23 April, 2024
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«La bocciatura da parte della commissione europea del piano di sviluppo rurale, da sempre uno dei cardini per il finanziamento dell’agricoltura in Sardegna è la dimostrazione dell’approssimazione con cui la Giunta si muove anche su temi estremamente delicati e strategici. A rischio ora ci sono oltre un miliardo di euro.»

Lo dice il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa.

«La figuraccia europea sia di monito ad una maggioranza che si ritiene unica depositaria della verità ma che, oltre a salire in cattedra, nei fatti sta creando un danno serio all’economia della nostra Regione.» 

«Ci auguriamo – dice ancora Cossa – che chi ha la responsabilità politica, ma soprattutto chi ha la responsabilità operativa agisca ora con la necessaria precisione e scrupolo quanto a indicazione dei dati e a determinazione delle strategie necessarie a garantire lo sviluppo di un settore in cosi grave difficoltà, che ha risentito più degli altri della incapacità di chi si è limitato con Le istituzioni europee a giocare un ruolo da comprimario. Troppo spesso la Sardegna non è stata in grado nè di individuare i problemi ne di elaborare le strategie adeguate, restando indietro rispetto alle altre regioni europee in termini di modernizzazione e di presenza sul mercato. Le conseguenze – conclude Michele Cossa – sono purtroppo sotto gli occhi di tutti.»

«Con l’avvio della tratta della metropolitana sino al Policlinico ora è più che mai necessario che l’Arst si preoccupi di collegare Sestu al presidio dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari.» Lo dice il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa.

«La Regione – dice ancora Cossa – ponga fine alla paradossale situazione di Sestu, che fa parte della Città Metropolitana ma è servita da trasporti di tipo extraurbano. Un disservizio che non è più tollerabile per i cittadini di Sestu che non sono di serie B e hanno diritto, al pari degli altri di poter raggiungere facilmente la città di Cagliari. La nuova stazione della metropolitana può aiutare a fare una prima risposta».

Michele Cossa

Il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, interviene sulle trattative per la formazione delle alleanze per le prossime elezioni amministrative di Quartu Sant’Elena.

«Quartu ha bisogno di un vero cambiamento. Di una discontinuità con il presente e con il passato. Ecco perché – dice Michele Cossa – siamo convinti che subito i partiti, le liste e i movimenti che sono alternativi alla sinistra debbano sedersi attorno a un tavolo regionale per decidere al più presto di partire con una nuova guida e una coalizione ampia per la vittoria alle comunali di Quartu Sant’Elena. Abbiamo detto e ripetiamo che la terza città della Sardegna ha bisogno dalla politica del segnale di un drastico cambio di rotta. E’ indispensabile dare ai cittadini la speranza che i programmi possono essere realizzati e le risposte ai bisogni della gente devono essere date. Una gestione personalistica dell’amministrazione e scelte guidate unicamente da ambizioni individuali hanno creato le premesse per riconsegnare la Città a forze politiche che hanno fatto del male a Quartu e hanno portato avanti strategie sbagliate e di piccolo cabotaggio, relegandola in un ruolo marginale nell’Area vasta. Il nostro impegno – conclude Cossa – è invece quello di superare l’attuale guida della città con una coalizione allargata a tutti i moderati che davvero vogliono fare il bene di Quartu.»

«Con l’avvio della tratta della metropolitana sino al Policlinico ora è più che mai necessario che l’Arst si preoccupi di collegare Sestu al presidio dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari». Lo dice il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa.

«La Regione – dice ancora Cossa – ponga fine alla paradossale situazione di Sestu, che fa parte della città metropolitana ma è servita da trasporti di tipo extraurbano. Un disservizio che non è più tollerabile per i cittadini di Sestu che non sono di serie B e hanno diritto, al pari degli altri di poter raggiungere facilmente la città di Cagliari. La nuova stazione della metropolitana può aiutare a fare una prima risposta.»

«Area sfratta gli inquilini poveri e la Regione non fa nulla per fermare questo scempio.» La denuncia viene dal coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, che sul tema aveva già presentato un’interrogazione alla Giunta, rimasta però lettera morta.

«La situazione è sempre più grave – dice ancora Cossa – siamo al dramma sociale. Tantissimi residenti nella case popolari, soprattutto a Cagliari, stanno ricevendo gli avvisi di sfratto. Si tratta in genere di persone che non hanno di che sfamare la famiglia e si trovano a causa della crisi in situazioni di estrema povertà. Non certo per colpa loro.»

