19 April, 2024
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Luigi Arru 1

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, ha approvato il Piano regionale di Prevenzione (Prp). Sono previsti vntiquattro programmi per 6 milioni di euro di investimento nel 2015, 12 milioni per ogni anno nel triennio 2016-2018 (Fondo sanitario regionale).

«La Sardegna ha ora un piano di prevenzione coerente con il nuovo piano nazionale – dice l’assessore della Sanità – e adeguato alle specificità della nostra Regione.»

Il Piano regionale di Prevenzione (Prp) è il quadro strategico pluriennale delle politiche di promozione della salute e di prevenzione, adottato dalla Regione a seguito dell’intesa Stato-Regioni che, nell’approvare il Piano Nazionale di Prevenzione (Pnp) stabilisce che tutte le Regioni elaborino il proprio Piano, declinando le linee guida nazionali in progetti, programmi e metodologie sulla base delle esigenze del territorio.

«Il livello di partecipazione nella fase di pianificazione è stato altissimo – ha sottolineato l’assessore Arru – una equipe multidisciplinare composta da 9 gruppi di lavoro, con circa 150 persone impegnate tra operatori sanitari e socio sanitari appartenenti all’area della Prevenzione umana e veterinaria, dei servizi territoriali e ospedalieri. Ancora, rappresentanti degli assessorati dell’Ambiente, Agricoltura, Pubblica Istruzione e Sport, e agenzie ed Enti come la Polizia Stradale, l’Anci, l’Inail e altri che voglio ringraziare per il proficuo lavoro.»

I principi che guidano il Piano regionale di Prevenzione sono la trasversalità, l’intersettorialità, la sostenibilità, l’evidence based prevention (Ebp), l’equità e il contrasto delle diseguaglianze e la centralità delle persone all’interno delle comunità, la valutazione e il monitoraggio degli interventi oltre alla valutazione del rapporto costo/efficacia.

«Serve un importante cambiamento culturale e organizzativo – ha aggiuno l’assessore Arru – molte attività di prevenzione non sono competenza esclusiva e responsabilità del Dipartimento di prevenzione, ma sono distribuite in tutta l’Azienda sanitaria, con un approccio multidisciplinare e multiprofessionale alla prevenzione. Il contrasto della povertà e delle diseguaglianze rappresenta una delle priorità di intervento in quanto aumentano l’esposizione di rischio a malattie, e dunque alla mortalità.»
Tra i dieci macro obiettivi previsti dal Piano di Prevenzione, cinque sono novità del 2015: gli screening neonatali dei disturbi neurosensoriali, la promozione del benessere mentale nei bambini adolescenti e giovani, la prevenzione delle dipendenze, legata a progetti come “Una scuola in salute”, la riduzione alle esposizioni ambientali potenzialmente dannose e il rafforzamento delle attività di prevenzione in sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria. Gli altri cinque punti includono la riduzione delle morbosità, mortalità e disabilità per malattie croniche non trasmissibili (MCNT), la prevenzione degli incidenti stradali e domestici, infortuni e malattie professionali. E l’obiettivo di riduzione della frequenza di malattie infettive e infezioni.
Per ogni obiettivo sono previsti dei programmi significativi, tra i quali “Una scuola in salute”, “Passi d’argento” e “Sicurezza alimentare”, “Una comunità in salute”. Esiste inoltre un programma di sviluppo e potenziamento dei sistemi di sorveglianza e risposta alle emergenze infettive e di quelle trasmissibili tramite vettori animali. I programmi hanno degli obiettivi specifici, azioni da intraprendere, indicatori e valori attesi e un piano di monitoraggio e di valutazione dei risultati.

