23 April, 2024
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Il coordinamento dei Riformatori Sardi del Sulcis Iglesiente ha organizzato per lunedì 19 novembre, alle ore 17,30, presso la Sala Eventi di via Roma 48, a Carbonia, un incontro che sarà incentrato sulla presentazione del libro di Pierpaolo Vargiu “I Riformatori di Massimo Fantola dal mio punto di vista”.

Il programma prevede gli interventi di Roberto Gibillini, coordinatore circolo di Carbonia; Francesco Loi, coordinatore Sulcis Iglesiente; Peppino La Rosa, componente del coordinamento regionale.

Per la presentazione del libro, Pierpaolo Vargiu verrà intervistato dai giornalisti Stefania Piredda dell’Unione Sarda e Giampaolo Cirronis de La Provincia del Sulcis Iglesiente. Chiusura la serata, l’intervento di Massimo Fantola.

 

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«La bocciatura della legge di riforma della rete ospedaliera della Sardegna non è un fulmine a ciel sereno; era già nota da tempo, da quando c’era ancora il governo amico di Gentiloni con ministro Lorenzin, la posizione del governo che però non veniva comunicata ufficialmente e ai Riformatori Sardi che chiedevano lumi in consiglio regionale si rispondeva che erano in corso interlocuzioni su obiezioni di carattere tecnico che non mettevano in discussione la legge.»

Lo scrive, in una nota, Peppino La Rosa, componente della direzione regionale dei Riformatori sardi.

«Ma era chiaro che invece la bocciatura appariva sin da subito un epilogo atteso dal momento che a suo tempo il D.M. 70 del 2015 che fissa parametri che sono gli stessi per la città di Milano che ha 1.600.000 residenti e per la Regione Sardegna che ha appunto lo stesso numero di residenti era stato approvato dalla conferenza Stato Regioni – aggiunge Peppino La Rosa -. Il DM 70 fu approvato dalla Conferenza Stato Regioni che aveva infatti il compito di approvarlo e conseguentemente di attuarlo. La nostra Regione ha approvato il D.M. senza modifiche rispetto a situazioni e soluzioni specifiche da adottare in situazioni come la nostra Regione. La conseguenza è che lo deve attuare così com’è. Si invocano i margini della nostra autonomia speciale che però andavano posti già in sede di conferenza Stato Regioni e che comunque andavano spiegati e difesi nelle famose interlocuzioni col Governo, cosa che evidentemente non è stata fatta in modo convincente neppure quando ancora c’era il cosiddetto governo amico, infatti, ci sarebbe stato il tempo per una decisione in merito già da parte della ministra Lorenzin.»

«Si tratta certo dell’ennesima bocciatura che subisce la Giunta regionale Pigliaru, Arru, Paci, ma il problema vero non è questo – rimarca Peppino La Rosa -. Il problema, il dramma quotidiano è lo sfascio del sistema sanità che questa giunta ha fatto di tutto e di più per metterlo nelle condizioni di non funzionare e cambia davvero poco o nulla se la riforma della rete ospedaliera viene promossa o bocciata dal Governo. I Sardi l’hanno bocciata da tempo.»

«Fra qualche mese – conclude Peppino la Rosa – saranno i cittadini nelle elezioni regionali a bocciare sonoramente questa oramai quasi inesistente maggioranza di centro sinistra e la sua Giunta sfascia Sanità.»

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«Le strade di nessuno» è lo striscione nero su bianco esposto questo pomeriggio all’incrocio tra la strada statale 195 e la strada provinciale n° 73, all’altezza di Villarios, dai promotori dal coordinamento dei Riformatori Sardi del Sulcis Iglesiente, nel corso di un sit-in organizzato per denunciare la situazione delle strade e richiedere i necessari interventi. Hanno partecipato alla manifestazione il Movimento delle Partite Iva, con il presidente Elio Cancedda; il Partito sardo d’Azione, con Aurelio Fadda; i consiglieri comunali di Carbonia Michele Stivaletta e Daniela Garau.