A questo punto, però, la situazione si sta facendo davvero tragica. «Area è obbligata ad agire ma la Giunta deve intervenire urgentemente – dice ancora il coordinatore regionale dei Riformatori sardi – convocando i Comuni e Area per esaminare tutti i casi che stanno emergendo in queste ore. Pensiamo a cosa succederà nel quartiere di Sant’Elia se non si interviene subito. Serve un piano per evitare che migliaia di sardi perdano la casa – conclude Cossa -, aggiungendo tensione ad una situazione già tragica a causa dell’emergenza occupazionale.»

Michele Cossa

Cristiano Erriu  11 copia

Il Fondo Unico degli Enti locali per il 2015 ammonta a 600 milioni: 528 andranno ai comuni, 72 alle province. Lo ha comunicato nel pomeriggio l’assessore regionale degli enti locali Cristiano Erriu durante l’audizione in Prima Commissione. «Ci sono circa tre milioni in meno rispetto allo scorso anno – ha detto Erriu – se si tiene conto dei trasferimenti in conto capitale per cantieri comunali e la realizzazione di opere pubbliche si arriva a 1,3 miliardi di euro a favore del sistema degli enti locali».

Erriu ha confermato, anche per quest’anno, i criteri di ripartizione del Fondo: il 40% sarà diviso in parti uguali tra i comuni, il restante 60% in base al numero degli abitanti. Per favorire e incentivare le Unioni dei Comuni è previsto un aumento dal 3 al 9 per cento della quota del Fondo Unico riservata a chi sceglie la strada della gestione associata delle funzioni. «E’ un segnale politico che si vuole dare per scongiurare il rischio commissariamento dei comuni che non provvedano ad associarsi entro il 31 dicembre come previsto dalla riforma – ha proseguito l’assessore – chi non si adegua rischia inoltre di non poter più fare acquisti di beni e servizi».

Erriu ha poi evidenziato alcune criticità del sistema degli enti locali. La più importante riguarda le finanze provinciali. Tra tagli statali e prelievo forzoso dell’RCA (passato a livello nazionale dai 400 milioni del 2014 a un miliardo per il 2015)  le province avranno l’80 per cento in meno delle risorse disponibili. Senza l’intervento della Regione, gli enti intermedi rischiano di non poter far fronte alle spese correnti.

L’esponente della Giunta, rispondendo alla richiesta di chiarimenti da parte di Stefano Tunis (Forza Italia) sulla destinazione delle risorse del Fondo Unico e sul mancato trasferimento agli enti locali di circa 260 milioni di euro nel 2014, ha chiarito che quei soldi sono stati contabilizzati come residui. Per abbatterli sarà utilizzata una parte dei 330 milioni di euro trasferiti dallo stato alla Regione dalla compartecipazione alle entrate fiscali del 2010.

In riferimento alla questione sul definanziamento delle opere pubbliche non portate a termine dai Comuni, sollevata da Michele Cossa (Riformatori), l’assessore ha confermato che il provvedimento riguarderà solo le opere ormai irrealizzabili, mentre per quelle bloccate dalla macchina burocratica regionale sarà concessa un ulteriore proroga.

L’assessore ha infine accolto il suggerimento di Roberto Deriu (Pd) per la costituzione di un fondo presso l’assessorato degli enti locali che consenta di governare meglio il passaggio dal vecchio al nuovo sistema delle autonomie e contrastare le eventuali emergenze. «La creazione di un fondo di perequazione regionale – ha ammesso Erriu – può essere uno strumento utile per superare le criticità».

Al termine della seduta, il presidente della commissione Francesco Agus ha annunciato la presentazione nelle prossime ore del parere di competenza sulla manovra finanziaria 2015 (con l’astensione della minoranza).

Agus ha ribadito le perplessità su alcune disposizioni della finanziaria: a) sottrazione del 9 per cento delle risorse ai Comuni per trasferirle alle Unioni con il rischio di incidere pesantemente sul bilancio degli enti locali; b) decremento dei fondi destinati alla province in attesa del via libera definitivo alla riforma; c) valutazione del riordino o della soppressione del Comitato dei garanti, organo della valutazione delle prestazioni dei dirigenti, alla luce dell’entrata in vigore della nuova disciplina sulle performance dirigenziali.

Segnalate, infine, alcune difficoltà interpretative su alcune disposizioni della Finanziaria 2015 in merito ai rapporti tra le fonti normative e alle competenze assegnate dallo Statuto al Consiglio e alla Giunta.

