28 March, 2024
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Consiglio regionale 42 copia

Prosegue in Consiglio regionale il dibattito sul disegno di legge n. 130/A “Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia”.

In apertura dei lavori, il Consiglio ha respinto l’emendamento n° 295 presentato al titolo della legge, con 33 voti contrari, 1 a favore e 3 astenuti.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, sull’ordine dei lavori, ha chiarito che l’assenza dell’opposizione ha motivazioni politiche.

Il presidente ha quindi messo in votazione il titolo della legge.

Per dichiarazione di voto, il consigliere di Forza Italia Marco Tedde ha osservato che «in un momento così difficile per la Sardegna fa un po’ specie che il Consiglio regionale non riesca a far partire i lavori per colpa della maggioranza che non riesce a trovare la quadra al suo interno». La legge, ha sostenuto, «è del tutto inadeguata e non produrrà nessun risultato, sarebbe stato davvero molto meglio prorogare il piano casa come avevamo chiesto, oggi non stiamo facendo niente di buono per la Sardegna; lo stesso titolo è incoerente rispetto ai contenuti, non c’è nemmeno semplificazione ma il semplice recepimento di alcune parti del testo unico nazionale sull’edilizia». L’unica cosa che si sta facendo, ha concluso Tedde, «è riordinare la proposta della Giunta regionale, che la maggioranza ha definito addirittura privo di logica espositiva».

Il consigliere Oscar Cherchi, anch’egli di Forza Italia, ha definito il titolo «quasi un poema; la semplificazione per voi resta un modo di pensare ma non si va oltre perché, in concreto, si va verso il solito tassello rimandando a qualcosa che si farà dopo senza dire quando, avete fatto incetta di tasselli in tutta la Sardegna».

Il consigliere Ignazio Locci, sempre di Forza Italia, ha affermato che «è evidente che il titolo dice il contrario del contenuto della legge, una legge che complicherà la vita a tutti gli uffici tecnici della Sardegna edc anziché mettere ordine si farà ulteriore confusione».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha riconosciuto di aver sbagliato a fidarsi dell’assessore Erriu «quando promise di varare un nuovo piano casa entro il 2014; il titolo fa anche un po’ ridere perché riordino e semplificazione devono essere fatti soprattutto all’interno della maggioranza, mentre dovremo essere noi a cercare di semplificare questa legge che, fuori dall’Aula, è attesa da larghi settori della società sarda, da chi vuole investire rispettando l’ambiente contribuendo per quanto possibile a risollevare la nostra economica».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha detto che «il titolo è quasi una offesa all’intelligenza delle persone perchè è vero che nell’edilizia c’è un grandissimo bisogno di semplificazione anche per disboscare una vera e propria giungla di norme e competenze, che incutono quasi terrore in chi vuole fare un intervento in una situazione resa ancora più grave a causa della crisi economica, oltre che paura negli uffici tecnici che entrano nel panico temendo l’intervento della magistratura». Questa legge, ha aggiunto, «non contiene nessuna semplificazione ma introduce ulteriori elementi di complicazione e confusione».

Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha osservato che «siamo al terzo tentativo di presentare uno strumento organico in questa materia, avete proceduto random cambiando più volte il testo ma ora delle due l’una: o non avete una pallida idea dell’urbanistica o l’atteggiamento schizofrenico sta arrivando al momento più alto». Questa legge, ha precisato, «complica una materia già farraginosa come hanno detto più volte gli operatori del settore ed i professionisti; sta nascendo una nuova oligarchia burocratica e si sta trasformando una seduta del Consiglio in una seduta spiritica».

Il consigliere Alessandra Zedda, vicecapogruppo di Forza Italia, ha definito la discussione «inutile per una legge riempita di enfasi che dentro non ha nulla; non si sa su quale patrimonio edilizio si voglia intervenire mentre da più parti la Sardegna sta chiedendo di fermarvi, una richiesta alla quale anche noi ci associamo». Meglio fermarsi, ha spiegato Zedda, «e rinviare tutto alla nuova legge urbanistica; come avete fatto nella sanità non c’è nulla di quanto proclamato in campagna elettorale, solo due righe messe in croce (e anche molto male) senza una idea di sviluppo della nostra Sardegna, ottenendo l’unico risultato di mettervi tutti contro».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha dichiarato che «fa davvero sorridere il fatto che una legge che vuole guardare al futuro per salvaguardare l’ambiente sia accompagnata dalla resa della Giunta di fronte alla vicenda dell’inceneritore di Tossilo, vicenda molto più pesante di un presunto inquinamento nel campo del turismo». Il presidente di Federalberghi, ha ricordato, «vi definisce dilettanti perché negare perfino l’adeguamento delle strutture alle esigenze del mercato, o negare agli agricoltori addirittura la presenza nelle loro campagne, significa che si sta facendo tutto il contrario di quanto lo stesso governo nazionale intende fare per rilanciare l’edilizia».

Il consigliere Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha detto che «oggi è la dimostrazione che una certa politica è la causa principale dei problemi che la Sardegna sta vivendo, tuttavia l’inizio della seduta è, secondo me, positivo perché almeno una parte della maggioranza sta cercando di dialogare non con i segretari di partito ma con la gente». Per Fasolino «è assurda l’esclusione delle zone agricole perché occorre chiedersi cosa faranno gli agricoltori con un ampliamento di 30 metri quadri, la verità è che non c’è una idea di Sardegna, non c’è una idea di turismo, non c’è una idea di sviluppo». E’ fondamentale invece, ha concluso il consigliere, «dialogare con le persone, con le categorie e con gli operatori economici anziché chiudersi in una sede di partito: questo non può essere accettato». (Af)

Il consigliere di Area popolate sarda, Peppino Pinna, ha criticato la mancata proroga delle disposizioni contenute nel piano casa entro lo scorso novembre. L’esponente della minoranza ha ricordato i benefici prodotti dalle norme introdotte nella precedente legislatura che, a giudizio di Pinna, hanno registrato ricadute positive in termini economici e sociali. «Lo sviluppo creato – ha dichiarato il consigliere del gruppo “Aps” – è infatti paralizzato e gli uffici tecnici dei Comuni sono sommersi di richieste di aumento delle volumetrie domestiche. Peppino Pinna ha quindi fatto appello alla maggioranza «perché riconsideri la possibilità di prorogare le disposizioni del piano casa».

Il consigliere, Gianni Tatti (Aps), ha sottolineato le modifiche intervenute rispetto al testo originario del Dl 130 trasmesso alla competente commissione consiliare. L’esponente della minoranza ha quindi denunciato come le audizioni della IV commissione si siano svolte su un testo di legge che nel frattempo è stato stravolto “in altre sedi”, diverse da quelle del Consiglio. A giudizio di Tatti le norme in discussione incentivano ulteriori forme di spopolamento delle zone interne della Sardegna.

Il consigliere Mario Floris (Sardegna-Uds) ha dichiarato che “«il titolo dà conto della confusione che esiste sulla denominazione da dare al provvedimento». Il decano dell’Aula ha quindi manifestato contrarietà per le modifiche intervenute ed ha invitato il Consiglio a riconsiderare la riproposizione del titolo originario.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, in riferimento alla dicitura del titolo “norme per la semplificazione e riordino di disposizioni in materia edilizia e urbanistica” ne ha sottolineato l’importanza ma ha affermato che nessuno degli obiettivi indicati potrà essere conseguito con l’entrata in vigore delle norme contenute nel Dl 130. Attilio Dedoni ha quindi invitato la maggioranza a «evitare la distruzione delle poche opportunità offerte da leggi adeguate a fronteggiare la crisi».

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, in riferimento al mancato raggiungimento del numero legale in apertura di seduta si è rivolto ai consiglieri della minoranza per formulare con tono polemico che «la maggioranza è salda, compatta e non ha la memoria corta riguardo alle occasioni in cui è mancato il numero legale nella precedente legislatura». «La nostra agenda – ha aggiunto l’esponente di Sel – la detta solo il nostro programma e leggi che approviamo hanno come obiettivo quello di favorire la ripresa dell’economia sarda». Daniele Cocco ha concluso evidenziando che la maggioranza è disponibile a valutare eventuali modifiche migliorative delle norme contenute nel Dl 130.

Il capogruppo di Area popolare sarda, Gianluigi Rubiu, ha evidenziato che il centrosinistra con il Dl 130 ha raggiunto l’obiettivo «di scontentare tutti e tutte le categorie che gravitano nel comparto economico e nel comparto dell’edilizia e del suo indotto». «Il provvedimento in discussione – ha aggiunto Rubiu – preclude ogni possibilità di sviluppo, riafferma limitazioni e vincoli, e non contiene norme per la semplificazione delle procedure».

Il capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, ha sottolineato la necessità di procedere con la semplificazione del quadro normativo in materia di edilizia e urbanistica. «Non servono nuove leggi in materia – ha dichiarato il capogruppo della minoranza – ma un testo unico che cancelli le difficoltà interpretative e applicative che derivano dalla convivenza di tanti testi normativi che con “stralci” restano in vigore per pezzi». Christian Solinas ha invitato il Consiglio a “fermarsi” per riflettere sulle norme in discussione e sulla coerenza del testo di legge».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha dichiarato in apertura del suo intervento il voto favorevole al testo in discussione ed ha affermato di condividere la richiesta del suo collega Christian Solinas per procedere nel verso della semplificazione delle norme e delle procedure. Pietro Cocco ha definito un atteggiamento caratterizzato da una forte “presunzione” la condotta tenuta nel corso del dibattito dagli esponenti della minoranza consiliare. Il capogruppo Pd ha quindi evidenziato i numeri della crisi, anche nel comparto dell’edilizia, che, a suo giudizio, certificano il fallimento del centrodestra al governo della Sardegna.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha evidenziato che sui giudizi espressi sul Dl 130 «parlano i fatti e le dichiarazioni fatte da addetti ai lavori e dalle organizzazioni delle imprese, dei lavoratori e dei professionisti».

«Il piano casa – ha spiegato l’esponente della minoranza – con oltre 40mila concessioni edilizie ha rappresentato una misura efficace per aiutare il settore dell’edilizia in tempi di crisi profonda». «Pensate a ciò che ha prodotto il centrosinistra in un anno di governo», ha attaccato Pietro Pittalis, «perché i sardi non dimenticano di essere ancora governati dalle norme volute da Renato Soru che ancora oggi detta la linea in materia di edilizia e urbanistica».

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, non essendoci altri consiglieri iscritti a parlare ha posto in votazione il titolo della norma che è stato approvato con 31 voti favorevoli e 21 contrari.      

Il presidente Ganau ha quindi messo in discussione l’articolo 1 della legge.  Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha chiesto di esaminare prima il Titolo I “Disposizioni generali e norme di semplificazione e riordino in materia urbanistico-edilizia”. Il Presidente Ganau ha fatto notare che per prassi i titoli delle leggi non vengono discussi né votati. Pittalis ha però insistito, sottolineando la necessità di avere disposizioni chiare ed efficaci per evitare interpretazioni fuorvianti.

Contrarietà alla proposta di Pittalis ha espresso il capogruppo del PD Pietro Cocco che, richiamando le indicazioni ricevute dagli uffici, ha invitato l’Aula a procedere con le stesse modalità.

A favore della proposta di Pittalis si è invece schierato il consigliere dei Riformatori Michele Cossa: «Non è questione irrilevante – ha detto – i titoli assumono un peso importante ai fini dell’interpretazione delle legge».

Il Presidente Ganau, accogliendo la richiesta dell’opposizione, ha quindi deciso di mettere in discussione il Titolo I della legge dando la parola al consigliere Marco Tedde. L’esponente di Forza Italia ha sottolineato l’assenza nel Titolo I di qualsiasi riferimento alla riqualificazione del patrimonio edilizio. «E’ uno degli obiettivi principali del provvedimento, bene avrebbe fatto la Giunta a inserire questo passaggio. E’ un sintomo dell’inadeguatezza di una legge che si pone obiettivi formali ma non ha gli strumenti per raggiungerli. La norma che uscirà da questo consesso sarà un mostriciattolo».

Sulla sessa linea di Tedde anche il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni che ha rivolto un monito all’Aula sul rischio che una legge poco chiara possa essere esposta a contestazioni e interpretazioni discutibili. «Le costruzioni di case nei territori costieri e le successive demolizioni ordinate dalla magistratura non sono solo il risultato di abusi – ha detto Dedoni – in molti casi si è trattato di errate interpretazioni delle norme. E’ giusto privilegiare la tutela del paesaggio ma la demolizione di una casa si traduce in un atto distruttivo del lavoro e della ricchezza. Per evitare danni  la legge deve essere chiara».