Per alcune ore, sotto l’attenta osservazione dei carabinieri e degli agenti del commissariato di Polizia di Carbonia guidati dal dirigente Gabriella Comi, hanno distribuito volantini agli automobilisti di passaggio, nei quali sono state sintetizzate le motivazioni della protesta e le richieste avanzate alle amministrazioni competenti, provincia del Sud Sardegna e Regione Sardegna.

Su queste motivazioni abbiamo intervistato Peppino La Rosa, dirigente dei Riformatori Sardi, e Michele Stivaletta, consigliere comunale di minoranza di Carbonia.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10216873768984437/

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10216873942908785/

 

        

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Il coordinamento dei Riformatori Sardi del Sulcis Iglesiente ha convocato per mercoledì 27 giugno, dalle ore 16,30 alle ore 20,00, una manifestazione lungo la SS 195 direttrice Giba al bivio per Villarios e Porto Pino, per denunciare la situazione delle strade e richiedere i necessari interventi. Il coordinamento invita i sindaci, le forze politiche e sociali, i rappresentanti nelle istituzioni e le associazioni del territorio a partecipare con i gonfaloni, bandiere, striscioni, volantini da distribuire. I Riformatori Sardi esporranno uno striscione e distribuiranno dei volantini.

«La manifestazione – spiega il coordinatore territoriale dei Riformatori Sardi Francesco Loi -, sarà di tutti coloro che vorranno partecipare. Siamo convinti che occorra riportare la situazione delle strade in primo piano a distanza di quasi un anno dalla iniziativa che ricordiamo come la pedalata dei sindaci che ebbe un grande risalto mediatico. Noi diamo come titolo “e strade di nessuno” per segnalare l’abbandono e i gravi ritardi per le infrastrutture stradali previste nel Piano Sulcis e deliberate ormai dal 2012. Abbiamo la speranza che ciascuno voglia sentirsi protagonista di questa iniziativa e dare un contributo importante per porre all’attenzione la disastrosa situazione delle nostre strade – conclude Francesco Loi -. Aspettiamo fiduciosi che vogliate comunicare la vostra partecipazione via mail o via telefono a Peppino La Rosa 328 4139420.»

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La pioggia, questa mattina, non ha fermato il sit-in promosso dal circolo cittadino dei Riformatori sardi, d’intesa col coordinamento territoriale, davanti alla sede INPS, in via Trieste a Carbonia, per richiamare l’attenzione sul rischio di smantellamento della sede, dopo che non sono stati sostituiti i lavoratori cessati o spostati e dopo che non si effettua più da tempo il servizio per le imprese e i giorni di apertura sono stati ridotti da cinque a tre la settimana. Al sit-in, oltre ai dirigenti dei Riformatori sardi Peppino La Rosa e Roberto Gibillini, hanno partecipato, tra gli altri, il deputato di Fratelli d’Italia Salvatore Sasso Deidda, il capogruppo del Patto Civico in Consiglio comunale Daniela Garau, i presidenti del Movimento Partite Iva e del Comitato Artigiani e Commercianti Elio Cancedda ed Ivan Garau.

Durante il sit-in, abbiamo intervistato Roberto Gibillini, coordinatore cittadino dei Riformatori Sardi; il deputato di Fratelli d’Italia Salvatore Sasso Deidda e Peppino La Rosa, dirigente regionale dei Riformatori sardi.

 

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Devo ammettere che ci sono rimasto male a verificare che nel nostro territorio non si è celebrata, il primo maggio, la festa del lavoro e, purtroppo, non è certo la prima volta che accade. Mi sono chiesto più volte e ancora in questi giorni, se la situazione di grave difficoltà in cui versa il nostro territorio può essere motivo per non celebrare la festa del lavoro. Ho voluto rifletterci a lungo prima di dare una risposta e mi sono voluto anche ripassare un po’ di storia della festa del lavoro e un po’ di ricordi sicuramente non storici ma importanti della festa del lavoro che in più momenti si è celebrata con grande unità dei lavoratori e con grande partecipazione popolare nel nostro territorio.

Ho avuto l’onore di impegnarmi in prima persona nel movimento sindacale sia di categoria, sia generale e lo ricordo come la più importante esperienza sociale, politica e umana che mi è toccata in sorte.