Manifestazione, domani mattina, alle 10.30, organizzata dai Riformatori sardi, di fronte ai cancelli della Saras, a Sarroch. Saranno presenti il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa; il presidente della commissione Affari sociali della Camera, Pierpaolo Vargiu; il presidente dei consiglieri regionali dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni; il consigliere regionale Luigi Crisponi; il presidente del Centro Studi dei Riformatori sardi, Franco Meloni; l’avvocato Roberto Frongia. L’obiettivo è convincere la Giunta regionale a fare la sua parte nella vertenza sulle accise.

Saras di notte copia

I Riformatori sardi sollecitano la Giunta regionale a completare i collegamenti della Metropolitana sino al Policlinico.

«Sei mesi per fare i collaudi sono troppi – dice il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa -. Ê arrivato il momento che la Giunta regionale faccia partire il collegamento da e per il Policlinico. Si tratta di una tratta fondamentale che consentirà ai pazienti e agli universitari, studenti e docenti, che devono andare al Policlinico di Monserrato di raggiungerlo con molta più facilità. In più risolverebbe in parte l’anacronistica situazione dei trasporti di Sestu, unico comune dell’area vasta ad avere collegamenti di tipo “extraurbano”. Ci chiediamo perché, a sei mesi dal viaggio di prova dell’assessore, ancora non siano stati comperati i collaudi. Francamente – conclude Michele Cossa – ci sembra un’assurdità e adesso chi ha le responsabilità deve assumersele tutte e dare risposte chiare.»

Michele Cossa

Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Il Consiglio regionale ha approvato ieri sera la legge che sopprime l’agenzia “Sardegna Promozione”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Il Consiglio ha cominciato l’esame dell’ordine del giorno, con DL n. 98 relativo alla soppressione dell’Agenzia “Sardegna Promozione”. Il presidente ha quindi dato la parola al relatore del provvedimento Piero Comandini (Pd).

NeI suo intervento, Comandini (Pd) ha osservato che la Giunta sta seguendo un indirizzo coerente con il contenuto di altre Proposte di legge di iniziativa consiliare presentate sull’argomento. Quando venne costituita l’Agenzia nel 2006, ha ricordato Comandini, «rappresentava uno strumento positivo e innovativo per lo sviluppo del turismo, la promozione dell’immagine della Sardegna nel mondo ed il sostegno alla crescita internazionale delle imprese sarde, in un contesto di forte semplificazione e riorganizzazione del settore secondo un modello che intendeva riunire competenze svolte fino ad allora da più assessorati». Nella realtà, ha spiegato poi il consigliere del Pd, «dopo il cambio di maggioranza nel 2009 alcuni assessorati non hanno delegato alcuna competenza e l’Agenzia si è occupata solo di promozione turistica; questo è stato l’elemento negativo che è andato in una direzione opposta rispetto alla legge istitutiva, esaurendo il ruolo dell’Agenzia in quello di un braccio operativo della presidenza». «La situazione economica attuale – ha aggiunto Comandini – è profondamente cambiata, anche la Regione Sarda deve fare cura dimagrante al pari delle altre Regioni sulla stessa materia come la Toscana». Concludendo, il consigliere del Pd ha assicurato che nessuno dei dipendenti dell’Agenzia sarà lasciato a casa, anzi «tutte le professionalità esistenti saranno valorizzate».

Il consigliere Francesco Agus (Sel) ha esordito affermando che «non tutte le ciambelle escono col buco; quando Sardegna promozione venne istituita dalla Giunta Soru aveva lo scopo di evitare sovrapposizioni sostenendo la crescita del turismo e la penetrazione internazionale delle imprese sarde, ma occorre riconoscere che entrambi gli scopi non sono stati raggiunti». Lo scenario di riferimento, inoltre, secondo Agus «è profondamente cambiato ed anche per questo si rende necessaria la sua chiusura, senza dimenticare che nell’ultima fase di attività l’Agenzia si è occupata solo della concessione di contributi in modo quantomeno discutibile». Il problema, ha detto ancora il consigliere di Sel, «è che le politiche di promozione oggi sono al palo, c’è grande distanza fra quello che siamo e quello che dovremmo essere; Sardegna Promozione, peraltro, ha alimentato false speranze anche perchè aiutare lo sport è una cosa importante ma va fatto con serietà». «Oggi – ha sintetizzato Agus – usciamo finalmente dall’ambiguità, stiamo chiudendo una Agenzia che ha fatto male anche se gli obiettivi restano validi, usciamo piuttosto dal provincialismo concentrandoci sull’area Mediterranea e sui mercati mondiali emergenti come la Cina: per raggiungere questi obiettivi è auspicabile la creazione di un ente di natura pubblico-privata che metta insieme tutti i soggetti che operano nel turismo, dalle Camere di commercio alle imprese del settore».