Per Giuseppe Fasolino (Forza Italia), il Titolo I non rispecchia le disposizioni successive. «Ciò che manca è la previsione di incentivi per i privati e le imprese per ristrutturare e migliorare abitazioni o attività. Se si dice che una ristrutturazione si può fare diminuendo la volumetria dello stabile del 15% è chiaro che nessuno la farà».

Stefano Tunis (Forza Italia) ha ironicamente invitato l’Aula a modificare il Titolo I con la dicitura “Canne al vento”. « Il clima di ineluttabilità, presente nel romanzo di Grazia Deledda, è lo stesso che si respira oggi in Aula – ha detto Tunis – qualunque proposta di buon senso, animata da spirito di lealtà nei confronti del popolo sardo, viene travolta dalla filosofia di Canne al Vento».

Tunis ha quindi accostato il presidente Francesco Pigliaru alla figura di Efis (protagonista del romanzo deleddiano): «Il presidente, come Efis, uccide per lealtà e per amore. Pigliaru dovrebbe però capire che non è servo di nessuno se non del popolo sardo. La gente chiede altro: che la politica si liberi dal giogo dell’ideologia, lo spirito che aleggia in quest’Aula deve essere allontanato o eventualmente curato con strumenti adeguati». Un riferimento chiaro al segretario del Partito Democratico ed ex presidente della Regione Renato Soru che nei giorni scorsi ha convocato la direzione regionale del partito per discutere del Dl sull’edilizia: «Come è possibile mettere in legge ciò che trova spiegazione solo nella mente di un uomo? – ha concluso Tunis – Noi vogliamo aiutarvi, siamo a disposizione ma usciamo fuori da questo giogo».

Il presidente della Commissione Urbanistica Antonio Solinas (Pd) ha stigmatizzato l’atteggiamento ostruzionistico della minoranza: «L’opposizione sta mettendo in campo tutti i tentativi possibili per bloccare la legge. E’ legittimo, lo abbiamo fatto anche noi nella scorsa legislatura – ha detto Solinas – però non ho mai sentito nessuno chiedere di discutere e votare i singoli titoli di una legge».

Solinas ha poi ricordato che dal 2004 al 2009 il centrosinistra ha cercato di darsi una legislazione in materia urbanistica a differenza del centrodestra «che nella scorsa legislatura non ha nemmeno provato a elaborare una proposta in materia».

L’esponente della maggioranza ha quindi difeso il lavoro fatto in Commissione: «Abbiamo sentito sindacati, organizzazioni di categoria e ambientalisti – ha detto Solinas – abbiamo ascoltato le critiche e accolto alcuni suggerimenti. Non ci stiamo inventando nulla. In campagna elettorale abbiamo detto che avremo cancellato il PPS, messo un tassello all’edilizia, questo stiamo facendo con l’obiettivo per il futuro di approvare entro il 2016 una nuova legge urbanistica per poi procedere al varo del nuovo PPR».

Solinas, infine, ha rispedito al mittente l’accusa di eseguire ordini di partito: «Nel partito democratico si è discusso serenamente. Non prendiamo ordini, né da Arcore, né da Villa Certosa. E’ facile criticare, in Commissione si è lavorato con spirito costruttivo. Andare a dire che questa è una legge che penalizza la Sardegna offende i tutti i sardi».

Angelo Carta (Psd’Az) ha rilevato la discrasia tra il Titolo I e le disposizioni in esso contenute. «I titoli delle leggi vanno nell’indice. Nel caso in discussione non si parla delle sanzioni, contenute nell’art. 3. Per questo il Titolo I va corretto inserendo anche la parte relativa alle sanzioni. La nostra – ha affermato Carta – non è una discussione banale, né strumentale».

Secondo Salvatore Demontis (PD), la minoranza non si rassegna al fatto che il Piano Casa non esista più. «E’ stato applicato per cinque anni e ha scoraggiato i Comuni ad adeguare i Puc al Piano Paesaggistico Regionale – ha detto Demontis – crediamo che la questione urbanistica vada affrontata in modo diverso. Ci è stata chiesta una nuova legge urbanistica, lo dite anche voi che serve un provvedimento generale. Se lo ritenete così importante perché non lo avete fatto nei cinque anni passati?».

Demontis ha poi difeso la linea del suo partito: «Il segretario non impone nulla, convoca la direzione su temi di interesse regionale e nazionale – ha detto Demontis – sono orgoglioso di appartenere ad un partito in cui si discute e poi si decide. In altre occasioni si decideva in riunioni ristrette in Costa Smeralda».

Pronta la replica di Pietro Pittalis (Forza Italia): « Non ho mai fatto una riunione in Costa per questioni urbanistiche, al massimo mi sono occupato del crollo di un muraglione a Orune, paese d’origine dei miei avi. Che la Costa Smeralda abbia costituito oggetto di attenzione della politica è un’accusa da rivolgere al centrosinistra. Nessuno ha mai volato in elicottero per andare a valutare possibili iniziative imprenditoriali nei territori né incontrato gruppi di investitori americani. Nessuno sta demonizzando il fatto che Renato Soru detti la linea – ha detto Pittalis – per noi però è un ritorno all’oscurantismo».

Per Oscar Cherchi (Forza Italia), nella legge in discussione vengono proposti titoli poco chiari, rafforzati da ulteriori sottotitoli. «Di tutto si può parlare fuorché di semplificazione – ha affermato l’esponente della minoranza – non è questo il migliore modo di legiferare».

Ignazio Locci (Forza Italia) ha invitato la maggioranza a un atteggiamento più tollerante: «Non capisco quale turbamento vi crei il dibattito e il confronto in Aula – ha detto Locci – noi, nel rispetto del regolamento contestiamo l’impostazione oscurantista della legge , voi non avete dimostrato disponibilità al confronto, così non si aiuta l’economia della discussione. Non abbiamo paura di svolgere il nostro ruolo di oppositori, siamo pronti al dialogo ma al momento il giudizio rimane negativo».

E’ poi intervenuto l’ex presidente della Regione Ugo Cappellacci (Forza Italia) che ha espresso forti critiche sul metodo adottato dalla maggioranza nella predisposizione della legge: «All’inizio dello scorso anno l’assessore Erriu parlava di provvedimento pronto, come mai il segretario del Pd, a marzo 2015, ha ritenuto di dover convocare una riunione straordinaria sull’argomento? Evidentemente il percorso non era trasparente».

Cappellacci ha poi difeso il Piano Casa, adottato dalla sua Giunta: « Abbiamo fatto come la  Regione Puglia sulla base delle disposizioni nazionali – ha detto Cappellacci – la mia maggioranza ha intrapreso un percorso lungo di ascolto con i comuni, le associazioni di categoria e i sindacati. C’è stato un largo coinvolgimento delle parti sociali che non può essere dimenticato».

Alessandra Zedda (Forza Italia) ha invece contestato il metodo adottato in Commissione «dove si è deciso a colpi di maggioranza» e ricordato la contrarietà dei sardi alla politica urbanistica della Giunta Soru. Zedda ha poi rivolto un appello al presidente Pigliaru e agli altri partiti di maggioranza: «Nessuno può imporre la linea al Consiglio, le decisioni devono essere proposte dalla Giunta e discusse in Aula».

Giuseppe Fasolino (Forza Italia), ha difeso il Piano Casa e addossato al PPR il mancato adeguamento dei PUC: «E’ arrivato il momento – ha detto Fasolino – di pensare a una norma complessiva che dia alle amministrazioni locali la possibilità di metter in campo gli strumenti più idonei per il governo del territorio». (Psp)

Il consigliere di Forza Italia Marco Tedde ha osservato che «l’atteggiamento della maggioranza è una foglia di fico con cui si cerca di accontentare qualcuno scontentando però tutti, a cominciare dalle categorie produttive». E’sbagliato poi, a giudizio di Tedde, «attribuire al presidente Cappellacci perfino l’origine di una crisi economica globale mai conosciuta prima, dimenticando che hanno funzionato sia il piano casa che il taglio dell’Irap; quello che non ha funzionato è stato invece il Ppr di Soru che ha impedito ai comuni di fare i Puc, come dimostrano i dati della Sardegna».

Il capogruppo di Area popolare Gianluigi Rubiu ha affermato che «la legge dimostra il peso ideologico negativo che la maggioranza ha voluto attribuire alla legge; per esempio, anche con gli ampliamenti consentiti nei centri storici solo dove risiedono persone disabili». Bisogna cercare di essere più credibili, ha esortato il consigliere, «non mi appassiona il tema di chi ha governato prima o dopo, questo è un metodo che porta ad allontanarsi dal merito dei problemi, mentre invece è necessario un ascolto reciproco fra maggioranza e opposizione».

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione il titolo primo della legge che il Consiglio ha approvato con 31 voti favorevoli e 20 contrari.

L’assemblea ha poi iniziato l’esame dell’art. 1.

Il consigliere Mario Floris (Sardegna) ha detto in apertura che «i più grandi avversari della politica sono i politici, siamo qui a discutere di cose che la gente e gli stessi consiglieri regionali non conoscono, mentre dovremmo ricordare che tutti abbiamo rispettato l’ambiente ed anzi siamo stati i primi al mondo, cosa di cui dovremmo essere orgogliosi». Invece, ha poi lamentato Floris, «continuiamo a dividerci sul null e sono sbigottito da quanto accaduto nel fine settimana; non mi impiccio dei problemi del partito ma segnalo l’allarme sulla reale capacità di Giunta e maggioranza di risolvere i veri problemi della Sardegna in materia urbanistica senza passare sotto le forche caudine di Soru, che da anni tiene sotto scacco uno dei settori primari della nostra Regione». Il braccio di ferro di Soru, ha commentato il consigliere, «è lo stesso del 2008 ed oggi si rimarca la stessa volontà vincolistica di allora, un dogma che mandò a casa la stessa maggioranza di centro sinistra nel 2008; sono conseguenze tristi e sarebbe meglio ripartire da zero, perché i veti di Soru ignorano il dramma dell’edilizia in Sardegna ma il Consiglio ha dovere di dare risposte alle comunità locali ed in questo momento occorre una virata radicale».

Il consigliere Marcello Orrù (Psd’Az) ha detto che «proprio sul piano degli indirizzi generali la legge mostra la corda ed ingenera il massimo della confusione; la Giunta e la maggioranza vogliono bloccare l’edilizia per altri 10 anni con un sistema di divieti, vincoli e punizioni, rinnegando gli stessi concetti espressi nella relazione di maggioranza e soprattutto segnando un grave ritorno al passato, danno più grave nel Nord Sardegna dove allora chiuse una azienda su due nel settore edilizio». Orrù ha inoltre sottolineato che l’annullamento del piano paesaggistico è stato molto grave «perchè avrebbe dato respiro al comparto; ora parti della maggioranza dicono che nell’urbanistica devono essere coinvolti i comuni a cominciare dalle zone agricole, c’è qualcuno che per fortuna ha un minimo di buon senso ma la legge si rivela purtroppo incapace di replicare il piano casa mettendo in piedi un meccanismo macchinoso e problematico». Fermiamoci, ha consigliato in conclusione il consigliere sardista, «per lavorare a fondo sul merito e lavorare per una riforma organica che dia davvero risposte ai sardi».