«Si stima che per ogni milione speso per la prevenzione ci sia un risparmio di tre milioni sul fronte delle cure – ha evidenziato l’Esponente della giunta Pigliaru – si tratta, dunque, di un investimento ad alto valore aggiunto per la nostra Regione.»
I dati elaborati dal gruppo di lavoro preposto mettono in evidenza numeri significativi. La prevalenza dei fumatori nella popolazione sarda è del 27,1%, il valore atteso per il 2018 è meno 5%. La percentuale baseline dei consumatori di alcol a rischio in Sardegna supera il dato nazionale: 19,3% contro il 16,7% nel resto dello Stivale. Il valore regionale atteso è una riduzione del 15%. La Sardegna è invece regione degna di nota per la quantità di frutta e verdura consumata: più di tre porzioni quotidiane per il 55,9% della popolazione, contro il 46,7% delle altre regioni. L’obiettivo è avere un aumento del 10%. Per ciò che concerne l’attività fisica di giovani e meno giovani si punta a un aumento del 30% e del 15% per gli ultrasessantacinquenni.
Il Piano di prevenzione prevede anche la ridefinizione dei percorsi di screening. L’obiettivo entro il 2018 è estendere al 100% l’indagine diagnostica del tumore della cervice uterina, del colon retto e della mammella, e l’uso esclusivo del test Hpv-Dna in tutte le Asl, l’estensione del programma di screening mammografico (+58%), e colorettale (+65%).
Attraverso accordi interistituzionali sarà avviato un programma di sorveglianza epidemiologica salute/ inquinanti ambientali, per realizzare uno studio di esposizione a contaminanti, ai quali determinate popolazioni sono esposte, e definire e adottare atti di indirizzo in tutto il territorio per la gestione coordinata di problematiche sanitarie attribuibili all’inquinamento ambientale.

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

Il consigliere regionale di Sel Eugenio Lai ha presentato un’interrogazione all’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, sulla situazione del distretto Sarcidano-Barbagia di Seulo e Trexenta, cui fanno capo ben 28 Comuni della Asl 8. Il distretto, sottolinea Lai, registra da troppo tempo gravi lacune del servizio sanitario che accentuano il disagio dei cittadini in un’area della Sardegna già fortemente svantaggiata, a bassa densità abitativa e con notevoli distanze medie fra i diversi Comuni. Con l’interrogazione, il consigliere regionale di Sinistra Ecologia Libertà sollecita «interventi immediati sia di carattere strutturale che puntuale». Al centro dell’intervento vi sono sia il presidio ospedaliero di Isili, «dove le evidenti carenze di organico, dai medici agli infermieri ai tecnici di laboratorio, impediscono di fatto il normale funzionamento della struttura» sia il poliambulatorio di Sadali «dove è addirittura impossibile stampare i referti degli esami», fino a quello di Orroli «dove il cattivo funzionamento della linea internet determina un ulteriore disservizio nelle prenotazioni».

«In questo distretto – aggiunge Eugenio Lai – siamo largamente al di sotto degli standard minimi non dico di efficienza ma di normale funzionalità e non è solo un problema di risorse; evidentemente fatica a farsi strada, anche a livello di sensibilità e consapevolezza, quella idea nuova di servizio pubblico sanitario che con la riforma abbiamo voluto affermare.»

«Se la riforma non parte dal basso, non viene percepita dai cittadini e soprattutto non riesce a raggiungere le zone più marginali della Regione – conclude il consigliere di Sel – rischiamo di partire con il piede sbagliato; per questo servono, a partire dal Sarcidano ma non solo, segnali immediati, forti e chiari di una inversione di tendenza.»

Su proposta dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, la Giunta regionale questa mattina ha deliberato l’annessione all’Azienda ospedaliera Universitaria di Sassari dell’ospedale Santissima Annunziata, oggi in capo alla Asl 1 di Sassari, e le incorporazioni al Brotzu di Cagliari del Microcitemico e del Businco, attualmente della Asl 8. Saranno i commissari delle Aziende sanitarie a predisporre entro il 30 giugno il Piano di incorporazione dei presidi ospedalieri.
«E’ un primo passo concreto e molto importante – ha detto l’assessore Arru – per l’attuazione della riforma sanitaria in Sardegna, approvata dal Consiglio regionale lo scorso novembre.»
«Con il processo di incorporazione vengono poste le condizioni che, con l’approvazione della rete ospedaliera, consentono di prevedere che ogni Asl sia costituita da un presidio unico ripartito in più stabilimenti. Si è reso necessario – ha aggiunto Arru – individuare questo percorso con la definizione di specifiche linee guida per l’incorporazione dei presidi ospedalieri, che i commissari sono chiamati ad attuare in tempi brevi.» 
I Piani dovranno essere redatti entro il prossimo 30 giugno ed essere conclusi entro il 31 dicembre 2015. Troveranno attuazione attraverso protocolli d’intesa tra le parti interessate. Vengono individuate le strutture organizzative che dovranno transitare dalle Asl alle Aou, con aggregazione delle strutture specialistiche omogenee, mantenendo continuità e coerenza con le scelte terapeutiche e assistenziali, garantendo che non vi sia interruzione nelle cure. Anche il personale dipendente a tempo determinato e indeterminato dovrà transitare da un’azienda sanitaria all’altra.
Ospedale Brotzu Cagliari2Ospedale BusincoOspedale Microcitemico copia

 

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Conclusa questa mattina la seduta del Consiglio regionale, riprendono domani mattina i lavori delle Commissioni permanenti.