Stefano Tunis (Forza Italia), in apertura del suo intervento, ha denunciato una carenza di motivazione nel provvedimento all’esame del Consiglio. «Perché – ha chiesto Tunis – si discute oggi la soppressione dell’Agenzia “Sardegna Promozione”, istituita dalla Giunta Soru e gestita dal centrosinistra per anni? E’ forse un regolamento di conti all’interno del Pd che esprime la volontà dell’attuale maggioranza di marcare la differenza rispetto alla precedente esperienza del centrosinistra alla guida della Regione?».

L’esponente di Forza Italia ha poi rimarcato l’urgenza di affrontare problemi molto più importanti per la Sardegna. «Ci sono in campo tante questioni ancora irrisolte – ha detto Tunis – come la nuova legge urbanistica, la finanziaria 2015, l’emergenza occupazione e gli interventi a sostegno dell’economia. La priorità invece sembra essere quella di cancellare ciò che ha fatto Soru. Perché non farlo nel corso del dibattito sulle primarie del PD?». Tunis ha infine sollecitato la maggioranza a chiarire come intende affrontare in futuro il problema della promozione locale e della valorizzazione del marchio Sardegna in giro per il mondo.

Secondo Mario Floris (Uds), il provvedimento in discussione non fa che confermare la linea politica adottata dalla Giunta regionale nel suo primo anno di mandato. «L’esecutivo regionale ha preso come esempio il Governo nazionale. Si copia ciò che fa Renzi. E’ la politica dei piccoli passi: si distrugge quello che c’è ma non s’intravede una strategia di lungo termine». Floris ha poi ricordato i risultati ottenuti in passato con l’Esit (Ente Sardo Industrie Turistiche), gli enti provinciali per il turismo e le agenzie collegate per la promozione della Sardegna nel mondo. «Avevamo una struttura meravigliosa che camminava con le sue gambe. Poi si è ritenuto di accentrare tutte le competenze in un’unica agenzia. Ora si vuole cambiare direzione con la cancellazione di Sardegna Promozione». Il leader dell’UDS ha poi definito “contraddittoria” l’azione della Giunta e della sua maggioranza che rivendica più competenze al Consiglio e poi affida alla Presidenza della Giunta e agli assessorati competenti tutto il potere decisionale in materia di promozione turistica.

Roberto Desini, capogruppo del Centro Democratico, ha invece difeso la proposta di soppressione dell’Agenzia. «Anzi – ha detto Desini – questo provvedimento doveva essere approvato all’inizio della legislatura. Se si discute oggi è perché, a più riprese, la minoranza ha chiesto un rinvio dell’esame». Desini ha poi denunciato un uso improprio di Sardegna Promozione: «Lo spirito con cui è stata istituita l’Agenzia è venuto meno. Il centrodestra lo ha trasformato in bancomat elettorale, in strumento politico e propagandistico».

L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato il finanziamento di fiction televisive «che non sono servite a migliorare l’immagine della Sardegna», i contributi a società sportive che nulla avevano a che fare con la promozione turistica. «Sardegna Promozione è il modello di gestione del governo della Regione da parte della Giunta Cappellacci. Un modello sbagliato che oggi viene cancellato. L’intenzione di questa maggioranza – ha concluso Desini – è rimettere a posto l’intero sistema Sardegna».

Il presidente ha poi dato la parola al capogruppo del Pd, Pietro Cocco, il quale ha condiviso l’intervento del relatore della maggioranza sul motivo per cui si va verso la chiusura di Sardegna Promozione. Cocco ha spiegato che l’agenzia era nata con uno spirito molto ambizioso: parlare di Sardegna nel mondo coordinando le iniziative con i diversi assessorato. La legge istitutiva era lodevole, ha spiegato l’esponente della maggioranza, ma poi sono gli uomini che hanno il compito di usare gli strumento a disposizione e non lo ha fatto nel giusto modo. Cocco ha poi riversato le responsabilità del fallimento di questa iniziativa  la scorsa maggioranza di centrodestra. «Lo strumento era nobile ma non l’utilizzo che ne è stato fatto», ha affermato, auspicando che le funzioni tornino in capo ai diversi assessorati, così come il personale. E’ poi intervenuta Alessandra Zedda, in qualità di capogruppo di Forza Italia, la quale ha chiarito che Fi non vuole tenere in vita Sardegna promozione, ma ha ribadito la necessità di dotarsi di uno strumento e di una regia unica per la promozione della Sardegna nel mondo. «Ammetto che Sardegna promozione non ha svolto appieno i compiti per cui era stata pensata», spiegando poi che il centrodestra aveva «ereditato un’agenzia vuota, senza personale e con due direzioni generali senza nessuno da dirigere. Il presidente Soru ha avuto una giusta intuizione, ossia un’unica agenzia per la promozione dell’immagine della Sardegna». Per Zedda in questa legge manca un’alternativa all’agenzia: «Avremmo preferito che la soppressione arrivasse nell’ambito di una riorganizzazione generale della Regione». Per il consigliere di forza Italia la regia potrebbe essere trasferita alla Presidenza della Regione e ha esortato la maggioranza a non dimenticare che siamo alle porte dell’Expo 2015.

