24 April, 2024
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I 24 candidati della lista “Ora x Carbonia” che sostiene la candidatura a sindaco di Carbonia di Pietro Morittu, per le elezioni amministrative in programma il 10 e 11 ottobre 2021.

Candidati alla carica di consigliere comunale: Massimo Usai, Roberto Cotza, Roberto Gibillini, Maria Rosaria Randaccio, Giacomo Arisci, Laura Elena Cancedda nota Laura, Martina Casula, Catia Cherenti, Alessandro Coccoda, Daniele Corrias, Anna Maria Cossu, Francesca Deiana, Gian Marco Esu, Fabio Fosco, Giuseppe Giganti noto Pino, Antonio Loddo, Paolo Moi, Irina Piras, Luciano Scandariato, Andrea Tedde, Giuseppe Vella noto Beppe, Silvana Vincis, Viviana Massa, Mariano Zicca.

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Questa sera, su Rete 4, dalle ore 21.30, gli occhi dei zonafranchisti sardi saranno puntati verso la trasmissione “Quinta Colonna” condotta da Paolo Del Debbio, durante la quale verranno trasmesse le interviste alla dott.ssa Maria Rosaria Randaccio, intendente di Finanza in pensione e presidente del Movimento Sardegna Zona Franca, eal sindaco di Giave Maria Antonietta Uras, e a Giuseppe Ciccolini, sindaco di Bitti.

«Dopo anni di tentativi finalmente la Tv nazionale si occupa di un argomento caldissimo e determinante per le sorti dell’economia della Sardegna», si legge in una nota dell’Ufficio Stampa e Comunicazione del Movimento Sardegna Zona Franca.


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Il Consiglio comunale di Giave, piccolo Comune della provincia di Sassari (525 abitanti) ha deliberato la zona franca al consumo. In un Consiglio comunale movimentato, alla presenza dei vertici del Movimento Sardegna Zona Franca (Maria Rosaria Randaccio, Daniela Mallus, Rita Cuccureddu, Luciana Carta, Giulio Simbula) la sindaca Maria Antonietta Uras e i consiglieri della maggioranza hanno approvato la tanto attesa ultima delibera per la zona franca al consumo (7 voti favorevoli e 2 contrari), quella chiamata “delle sanzioni”, attraverso la quale si conclude il lungo e faticoso percorso di questa coraggiosa e temeraria sindaca che contro tutto e tutti, con la sola forza delle sue convinzioni e dell’amore per la sua gente, darà la zona franca al territorio comunale.

Con questa delibera, con una scadenza di 30 giorni alla sua pubblicazione, si chiede alla Regione Sardegna di procedere ad inviare la comunicazione dell’attivazione della zona franca di Giave e di tutta la Sardegna al Governo italiano, il quale dovrà poi inviarla alla UE.

«Complimenti al sindaco di Giave che ha veramente a cuore il paese ed i suoi elettori – ha commentato Francesco Scifo, segretario politico del Movimento Sardegna Zona Franca -. L’approvazione di ieri conclude un percorso iniziato a dicembre e adesso nessuno potrà fermare la zona franca di Giave che, insieme a Cagliari e Portovesme, saranno le uniche della Sardegna a breve e medio periodo. Ricordate queste tre zone franche poi, se vorrete, presenterete il conto ai politici della regione e dei comuni che vi hanno tagliato fuori dalla possibilità di uno sviluppo vero e sostenibile – conclude Francesco Scifo -. Difficilmente vedrete la notizia sula stampa di regime, perché ve la diamo noi.»

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“La Zona Franca al consumo in Sardegna”. Questo il tema dell’incontro dibattito che si terrà giovedì 14 dicembre, a partire dalle 18.00, presso l’aula consiliare del Comune di Sant’Antioco. Il convegno, dal tenore puramente informativo, è stato organizzato dal “Movimento Sardegna Zona Franca” con il patrocinio del comune di Sant’Antioco, che mette a disposizione l’aula consiliare allo scopo di favorire un’occasione di confronto e dibattito su un tema di interesse per i cittadini.