Il consigliere Fabrizio Anedda (Sinistra Sarda) si è detto convinto che la finalità dell’articolo sia più che condivisibile. E’vero, ha riconosciuto, «che il Ppr non risolve granché, ci vorrebbe una nuova legge urbanistica prima di questa che, in effetti, è solo un nuovo piano casa». Purtroppo, ha lamentato Anedda, «dopo cinque anni la situazione delle imprese è drammatica soprattutto per il carico dell’invenduto; significa che non è stata una buona terapia perché bisogna non solo indicare cosa si può costruire e cosa no, ma soprattutto perché».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha commentato l’andamento del dibattito affermando che «come disordine mentale siamo arrivati al massimo e lo dimostrano le contraddizioni interne alla maggioranza; Federalberghi ha definito i politici dilettanti accomunando tutti ma rivolgendosi in realtà alla maggioranza ma oltre a quel dilettantismo c’è anche il dilettantismo legislativo di cui questa legge è un esempio emblematico». Entrando nel dettaglio del testo, Cherchi ne ha evidenziato la contraddittorietà perché si mischiano questioni edilizie, urbanistiche e paesaggistiche e, quanto alla semplificazione, ci si limita a recepire norme nazionali (peraltro certamente migliori di questa, senza però dire niente di nuovo e di buono». Anche noi, ha concluso il consigliere, «abbiamo la necessità di individuare le migliori soluzioni per il territorio ma per questo serve l’unità del Consiglio e non i diktat di Soru».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) entrando nel merito della legge ha espresso l’opinione che «che le finalità enunciate stridono con il contenuto mentre nel fare le leggi dovremmo tutti calarci nella realtà di ogni giorno e proprio questa è la grande occasione mancata». Soffermandosi sull’art.6 che prevede la cosiddetta Scia Cossa ha sottolineato che, da una parte, «si trasferisce la responsabilità delle certificazioni degli enti pubblici ai tecnici che ne assumono piena responsabilità anche sul piano penale, poi la mano pubblica fa rientrare tutto dalla finestra richiedendo documenti indispensabili per iniziare i lavori ma delle due l’una: o si fa la Scia o si chiedono le autorizzazioni, altrimenti tanto vale richiedere il permesso di costruire». In questo contesto, ha continuato, «i pochi che faranno un intervento saranno solo quelli obbligati a farlo, gli unici in grado di sopportare un calvario del genere; bisogna ricordare che la burocrazia non nasce dal nulla, nasce da norme malfatte come questa anche perché, fra l’altro, si chiamano le stesse cose con un nome diverso a seconda dell’applicazione della normativa nazionale o regionale».

Il consigliere di Sel, Francesco Agus, ha indicato nella risorsa ambientale e nel suolo “l’ultima risorsa strategica” nella disponibilità dei sardi, per affrontare le sfide del futuro. L’esponete della maggioranza ha dunque ribadito la necessità di cautela e di scelte ponderate perché, così ha dichiarato, «non dobbiamo pregiudicare il futuro possibile». Agus ha quindi affermato la necessità di cautela e confronto nell’esame di quelle parti del provvedimento che riguardano l’edificabilità nelle aree costiere e gli investimento in agro, evidenziando come serva tenere in considerazione il ruolo sempre più determinante del comparto agricolo anche in Sardegna.

A giudizio di Agus il provvedimento in discussione non può essere considerato tra quelli utili a programmare lo sviluppo e la conferma di tale affermazione, così ha spiegato il consigliere di Sel, deriva dal constatare come neppure il piano casa di cui il centrodestra invoca la proroga, lo sia stato per l’economia dell’Isola. «I paesi e le città si spopolano – ha aggiunto Agus – perché non c’è il lavoro e non perché non ci sono cubature da realizzare, così come il comparto edile tornerà ad essere da traino quando sarà risolto il problema dell’occupazione». Francesco Agus ha concluso affermando che le disposizioni contenute nel Dl 130 e nelle modifiche al testo presentate dalla Giunta, rispondono ai bisogni dell’oggi e sono utili a disincentivare la politica delle deroghe urbanistiche.

Il consigliere di Forza Italia, Giuseppe Fasolino, ha manifestato apprezzamento per i contenuti e i toni dell’intervento del consigliere Mario Floris e ne ha sottolineato lo spirito costruttivo e superpartes. L’esponente della minoranza ha rimarcato ulteriormente che le audizioni in commissione si siano svolte su un testo che è completamente differente da quello che è all’esame dell’Aula ed ha domandato, in tono polemico, alla maggioranza quanti e quali osservazioni formulate dagli organi professionali abbiano trovato accoglimento nel Dl 130. Giuseppe Fasolino ha quindi difeso il Pps approvato dalla Giunta Cappellacci e cancellato dell’esecutivo Pigliaru ed ha così replicato alle affermazioni del consigliere Agus in merito alle deroghe: «Le deroghe previste nel Pps di Cappellacci non erano arbitrarie come lo sono le intese normate dal Ppr di Soru».

I consiglieri regionali di Area Popolare Sarda, primo firmatario Peppino Pinna, segretario della commissione Salute del Consiglio regionale, hanno presentato un’interpellanza all’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, sul mancato avvio del registro regionale di patologia dei malati di sclerosi multipla.

«La sclerosi multipla – spiega Peppino Pinna – è una malattia neurodegenerativa cronica e altamente invalidante che incide gravemente sulla vita sociale della persona colpita ma anche  sui suoi familiari, comportando quindi dei costi sociali rilevanti. Ad oggi in Sardegna non esiste un quadro dettagliato sulla diffusione della malattia, ma sappiamo che l’isola è una regione ad altissima incidenza di persone affette da sclerosi multipla, con una percentuale stimabile di quasi tre volte superiore alla media nazionale. Ad oggi, nonostante la legge di riferimento preveda l’istituzione, tra gli altri, del registro regionale di patologia riferito alla sclerosi multipla – questo non risulta ancora attivo. Grazie a tale registro, potremmo avere un quadro dei dati anagrafici e sanitari riferiti allo stato di salute delle persone affette dalla sclerosi multipla, cosa evidentemente fondamentale per le finalità di studio e ricerca e per una corretta stima epidemiologica ed economica della patologia.»

«Chiedo quindi all’assessore Arru – conclude Peppino Pinna – quali siano le motivazioni per cui la Regione Sardegna non abbia finora reso esecutiva l’istituzione del registro regionale di patologia sulla sclerosi multipla ed inoltre quali provvedimenti intenda assumere per garantire in tempi ragionevoli, alla luce dell’elevata incidenza sulla nostra popolazione, l’effettiva istituzione di tale registro in quanto strumento indispensabile per assicurare una corretta stima epidemiologica ed economica della patologia, essenziale per la ricerca e per una più efficace assistenza alle persone affette da sclerosi multipla.»

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Consiglio regionale 35 copia

Il Consiglio regionale ha proseguito stamane l’esame degli articoli della Manovra Finanziaria ed è ormai ad un passo dall’approvazione definitiva.

In apertura di seduta è intervenuto il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, per segnalare al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, che nella Asl di Nuoro il commissario sembra abbia delegato i suoi poteri commissariali a un medico facente funzioni. «Si tratterebbe dell’ennesimo caso di illegittimità», ha affermato. Il presidente Francesco Pigliaru ha garantito che avrebbe verificato questa notizia.

Pittalis ha poi annunciato il ritiro degli emendamenti soppressivi totali e parziali.

L’Aula ha approvato l’emendamento 568 (Agus e più) uguale 812 (Alessandra Zedda e più) sulle scuole civiche di musica, a cui sono state aggiunte le firme di tutti i componenti della commissione, di Antonello Peru (FI), Modesto Fenu (Sardegna – Zona franca) e Emilio Usula (Soberania e Indipendentzia). Sull’emendamento è intervenuto anche l’assessore Paci che aveva valutato positivamente il testo che sopprime, al comma 10 dell’articolo 28, le parole “di cui euro 800mila”. Eliminando l’indicazione della quota destinata alla copertura delle spese correnti si rende più flessibile la gestione del finanziamento di 1.500.000 da parte delle scuole civiche di musica.

Sui sistemi bibliotecari sono stati ritirati gli emendamenti dopo che l’assessore ha dato la garanzia che sono disponibili i fondi compreso quello di Tempio. Soddisfatti il consigliere di Forza Italia, Giuseppe Fasolino, e Roberto Deriu (Pd).

Michele Cossa (Riformatori sardi) ha affermato: «Non deve sfuggire  che c’è una rete di biblioteche di notevole livello, che rischia ogni anno di scomparire e che sopravvive grazie alla buona volontà di bibliotecari e volontari. Credo che debba essere salvaguardato, bisogna avere una visione complessiva. Non ci possono essere biblioteche di serie a e di serie b».

Approvato anche  l’emendamento 271 (Truzzu e più), uguale a 587 (Giunta regionale) uguale a 647 (Pittalis e più), che sopprime il comma 11 che prevedeva “La dotazione del fondo unico per l’università diffusa nel territorio di cui all’articolo 12, comma 1, lettera a), della legge regionale n. 7 del 2005, è determinata, per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017, in euro 5.640.000 (UPB S02.01.009); alla ripartizione del predetto fondo concorrono: a) il Consorzio universitario per la promozione degli studi universitari nella Sardegna centrale; b) il Consorzio Uno di Oristano”.

Su questo argomento è intervenuto Pittalis che ha chiesto il reintegro delle somme tagliate alle Università di Nuoro e Oristano per consentire il completamento dei corsi del iniziati nel 2014. Il capogruppo del Pd ha confermato che la discussione sull’argomento si riprenderà con l’emendamento alla Tabella C.

Il Consiglio ha poi approvato anche l’emendamento 275 (Truzzu e più) uguale a 588 (Giunta regionale) che sopprime anche il comma 13, che prevedeva “La dotazione del fondo unico per l’università diffusa nel territorio di cui all’articolo 12, comma 1, lettera a), della legge regionale n. 7 del 2005, è determinata, per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017, in euro 5.640.000 (UPB S02.01.009); alla ripartizione del predetto fondo concorrono: a) il Consorzio universitario per la promozione degli studi universitari nella Sardegna centrale; b) il Consorzio Uno di Oristano”.

Via libera anche all’emendamento della Giunta regionale n. 582,  che sostituisce al comma 17 (inquilini morosi) l’importo di 900mila euro con “euro 820.000”.

Il presidente Ganau ha messo quindi in votazione il testo dell’articolo che è stato approvato. Il Consiglio ha quindi avviato l’esame degli emendamenti aggiuntivi.

Posto in votazione è stato approvato l’emendamento aggiuntivo 496 (Rubiu e più) che autorizza la spesa di 35.000 euro a favore dell’associazione culturale “Speleo Club Nuxis” per l’attuazione di un programma di promozione del turismo sostenibile. A seguire approvato anche l’emendamento della Giunta regionale n. 573 che al comma 2 dell’articolo 28 inserisce il comma 2 bis che così recita: «Le somme resesi disponibili sui bandi di cui alle leggi regionali 51\93, 12\2001 e 9\2002, purché presenti nelle scritture contabili, sono destinate alle medesime finalità nell’importo massimo di euro 12.000.000. Il relativo programma di intervento è approvato dalla giunta regionale con propria deliberazione su proposta dell’assessore competente per materia». Disco verde anche per un altro emendamento aggiuntivo al comma 2 che autorizza l’utilizzo delle somme sussistenti in conto residui impegnate a favore della Igea spa in liquidazione possono essere utilizzate per il pagamento dei lavori e delle prestazioni eseguiti negli esercizi 2013-2014. Spostato al Bilancio l’emendamento 603 (Alessandra Zedda e più), l’emendamento 679 è stato ritirato dal presentatore, Giuseppe Fasolino (Fi), dopo l’impegno assunto dinanzi all’Aula dall’assessore della Cultura e dello Spettacolo, Claudia Firino, a garantire le risorse necessarie per lo svolgimento dell’evento “Special Olimpics” in programma a Olbia i prossimi 12, 13 e 14 giugno. Approvato (dopo la ripetizione della votazione) l’emendamento della Giunta n. 571 che inserisce al comma 5 dell’articolo 28, il comma 5 bis che così recita: «Le somme non impegnate sul Cap S06.0740 – UPB S06.03.027 sono conservate nel conto dei residui per essere utilizzate per le medesime finalità nell’esercizio 2015».

L’Aula ha quindi proseguito con la votazione dell’emendamento 783 che non è stato approvato e il presidente del Consiglio ha annunciato il ritiro dell’emendamento n. 15. Mentre l’emendamento 468 è stato ritirato dal presentatore, Peppino Pinna (Area popolare sarda; ex Udc)  dopo le rassicurazioni fornite all’Aula dall’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, perché siano garantite le somme di 25.000 euro a favore dell’Abbazia benedettina di San Pietro di Sorres, per il rifacimento dell’impianto elettrico. Non approvato il 495 (Rubiu e più); il consigliere Marco Tedde (Fi) ha illustrato il contenuto dell’emendamento 545 che prevede stanziamenti a favore delle famiglie numerose. Il presidente del Consiglio ha ricordato il ritiro dei precedenti emendamenti sull’argomento a seguito delle dichiarazioni di impegno fatte in Aula dall’assessore Luigi Arru. Il consigliere Tedde ha però confermato l’emendamento che l’Aula non ha approvato.