L’assessore del Turismo, Francesco Morandi, ha ricordato in apertura del suo intervento, le funzioni affidate all’agenzia “Sardegna Promozione”: promozione economica; internazionalizzazione dei prodotti; attrazione degli investimenti. Morandi ha quindi evidenziato come tra tali funzioni non vi sia quella della promozione turistica, sottolineando la complessità dei compiti assegnati a Sardegna promozione. L’assessore ha quindi spiegato che l’agenzia non è mai stata nei fatti un ente autonomo e le sue attività sono state garantite attraverso i trasferimenti effettuati dai diversi assessorati. Tra questi, l’assessore Morandi, ha ricordato i 13 milioni e mezzo di euro in capo al Turismo. «L’agenzia – ha proseguito il membro dell’esecutivo Pigliaru – ha erogato contributi di scopo con un’attività che è tipica degli assessorati regionali». Per quanto attiene i processi gestionali, l’assessore ha definito l’agenzia “una costola dell’amministrazione regionale”. «La Giunta – ha dichiarato Morandi – ha compiuto una valutazione tecnica ed ha accertato la sproporzione dei fini assegnati a Sardegna Promozione, rispetto ai mezzi e agli strumenti messi a disposizione». Il delegato del Turismo ha quindi insistito sulla natura giuridica dell’agenzia di cui si propone la soppressione per affermare che «invece di un’agenzia di promozione sarebbe più utile un’agenzia di sviluppo, sull’esempio di ciò che è stato fatto nella regione Veneto».

«La Giunta – ha proseguito l’assessore – ha quindi deciso con grande sofferenza di riportare le competenze che sono attualmente in capo all’agenzia, all’interno dei singoli assessorati e di procedere con la soppressione di “Sardegna Promozione.»

Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con scrutinio elettronico (presenti: 47; votanti: 45; favorevoli: 45).

Il presidente Ganau ha annunciato la presentazione di un emendamento sostitutivo parziale (Cocco Pietro e più) all’articolo 1 Soppressione dell’Agenzia governativa regionale Sardegna Promozione del Dl 98 che così recita: «Al comma 1, dopo le parole “è soppressa”, il periodo “trascorsi 30 giorni dall’entrata in vigore della presente legge” è sostituito dal seguente “all’entrata in vigore della presente legge”».

Sono intervenuti nella discussione il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, la consigliera di Fi, Alessandra Zedda e la consigliere del Cd, Anna Maria Busia. L’assessore del Turismo, Francesco Morandi, in risposta ad alcune precisazioni chieste dalla consigliera Zedda, in merito alla conclusione delle pratiche al momento in corso presso l’agenzia “Sardegna Promozione”, ha assicurato che le «funzioni di Sardegna Promozione saranno trasferite automaticamente agli assessorati di riferimento».

Il relatore di maggioranza, Piero Comandini (Pd) ha espresso parere favorevole all’emendamento n. 1 e analogo parere è stato espresso per conto della Giunta dall’assessore Morandi. Il presidente ha quindi proceduto con la votazione dell’emendamento sostitutivo, che è stato approvato,  e con la votazione dell’articolo 1) che è stato approvato.

Il presidente ha quindi aperto la discussione sull’articolo 2 e sugli emendamenti.

Il consigliere Mario Floris (Sardegna) ha ribadito la sua posizione favorevole al provvedimento sottolineando però, a suo avviso, la validità dell’idea originaria. «Se questo validità viene riconosciuta – ha osservato – non si capisce come si possa tornare semplicemente indietro riportando le competenze dell’Agenzia all’interno degli assessorati, fatta eccezione per un non meglio precisato nuovo Ente che dovrebbe fare capo alla presidenza della Giunta; l’emendamento presentato, sotto questo profilo, crea confusione e sovrapposizione di competenze».

