25 April, 2024
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Alla vigilia di Natale i Riformatori sardi tornano all’attacco sulla riforma degli Enti locali.

«La riforma degli enti locali predisposta dalla Giunta – dice il coordinatore regionale Michele Cossa – apre le porte al caos e a un minestrone di competenze e funzioni che sono l’esatto contrario di quanto chiedevano gli elettori con i referendum: semplificazione, chiarezza di competenze e riduzione dei centri spesa, che sono il vero problema.»

«Il sistema che viene istituito – dice ancora Cossa – è a dir poco confuso e macchinoso: vengono riesumate le Province e in aggiunta si prevede la città metropolitana di Cagliari e poi ancora Unioni dei Comuni e associazioni di Unioni di Comuni in un guazzabuglio istituzionale che lascia esterrefatti. Bastava affidare la maggior parte delle competenze ai singoli Comuni e quelle pochissime sovracomunali alla Regione e il gioco era fatto.»

«Invece – prosegue Cossa – da dilettanti allo sbaraglio maggioranza e Giunta preferiscono creare strutture e sovrastrutture per continuare a innaffiare piccoli orticelli utili solo a conservare rendite di posizione e poltrone, e a mantenere alta la spesa pubblica. Un disastro che la Sardegna pagherà ancora una volta molto caro: su questa riforma la nostra opposizione e la nostra vigilanza sarà massima.»

Michele Cossa

Luigi Crisponi 3 copia

I Riformatori sardi hanno presentato una proposta di legge sulla distribuzione delle eccedenze alimentari e non alimentari.

 «Ogni giorno – ha detto stamane il consigliere regionale Luigi Crisponi, presentando la proposta di legge – c’è una montagna di prodotti alimentari e non che finisce fra i rifiuti perché nessuno se ne occupa: vogliamo creare attorno a questo fenomeno un circuito virtuoso mobilitando le energie migliori della società sarda. La Sardegna è una terra che in tante occasioni ha dimostrato di essere generosa ed attenta ai temi della solidarietà e con questo strumento intendiamo anche invertire la tendenza rispetto ad una cultura dello spreco spesso frutto non di cattiva volontà ma di disattenzione.»

All’incontro ha partecipato anche il presidente di Confcommercio del Sud Sardegna Umberto Bortolotti, che ha espresso il piano sostegno della categoria all’iniziativa.

«Siamo schierati apertamente – ha detto Bertolotti – non con i Riformatori sardi ma con tutta la buona politica che lavora sui temi sociali con spirito bipartisan; con la nostra Fipe (Federazione pubblici esercizi), di cui fanno parte gli operatori della filiera della ristorazione, possiamo fare molto e ci auguriamo che su questi obiettivi possa convergere tutto il Consiglio regionale.»

Il consigliere dei Riformatori sardi Michele Cossa ha poi messo l’accento sui due messaggi che la proposta rivolge alla comunità sarda. «Il primo – ha precisato – ha un grande valore sociale enorme perché estende una attività finora limitata alla grande distribuzione a tutto il sistema produttivo e distributivo; il secondo ha una valenza pedagogica, un buon esempio contro l’immoralità dello spreco di cibo”. Per questo, ha concluso, “è auspicabile che alle nostre firme si aggiungano quelle di tutti i consiglieri regionali, è una proposta che ha costi limitati a fronte dei benefici enormi che è in grado di assicurare».

La proposta di legge prevede in particolare, il coinvolgimento delle amministrazioni locali, delle organizzazioni di volontariato, della cooperative sociali e di tutte le Onlus in una “Banca” delle eccedenze che dovrà organizzare le attività sul territorio, secondo le direttive emanate dalla Giunta regionale. Inoltre, indica le diverse tipologie di prodotto che potranno essere conferite: pasti ed alimenti non serviti dagli esercizi di somministrazione collettiva e ristorazione, prodotti della filiera agro-alimentare rimasti invenduti, prodotti agricoli non raccolti ed ancora materiali di consumo per la casa, arredi, biancheria, abbigliamento, calzature, articoli igienico-sanitari e di pulizia, farmaci, articoli sportivi e per il tempo libero, libri, cartoleria e giocattoli.

Pallone 1 copia

«Bene il via libera alla legge sulla promozione dello sport approvata dal Consiglio regionale. Ma non basta: questo provvedimento riguarda solo una parte società, non quella miriade di società che educano allo sport centinaia e centinaia di bambini in Sardegna e che hanno diritto al sostegno da parte della Regione». Lo dice il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa,

Secondo Michele Cossa, «è evidente che questa legge mette riparo a un pasticcio, che ha origini profonde, e viene incontro a società che hanno già sostenuto spese. Ma è una situazione del sostegno allo sport da rivedere, perché si sta mischiando la promozione dell’Isola con la promozione dello sport. Non si capisce quale destino attende tutte le altre società sportive, tutte quelle che non prendono soldi o di quelle che aspettano soldi del 2013 e, se andrà bene li avranno nelle primavera 2015».

Consiglio regionale 2 copia

Il Consiglio regionale ha abolito il Crel ed ha approvato gli interventi straordinari a favore delle società sportive dilettantistiche e la legge che semplifica i procedimenti in materia di difesa del suolo.

