19 April, 2024
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Si è svolto ieri, all’Expo, l’ultimo appuntamento dedicato alle eccellenze agroalimentari dell’isola.
«La pasta sarda tradizionale, ma anche quella commerciale trasformata sull’Isola – ha detto l’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, intervenendo nel padiglione Cibus, in occasione della giornata mondiale della pasta -, possono rappresentare uno straordinario veicolo di diffusione per quei prodotti più difficili da promuovere, come il carciofo spinoso o lo zafferano. Il consumo di questi alimenti può essere fortemente favorito dalla rivisitazione in chiave contemporanea delle ricette tradizionali dei primi piatti della cucina sarda.»
«Crediamo fermamente nel rapporto di collaborazione tra produttori, mondo scientifico e della ricerca – ha proseguito l’assessore Falchi – poiché riteniamo che la Sardegna possa e debba essere raccontata al mondo attraverso messaggi basati anzitutto sulla conoscenza e sulla consapevolezza che il nostro cibo di eccellenza è legato a doppio filo alle nostre qualità e unicità ambientali. Trasmettere informazioni corrette può essere il primo veicolo di comunicazione e di promozione della nostra specificità. Crediamo infatti che attraverso questa iniziativa e attraverso Expo 2015 la Sardegna abbia avuto l’opportunità di mostrarsi al mondo parlando di sé in modo autentico e originale.»
«La specificità della Sardegna, anche rispetto alle altre Blue zone (le aree con la più alta concentrazione di centenari), è data dalla varietà della dieta alimentare tradizionale dell’Isola, che non si basa sull’esclusivo consumo di vegetali ma include tutti gli elementi tipici di quella che viene comunemente indicata come la dieta mediterranea». Si potrebbe riassumere così il tema dell’incontro di oggi dove, ancora una volta, la ricerca e la scienza, illustrate nei numerosi interventi degli esperti, si confermano i migliori sponsor dell’eccellenza enogastronomica e agroalimentare della Sardegna.
Nell’anno consacrato a livello mondiale al tema dell’alimentazione del pianeta, la Sardegna punta sulla ricerca per attrarre nuovi flussi turistici e sostenere una produzione vitivinicola, zootecnica e agricola la cui qualità è certificata dai numerosi studi scientifici. La nuova campagna di marketing degli assessorati del Turismo, Artigianato e Commercio, e dell’Agricoltura è dedicata ai “Cibi per la salute dalla terra dei centenari”. Lo scorso 24 luglio la prima iniziativa della campagna è stata dedicata alle produzioni sarde, garantite e certificate, di cereali, carciofi, olio e zafferano. L’11 settembre, in occasione dell’avvio della settimana della Sardegna a Expo, si è invece parlato di “Strategie di mercato delle eccellenze del comparto lattiero caseario”. Alla tavola rotonda erano presenti, oltre al presidente Francesco Pigliaru e all’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras, i rappresentanti dei Consorzi Dop dei nostri pecorini, di Grana Padano, Parmigiano Reggiano e altri esperti del settore. Il 17 settembre è stato invece protagonista il vino, definito come elisir di lunga vita, e l’intero comparto vitivinicolo ed enologico della Sardegna. L’incontro di oggi, organizzato dall’Agenzia agricola regionale Laore in collaborazione con la FASI, ha puntato i riflettori sulle produzioni di eccellenza di pasta, Agnello di Sardegna Igp, Pecorino Sardo, Pecorino Romano e Fiore Sardo Dop.
L’iniziativa, moderata dalla giornalista Eleonora Cozzella, coordinatrice del sito L’Espresso Food&Wine e ispettrice della Guida ai ristoranti d’Italia del Gruppo L’Espresso, è stata introdotta dalle curiosità storiche e di costume sul cibo del giornalista gastronomico Pasquale Porcu. Testimonial d’eccezione Pietro Antonio Migliaccio, presidente della Società italiana di Scienza dell’alimentazione, docente in Scienza dell’alimentazione e nutrizionista. Reso famoso dalle sue frequenti incursioni televisive, Migliaccio ha ribadito che «il vero segreto per un’alimentazione sana deve prevedere tutto», e che «i carboidrati sono essenziali, esattamente come le proteine di origine animale». Sui rischi delle mode nell’alimentazione e nella gastronomia si è concentrato anche l’intervento dello chef Claudio Sadler, che ha detto: «La cucina vive di mode, ma in questo periodo storico in cui c’è bisogno di certezze c’è un grande ritorno alla tradizione, c’è bisogno di coniugare la creatività con ciò che è tipico di un territorio».
Al dibattito hanno inoltre partecipato Salvatore Palitta, presidente del Consorzio Pecorino Romano Dop, Domenico Mura, presidente del Consorzio Pecorino Sardo Dop, e Patrizia Pitzalis, direttore del Consorzio Agnello di Sardegna Igp. Illuminante, sul piano scientifico, è stata la presentazione del progetto Cereal 14/20, elaborato dalle Agenzie Laore e Agris, dall’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari e dall’Università di Cagliari con il supporto economico di Banco di Sardegna e Laore. A illustrare il lavoro il parassitologo Costantino Palmas, coordinatore del progetto, e la diabetologa Francesca Spanu, che segue gli aspetti clinici dell’indagine.
Elisabetta Falchi 2

