16 April, 2024
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E’ stato inaugurato questa mattina, a Nuraxi Figus e Seruci, dall’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, promotore scientifico del progetto assieme alla Princeton University, dalla Regione Autonoma della Sardegna e dalla Carbosulcis, società partecipata della Regione Sardegna che gestisce l’impianto minerario, il progetto ARIA. Il progetto nasce dalla ricerca di base, in particolare dalla fisica fondamentale, per rispondere a un’esigenza sperimentale: avere a disposizione grandi quantità di argon, ricavato attualmente solo da pozzi di gas del Colorado, negli Stati Uniti, per la ricerca di materia oscura. Ma in futuro potrebbe servire anche per la distillazione di altri isotopi sempre più impiegati in medicina, sia nella diagnostica avanzata sia nella terapia oncologica, e anche nelle scienze ambientali e agricole. Il progetto consiste nella realizzazione di una torre di distillazione criogenica per la produzione di isotopi stabili di altissima purezza. L’impianto sarà il primo di questo tipo in Europa, e il primo al mondo realizzato con la tecnologia innovativa che dovrebbe permettere il raggiungimento di prestazioni mai ottenute in precedenza. In questa fase del progetto l’INFN ha già investito 6 milioni di euro, la Regione Sardegna ha partecipato con 2 milioni e 700mila euro e Carbosulcis ha contribuito già per l’adeguamento dell’infrastruttura mineraria con una spesa di oltre 1 milione e 500mila euro ed ha in corso un investimento di oltre 2 milioni di euro per l’installazione dell’impianto nel pozzo Seruci 1.

La giornata è stata aperta nella sala mensa della miniera di Nuraxi Figus, dove è stato presentato a grandi linee il progetto. E’ proseguita con una visita agli impianti già realizzati, prima a Nuraxi Figus, poi a Seruci. Nella tarda mattinata è stata effettuata la visita in sottosuolo.

«ARIA è un progetto – ha sottolineato Fernando Ferroni, presidente dell’INFN – che dimostra in maniera trasparente la capacità del sistema scientifico, politico, industriale, quando felicemente coordinato, di costruire delle infrastrutture che hanno una grande potenzialità a largo spettro e foriere di potenziali importanti ricadute sociali.»

«È un progetto sul quale abbiamo investito finanziamenti importanti, energie, risorse umane – ha spiegato il presidente della Regione Francesco Pigliaru -. Ne ho seguito direttamente i primi passi e oggi ci troviamo a un traguardo intermedio che soddisfa tutte le nostre aspettative iniziali. La Sardegna, oltre che sede ideale dal punto di vista delle esigenze infrastrutturali, sta dimostrando di essere un partner affidabile, in grado di parlare il linguaggio dell’innovazione, della ricerca e delle nuove tecnologie in un’iniziativa che coinvolge tante eccellenze internazionali. Molto interessanti, poi, sono le prospettive industriali e commerciali. Giovani lavoratori e ricercatori sardi sono già impegnati in questo progetto che, mostrando le potenzialità inedite di un settore critico diventa per il territorio un esempio eloquente di trasformazione in positivo.»

«La realizzazione del progetto, di grande valenza tecnologica e simbolica, si inserisce nella visione alla base della ristrutturazione aziendale a seguito del Piano di chiusura della miniera, che si completa quest’anno, indirizzata al riuso delle infrastrutture minerarie per finalità diverse da quelle originarie, ma sempre caratterizzate da un alto contenuto industriale, con l’obiettivo di valorizzare le competenze delle risorse umane presenti in azienda al fine di tutelarne il futuro», ha commentato Antonio Martini, amministratore unico della Carbosulcis S.p.A..

«Il progetto ARIA è cruciale per la strategia di ricerca della materia oscura della Collaborazione DarkSide, e siamo entusiasti che il Sulcis Iglesiente giochi un ruolo di primo piano in questo ambizioso progetto scientifico di assoluta rilevanza internazionale – ha detto Cristian Galbiati, ricercatore ai Laboratori INFN del Gran Sasso, professore alla Princeton University e al GSSI Gran Sasso Science Institute, e coordinatore del progetto DarkSide -. E la sfida è altrettanto interessante dal punto di vista del possibile piano di sviluppo industriale e di trasferimento tecnologico, perché con ARIA potremmo stabilire un nuovo ciclo produttivo, che tenga viva la straordinaria tradizione mineraria del Sulcis-Iglesiente. Carbosulcis – ha concluso Cristian Galbiati – si è sin da subito proposto come un partner essenziale grazie alle grandi competenze tecnologiche dei suoi ingegneri e tecnici in ogni fase del progetto, determinanti per il suo successo.»