Relatore dell’appuntamento sarà la dottoressa Maria Rosaria Randaccio, intendente di Finanza in pensione e presidente del “Movimento Sardegna Zona Franca”. Dopo i saluti del sindaco Ignazio Locci, interverranno Roberta Manunza, consigliera delegata delle Politiche dello Sviluppo economico del comune di Sant’Antioco, e Roberta Serrenti, assessore del Turismo, Sport e Spettacolo del Comune di Sant’Antioco. Modererà il dibattito Claudia Mariani, consigliera e coordinatrice provinciale Sulcis Iglesiente del “Movimento Sardegna Zona Franca”. L’ingresso sarà libero.

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Il Consiglio comunale di Domusnovas ha approvato all’unanimità, nella seduta svoltasi ieri pomeriggio, la delibera contenente l’atto d’indirizzo per l’istituzione della zona franca al consumo, consegnata in prototipo via pec dal Movimento Sardegna Zona Franca, al sindaco Massimiliano Ventura. Un altro prototipo di delibera è stato recapitato anche al sindaco di Quartu Sant’Elena, Stefano Delunas, direttamente dalla dott.ssa Maria Rosaria Randaccio. Al Consiglio comunale di ieri, a Domusnovas, erano presenti molti cittadini ed alcuni membri del Consiglio Direttivo del Movimento Sardegna Zona Franca, incaricati di verificare la perfetta registrazione della pratica.

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Giovedì 12 ottobre, alle ore 12.00, presso la Biblioteca Universitaria di Cagliari si terrà un convegno sulla Zona Franca al consumo in Sardegna. Relatrice sarà la dott.ssa Maria Rosaria Randaccio, intendente di finanza in pensione e presidente del Movimento Sardegna Zona Franca. Saranno presenti, oltre all’avv. Francesco Scifo, segretario politico del Movimento, anche alcuni membri del Consiglio Direttivo e personalità del mondo universitario.

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«Insieme ai politici del PD, i peggiori nemici dell’utilizzo delle Franchigie Fiscali da parte dei residenti in Sardegna, dichiarata Zona Franca dal D.lgs. n. 75/98 (tutt’ora in vigore), sono i Commercialisti!»

Queste le durissime parole della dott.ssa Maria Rosaria Randaccio, presidente del Movimento Sardegna Zona Franca, la quale ci spiega che la Sardegna sarebbe già operativa da tempo – almeno per quanto riguarda le aziende – se non fosse per la maggioranza dei commercialisti che negano ai propri clienti l’invio dei documenti per entrare in regime di zona franca.

«Appare incomprensibile e privo di supporto giuridico – aggiunge Maria Rosaria Randaccio – il loro rifiuto ad applicare quanto previsto nei due Regolamenti Comunitari (n. 2913/92 e n. 2494/93) appositamente richiamati nel suddetto D.lgs. n. 75/98, e in particolare il loro rifiuto a rispettare anche quanto previsto dagli artt. da 166 a 182 del Regolamento n. 2913/92, articoli nei quali vengono disciplinate le zone franche della Comunità Europea, e quindi dell’Italia, che di tale comunità fa parte ai sensi del Trattato di Roma.
Rifiuto al rispetto di quanto previsto dall’art. 128 del suddetto Regolamento n. 2913/92 dove si prevede che “si possa chiedere il rimborso o lo sgravio dai dazi all’importazione qualora si dimostri che le merci d’importazione sono stati introdotti in una zona franca o in un deposito franco”
Il suddetto rifiuto viola principalmente le regole sulla tutela della concorrenza e del libero mercato di cui agli artt. da 101 a 115 del Trattato di Roma, ratificato dalla legge n. 1203/57, dove si prevede che sono vietati nei rapporti commerciali condizioni dissimili per prestazioni equivalenti, e – all’art. 107 – si prevede che non sono considerati aiuti di stato gli aiuti destinati a favorire lo sviluppo economico delle regioni ove il tenore di vita sia anormalmente basso, oppure si abbia una grave forma di sottoccupazione, nonché gli aiuti rivolti a consentire lo sviluppo delle isole ultraperiferiche di cui all’art. 349, e ai sensi dell’art. 105, e la Commissione è tenuta a vigilare e applicare le procedure di infrazione qualora non vengano rispettati i principi fissati dagli artt. 101 e 102 del suddetto Trattato.»

«Ciò che i residenti in Sardegna, in particolare le imprese con sede fiscale nell’isola, devono capire – sottolinea ancora Maria Rosaria Randaccio – è che per entrare in regime di zona franca è necessario soltanto inviare la Dichiarazione d’intento e che tale documento può essere inviato telematicamente da un consulente/commercialista che voglia fare gli interessi dei propri clienti e non perpetrare lo stato di ignoranza e di illecità che purtroppo grava sulle aziende e sui contribuenti, pena la condanna al risarcimento dei danni per gli errori commessi nelle dichiarazioni dei redditi effettuate fino ad ora.»