La seduta della Quinta Commissione (Attività Produttive) inizialmente prevista per domani è stata anticipata a questo pomeriggio. Il parlamentino presieduto da Luigi Lotto (Pd) esaminerà il P/ 59 (modifica articolo 19 delle direttive di attuazione della legge regionale 14 settembre 1993, n. 40, “Interventi a favore dell’industria alberghiera”); il Testo Unico sull’apicoltura e il disegno di legge n. 102 (trasformazione in agenzia del Consorzio per l’assistenza alle piccole e medie imprese “Sardegna Ricerche”. La Commissione sarà inoltre chiamata ad esprimere un parere sul D.L. 218 (legge forestale della Sardegna). I lavori potrebbero proseguire anche domani mattina con il medesimo ordine del giorno.

Per domani (giovedì 18 giugno) sono state convocate due Commissioni. Si comincia alle 9.30, con la seduta della Sesta (Salute e politiche sociali) presieduta da Raimondo Perra (PSI). In programma l’audizione dell’Assessore della sanità Luigi Arru sul  P/58 “Istituzione della Consulta generale di cittadinanza e delle Consulte locali di cittadinanza” e sul P.L. 182 “Programma di riabilitazione protesica odontoiatrica in età geriatrica”. Qualora si rendesse necessario, è prevista la prosecuzione dei i lavori nel pomeriggio.

Alle 10.00 si riunirà, invece, la Quarta (Governo del territorio, ambiente, infrastrutture e mobilità) presieduta da Antonio Solinas (Pd).

All’ordine del giorno le audizioni dell’Anci e dei sindacati SUNIA, SICET, UNIAT, HABITAT Sardegna sul Disegno di legge di riforma dell’Agenzia AREA e sul P.L. 181 (Organizzazione dell’intervento regionale nel settore abitativo e modifiche alla legge regionale 8 agosto 2006, n. 12).

I lavori proseguiranno nel pomeriggio, alle 16.00, con le audizioni del commissario straordinario e del direttore generale di AREA.

Luigi Arru 2 copia

La Giunta regionale ha stanziato, dal bilancio regionale 2015, 15 milioni di euro a favore delle Aziende Sanitarie locali (Asl) per la copertura delle spese per il servizio di guardia medica. La somma verrà ripartita sulla base del numero dei punti di continuità assistenziale presenti nel territorio di ciascuna Asl. A Sassari spettano 2.283.000 euro, mentre alla Asl di Olbia 1.711.500 euro; per l’Azienda di Nuoro si è calcolata la cifra di 2.200.500 euro, per Lanusei 897.000 euro, all’Azienda locale di Oristano vanno 1.956.000 euro e a Sanluri 1.305.000 euro. La cifra destinata a Carbonia è di 1.630.500 euro mentre per la Asl 8 di Cagliari si calcolano 3.016.500 euro di copertura. La delibera stabilisce inoltre che il rinnovo del contratto di guardiania stipulato con le Asl non potrà essere rinnovato automaticamente.
Sempre su proposta dell’assessore Arru è stata approvata la delibera con la quale si dà il via libera alla rimodulazione di un intervento di ammodernamento tecnologico dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Cagliari, a valere sui Fondi Por- Fesr 2007-2013 Asse II. Con la somma di 3.188.727 euro del Por Fesr e 5.809.760 euro di risorse aggiuntive assegnate all’Autorità di gestione (alla linea di attività 2.2.2 a), si è previsto l’acquisto di apparecchiature sanitarie di alta tecnologia per l’Aou di Cagliari. Il commissario straordinario dell’Azienda ha chiesto che fosse rimodulata la cifra di un milione di euro, destinata a una Gamma Camera Total Body, per acquistare in sostituzione un aggiornamento tecnologico della risonanza magnetica (550mila euro), un telecomando digitale diretto per l’UOC di radiologia (260 mila euro) e un tubo radiogeno pensile digitale per il Pronto soccorso (190mila euro). La richiesta di rimodulazione è da inquadrarsi nell’ambito di un cambiamento profondo dell’Aou di Cagliari, impegnata nell’attività di trasferimento dell’attività clinico-assistenziale dal San Giovanni di Dio al Policlinico Universitario. Nel 2013 sono stati trasferiti i reparti di Ginecologia e Ostetricia, nel 2015 saranno trasferiti anche il Pronto soccorso, la Clinica cardiologica e il laboratorio di analisi e Otorinolaringoiatria.
Ventiquattro programmi per sei milioni di euro di investimento nel 2015, 12 milioni per ogni anno nel triennio 2016-2018. Sono questi i numeri del Piano regionale di Prevenzione (Prp) approvato su proposta del titolare della Sanità, Luigi Arru. Il Prp è il quadro strategico pluriennale delle politiche di promozione della salute e di prevenzione, adottato dalla Regione a seguito dell’intesa Stato-Regioni che, nell’approvare il Piano Nazionale di Prevenzione (Pnp) stabilisce che tutte le Regioni elaborino il proprio Piano, declinando le linee guida nazionali in progetti, programmi e metodologie sulla base delle esigenze del territorio. I dettagli del provvedimento saranno illustrati nei prossimi giorni nel corso di una conferenza stampa.

