24 April, 2024
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La Nasa in Sardegna per seguire le fasi finali di una delle più importanti missioni aerospaziali di sempre: domani la sonda Cassini si tufferà dentro Saturno, dopo averne attraversato gli anelli e fino a perdere il segnale concludendo così la sua missione ventennale. Al centro dell’attenzione internazionale il Radiotelescopio di San Basilio: i segnali radio della sonda verranno captati proprio in Sardegna dal Sardinia Deep Space Antenna (Sdsa). Ingegneri e dirigenti della Nasa, guidati dal deputy director di Nasa Scan Badri Younes, sono stati ricevuti oggi dal vicepresidente della Regione Raffaele Paci insieme al presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) Nicolò D’Amico, al portavoce del presidente di Agenzia Spaziale Italiana (Asi) Andrea Zanini, al delegato del rettore dell’Università di Cagliari Massimo Vanzi.
«Siamo molto orgogliosi del ruolo della Sardegna a livello mondiale in una missione così importante, a conferma delle grandi professionalità su cui possiamo contare. La presenza della Nasaoggi qui da noi dimostra che abbiamo fatto bene a credere come Giunta nelle potenzialità dell’aerospazio: continueremo a sostenerlo, sempre più convinti che in questo settore la nostra regione possa collocarsi in una posizione di vera e propria eccellenza – dice Raffaele Paci -. Siamo una piccola isola, dobbiamo stare nei network internazionali di ricerca, di innovazione, di sviluppo, di formazione del capitale umano. E questo significa anche avere prospettive in termini di sviluppo e occupazione: per le professionalità che lavoreranno proprio a San Basilio, per tutte quelle che gravitano nel settore aerospazio e anche in termini di attrazione di investimenti, con le imprese che iniziano a insediarsi qui da noi, ricordiamo l’investimento di Avio a Villaputzu. Continueremo a sostenere con forza e convinzione questo settore, con una piattaforma di valenza internazionale che coinvolge imprese, università e centri pubblici di ricerca.»
Dopo aver sfrecciato per sei mesi fra gli anelli di Saturno, la sonda Cassini è ora vicinissima al “suo” pianeta che aveva già raggiunto13 anni fa. Adesso è pronta a tuffarsi nell’atmosfera giallastra del pianeta degli anelli: sarà una discesa rapidissima, il cui inizio è previsto poco prima delle 14 di domani. Tutto durerà una manciata di minuti, ma sarà un gran finale degno di una missione storica, nella quale l’Italia ha avuto un ruolo di primo piano. L’Asi ha infatti organizzato la missione al fianco di Nasa, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Inaf. All’interno di questo importante network internazionale di ricerca si inserisce il Radiotelescopio di San Basilio che diventa parte integrante del Deep Space Network della Nasa e fornirà servizi di comunicazione e navigazione anche per le sonde interplanetarie europee, specializzandosi in particolare per quelle marziane, in vista della Human Exploration del pianeta.
«L’attenzione che la Nasa pone alle performance del radiotelescopio Srt e dei nostri laboratori di sviluppo aprono grandi prospettive e sono indicative dell’eccellenza accademica e scientifica che esiste in Sardegna – sottolinea il presidente Inaf D’Amico -. È il risultato di un investimento che nasce da lontano fatto da Asi, Inaf, Miur, dalla Regione Sardegna con tantissima attenzione e con il forte coinvolgimento dell’Università di Cagliari. Questa è un’iniziativa densa di prospettive per il territorio e siamo sicuri che avrà un grande successo». 
Prevedono il rafforzamento delle dotazioni strumentali e umane che permetteranno, entro il 2020, la piena capacità operativa del Sdsa nel fornire servizi completi come stazione per il deep space internazionale, affiancando all’attuale capacità di ricezione in banda X, quella in banda Ka e, a seguito di una opportuna fase di progettazione, la trasmissione nelle bande X e K, quest’ultima specificatamente per la radioscienza. Younes ha poi anticipato che la Sardegna avrà una ruolo di primissimo piano nella prossima missione lunare.