Approvato, invece, l’emendamento 873, identico al 117 (Manca e più), che aggiunge il comma 8 bis, successivamente al comma 8 e che autorizza la Regione a stipulare convenzioni con l’Ente concerti Marilisa de Carolis di Sassari, nelle more dell’approvazione del documento di programmazione regionale in materia di spettacolo. Ritirato il 484 e non approvato il 516, decaduto il 517, è stato successivamente ritirato il 97 (Rubiu e più) al quale è collegato un emendamento sostitutivo parziale, il n. 869 a firma del consigliere del Pd, Antonio Solinas, che prevede lo stanziamento di 30.000 euro (nell’emendamento n. 97 erano 80.000) a favore dell’associazione speleologica della Sardegna. Il presidente del Consiglio ha quindi sospeso i lavori per qualche minuto ed alla ripresa, il consigliere Antonio Solinas, ha annunciato il ritiro dell’emendamento 869.

Il presidente della Seconda commissione, Gavino Manca (Pd), è quindi intervenuto per dichiarare l’accettazione dell’invito al ritiro dell’emendamento 116 ma ha invitato l’assessore della Programmazione a reperire le risorse per la valorizzazione del complesso scultoreo di Mont’e Prama, attraverso l’ampliamento e allestimento del museo civico di Cabras.

Il consigliere Oscar Cherchi (Fi) ha quindi annunciato il ritiro dell’emendamento 833 dopo le rassicurazioni dell’assessore Paci in ordine alla certezza delle risorse per il centro marino internazionale, controllato da Sardegna Ricerche.

Ritirato l’emendamento 16 è stato approvato l’emendamento 24 (Floris Mario, Uds-Sardegna) che autorizza la spesa di 50.000 euro per finanziare i tirocini formativi e di orientamento in seno all’amministrazione regionale. Con successive e distinte votazioni non sono stati approvati gli emendamenti 547; 835 e 549 mentre sono stati ritirati gli emendamenti 29, identico al 119.

Il presidente del Consiglio constatato che all’emendamento n. 5 (Lotto e più) e agli emendamenti 521, 520, 522, 425 e 120 è stato presentato l’emendamento di sintesi n. 883 (Lotto e più) che prevede lo stanziamento di una quota non inferiore a 300.000 annui, delle risorse allo stesso assegnate a valere sul fondo “Interventi regionali per l’Università” per il funzionamento della propria facoltà di architettura ad Alghero, l’ha posto in votazione. A sostegno della facoltà di architettura di Alghero è intervenuto, Paolo Truzzu (Fdi-Sardegna) e il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, ha annunciato la sottoscrizione dell’emendamento da parte di tutti i consiglieri del gruppo di Fi.

Il capogruppo del Centro democratico, Roberto Desini, ha quindi annunciato la sottoscrizione anche dei consiglieri di Cd e sollecitato da molti dei consiglieri presenti in Aula, addirittura la sottoscrizione di tutti i consiglieri regionali. 

Il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, in apertura del suo intervento ha però mostrato cautela ed ha dichiarato: «C’è un emendamento che stanzia fondi a una facoltà ma non spiega perché tali fondi sono assegnati». Il governatore ha invitato il Consiglio a specificare le motivazione del sostegno regionale pur riconoscendo che la facoltà di architettura rappresenta un’eccellenza in Sardegna. Il presidente ha quindi spiegato che sarebbe sempre opportuno indicare e specificare con chiarezza le ragioni per le quali si destinano delle risorse alle Università, e nel caso specifico si potrebbe fare riferimento ai buoni risultati raggiunti in credibili classifiche di merito. «La finanziaria – ha concluso Pigliaru – deve scrivere regole certe e di valore generale uguali per tutti».

Il consigliere Marco Tedde (Fi) ha rimarcato la qualità della facoltà di architettura di Alghero e l’opportunità di garantirne la sopravvivenza attraverso adeguati stanziamenti. L’esponente della minoranza ha quindi evidenziato come la Giunta non abbia dato seguito all’ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale per gli stanziamenti a favore della facoltà di architettura di Alghero.

Il consigliere Mario Floris (Uds-Sardegna) ha dichiarato di condividere le dichiarazioni del presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, ed ha ricordato che quella di Alghero è un facoltà mediterranea, realizzata con l’Imedoc.

Il consigliere del Pd, Luigi Ruggeri, partendo dalle dichiarazioni del presidente Pigliaru ha svolto alcune considerazioni di carattere generale sui contenuti della legge finanziaria e ribadito il concetto della “responsabilità” come “parola chiave” della qualità di governo del centrosinistra. Ruggeri ha quindi ammesso alcuni “elementi di disagio” nell’articolo 28, ma – ha detto rivolto ai banchi della minoranza – viste le finanziarie approvate dal centro destra nella passata legislatura, nessuno può darci lezioni.

Il consigliere dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha ribadito l’esigenza di una puntuale verifica dei risultati sui temi della scuola, la formazione e l’università ed ha concluso denunciando “problemi” nei bilanci dell’università di Sassari.

Il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, ha quindi presentato un emendamento orale all’emendamento di sintesi 883 che indica nella “posizione di eccellenza attualmente raggiunta nelle classifiche nazionali”, la spiegazione della destinazione della somma di 300.000 euro al dipartimento di architettura di Alghero.

Il consigliere di Fdi-Sardegna, Paolo Truzzu, ha dichiarato voto a favore mentre il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha polemizzato con il consigliere del Pd, Luigi Ruggeri. «Siamo pronti – ha dichiarato il consigliere della minoranza – a confrontarci su ciò che è stato fatto nella passata legislatura ma è certo che nello scorso quinquennio sono state destinate risorse alle università sarde come era accaduto prima».

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi dichiarato “acquisito” il parere positivo dell’Aula all’emendamento orale proposto dal presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, ed ha posto in votazione il testo completo dell’emendamento di sintesi 883 che è stato approvato.

Sull’emendamento n.55 è intervenuto il consigliere Truzzu (Fratelli d’Italia) che ne ha annunciato il ritiro segnalandone, però, la ratio: sostituire il parco macchine degli enti pubblici con mezzi elettrici. «E’ una questione legata alla riduzione dell’inquinamento atmosferico – ha detto l’esponente della minoranza – su cui dovremo ragionare attentamente».

Approvato invece l’emendamento aggiuntivo n.102, presentato dai consiglieri del Centro Democratico, Annamaria Busia e Roberto Desini che stanzia 100mila euro per l’organizzazione della Conferenza regionale dell’artigianato.

Piero Comandini (Pd) ha poi annunciato il ritiro dell’emendamento che proponeva lo stanziamento di 800mila euro a favore di cittadini extracomunitari arrivati in Sardegna e favorirne l’integrazione. «E’ necessario però mostrare più attenzione a questo tema – ha detto Comandini – si tratta di rifinanziare una legge del 1990 oggi ancora più attuale vista la drammaticità del quadro internazionale. Sarebbe  opportuno intervenire in un momento successivo per favorire l’integrazione dei lavoratori immigrati». Sul tema è intervenuto l’assessore al Bilancio, Raffaele Paci, che ha assicurato l’impegno della Giunta.

Il presidente Ganau ha poi messo in discussione l’emendamento di sintesi n. 868 presentato dalla Giunta regionale che stanzia 500mila euro per il riordino fondiario del Comune di Pauli Arbarei. La proposta ha ottenuto il via libera dall’Aula.

Si è poi passati all’esame dell’emendamento 139, Truzzu e più,  che autorizza lo stanziamento di 500mila euro a favore del Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale per l’estensione della rete irrigua nelle aree che comprendono i territori di Decimomannu, Villasor, Decimoputzu, e Villaspeciosa. Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, visto il parere negativo della Commissione, ha chiesto di conoscere la ragione per la quale si finanzia il riordino fondiario a Pauli Arbarei e invece si vuole bocciare la proposta dell’art. 139.

Sull’emendamento è intervenuto il primo firmatario Paolo Truzzu (FdI), promotore anche dell’emendamento a favore del Comune di Pauli Arbarei,  che ha spiegato l’importanza del riordino fondiario nel Comune della Marmilla. «Si tratta di finanziare un progetto pilota di riordino fondiario – ha detto Truzzu – che servirà d’esempio a tutta la Sardegna. In questo momento è più importante chiudere questa partita.»

Per Modesto Fenu (Zona Franca) le questioni sono diverse. «Si tratta di due problemi che penalizzano i territori: da una parte c’è un’eccessiva parcellizzazione delle aziende sarde per la quale è necessario accelerare i processi di riordino fondiario; nel secondo caso si è di fronte a territori penalizzati dai vincoli dei Piani di assetto idrogeologico che hanno compromesso lo sviluppo delle attività serricole ed orticole. Spostare le aree irrigue darebbe la possibilità di realizzare nuove aziende in territori non compromessi».

Favorevole all’emendamento anche Oscar Cherchi (Forza Italia): «La chiusura dei riordini fondiari  è importante. Ma non c’è solo il progetto di Pauli Arbarei. Occorre uno sforzo per consentire anche ad altri comprensori di procedere nella stessa direzione».

Sulla questione si è poi espressa l’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi che ha ribadito l’importanza dell’operazione di Pauli Arbarei: «La chiusura del progetto sarà utilissima – ha detto Falchi – come sarà importante intervenire anche nei comuni del Campidano. I due interventi sono però diversi: in un caso si tratta di riordino fondiario, nell’altro di estensione di area irrigua. La Giunta è impegnata a reperire risorse dal Piano di Sviluppo rurale e dal Piano irriguo nazionale».

Paolo Truzzu (FdI) ha poi difeso i contenuti degli emendamenti 140, 390, 391 e 392 che proponevano interventi per la messa in sicurezza del municipio di Desulo (a rischio crollo dopo le ultime nevicate); per il finanziamento della pesca (settore che ha subito tagli notevoli negli ultimi anni passando da una dotazione di 9 milioni a una di 1,5 milioni di euro9); per l’incentivazione degli orti urbani. Su questi temi, Truzzu ha chiesto più attenzione alla Giunta regionale.

Sull’ordine dei lavori è poi intervenuto Giorgio Oppi (Udc) che ha rivolto un appello all’Aula per la riduzione dei tempi e consentire l’approvazione della Manovra 2015ientro la fine della mattinata.

Il Consiglio ha poi approvato gli emendamento n. 401 e n. 409 proposti dai consiglieri del Gruppo Sardegna Truzzu e Fenu. Il primo stanzia 200mila euro a favore delle associazioni con provata esperienza nel campo degli scambi internazionali. Il secondo, firmato da tutta la Commissione, impegna la Giunta «ad approvare entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge finanziaria 2015 le linee guida per la diffusione dell’abbonamento impersonale ai mezzi di trasporto pubblico e forme di promozione della mobilità familiare».

Ritirato invece l’emendamento n. 454 (Fenu e più) che proponeva uno stanziamento di 10mila euro per la celebrazione della “Giornata della Bandiera sarda”. Fenu, ringraziato il Presidente del Consiglio per l’impegno preso in Conferenza di Capigruppo per la trattazione dell’argomento in modo più approfondito. «Esiste una legge istitutiva – ha ricordato Fenu – la nostra è la seconda bandiera dell’Italia, presente nella Costituzione. Una bandiera che ci identifica nel mondo e ci lega a tutte le dinastie reali d’Europa. Un vessillo utilizzato dalla Brigata Sassari, da partiti e movimenti politici, simbolo di un popolo di oltre tre milioni di sardi, residenti ed emigrati. La sua difesa diventa un monito nel momento in cui si vuole mettere in dubbio la nostra autonomia».

Il presidente Ganau ha poi messo in discussione l’emendamento n. 572 con il quale la Giunta proponeva l’individuazione di un soggetto specialistico per il supporto tecnico, economico e finanziario alla privatizzazione della Saremar.

Sulla questione sono intervenuti diversi consiglieri della minoranza. Pietro Pittalis (Forza Italia) ha espresso forti perplessità per una norma che autorizza consulenze esterne per lo svolgimento di un compito che potrebbe invece essere assolto dagli Uffici regionali. L’assessore Raffaele Paci ha spiegato che la norma prende atto di una disposizione di legge e non comporta costi aggiuntivi per la Regione, «Serve a accompagnare il processo di privatizzazione della Saremar».

Stefano Tunis (Forza Italia) ha giudicato inammissibile la mancata indicazione del costo della consulenza, mentre Luigi Crisponi (Riformatori) ha ricordato che in passato la liquidazione di enti importanti della Regione è stata affidata al personale interno. Attilio Dedoni (Riformatori) ha invece denunciato la mancanza di una copertura finanziaria e chiesto alla Giunta di indicare all’Aula la struttura o il professionista incaricato.