Il consigliere Piero Comandini (Pd) ha riaffermato la sostanza del problema centrale, cioè che l’Agenzia non ha svolto le funzioni per le quali era stata costituita. Nel merito, ha tenuto a chiarire che «la parte turistica vene trasferita all’assessorato di riferimento mentre per quella relativa alla promozione economica la Giunta si riserva la costituzione di uno strumento ad hoc che non necessariamente deve essere un nuovo Ente ma un organismo collocato all’interno del sistema-Regione».

Con i pareri favorevoli del relatore e della Giunta, il Consiglio ha approvato l’emendamento sostitutivo parziale (Cocco Pietro e più) presentato all’articolo 2 Successione nelle competenze e nei rapporti giuridici attivi e passivi che così recita: «Il comma 1 dell’articolo 2 è così sostituito: Le competenze dell’agenzia in materia di coordinamento delle attività di promozione economica di sostegno della capacità di esportazione e penetrazione dei prodotti sardi nei mercati esterni e di attrazione degli investimenti, sono attribuite all’amministrazione regionale. Successivamente all’entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale, ai sensi delle legge regionale 25 novembre 2014, n. 24 (disposizioni urgenti in materia di organizzazione della Regione) individua la struttura dell’amministrazione, idonea a svolgere dette competenze».

L’Aula ha quindi proceduto con l’approvazione dell’articolo 2 e – dopo aver dato il via libera all’emendamento n. 3 (Cocco Pietro e più) all’articolo 3 (Disposizioni in materia di personale), che così recita: al comma 1 dell’articolo 3 le parole «ed è assegnato alla presidenza della Regione» sono sostituite dalle seguenti «ed è inquadrato nei ruoli dell’amministrazione regionale»; ed all’emendamento n. 4 (Pietro Cocco e più) che sopprime l’articolo 3 bis del Dl 98 – ha approvato con 47 voti favorevoli ed un solo astenuto il testo finale della legge.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi sospeso i lavori e convocato la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente Ganau ha comunicato le decisioni della Conferenza dei capigruppo sull’ordine dei lavori. L’assemblea esaminerà nella seduta odierna la mozione n.106, presentata da diversi consiglieri di maggioranza e opposizione, «sulla mancata erogazione dei contributi regionali alle famiglie numerose (bonus famiglia)», mentre domani verranno discussi la proposta di legge 76 “Norme per l’istituzione di un servizio pubblico regionale per l’informazione televisiva locale e per la produzione e diffusione di programmi per la valorizzazione della lingua, della cultura e della identità sarda”, un ordine del giorno sull’istituzione della commissione d’inchiesta sulla sanità, l’autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio e la mozione n.58 sulla caccia. Il presidente ha quindi dato la parola al consigliere Michele Cossa per l’illustrazione della mozione n. 106.

«Questa mozione – ha esordito Cossa – muove da un assunto: la centralità della famiglia nella società. In un momento di così grande difficoltà economica per la Sardegna la coesione sociale è garantita dalla famiglia che costituisce una rete di protezione sopperendo alle carenze delle istituzioni pubbliche». L’esponente dei Riformatori ha denunciato il distacco della politica rispetto a questi temi. «Un disinteresse ormai inaccettabile – ha proseguito Cossa – l’emergenza famiglia rischia di diventare dirompente. La Sardegna è una delle regioni con il più basso tasso di natalità. Serve una legge specifica che rimetta la famiglia al centro dell’azione delle istituzioni». Il consigliere della minoranza ha poi espresso soddisfazione per l’istituzione di un intergruppo in Consiglio che da alcuni mesi sta lavorando a una proposta organica da presentare all’attenzione delle commissioni competenti. «Negli anni scorsi si è cercato di intervenire a sostegno delle famiglie numerose. E’ stato un provvedimento parziale ma efficace, un intervento senza fronzoli con risorse erogate direttamente ai beneficiari senza troppi intralci burocratici, se non quelli delle normali verifiche di legge. Purtroppo lo stanziamento è passato da 3,350 milioni di euro a 600mila euro. Prima si riusciva ad aiutare 4.000 famiglie, nel 2014 poco più di 600. Per questo – ha concluso Cossa – proponiamo il tema all’attenzione della Giunta, affinché nella prossima finanziaria vengano reperite le risorse necessarie a soddisfare i bisogni delle famiglie sarde».