Il primo maggio si celebra la festa del lavoro dal 1890 in Europa e in diversi Paesi nel mondo. La data fu scelta per ricordare la grande mobilitazione dei lavoratori a Chicago (USA) iniziata il primo maggio 1886 e durata per alcuni giorni per rivendicare la giornata lavorativa di otto ore. La lotta si concluse, purtroppo, con diversi morti e feriti tra lavoratori e poliziotti. Si badi tuttavia che proprio negli USA la festa del lavoro si celebra il primo lunedì di settembre.

Alla base della scelta di celebrare in un giorno stabilito la festa del lavoro vi erano e vi sono quindi alcune ragioni essenziali che si possono cosi sintetizzare: ricordare le lotte dei lavoratori; rivendicare e affermare i propri diritti; rivendicare e raggiungere nuovi obiettivi; in generale migliorare la propria condizione.

Ancora oggi in diversi Paesi del mondo è vietato celebrare la festa del lavoro o è confinata per decisione delle autorità in un luogo periferico e circondato dalle forze di polizia.

Anche in Italia la festa del lavoro ha conosciuto divieti, repressioni e divisioni: durante il fascismo fu deciso dal regime che essa si dovesse celebrare il 21 aprile considerato giorno Natale della città di Roma; nel dopoguerra nel 1947 non si può non ricordare la strage avvenuta presso la località di Portella della Ginestra in provincia di Palermo dove uomini della banda di Salvatore Giuliano spararono sul corteo; dal 1948, le divisioni politiche coinvolsero pienamente anche il sindacato tanto che la ripresa della celebrazione unitaria della festa del lavoro avviene dal primo maggio 1970. Fu al centro la riduzione della settimana da 48 a 40 ore conquistata dal 1969.

Nel Sulcis Iglesiente grandi giornate del primo maggio, credo, restano nella memoria di lavoratori e non solo. In quel giorno i riflettori dei mezzi di informazione guardavano al nostro territorio per evidenziare le iniziative più importanti della giornata nella nostra Isola.

Alle domande che mi sono posto all’inizio, aggiungo, alla luce delle poche cose che ho ricordato sopra: è giusto che le organizzazioni dei lavoratori decidano in proprio di abolire la festa del lavoro per di più in un territorio con la grande tradizione sindacale e di grandi battaglie economiche, sociali e culturali?

Credo che ci possano essere diversi ragioni che spiegano le difficoltà di preparare e celebrare la festa del lavoro ma due, mi sembra, le riassumono: la mancanza di una visione e azione generale  unitaria e di una piattaforma di tutto il sindacato per affrontare l’emergenza lavoro e le possibili prospettive di sviluppo.

Pur in questo quadro di difficoltà generale, le categorie impegnate nei settori e nelle aziende stanno dando prova di grande capacità e di unità. Da qui si può ripartire. E si può ripartire anche da un tema che è stato all’origine delle lotte che hanno ispirato la giornata della festa del lavoro e  che è stato il grande tema della ripresa della festa unitaria nel nostro Paese: l’orario di lavoro.

Sarebbe importante, secondo me, che dal Sulcis Iglesiente potessero partire proposte e iniziative affinché nel territorio, sulla base del decreto di riconoscimento dell’area di crisi industriale complessa, contando anche sulla ripresa produttiva delle grandi aziende, si affermasse la scelta di una riduzione generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario e di un generalizzato ricambio generazionale sia nel privato che nel pubblico.

E’ certamente una tematica che deve essere approfondita nei vari aspetti e che, a mio parere, ben potrebbe trovare spazio in una piattaforma da fondare su diversi punti, per affrontare l’emergenza lavoro.

Mi piacerebbe tanto partecipare il prossimo primo maggio ad una grande festa del lavoro in cui tutto il movimento e non solo si impegnasse e si mobilitasse su una nuova piattaforma per il lavoro e lo sviluppo, piattaforma che stiamo aspettando da troppo tempo.           

Peppino La Rosa

Dirigente regionale Riformatori Sardi

Ex segretario della Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente

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Questo pomeriggio, la sede di San Giovanni Suergiu dell’Unione dei Comuni del Sulcis, su richiesta dei Riformatori Sardi del Sulcis Iglesiente, ha ospitato un incontro tra l’Unione dei Comuni del Sulcis e la delegazione del coordinamento dei Riformatori Sardi del Sulcis Iglesiente.