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Ventisei docenti dell’Università di Cagliari sono nella classifica del sito www.topitalianscientists.org. Tenendo presente che la lista è in continuo aggiornamento, si tratta indubbiamente di un bel risultato per l’ateneo del capoluogo sotto diversi punti di vista: visibilità, credibilità e ricadute nella comunità accademica internazionale. Ma anche un bel biglietto da visita su qualità della didattica e della ricerca, utile per la promozione e la reputazione di corsi di laurea e scuole di specializzazione.

Walter Fratta (dipartimento Scienze biomediche), Alberto Angioni (Scienze vita e ambiente), Ezio Carboni (Scienze biomediche) e Giorgio Giacinto (Ingegneria elettrica ed elettronica) fanno parte del pool di pregio che comprende, per Scienze biomediche, Amedeo Columbano, Irene Messana, Sebastiano Banni, Stefano Mariotti, Giovanni Mantovani, Micaela Morelli e Maria Antonietta Melis. Per la Chimica c’è Vito Lippolis, per Scienze cliniche ci sono Alessandro Zuddas, Gian Benedetto Melis e Mauro Giovanni Carta. Fabio Roli e Giacomo Cao sono in classifica per Scienze del computer e Ingegneria. Astrofisica è rappresentata da Giulia Manca e Nicolò D’Amico. Per la Fisica Vincenzo Fiorentini e Sandro Massidda. Per Neuroscienze e psicologia il ranking annovera Antonio Argiolas, Fabio Fadda, Antonio Preti, Marco Pistis e Maria Rosaria Melis. Inoltre, per Scienze biomediche, compaiono i professori in quiescenza Gian Luigi Gessa, Gaetano Di Chiara e Giovanni Biggio e i deceduti Antonio Cao e Renzo Galanello.

Il sito mostra la classifica dei Top italian scientists (Tis) della Via-Academy. In sostanza, si tratta di un censimento degli scienziati e scholars di maggior impatto, misurato con il valore di H-index, che rappresenta un numero che racchiude la produttività e l’impatto della produzione culturale o scientifica di un docente basato sulle citazioni ricevute.

«Ma – spiega una nota pubblicata sul sito – ha dei limiti poiché, in particolare, la frequenza di citazioni varia nei diversi campi del sapere, e risulta massima nella fisica delle particelle e certe aree biomediche come l’immunologia. La lista non va quindi interpretata come comparazione assoluta del valore dei vari scienziati e studiosi, soprattutto fra le materie diverse riportate come ’area’ nella tabella

Al 28 febbraio scorso, la classifica del sito specializzato – che come da indicazioni, ospita i ricercatori che hanno inoltrato e caricato i propri lavori su Google scholar – comprendeva oltre quattromilacento scienziati italiani.

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Ventidue docenti dell’Università di Cagliari nella classifica del sito http://www.topitalianscientists.org/top_italian_scientists.aspx. E potrebbero essercene anche altri: la classifica è in continuo aggiornamento. Di fatto, un bel colpo per l’ateneo del capoluogo sotto diversi punti di vista. Intanto, un risultato proficuo se si pensa alla visibilità, alla credibilità e alle ricadute nella comunità accademica internazionale. Ma anche un bel biglietto da visita in tema di qualità della didattica e della ricerca, utile anche per una promozione puntuale dei corsi di laurea e delle scuole di specializzazione.

Per le Scienze biomediche attualmente sono in graduatoria Amedeo Columbano, Irene Messana, Sebastiano Banni, Stefano Mariotti, Giovanni Mantovani, Micaela Morelli e Maria Antonietta Melis. Per la Chimica compare Vito Lippolis mentre per Scienze cliniche i rappresentanti sono Alessandro Zuddas, Gian Benedetto Melis e Mauro Giovanni Carta. Fabio Roli e Giacomo Cao sono in classifica per Scienze del computer e Ingegneria. Per Astrofisica in lista compaiono Giulia Manca e Nicolò D’Amico. Per la Fisica Vincenzo Fiorentini e Sandro Massidda. Infine, per Neuroscienze e psicologia i big sono Antonio Argiolas, Fabio Fadda, Antonio Preti, Marco Pistis e Maria Rosaria Melis. Inoltre, per l’area di Scienze biomediche, compaiono i docenti in quiescenza Gian Luigi Gessa, Gaetano Di Chiara e Giovanni Biggio e i deceduti Antonio Cao e Renzo Galanello.