Paolo Truzzu, consigliere del Gruppo “Sardegna” ha espresso soddisfazione per l’approdo in aula della mozione “che consente di dibattere finalmente su un tema di grande importanza». Truzzu ha poi rimarcato la «notevole differenza» tra l’attenzione mostrata verso le famiglie dalla precedente Giunta di centrodestra e quella riservata dall’attuale esecutivo. Rivolgendosi all’assessore alla Sanità, il consigliere di Fratelli d’Italia ha quindi chiesto chiarimenti sui fondi che saranno destinati alle famiglie nella prossima finanziaria. «La famiglia è luogo di crescita e sviluppo dell’individuo. Spesso, però, è pensata come un soggetto debole che va sostenuto perché svolge il ruolo di ammortizzatore sociale e risolve problemi che le istituzioni non sono in grado di affrontare. Adesso – ha concluso Truzzu – è arrivato il momento di pensare alla famiglia come un soggetto attivo in grado di dare importanti risposte alla nostra società».

Il presidente Ganau ha dato la parola al consigliere del Pd, Valter Piscedda, il quale ha condiviso l’obiettivo della mozione: prendere un impegno come Consiglio e come Giunta per approvare al più presto una legge che sostenga non solo le famiglie numerose, ma tutte le famiglie sarde. Piscedda ha evidenziato che ha avuto già rassicurazioni da parte dell’assessore Arru sulla volontà di collaborare attivamente, come assessorato, alla stesura della legge. Attualmente, ha ricordato il consigliere, sono disponibili 270mila euro e ne verranno aggiunti altri 300mila: “una goccia nel mare”, ma un inizio verso la definitiva legge a sostegno delle famiglie. Piscedda ha anche ricordato che il gruppo di lavoro utilizzerà anche le proposte di legge già presentate dai consiglieri Pietro Pittalis (FI) e Michele Cossa (Riformatori sardi). Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha fatto riferimento per quanto riguarda la famiglia al libro “Sottomissione” di Michel Houellebecq, che ripercorre l’attuale debolezza della civiltà occidentale ed europea. «È un problema serio, bisogna ricondurre tutto alla matrice della prima cellula della società: la famiglia, in particolare la famiglia numerosa – ha concluso Dedoni – che può incidere sullo sviluppo della Sardegna, dell’Italia e dell’Europa. I bambini sono il futuro, e noi ci stiamo negando il futuro e questo è grave».

Il presidente Ganau ha dato la parola all’assessore della Salute, Luigi Arru, il quale ha dato ampia disponibilità a trovare la migliore soluzione per sostenere le famiglie sarde, non soltanto quelle numerose. Arru ha spiegato che a causa di problemi di liquidità è stata fatta una scelta dolorosa, ossia ridurre il contributo e le famiglie aventi diritto, ammettendo soltanto quelle che hanno 5 o più figli. In una situazione di difficoltà abbiamo dovuto fare delle scelte, ha spiegato, perché il Fondo nazionale per le Politiche sociali, che può contare su circa 7 milioni di euro, deve essere distribuito fra tutti gli interventi di politiche sociali attive. «Siamo perfettamente d’accordo a fare un discorso complessivo sul sostegno per le famiglie», ha affermato Arru, spiegando che si potrebbe prevedere non solo un’erogazione monetaria ma più servizi a sostegno dell’infanzia e della compatibilità del ruolo genitoriale con l’attività lavorativa.

In sede di replica, il primo firmatario della mozione, Michele Cossa (Riformatori sardi) ha dichiarato di comprendere lo sforzo e l’impegno dell’assessore della Sanità sul tema dei sostegni alle famiglie numerose in Sardegna ma ha invitato l’esecutivo a porre in essere azioni semplici e non complicate. «Bene la proposta di un provvedimento organico – ha proseguito il consigliere della minoranza – ma in questo momento le famiglie hanno bisogno di aiuti concreti e immediati». Cossa ha concluso definendo “molto positiva” l’esperienza del “bonus famiglia”.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha invitato la presidenza dell’assemblea a porre agli atti la sua sottoscrizione alla mozione 106 ed ha dichiarato di condividere grande parte delle considerazioni fatte nel corso del dibattito dai colleghi della maggioranza e dell’opposizione. «La famiglia è un tema che unisce – ha spiegato Pittalis – ed oggi il Consiglio sta dando una grande prova di maturità». Pittalis ha concluso citando lo scrittore e giornalista statunitense Alex Haley: «La famiglia è un collegamento con il nostro passato e un ponte verso il nostro futuro».

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha ricordato che Sel difende tutte le famiglie, anche quelle non tradizionali ed ha ricordato all’assessore Arru che il bonus varato nella scorsa legislatura è a beneficio soltanto per i nati tra il 1 gennaio e il 31 ottobre 2014. Daniele Cocco ha quindi auspicato che in sede di legge Finanziaria i benefici possano essere estesi anche ai nati a novembre e dicembre.