«Al centro dell’incontro – si legge in una nota del coordinatore del Sulcis Iglesiente Francesco Loi ed il coordinatore del gruppo di lavoro per la nuova piattaforma Peppino La Rosa – l’analisi della grave crisi economica e sociale che investe il territorio, gli strumenti che possono essere utilizzati per affrontarla; la necessità e l’urgenza di costruire una nuova piattaforma condivisa dal territorio per affrontare l’emergenza lavoro e indicare le prospettive di sviluppo da fondare, come proposto dal coordinamento dei Riformatori Sardi, su quattro piani operativi:

  • Piano Sulcis da rivedere su alcune scelte con la conseguente rimodulazione delle risorse finanziarie;
  • Piano per l’emergenza lavoro come base della nuova piattaforma;
  • Piano di riconversione e riqualificazione di cui al decreto di dichiarazione di area industriale di crisi complessa;
  • Piano di formazione come fattore determinante nell’ambito degli interventi con l’obiettivo di raggiungere anche quella fascia ampia di giovani e meno giovani che rischia di restare fuori dallo studio e dal lavoro per la vita.

E’ stato preso l’impegno di portare avanti il confronto sulle proposte e gli obiettivi specifici dopo il necessario approfondimento da parte dei sindaci.»

«Come Riformatori sardi esprimiamo l’auspicio che il confronto si possa estendere nelle prossime settimane – concludono Francesco Loi e Peppino La Rosa -, coinvolgendo tutti i comuni del territorio, le forze politiche e sociali, le associazioni di categoria, i movimenti e i comitati, tutti coloro che vogliono condividere l’impegno per costruire e sostenere una nuova piattaforma per il lavoro e lo viluppo del nostro territorio.»

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Naturalmente in questi giorni post voto, le analisi e le dichiarazioni dei rappresentanti della politica nella nostra Regione riempiono pagine e pagine dei nostri giornali. La cosa è chiaramente interessante anche se spesso le analisi e le dichiarazioni dicono poco e niente e lasciano aperti tanti, troppi interrogativi senza risposta.

Tuttavia, su L’Unione Sarda del 15 marzo 2018, le dichiarazioni del consigliere regionale di Campo progressista, movimento che ha partecipato alle elezioni politiche all’interno delle liste del Partito democratico, Francesco Agus, presidente della commissione Riforme del Consiglio regionale, dicono con chiarezza cose importanti e che tutti ormai ben conosciamo.

La conclusione delle sue dichiarazioni riconosce gli errori fatti in particolare su alcune riforme come quella della Sanità. Dice Francesco Agus: «La riforma della sanità è sbagliata, ha scontentato tutti, pazienti, dirigenti, medici, infermieri sia nelle città sia nelle campagne e quindi bisogna riconoscere che abbiamo sbagliato e cambiare».

Sono d’accordo che va profondamente cambiata ma non possono farlo certamente loro che stanno governando questa regione e che hanno presentato, votato, difeso in giro per i territori della Sardegna questa riforma, salutata come storica e in grado di garantire servizi di qualità a tutti anche spendendo meno.

Da diversi giorni leggiamo che, nell’ambito della maggioranza che governa la Regione che, ricordiamolo, è composta da Sinistra, Partito democratico, Centro democratico, Partito dei sardi, si ipotizza un ulteriore rimpasto in Giunta e si punterebbe a sostituire ovviamente l’assessore della Sanità, Luigi Arru, più l’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria e quello dell’Industria Maria Grazia Piras.

Forse cosi si riconosce finalmente il fallimento delle scelte operate sulla sanità, nel mondo delle campagne, nei settori dell’industria  della nostra Regione ma certo non si pone rimedio a tale fallimento.

Suggerisco una cosa semplice da fare: chiudere subito questa legislatura che non aveva bisogno del voto del 4 marzo scorso per mettere in rilievo il totale fallimento dei professori e dei partiti della maggioranza.