Il consigliere Anna Maria Busia (Misto-Cd) ha illustrato la proposta di legge n. 64, ricordando le motivazioni che portarono all’istituzione del Crel sottolineando però che, nel tempo, le stesse si sono gradualmente esaurite. «Il Crel – ha aggiunto – si riunisce sporadicamente: l’ultima relazione sintetica è del dicembre 2010, l’ultimo seminario del 2009, l’ultimo quaderno pubblicato del lontano 2005. Inoltre i dati dell’Osservatorio legislativo interregionale ci dicono che alcune Regioni non hanno mai istituito il Crel ed alcune lo hanno già soppresso, in coerenza con un indirizzo nazionale che porterà all’abolizione del Cnel, strumento ormai obsoleto alla luce del nuovo sistema di relazioni sociali». «Con questo provvedimento – ha concluso – la Sardegna non vuole certamente rinunciare all’ascolto parti sociali ma solo eliminare un ente che non ha svolto attività consistente, sia per raggiungere obiettivi di risparmio che per iniziare un percorso di snellimento della burocrazia e della macchina regionale».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha osservato che «approvando questa legge stiamo indubbiamente alleggerendo e sfrondando, ma avremmo fatto meglio ad intervenire in sede di assestamento di bilancio con un semplice tratto di penna approvando il nostro emendamento; così è solo un bizantinismo della politica». «Comunque – ha precisato Tedde – condividiamo la proposta e la sosteniamo; a livello nazionale il Cnel è ormai un elefante che sa di muffa istituzionale, drena risorse pubbliche che, per poche che siano, meritano altra e migliore destinazione. Del resto sarà soppresso anche il Cnel che stranamente si sta mostrando attivissimo in questo periodo, nonostante l’inchiesta della Corte dei conti su 5 milioni di consulenze sospette».

Subito dopo è intervenuto il capogruppo di Sel Daniele Cocco che ha subito annunciato il voto favorevole all’abolizione del Crel ringraziando la prima firmataria della proposta di legge Anna Maria Busia per l’iniziativa assunta.

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Ganau ha dato la parola all’assessore agli Affari Generali, Gian Mario Demuro, che ha espresso parere favorevole al provvedimento. «Apprezzo il coraggio di questo Consiglio che decide di rivedere le decisioni del passato – ha detto Demuro – il Crel è oggi un organismo lontano dai motivi che ne avevano determinato la costituzione. La Giunta in ogni caso favorirà i presidi di discussione con le parti sociali».

Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato all’unanimità dall’Aula. Subito dopo il Consiglio ha dato il via libera al testo integrale della legge con 48 voti a favore e uno contrario.

Il presidente del Consiglio ha quindi aperto la discussione sulla proposta di legge n. 141 e il consigliere del Pd, Lorenzo Cozzolino, ha illustrato la Proposta di legge (Cocco Pietro e più) “Interventi straordinari per la promozione e la diffusione della pratica sportiva a sostegno delle associazioni sportive dilettantistiche per la partecipazione ai campionati nazionali ed europei”. Il provvedimento, ha spiegato il relatore della maggioranza, garantisce un contributo una tantum alle società dilettantistiche sarde per garantire la partecipazione ai campionati federali nazionali ed europei. Partecipazione, così ha dichiarato Cozzolino, che è stata messa a rischio dall’alto costo delle trasferte, dalle spese federali e da tutti gli altri oneri che penalizzano atleti e squadre isolane. «Un supporto straordinario per garantire la prosecuzione dei campionati», ha dichiarato il consigliere del centrosinistra che ha però più volte rimarcato il carattere straordinario dell’intervento della Regione. Cozzolino ha quindi richiamato la funzione sociale della pratica sportiva e lo “spirito” della legge 17 del 1999 che riconosce la funzione educativa dello sport. Il relatore ha proseguito illustrando i tre articoli di legge: il primo prevede, in conformità a quanto stabilito dall’articolo 31 delle legge regionale 17/99, la corresponsione alle associazioni sportive dilettantistiche della Sardegna di un contributo integrativo una tantum per la copertura delle spese sostenute per l’annualità sportiva 2013-2014; il secondo contiene la norma finanziaria prevedendo una copertura finanziaria di un milione di euro e l’ultimo disciplina l’entrata in vigore.

La consigliera di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha ribadito che la norma nasce per fare fronte alla crescenti difficoltà cui vanno incontro le società dilettantistiche sarde impegnate nei campionati nazionali ed europei. Zedda ha inoltre rimarcato l’opportunità di interventi adeguati per la promozione della pratica sportiva ed ha definito un «provvedimento doveroso e tempestivo» quello in discussione in Aula. Alessandra Zedda ha quindi auspicato una soluzione anche per l’annualità sportiva in corso (2014-2015) e non solo per quella del 2013-2014, così come previsto nella Pl 141.

L’esponente della minoranza ha quindi invitato l’assessore a procedere con il relativo  impegno di spesa entro il 31 dicembre 2014 e a garantire l’erogazione delle somme immediatamente dopo l’approvazione della finanziaria regionale.

Alessandra Zedda ha ricordato che i benefici della legge riguardano 77 società dilettantistiche e ha concluso con l’augurio che lo stanziamento di un milione di euro a valere sull’articolo 31 della legge 17\99 possa rappresentare un valido sostegno alle compagini sportive e agli atleti della Sardegna.

Il consigliere dei Riformatori sardi, Luigi Crisponi, ha ricordato in apertura del suo intervento il precedente passaggio in Consiglio della proposta di legge per il sostegno alle società dilettantistiche sarde ed in particolare la pregiudiziale, approvata dall’Aula su richiesta del consigliere Pd, Ruggeri, per far tornare in commissione l’intero provvedimento. Crisponi nel dichiarare che quella in esame è una proposta migliore, rispetto alla proposta originaria, ha criticato la copertura finanziaria perché, a suo giudizio, sottrae risorse all’assessorato del Turismo e del Commercio («è un’autentica lotta tra poveri»). L’esponente della minoranza ha inoltre espresso dubbi in ordine all’applicazione delle disposizioni contenute nella Pl 141 ed ha denunciato l’esclusione, tra le 77 società destinatarie dei benefici di legge, della Handball Club Nuoro che partecipa la campionato di A1 di pallamano. «Se non sarà eliminata questa discriminazione – ha concluso Crisponi – preannuncio il voto contrario alla Pl 141».