«Il progetto ARIA, che abbiamo finanziato con grande convinzione, è un pezzo importante del programma di ricerca e innovazione su cui la Regione sta fortemente investendo – ha rimarcato l’assessore della Programmazione Raffaele Paci -. Un programma che funziona, come dimostrano le numerose collaborazioni che in questi anni abbiamo avviato con i più importanti istituti di ricerca nazionali per progetti come quelli nella miniera di Sos Enattos a Lula, che si è candidata per ospitare un laboratorio europeo per lo studio delle onde gravitazionali, il progetto legato a Sotacarbo o quello di San Basilio con il Radiotelescopio. La ricerca e l’innovazione tecnologica – ha concluso Raffaele Paci – sono gli strumenti più importanti che abbiamo a disposizione per costruire il nostro futuro, superare i limiti imposti dall’insularità e creare occasioni di sviluppo e lavoro, attraverso progetti ambiziosi come quello che presentiamo oggi.»

«Con questo progetto stiamo indicando la strada che conduce a un nuovo modello di Industria in Sardegna – ha dichiarato l’assessore regionale dell’Industria Maria Grazia Piras -. L’isola, infatti, si conferma il luogo ideale per realizzare progetti coraggiosi e all’avanguardia. L’intervento a Nuraxi Figus rientra nel piano di dismissione della miniera: non solo stiamo rispettando i tempi previsti ma abbiamo messo anche le basi per costruire, con un piano industriale articolato e programmi di ricerca avanzata, nuove opportunità di lavoro per i giovani. Alla Regione il compito di accompagnarli in questo nuovo percorso attraverso una formazione adeguata e altamente specializzata.»

«ARIA sarà un’infrastruttura di ricerca nata per la ricerca di base ma di importanza strategica, soprattutto a livello regionale, anche per le ricadute che le tecnologie utilizzate avranno per la riqualificazione di un sito minerario in via di dismissione che vedrà parte del suo personale riassorbito in nuove attività – ha  commentato Speranza Falciano, vicepresidente dell’INFN che segue i progetti di trasferimento tecnologico -. Date le molteplici applicazioni degli isotopi stabili che l’impianto produrrà,  lo spin-off di questa tecnologia, la distillazione criogenica, permetterà uno sviluppo industriale del sito minerario con un impatto importante sulle imprese del territorio e sui centri di ricerca della Regione Sardegna, a partire dalle Università, e i settori che ne tratterrebbero beneficio vanno dalla diagnostica medica, con particolare riferimento allo screening avanzato di diverse patologie, all’energia pulita, dall’eco-sostenibilità, all’agricoltura.»

Il progetto ARIA

L’obiettivo del progetto è la separazione dell’aria nei suoi componenti fondamentali, elementi che trovano utilità in diversi ambiti di ricerca e applicazione. In particolare, uno di questi componenti, l’argon-40 (40Ar), permetterà lo sviluppo di una innovativa tecnica per la ricerca della materia oscura ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS) dell’INFN, progettata e realizzata dalla collaborazione scientifica dell’esperimento DarkSide. 

L’infrastruttura per la produzione dell’argon e degli altri elementi consisterà in una torre criogenica di distillazione alta 350 metri, che sarà installata nel Pozzo 1 dell’area di Seruci. La torre sarà costituita da 28 moduli collaudati al CERN, e poi trasportati nei cantieri di Nuraxi Figus. Qui, i moduli vengono parzialmente assemblati in superficie per i primi test propedeutici all’installazione dell’intera colonna all’interno del Pozzo 1, dove già dallo scorso anno si stanno svolgendo le attività di adeguamento. L’altezza e il diametro dei pozzi, la loro configurazione, con accessi multipli e sistemi di sicurezza integrati e, soprattutto, la disponibilità di un’autostrada camionabile dalla superficie fino alla profondità di 500 metri, sono condizioni ideali per l’installazione in sicurezza di un impianto che avrà dimensioni uniche al mondo. Grazie alle sue infrastrutture d’avanguardia, realizzate quasi interamente all’interno di un pozzo minerario pre-esistente, ARIA sarà in grado di abbassare notevolmente i costi energetici di produzione, rendendo più accessibili e fruibili i preziosi elementi ottenuti dalla distillazione dell’aria.
La distillazione criogenica è il metodo più efficace per la produzione di isotopi stabili. La torre di distillazione, oltre a produrre l’isotopo stabile 
40Ar di interesse per i programmi di ricerca sulla materia oscura, servirà inoltre a realizzare studi pilota per la produzione degli isotopi 76Ge, 82Se, e 136Xe, di interesse per i programmi di ricerca sul neutrino svolti sempre ai Laboratori INFN del Gran Sasso. Inoltre, ARIA permetterà la sperimentazione e lo sviluppo della nuova tecnologia per la successiva produzione su larga scala di isotopi stabili di interesse commerciale, come 13C, 15N, e 18O, che trovano impiego per esempio in medicina e hanno un mercato internazionale di grande rilievo.