Il presidente della commissione Riforme può dare un contributo in questa direzione: prima di tornare alle urne per la Regione, è necessario tenere fede agli impegni presi subito dopo le scorse elezioni, per rimediare alle storture della legge elettorale regionale che erano apparse chiare a tutti. Qualche mese fa si è introdotta una modifica per prevedere la doppia preferenza di genere e si è deciso di rinviare gli altri punti da correggere. Ci sono le proposte, sono state già discusse, per cui non dovrebbe occorrere molto tempo. Due settimane nelle commissioni e due tre giorni in Aula, possono essere più che sufficienti per fare le modifiche necessarie per dare certezza di rappresentanza al voto dei cittadini e dei territori. Naturalmente, dovrebbe essere ufficializzato che, subito dopo, si scioglierà il Consiglio. Quindi al voto per il rinnovo del Consiglio regionale senza aspettare la scadenza naturale di febbraio 2019. Sarebbe troppo  tempo perso per la Sardegna e i problemi potrebbero solo aggravarsi.

Carbonia, 15 marzo 2018

Peppino La Rosa

Dirigente Riformatori sardi

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Una nuova piattaforma per l’emergenza lavoro e per lo sviluppo non è un elenco di richieste e di proposte ma è prima di tutto la condivisione di scelte sulle quali promuovere e sostenere la partecipazione e la mobilitazione della nostra gente insieme alle istituzioni, alle forze politiche e sociali, economiche, culturali.

Nel mio intervento nel numero 311 del periodico “La Provincia del Sulcis Iglesiente” del 29 dicembre scorso, ho concluso ricordando la grande marcia per lo sviluppo che nell’autunno del 1992 ha raggiunto a piedi tutti i comuni del nostro territorio, ha portato la marcia a piedi a Cagliari il 30 ottobre con la più grande manifestazione popolare che si ricordi e ha quindi raggiunto Roma a piedi da Civitavecchia dove siamo sbarcati la mattina del 5 dicembre e quindi entrati a Roma nella tarda serata del giorno dell’Immacolata. La mattina seguente la marcia ha raggiunto il Vaticano per l’udienza col Papa Giovanni Paolo II che ci ha incoraggiato ad andare avanti “per il lavoro si fa questo e altro”.

40 marciatori, consapevoli di essere rappresentanti non solo delle realtà lavorative da cui provenivano ma anche dell’intero Sulcis Iglesiente che, a sua volta, si sentiva pienamente rappresentato da loro.

Non ci sono alternative possibili per affrontare la gravissima situazione del territorio. Nell’intervento del numero scorso ho richiamato il decreto per il riconoscimento dell’area di crisi industriale complessa. Ora invito tutti a leggere il dossier sull’area di crisi del Sulcis Iglesiente, predisposto dalla Regione Sardegna nel 2016 per la richiesta al Governo del riconoscimento di area di crisi e vi invito a rileggere i dati che sono stati pubblicati sempre nel numero scorso come riportati dal dott. Franco Manca nel convegno della Cisl del 7 dicembre 2017. Dati che si possono così sintetizzare nel confronto tra il 2008 e il 2016: le persone in cerca di lavoro nel 2008 erano 5.000 mentre nel 2016 erano raddoppiate cioè 10.000; il tasso di disoccupazione è passato dal 10% al 20,6% e quello giovanile dal 42,9% al 59,8%, mentre il tasso di occupazione scende dal 50,4% al 43,8%.

L’esigenza di costruire una nuova piattaforma non può essere ignorata e ciò significa fare delle scelte in grado di affrontare insieme l’emergenza lavoro e le prospettive di nuovo sviluppo.

Sicuramente dalle scelte che saremo capaci di fare, se saremo capaci di farle, dipende la possibilità di costruire consenso, condivisione, partecipazione e solo in questo modo  la marcia può ripartire.

Dal coordinamento dei Riformatori Sardi è partita una richiesta in questa direzione per l’apertura del confronto con tutte le istanze rappresentative del territorio. Ce la metteremo tutta per alimentare la speranza.

