29 March, 2024
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Palazzo del Consiglio regionale 2014 2 copia

Continua il testa a testa tra il governatore uscente Ugo Cappellacci e il candidato del centrosinistra Francesco Pigliaru. Dopo lo scrutinio di 82 sezioni su 1.836, Ugo Cappellacci è davanti con 8.313 voti, il 42,32%, contro 8.161 voti, il 40,82% di Francesco Pigliaru. Meno netto il divario delle liste rispetto alla rilevazione precedente: 5.040 voti, il 46,84%, per il centrodestra, 4.393 voti, il 40,82%, per le liste del centrosinistra.

Al terzo posto ancora Michela Murgia con 1.973 voti, il 10,04% (847 voti e il 7,87% di liste); Mauro Pili con 976 voti, il 4,96% (407 voti e il 3,78% di liste); Pier Franco Devias con 142 voti, lo 0,72% (48 voti e lo 0,48% di lista); Gigi Sanna con 77 voti, lo 0,39% (25 voti e lo 0,23% di lista).

Lo scrutinio di 49 sezioni su 1.836: Ugo Cappellacci è davanti a Francesco Pigliaru. Il governatore uscente ha ottenuto 4.268 voti, per una percentuale del 44,18%, Francesco Pigliaru ottenuto 3.865 voti, il 40,01%. Più marcato il divario dei voti di lista: 1.989 voti per le liste del centrodestra, il 54,38%; 1.318 i voti delle liste della coalizione di centrosinistra, il 36,04%.

Alle spalle dei due principali schieramenti, ci sono Michela Murgia con 964 voti, il 9,98% (217 voti e il 5,93% di lista); Mauro Pili con 435 voti, il 4,50% (114 voti e il 3,11% di lista); Pier Franco Devias con 79 voti, lo 0,81% (14 voti e lo 0,38% di lista); Gigi Sanna con 48 voti, lo 0,49% (5 voti e lo 0,13% di lista).

E’ stato effettuato questa mattina, in Corte d’Appello, a Cagliari, il sorteggio per determinare le posizioni dei candidati e delle liste nelle schede elettorali per le Regionali del 16 febbraio in Sardegna.

Al primo posto tra i candidati alla carica di governatore è stato sorteggiato Gigi Sanna, candidato della lista Movimento Zona Franca; seguono Ugo cappellacci, candidato della coalizione di centrodestra; Francesco Pigliaru, candidato della coalizione di centrosinistra; Pier Franco Devias, candidato della lista Fronte Indipendentista Unidu; Mauro Pili, candidato della coalizione Popolo Sardo; e, infine, Michela Murgia, candidata della coalizione Sardegna Possibile.

Sono sei i candidati alla presidenza della Regione per le elezioni in programma il prossimo 16 febbraio. Sono il governatore uscente Ugo Cappellacci, candidato della coalizione di centrodestra; l’economista Francesco Pigliaru, candidato della coalizione di centrosinistra; il deputato, ex presidente della Regione, Mauro Pili, candidato di quattro liste; la scrittrice Michela Murgia, candidata della coalizione Sardegna possibile, comprendente tre liste; Pierfranco Devias, laureato in filosofia, candidato della lista Fronte unidu indipendentista; Gigi Sanna, insegnante in pensione, candidato della lista Movimento Zona Franca. Come preannunciato nei giorni scorsi, sono stati esclusi dalla corsa Cristina Puddu, candidata della lista Meris (per aver presentato un insufficiente numero di firme) e Michelangelo Serra, candidato della lista Iride, Onestà e Progresso (esclusa per aver presentato liste in sole due circoscrizioni, mentre il numero minimo era di sei su otto).

Il Palazzo del Consiglio regionale.

Il Palazzo del Consiglio regionale.