DarkSide e la ricerca di materia oscura ai Laboratori INFN del Gran Sasso 

Quasi un secolo di osservazioni astronomiche convincenti hanno mostrato che la materia ordinaria e visibile costituisce solo una piccola frazione dell’universo. Esso risulta invece formato per la maggior parte da una componente di materia non visibile, detta materia oscura, e da una componente misteriosa di energia, detta energia oscura.  I Laboratori del Gran Sasso sono all’avanguardia mondiale nella ricerca diretta della materia oscura: vi si svolgono, infatti, vari esperimenti, basati su diverse tecnologie, che hanno tutti come obiettivo quello di rivelare gli urti delle particelle di materia oscura sui nuclei del materiale-bersaglio del rivelatore.  In particolare, il rivelatore DarkSide si basa sull’utilizzo dell’argon come mezzo di interazione: è costituito da una camera a proiezione temporale (Time Projection Chamber, TPC) bifasica, ad argon liquido e gassoso. I risultati di un rivelatore prototipo in operazione presso i Laboratori sin dal 2013 hanno già raggiunto la sensibilità migliore al mondo per la ricerca di particelle di materia oscura di bassa massa. Il prossimo rivelatore, DarkSide-20k, è stato pensato per realizzare il programma più ambizioso di ricerca e scoperta della materia oscura. Entrerà in operazione nel 2022, e richiederà l’utilizzo di 50 tonnellate di argon processate dall’impianto ARIA. Quindi, il progetto ARIA svolge un ruolo fondamentale nella strategia di possibile scoperta della materia oscura tramite rivelatori ad argon. L’unicità e le prospettive del progetto hanno permesso di riunire scienziati provenienti dai quattro angoli del globo a formare un’unica collaborazione internazionale che raccoglie tutti i ricercatori che hanno finora sviluppato rivelatori ad argon per la materia oscura: è la Global Argon Dark Matter Collaboration, il cui primo passo è il programma DarkSide ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso. 

DarkSide-20k è un esperimento approvato e finanziato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dalla US National Science Foundation. Ulteriori contributi importanti saranno forniti da altri dieci paesi (Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, Gran Bretagna, Messico, Polonia, Spagna, Svizzera, Russia).

                                                                                  

                                                 

 

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Domani, venerdì 21 settembre, nella sede della Carbosulcis, società partecipata regionale, a Nuraxi Figus si terrà l’inaugurazione del progetto ARIA che prevede la realizzazione nella miniera di Monte Sinni, di una nuova infrastruttura d’avanguardia: una torre criogenica per la distillazione di isotopi dell’argon in un pozzo minerario da impiegare nell’esperimento DarkSide per la ricerca della materia oscura presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN.

All’evento, che prevede anche la visita agli impianti e alla miniera di Seruci e Nuraxi Figus, parteciperanno Francesco Pigliaru, presidente della Regione Sardegna, Fernando Ferroni, presidente dell’INFN, Antonio Martini, amministratore unico di Carbosulcis, gli assessori ella Programmazione e Bilancio Raffaele Paci e dell’Industria Maria Grazia Piras, Cristian Galbiati, coordinatore scientifico del progetto e Speranza Falciano, vicepresidente INFN, responsabile per i progetti di trasferimento tecnologico. 

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Si è svolto questo pomeriggio, nella sede dell’assessorato dell’Industria, a Cagliari, un incontro sul futuro dell’Eurallumina. Erano presenti gli assessori dell’Industria, Maria Grazia Piras, del Lavoro, Virginia Mura, e dell’Ambiente, Donatella Spano, il coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi, i rappresentanti dell’azienda, una delegazione di lavoratori e i sindacati.

Nel corso dell’incontro, si è preso atto delle preoccupazione dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali sulle questioni degli ammortizzatori sociali e sull’iter di valutazione ambientale relativo al nuovo progetto presentato dall’azienda il 10 settembre scorso che comprende la realizzazione di un vapordotto in connessione con la centrale Enel di Portoscuso. Le esponenti della Giunta hanno confermato che le attività in capo a ciascun Assessorato hanno carattere di priorità giustificata dal rilevante impatto occupazionale che si genera sul territorio in relazione all’investimento dell’azienda (472 posti di lavoro tra diretti e indiretti e oltre 200 di cantiere: considerando l’indotto si stima in 1.200 unità la ricaduta occupazionale).

Il 15 settembre scorso è stato pubblicato l’avviso ai fini della consultazione pubblica, prevista dalla norma, che si concluderà dopo 60 giorni. Esauriti i termini, sarà convocata la Conferenza dei servizi per l’esame del progetto.

Per quanto riguarda l’occupazione, infine, la Regione ha rassicurato sulla possibilità che i lavoratori possano fruire della CIGS nel corso del 2019 e anche oltre, incalzando in tal senso il Governo nazionale.

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Con il deposito presso gli uffici del servizio di valutazione ambientale dell’assessorato dell’Ambiente della Regione Sardegna, della documentazione inerente l’aggiornamento per la sostituzione del progetto chp con vapordotto da Enel (variante al progetto originale per l’ammodernamento della raffineria di allumina di Portovesme) si fa più forte e pressante la richiesta di arrivare alle definitive autorizzazioni da parte delle rappresentanze sindacali unitarie di fabbrica e dei lavoratori Eurallumina. La richiesta e che queste debbano pervenire assolutamente entro la fine dell’anno in corso. La richiesta della RSU delle tute verdi sulcitane di poter svolgere un incontro per fare il punto sul percorso procedurale ed evidenziare l’urgenza di una conclusione positiva è stata recepita e mercoledì 19 settembre 2018, presso l’assessorato regionale dell’Industria, su convocazione dell’assessore Maria Grazia Piras, si svolgerà alle ore 16.00, una riunione a cui sono stati invitati a partecipare: la presidenza della Giunta regionale, l’assessore dell’Ambiente Donatella Spano, l’assessore del Lavoro Virginia Mura, il coordinatore del Piano Sulcis Tore Cherchi, le segreterie generali regionali Cgil, Cisl e Uil, le segreterie dei chimici a livello regionale e provinciale, l’azienda Eurallumina con il presidente Vincenzo Rosino e l’amministratore delegato Luca Vincenzi.