Marco Tedde (Forza Italia) ha infine definito “un’abnormità giuridica” la mancanza di copertura finanziaria e “scandalosa” l’individuazione di un professionista per legge. L’emendamento è stato ritirato.

Il presidente Ganau , dopo aver acquisito i pareri della commissione e della Giunta, ha aperto la discussione generale sull’art 28/bis (Istituzione del fondo per la legalità).

Il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi) ha affermato che, sulla proposta dei colleghi di Sel, aveva maturato in un primo momento una posizione favorevole ma poi, ha osservato, «se parliamo di legalità, bisogna farlo a 360 gradi senza retro pensieri perché legalità è anche fare buona politica e mettere i soldi a bando senza infilarli da qualche parte dentro la finanziaria in modo artificioso».

Il consigliere Luigi Luigi Crisponi (Riformatori) ha evidenziato il paradosso che vede il Consiglio parlare di legalità dopo de marchettibus, una contraddizione evidente. In questo articolo, ha detto, «sono spariti fra l’altro i fondi a sostegno del progetto del diario realizzato della Questura di Nuoro dedicato agli adolescenti, che ha ottenuto riconoscimenti a livello nazionale, è una autentica discriminazione»

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) si è detto colpito sia dalle finalità che dai contenuti dell’articolo «rivolto alla formazione dei giovani ed alla loro educazione civica ma in questo contesto c’è un il tentativo di infiltrare passaggi che non si possono condividere; bisogna dire basta alle sovvenzioni ad hoc in una legge come la finanziaria, anche perché associazioni che non hanno santi in paradiso nel centro sinistra ce ne sono davvero tante».

Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha affermato che da una parte si richiamano temi che devono rappresentare gli obiettivi più alti della politica, «ma la legalità non è quella che raccontiamo ma quella che pratichiamo, legalità è rispetto della legge e dei cittadini e la legge non permette a nessuno di superare criteri oggettivi per assegnare risorse, come fa la finanziaria».

Il capogruppo di Sardegna Vera (Efisio Arbau) ha espresso una posizione favorevole all’articolo, respingendo ogni provocazione. L’iniziativa citata dal consigliere  Crisponi, ha detto, «è lodevole e può certamente trovare in altre sedi opportunità di finanziamento; quanto poi ai micro interventi sono figli di un meccanismo di governo della Regione che dobbiamo superare e ma per fare questo serve un grande lavoro, speriamo di portarlo a termine in questi 5 anni».

Il consigliere di Sel Luca Pizzuto, nelle vesti di capogruppo, ha specificato che «quando si parla di antifascismo c’è qualche difficoltà di comunicazione all’interno dell’Aula; non è una marchetta ma si sta finanziando un progetto unico a livello nazionale che ripercorre la vicenda dei deportati nei campi di concentramento, questo è il nostro schema di valori, legalità significa mafie, rapporto con l’ambiente, con il concetto di impresa ed giusto che si facciano attività».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ricordato che «il comunismo è l’altra faccia della medaglia della grande tragedia del Novecento, con intere popolazioni che si sono fortunatamente liberate da una ideologia materialista contraria all’uomo». Mi sarei aspettato dall’emendamento, ha proseguito, «la volontà di radicare nei giovani una memoria ben più ampia, a parte il fatto che di marchette ce ne sono non una ma due, perché tutti conoscono il collateralismo dell’Arci con la sinistra: perché non delegare questi compiti alla Giunta ed all’assessore della Cultura? La verità è che in questa finanziaria c’è di tutto e dovete assumervene la responsabilità».

Il consigliere Emilio Usula (Soberania-Indipendentzia) ha espresso parere favorevole manifestano però alcune perplessità sulla mancata concessione di fondi all’iniziativa della questura di Nuoro. Comunque, ha concluso, «ho avuto assicurazioni dalla Giunta sul sostegno a questo ed altri progetti».

L’assessore della Cultura Claudia Firino ha tenuto a precisare che il progetto della Questura di Nuoro ha acquisito caratura nazionale e può quindi contare anche su fondi nazionali, «con grande soddisfazione di tutti».

Il presidente ha messo in votazione gli emendamenti al 28bis. Pittalis è intervenuto per ritirare tutti i soppressivi totali, mentre sull’emendamento 103 ha chiesto il voto segreto. Il testo, presentato dal gruppo di Sel, è stato approvato con 24 voti favorevoli e 21 contrari. L’emendamento sostituisce il comma 1 con: «La Regione, per contribuire per contribuire all’educazione alla legalità, allo sviluppo dei valori costituzionali e civici e alla consapevolezza dei rischi legati alla criminalità organizzata, all’educazione ai valori della memoria storica e dell’antifascismo, all’educazione al rispetto dell’ambiente e della sostenibilità ambientale, anche promuovendo sistemi di economia locale e produzioni locali ecocompatibili, sostiene iniziative finalizzate alla formazione e all’aggiornamento dei docenti e degli altri operatori del sistema di istruzione e formazione, e al coinvolgimento degli studenti di ogni ordine e grado».

Nel comma 2 sono aggiunte le seguenti lettere dopo la lettera g: «H. L’organizzazione di eventi, manifestazioni, congressi, viaggi e iniziative varie per incentivare la nascita e lo sviluppo della coscienza civile circa i tempi della memoria storica e i valori dell’antifascismo», «I. La promozione di iniziative per diffondere negli studenti i valori della legalità nella cultura d’impresa, l’interrelazione tra i sistemi produttivi agroalimentari, le realtà che curano la biodiversità, le produzioni locali, l’artigianato e il piccolo commercio locale»; «J. Le iniziative e le manifestazioni di diffusione dell’educazione ambientale, anche con eventi di promozione della cultura ecologica, la piantumazione di alberi in aree periferiche, l’implementazione di tecniche di riuso e di riciclo». Il testo prevede inoltre dopo le parole “la spesa di euro 100.000 (UPB S05.06.001)” del comma 3 è aggiunta la frase: «Di cui euro 20.000 in favore dell’associazione Arci Sardegna per l’organizzazione del progetto “Treno della Memoria” su tutto il territorio regionale al fine di coinvolgere i giovani nell’autoformazione sui valori di cittadinanza attiva e coscienza civile».  

Il Consiglio regionale ha poi approvato il testo dell’articolo 28 bis e subito dopo l’articolo 29 (copertura finanziaria).

Prima della votazione dell’articolo 30 è intervenuto Mario Floris (Sardegna): «Credo che questa Finanziaria sia insufficiente, so che il presidente della Regione ce l’ha messa tutta come l’assessore Paci». Per Floris «è una Finanziaria della prima Repubblica, quando non c’era strategia, non c’erano obiettivi, c’erano i soldi e venivano dati a piaggia». «Oggi non ce lo possiamo permettere», ha affermato ricordando che nella Finanziaria non c’è stata la riduzione di un solo capitolo di spesa e ha esortato la Giunta e il Consiglio ad andare avanti con le riforme, soprattutto della pubblica amministrazione per eliminare gli sprechi. Critico anche sull’accensione del mutuo non collegata a una strategia. «Ho assistito a una maggioranza che agisce come si agiva nella prima Repubblica con l’attenzione ai propri campanili».

Il Consiglio ha poi approvato in rapida sequenza l’articolo 30 (entrata in vigore) e la Tabella A (indicazioni delle voci da includere nel fondo speciale di parte corrente per nuovi oneri legislativi). Sulla Tabella B è intervenuto Pietro Pittalis (FI), il quale ha annunciato il ritiro degli emendamenti soppressivi totali e ha denunciato che «per nuovi oneri legislativi non c’è nulla, non ci sono risorse per poter fare leggi». Pittalis ha aggiunto: «È inutile mandare avanti i presidenti delle Commissioni perché per i nuovi oneri legislativi ci sono zero euro. Gravissimo vulnus della Finanziaria – ha continuato – perché influisce sulle prerogative di quest’Aula di fare leggi».

Approvato il testo Tabella B (Indicazioni delle voci da includere nel fondo speciale di parte corrente per nuovi oneri legislativi).

Sulla Tabella C è intervenuto Roberto Deriu (Pd) ricordando che «essa contiene l’ultimo appuntamento della Finanziaria sull’Università. Nel corso dei numerosi interventi che si sono svolti sull’argomento, tra cui quello dell’on. Pittalis, abbiamo tutti quanti voluto concorrere a ridisegnare un sistema».

Per Deriu abbiamo un’offerta dell’Università diffusa sull’Isola che stenta a decollare, i sardi stentano a riconoscersi nelle Università sarde, visti i tanti che vanno fuori.

Deriu ha presentato un sub emendamento per  aumentare la dotazione dell’Università, sottoscritto da tutti i gruppi. Immediata la risposta del presidente della Regione Francesco Pigliaru, il quale ha affermato che l’Università diffusa è una priorità della Giunta che ha l’obiettivo di aumentare il numero dei laureati in Sardegna, ancora troppo basso. Il presidente ha invitato al ritiro del sub emendamento per lasciare la dotazione finanziaria a 6milioni 240mila euro. Deriu ha quindi ritirato l’emendamento.

Alla Tabella C (Importi da iscrivere in bilancio relativamente alle spese per le quali le vigenti norme fanno rinvio alla legge finanziaria) sono stati approvati due emendamenti il 579, che porta i fondi a zero  per l’anno 2015 l’importo per il servizio civile sardo, e il 581 che, per quanto riguarda le risorse per la contrattazione del personale e dei dirigenti dell’Ente foreste porta le cifre da 0 a 305mila per il 2015, 40 per il 2016 e 40 per il 2017. Approvato anche il 586 che aggiunge la voce “pubblica istruzione” e che prevede di destinare al fondo unico per l’Università diffusa sul territorio le somme di 5milioni 640mila all’anno per il triennio 2015-2017.

Il testo della tabella è stato approvato.

Approvata anche la Tabella D (importi da iscrivere in bilancio relativamente ad autorizzazioni di spesa per le quali si dispone una riduzione o un incremento). Sull’importanza dei cantieri verdi sono intervenuti il consigliere del neo gruppo Area popolare sarda, Gianni Tatti, e Daniele Cocco, capogruppo Sel. L’assessore Paci ha confermato l’attenzione della Giunta e ha garantito che sono disponibili 5milioni di euro a cui si sommano 12milioni di residui, somme con le quali potranno essere finanziati tutti i progetti programmati dai Comuni.

Approvata anche la Tabella F (dimostrazione del rispetto del vincolo del ricorso al credito).

E’ intervenuto Pietro Cocco, Pd, il quale ha annunciato all’Aula la volontà di proporre un ordine del giorno unitario che indichi le linee di indirizzo per la Giunta sulla ripartizione delle risorse del mutuo.

E’ stata approvata anche la Tabella G (risultato presunto di amministrazione 2014).

Il consigliere regionale dell’UDC Peppino Pinna ha presentato un’interpellanza all’assessore dei Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, sul drammatico susseguirsi di incidenti, nel recente passato anche mortali, avvenuti negli ultimi giorni nel tratto della 131 di “Scala di Giocca”.

Peppino Pinna ha chiesto all’assessore Maninchedda «quali iniziative voglia intraprendere per scongiurare le tragiche conseguenze che sta causando il precario stato di sicurezza della 131 nel tratto denominato “Scala di Giocca”. Solo negli ultimi 10 giorni abbiamo visto 5 gravissimi incidenti  proprio nella semicurva prima del cementificio in direzione Sassari. Fatto salvo che una così alta frequenza di incidenti non può essere imputata esclusivamente all’alta velocità, penso che lo stato del manto stradale e la particolare pendenza sia la causa principale dell’insicurezza di quel tratto. A questo punto, sono sicuro che l’assessore competente – ha concluso Pinna – vorrà attivarsi per risolvere definitivamente la causa di così gravi incidenti e penso che ne vorrà informare prontamente il Consiglio regionale».

Palazzo del Consiglio regionale 2014 2 copia

Ospedale Brotzu Cagliari 3

Ospedale Microcitemico copia

Il Consiglio regionale ha approvato, con 32 voti favorevoli, la proposta di legge 71/A “Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale”. 

L’Assemblea ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con la discussione degli emendamenti relativi all’art. 6. Il presidente, Gianfranco Ganau, ha poi comunicato che gli emendamenti relativi al numero delle Asl ed al commissariamento delle aziende saranno esaminati e votati in modo organico secondo un ordine che sarà comunicato a tutti i consiglieri.

Il relatore del provvedimento Luigi Ruggeri (Pd) ha espresso il parare negativo su tutti gli emendamenti presentati all’art. 6, fatta eccezione per il n. 89 “condizionato”, il n. 370, il n.368 ed il n. 373.