Domani  quasi certamente verrà ufficializzata dalla Corte d’Appello del tribunale di Cagliari l’esclusione delle liste “Meris” e “Onestà e Progresso” dalle elezioni regionali del 16 febbraio, la prima per la mancanza del numero di firme minimo richiesto dalla normativa vigente; la seconda per essere presente in sole due circoscrizioni (la legge prevede una presenza in almeno sei delle otto circoscrizioni). Il numero dei candidati alla presidenza (i termini per la presentazione delle candidature al tribunale di Cagliari scade domani alle 12.00), scenderà così a sei (Francesco Pigliaru, Ugo Cappellacci, Mauro Pili, Michela Murgia, Pierfranco Devias, Gigi Sanna); il numero delle liste 28 a Cagliari e 26 nel Sulcis Iglesiente, dove i candidati al Consiglio regionale che si contenderanno i quattro posti disponibili, sono complessivamente 98.

Il Palazzo del Consiglio regionale.

Il Palazzo del Consiglio regionale.

Francesco Pigliaru 1 copia

Il Partito Democratico ha sciolto le ultime riserve ed ha scelto il professor Francesco Pigliaru, prorettore dell’Università di Cagliari dal 2009, quale candidato alla presidenza della Giunta regionale alle elezioni in programma il prossimo 16 febbraio.
Laureato in Scienze Politiche presso l’Università di Sassari nel 1978, ha conseguito il Diploma di Scuola Superiore di Economia “Enrico Mattei” di Milano nel 1979 e, nel 1981, il Master di Philosophy in Economics, presso l’ University of Cambridge.
Francesco Pigliaru è stato inoltre consigliere di Amministrazione del Banco di Sardegna dal 1998 al 2001 ed assessore regionale della Programmazione e Bilancio della Giunta Soru dal 2004 al 2006.
Con la designazione di Francesco Pigliaru, il Partito Democratico e quindi l’intera coalizione di centrosinistra hanno superato l’impasse determinato dal ritiro della candidatura dell’europarlamentare di Sorgono Francesca Barracciu, che era risultata vincitrice delle elezioni primarie svoltesi il mese scorso e successivamente è rimasta coinvolta nell’inchiesta della Magistratura cagliaritana sulla gestione dei fondi destinati ai gruppi consiliari regionali.
Con Francesco Pigliaru sale a sette il numero dei candidati alla carica di governatore della Sardegna già in campo. Saranno della partita il governatore uscente, Ugo Cappellacci, alla guida della coalizione di centrodestra, formata da Forza Italia, Fratelli d’Italia, UDC, Riformatori Sardi, UDS (nelle prossime ore potrebbe essere ufficializzata anche la presenza del Partito Sardo d’Azione, già componente del centrodestra nella prima parte della legislatura appena conclusa); il deputato di Unidos, ex Forza Italia e Pdl ed ex presidente della Regione, Mauro Pili, che dovrebbe avere il sostegno di alcune liste, prevalentemente indipendentiste; la scrittrice Michela Murgia, candidata di Sardegna Possibile, una coalizione formata da Progres e da due liste civiche: Gentes e Comunidades; Pier Franco Devias per la lista Fronte Unidu; Cristina Puddu per la lista Meris di Doddore Meloni; Gigi Sanna, per il Movimento Zona Franca. Resta ancora incertezza sul candidato del Movimento cinque stelle e sulla sua stessa presenza alla competizione elettorale, dopo le polemiche dei giorni scorsi, ma i dubbi dovrebbero essere sciolti nelle prossime ore.
Ricordiamo che da quest’anno si voterà nuovamente in una sola giornata, il 16 febbraio. Venti consiglieri regionali verranno eletti nella circoscrizione provinciale di Cagliari, 12 in quella di Sassari, sei a testa in quelle di Nuoro e Oristano, cinque in quella di Olbia Tempio, quattro a testa in quella di Carbonia Iglesias e del Medio Campidano, due in quella dell’Ogliastra.

Mauro Pili copiaMauro Pili F

Ora è ufficiale: Mauro Pili sarà candidato alla presidenza della Regione con il suo movimento Unidos. L’annuncio questa sera al teatro Massimo di Cagliari, davanti a circa 700 persone, nel corso dell’incontro organizzato «per tracciare la strada della Rivoluzione Sarda, la rivoluzione delle nostre coscienze, la rivoluzione dei sardi protagonisti».