Dal punto di vista tecnico, la variante al progetto aggiornato consiste principalmente nella sostituzione della prevista centrale cogenerativa a carbone (chp) per produrre l’energia termica ed elettrica necessaria alla raffineria, con un vapordotto di convogliamento del vapore dalla centrale termoelettrica Grazia Deledda di Portovesme dell’Enel distribuzione, con restituzione delle condense da parte dell’Eurallumina. Prevede, inoltre, la riduzione della vita utile dall’installazione sino ai 10 anni, e la limitazione dell’altezza di deposizione dei residui di lavorazione nel bacino nei settori a e b attuali, l’eliminazione dell’installazione del secondo scaricatore portuale ed il prelievo della energia elettrica necessaria dalla rete nazionale. Rimane sostanzialmente confermata la conversione della raffineria per l’utilizzo delle bauxite tri-idrate con l’attacco da alta a bassa pressione, l’ampliamento areale del bacino per lo stoccaggio dei residui di lavorazione previo trattamento di disidratazione attraverso un impianto di presso filtratura, ed il progetto per lo scarico portuale del carbone con consegna all’esistente carbonile Enel.

L’iniziativa consentirà il raggiungimento delle condizioni necessarie per la ripresa delle attività di Eurallumina, garantendone la competitività sui mercati internazionali. Il progetto comporterà, rispetto alla precedente configurazione dell’impianto, una riduzione delle emissioni in atmosfera. La messa a dimora dei residui delle lavorazioni disidratati consentirà di migliorare l’impatto ambientale del sito di stoccaggio adeguandolo alle migliori tecnologie disponibili del settore (mtd). Le opere connesse alla realizzazione avranno limitati impatti paesaggistici, e non sono attesi effetti ambientali significativi sia in fase di cantiere che di esercizio. Il progetto ha già ricevuto la valutazione positiva del ministero dell’Ambiente in data 29/05/18. Alle autorizzazioni Via ed Aia, è legato il sostegno ai lavoratori nel periodo transitorio (per il 2019, l’avvio produzione è indicato per l’inizio del secondo semestre 2020) essendo gli attuali ammortizzatori sociali in scadenza 31/12/2018, e per ottenere un rinnovo occorre avere la certezza degli investimenti che non potranno partire senza le sopracitate autorizzazioni. Per questo motivo cresce la preoccupazione tra i lavoratori che non hanno mai interrotto lo stato di mobilitazione permanente, e sono pronti a mettere in campo ogni possibile iniziativa per il raggiungimento dell’obiettivo lungamente inseguito, e che mai come in questo momento appare raggiungibile. Il piano industriale prevede 357 lavoratori diretti (saranno un centinaio le nuove assunzioni) e il convogliamento di altre 250 persone tra indiretti, indotto, servizi e fornitori. Attualmente, per il mantenimento degli impianti, si alternano in rotazione circa 100 lavoratori diretti ed una trentina degli appalti. Gli investimenti previsti sono circa 240 milioni di euro.

RSU Eurallumina

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La Sardegna punta sul GNL non solo per abbattere l’emissione di CO2, dare competitività alle imprese e ridurre il costo della bolletta energetica dei cittadini, ma anche per incrementare e rendere più ‘verde’ lo sviluppo delle attività legate al trasporto marittimo. L’utilizzo del GNL, previsto dal Piano per la Metanizzazione e inserito nella SEN, la Strategia energetica nazionale, consentirà di avviare il primo progetto pilota per l’area di controllo delle emissioni di zolfo (SECA, Sulphur Emission Controlled Area) in relazione al traffico marittimo nell’isola. In questo ambito, saranno monitorati i mezzi portuali e i traghetti, con l’obiettivo di limitare le emissioni di zolfo nei carburanti marini e ridurre il combustibile tradizionale a favore del metano, più sostenibile dal punto di vista economico e ambientale. Per essere in anticipo sulle direttive del Parlamento europeo in materia di combustibili alternativi meno inquinanti, la Sardegna, insieme a Corsica, Liguria e Toscana, ha elaborato un cluster di progetti di preparazione all’utilizzo del GNL nelle attività legate al trasporto marittimo. I progetti sono stati illustrati a Bastia nel corso di un seminario internazionale al quale ha partecipato l’assessora dell’Industria, Maria Grazia Piras, presente l’assessora dei Trasporti della Corsica, Vanina Borromei, il deputato Jean-Félix Acquaviva, e rappresentanti delle più importanti società di distribuzione di GNL, tra cui la compagnia francese Total.