Soddisfazione per l’attività svolta dalla Seconda commissione è stata espressa dal consigliere regionale di Forza Italia, Edoardo Tocco. «Apprendo con dispiacere le parole dell’amico Crisponi», ha affermato spiegando che l’obiettivo della “leggina” è di porre rimedio alle problematiche legate allo sport e che spera in un suo ripensamento. «Plauso va alla commissione per il lavoro svolto, abbiamo discusso anche animatamente, ma abbiamo usato il buonsenso. Credo – ha continuato – che questa sia la cosa più importante perché siamo riusciti a trovare una soluzione». Tocco ha ricordato i grandi sacrifici che le società sportive stanno sostenendo e ha proposto all’assessore un intervento di valorizzazione e promozione della pratica sportiva perché la Sardegna abbia un’immagine importante a livello nazionale.

Per il capogruppo del Centro democratico, Roberto Desini, «con questo dispositivo di legge stiamo andando a sanare la situazione di 77 società. Stiamo ponendo rimedio a un disegno di legge che, magari per la fretta,  non andava bene». La legge 17 del ‘’99, secondo Desini, è una delle migliori leggi sullo sport in tutto territorio nazionale. Con questo provvedimento si pone fine – ha continuato – alla confusione sulle competenze dovuta al fatto che i finanziamenti erano in capo a Sardegna promozione. «Ringrazio per il lavoro fatto l’assessore Morandi». Desini ha poi auspicato che l’applicazione degli articoli della 17 in capo alle Province, «che da due anni non stanno più espletando queste funzioni,  ritorni in capo alla Regione». Per il consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa, «è evidente che questa legge mette riparo a un pasticcio, che ha origini profonde, e viene incontro a società che hanno già sostenuto spese». Secondo l’esponente dell’opposizione è una situazione del sostegno allo sport da rivedere, perché si sta mischiando la promozione dell’Isola con la promozione dello sport. Non si capisce, ha continuato, quale destino attende tutte le altre società sportive, tutte quelle che non prendono soldi o di quelle che aspettano soldi del 2013 e «se va bene li avranno nelle primavera 2015».

«Assessore lei deve mettere mano a una nuova legge di promozione dell’attività sportiva e non soltanto per le società agonistiche ma per tutte quelle piccole società che non chiedono niente e svolgono una vera attività sociale, educando allo sport centinaia e centinaia di bambini. Il mio voto – ha concluso Cossa –  dipenderà molto dalla risposta che darà l’assessore». (eln)

A nome della Giunta, l’assessore della Pubblica istruzione e Sport Claudia Firino ha apprezzato i numerosi interventi del Consiglio che hanno sottolineato la natura eccezionale del provvedimento, determinata dalle vicende di Sardegna promozione. E’un provvedimento per tutti, ha continuato l’assessore, «e c’è anche la società citata dal consigliere Crisponi, abbiamo operato con correttezza seguendo un indirizzo coerente; sul piano generale è indubbio che il tema dello sport abbia bisogno di innovazione anche se la legge attuale è buona perchè bilancia professionismo dilettantismo e sport di base». «Per quanto riguarda i finanziamenti – ha poi precisato esponente della Giunta, «bisogna accorciare i tempi, ma voglio chiarire che i ritardi sono dovuti anche al fatto che c’era molto arretrato, risalente in qualche caso al 2010». «Dall’anno prossimo – ha concluso – seguiremo con particolare attenzione l’attività sportiva di base con strumenti già presenti nella 17 ed altri che vorrà individuare il Consiglio».

Sull’ordine dei lavori il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, rivolto all’assessore, ha detto che la società di Nuoro che risulterebbe esclusa è l’Hc handball «ed occorre quindi una correzione».

L’assessore Firino ha assicurato una puntuale verifica, fermo restando che non risultano esclusioni di società dotate dei requisiti e che un eventuale inserimento a posteriori non è possibile per via amministrativa.

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha affermato di non capire «se l’allegato fa parte della legge o no; è’un problema di giustizia sportiva, quella di Nuoro è l’unica società di pallamano che milita in A1, nel massimo campionato».

Il presidente Ganau ha tenuto a precisare che «non c’è nessun allegato formale alla legge, le società con requisiti potranno inoltrare apposita domanda».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha sottolineato che il provvedimento «è stato un parto laborioso con molte contraddizioni, o stiamo rivalutando Sardegna promozione o stiamo facendo altro, è il solito provvedimento eccezionale dove come sempre c’è chi prende e chi non prende, non riesco a votare a favore».

Il consigliere Luigi Ruggeri (Pd) si è detto «un po’ in imbarazzo, è un provvedimento straordinario che riapre la disponibilità della legge 17, con beneficiari individuati dall’art.31 della stessa legge, che hanno risposto ad un bando». «E’ stata solo introdotta – ha precisato – una procedura diversa per la rendicontazione, che fa riferimento alla promozione sportiva e non di marchi; modo per incrementare i contributi a tutte le società che hanno sostenuto spese rilevanti, cosa che giustifica l’intervento straordinario ed irripetibile».

Il consigliere  Giorgio Oppi (Udc) ha espresso dubbi sulla fondatezza della perplessità del consigliere Ruggeri che «ha fatto una specie di patto del Nazareno di serie B: la verità è che 1 milione è una cifra insignificante, fermo restando che le società sportive non possono entrare ed uscire da porte girevoli».

