. Rassicurazioni anche sul servizio di dialisi che continuerà ad essere assicurato e sulla pediatria per la quale sono allo studio le migliori soluzioni per la copertura delle ore notturne. Inoltre, a breve, sarà aperto il nuovo laboratorio di chirurgia per le prestazioni ambulatoriali. “La vera criticità – ha sottolineato l’assessore – è legata al punto nascita per il quale a livello nazionale sono previsti criteri molto rigidi. Noi presenteremo la richiesta di deroga per tutti i punti nascita in Sardegna sotto i 500 parti: La Maddalena, Tempio, Lanusei e Alghero. Discuteremo con il Ministero della Salute ma la scelta è tecnica ed è affidata al Comitato nazionale Percorso Nascita. Abbiamo comunque previsto un percorso di garanzia a favore delle neo mamme per le quali esistono particolari forme di aiuto e assistenza a La Maddalena”. L’assessore, al termine della mattinata, ha incontrato medici e personale infermieristico in servizio all’ospedale “Paolo Merlo” per un’ulteriore verifica della situazione.

La Giunta regionale, riunita nella sala Lussu di Villa Devoto con il presidente Francesco Pigliaru, ha definito il nuovo assetto organizzativo dell’Ufficio speciale dell’Autorità di gestione del programma ENI CBC Bacino del Mediterraneo 2014-2020. La struttura organizzativa individuata ha un’articolazione semplificata rispetto a quella predisposta per il precedente ciclo di programmazione, con la conseguente riduzione del numero dei Servizi da tre a due unità.

La gestione del programma ENPI CBC 2014-2020, affidata alla Regione Sardegna, è nella fase di chiusura: lo scorso 30 luglio l’Autorità di Gestione ha trasmesso la prima parte del Rapporto finale di attuazione del programma alla Commissione Europea, una volta approvato dal Comitato di Monitoraggio Congiunto; il 21 settembre è stata invece trasmessa la parte finanziaria del Rapporto, approvata dello stesso Comitato. Con questo programma ministeri, amministrazioni pubbliche, università, organizzazioni della società civile e imprese possono presentare progetti di cooperazione e affrontare insieme alcune questioni centrali nell’area mediterranea, dallo sviluppo socio-economico all’adattamento ai cambiamenti climatici. La Giunta ha inoltre aggiornato il Piano straordinario 2018-2019 per il contrasto e l’eradicazione della peste suina africana.
Su proposta dell’assessore Edoardo Balzarini, la Giunta ha deliberato di destinare 1,3 milioni di euro di risorse FSC 2014-2020 – Patto per lo sviluppo della Sardegna, alla realizzazione da parte di ENAS di un intervento per il potenziamento e l’efficientamento della minicentrale idroelettrica di Simbirizzi.

Via libera alle direttive di attuazione delle “disposizioni in materia di pesca nelle acque interne” contenute nell’articolo 3 della legge regionale 20. La delibera è stata proposta dall’assessore Pier Luigi Caria.

Approvate, con parere favorevole della Consulta regionale per l’emigrazione, due delibere dell’assessora Virginia Mura che modificano rispettivamente il Piano annuale 2018 e il Piano triennale 2018/2020 per l’Emigrazione. La prima dispone una riassegnazione all’esercizio 2019 delle somme non ancora impegnate nell’anno in corso, allo scopo di assicurare la massima efficacia nella spesa degli stanziamenti in favore degli emigrati sardi: per la prossima annualità, ai progetti di promozione della cultura sarda vengono assegnati 150 mila euro. Uno stanziamento del medesimo importo va anche ai progetti di promozione turistica della Sardegna. La stessa delibera di modifica del piano annuale 2018 approva vari progetti, l’incremento del budget per alcuni progetti regionali già affidati, stanzia ulteriori somme in favore di una serie di Circoli dei Sardi in difficoltà o di nuova istituzione. La delibera sul Piano triennale per l’Emigrazione recepisce le variazioni stabilite in quella sul piano annuale 2018.