«La partita del Metano è di primaria importanza per la Sardegna, lo abbiamo ribadito anche nei giorni scorsi nell’incontro con la ministra per il Sud, Lezzi, chiedendo il rispetto di quanto sottoscritto nel Patto siglato due anni fa con il Governo – ha sottolineato l’assessore Maria Grazia Piras nel suo intervento -. La metanizzazione dell’isola è un progetto arrivato ormai all’ultimo miglio, con l’avvio di tutti gli iter autorizzativi. L’auspicio è che non ci siano rallentamenti in questa fase cruciale. Il metano è una fonte energetica di transizione, essenziale e irrinunciabile, per abbattere le emissioni climalteranti, anche nel settore dei trasporti, garantire lo sviluppo dell’economia, in particolare delle industrie, e assicurare ai sardi pari condizioni con il resto d’Italia e d’Europa. Il nostro progetto è già inserito nella Strategia Energetica Nazionale e si inquadra nello scenario che prevede la chiusura delle centrali a carbone entro il 2025. Due anni fa abbiamo approvato il Piano Energetico, all’interno del quale si inserisce il progetto della Metanizzazione. Il nostro obiettivo è di abbattere del 50%, entro il 2030, le emissioni di CO2. Il metano è la fonte che può assicurare la transizione dal vecchio al nuovo modello energetico.»

L’assessore Maria Grazia Piras si è quindi soffermata sull’opportunità offerta dal GNL per lo sviluppo dei trasporti marittimi e sulle iniziative che, sotto l’egida Interreg, vedono unite Sardegna, Corsica, Liguria e Toscana. «Siamo orgogliosi di contribuire, insieme all’assessorato dei Trasporti, alla stesura dei progetti illustrati oggi. La sfida comune – ha detto Maria Grazia Piras – riguarda la definizione di un sistema integrato di distribuzione del GNL nei territori partner coinvolti. Attualmente siamo accomunati da un’inadeguatezza dei porti nella disponibilità di risorse di GNL e di siti di stoccaggio che rendano possibile il rifornimento alle navi e agli altri mezzi di trasporto».

L’assessorato dell’Industria è partner in due progetti, PROMO GNL e SIGNAL, di cui è capofila. In particolare, il progetto SIGNAL deve definire un sistema integrato di distribuzione del GNL per le navi ed eventualmente per altri sistemi di trasporto o altre attività. Obiettivo generale e quello di rispondere a queste mancanze con lo sviluppo di piani e strategie a supporto dell’attuazione della direttiva UE 2012/33 e, inoltre, assistere i territori caratterizzati da reti di metanizzazione limitate o assenti a trasformare l’opportunità offerta dal GNL in valore aggiunto per ridurre le emissioni inquinanti prodotte dal settore industriale e dei trasporti nell’ambito dei territori interessati dall’intervento. Il budget del progetto totale e di 1 milione e 898mila euro. Non meno importante è il progetto Promo-GNL, di cui la Regione Sardegna è partner, per la realizzazione di un quadro coordinato di studi di fattibilità per la promozione degli usi ottimali del GNL nei porti commerciali e nelle attività marittime e per mettere in atto azioni di informazione, comunicazione e diffusione presso gli operatori del settore sulle opportunità di utilizzare il GNL come combustibile meno inquinante. Altrettanto importanti sono gli altri 2 progetti TDI e FACILE GNL che vedono coinvolti importanti partner regionali quali l’Università di Cagliari e l’Autorità Portuale.

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Venerdì 21 settembre, nella sede della Carbosulcis, società partecipata regionale, a Nuraxi Figus (Gonnesa) verrà inaugurato il progetto ARIA che prevede la realizzazione nella miniera di Monte Sinni, nel Sulcis Iglesiente, di una nuova infrastruttura d’avanguardia: una torre criogenica per la distillazione di isotopi dell’argon in un pozzo minerario da impiegare nell’esperimento DarkSide per la ricerca della materia oscura presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN.

All’evento, che prevede anche la visita agli impianti e alla miniera di Seruci e Nuraxi Figus, parteciperanno Francesco Pigliaru, presidente della Regione Sardegna, Fernando Ferroni, presidente dell’INFN, Antonio Martini, amministratore unico di Carbosulcis, gli assessori ella Programmazione e Bilancio Raffaele Paci e dell’Industria Maria Grazia Piras, Cristian Galbiati, coordinatore scientifico del progetto e Speranza Falciano, vicepresidente INFN, responsabile per i progetti di trasferimento tecnologico.

Di seguito il programma della mattinata:

9.00  Arrivo a Nuraxi Figus

9.15  Presentazione siti Carbosulcis

9.25  Presentazione progetto ARIA e collaborazione DARKSIDE

9.35  Briefing di sicurezza

9.45  Visita impianto pilota Seruci 0 e magazzino moduli della torre criogenica a Nuraxi Figus

10.30 Visita altre infrastrutture di ricerca presso il sito

11.15 Visita sito Seruci, pozzo 1 e sala argani

12.30 Al termine della visita alle infrastrutture di superficie, per i giornalisti, fotografi e operatori di ripresa interessati sarà possibile scendere in sottosuolo per una visita della miniera (durata prevista, 2 h circa) o, in alternativa, proseguire il tour con la visita al nuraghe di Seruci.

