19 April, 2024
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Due giorni – venerdì 24 giugno a Calasetta e sabato 25 giugno a Carloforte – per festeggiare la particolarissima storia e cultura di cinque comunità distribuite tra Italia, Tunisia e Spagna. E’ Raixe d’@mare, il festival delle radici tabarchine, in continuità con il progetto Culture d’@amare che lo scorso anno ha celebrato questa epopea Mediterranea: nel Medio Evo i loro antenati da Pegli sono giunti sull’isola tunisina di Tabarka per poi trasferirsi, verso la metà del 1700, sulle isole di San Pietro e Sant’Antioco (in Sardegna) e di Nueva Tabarca (di fronte ad Alicante). Promotore di tutte le iniziative la Cooperativa Millepiedi, che compie 30 anni e ha creato l’archivio digitale della cultura tabarchina Raixe (radici), museo-gioiello a Calasetta, sull’isola di Sant’Antioco.

Il programma del festival Raixe d’@mare.

Calasetta 

Venerdì 24 giugno, alle 23.00, in piazza Belly la star sarà Matteo Leone (vincitore dell’Italian Blues Challenge nel 2017 e del premio Andrea Parodi nel 2021) che presenterà il suo nuovo disco Raixe, con testi in tabarchino. «Storie di viaggi, di mare, gesta di donne e uomini che cercano dal 1400 un posto da chiamare casa». Un brano vedrà l’eccezionale partecipazione delle Balentes, dopo il concerto al Teatro Massimo, quando per la prima volta hanno cantato in tabarchino.

La serata inizierà alle 18.00, con due appuntamenti: la presentazione del gioco di carte dell’immaginazione tabarchina – Tabar – e le attività di animazione per bambini.

Alle 19.00, momento goloso con specialità locali come il cascà (cous cous vegetariano) e degustazioni delle cantine locali (La Casa di Sophia, Marchese di Tabarka, Cantina sociale di Calasetta) per celebrare i 30 anni della Cooperativa Millepiedi.

Alle 20.00 la presentazione del libro dello storico Fabio Pomata “Una lunga storia Mediterranea – Tabarca – La complessità del moderno nella nascita di Carloforte e Calasetta”.

Seguirà, sempre in piazza Belly, un trio di appuntamenti che si ripetono il giorno dopo a Carloforte: protagonista il docufilm del regista tunisino Habib Mestiri “Tabarkini, la storia del mare che unisce. Il regista considera il cinema un luogo privilegiato della memoria collettiva la cui funzione è quella di trasmettere memorie del passato ai contemporanei e alle generazioni future. In collaborazione con due case di produzione, la Tunisian Mind Shift e l’Italian 7th Art International Agency fa scoprire il passato poco conosciuto di Tabarka. 

Nel 1544 Carlo V, al termine di un trattato firmato con il Bey di Tunisi Moulay Hassan, che gli concedeva l’autorizzazione a fondare roccaforti sulle coste tunisine e a pescare il corallo, favorì l’insediamento dei genovesi di Pegli nell’isolotto di Tabarka (ora penisola), divenuta un prospero scalo commerciale, sotto la direzione della famiglia Lomellini. La popolazione, che vi risiedette per quasi 200 anni, arrivò fino a 1800 persone, si dedicò alla pesca del corallo e al commercio dei prodotti regionali, compreso il grano, esportati a Genova.

Attraverso il film-documentario di 70 minuti – prodotto da Ennio Pontis e girato in Italia, Spagna e Tunisia grazie al sostegno del Fondo per l’incoraggiamento alla creazione letteraria e artistica del Ministero della Cultura tunisino, al fondo bilaterale italo-tunisino per lo sviluppo della produzione cinematografica, con il contributo dell’Ente Nazionale del Turismo della Tunisia e dell’Istituto Italiano di Cultura di Tunisi – si sostiene la richiesta di iscrizione dell’epopea tabarchina nel Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO.

La proiezione, in prima nazionale,  è prevista alle 21.30. 

La precede, alle 21.00 e la segue, alle 22.40, una tavola rotonda: “Dialogo con le comunità tabarchine”. 