Palazzo della Regione 4 copia

La Giunta insieme alle Università di Cagliari e Sassari chiederà immediatamente al ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca di riaprire il bando chiuso lo scorso 21 maggio in modo da consentire il finanziamento da parte della Regione delle borse di specializzazione per i giovani laureati sardi. È stato deciso ieri nell’incontro fra gli assessori della Sanità Luigi Arru e della Programmazione e Bilancio Raffaele Paci e i rettori delle Università di Cagliari Maria Del Zompo e Sassari Massimo Carpinelli. Il milione di euro annunciato non può invece essere destinato alle borse di studio, come erroneamente valutato in un primo momento: verrà utilizzato dalle Università per accrescere le competenze dei giovani medici laureati in Sardegna in modo che possano essere in futuro più competitivi nei concorsi nazionali. In bilancio sono confermati i 6,9 milioni per il finanziamento delle borse di specializzazione già attivate.

La Giunta Pigliaru, nonostante la situazione di tagli al proprio bilancio e la netta riduzione delle proprie entrate dovuta alla crisi economica, ha sempre prestato grande attenzione al tema della formazione, nella forte convinzione che solo investendo sui giovani e sulla istruzione si crea sviluppo per il futuro, concetto alla base di tutto il Programma regionale di sviluppo. La programmazione unitaria sulla istruzione del 19 maggio scorso impegna 179 milioni per la scuola e 170 per l’università. Al sistema universitario regionale, dopo un costante confronto con i rettori, sono stati stanziati 60 milioni per l’edilizia universitaria, 20 per favorire la partecipazione degli studenti universitari (borse di studio, affitto casa), 14 per il programma Master & Back, 3 per la mobilità internazionale (Erasmus), 12 per l’ERSU, 6 per l’università diffusa, 22 per il fondo di finanziamento delle università di Cagliari e Sassari, 10 per l’alta formazione universitaria (dottorati, ricercatori a tempo determinato), 5 per la ricerca.

La dirigenza della Asl 7 cancella il vecchio sistema dell’ADI del Sulcis, nonostante abbia funzionato in modo egregio per ben 15 anni, e il servizio dell’Assistenza domiciliare va nel caos. Risultato: soltanto i pazienti cosiddetti ventilati, ovvero i cronici appartenenti al terzo livello di assistenza (27 in tutto il Sulcis) beneficiano della garanzia di sostegno h 24; per gli altri, primo e secondo livello, si va avanti alla giornata.

La vecchia struttura di assistenza domiciliare che ha sempre appagato pazienti e famigliari, si reggeva su un sistema garantito da 2 medici e 12 infermieri appartenenti al Distretto di Carbonia. Personale che, in base alla disponibilità di ciascuno, assicurava le proprie prestazioni mediche e infermieristiche raggiungendo quotidianamente tutti i pazienti del territorio del Sulcis (percorrendo anche trecento chilometri al giorno) che usufruiscono dell’Adi.