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La Regione ha stanziato ulteriori 13,5 milioni di euro di risorse POR FESR 2014-2020 per gli interventi di efficientamento energetico degli enti presenti nella graduatoria pubblicata lo scorso mese luglio. Il nuovo finanziamento si è reso necessario in seguito al grande interesse suscitato dal bando. Hanno partecipato 259 Enti – tra Comuni, Province, Unioni ed Associazioni di Comuni, Comunità Montane, Consorzi industriali e Università – per un totale di 231 proposte che hanno avuto il via libera, di cui 53 finanziate con la dotazione iniziale del bando pari a circa 44 milioni di euro.

Con l’incremento delle risorse del programma di efficientamento energetico e micro reti nelle strutture pubbliche della Sardegna sarà possibile finanziare almeno altre 20 istanze, portando quindi a oltre 84 milioni di euro l’investimento finalizzato alla realizzazione delle opere, considerato il cofinanziamento degli enti proponenti e l’apporto di capitali privati da parte delle Energy  Service Company, società certificate che operano nel settore.

«In tal modo – sottolineano gli assessori dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini e dell’Industria Maria Grazia Piras – sarà amplificato il risultato atteso dal programma.  L’intervento genera grandi vantaggi per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni. Favorisce, infatti, il contenimento dei consumi energetici da parte degli enti pubblici, la riduzione delle emissioni inquinanti, l’incremento della quota di fabbisogno energetico coperto da generazione distribuita mediante la realizzazione di sistemi intelligenti e la riqualificazione energetica degli edifici pubblici. Inoltre la realizzazione delle opere, orientate  all’utilizzo di tecnologie innovative, produrrà ricadute occupazionali ed economiche in tutto il territorio.»

L’Unità di Progetto “Interventi per l’efficientamento energetico”, nata dalla collaborazione tra gli assessorati dei Lavori pubblici e dell’Industria, con il supporto tecnico-scientifico dell’Agenzia Regionale Sardegna Ricerche, accompagnerà gli enti nella realizzazione delle opere. Il programma prevede l’utilizzo di circa 58 milioni di euro di risorse delle azioni 4.1.1. e  4.3.1 del POR FESR 2014-2020 con la supervisione dell’Autorità di Gestione competente su questa materia.

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Riunione questa mattina, a Villa Devoto, tra il presidente della Regione Francesco Pigliaru e il ministro per il Sud Barbara Lezzi. All’incontro hanno preso parte gli assessori Raffaele Paci, Maria Grazia Piras, Carlo Careddu ed Edoardo Balzarini, il direttore generale Alessandro De Martini ed i tecnici del dipartimento, della Regione e dell’Agenzia per la Coesione territoriale.

Dopo l’incontro dello scorso 14 giugno a Roma, in cui il presidente Francesco Pigliaru ed il ministro Barbara Lezzi avevano fatto un primo punto sul Patto per la Sardegna, sullo stato di attuazione e l’importanza di avanzare in tempi rapidi sugli interventi in corso, oggi il tavolo tecnico è entrato nel dettaglio, approfondendo anche la situazione relativa ai fondi europei e le questioni legate agli svantaggi causati dalla condizione di insularità.

«È stata una riunione utile – ha detto il presidente Francesco Pigliaru al termine dell’incontro – in cui sono emersi molti punti positivi. È stato certificato che la Sardegna sta spendendo nei tempi giusti le risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione e quelle dei Fondi europei, e questo significa innanzitutto che non siamo a rischio di disimpegno e poi che stiamo utilizzando risorse importanti per interventi di cui la Sardegna ha concreto bisogno, dalle scuole al rischio idrogeologico sino alla ricerca. Naturalmente ci sono delle criticità e la ministra Lezzi è stata molto disponibile a ragionare insieme a noi su come si possono sbloccare le cose che stanno procedendo meno bene indipendentemente dalla nostra volontà. Il primo esempio è l’ANAS – ha spiegato il presidente della Regione -, con cui abbiamo problemi importanti e da cui ci aspettiamo tempi ben più rapidi su progettazione e aperture dei cantieri. Altro tema fondamentale è la ferrovia, su cui è necessario e urgente accelerare la spendita dei quasi 400 milioni programmati nel Patto, necessari per tagliare finalmente i tempi di percorrenza tra Cagliari, Sassari e Olbia, oggi del tutto inaccettabili. Infine, il problema energia. Nel Patto c’è l’impegno chiaro che lo Stato italiano ha preso con la Sardegna: portare finalmente il metano all’unica regione italiana che non ce l’ha. E abbiamo sottolineato il fatto che vogliamo complete rassicurazioni che il progetto per cui abbiamo lavorato così tanto arrivi nei tempi previsti – ha concluso Francesco Pigliaru – per far risparmiare alle imprese e alle famiglie della Sardegna 400 milioni l’anno. Non possiamo più aspettare.»