Il sito mostra la classifica dei Top italian scientists (Tis) della Via-Academy. In sostanza, si tratta di un censimento degli scienziati e scholars di maggior impatto, misurato con il valore di H-index, che rappresenta un numero che racchiude la produttività e l’impatto della produzione culturale o scientifica di un docente basato sulle citazioni ricevute.

«Ma – spiega una nota pubblicata sul sito – ha dei limiti poiché, in particolare, la frequenza di citazioni varia nei diversi campi del sapere, e risulta massima nella fisica delle particelle e certe aree biomediche come l’immunologia. La lista non va quindi interpretata come comparazione assoluta del valore dei vari scienziati e studiosi, soprattutto fra le materie diverse riportate come ‘area’ nella tabella.»

Al 28 febbraio scorso la classifica del sito specializzato – che come da indicazioni, ospita i ricercatori che hanno inoltrato e caricato i propri lavori su Google scholarcomprendeva oltre 4.110 scienziati italiani.

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«Le politiche per l’Università e la ricerca sono fondamentali per una società e possono sicuramente garantire il valore aggiunto per competere nel mondo globalizzato. La Regione ha un ruolo importante in questo processo, e l’Aerospazio è uno dei settori in cui crediamo fortemente e che abbiamo inserito nella strategia di specializzazione intelligente S3 all’interno della programmazione dei fondi europei 2014-20. Una grande scommessa, soprattutto perché vogliamo realizzare un passo fondamentale: fare in modo che la ricerca di base diventi opportunità di lavoro, di ricchezza, di crescita sociale.»

L’ha detto il vicepresidente della Regione, Raffaele Paci, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione delle attività pubbliche dell’Osservatorio Astronomico di Cagliari nel “Campus della Scienza e della Tecnica e dell’Ambiente”, al Teatro Si e Boi a Selargius, con il neopresidente dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) Nicolò D’Amico. Presenti anche la direttrice ad interim dell’Osservatorio Grazia Umana e il sindaco di Selargius Gian Franco Cappai, che ha ripercorso la storia della nascita e dello sviluppo dell’Osservatorio in Sardegna, da quando nel 1998 l’ex Polveriera fu acquisita dal demanio dello Stato fino al primo accordo del 2000 fra Inaf e Regione per arrivare alla firma della convenzione nel 2000 e ai tanti investimenti, l’ultimo di 12 milioni di euro fra fondi Cipe e europei.
«In questa occasione stiamo davvero ragionando di area metropolitana, tema di grande attualità in questi giorni, perché siamo a Selargius ma parliamo di Osservatorio di Cagliari e poi abbiamo l’aeroporto a Elmas, un importante polo universitario a Monserrato, il turismo balneare sulle coste e quello culturale, archeologico e enogastronomico nelle zone dell’interno. Con questo voglio dire che dobbiamo pensarci come regione – ha aggiunto l’assessore della Programmazione e del Bilancio – e da lì partire per creare politiche di sviluppo per l’intero territorio. L’Osservatorio in questo senso è una realtà importante ma ha bisogno di continuità amministrativa come tutti i progetti a lungo termine, e noi ci siamo impegnati continuando a sostenere un progetto in cui crediamo fortemente, per portare sempre più innovazione nella nostra ricerca. La Regione, dunque, ha un ruolo fondamentale: e allora diamo continuità ai progetti che valgono – ha concluso l’assessore Paci – continuiamo a investire, a lavorare in stretto contatto con le imprese per aumentare la capacità di fare ricerca e rafforzare il capitale umano rappresentato dai nostri giovani».
A conferma delle parole di apprezzamento della direttrice Umana, che ha sottolineato come in Sardegna il valore aggiunto per il settore stia proprio nella solidità della collaborazione fra tutti i soggetti coinvolti, il presidente dell’Inaf D’Amico – nominato dal Miur a capo dell’Ente nazionale lo scorso 16 ottobre – ha definito quella sarda una delle realtà in assoluto più vivaci.