Ma questa tipologia di organizzazione evidentemente non risponde alle aspettative del Commissario Antonio Onnis e del Direttore Sanitario Silvio Maggetti che, non si sa per quale recondita ragione, hanno chiesto a medici e infermieri di rinunciare alla vecchia programmazione del lavoro per aderire tramite avviso pubblico a un sistema tutto nuovo. Il problema è che tale avviso non ha sortito gli effetti desiderati dalla dirigenza dell’Azienda Sanitaria e soltanto alcuni hanno partecipato al bando. Intanto, in attesa che il nuovo servizio prenda avvio (forse il primo luglio prossimo) con personale sicuramente preparato ma privo di esperienza, l’Adi del Sulcis, tra le eccellenze sanitarie del territorio, non funziona più come dovrebbe. Questo perché i due manager, in linea con la politica che da oltre un anno contraddistingue l’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru, pensano che l’Assistenza domiciliare integrata sia una torta da spartire come tutto il resto. E ancora una volta passano sopra la testa dei cittadini del Sulcis, alle prese con una sanità sempre più distante dalle loro esigenze.

Non è un caso, infatti, che i famigliari dei pazienti in più di un’occasione hanno manifestato contrarietà alla volontà della dirigenza di stravolgere un sistema che fino a oggi aveva funzionato alla perfezione. Famigliari che in caso di disservizi dovrebbero sentirsi autorizzati a rivolgersi alla Magistratura per vedere riconosciuto ai propri cari il diritto a un’assistenza dignitosa e puntuale.

Ciò che appare deprecabile è la totale assenza di ragioni legittime per giustificare la cancellazione di un sistema valido e, per una volta, rispondente alla domanda di sanità. Ma tant’è: Onnis e Maggetti preferiscono rinunciare alle esperienze di chi, pur tra tante difficoltà, aveva di fatto costruito un servizio su misura per le famiglie.

È bene che la Asl 7 ritorni sui suoi passi e ascolti le istanze dei famigliari degli assistiti, portavoce delle vittime incolpevoli di una dirigenza che non guarda in faccia a nessuno e pensa soltanto a smantellare i servizi sanitari con scelte sconsiderate.

Ignazio Locci

Consigliere regionale Forza Italia Sardegna

Centro direzionale ASL 7

Venerdì all’Exmà di Cagliari verrà inaugurata la mostra fotografica di Roberto Murgia dal titolo “Malattie senza dignità”. Da Cagliari parte così una campagna nazionale di comunicazione sociale tesa alla sensibilizzazione sulle problematiche legate alle malattie reumatiche, ancora oggi poco conosciute e che, contrariamente a ciò che si pensa, colpiscono la popolazione giovane molto più rispetto a quella di età avanzata.

Organizzata dal Collegio Reumatologi Ospedalieri Italiani, con l’allestimento curato dall’associazione culturale Puntila, l’esposizione presenta  50 scatti realizzati da Murgia (reumatologo e fondatore nel 2011 del gruppo internazionale FB Hipstamatic Sardinia) con tecnica fotografica non convenzionale, cioè utilizzando l’app esclusiva per iPhone Hipstamatic, fra le più premiate degli ultimi anni.

Attraverso sette sezioni (Sofferenza, Malinconia, Abbandono e poi Energia, Ottimismo, Fiducia e Senso di futuro) che ripercorrono idealmente le diverse fasi emozionali con cui il paziente vive la malattia reumatica, il visitatore viene preso per mano verso la conoscenza del vissuto delle persone affette da queste patologie, fatto spesso di sofferenza, isolamento, incomprensione e mancato riconoscimento. Quasi fossero malattie “senza dignità”.

Quella di Cagliari (che si affianca al convegno “Real Life Rheumatologists”, organizzato per venerdì dal Croi sempre negli spazi di via San Lucifero 71) è la prima tappa di un percorso che vedrà la mostra viaggiare in diverse città italiane in occasione dei convegni di sensibilizzazione sulla malattia reumatica organizzati dal Croi per gli anni 2015 e 2016.