Il consigliere Alessandra Zedda (Forza Italia) ha dichiarato che il consigliere Oppi ha fatto chiarezza; «l’elenco delle società presente nell’allegato è del 2013, le valutazioni saranno fatte sulla base di quanto contenuto nel piano triennale a seconda dell’importanza e dei campionati cui partecipano le diverse società». «La legge – ha concluso – non risolve tutti i problemi ma dà boccata di ossigeno, sono favorevole senza riserve e preciso che, contrariamente a quanto è stato scritto, non sono dirigente di nessuna società sportiva e non lo sono mai stata».

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) anch’egli favorevole, ha sollecitato «una riflessione su vicenda che non ha nulla a che vedere con Sardegna promozione con cui invece si è incrociata in modo strano in Consiglio, che non ha fatto bella figura; non dobbiamo consentire a nessuno di farci la morale, soprattutto a chi non hanno titoli».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha messo l’accento positivamente sul fatto che «tanti colleghi ed alcuni assessori si sono spesi per raggiungere un obiettivo importante, il contesto di riferimento premia le società che hanno i requisiti senza esclusioni, è una legge che va incontro allo sport migliore che ha una grande funzione sociale, nell’educazione e nella formazione dei giovani».

Il consigliere del Psd’Az Angelo Carta ha annunciato che il suo gruppo non parteciperà al voto.

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli e gli articoli della legge, approvati con 42 voti favorevoli e 2 astensioni.

Prima dello scrutinio finale, per dichiarazione di voto, il consigliere dei Riformatori sardi Michele Cossa ha annunciato voto favorevole, prendendo atto positivamente «delle dichiarazioni dell’assessore; dobbiamo fare giustizia per sanare la situazione venutasi a creare ed è apprezzabile l’impegno per altre società non inserite nel piano triennale, società spesso molto piccole, che svolgono una funzione molto importante ed infine, sullo sfondo, resta la questione dello sport di base».

La legge è stata poi approvata con 42 voti favorevoli e 2 astensioni.

Subito dopo il via libera alla legge  per gli interventi straordinari a favore delle società sportive dilettantistiche, l’Aula è passata all’esame del Testo Unificato di semplificazione amministrativa in materia di difesa del suolo. Il Testo, approvato dalla Quarta Commissione il 26 novembre scorso, è la sintesi di due diversi provvedimenti: la proposta di legge n. 41 (primo firmatario Eugenio Lai) e il disegno di legge n. 100 della Giunta regionale.

Il presidente Ganau ha aperto la discussione generale dando la parola al relatore della maggioranza Eugenio Lai (Sel). «Si tratta di un provvedimento importante che consentirà di arrivare a una semplificazione amministrativa in materia di difesa del suolo – ha esordito Lai – la delicatezza delle problematiche relative all’individuazione delle aree pericolose e a rischio idrogeologico impone sia una costante e precisa opera di pianificazione della mitigazione del rischio sia un’attenta valutazione delle reali emergenze». Tra le priorità indicate dai proponenti, la separazione puntuale delle competenze di Regione e amministrazioni comunali: le strutture regionali si occuperanno delle emergenze mentre ai comuni spetterà l’approvazione degli studi di compatibilità idraulica, geologica e geotecnica.

Lai si è poi soffermato sull’aspetto delle risorse disponibili per dare attuazione alla norma: «Saranno utilizzati i fondi di cui all’articolo 5, comma 3 della legge regionale n. 7 del 2014 – ha detto Lai – e si individuerà uno stanziamento minimo per gli anni successivi eventualmente integrabile con le successive manovre finanziarie. Ciò che è significativo è che la spesa prevista, per quanto certamente non sufficiente, ha carattere permanente e costituisce un chiaro sintomo di una scelta di semplificazione irreversibile». Il relatore di maggioranza ha quindi concluso il suo intervento auspicando il voto favorevole dell’Aula «che consentirà di semplificare la burocrazia attuale, circa 700 pratiche ferme, e di incentivare, attraverso i progetti associati (Unione dei Comuni), la condivisione e l’unità di intenti nel territorio».

Il presidente Ganau ha quindi dato la parola al relatore di minoranza Giuseppe Fasolino (Forza Italia) che ha riconosciuto, da subito, l’importanza del provvedimento all’esame dell’Aula chiarendo i motivi dell’astensione in Commissione dei rappresentati dell’opposizione. «Le perplessità – ha affermato Fasolino – erano legate all’esiguità delle risorse finanziarie disponibili, insufficienti a garantire il funzionamento delle strutture incaricate di mandare avanti le istruttorie, e all’aggravamento dei compiti affidati ai comuni. Tuttavia riconosciamo l’importanza di questo Testo Unificato che si propone di invertire la tendenza in un ambito così delicato». Fasolino ha quindi concluso il suo intervento auspicando un’effettiva ed immediata velocizzazione di tutte le procedure autorizzatorie di competenza regionale. «Queste, infatti, sempre più numerose e penetranti, determinano un intollerabile freno alle varie iniziative economiche ed imprenditoriali che vengono programmate nel territorio, spesso con l’input decisivo delle amministrazioni comunali».

Il consigliere del Pd, Salvatore Demontis, ha dichiarato di condividere lo spirito della norma ed ha ribadito l’opportunità del provvedimento che mira a eliminare la sovrapposizione di competenze tra diverse amministrazioni pubbliche. «Ma insieme con le competenze – ha dichiarato l’esponente della maggioranza – serve trasferire ai Comuni le risorse necessarie». Demontis ha quindi definito insufficienti gli stanziamenti indicati nel testo unificato ed ha manifestato perplessità per la copertura finanziaria a valere sul fondo unico per gli Enti Locali. «Con una mano si dà e con l’altra si toglie», ha spiegato il consigliere dei democratici che ha sottolineato come le risorse con tale decisione saranno vincolate nell’utilizzo. «Avrei individuato un’altra copertura – ha concluso Demontis – e auspico che il fondo per gli Enti locali sia presto incrementato degli importi che oggi vengono indicati nel testo unificato all’esame dell’Aula».