La Giunta, con l’assessore della Sanità Luigi Arru, ha espresso parere conforme. Il presidente Ganau ha aperto il dibattito generale sull’articolo 6. Non essendoci iscritti, ha messo in votazione l’articolo e gli emendamenti.

Sull’articolo 6 e sugli emendamenti, per dichiarazione di voto, sono intervenuti anche più volte: Alessandra Zedda (Forza Italia Sardegna) che ha detto che non si tratta di una riforma compiuta delle Asl ma solo  di  un “assalto alla diligenza”. Questa legge è una legge dei rinvii. Michele Cossa (Riformatori sardi) ha annunciato il voto favorevole agli emendamenti soppressivi all’articolo 6. Anche per Cossa non si tratta di una vera riforma sanitaria ma si tratta di un provvedimento frammentario che introduce solo elementi di confusione. Sull’emendamento 203 (Liste d’attesa) Cossa ha chiesto un intervento immediato da parte della giunta e della maggioranza. Edoardo Tocco (Forza Italia Sardegna) ha parlato di fretta incredibile nel voler commissariare le Asl. Sarebbe opportuno, invece,  evitare il commissariamento e allentare la fretta sui commissariamenti. Ignazio Locci (Forza Italia Sardegna) ha detto che le Asl in realtà sono state commissariate già da tempo, di fatto nel marzo 2014, con una delibera dell’assessore che ha legato le mani alle aziende sanitarie locali. Questo articolo 6 è una “ricetta confusa” che getterà la sanità sarda nel caos.

Sull’emendamento 370 Locci ha detto che con l’approvazione di questa legge si trasformeranno le strutture ospedaliere in un “non si sa cosa” con inevitabile perdita di posti di lavoro.    Marco Tedde (Forza Italia Sardegna) ha detto che questo articolo 6 è un “mostro”. Ha contestato la tecnica legislativa secondo la quale  in aula snatura totalmente, con gli emendamenti, il testo approvato in commissione. Anche per Tedde con il testo in esame si attua un secondo commissariamento. «Vogliamo – ha chiesto – riqualificare la sanità o nominare commissari?» L’esponente di Forza Italia sull’emendamento 370 ha chiesto di rivederlo perché genera solo errori. Giorgio Oppi (Udc)  ha chiesto maggiore chiarezza sul numero dei posti letto. Oscar Cherchi (Forza Italia Sardegna) ha chiesto quanti saranno gli ospedali di comunità. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha detto che per una riforma seria bisogna dare efficienza ed efficacia all’azione amministrativa per dare risposte ai cittadini.

E’ stato approvato l’emendamento 370  (organizzazione degli ospedali di comunità) e il testo dell’articolo 6.

Il presidente ha dato la parola ad Alessandra Zedda (FI) per dichiarazioni di voto sull’emendamento 40 (Zedda A. e più) sulla riduzione delle Asl a tre: Nord Sardegna, Centro Sardegna, Sud Sardegna. Zedda ha esortato la maggioranza a fare un’ampia riflessione per fare una riforma compiuta. Oscar Cherchi (Fi), dichiarando il voto favorevole, ha ricordato le vittime di Nassirya e ha chiesto al presidente Ganau a fine seduta un minuto di silenzio per commemorare i caduti. Per Michele Cossa (Riformatori sardi) è fondamentale ridurre il numero delle Asl a una unica. Marco Tedde (Fi) ha evidenziato come questo emendamento sia una proposta concreta di razionalizzazione del sistema sanitario regionale e non ostruzionismo. Il leader dell’Udc, Giorgio Oppi, ha annunciato, invece, l’astensione del suo gruppo su tutti questi emendamenti, in attesa di un chiarimento da parte della maggioranza e della Giunta sulla riduzione delle aziende sanitarie. Per Attilio Dedoni (capogruppo Riformatori sardi) «a situazione di crisi che vive la Sardegna impone di trovare soluzioni di risparmio». Il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Fasolino, ha dichiarato di non aver firmato l’emendamento perché non è d’accordo che la riduzioni delle Asl sia fondamentale per ridurre la spesa. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha affermato che con questo emendamento hanno voluto portare la maggioranza a parlare di un argomento importante e concreto. Alle parole devono seguire i fatti. Pittalis ha duramente criticato la maggioranza perché vuole, oltre che commissariare le Asl, nominare contestualmente i direttori sanitari e amministrativi. Prima che il presidente mettesse in votazione l’emendamento Pittalis ha chiesto cinque minuti di sospensione.

Al rientro in aula, Pietro Pittalis ha annunciato il ritiro degli emendamenti dal 40 in poi sulla riorganizzazione delle aziende sanitarie. Michele Cossa (Riformatori sardi) ha annunciato il ritiro degli emendamenti tranne il 136.

Il presidente Ganau ha messo, quindi in votazione l’emendamento 136 (Dedoni e più). E’ intervenuto il consigliere Cossa il quale ha ribadito la volontà del suo gruppo di proporre un’unica Asl che si occupi delle problematiche amministrative, tecniche, patrimoniali e contabili, a cui affiancare otto circoscrizioni individuate negli otto collegi provinciali, che si occupino dei soli aspetti sanitari. «Con il vantaggio – ha affermato – di ridurre i costi ed evitare le preoccupazioni delle comunità locali». L’emendamento è stato respinto. (eln)

Il presidente ha messo in votazione l’emendamento della maggioranza (Pietro Cocco e più) n. 368 che aggiunge l’art. 6 bis.

L’emendamento n. 368 apre la strada al processo di riforma che, nella prima fase, dovrà definire il numero delle Asl ed i rispettivi ambiti territoriali nell’ambito del riordino del sistema degli Enti Locali sul territorio regionale. Nel dettaglio si prevede, a Sassari, l’incorporazione dell’Aou di Sassari con l’ospedale SS. Annunziata  e, a Cagliari, l’incorporazione dell’ospedale Brotzu con il Microcitemico e l’Oncologico. Quest’ultimo accorpamento potrebbe portare alla nascita di un nuovo polo ospedaliero-universitario specializzato nella ricerca (Istituto di Ricovero e Cura di carattere Scientifico – IRCCS).

Il terzo comma dell’emendamento impegna la Giunta ad approvare una deliberazione, entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge, per dettare le linee di indirizzo necessarie per la definizione dei rapporti giuridici ed amministrativi delle aziende sanitarie interessate da operazioni di accorpamento.

Per quanto riguarda la tempistica, la norma prevede che sempre entro 30 giorni siano nominati i nuovi commissari delle Aziende ospedaliero-universitarie; resteranno in carica per 4 mesi rinnovabili una sola volta e saranno affiancati da due dirigenti, nei settori sanitario ed amministrativo. Entro 4 mesi i commissari dovranno predisporre un piano di riorganizzazione e riqualificazione del servizi sanitari nei loro ambiti di riferimento individuando, fra l’altro, le attività da trasferire alle strutture territoriali, agli ospedali di comunità ed alla nuova Azienda di emergenza-urgenza Areu. La pianificazione dei commissari sarà poi approvata dalla Giunta entro 30 giorni.

Sull’emendamento è intervenuta per dichiarazioni di voto Alessandra Zedda (FI), la quale ha accusato la maggioranza di aver fatto questa legge soltanto per arrivare al commissariamento delle Asl. Dello stesso parere anche il collega di partito, Ignazio Locci il quale ha annunciato il voto contrario. D’accordo anche Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia): «Avete raggiunto il risultato, ossia commissariare le Asl, ma non c’era bisogno di impegnarci inutilmente con questa legge». Per Marco Tedde (Fi) questo emendamento costituisce il fine della legge: il commissariamento. Oscar Cherchi (Fi) ha affermato: «Questo emendamento è la legge, il vero disegno di legge. Voterò contro». D’accordo anche il capogruppo de Riformatori sardi, Attilio Dedoni. Il capogruppo del Centro democratico, Roberto Desini, invece, ha annunciato il voto favorevole, dichiarando che la maggioranza ha tardato troppo nel commissariare le Asl. Parere positivo quello di Edoardo Tocco (Fi) sull’accorpamento del Brotzu con Microcitemico e Oncologico, ma contrario a far gestire questo delicato compito da un commissario. Anche Michele Cossa (Riformatori sardi) ha affermato che questo emendamento è il cuore della legge. «Alcuni aspetti sono condivisibili», ha affermato, condannando però l’utilizzo di un emendamento per commissariare le Asl. Ancora critico il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, sulla nomina contestuale, all’insediamento dei commissari, del direttore sanitario e amministrativo. Per Giorgio Oppi (Udc) è normale che il commissario venga affiancato da figure tecniche, come un direttore sanitario e amministrativo, che possano evitare le possibilità di errori. Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha chiesto di eliminare un errore nel testo: al comma 6 è stata cancellata la parola “consolida”.

Il presidente ha messo l’emendamento 368 in votazione che è stato approvato con 33 voti favorevoli e 22 astenuti. Successivamente il presidente Ganau ha avviato l’esame dell’art. 7 della legge dando lettura degli emendamenti presentati.

Il relatore Luigi Ruggeri (Pd) ha chiesto una breve sospensione della seduta che è stata accolta.

Alla ripresa dei lavori, il consigliere Ruggeri ha espresso il parere sugli emendamenti: negativo su tutti fatta eccezione per il n. 373.

La Giunta, con l’assessore della Sanità Luigi Arru, ha espresso parere conforme.

Il presidente Ganau ha quindi aperto la discussione generale sull’art. 7 e gli emendamenti, dando la parola al primo degli iscritti a parlare, il consigliere Alessandra Zedda.

Il consigliere di Forza italia ha detto che, a suo avviso, «con questa legge si sta rendendo un pessimo servizio ai sardi, siamo di fronte ad un articolo che ribalta completamente il testo e probabilmente introduce norme giuridiche viziate, e ad una specie di maxi emendamento della maggioranza che contiene una norma intrusa sull’Istituto Zooprofilattico». «Nel complesso – ha proseguito – è una legge che non incide positivamente sulla razionalizzazione degli Enti della Regione, non fa spending review, nè riorganizzazione efficiente del sistema sanitario, contrasta col Patto della salute sottoscritto a livello nazionale e con lo stato dei conti della Regione». «Tanto è vero che le altre Regioni a Statuto speciale -ha concluso Zedda – hanno chiesto con un documento unitario di rivedere la procedura di pareggio di bilancio e spostarla al 2016, cosa che la Sardegna colpevolmente non ha fatto».

Il consigliere Peppino Pinna (Udc) ha dichiarato la sua delusione perché sperava che dalla discussione «scaturisse qualcosa di nuovo ed importante ma così non è stato». Questa legge, ha aggiungo con una espressione dialettale sassarese, non è altro che «un foggu di pimpisa, quello delle ramaglie di ulivo che fanno molto fuoco e lasciano soltanto cenere: la legge è attraversata da un continuo ricorso alla Giunta che la svuota di ogni contenuto concreto».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha dichiarato che, anche secondo la sua opinione, il passaggio sul commissariamento dell’Istituto Zoo profilattico è una norma intrusa.

Il consigliere Paolo Truzzu (Fdi) ha osservato che «di solito non si interviene sulle norme finali ma in questo caso occorre una eccezione, perché la maggioranza ha infilato proprio qui il commissariamento della Zoo profilattico stravolgendo il testo della legge per l’ennesima volta; molto peggio dell’ordinaria confusione».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha osservato che «non abbiamo fatto cosa meritoria davanti al popolo sardo né per il sistema sanitario; la maggioranza si è arroccata nel suo fortino, non comprendendo le vere esigenze dei sardi in materia sanitaria». «Su questa legge bisognerà tornarci quanto prima – ha concluso – per fare una vera riforma, perché questo testo è solo un concentrato di contorcimenti politici, tecnici ed amministrativi»

Il capogruppo di Forza italia Pietro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha richiamato l’attenzione del presidente sul fatto che il testo dell’emendamento 368 deve mantenere la stesura votata dall’Assemblea.

Il presidente Ganau ha precisato che gli uffici hanno corretto solamente un errore materiale laddove nel passaggio relativo al commissariamento non si citavano le Aziende sanitarie delle quali invece si parla in tutte le altre parti della legge.

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi), parlando sull’ordine dei lavori, ha invitato il presidente «a non rendersi responsabile di un abuso di questo genere, non creiamo precedenti che sarebbero disastrosi per il Consiglio regionale»

Il presidente Ganau ha quindi sospeso la seduta, convocando la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa, il presidente ha comunicato che nel caso oggetto dei rilievi di alcuni consiglieri, è stato applicato l’art. 89 del Regolamento secondo il quale, prima della votazione finale, si possono effettuare correzioni di errori materiali.