Vi partecipano Monique Longerstay, storica e archeologa belga, ex insegnante di istruzione superiore a Tabarka, dove ha fondato un’associazione per la protezione del patrimonio archeologico e tradizionale, presidente de l’associazione “Il Paese verde : la Tunisia di Nord-Ovest”, che ha creato a Parigi nel 2003; 

Felice Tiragallo, professore associato di antropologia culturale all’Università di Cagliari, specializzato nello spopolamento del Sud Europa;

Luca Navarra, antropologo consulente di Raixe;

il regista del film Habib Mestiri, che è stato nella giuria della Mostra del Cinema di Taranto, ed è tra i fondatori del Primo Canale di Cinema Arabo in Italia, “Orbit al Oula”, dopo una lunga esperienza televisiva segnata da numerosi premi in Italia, ed il produttore Ennio Pontis

Modererà Remigio Scopelliti, ex sindaco e vicesindaco di Calasetta, socio fondatore del Circolo Culturale Maccari, dal 1977 si occupa di ricerca storica, lingua e tradizioni tabarchine ed è facilitatore dei rapporti tra le comunità tabarchine.

Carloforte

Sabato 25 giugno, alle 17.00, all’EXME, in via XX Settembre, presentazione del gioco di carte dell’immaginazione tabarchina Tabar.

Alle 19,30 proiezione del film “Tabarkini, la storia del mare che unisce” di Habib Mestiri, prodotto da Ennio Pontis

Alle 19.00 ed alle 20.40, tavola rotonda con gli stessi protagonisti degli appuntamenti di venerdì a Calasetta. In questa occasione modererà Luca Navarra e siederà tra i relatori Remigio Scopelliti.

 

Gli incontri a scuola tra chef, ristoratori e food blogger da fine aprile e una rassegna culinaria a maggio precedono il Festival Cul-TURE d’@mare che si inaugura quest’anno il 22 e 23 giugno a Calasetta (Sud Sardegna), con 30 esperti di lingua, antropologia, storia, isole, Mediterraneo, filosofia, libri, navigazione, gastronomia, viaggi.

Al centro l’epopea dei liguri che nel 1541 vennero mandati da Genova-Pegli sull’isola di Tabarka, in Tunisia, per pescare corallo. Lì rimasero due secoli, poi si distribuirono tra le isole di Nueva Tabarca (in Spagna), di San Pietro e di Sant’Antioco, queste ultime due in Sardegna, dove nel Settecento fondarono rispettivamente i paesi di Carloforte e Calasetta. Oggi si fanno chiamare “tabarchini” e grazie anche all’archivio digitale Ràixe (radici, www.raixe.it) stanno valorizzando una cultura unica nel Mediterraneo.

La cucina, soprattutto, tiene unite le varie comunità ed è anche il filo conduttore del prologo di Cul-TURE d’@amare.

Gli allievi dell’Istituto alberghiero Ipia di Sant’Antioco potranno confrontarsi con chef del calibro di Luigi Pomata (già docente all’Etoile di Sottomarina -Venezia- tra le scuole di cucina per professionisti più importanti d’Italia; noto al grande pubblico per aver partecipato alle trasmissioni “La prova del Cuoco”, “La cucina del Gambero Rosso” e “Alice”. Vincitore del campionato mondiale Bocuse d’Or e del Cous cous festival), cuochi come Graziella Cipollina & Graziano Serrenti (del ristorante Ca’ Taborka) e Donatello Maccioni, ristoratore de La Perla di Calasetta.

Il 30 aprile Luigi Pomata, carlofortino che oggi gestisce tre locali a Cagliari, porterà in classe la sua arte nelle preparazioni e presentazioni e la sua filosofia legata ai prodotti locali da interpretare con il massimo della fantasia.

Il cascà (cous cous vegetariano alla carlofortina), il pilau (la sua versione calasettana) e il belu di tonno (lo stomaco) saranno al centro delle lezioni dei tre cuochi, che già dai primi incontri hanno emozionato insegnanti e allievi.

Saranno preceduti da tre noti food blogger sardi, con circa 170 mila follower:

Ch_ecco (Francesco Pruneddu) che si definisce “appassionato d’arte ai fornelli”, Nicoletta Palmas di Bread&butter e Vannisa Biggio con le sue ricette tabarchine doc sulla piattaforma di Giallo Zafferano.