Come proposto dall’assessore Giuseppe Dessena, la Giunta ha approvato due misure nell’ambito delle azioni di sostegno per il diritto allo studio: 5 milioni di euro per libri di testo gratuiti o semigratuiti destinati e borse di studio. Due milioni e 200mila euro sono destinati alle borse di studio per gli studenti delle scuole pubbliche secondarie di primo e secondo grado, le cui famiglie presentano un Isee non superiore a 14mila 650euro. Le risorse saranno erogate ai Comuni di residenza degli studenti. Per la fornitura gratuita o semigratuita di libri per gli studenti che frequentano nell’anno scolastico 2018/2019, nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, sono state stanziate risorse per 3 milioni 829mila euro.

La Giunts ha recepito l’accordo sancito nel 2011 in sede di Conferenza Stato-Regioni relativo alle ‘Linee guida per l’accreditamento delle Banche di sangue da cordone ombelicale’, presentato alla Giunta dall’assessore Luigi Arru. Il documento stabilisce i criteri e i requisiti sulla base dei quali sono stati regolamentati i percorsi di accreditamento istituzionale necessari per promuovere un processo continuo di qualità e di sicurezza nello svolgimento delle attività della Banca del sangue cordonale dell’Ospedale Binaghi di Cagliari e dei punti nascita collegati. È stata deliberata la conformità del provvedimento di modifica dell’Atto aziendale dell’AOBrotzu, rispetto agli indirizzi emanati in precedenza dalla Giunta sulle denominazioni attribuite ad alcune strutture complesse. Si tratta di: Cardiologia con Unità di Terapia Intensiva Cardiologica e SC Urologia, Chirurgia Robotica e del Trapianto Renale. Mariangela Pistis è stata infine nominata revisore dei conti dell’’Istituto dei ciechi della Sardegna Maurizio Falqui’.

Da oggi sono 25, uno in più di quelli iniziali, i Comuni che fanno parte dell’area vasta di Ottana. Su richiesta del Gruppo di coordinamento territoriale, che ha proposto alla Regione la perimetrazione della zona destinataria degli interventi anticrisi messi a punto dalla Giunta, anche Sedilo farà parte dell’area (che comprende già Austis, Birori, Bolotana, Borore, Dualchi, Gavoi, Lei, Lodine, Macomer, Mamoiada, Noragugume, Ollollai, Olzai, Oniferi, Orani, Orotelli, Ottana, Ovodda, Sarule, Silanus, Sindia, Teti, Tiana). Gli interventi della Giunta, presentati sul territorio dall’assessore Raffaele Paci che coordina l’Unità per Ottana, prevedono sull’area vasta politiche attive per i lavoratori e bandi mirati per le piccole e medie imprese del territorio, mentre nell’area del consorzio industriale (Ottana, Bolotana, Noragugume) infrastrutture e attrazione di grandi investimenti. Il piano per Ottana muove complessivamente oltre 16 milioni di euro. Sempre su proposta dell’assessore Paci è stato approvato, dopo il passaggio in Cabina di Regia, il progetto Pro Te, chiuso e finanziato all’interno della Programmazione territoriale con 14 milioni di euro (10 di nuova finanza). Il progetto è stato presentato dalle Unioni dei Comuni Villanova-Meilogu, firmato venerdì scorso a Bonorva. Nulla osta, infine, alla determinazione con cui il direttore generale di Sardegna Ricerche destina 4 milioni di euro, rimodulando l’avanzo di amministrazione 2017, a interventi di recupero e valorizzazione della Manifattura Tabacchi di Cagliari.

Investimenti per la bonifica dall’amianto nell’isola dell’Asinara, con quasi 130mila euro, che si aggiungono ai 526mila già programmati in precedenza per lo stesso fine, e interventi urgenti di manutenzione straordinaria sul patrimonio immobiliare, sulle infrastrutture e sugli spazi di uso collettivo nel borgo di Cala d’Oliva per ulteriori 800mila euro. Sono gli interventi previsti dalla Giunta, su proposta dell’assessora Donatella Spano, con la stessa delibera con cui si approva il Rendiconto della gestione per l’esercizio 2016 e 2017 dell’Agenzia delle Coste.

Non saranno sottoposti all’ulteriore procedura di VIA, a condizione del rispetto delle prescrizione fornite, i progetti relativi a: opere di ripristino morfologico della Terza Spiaggia in comune di Golfo Aranci; autorizzazione all’apertura di una cava per la coltivazione di materiali lapidei in località Paulis del comune di Ittiri; realizzazione di un insediamento produttivo destinato a centro di messa in sicurezza e autodemolizione di veicoli fuori uso; rottamazione e recupero materiali metallici nell’area PIP lotto n. 16b del comune di Ottana; progetto di un impianto di valorizzazione SOA per la produzione di bioliquido energetico nel comune di Villacidro.