Lo stesso presidente ha poi chiesto il parere del relatore della legge sulla correzione.

Il consigliere Ruggeri si è dichiarato favorevole, precisando che nel testo occorre anche inserire il riferimento all’Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, presentatore dell’emendamento, ha espresso parere conforme, così come la Giunta, con l’assessore della Sanità Luigi Arru.

Sull’ordine dei lavori, il vice capogruppo di Forza italia Alessandra Zedda ha osservato che «siamo in presenza di un abuso conclamato perchè se gli uffici rilevano un errore l’Aula ne deve essere informata; dobbiamo sapere ciò che votiamo, questo è un modus operandi inammissibile e la correzione è un abuso che denunciamo».

Il presidente Ganau ha ribadito che la natura materiale dell’errore si evince anche dal titolo dell’articolo in cui si fa riferimento alle Aziende sanitarie, precisando che l’art. 89 del Regolamento non prevede discussione.

L’Assemblea ha quindi approvato la correzione dell’errore materiale.

Il presidente ha successivamente avviato la discussione sull’art. 7 e gli emendamenti dando la parola al relatore Luigi Ruggeri (Pd) per il parere.

Ruggeri ha espresso parere negativo su tutti, fatta eccezione per il n. 373 “Norme finali”, parzialmente modificato dal n. 390.

Per la Giunta l’assessore della Sanità Luigi Arru ha espresso parere conforme.

L’Aula ha poi respinto gli emendamenti n. 96, 208, 273 e 358 ed approvato il n. 373 (che sostituisce integralmente l’ar. 7) modificato dal n. 390 al sesto comma che, col recepimento della legge nazionale n. 189 del 2012 – Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute – modifica in alcune parti la governance delle Aziende sanitarie e, di conseguenza, determina il cambiamento della legge regionale n. 10 del 2006 stabilendo che: «Sono organi delle Asl il direttore generale, il collegio di direzione e il collegio sindacale. Il direttore generale è coadiuvato, nell’esercizio delle proprie funzioni, dal direttore sanitario e dal direttore amministrativo». Inoltre, la dizione: “Conferenza provinciale e socio-sanitaria” è sostituita con “Conferenza territoriale socio – sanitaria”. Per effetto della modifica introdotta al comma 6 dall’emendamento 390 viene stabilito che «Il Presidente della Regione provvede, entro 30 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, alla nomina dei nuovi organi dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sardegna Giuseppe Pegreffi».

L’Aula ha quindi affrontato l’esame degli emendamenti soppressivi parziali e, dopo il parere negativo espresso dal relatore e dalla Giunta, ha respinto gli emendamenti n. 357, 99, 211, 262, 100, 212, 282, 101, 213, 281 e 360, ed ha approvato il testo finale dell’art. 7/bis.

Passando all’esame dell’art. 7/ter, col parere negativo del relatore e della Giunta, sono stati respinti gli emendamenti n. 102, 103, 214, 262 e 280, ed è stato approvato il testo dell’articolo.

Al termine di quest’ultimo scrutinio, l’Aula ha ripreso l’esame dell’emendamento n. 248 (Truzzu-Fenu) accantonato dalle sedute precedenti e poi trasformato in ordine del giorno unitario. Il documento impegna l’assessore della Sanità «a costituire in capo al medesimo assessorato un coordinamento della sanità penitenziaria preposto ad organizzare l’assistenza presso le carceri garantendo livelli essenziali di assistenza pari a quelli del cittadino libero». L’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità.

Il Consiglio, infine, ha proceduto al voto finale della legge, che è stata approvata con 32 voti favorevoli.

Consiglio regionale A copia

Il Consiglio regionale ha approvato gli articoli 2 e 3 della proposta di legge 71/A “Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale”, con i quali si da il via libera alla centrale unica di committenza, alla soppressione dell’agenzia regionale della sanità e all’istituzione dell’azienda regionale di emergenza e urgenza (“Areu”)

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito l’Assemblea ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con la discussione generale, a partire dall’art. 2, degli articoli e degli emendamenti alla proposta di legge 71/A (Cocco Pietro e più) – “Norme urgenti per la riforma del servizio sanitario regionale”.

Aprendo la discussione sull’art. 2, il presidente ha dato lettura degli emendamenti in discussione, comunicando il trasferimento all’art. 6 degli emendamenti all’art. 2 relativi alla definizione territoriale delle Asl. Successivamente ha dato la parola al primo degli iscritti a parlare, il consigliere Alessandra Zedda, di Forza italia.

Zedda ha definito il provvedimento contraddittorio «perché sappiamo che poi l’agenzia regionale sarà soppressa mentre, a proposito della centrale unica di committenza è prevedibile un appesantimento della burocrazia causato dalla complessità della normativa sugli appalti». La centralizzazione, inoltre, secondo Zedda potrebbe avere «ricadute negative su tessuto regionale di piccole e medie imprese a vantaggio di quelle di medie e grandi dimensioni, un argomento cui occorre prestare molta attenzione».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi), dopo aver ricordato che l’istituzione della centrale di committenza è un obbligo di legge, ha messo in luce «la necessità di chiarire quadro di insieme alla luce degli emendamenti di Giunta e maggioranza». Inoltre, è importante evidenziare «il problema della presenza e della partecipazione agli appalti delle imprese sarde perché, fermo restando l’effetto positivo del calmieramento dei prezzi, si rischierebbe di perdere un pezzo di economia significativo in un settore altamente specializzato». Non va sottovalutata infine, a parere di Cossa, la proposta dei Riformatori sardi che «consente ai privati di accedere, dietro compenso, ai servizi della centrale unica di committenza».

Il consigliere Marcello Orrù (Psd’Az) ha espresso il apertura il suo apprezzamento all’assessore Luigi Arru per la predisposizione delle  unità di crisi per il contrasto al virus Ebola ma, soffermandosi sulla centrale di committenza si è detto «convinto dei risparmi ma perplesso su possibilità di intercettare le esigenze differenti delle Asl territoriali e, in definitiva, dei cittadini». «Con la razionalizzazione – ha aggiunto – è possibile un taglio rilevante dell’offerta con particolare riferimento ad importanti servizi già drasticamente ridotti in Provincia di Sassari». Orrù, infine, si è fatto interprete delle preoccupazioni delle strutture private convenzionate, osservando che sarebbe molto difficile «salvaguardare le imprese sarde, posto che la centralizzazione taglierebbe fuori molte piccole aziende, pur possedendo elevati fatturati annui ed essendo strutturalmente ed economicamente sane».

Il consigliere Edoardo Tocco (Forza italia) ha invitato l’assessore e la maggioranza a «valutare con attenzione la centrale unica di committenza, che necessariamente dovrà essere organizzata eliminando ed accorpando servizi esistenti, una operazione molto complessa che potrebbe determinare i suoi effetti positivi solo nel medio e lungo periodo».

Il presidente ha dato la parola al consigliere dell’Udc, Peppino Pinna, il quale si è detto contrario all’istituzione della centrale regionale di committenza, in quanto “non ha mai funzionato” e porterebbe risparmi minimi (“200 milioni su 3 miliardi”). Favorevole alla centrale invece il leader dell’Udc, Giorgio Oppi, il quale ha ricordato di essere stato proprio lui, nel 2001, come assessore della Sanità, a prevedere le strategie comuni di acquisto per le aziende sarde. L’esponente dell’opposizione ha però rilevato che il centro d’acquisto non è mai riuscito a decollare, neanche sotto il governo del centrosinistra, per l’opposizione dei primari ospedalieri. Oppi ha anche chiesto chiarimenti sulle linee di indirizzo e ha esortato la maggioranza a prevedere la copertura finanziaria per la centrale di committenza non presente nella legge.

Oppi ha anche esortato la Giunta, in particolare l’assessore della Sanità, a contrattare lo sconto sui farmaci con le grandi case farmaceutiche, perché altre regioni hanno ottenuto il 50 per cento, mentre la Sardegna gode di un 30 per cento.

Perplesso il consigliere di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu, per le continue modifiche che la maggioranza vuole portare al testo. Sembra che con gli emendamenti non cambi niente, ha continuato Truzzu, invece stiamo delegando alla Giunta il compito di riordinare la sanità. «Stiamo rinunciando a un ruolo importante del Consiglio». Per Truzzu bisogna anche valutare  le conseguenze per le piccole e medie imprese sarde. Sulla soppressione dell’Agenzia regionale della sanità, l’esponente dell’opposizione, si è detto assolutamente d’accordo.

Critico sulla proposta di legge anche il consigliere di Forza Italia, Marco Tedde: «Questa norma è l’unica novità di una riforma che non riforma niente. L’unica novità è una non novità perché è già prevista dalla normativa nazionale». Per Tedde l’unico obiettivo «è mettere le mani sulla sanità», attraverso la sostituzione dei direttori generali. Per il consigliere azzurro la legge non presta attenzione ai malati e ha aggiunto che i commissariamenti porteranno all’interruzione della programmazione creando molti problemi.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha dichiarato che quella in discussione non è una riforma ma ha ribadito la necessità di “metter mano” all’organizzazione della Sanità in Sardegna per dare risposte ai malati. Dedoni ha definito Una “non novità” la centrale unica di committenza ed ha sottolineato che un’unica gestione di acquisti e appalti è destinato a diventare un sistema che si estenderà a tutti i settori della Pubblica amministrazione. L’esponente della minoranza ha quindi denunciato rischi per le piccole e medie imprese della Sardegna ed ha ricordato come le principali commesse delle Asl siano andate ad appannaggio di imprese siciliane e campane con la conseguente marginalizzazione dei fornitori sardi.

Attilio Dedoni ha auspicato una legge obiettivo regionale per la gestione degli appalti pubblici nell’Isola ed ha rilanciato la proposta di una Asl unica per la gestione del personale e dell’amministrazione. Il capogruppo dei Riformatori ha quindi concluso con l’invito a «lasciare fuori la politica dalle Asl e dalla Sanità sarda».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha affermato che la minoranza ha guardato con favore all’istituzione della centrale unica di committenza ma ha denunciato che un emendamento dei consiglieri della maggioranza ne modifica le finalità e l’efficacia introducendo una dicitura ambigua che parla di “aggregazione di fabbisogni in Sanità”. Pittalis ha inoltre deinito “tortuosa” la procedura che si intende introdurre che “annacqua” gli originari propositi, demandando alla Giunta le modalità di accentramento delle committenze. «La centrale di committenza -ha attaccato Pittalis – resta dunque una grande rivoluzione solo annunciata e la verità è che ciascuna Asl proseguirà ad acquistare in autonomia beni e servizi». L’esponente della minoranza ha quindi invitato i presentatori dell’emendamento a chiarire i perché del “passo indietro” a proposito della centrale unica di committenza ed ha concluso ribadendo che i consiglieri della minoranza avrebbero votato a favore del centrale unica di committenza, nella formulazione originaria del testo della Pl 71.

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha ribadito il favore della minoranza per le iniziative volte alla razionalizzazione della spesa in sanità. Il consigliere dei centristi ha quindi denunciato i rischi che potrebbero derivare dalla creazione di un ente centralizzato e ricordato ad esempio i disservizi e le inefficienze di Abbanoa.

Rubiu ha quindi insistito sui rischi per le imprese sarde ed ha definito “preoccupante” la centralizzazione degli acquisti e degli appalti.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi concesso la parola alla Giunta. L’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, ha quindi replicato alle critiche avanzate da alcuni esponenti della minoranza ed ha affermato che con l’introduzione della centrale unica di committenza, sulla base dei raffronti con le altre regioni ed in considerazione dei dati acquisiti in proposito, la Giunta stima un risparmio che può quantificarsi in una misura ricompresa tra il 5 e il 10%.

