28 March, 2024
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Era il 12 aprile 1970: il mitico Cagliari di Gigi Riva, battendo il Bari per 2 a 0 all’Amsicora, conquista il suo storico scudetto. E domani, venerdì 12 aprile 2019, 49 anni dopo, per la rassegna “Aprile alla Vetreria Aprile Resistente” ritorna al Teatro La Vetreria, alle 18.00, il fortunato spettacolo RIVA LUIGI ’69 – ’70 – Cagliari ai dì dello scudetto, di e con Alessandro Lay, prodotto da Cada Die Teatro (le luci sono di Giovanni Schirru, il suono di Matteo Sanna, le scene di Mario Madeddu, Marilena Pittiu, Matteo Sanna, Giovanni Schirru). Il monologo trae ispirazione da, ed è dedicato a, un’icona della storia, non solo sportiva, di Cagliari e dell’intera Sardegna: Gigi Riva, che il grande giornalista Gianni Brera – come è noto – soprannominò “Rombo di tuono”, per la sua potenza, l’ardore agonistico e le eccellenti capacità di goleador. Un modo riuscito, lo spettacolo, per raccontare soprattutto l’uomo e, attraverso le sue vicende personali e gesta calcistiche, un’epoca.

«Nel 1970, quando il Cagliari divenne campione d’Italia, io avevo 8 anni  – scrive nelle note di presentazione Alessandro Lay -. Non ricordo molto dello scudetto, ma ricordo come era la città, come ci vestivamo, come ci appendevamo ai tram per non pagare, l’album della Panini e le partite ‘a figurine’ sui gradini della scuola elementare. Ricordo il medagliere, con i profili dei giocatori del Cagliari sulle monete di finto, fintissimo oro da collezionare. E ricordo vagamente un ragazzo schivo, a volte sorridente, che guardava sempre da un’altra parte quando lo intervistavano. Un ragazzo che puntava i pugni in terra e si faceva tutto il campo correndo ogni volta che segnava un gol…»

Pier Paolo Pasolini, grande appassionato di calcio, scriveva: «Che cos’è una lingua? ‘Un sistema di segni’, risponde, nel modo oggi più esatto, un semiologo. Il gioco del football è un ‘sistema di segni’; è, cioè, una lingua, sia pure non verbale. La sintassi si esprime nella ‘partita’, che è un vero e proprio discorso drammatico. Ci può essere un calcio come linguaggio fondamentalmente prosastico e un calcio come linguaggio fondamentalmente poetico. Per spiegarmi darò alcuni esempi: Bulgarelli gioca un calcio in prosa: egli è un ‘prosatore realista’; Riva gioca un calcio in poesia: egli è un ‘poeta realista’».

Domenica 14 RIVA LUIGI ’69 ’70 sarà a Bauladu, al Centro Civico Culturale, alle 18.00, ospite del Festival letterario diffuso “Ananti de sa Ziminera”.

La serata di venerdì 12 si chiuderà poi nello spazio in Vetreria del Crogiuolo FUCINA TEATRO (Sala BanCri), dove alle 21.00 andrà in scena 28 MQ DI TELA GREZZA – Beat Generation, con Filippo Murgia, Monica Pisano, Aldo Sicurella, Federico Fenu alla chitarra elettrica, regia di Aldo Sicurella (produzione Teatro Instabile).
«La beat generation è un gruppo di bambini all’angolo della strada che parlano della fine del mondo -scrive Aldo Sicurella nelle note sullo spettacolo -. Con la beat generation si inaugura una nuova sensibilità americana rivolta ai tempi che stanno cambiando, vivificando temi da sempre facenti parte delle tradizioni nazionali: l’innocenza, il viaggio, il rifiuto, l’adolescenza, la fuga, la ricerca di identità. Kerouac, Jimi Hendrix, Bob Dylan, Fernanda Pivano, Patti Smith, Leroy Jones, Alda Merini, Gregory Corso. Un omaggio a una generazione di scrittori, musicisti e uomini indimenticabili”. “28 mq di tela grezza”, le dimensioni del famoso dipinto “Guernica” di Pablo Picasso, vuole essere un progetto artistico sulla pace che racconta storie di uomini e di guerra.

Nuova iniziativa de Il Crogiuolo, con il patrocinio della Provincia di Cagliari, per rallegrare i pomeriggi estivi dei più piccoli, dal 25 giugno al 13 agosto 2015, ore 17.00, tutti i giovedì, nel teatrino ragazzi del parco di Monte Claro, sarà possibile assistere ad uno spettacolo teatrale, al costo di 3 euro.