Dopo tre lustri, nel corso dei quali ha raggiunto prima la presidenza della Regione con Forza Italia, poi per due volte un seggio della Camera con il PdL, Mauro Pili tre settimane fa ha lasciato il movimento-partito fondato da Silvio Berlusconi e si è schierato nel gruppo misto della Camera con il simbolo del movimento “Unidos”.

Con Mauro Pili diventano quattro i candidati alla Presidenza della Regione già in campo. Gli altri tre sono: Francesca Barracciu, europarlamentare del Partito Democratico, vincitrice delle primarie del centrosinistra; la scrittrice Michela Murgia, candidata del movimento “Progress”; il Governatore uscente, Ugo Cappellacci. I rapporti tra Mauro Pili e Ugo Cappellacci (nipote di Carlo Meloni, primo sindaco di Iglesias del Dopoguerra) non sono mai stati buoni e anche questa sera Mauro Pili non ha mancato di lanciare bordate contro il presidente della Regione.

Al via della campagna elettorale ci sarà sicuramente almeno un quinto candidato, quello del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, che scaturirà da una consultazione della base via internet.

Il Palazzo del Consiglio regionale.

Il Palazzo del Consiglio regionale.

Il centrosinistra è alle prese con la sfida a cinque delle primarie per la scelta del candidato governatore (tra Francesca Barracciu, Gianfranco Ganau, Roberto Deriu, Andrea Murgia e Simone Atzeni), con operazioni di voto fissate per il 29 settembre; nel centrodestra c’è un’unica certezza, l’autoricandidatura del presidente uscente Ugo Cappellacci, e tante divisioni, per superare le quali molto probabilmente ancora una volta verrà chiesto “aiuto” al leader Silvio Berlusconi; il Movimento 5 Stelle farà ancora corsa solitaria e sceglierà il suo candidato Governatore attraverso le primarie on line; gli indipendentisti stanno cercando di creare un fronte unico, il più largo possibile, con una candidata Governatore già in campo, la scrittrice Michela Murgia.

A circa sette mesi dal voto, il panorama politico che precede le Regionali 2014 è molto complicato per le divisioni tra i partiti e tra le varie componenti interne agli stessi, condizionato fortemente dal nuovo sistema elettorale scaturito dall’approvazione della legge statutaria regionale del 25 giugno 2013, tornata in Aula dopo l’impugnazione del Governo e riapprovata il 28 agosto con l’“Abrogazione del comma 3 dell’articolo 22 della legge statutaria elettorale approvata il 25 giugno 2013 (Legge statutaria elettorale ai sensi dell’articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna)”.

Il prossimo presidente della Regione sarà il candidato che otterrà il maggior numero di voti validi (art. 1 comma 4 e art. 11 comma 2). Questo significa che, in presenza di una profonda frammentazione del voto, con tre grandi schieramenti ed un forte fronte indipendentista, è concreta la possibilità che per vincere le elezioni possa essere sufficiente superare la soglia del 30% dei voti. E’ evidente che saranno decisive le alleanze ed anche le forze minoritarie, in seno ad un’alleanza, potrebbero decidere la partita.

La legge statutaria all’art. 1, comma 7, prevede due soglie di sbarramento, con l’esclusione dall’attribuzione dei seggi:

a) i gruppi di liste che fanno parte di una coalizione che ottiene meno del 10 per cento del totale dei voti validi ottenuti da tutti i gruppi di liste a livello regionale;
b) i gruppi di liste non coalizzati che ottengono meno del 5 per cento del totale dei voti ottenuti da tutti i gruppi di liste a livello regionale.

Lo sbarramento al 5 per cento per i gruppi di liste non coalizzati, è evidente, costituiscono un fortissimo freno alle ambizioni di chi starebbe pensando di fare corsa solitaria e quindi un’altrettanto forte spinta a stringere alleanze in seno alle coalizioni maggiori.

L’art. 13 fissa la ripartizione dei seggi ed il premio di maggioranza:

a) il 60 per cento dei seggi del Consiglio regionale se il presidente proclamato eletto ha ottenuto una percentuale di voti superiore al 40 per cento;

b) il 55 per cento dei seggi del Consiglio regionale se il presidente proclamato eletto ha ottenuto una percentuale di voti compresa tra il 25 ed il 40 per cento.