Abbiamo l’urgenza di mettere a frutto le nostre possibilità e possiamo farlo facendo le scelte giuste per una piattaforma che per i Riformatori Sardi del Sulcis Iglesiente  dovrà fondarsi su quattro piani tra loro coordinati e in grado di dare risposte all’emergenza lavoro e alle scelte per le prospettive di sviluppo, fermo restando che dobbiamo difendere le nostre industrie:

  • Piano Sulcis, che dovrà essere oggetto di un profondo aggiornamento su scelte condivise nel territorio per le quali spendere le risorse finanziarie ora non spese, non spendibili e quelle da rimodulare;
  • Piano di lavori pubblici e privati incentivati, adeguato allo stato di emergenza, basato sulla certezza dei finanziamenti e dei tempi e sulle scelte del territorio in grado di dare lavoro alle imprese locali e alla manodopera locale per l’infrastrutturazione urbana e territoriale come base per le nuove prospettive di sviluppo;
  • Piano di riconversione e di riqualificazione nei comparti dell’industria, dell’agricoltura, del turismo e dell’artigianato, come previsto dal decreto sull’area di crisi e che dobbiamo ancora cominciare a definire, cosa che ci viene richiesta dal medesimo decreto;
  • Piano di formazione specifico come fattore determinate nell’ambito degli interventi con l’obiettivo di raggiungere anche quella fascia ampia di giovani e meno giovani che rischia di restare fuori dallo studio e dal lavoro per la vita.

Peppino La Rosa

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Il Coordinamento dei Riformatori Sardi del Sulcis Iglesiente, partendo dall’analisi dei dati che denunciano la grave crisi economica e sociale che investe il territorio; dagli strumenti che sono in campo per affrontarla; dalla dichiarazione di area di crisi industriale complessa; valutando i risultati fin qui raggiunti come impercettibili ai più e certamente non adeguati ad affrontare l’emergenza sociale, la mancanza di lavoro in primo luogo, e neppure a porre basi solide per una nuova prospettiva di sviluppo integrato; hanno portato avanti nel corso di questi mesi un intenso lavoro con incontri settimanali, finalizzato alla necessità di una nuova piattaforma nata e condivisa nel e dal territorio, per affrontare con misure straordinarie l’emergenza sociale, appunto straordinaria, e per delineare proposte di sviluppo integrato. Per portare avanti questo impegno, il coordinamento si è strutturato come gruppo di lavoro con la partecipazione di esperti e di rappresentanti di settori in grado di fornire un contributo di conoscenze, competenze, idee, fondamentale per l’analisi e per l’elaborazione della proposta nel suo complesso. Attenzione è stata riservata alle proposte della settimana sociale della chiesa.

Da qui in avanti, ci proponiamo di avviare una seconda fase che consiste nel confronto con le istituzioni locali, forze politiche e sociali, le organizzazioni rappresentative, i comitati, i cittadini, esperti e professionisti, interessati a dare un contributo. Il confronto, per quanto ci riguarda, dovrà sancire la necessità di una nuova piattaforma per l’emergenza e per lo sviluppo, elaborata e condivisa nel e dal territorio, partendo dalla revisione di alcune scelte e dalla conseguente rimodulazione della destinazione delle risorse finanziarie del Piano Sulcis; dalla costruzione di una proposta come base del piano di riqualificazione e di riconversione di cui alla dichiarazione di area di crisi industriale complessa; dal ruolo della Regione, delle istituzioni locali, dei vari enti e soggetti che possono incidere nelle scelte e nella realizzazione concreta delle stesse; dall’impegno della Regione e del Governo, chiamati in primo luogo  a dare risposte sul terreno dell’emergenza sociale per un piano straordinario e ad attuare  strumenti e misure  per le  infrastrutture necessarie per lo sviluppo del turismo come volano in un ottica di sviluppo integrato. Le proposte che noi avanziamo al confronto sono diverse e, in qualche caso, anche alternative tra loro, e costituiscono soltanto un contributo. Per quanto ci riguarda è irrinunciabile l’esigenza di definire una nuova piattaforma in cui si riconosce tutto il territorio, per la quale siamo pronti a sostenerla col massimo della partecipazione e della mobilitazione.

Ci permettiamo di chiedere, in questa fase, a sostegno dell’impegno del territorio,  uno sforzo straordinario a tutti i mezzi di informazione che certamente possono e potranno svolgere un ruolo particolarmente significativo.

Francesco Loi – Coordinatore del Sulcis Iglesiente                       

Peppino La Rosa – Coordinatore dei lavori per la piattaforma