In risposta alla richiesta del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, è stata approvata la nomina di Salvatore Pinna – già funzionario dell’assessorato – a componente con funzioni di vice presidente in seno alla Sezione regionale dell’Albo nazionale gestori ambientali.

Infine, ancora su proposta dell’assessora Donatella Spano, è stato deciso che la competenza alla gestione e manutenzione della rete radio interoperabile dalla Direzione generale del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, passa alla Direzione generale della Protezione Civile – Servizio di previsione dei sistemi informativi infrastrutture e reti, che deve garantire il sistema integrato per le comunicazioni in occasione di operazioni a salvaguardia della vita umana.

La conferenza dei capigruppo del Consiglio regionale, guidata dal presidente del Consiglio Gianfranco Ganau ed alla presenza dell’’assessore della Sanità Luigi Arru, ha ricevuto questa mattina una rappresentanza del Comitato di cittadini che si batte per la difesa dell’ospedale “Delogu” di Ghilarza. Alessandro Defrassu, sindaco della cittadina del Guilcer, ha rappresentato le preoccupazioni dell’intero territorio per la paventata riduzione dei servizi e delle strutture ed ha auspicato una efficace attuazione del programma di riordino della rete ospedaliera, così come approvato dal Consiglio regionale.

A nome del comitato che, in soli dieci giorni ha raccolto oltre undicimila firme per la salvaguardia del presidio sanitario e che minaccia la restituzione dei certificati elettorali, sono intervenuti Raffaele Manca e Gabriella Pinna. In sintesi, le specifiche richieste avanzate dai cittadini riguardano: garanzie sull’efficacia dell’istituendo centro di emergenza territoriale (Cet) in sostituzione del pronto soccorso, nonché la risoluzione delle problematiche inerenti le carenze nell’organico che obbligano, i medici impiegati a Ghilarza ed in particolare i chirurghi, a coprire turni in pronto soccorso e nel vicino ospedale di Oristano.

«Il tutto – hanno spiegato Manca e Pinna – a discapito dei servizi offerti nella struttura del Delogu che nel volgere di un breve periodo ha visto smantellato anche il sistema di prestazioni in day surgery (chirurgia di giorno) nonostante abbia rappresentato, per anni, un corretto modello organizzativo e gestionale per l’intero servizio sanitario isolano».

L’assessore della Sanità, dal canto suo, ha escluso intenti penalizzanti per le strutture ospedaliere dei piccoli centri («non c’è alcuna volontà di dismettere l’ospedale di Ghilarza») ed ha difeso le riforme che – a suo giudizio – hanno caratterizzato in positivo il suo mandato alla guida della sanità isolana: la costituzione della centrale unica di acquisto, l’istituzione della cosiddetta Asl unica (Ats), il progetto di riordino della rete ospedaliera, l’attivazione del servizio di elisoccorso. «Dobbiamo abbandonare vecchi concetti e visioni obsolete – ha insistito l’assessore – e comprendere che attraversiamo un momento di profonde riforme, così come affermo che per Ghilarza, piuttosto che insistere nella difesa di venti posti letto di medicina, sarebbe più utile individuare, nell’abito di un’organizzazione di rete ed alla luce dell’invecchiamento della popolazione, una specifica funzione rappresentata dalla creazione di una struttura destinata alle cure dei problemi legati alla demenza».

I consiglieri regionali, Pietro Cocco (Pd), Augusto Cherchi (Pds), Giorgio Oppi (Udc), Oscar Cherchi (Fi) e Attilio Dedoni (Riformatori), seppur con differenti sottolineature critiche, hanno difeso l’ospedale di Ghilarza e chiesto, a salvaguardia delle strutture sanitarie operanti nei piccoli centri dell’isola, l’applicazione del piano di riordino della rete ospedaliera, lamentando nel contempo, il mancato rispetto delle disposizioni in essa contenute da parte del direttore generale dell’Ats.