Non essendoci altri consiglieri iscritti a parlare, il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha posto in votazione la mozione 106 che è stata approvata con 41 voti favorevoli e un astenuto. Il presidente dell’assemblea sarda ha quindi dichiarato conclusi i lavori: il Consiglio si riunisce domani (giovedì 8 gennaio) alle 10.30.

Ieri, 2 gennaio 2015, Sogin, la società di Stato responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi compresi quelli prodotti dalle attività industriali, di ricerca e di medicina nucleare, un’attività svolta  per garantire la sicurezza dei cittadini, salvaguardare l’ambiente e tutelare le generazioni future, ha consegnato ad ISPRA la proposta di Carta delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) ad ospitare il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico, rispettando i tempi previsti dal D.Lgs. 31/2010, ossia entro 7 mesi dalla pubblicazione della Guida Tecnica n. 29 di ISPRA, avvenuta il 4 giugno 2014.

Per elaborare la CNAPI, Sogin ha applicato i Criteri di localizzazione stabiliti dall’ISPRA con la Guida Tecnica n. 29 e indicati dall’IAEA con la Safety Guide n. 29.

Dopo la consegna della CNAPI, ISPRA ha due mesi di tempo per verificare la corretta applicazione dei Criteri da parte di Sogin e validare la Carta. Al termine di tale lavoro, è previsto che entro un mese il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell’Ambiente comunichino il loro nulla osta affinché Sogin pubblichi la CNAPI.
La pubblicazione della Carta e quella contestuale del Progetto Preliminare apriranno una fase di consultazione pubblica e di condivisione, che culminerà in un Seminario Nazionale, dove saranno invitati a partecipare tutti i soggetti coinvolti ed interessati.
Il Deposito Nazionale è un’infrastruttura ambientale di superficie dove mettere in totale sicurezza i rifiuti radioattivi. La sua realizzazione consentirà di completare il decommissioning degli impianti nucleari italiani e di gestire tutti i rifiuti radioattivi, compresi quelli provenienti dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca.
Insieme al Deposito Nazionale sarà realizzato il Parco Tecnologico: un centro di ricerca, aperto a collaborazioni internazionali, dove svolgere attività nel campo del decommissioning, della gestione dei rifiuti radioattivi e dello sviluppo sostenibile in accordo con il territorio interessato.
La collaborazione con enti di ricerca, università e operatori industriali, sia nazionali che esteri, permetterà al Parco Tecnologico di integrarsi con il sistema economico e di ricerca e di contribuire ad uno sviluppo sostenibile del territorio che lo vorrà ospitare.
Il Deposito è una struttura con barriere ingegneristiche e barriere naturali poste in serie, progettata sulla base delle migliori esperienze internazionali e secondo i più recenti standard AIEA (Agenzia Internazionale Energia Atomica) che consentirà la sistemazione definitiva di circa 75mila metri cubi di rifiuti di bassa e media attività e lo stoccaggio temporaneo di circa 15mila metri cubi di rifiuti ad alta attività.
Dei circa 90 mila metri cubi di rifiuti radioattivi, il 60% deriverà dalle operazioni di smantellamento degli impianti nucleari, mentre il restante 40% dalle attività di medicina nucleare, industriali e di ricerca, che continueranno a generare rifiuti anche in futuro.
Il trasferimento dei rifiuti radioattivi in un’unica struttura garantirà sia la totale sicurezza per i cittadini e l’ambiente sia il rispetto delle direttive europee, allineando l’Italia ai Paesi che da tempo hanno in esercizio sul loro territorio depositi analoghi.
La notizia pubblicata da Sogin sul suo sito internet, riportata integralmente, ha fatto scattare nuovamente l’allarme in Sardegna, dove è forte il timore che possa essere proprio la nostra Isola l’area prescelta. In presenza dell’enorme concentrazione di aree destinate alla Difesa e di innumerevoli siti degradati che attendono da anni adeguati interventi di bonifica, una decisione in tal senso rappresenterebbe un colpo mortale alle legittime ambizioni dei sardi di puntare su uno nuovo modello di sviluppo, incentrato prevalentemente sul turismo.

Il coordinatore regionale dei Riformatori Sardi, Michele Cossa, in una breve nota sollecita «massima vigilanza sulla questione scorie. Non accetteremo mai che la Sardegna diventi deposito. Abbiamo già troppe servitù e lo Stato con la Sardegna è fin troppo in debito».