Nella riunione, essenzialmente tecnica, è stato esaminato lo stato di avanzamento del Patto a cominciare dalla gestione dei Fondi di Sviluppo e Coesione (FSC), esperienza che per la Regione Sardegna si è dimostrata un’innovazione positiva in quanto ha consentito di programmare, con piena responsabilizzazione, gli interventi utili a diminuire alcuni aspetti che contribuiscono a generare il gap determinato dall’insularità. L’Autorità di gestione del Patto, guidata dal Direttore generale della Presidenza della Regione Alessandro De Martini, ha confermato che i tempi concreti rispettano quelli previsti nei cronoprogrammi concordati con il Governo.

Il Patto per la Sardegna, che dispone di oltre 2,9 miliardi di euro per colmare il ritardo infrastrutturale, ambientale ed economico della regione, contiene interventi finanziati e cofinanziati da risorse proprie del Patto, da risorse derivanti dal Piano operativo FSC Infrastrutture e dal Piano operativo FSC Ambiente. È articolato in sei Aree tematiche: Infrastrutture, Ambiente, Sviluppo economico e Agricoltura, Turismo, cultura e valorizzazione risorse naturali, Occupazione inclusione sociale e lotta alle povertà, Rafforzamento PA. Complessivamente si tratta di 632 interventi, di cui 445 (oltre il 70%) sono già avviati e gli altri 187 (circa il 29%) sono in programmazione. In alcuni casi sono già conclusi (Ammortizzatori sociali per 40 milioni di euro).

Per quel che riguarda l’attuazione dei Piani Operativi Nazionali (PON), gestiti direttamente dai Ministeri per lo più attraverso ANAS e RFI, sono state invece sottolineate le difficoltà che stanno, di fatto, rallentando gli interventi. Di conseguenza, è stato fatto un appello alla Ministra perché intervenga presso i Ministri competenti, presso ANAS e RFI, affinché anche i fondi di sviluppo e coesione previsti nei Piani Operativi Nazionali possano avere tempistiche analoghe a quelli gestiti attraverso la Regione.

Il Fesr, Fondo europeo di sviluppo regionale, con i 930 milioni di euro disponibili per il ciclo 2014-2020, è uno dei principali strumenti per il rilancio del sistema economico della Sardegna, attraverso interventi destinati alla ricerca e innovazione per la competitività delle imprese, all’agenda digitale, all’efficienza energetica, all’inclusione sociale, all’ambiente e alla prevenzione del rischio idrogeologico. Fra le regioni del sud, la Sardegna risulta essere la più virtuosa nella capacità di spesa: entro il prossimo 31 dicembre dovranno essere spesi dalla nostra regione 147 milioni per l’N+3, cioè l’obiettivo obbligatorio (pena la perdita della parte dei fondi non spesi), che diventano 185 se invece si punta a un obiettivo che fa scattare un meccanismo di premialità. Ed è proprio a questo che punta la Sardegna.

«Ci stiamo impegnando molto per centrare gli obiettivi fissati dall’Europa, che per la prima volta ha istituito una verifica ufficiale di metà percorso con penalizzazioni e premialità per monitorare meglio l’andamento della spesa. Questa novità dei controlli in itinere – spiega l’assessore Raffaele Paci – è un ulteriore stimolo a lavorare rapidamente, e siamo ottimisti rispetto al raggiungimento degli obiettivi di dicembre. Certo la celerità nella spesa dei fondi europei non riguarda solo la Regione, ma coinvolge molte altre istituzioni a cui è stata delegata l’attuazione, dunque Comuni, Unioni di Comuni, Agenzie, Arst, Abbanoa, ed è indispensabile la collaborazione fra tutti per raggiungere risultati validi. E’ poi importante dire chiaramente che ci muoviamo all’interno di un sistema nazionale farraginoso e complesso, gravato da procedure molto stringenti. Quindi – sottolinea l’assessore della Programmazione – per riuscire a spendere tutto è necessario che prima di tutto il sistema Italia venga radicalmente semplificato.»

Una prima verifica della spesa del Fesr è stata fatta a luglio scorso durante il Comitato di Sorveglianza con il rapporteur della Commissione europea che ha espresso apprezzamento per il lavoro fatto dalla Sardegna e per le sue ottime performance per esempio sulla programmazione territoriale, sui programmi di internazionalizzazione, su energia sostenibile e strategia di specializzazione intelligente.

 

 

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Cresce l’export delle imprese sarde: +8,1%, al netto delle produzioni petrolifere, nel secondo trimestre del 2018 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. È quanto si evince dai nuovi Dati congiunturali ISTAT sul commercio estero. Sempre rispetto al secondo trimestre 2017, si registra un calo delle importazioni del -2,9%. L’incremento dell’export deriva da una performance particolarmente positiva dei flussi di merci verso i mercati europei (+20,5% la variazione tendenziale). Il buon andamento delle esportazioni segue un trend fortemente positivo: per il quarto anno consecutivo si registra, in questo stesso periodo dell’anno, una variazione di segno più.