Un’anteprima dell’esposizione (che ospita anche alcuni contributi dei co-fondatori di Hipstamatic Sardinia, Maria Columbu e Simone Muresu e degli hipstafotografi Nicola Casamassima, Adelino Marques e Roberto Ursino) è stata presentata la scorsa settimana a Roma, nella biblioteca del Senato della Repubblica in occasione dell’inaugurazione dell’EULAR, il congresso europeo della reumatologia.

“Malattie senza dignità” non è solo una mostra, ma anche un libro, edito da Auxiliatrix, che in 108 pagine raccoglie gli scatti di Murgia accompagnati da brevissimi testi curati dal presidente del Croi, Stefano Stisi.

Una pubblicazione il cui ricavato della vendita sarà destinato dal Croi all’acquisto di attrezzature diagnostiche e per sostenere ore di specialistica di reumatologia presso quelle ASL ed ospedali che – con un preciso progetto a favore dei malati reumatici – ne faranno richiesta.

Il libro e la mostra itinerante sono gli elementi attraverso cui raccontare tante storie per dare più dignità alla reumatologia, ai reumatologi, ai malati reumatici.

All’inaugurazione di venerdì, oltre all’autore delle foto, interverranno: Stefano Stisi (Presidente nazionale Croi), Luigi Arru (Assessore regionale alla Sanità), Raimondo Perra (Presidente commissione Sanità Regione Sardegna), Luigi Minerba (Assessore Politiche Sociali e della Salute comune di Cagliari), Ivo Picciau (Presidente Asmar) e Raimondo Ibba (Presidente Ordine dei medici della Provincia di Cagliari).

L’esposizione sarà visitabile sino al 5 luglio, tutti i giorni (escluso il lunedì), con orario continuato dalle 10.00 alle 20.00.

1-fiducia

1-futuro 1-sofferenza 2-energia 4-ottimismo 13-malinconia 16-abbandono

I controlli di sorveglianza sierologica effettuati nel territorio dalla Commissione europea certificano che in Sardegna non è più circolante il sierotipo 4 della Bluetongue. La Regione ha immediatamente recepito la direttiva europea, consentendo la rapida commercializzazione dei capi bovini e ovini. «Questo significa – ha detto l’assessore della Sanità, Luigi Arru – che non è più necessario effettuare il test virologico che ne escluda la presenza sui capi destinati all’esportazione, e ciò consente di facilitarne la movimentazione in tutto il resto d’Italia».
I risultati degli esami sul territorio hanno evidenziato come in Sardegna negli anni 2013 e 2014 abbia circolato esclusivamente il sierotipo 1, e attualmente si sta procedendo solo a questo tipo di vaccinazione.
I capi potranno essere movimentati dalla Sardegna verso il restante territorio nazionale, a condizione che siano vaccinati nei confronti del sierotipo 1. Inoltre, vi deve essere assenza di circolazione virale, anche solo sospetta, nei trenta giorni precedenti la movimentazione, in una azienda situata nel raggio di 4 chilometri. È richiesto il nulla osta del Servizio veterinario di destinazione almeno 48 ore prima della partenza. I mezzi di trasporto con i quali viaggerà l’animale devono essere trattati con sostanze antiparassitarie.

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«In poco meno di un anno ci siamo attivati per realizzare il registro regionale dei tumori ed abbiamo raggiunto risultati significativi, rispetto a un progetto che era rimasto fermo da anni». Lo ha detto l’assessore della Sanità Luigi Arru che ha spiegato che «esistono già il registro tumori di Sassari e quello di Nuoro che hanno operato molto bene, tanto che i dati sono stati pubblicati in riviste nazionali. Ciò che dobbiamo realizzare, e che non si è fatto in questi anni per problemi di privacy, è un registro dei tumori regionale federato, nel quale Sassari gestisce il nord Sardegna, Nuoro il centro e Cagliari il sud, mettendo in evidenza i risultati maturati nel tempo».
L’assessore della Sanità ha precisato di essersi recato personalmente dal Garante della privacy per discutere del problema. «Già lo scorso novembre ho avuto modo si confrontarmi con il garante, e ho ricevuto la sua disponibilità a fare in modo che la Sardegna si doti di un regolamento preciso sulla privacy per il registro dei tumori. A oggi stiamo condividendo con lo stesso Garante una bozza già in fase molta avanzata, che auspichiamo possa avere in breve tempo una forma definitiva, e venga sottoposta all’esame del Consiglio regionale».
Luigi Arru 4 copia