Il consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa, si è dichiarato a favore del provvedimento in discussione perché, a suo giudizio, restituisce ai Comuni competenze e funzioni che gli sono propri e libera l’autorità di bacino di incombenze inutili. L’esponente della minoranza ha affermato di condividere le perplessità espresse dal consigliere Demontis in rodine alla scarsità delle risorse e alla prevista copertura finanziaria. Cossa ha auspicato che ai Comuni sia inoltre garantito anche un opportuno supporto tecnico ed ha preannunciato il voto a favore al testo unificato 41-100.

Il consigliere del Psd’Az, Angelo Carta, ha affermato che la proposta in discussione semplifica e accelera i processi autorizzativi in capo ai Comuni ed ha dichiarato che le norme contenute nel testo approvato in Quarta commissione «vanno nella giusta direzione e restituiscono ai Comuni funzioni che gli competono». Carta ha quindi definito “insufficienti” le coperture finanziarie previste e si è detto sicuro che la Giunta in sede di finanziaria saprà garantire le risorse necessarie agli Enti locali.

Parere positivo alla proposta di legge è stato espresso dal capogruppo di Sel, Daniele Cocco, il quale ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo. «Questa proposta di legge dimostra quanto sia importante la presenza dei sindaci in quest’aula perché conoscono i problemi che vivono i cittadini e i Comuni». Cocco ha evidenziato gli aspetti importanti del testo: la semplificazione dell’attività amministrativa e l’attribuzione delle funzioni ai Comuni per quanto attiene ai Pai. L’esponente della maggioranza ha anche rilevato positivamente la sinergia che c’è stata tra la Giunta e il Consiglio.

Per il capogruppo del Centro democratico, Roberto Desini, «la proposta di legge fa chiarezza in materia di competenze e trasferisce ai Comuni le giuste funzioni». Desini ha spiegato che spesso all’Autorità di bacino, di cui fa parte, arrivano pratiche minime che potrebbero essere gestite dai Comuni velocizzando la risposta da dare agli utenti. Per il consigliere del Centro Democratico i fondi stanziati non sono sufficienti per l’aggiornamento dei Pai e ha proposto un aumento. «Saranno soddisfatti i Comuni – ha detto – ma anche i cittadini perché questa proposta di legge va nei loro interessi».

«Sosteniamo questa proposta di legge e avrà il voto del Partito democratico», ha affermato il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, e ha ricordato che questa legge porterà a una semplificazione e a una velocizzazione dell’approvazione delle pratiche relative al dissesto idrogeologico. Per Cocco la Regione deve mettere a disposizione dei Comuni figure specializzate e una dotazione finanziaria adeguata. «Ho proposto -. ha concluso – un emendamento all’articolo 3 che aumenta l’importo da 200mila euro a 600mila euro, che vanno calcolati come aggiuntivi al Fondo unico».

L’assessore degli Enti Locali Cristiano Erriu ha messo l’accento in apertura che si tratta di un problema già emerso nella precedente legislatura. «Ci sono criticità evidenti nell’agenzia – ha spiegato – un ingorgo che porta i 13 dipendenti ad occuparsi di un po’ di tutto, spesso di cose molto complesse e delicate e, nello stesso tempo, di numerosissime pratiche minute, col risultato che sono circa 800 le pratiche arretrate». Un problema che può essere facilmente risolto, ha aggiunto, «con una delega ai Comuni, relativa peraltro ad interventi inerenti solo il territorio comunale di riferimento, non a studi di caratterizzazione idro-geologica perché su quelle la Giunta ed il Consiglio sono già intervenuti con oltre 2 milioni il 7 novembre scorso, così come per studi relativi ai Puc». «La delega quindi – ha continuato l’assessore Erriu – può essere estesa a Comuni ed alle Unioni di Comuni sia per una migliore organizzazione che per una più elevata qualità dei servizi al cittadino, seguendo una strada simile a quella delle autorizzazioni paesaggistiche». Per quanto riguarda i 600.000 euro aggiuntivi rispetto al Fondo, ha concluso, «servono a potenziare gli uffici tecnici degli enti locali, soprattutto dei Comuni più piccoli dove certe figure non sono presenti e ci sarà un help desk (una sorto di pronto soccorso per situazioni particolari e specifiche), mentre l’Agenzia si potrà specializzare su questioni più complesse, come il Piano contro il rischio-alluvione».

Prima del voto sul passaggio agli articoli, hanno preso la parola diversi consiglieri per dichiarazione di voto.

Il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha annunciato il voto favorevole dopo l’ emendamento proposto dal capogruppo del Pd Pietro Cocco. «E’ un buon esempio, ha detto, «di sinergia fra Giunta e Consiglio come ha detto anche il capogruppo di Sel Daniele Cocco, che per quanto ci riguarda ci sarà sempre sulle cose concrete che interessano i cittadini».

Il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi) si è espresso in modo favorevole, suggerendo di «sfruttare apposite convenzioni con l’ordine dei geologi per sviluppare la pianificazione urbanistica».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha affermato che «si tratta di una legge che meritava da tempo un intervento perché troppo centralista, si prosegue ora l’idea della Giunta Cappellacci del 2013, riducendo i tempi per i cittadini ed aiutando i Comuni a lavorare meglio».

Voto favorevole è stato annunciato anche da Michele Cossa (Riformatori sardi) che ha espresso apprezzamento per la volontà della Giunta di offrite un supporto tecnico ai comuni. «Per i comuni avere una struttura di riferimento sarebbe un passaggio fondamentale – ha detto Cossa – credo che questa sia la migliore soluzione economica e anche la più efficace».