«Porterò l’Osservatorio della Sardegna come esempio a livello nazionale, a dimostrazione di come con il supporto delle istituzioni e in particolare della Regione si possano raggiungere risultati molto importanti» ha detto, ribadendo quanto sia importante coinvolgere la gente nel vero significato della ricerca, che «costa molto ma è il vero motore della nostra società. La ricerca può cambiarci la vita, come dimostrano il Wi-Fi ideato e brevettato da astronomi australiani o il Gps che non avremmo senza Einstein e la sua teoria della relatività. Perciò stiamo aprendo al pubblico le porte dell’Osservatorio, con il Planetario e le Sale didattiche. Il lavoro fatto in Sardegna è straordinario – ha concluso D’Amico – e dimostra quanto le istituzioni possono fare per la scienza».

Raffaele Paci 2 copia

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Radiotelescopio San Basilio 1

L’assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci ha incontrato il neopresidente dell’Inaf, Nicolò D’Amico, 62 anni, professore ordinario di astrofisica all’Università di Cagliari, nominato alla guida dell’Ente vigilato dal Miur lo scorso 16 ottobre dal ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini. L’incontro con il vicepresidente della Giunta è stato un primo contatto per avviare il confronto sulle attività che l’Inaf intende sviluppare in Sardegna, ed è emersa la volontà comune di una collaborazione fra le due istituzioni.
«Ci sono prospettive importanti per il futuro dell’Osservatorio e più in generale per un settore in cui questa amministrazione ha dimostrato di credere fortemente, puntando su una scommessa scientifica fatta con grande determinazione – ha sottolineato l’assessore Paci -. Sono certo che la grande professionalità e le competenze del presidente D’Amico daranno un contributo decisivo per l’ulteriore sviluppo dell’Osservatorio in Sardegna, dove puntiamo a sviluppare strutture e capitale umano dell’astrofisica nazionale. Siamo quindi interessati a investimenti nel radiotelescopio ma anche a sviluppare un discorso più articolato attraverso la strategia S3 per l’innovazione.»
Nell’Osservatorio Astronomico la Sardegna ha investito negli anni circa 20 milioni di euro. La realizzazione del grande radio telescopio SRT (Sardinia Radio Telescope), è stata finanziata nel 1997 dal Ministero nell’ambito dei Piani di potenziamento della rete scientifica e tecnologica nelle aree depresse, e la Regione ne ha fatto uno dei punti strategici dello sviluppo del sistema del sapere nell’isola. Ora la Regione vuole portare in Sardegna un pezzo importante dell’Astrofisica nazionale, non solo le strutture ma anche il capitale umano, nella convinzione che dopo aver investito moltissimo in questo progetto sia arrivato il momento di vedere gli sviluppi di quella che è stata una vera e propria scommessa scientifica.
Il presidente dell’Inaf ha ribadito l’interesse dell’Ente per i suoi insediamenti in Sardegna, dove importanti competenze locali negli atenei, nei centri di ricerca regionali, nel tessuto imprenditoriale, e più in generale nel Distretto Aero Spaziale, offrono un valore aggiunto. «Il radiotelescopio SRT e la nuova sede cittadina nel campus di Selargius, sono due insediamenti strategici per l’Inaf, come emerge dagli importanti risultati raggiunti in questi anni, dall’interesse manifestato da altre agenzie, per esempio l’Agenzia Spaziale Italiana, e dall’attenzione manifestata dai nostri partner internazionali – ha sottolineato Nicolò D’Amico -. Ci siamo già messi al lavoro per consolidare questi risultati e per individuare la giusta strada per mantenere l’autodeterminazione e l’autonomia che caratterizza la Sardegna, facendone un valore aggiunto nel panorama nazionale e internazionale dell’astronomia, riuscendo così a sviluppare ulteriormente la presenza dell’Inaf nell’isola, valorizzando allo stesso tempo le eccellenze locali«.
Domenica prossima 8 novembre alle 18.00, nel Teatro “Si ‘e Boi” nell’omonima piazza a Selargius, il Comune e l’Inaf hanno organizzato la cerimonia di presentazione delle attività pubbliche dell’Osservatorio Astronomico di Cagliari, situato all’interno del nuovo “Campus della Scienza, della Tecnica e dell’Ambiente” del comune di Selargius. Saranno presenti l’assessore Paci e il presidente D’Amico.