 

«La battaglia fatta per portare il porcetto sardo termizzato a Expo, e più in generale quindi per permettere a tutte le nostre carni suine sane di poter iniziare a varcare il Tirreno, fa parte del grande lavoro che stiamo portando avanti per valorizzare le carni di eccellenza e in particolare la nostra punta di diamante isolana: l’agnello IGP di Sardegna. Una valorizzazione che punta alla conquista dei mercati internazionali.»
Lo ha detto sabato l’assessore regionale dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, a margine del convegno “Tradizione e Innovazione” nel comparto ovino, organizzato a Macomer dall’Associazione regionale degli allevatori (Ara) e dall’Associazione nazionale della pastorizia (Assonapa), nell’ambito della 9ª edizione della Fiera Nazionale Ovini razza sarda. Ad animare buona parte dei lavori sono state le relazioni tecniche su allevamento e selezione degli animali, ma anche sulle caratteristiche nutrizionali dei prodotti di allevamento, con particolare attenzione verso le eccellenze alimentari certificate come i formaggi DOP e l’agnello IGP.
Sulla scorta delle ricerche commissionate all’Agenzia regionale Agris, il Consorzio di Tutela della IGP agnello di Sardegna ha dato risalto, nel suo stand espositivo in fiera, alle caratteristiche nutrizionali e curative della carne di agnello: risultato della cultura millenaria legata all’allevamento della razza autoctona e allo stretto legame con l’ambiente naturale in cui si svolge.
«Origine, luogo, modalità di allevamento e quindi sostenibilità ambientale – ha spiegato la direttrice del Consorzio di tutela, Patrizia Pitzalis – sono le parole d’ordine che forniscono un valido supporto alla valorizzazione economica del prodotto a favore della filiera produttiva. Il Consorzio ha infatti richiesto e ottenuto dall’Unione europea alcune modifiche al disciplinare di produzione per meglio rispondere alle nuove esigenze dei mercati.»
Secondo uno studio dell’Ara, i consumatori apprezzano sempre di più la carne di agnellone, ovvero la categoria IGP da taglio da 10 a 13 kg, che permette di sperimentare ricette innovative che, accanto a quelle tradizionali, permettono di soddisfare il gusto di una platea sempre più numerosa e la fantasia di vari chef, con cui il Consorzio ha iniziato a collaborare. L’obiettivo è quello di incrementare il consumo di carni d’agnello, attualmente il 2% delle carni consumate in Italia, e far conoscere la qualità del prodotto anche all’estero approfittando di Expo Milano 2015.

Gregge di pecore 2