Apre la rassegna intitolata “E-stiamo al parco”, giovedì 25 giugno “Biancaneve musical”, una produzione del Teatro Instabile, di e con Aldo Sicurella e Monica Pisano. Con questo spettacolo, la compagnia ben lungi dal voler rappresentare fedelmente la famosissima fiaba di Biancaneve resa immortale dal cartone animato di Walt Disney, ha voluto “rubare” alla sua genialità colori e suoni, per costruire attraverso l’ironia un gioco teatrale con il gusto del cabaret. Sarà perché la fiaba non se la ricordano bene, sarà perché si calano totalmente nei personaggi, sarà perché figure note ed invadenti spezzano la narrazione, sarà per la loro ingenuità, che la fiaba si sviluppa tra gags e imprevisti, lo spettacolo piace a tutti, grandi e piccini. Costruito su un canovaccio che è quello della “Biancaneve” originale, lo spettacolo vede gli attori burlarsi l’uno dell’altro nell’avvicendarsi dei diversi personaggi. La tecnica utilizzata è quella del teatro d’attore con l’ausilio di pupazzi, adatto dai 5 ai 14 anni, dura 60 minuti.

Il 2 luglio, ore 17.00, la compagnia S’Arza di Sassari propone PAROLA DI COCORICO, spettacolo di burattini-marionette-attori, scrittura scenica e regia di Romano Foddai, con Maria Paola Dessì, Francesco Petretto, Stefano Petretto.“Parola di Cocorico” è uno spettacolo di burattini-marionette e attori dove vengono narrate quattro bellissime storie: la prima, “Il topo e la montagna” di Antonio Gramsci, riguarda la devastazione della natura ad opera dell’uomo e le sue nefaste conseguenze; la seconda, “Sangi e il panettiere”, parla dell’avidità di un panettiere e della saggezza dell’oriente; la terza, “La zuppa di sasso” racconta le vicende di un lupo diventato vegetariano, alle prese con gli animali di un villaggio; la quarta, “La strega Denti di Ferro”, è la storia di due bambini pestiferi e di una vecchia strega.Attraverso il linguaggio dei burattini, marionette, musica e l’arte degli attori, lo spettacolo comunica ai bambini valori universali, facendoli divertire. I libri che narrano queste storie sono protagonisti dello spettacolo e stanno in scena per tutto il tempo. Alla fine della rappresentazione vengono dati ai bambini che divisi in gruppi avranno la possibilità di leggerli anche attraverso le immagini e confrontarli con le scene appena rappresentate. Lo spettacolo è adatto a bambini dai 5 anni e dura 60 minuti.

Il 9 luglio, ore 17.00, il Teatro del Sottosuolo di Carbonia, propone Adoliere in “Circo all’Arrembaggio”, uno spettacolo di teatro di strada a base di equilibri e disequilibri, giocoleria con mani e piedi, altezze e cappelli. Può contenere tracce di errori grammaticali, mestoli, trombette e idiozie. Lo spettacolo vanta la partecipazioni in vari festival internazionali, è stato eseguito in lingua Italiana, spagnola e inglese e ultimamente ha preso parte ai seguenti festival: 5° festival del Gerrei “Bisu de una notti de mesu istadi”, 4 festival Abya Yala “Sogamoso, Colombia, 4° festival internazionale del teatro di strada”. Aipe, Huila, Colombia, 1° incontro delle arti circensi della città di Suba, Bogotà, Colombia, 24° Festival Artistico Nazionale e Internazionale di Cultura Popolare. Bogotà, Colombia, Bitola Open City, Bitola Macedonia. E’ uno spettacolo per tutte le erà e dura 45 minuti.

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Nuovo appuntamento con la stagione di Teatro Ragazzi “Io teatro, tu teatri, noi teatranti”, organizzato da Il Crogiuolo, venerdì 14 novembre 2014, alle ore 11.00, al Teatro Sant’Eulalia di Cagliari, andrà in scena lo spettacolo “Orco zucca”, di Aldo Sicurella, con Mauro Piras, Monica Pisano, Aldo Sicurella, produzione Teatro Instabile.

Un giovane orco ama mangiare zucche a colazione, pranzo e cena, e, anziché sgranocchiar bambini, vuole imparare a leggere scrivere e far di conto. Ma quando mai un’orco, creatura spaventosa e un po’ “tonta”, può avere queste manie?

E’ ciò che si domanda, in un’aula scolastica invasa dalle zucche, il “Maestro Inglese”, un po’ precettore un po’ Mr. Bean, al quale non dispiace di avere un nuovo allievo. Tra i compagni di scuola ci sarà anche Pinocchio, noto discolo e asino che si lascerà contagiare dalla smania di imparare di Orcozucca.

Con l’aiuto del pubblico e del maestro, la prima lezione si svolgerà in allegria e Orcozucca felice, imparerà tantissimo. Egli capirà soprattutto ad avere fiducia in se stesso.

Lo spettacolo è dedicato a tutti gli studenti: a chi ama la scuola; a chi la guarda con sospetto e a chi, almeno a parole, la detesta. Orcozucca non ci sta a farsi relegare nella schiera di quelli che “non faranno molta strada…”, e ci insegnerà a vedere la conoscenza come un arricchimento della propria mente e un’arma di riscatto sociale che fa bene al cuore e all’anima. Per ottenere queste ricchezze sono necessarie grande forza di volontà e notevole caparbietà. Più si è ai margini della società, vittime di pregiudizi e isolamento, più forza e perseveranza saranno necessarie per raggiungere obbiettivi lontani ma non certo impossibili. Più maestri e compagni saranno solidali e meno sarà la fatica per raggiungere lo scopo.