29 March, 2024
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Il Nurarcheofestival approda sabato 7 settembre a Portoscuso, alle 22.00, nell’Antica Tonnara di Su Pranu, con Eneide, da Virgilio, di e con Gianluigi Tosto, attore allievo di Orazio Costa, con all’attivo molte esperienze e collaborazioni importanti (ha studiato anche danza moderna), che da diversi anni ha orientato il suo lavoro verso la narrazione e la recitazione poetica, ponendo molta attenzione alla musicalità del verso e della parola e alla loro relazione con la musica arcaica strumentale. In questo contesto rientrano gli spettacoli sui poemi omerici, Iliade e Odissea (già rappresentati con successo al NAF), e sul poema virgiliano (la traduzione utilizzata è quella di Enzo Cetrangolo), che costituiscono la trilogia “Il Canto e la Memoria”.

Ginaluigi Tosto nelle sue note – anche se il tentativo di replicare in versione latina alcuni modelli narrativi di Omero è del tutto evidente. Ma gli episodi migliori del poeta di Mantova sono proprio quelli meno raffrontabili con il modello greco, quelli che scaturiscono in maniera del tutto originale dalla sensibilità sua e dell’epoca più moderna che egli incarna… I personaggi favoriti di Virgilio sembrano essere decisamente i perdenti, quelli destinati a un tragico epilogo. Ecco allora emergere in maniera potente la figura della regina Didone, o quella del principe rutulo Turno, entrambi vittime di un Fato che li condanna fin dall’inizio della storia. Oppure assistiamo al commovente episodio di Eurialo e Niso, condannati dalla loro giovane esuberanza e da una amicizia che non si ferma neppure davanti alla morte. Nonostante l’evidente intento celebrativo dell’opera, lo stesso Enea ci colpisce non tanto nelle scene in cui viene celebrata la sua eroicità, quanto in quelle in cui viene mostrata la sua fragilità umana, come nella sua narrazione della caduta di Troia, o nell’imbarazzo della sua fuga da Didone… Alla delicatezza dei suoni dei cimbali, delle piccole campane e di alcune leggere percussioni, adatti alla dimensione interiore e notturna della prima parte dello spettacolo, si contrappone il suono metallico, netto e spietato di due grandi gong nella parte centrale, che evocano e sostengono la presenza degli dèi. Per lasciare poi il posto ai suoni di guerra del grande tamburo sciamanico tibetano, che si alternano ai fruscii della notte e delle profondità dell’animo (sonagli e corde) negli episodi di Eurialo e Niso e della morte di Turno.»

Dal Sulcis all’Oristanese: La vedova scalza, da Salvatore Niffoi, è lo spettacolo che sbarcherà, sempre domani, 7 settembre, a Villa Verde, alle 19.00, nel villaggio nuragico di Brunku ‘e S’omu. Con Carla Orrù protagonista e la regia di Virginia Siriu (produzione Theandric), la messa in scena, tratta dall’omonimo romanzo di Salvatore Niffoi, vincitore del Premio Campiello 2006, accompagna gli spettatori lungo un percorso catartico che dalla cieca violenza sfocia nel suo rifiuto. La vendetta, la sopraffazione, l’onore da lavare col sangue sono gli ingombranti concetti che vengono messi in dubbio.

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Ancora un’importante ospitalità nazionale ad arricchire il cartellone del NurArcheoFestival, la rassegna che sposa teatro e archeologia, organizzata dal Crogiuolo e diretta da Rita Atzeri. Gianluigi Tosto, dopo il successo dello scorso anno, riporta in scena al NAF, sabato 1 settembre, alle 20.00, la “sua” Iliade nell’area archeologica di S’Ortali e su Monte a Tortolì. L’attore allievo di Orazio Costa, con all’attivo molte esperienze e collaborazioni importanti (ha studiato anche danza moderna), da alcuni anni ha orientato il suo lavoro verso la narrazione e la recitazione poetica, ponendo molta attenzione alla musicalità del verso e della parola e alla loro relazione con la musica arcaica strumentale. In questo contesto rientrano gli spettacoli sui poemi omerici, Iliade e Odissea, e sul poema virgiliano, Eneide, che costituiscono la trilogia “Il Canto e la Memoria”. Nell’Iliade di Omero (la traduzione utilizzata è soprattutto quella di Vincenzo Monti, forse la più evocativa secondo Tosto), i sentimenti non conoscono mezze misure e da tale integrità scaturisce la struttura netta, decisa, a tinte forti, della narrazione. L’ira di Achille, la superbia e l’arroganza di Agamennone, la celebrazione della potenza dell’esercito greco, la cruenza delle battaglie, lo slancio giovanile di Patroclo, l’eroismo di Ettore, il dolore di Priamo: tutto assume dimensioni epiche e un sapore ancestrale, quasi primitivo, ogni situazione esprime un sentimento nella sua totalità.

La voce dell’attore incarna i personaggi omerici ed esprime emotivamente i ritmi della narrazione. Il suono di guerra del djembé accompagna la lite fra Achille e Agamennone; mazze di ferro ritmano le cruente battaglie fra i due eserciti; il gong annuncia l’intervento sempre decisivo degli dei; i campanellini indiani fanno emergere dal mare Teti, la madre di Achille, e la innalzano in cielo al cospetto di Giove; la ciotola tibetana evoca il sogno di Agamennone o celebra le esequie funebri di Ettore.

Alle 18.30 è in programma la visita guidata al sito a cura della coop. Irei.

Iliade verrà riproposto domenica 2 settembre, alle 21.30, al Nuraghe Seruci di Gonnesa. Un unico biglietto di 10 euro comprenderà la visita guidata al nuraghe, prevista per le 19.30, e lo spettacolo. Dopo la visita del sito al tramonto sarà offerta una degustazione di prodotti tipici locali (info e prenotazioni: Ufficio del Turismo di Gonnesa – 392 7503172).  

Sempre domenica 2, alle 20.00, ancora in scena Deinas, testo di Clara Murtas e regia di Rita Atzeri, che verrà rappresentato a Ilbono, nell’area archeologica di Scerì (alle 18.30 la visita guidata a cura della coop. Irei).