Si parlerà di focaccia genovese, farinata a base di ceci, ma soprattutto dell’importanza dello storytelling anche in cucina, delle immagini e dei social, di come scattare foto o realizzare video.

A maggio 7 instant doc su questa esperienza e una web serie di 6 puntate sulla rassegna culinaria per inventare il piatto Raixe – ispirato alle ricette della tradizione tabarchina – si potranno vedere su Eja Tv e sulle piattaforme di Cul-TURE d’@amare.

Il 22 e 23 giugno il Festival online di Cul-TURE d’@amare si dividerà in tre fili: rosso per la storia e la memoria; blu per il viaggio e la scoperta;

giallo per le relazioni e la continua conoscenza.

Comprende un convegno, presentazioni letterarie e conferenze.

Tra i relatori più famosi: la psicologa, coach e scrittrice Selene Calloni Williams, la giornalista e scrittrice Tiziana Alterio, il linguista Fiorenzo Toso, dell’Università di Sassari, l’archeologa ed ex docente di lingue in Tunisia Monique Longerstay, la travel journalist Silvia Ugolotti, il critico d’arte e direttore del MACC Efisio Carbone, l’antropologo Carlo Felice Tiragallo dell’università di Cagliari. Ma non mancheranno maestri d’ascia dalla Spagna e storici da Genova.

fine luglio è previsto l’incontro con il comandante della spedizione nautica, scientifica e culturale Progetto Mediterranea, ideata dallo scrittore e marinaio Simone Perotti, che ha appena avviato una collaborazione con l’Ispra (Istituto superiore per la protezione per protezione e la ricerca ambientale) per la salvaguardia del mare.

 

Una vetrina internazionale per mettere in bella mostra le eccellenze enogastronomiche locali, ma anche un’occasione per fare il punto sul progetto di riconoscimento dell’epopea tabarchina come patrimonio immateriale dell’umanità presso l’Unesco. Per il comune di Calasetta, presente con una delegazione alla “XXVIII Giornata Storica Pegliese” tra il 19 e il 21 ottobre scorsi, la trasferta ligure d’autunno ha avuto una duplice valenza. «Anzitutto il nostro Comune ha avuto l’opportunità di partecipare attivamente a un evento incentrato sulla cultura tabarchina – commenta l’assessore dello Sport e dei Servizi tecnologici Cristiano Mercenaro – portando in dote il piatto tipico della nostra tavola: il pilau». La Giornata Storica Pegliese, quest’anno, ha imperniato il suo focus sulla cucina tabarchina, chiamando a raccolta delegazioni (composte non solo da autorità politiche, ma anche da esperti e chef) dalle aree culturali e geografiche su cui ancora è incisa l’impronta della “tabarchinitudine”: Spagna, Francia, Tunisia e Italia. «Questo ci ha consentito di

consolidare i rapporti con le realtà connesse alla storia dell’epopea
tabarchina contribuendo, attraverso la pluralità di gusti e sapori portati in
tavola, di rafforzare il nostro sentimento di appartenenza a una compagine culturale multisfaccettata ma unitaria», aggiunge Cristiano Mercenaro. E proprio in nome di questo radicamento alla grande storia dei tabarchini, l’iniziativa di Pegli ha permesso un confronto concreto e produttivo in relazione a un’istanza molto cara alle amministrazioni ospiti in Liguria: lo stato di avanzamento della richiesta all’Unesco, profilata dal 2010, di riconoscere l’epopea di Tabarca come patrimonio immateriale e intangibile dell’umanità. «In rappresentanza del comune di Calasetta – precisa Cristiano Mercenaro – ho preso parte ad una tavola rotonda durante la quale la studiosa Monique Longerstay, referente all’Unesco, ci ha informato circa la necessità di completare la nostra richiesta di riconoscimento con alcune integrazioni documentarie». La “XXVIII Giornata Storica Pegliese” è stata organizzata dal circolo culturale “Norberto Sopranzi” e la delegazione calasettana, oltre all’assessore Cristiano Mercenaro, ha incluso il delegato del Turismo Sergio Porseo e lo chef Tony Porseo.