«E’ necessario ricordare ai commercialisti – conclude Maria Rosaria Randaccio – che la legge è uguale per tutta la Comunità europea, compreso quella fiscale (CEE), e che l’art .2 della Legge n.18/2015 prevede che costituisca colpa grave la violazione manifesta della legge nonché del diritto dell’Unione Europea.»

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La dott.ssa Maria Rosaria Randaccio, presidente del Movimento Sardegna Zona Franca e Intendente di Finanza in pensione, in risposta ai politici che in questi giorni stanno promuovendo dibattiti sulla creazione di “zone economiche speciali” in Sardegna, le cosiddette ZES, spiega perché esse non siano possibili per la Sardegna. Con il suo scritto la leader dei zonafranchisti dimostra come «i professori universitari che governano la Sardegna ignorino (senza vergognarsene) che i regolamenti comunitari riconoscono il diritto della Sardegna ad avere le franchigie fiscali di cui alle Direttive Comunitarie n. 69/75/CEE e n. 69/74/CEE, e non agli aiuti a finalità regionale chiamati ZES, di cui al Decreto Legge n. 91 del 20 giugno 2017 (non ancora convertito in legge) che all’art. 4 precisa che le modalità di istituzione delle ZES sono quelle indicate nel successivo articolo 5 (stesso D.L. n.91/17) dove si prevede che le agevolazioni fiscali concesse ai residenti nelle ZES, (tramite credito d’imposta di cui all’art. 1 commi 98 e seguenti della Legge n.208/2015), vengono concesse nel rispetto di tutte le condizioni previste dal Regolamento (UE) n. 651/2014».

«Il suddetto Regolamento (651/2014) all’art. 1 comma 3 lett. e) – aggiunge Maria Rosaria Randaccio – precisa che lo stesso regolamento NON SI APPLICA alle categorie di aiuti a finalità regionale individuate all’art. 13.
Art. 13 comma 1 lett. c) del Regolamento n.651/2014 precisa che dagli aiuti a finalità regionale sono esclusi i territori che hanno diritto agli aiuti sotto forma di “Regimi Fiscali” che compensano i costi di trasporto delle merci prodotte nelle regioni ultraperiferiche o nelle zone scarsamente popolate, regimi fiscali concessi a favore delle attività di produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti elencati nell’allegato I del Trattato.»

«Infatti, non dobbiamo dimenticare – sottolinea ancora Maria Rosaria Randaccio – che il D.lgs. n. 128/2015, all’art. 1 comma 3 e comma 4 prevede che non possono essere accusati del reato di evasione o di elusione fiscale, coloro che sono stati esonerati dal pagamento di Dazi Doganali, Iva ed Accise ai sensi dell’art. 34 del D.P.R. n.43/73, di quanto previsto nel D.lgs. n. 374/90 e di quanto previsto dalla normativa Doganale Europea sui “Diritti di Confine” e sulle “Franchigie Fiscali”.»

«Il D.lgs. n. 128/2015 – conclude Maria Rosaria Randaccio – non fa altro che confermare quanto già previsto dall’art. 5 del Regolamento n.952/2013, Nuovo Codice Doganale dell’Unione Europea (CDU) e nella Circolare esplicativa del suddetto Regolamento n. 8/D del 19 aprile 2016 Prot. n. 4757/RU dell’Agenzia delle Dogane.»

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Nonostante il lutto per la morte del suo caro amico Doddore Meloni ed un periodo di stressante lavoro, la dottoressa Maria Rosaria Randaccio, presidente del Movimento Sardegna Zona Franca, ha commentato con gioia la Sentenza della Corte Costituzionale n. 154 del 4 luglio 2017, con la quale viene respinto il ricorso presentato dalla Regione Sardegna sulla questione così detta “Vertenza Entrate”. «La Corte dà ragione a chi come noi – ha detto Maria Rosaria Randaccio – si batte da anni perché venga rispettato quanto previsto dal D.lgs. n. 75/98, ossia il decreto con il quale tutto il territorio della Sardegna è stato dichiarato zona franca. Doddore Meloni anche da morto è riuscito a fare un regalo ai sardi!»