Alessandra Zedda ha manifestato perplessità sulla capacità delle strutture comunale, soprattutto quelle dei centri più piccoli, di esercitare le competenze trasferite dalla legge. «Per questo – ha detto Zedda – ben vengano le Unioni dei Comuni ma sarebbe auspicabile confermare la convenzione con l’Ordine dei Geologi che in passato ha dato risultati importanti.»

Il capogruppo del Centro Democratico, Roberto Desini, dopo aver annunciato il suo voto favorevole ha definito “fondamentale” il provvedimento portato oggi all’esame del Consiglio. «Ci saranno enormi benefici per gli amministrati – ha detto Desini – le somme non intaccheranno il Fondo Unico per gli Enti locali e finalmente si darà vita a una una sburocratizzazione senza precedenti».

Il presidente Ganau ah quindi posto in votazione il passaggio agli articoli che l’Aula ha approvato all’unanimità. Subito dopo l’Assemblea è passata all’esame dell’art.1 al quale è stato presentato un emendamento aggiuntivo che estende le competenze dei Comuni agli interventi per la conduzione delle attività agricole, silvoculturali e pastorali. Articolo ed emendamento hanno ottenuto il via libera del Consiglio. Subito dopo sono stati messi in discussione l’articolo 2 e il relativo emendamento sostitutivo parziale che aumenta la dotazione finanziaria annuale per l’attuazione della legge da 200.000 a 600.000 euro. Anche in questo caso l’Aula ha dato parere favorevole. Si è quindi passati alla votazione finale del Testo Unico che è stato approvato all’unanimità.

Il presidente Ganau ha dichiarato chiusa la seduta. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

Franco Meloni 0 copiaMichele Cossa

Un vero e proprio processo “sulle entrate e le accise”, con una vera accusa e difesa e un vero giudice, i docenti e gli studenti di economia in una vera aula di tribunale: l’aula magna di quella Facoltà di cui l’assessore Paci è un autorevolissimo docente. La propongono i Riformatori sardi.

Il tema delle entrate è infatti il vero nodo della politica regionale, oggetto da sempre di un forte conflitto tra lo Stato italiano e la nostra Regione, sul quale si giocano l’effettività e i limiti della nostra autonomia. Per questo motivo le scelte e le strategie che concernono le entrate hanno necessità di essere studiate con estrema attenzione, perchè da esse dipende tutta la politica regionale: livello dei servizi (dalla sanità ai trasporti al sostegno alle imprese), potenziamento della infrastrutturazione, il taglio dell’IRAP. In una parola le prospettive di crescita e di occupazione della Sardegna.

E’ perciò necessario un confronto ampio e senza pregiudizi: solo così si potranno mettere in campo azioni adeguate ed evitare errori di valutazione.

Noi abbiamo detto da tempo come la pensiamo, esprimendo un giudizio fortemente negativo sull’accordo di luglio tra la Giunta Pigliaru e il Governo.

Inoltre, c’è un nodo di enorme importanza che tra un mese arriverà al pettine: quello delle accise sul quale a metà Gennaio la Corte Costituzionale si esprimerà in seguito al ricorso del governo contro la Finanziaria 2014, che prevedeva l’iscrizione nel bilancio regionale del miliardo di accise prodotto in Sardegna.

 E qui dobbiamo dire di avere troppa stima per l’assessore per pensare che voglia davvero trincerarsi dietro parole che, destinate ad una sintesi giornalistica, possono anche non essere state precise, quando invece la sostanza lo è senza alcun dubbio : il comma 1 dell’articolo 1 della L.R. n. 7/2014 è chiarissimo al riguardo e dice che le accise – TUTTE – spettano alla Sardegna.

Tanto è vero che il Governo, lungi dal discettare su finezze tecnico-amministrative come fa l’assessore, ha scelto l’accetta e ha presentato un bel ricorso contro la norma.

Ricorso sul quale la Regione ha scelto di essere contumace (la Giunta ha infatti deciso di non opporsi), ciò che ha costretto i Riformatori sardi a tentare il tutto per tutto chiedendo alla Consulta di ammettere la loro opposizione al ricorso del Governo.

Su queste cose riteniamo necessario uscire dalla polemichetta sterile di tutti i giorni, che non serve a nessuno e soprattutto non serve alla Sardegna, e proponiamo a Paci di confrontarci davanti a un giudice autorevole: gli studenti e i docenti della Facoltà di economia dell’Università di Cagliari. Davanti a loro, si potrebbe dire “fuori casa”, vogliamo esporre le nostre ragioni e ascoltare i suoi argomenti, lasciando alla “giuria” di trarre le conclusioni. In questo modo si farebbe un buon servizio alla politica e alle istituzioni, dando anche un contributo utile e interessante a sviscerare tutti gli aspetti della madre di tutte le battaglie con lo Stato.

Franco Meloni, Direttore Centro Studi

Michele Cossa, Coordinatore Regionale

Una norma contenuta nella legge di assestamento di Bilancio sta creando il caos: toglie (definanzia, in termine tecnico) ai Comuni i fondi per le opere finanziate o delegate dalla Regione agli enti locali sul conto residui 2011, se ancora non è stato pubblicato il bando di gara o non è stato affidato l’appalto. Il guaio è che per colpa della stessa regione (patto di stabilità) in moltissimi casi i Comuni non hanno potuto procedere per cui si trovano a essere due volte bastonati per colpe non loro: insomma, oltre al danno la beffa. Ecco perché i Riformatori sardi hanno presentato una proposta di legge (primo firmatario il coordinatore regionale del partito, Michele Cossa) che mette al riparo i Comuni dal problema venutosi a creare, rivedendo il termine per il definanziamento degli interventi tenendo conto della data dell’effettiva erogazione della prima quota del finanziamento e non semplicemente della delega od affidamento della realizzazione delle opere.