«È l’ennesimo dato positivo che registriamo sul fronte dell’export – ha commentato l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, intervenendo a Cagliari a un incontro con gli imprenditori convocato dalla CONFAPI Sardegna per approfondire i dettagli del nuovo bando per l’Internazionalizzazione destinato alle imprese singole -. Le azioni e gli interventi attuati in questi ultimi quattro anni hanno generato risultati quasi insperati. Ormai è assodato: l’export si è rafforzato e in molti casi siamo riusciti nell’intento di mettere insieme le imprese, di fare rete, per arrivare in mercati nuovi e dalle enormi potenzialità per chi vuole espandere il volume d’affari. Siamo la terza regione in Italia per investimenti nel sostegno alle aziende che puntano all’export. Rispetto al passato, siamo riusciti a invertire la tendenza. La strada è quella giusta, anche se resta ancora tanto da fare. Ecco perché il Piano di incentivi non si ferma, anzi, va avanti e lo sosteniamo con rinnovato vigore, confrontandoci con le aziende, ascoltando le loro richieste e i loro suggerimenti. Finora abbiamo accompagnato oltre 600 aziende alla conquista di nuovi mercati esteri attraverso bandi per singole imprese, reti di imprese, associazioni di categoria e consorzi, con attività di formazione, forum tematici, incontri B2B e numerose missioni all’estero, in particolare per le imprese dell’agroalimentare e dell’ICT. Tra le azioni previste nei prossimi mesi – ha ricordato l’assessore Piras – oltre ai nuovi bandi, daremo sostegno agli imprenditori con l’Export Lab per la formazione di export manager. I corsi si terranno a Cagliari e Sassari. Ci sarà anche un bando ad hoc riservato agli imprenditori della provincia di Nuoro. Non meno importanti saranno le missioni all’estero. A fine mese saremo a Londra per presentare il Sistema Sardegna al mondo economico e finanziario londinese. Vi parteciperanno 12 start up e imprese innovative. Infine, è prevista la partecipazione della Regione all’edizione 2019 del CES di Las Vegas. La presenza all’edizione 2018 è stata un successo per le start up e le imprese innovative provenienti dalla Sardegna. Ricordo che la nostra era una delle delegazioni italiane più numerose, segno che in questo settore il potenziale dell’isola è enorme.»

Dal prossimo 20 settembre le micro, piccole e medie imprese della Sardegna intenzionate a esportare i propri prodotti potranno contare su nuovi incentivi predisposti dall’assessorato dell’Industria. Tra una settimana, infatti, si potranno presentare le domande relative al nuovo bando per l’Internazionalizzazione, destinato a imprese singole, che prevede uno stanziamento di 3 milioni e mezzo di euro per la realizzazione di piani di penetrazione nei mercati esteri. La misura è inserita nel Programma Triennale 2015-2018, aggiornato di recente al 2020. Le agevolazioni vanno da un minimo di 5mila euro a un massimo di 150mila euro e saranno concesse per servizi di consulenza erogati da consulenti esterni, installazione e gestione di stand per partecipare a fiere e mostre, spese per realizzare campagne promozionali, missioni e workshop all’estero e organizzazione di educational tour. Le domande potranno essere presentate fino al 20 febbraio 2019 attraverso la piattaforma elettronica SIPES. Tutte le informazioni sono reperibili sul sito della Regione e sul sito www.sardegnaimpresa.it .

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L’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras e rappresentanti dell’assessorato della Programmazione hanno incontrato questo pomeriggio, nella sede dell’assessorato dell’Industria a Cagliari, i rappresentanti del Fondo di Investimento 8F, con sedi a Singapore, Londra e Israele, interessato a investire in Sardegna per un allevamento intensivo di salmoni in acquacoltura indoor, trattamento acque e relativa trasformazione industriale del prodotto. All’incontro erano presenti il Presidente del Fondo, Stephane Farouze, che ha illustrato nei dettagli la proposta di investimento, pari a circa 130 milioni di euro, e Gianfranco Sanna, della società Restart Consulting. L’intervento prevede la realizzazione di un impianto che a regime, al terzo anno dall’investimento, produrrà 10.000 tonnellate di salmone fresco all’anno, da trasformare, destinate al mercato dell’Europa dell’ovest. Si tratta di uno dei progetti che potrebbero rilanciare le aree industriali in crisi. A regime, l’impianto potrebbe dare occupazione a circa 100 lavoratori. L’assessore Maria Grazia Piras ha illustrato alla delegazione del Fondo gli strumenti istituzionali per accompagnare gli eventuali investitori, dagli interventi finanziari alle procedure burocratiche, dai servizi relativi all’insediamento ai rapporti con gli enti locali. Un tema importante è quello dell’occupazione: all’interno del progetto, infatti, potrebbero essere inseriti i programmi di riqualificazione del personale in mobilità dalle industrie chiuse o in fase di chiusura.
«Siamo interessati ad approfondire ogni aspetto dell’iniziativa prospettata dal Fondo – ha detto Maria Grazia Piras -. Nei prossimi giorni continueremo le interlocuzioni con gli investitori per giungere quanto prima a definire il progetto e il quadro degli eventuali interventi, coinvolgendo gli enti competenti a livello nazionale.»