«Nella succitata Sentenza – aggiunge Maria Rosaria Randaccio – la Corte Costituzionale tira le orecchie al presidente Pigliaru ricordandogli che il lamentato irragionevole sacrificio economico all’autonomia finanziaria della Regione, protetta dagli articoli 7 e 8 dello Statuto Sardo e dagli artt. 117 e 118 della Costituzione, è stato superato grazie ai vantaggi economici ottenuti con l’accordo stipulato il 21 luglio 2014, dei cui obblighi lo Stato Italiano si è fatto carico emanando il D.lgs. n. 114/2016. Sentenza n. 154/2017 che ci fa capire che i vantaggi economici compensativi sono quelli previsti dal D.lgs. n. 114/2016, che all’art. 14 autorizza l’attivazione in Sardegna delle “Franchigie Fiscali” ossia la concessione ai residenti dei benefici fiscali che competono a coloro che risiedono nei territori svantaggiati e pertanto dichiarati come extradoganali dall’art. 251 e art. 170 del D.P.R. n. 43/73, i cui svantaggi (come essere isole lontane) risultano individuati dall’art. 92 e 234 del Trattato di Roma ratificato con la Legge del 1957, dove si prevede rispettivamente:

– che gli aiuti dati ai residenti nelle zone Franche extradoganali non possono essere considerati come “aiuti di Stato”; 

– e che la Comunità Economica Europea si impegna a rispettare tutti i diritti degli Stati membri antecedenti alla nascita della CEE, e tra questi diritti da rispettare rientrava ovviamente il diritto all’istituzione in Sardegna delle Zone Franche in quanto previsto all’art. 12 dello Statuto Sardo approvato con la Legge Costituzionale n. 3/1949.»

«Sentenza n. 154/2017 dove si precisa anche – sottolinea ancora Maria Rosaria Randaccio – , che il richiamato D.lgs. n. 114/2016 che detta norme di attuazione all’art. 8 della Statuto Sardo individuando la percentuale delle entrate fiscali devolute dallo Stato alla Regione, all’art. 18 precisa che «le disposizioni contenute dello stesso decreto (114/2016) sono applicabili a decorrere dal 1° gennaio 2010, al fine di eliminare gli squilibri finanziari che sono la causa principale dei problemi economici dell’isola.»
«Decorrenza giuridica al 2010 (del D.lgs. n. 114/2016) che significa di fatto – conclude Maria Rosaria Randaccio – rendere nulle (anzi inesistenti) tutte le cartelle esattoriali notificate da Equitalia ai residenti in Sardegna, cartelle che hanno determinato gli squilibri finanziari che l’Italia si è impegnata a sanare con il D.lgs. n. 114/2016 la cui applicazione decorre dal 1° gennaio 2010.»

 

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La dottoressa Maria Rosaria Randaccio, presidente del Movimento Sardegna Zona Franca, fiscalista, mette a disposizione di tutti coloro che vogliono iniziare ad avvalersi del regime fiscale della zona franca, il documento da consegnare ai propri commercialisti, affinché inviino all’Agenzia delle Entrate la Dichiarazione d’Intento per i propri clienti che lo richiedono.

Il nuovo modello di dichiarazione d’Intento è stato inserito nel Decreto Semplificazioni e può essere utilizzato a partire dal 1 marzo 2017. In esso è stata eliminata la possibilità di richiedere acquisti in sospensione di Iva dal … al …, per cui resterà la possibilità o di indicare un importo fisso (quello della fornitura) ovvero un importo massimo valido per più forniture, fino a concorrenza del quale il fornitore dovrà emettere fattura senza Iva.

In sostanza, gli esportatori abituali dovranno indicare, per ciascun fornitore, l’importo fino a concorrenza del quale il fornitore potrà emettere, per l’anno solare di riferimento, fatture senza applicazione dell’IVA.

Nel caso in cui il commercialista non voglia procedere all’invio della documentazione, è possibile compilare e spedire in proprio tale dichiarazione scaricando il software dal sito dell’Agenzia delle Entrate.

Il Movimento Sardegna Zona Franca istituirà a breve dei corsi collettivi dedicati ai propri soci per la corretta compilazione della Dichiarazione d’Intento. Le iscrizioni apriranno la settimana prossima. 

Maria Rosaria Randaccio. Foto di Fabio Murru.