«Lo scostamento temporale tra le due operazioni – spiega Cossa – in genere dovuto ai vincoli derivanti dal patto di stabilità, impedisce agli enti beneficiari di assumere, nei tempi stabiliti, una obbligazione giuridicamente vincolante. In questo caso, il definanziamento di un’opera rappresenta una sanzione per inadempimento dovuto non all’ente destinatario del finanziamento ma della stessa Regione.»

Il prino a sollevare il problema, la scorsa settimana, era stato il consigliere regionale del PD Cesare Moriconi, con la presentazione di una proposta di legge di modifica dell’articolo 2 della legge regionale n° 19 del 2014, nel punto in cui stabilisce il definanziamento delle opere pubbliche dei Comuni.

L’intervento normativo proposto da Moriconi consiste nel proporre una proroga della scadenza prevista, sino al 30 marzo 2015, per dar tempo ai comuni che hanno già avviato, se non addirittura terminato, la progettazione definitiva e sono quindi nelle condizioni di concludere positivamente l’iter, di poter assolvere agli impegni di spesa già assunti e avviare le procedure di aggiudicazione dei lavori.

I Riformatori sardi hanno presentato una proposta di legge per trasferire alla Regione le competenze sulla rete stradale.

«Per avere una rete stradale davvero efficiente – dice Michele Cossa, coordinatore regionale dei Riformatori sardi – è necessario trasferire competenze, gestione e controllo alla Regione, istituendo un nuovo dipartimento all’interno dell’assessorato dei Lavori pubblici. Dopo la Salerno-Reggio Calabria la nostra 131 rappresenta in modo emblematico, col suo concentrato di problemi enormi e di lavori infiniti, la necessità di un riordino radicale della materia.»

Per Sergio Pisano, del Centro studi dei Riformatori, «la Sardegna ha la possibilità di colmare finalmente un vuoto normativo, dando piena attuazione allo Statuto speciale che all’art. 3 le assegna competenza primaria superando la gestione Anas che, nell’Isola, non può essere giustificata dal fatto di dover assicurare continuità su tutto il territorio nazionale».

Sergio Pisano si è poi soffermato sulle cifre di Anas in Sardegna: oltre 3000 km di strade, 596 dipendenti che a breve diventeranno 570, 32 milioni di euro di spese per il personale, 30 milioni circa per la manutenzione della rete e, alla voce entrate, le risorse provenienti dalle convenzioni sugli investimenti in corso, pari a 150 milioni solo per la Sassari-Olbia. «Puntiamo inoltre a garantire una presenza incisiva sui circa 6000 Km di strade delle disciolte Province e soprattutto a sbloccare opere importanti per i territori, come quelle post-alluvione che, pur essendo classificate come urgenti non sono nemmeno iniziate: il tutto a costo zero per la finanza regionale.»

Il presidente del Centro studi dei Riformatori sardi, Franco Meloni, ha messo l’accento sui vantaggi della regionalizzazione della rete stradale. «In primo luogo – ha detto – una rigorosa vigilanza sui flussi delle risorse, poi una presenza forte sui territori ed una gestione snella ed efficace, basti pensare che la Sassari-Olbia è concretamente partita con i commissari”.

Il capogruppo in Consiglio regionale Attilio Dedoni, infine, ha affermato che «il successo della proposta è legato all’azione di un governo regionale forte e capace, nei rapporti con lo Stato, di garantire i necessari trasferimenti di risorse; altrimenti rischierebbe di finire come la vertenza-entrate con cui Prodi garantì 1.2 miliardi a Soru e molti anni dopo Renzi dà a Pigliaru di meno e pure a rate».

La rete di viabilità sarda,  la cui gestione sarà affidata al Dipartimento della Viabilità  sarda, sarà classificata in tre diverse tipologie:

strada regionale di classe 1: costituita dall’intera rete viaria attualmente classificata rete stradale nazionale la cui estensione è complessivamente di 1.029 chilometri;

strade regionali di classe 2: costituita dall’intera rete viaria ancora oggi in gestione ANAS ma che fin dal 1999 sarebbe dovuta essere affidata alla competenza della Regione Sardegna, in attuazione del Decreto Legislativo n.112/99, la cui estensione è di 1.879,5 chilometri;

strade regionali di classe 3: costituita dall’attuale rete viaria provinciale la cui estensione è di 6.000 chilometri . Molti dei tracciati delle attuali strade provinciali si sovrappongono a più province e una gestione regionale consentirà una razionalizzazione e ottimizzazione degli interventi.

Per quanto riguarda la classe 2, come si vede, siamo già in ritardo di 15 anni: soltanto la Sardegna e la Sicilia non hanno competenza su questo tipo di strade. Ma la vera novità sarà il trasferimento anche delle altre due classi: la 1, le strade classificate come nazionali, e la tre, vale a dire quelle provinciali. Sarà un vero e proprio salto di qualità che ci metterà al pari della Regione che da questo punto di vista è più avanti di tutte in Italia: il Trentino Alto Adige.

In questo modo la regia sulla rete viaria sarà unica e non assisteremo più ai vergognosi rimpalli di responsabilità: i sardi hanno il diritto di avere strade che funzionino in tutta la Sardegna.