A conclusione dell’incontro, il presidente del Consiglio ha sintetizzato i comuni impegni delle forze politiche rappresentante nell’assemblea sarda: difesa delle deroghe al noto D.M. 70 esplicitate all’interno del piano di riordino della rete ospedaliera; attivazione puntuale delle previsioni del piano di riordino della rete ospedaliera; nessuna chiusura del pronto soccorso dell’ospedale di Ghilarza senza la contestuale attivazione del centro di emergenza territoriale dell’Areus, procedere con le stabilizzazioni al fine di limitare le carenze di organico nel sistema della sanità sarda e ridurre così i disagi, soprattutto negli ospedali dei piccoli centri.

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L’assessore regionale della Sanità Luigi Arru ha replicato con un post pubblicato su Facebook, al consigliere regionale di Forza Italia Edoardo Tocco, sulla soppressione da lunedì dei posti letto destinati ai pazienti nel Centro Sclerosi Multipla del presidio ospedaliero Binaghi di Cagliari.

«La notizia della chiusura dei posti letto del Centro Sclerosi Multipla Ospedale Binaghi è destituita da ogni fondamento – ha scritto Luigi Arru -. Oramai è un’abitudine consolidata quella di sollevare polemiche, spaventare i pazienti. Il Centro Regionale Sclerosi Multipla, rimane al Binaghi, avrà i posti letto in day-hospital come ho dichiarato in Consiglio regionale. L’ospedale oltre all’Assistenza e Ricerca Sclerosi Multipla potrebbe diventare un centro per la diagnosi e cura di altre malattie cosiddette autoimmuni. Stiamo seguendo le indicazioni pubblicate dalla Società di Neurologia (vedi sotto), che ha indicato le caratteristiche dei centri per Sclerosi Multipla di I e II livello. E già attivo un protocollo d’intesa con l’Azienda Ospedaliera Universitaria Monserrato per ricoveri ordinari ed urgenze, e approveremo come Giunta, la delibera per il percorso di diagnosi e cura regionale (PDTA) preparato in collaborazione con AISM in cui si proporrà una rete di servizi, alla luce del lavoro che è stato fatto per documentare la residenza dei pazienti.»

«La polemica politica non può scadere con la diffusione di notizie non vere, che alla fine – ha concluso l’assessore regionale della Sanità -, danneggiano i pazienti e screditano le istituzioni.»

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Lunedì 22 ottobre, dalle ore 9.15, nell’Aula Magna dell’Università di Sassari, si terrà una giornata di studio e analisi dedicata alla variegata galassia del comparto suinicolo sardo dal titolo “PigDay 3.0”. L’importante appuntamento è organizzato dal Corso di Scienze Agro-Zootecniche, e vedrà la partecipazione di numerosi relatori tra rappresentanti dell’Ateneo, mondo della ricerca, della politica regionale, di associazioni di categoria agricola e della trasformazione. Per la Giunta Pigliaru sono previsti i contributi degli assessori della Sanità, Luigi Arru, dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, dell’Ambiente, Donatella Spano. Sarà inoltre presente il presidente della Commissione Attività produttive del Consiglio regionale, Luigi Lotto.

I lavori si apriranno con i saluti del Rettore, Massimo Carpinelli, del direttore del Dipartimento di Agraria, Antonello Pazzona, e del preside del Corso di laurea in Scienza Agro-Zootecniche, Nicolò Macciotta. Sarà poi la volta di Giuseppe Pulina (Dipartimento di Agraria e Amministratore unico dell’Agenzia Forestas) e di Gianni Battacone, sempre del Dipartimento di Agraria, studioso ed esperto del comparto suinicolo.

Sul versante delle imprese interverrà Davide Calderone (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi) che affronterà il tema della domanda e del consumo della carne di maiale.

Faranno invece il punto sul piano sanitario i veterinari del Servizio sanità animale dell’ATS, Daniela Marongiu e Sergio Masala, a cui seguirà l’analisi del direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico della Sardegna (IZS), Alberto Laddomada. Toccherà invece ad Alessandro De Martini, direttore generale della presidenza della Regione e responsabile dell’Unità di Progetto per l’eradicazione della Peste suina africana in Sardegna, illustrare i risultati raggiunti nella lotta alla PSA.

All’organizzazione dell’appuntamento hanno inoltre contribuito: l’Agenzia Forestas, l’ATS, l’IZS, l’Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi e la Animal New Tech srl.