I sardi avvertono una insopportabile e non più tollerabile ingiustizia sul problema della situazione viaria in Sardegna , in primo luogo dettato dalle condizioni di insularità e mancata attuazione di una effettiva continuità territoriale, poi dal deficit infrastrutturale che ci pone ultimi nella graduatoria nazionale con un rapporto (Km viari/ superficie territoriale)  quasi da terzo mondo, con appena 50 Km di rete ogni 100 kmq. Si pensi che fatto 100 l’indice della dotazione fisica dell’Italia della categoria strade ed autostrade, quello della Sardegna, è di appena (41,3), con sensibili scarti rispetto al mezzogiorno ( 70,5) al centro (105,3 ) al Nord-Est con (110,4) e al Nord-Ovest dell’Italia (129, 9).

Il compito di gestione della rete viaria sarà affidato al Dipartimento regionale per la Viabilità, denominato “Strade Sardegna”, incardinato presso l’assessorato dei Lavori pubblici e dotato di autonomia funzionale, attraverso l’istituzione organizzativa di una apposita Direzione Generale.

Il dipartimento avrà una organizzazione molto snella improntata ad accelerare e abbattere le molteplici e ripetitive procedure amministrative, che assai spesso sono origine di forti rallentamenti nella realizzazione degli interventi, quasi sempre caratterizzati da “massima urgenza”.

«Le dichiarazioni dell’assessore dei Trasporti, Massimo Deiana, sono sorprendenti. Per tentare di giustificare il disastro che ha combinato sulla continuità territoriale 2, cioè quella sulle rotte cosiddette minori, affondata da lui e da Pigliaru per fare un favore ai low cost, tira in ballo l’Europa in maniera impropria e totalmente sbagliata». Lo dice il coordinatore regionale dei Riformatori, Michele Cossa.

«Il ragionamento dell’assessore – spiega Cossa – è il seguente: l’Europa vieta l’imposizione degli oneri di servizio pubblico nelle rotte dove altre compagnie operano in libero mercato. Ma questo non vale per Torino con Cuneo, giusto per fare un esempio che vale anche per le altre rotte. Per tre motivi. Innanzitutto perché Cuneo non è Torino, come è di tutta evidenza. In secondo luogo perché se questo vale per Torino (ma anche per le altre rotte) dovrebbe valere anche per Roma o Milano, visto che Ryanair collega l’Isola a Ciampino e Bergamo. In terzo luogo perché, ammesso e non concesso che questo fosse vero, Ryanair dovrebbe garantire i voli per 365 giorni l’anno, cosa che sappiamo benissimo non fa. Inoltre: se questa è la logica, perché la Commissione europea dovrebbe autorizzare una continuità territoriale con le maggiori capitali europee, visto che queste sono praticamente tutte servite da compagnie low cost?»

«Non si capisce che tipo di ragionamento sia quello di Deiana. Il risultato delle politiche dei trasporti di questa Giunta è solo uno: siamo tornanti indietro di 15 anni in appena otto mesi di esperienza di questo esecutivo. Prezzi alle stelle per viaggiare e i sardi in ostaggio. Non delle compagnie, questa volta. Ma di una Giunta – conclude Michele Cossa – che sta sbagliando tutto.»

Michele Cossa

«Le notizie che arrivano sulla sorte della scuola di polizia penitenziaria non sono affatto buone. Ribadiamo ancora una volta la nostra assoluta contrarietà a questo piano di smantellamento: gli agenti hanno il diritto di formarsi e addestrarsi in Sardegna al pari di altre forze di polizia.»

Lo ha detto ieri il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa.

«La politica sarda – aggiunge il coordinatore dei Riformatori – deve tenere alta la guardia. La Regione non può stare in silenzio, ma deve impegnarsi per costringere il governo a tornare indietro sul l’ennesimo scippo ai danni della Sardegna.»

Michele Cossa esprime, inoltre, «grande preoccupazione per la situazione dei lavori del nuovo carcere di Uta. Si trasferiscono i detenuti con un cantiere ere ancora aperto. Altra questione su cui la politica sarda deve tenere alta la guardia. Sarebbe inaccettabile che rimanesse un’altra grande incompiuta, per di più con dentro i detenuti».

«800 insegnanti a casa e 8mila ragazzi in tutta la Sardegna non potranno più frequentare le scuole civiche di musica. E’ questo il risultato della decisione dell’assessore alla Pubblica Istruzione, Claudia Firino, che a tradimento ha cancellato un’esperienza apprezzata in tutta la Sardegna e che stava dando grandi frutti, consentendo a tanti ragazzi che non se lo possono permettere di imparare a suonare uno strumento e di avvicinarsi e apprezzare la musica e la cultura musicale.» 

La denuncia arriva dal coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, che ha predisposto una mozione con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio regionale.

«Questo – dice Cossa – è l’ennesimo abbaglio dell’assessore Firino che sta distruggendo quanto resta del tessuto culturale della Sardegna. Ma la cancellazione dei fondi per le scuole civiche di musica è ancora più grave perché colpisce i bambini e i giovani sardi che stanno per perdere una delle cose buon fatte dalla politica in questi anni: dare la possibilità a tutti di avvicinarsi all’arte e alla musica a prescindere dal censo e dal reddito.»

«Dal 1999 a oggi – dice ancora Cossa – le scuole civiche di musica sono entrate a pieno titolo nella filiera didattica degli istituti d’alta formazione. Senza dimenticare che ricoprono un ruolo importante contro la dispersione scolastica, il bullismo, recuperano tanti ragazzi che trovano in queste scuole sparse in tutti i Comuni sardi una grande occasione e un’opportunità di riscatto.»

«Ecco perché – conclude Cossa – chiediamo all’assessore di fare immediatamente retromarcia, ripristinando i fondi cancellati e continuando a far vivere e potenziare un’esperienza che non ha colore politico ma un altissimo valore sociale e culturale per i giovani sardi.»