L’assessore Arru ha quindi introdotto il tema dello sviluppo del governo clinico per affermare che con il sistema “HTA” sarà possibile valutare le migliori tecnologie a disposizione senza discrezionalità ma soltanto sulla base dell’efficacia del loro funzionamento. «Si sceglieranno le migliori attrezzature a disposizione – ha dichiarato Arru – e ci sarà più trasparenza e più rapidità». L’assessore ha inoltre ricordato come siano le norme nazionali a stabilire l’introduzione della centrale unica di committenza ed ha garantito il coinvolgimento del personale sanitario per garantirne risultati e funzionamento. Per quanto attiene i rischi per le imprese sarde, l’assessore ha dichiarato: «Serve superare la malattia di guardarsi l’ombelico e favorire l’aggregazione delle imprese sarde per renderle competitive anche in ambito extraregionale». «Stiamo provvedendo alla razionalizzazione delle spesa – ha aggiunto Arru – non a tagliare i servizi in Sanità». L’assessore ha quindi posto l’accento sull’importanza della prevenzione e della promozione della salute, ribadendo la volontà di realizzare un servizio sanitario presente nel territorio e che tenga in considerazione i cambiamenti intervenuti nella società e i nuovi bisogni di salute («la vecchiaia non può essere considerata una maledizione ma una conquista»).

Luigi Arru ha quindi concluso il suo intervento affrontando il tema dei farmaci ed ha dichiarato che è necessario instaurare una trattativa con le case farmaceutiche ed ha citato ad esempio quella per i farmaci antivirali per l’epatite di tipo “C”. (a.m)

Il relatore del provvedimento Luigi Ruggeri (Pd) ha espresso parere contrario agli emendamenti dell’opposizione e favorevole a quelli della maggioranza; per altri in parte presentati dall’opposizione, con riferimento alla soppressione dell’Agenzia regionale della sanità, ha sollecitato una ad una sospensione, da concordare più avanti, per esaminare la possibilità di una sintesi.

La Giunta, con l’Assessore della Sanità Luigi Arru, ha espresso parere conforme.

Successivamente l’Aula ha respinto gli emendamenti n. 17 e n. 18.

Il presidente ha poi avviato la discussione sull’emendamento n. 366 (Cocco Pietro e più), presentato dalla maggioranza, dal titolo “Aggregazione dei bisogni in sanità”.

Per dichiarazione di voto il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi), ha sottolineato che l’emendamento sostituisce integralmente art. 2 ed ha ribadito l’importanza del problema delle imprese sarde, «perché è vero che non bisogna guardarsi l’ombelico come dice l’Assessore, ma stiamo parlando di 3 miliardi e ci sono situazioni oggettive, come quella di una piccola azienda di elettromedicali,  in cui non è possibile aggregarsi».

Il relatore Luigi Ruggeri (Pd), ha dichiarato che «abbandono del titolo non significa abbandono della strada maestra, c’è intanto il rimando alla centrale di committenza nazionale; noi ci proponiamo di aggregare e qualificare la domanda cercando di orientare la spesa, d’altra parte non possiamo semplificare mantenendo il nostro nanismo imprenditoriale, le imprese dovranno specializzarsi o aggregarsi come già accaduto in altri settori».

Il consigliere Alessandra Zedda (Forza italia) ha annunciato il voto contrario del gruppo pur condividendo alcune argomentazioni di Ruggeri. «Non ho dubbi sulla qualità delle piccole e medie imprese sarde ma i tempi del loro adeguamento saranno necessariamente lunghi perché l’organizzazione regionale non è così veloce anche per evidenti carenze di organico».

Il consigliere Gianluigi Rubiu (Udc) ha ricordato che basta guardare “aggregazione domanda in sanità” sui motori di ricerca e viene fuori la Regione Sicilia, «significa che la Sardegna non ha prodotto niente di originale».

Il consigliere Alberto Randazzo (Forza Italia) ha ribadito il voto contrario, «ci siamo astenuti in commissione perché in materia di centrale unica di committenza avevamo condiviso in qualche modo una scelta strategica ma ora quel testo viene molto annacquato dall’emendamento della stessa maggioranza: è bellissimo ma non dice niente».

L’Assemblea ha quindi approvato a maggioranza l’emendamento n. 366, determinando la decadenza degli altri emendamenti collegati.

Subito dopo, il presidente ha messo in votazione l’emendamento n. 372, sempre della maggioranza (Cocco Pietro e più), sulla “Soppressione dell’Agenzia regionale della sanità”.

Il consigliere Luigi Ruggeri (Pd), intervenendo sull’ordine dei lavori, ha chiesto una breve sospensione della seduta, che il presidente ha accordato.

Alla ripresa, il presidente ha chiesto di dare lettura dell’emendamento di sintesi che, in sostanza, oltre alla nomina di un commissario liquidatore con un mandato di 6 mesi a partire dall’entrata in vigore della legge, attribuisce tutte le competenze dell’Agenzia alla direzione generale della sanità.

Successivamente l’Aula ha approvato l’emendamento 372, che integra l’art. 2, e respinto gli emendamenti n. 37 e 38, per poi passare all’esame dell’art. 3.

Il presidente Ganau ha aperto la discussione sull’articolo 3 che prevede l’istituzione dell’Areu  (Azienda regionale dell’emergenza urgenza). Il consigliere dei Riformatori sardi, Michele Cossa, ha ricordato che per il suo partito questo è uno punti più  critici di questa legge, ritenendo sbagliata l’istituzione di una nuova azienda. Cossa ha ribadito che se lo spirito della legge è quello di ridurre i costi, con la riduzione delle Asl (“noi vorremmo una sola Asl”) mentre con l’Areu si istituisce una nuova azienda.

Per il consigliere di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu, è dello stesso avviso: «Questo articolo è in controsenso con l’emendamento che abbiamo appena votato. È giusto che il sistema del 118 vada rivisto dopo tanti anni, però il sistema non è l’istituzione di una nuova azienda regionale che crea confusione e nuovi costi». Truzzu ha proposto, attraverso un emendamento firmato anche dal collega Modesto Fenu (Sardegna – Zona Franca), l’istituzione di un dipartimento interaziendale anziché creare una nuova struttura. Per il  consigliere di Forza Italia, Marco Tedde, l’Areu è «completamente inutile e porterà ad accrescere inevitabilmente i costi». L’esponente azzurro ha auspicato un’ulteriore riflessione della maggioranza, «ma la realtà è che si voleva solo arrivare ai commissariamenti».  D’accordo con Tedde anche Alessandra Zedda (Forza Italia), la quale ha invitato la maggioranza a soprassedere su questo punto della legge e riaffrontare la questione quando si metterà mano alla riorganizzazione degli enti e delle Asl.

Il consigliere del gruppo Pd, Luigi Ruggeri, ha ricordato lo spirito di fondo della riforma in discussione spiegando che consiste nello spostare “il baricentro delle cure dall’ospedale al territorio”. «E’ dunque fondamentale – ha spiegato l’esponente della maggioranza – operare la migliore connessione possibile e mettere in relazione tra loro tutti i luoghi erogatori dei servizi con i luoghi dove si manifestano i bisogni». A giudizio di Ruggeri il superamento dell’esperienza dell’organizzazione del servizio 118 in Sardegna potrebbe rappresentare una buona soluzione. Il consigliere Pd ha quindi respinto la similitudine con l’azienda per le emergenze instituita nella Regione Lombardia: l’orografia della Sardegna è molto differente dalla realtà lombarda.

«Non sappiamo se la costituenda azienda per l’emergenza e l’urgenza – ha insistito Ruggeri – sia la cosa migliore ma l’Areu è qualcosa migliore di ciò che c’è oggi». «Scommettiamo sull’Areu – ha concluso l’esponente dei democratici – perché rappresenta un sistema che completa la rete dell’emergenza e dell’urgenza nell’Isola».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha invitato la maggioranza a non procedere con l’appesantimento dei conti della Regione con la costituzione di una nuova azienda sanitaria. «Con l’Areu – ha affermato l’esponente della minoranza – si sta caricando il bilancio di ulteriori costi rappresentanti da un’ulteriore agenzia». Dedoni ha ricordato che la Sanità impegna 3.5 miliardi di euro del bilancio regionale («la metà delle cifre a disposizione») ed ha ricordato le difficoltà che già in sede di bilancio 2015 emergeranno per l’esiguità dei fondi a disposizione per gli investimenti. Attilio Dedoni ha concluso invitando la maggioranza a sospendere la discussione in atto e l’esame della Pl 71 per impegnarsi in una profonda riforma della Sanità che riduca al minimo le spese e garantisca i sevizi ai cittadini sardi.

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha ribadito gli obiettivi della maggioranza in ordine all’istituzione dell’Areu: «Vogliamo procedere con la razionalizzazione del servizio emergenze e urgenze e vogliamo anche contenere i costi». L’esponente del centrosinistra si è detto convinto che con l’Areu si realizzerà un servizio migliore a fronte di una significativa riduzione dei costi. Pietro Cocco ha dunque ribadito la volontà di procedere con la riduzione delle Asl ed ha concluso proponendo all’Aula l’approvazione di un emendamento orale finalizzato ad aggiungere la lettera “S” («Sardegna») alla fine dell’acronimo “Areu”.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, si è detto polemicamente d’accordo col suo omologo democratico sull’aggiunta della “s” all’acronimo “Areu” («se fosse una questione di lettere da aggiungere si potrebbero aggiungere tutte le lettere dell’alfabeto») ma ha ribadito la distanza sulle disposizioni della Pl 71: «L’esame del testo conferma che si tratta di una riforma gattopardesca». «All’articolo 1 – ha spiegato il capogruppo Fi – dichiarate la volontà di procedere con la riduzione delle Asl e immediatamente dopo ne istituite una nuova». Pittalis ha quindi dato lettura integrale del comma 3 dell’articolo 3 nella parte in cui si prevede la direzione regionale e si fa riferimento al funzionamento delle aziende sanitarie ed ha quindi domandato spiegazioni alla maggioranza sulle dichiarazioni rese a proposito del contenimento della spesa e la riduzione delle Asl sarde. Il consigliere del centrodestra ha evidenziato a questo proposito la previsione di spesa di 600mila euro per i direttori della istituenda azienda sanitaria per l’emergenza e l’urgenza. Pittalis ha quindi messo in dubbio la tenuta della norma («è una norma di spesa») ed ha proposto alla maggioranza e alla giunta di valutare, in luogo dell’Areu, la creazione di una struttura dipartimentale presso l’assessorato della Sanità.

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha replicato al capogruppo di Forza Italia, Pittalis, ed ha ricordato che, nella scorsa legislatura, «il primo atto del centro destra fu quello di commissariare le aziende sanitarie con una semplice modifica dell’acronimo che identificava le Asl». Nel merito, Cocco ha affermato che «occorre fidarsi nella struttura dell’assessorato che ha fin qui dimostrato, dati alla mano, che l’istituzione della nuova azienda porterà ad un risparmio di spesa fornendo ai cittadini un servizio migliore, a parte il fatto che vedrà la luce solo nel momento in cui sarà ridefinita la mappa della Asl della Sardegna».

L’assessore della Sanità, Luigi Arru, ha manifestato la necessità di ricondurre il dibattito ai numeri, aggiungendo di conoscere bene l’esperienza della Lombardia dove, anzi, vengono apprezzate alcune realtà della sanità sarda. Entrando nel dettaglio delle cifre, Arru ha ricordato che, nell’organizzazione attuale, il servizio di emergenza-urgenza è costato circa 200 milioni di euro nel 2013. «Non esiste quindi un problema di compatibilità finanziaria – ha precisato – ed anzi prevediamo vantaggi che aggrediranno le criticità del sistema con una policy comune e ci consentiranno di offrire un miglior servizio ai cittadini».

Il relatore del provvedimento Luigi Ruggeri (Pd) ha espresso parere negativo su tutti gli emendamenti presentati, fatta eccezione per il n. 371.

La Giunta, con l’assessore della Sanità Arru, ha espresso parere conforme.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi messo in votazione gli emendamenti all’articolo 3. Sono intervenuti per dichiarazioni di voto Pietro Pittalis (Forza Italia), Pietro Cocco (Pd) Attilio Dedoni (Riformatori sardi), Paolo Truzzu (FdI), Oscar Cherchi (Forza Italia), Lorenzo Cozzolino (Pd), Marco Tedde (Forza Italia).

Il Consiglio ha approvato l’articolo 3 e l’emendamento n. 371 (Pietro Cocco e più) che prevede la sostituzione del comma 4 con il seguente testo: “4. La Giunta regionale, acquisito il parere della commissione consiliare competente, definisce la sede, il patrimonio, il personale, le specifiche funzioni e le interrelazioni con le altre aziende sanitarie della Areu, e provvede alla nomina dei relativi organi, contestualmente al riassetto delle aziende sanitarie locali di cui alla presente legge. Stabilisce altresì la composizione del collegio di direzione, le linee di indirizzo per la definizione dell’atto aziendale della Areu, secondo quanto previsto all’articolo 9 della legge regionale 28 luglio 2006, n. 10, al fine della determinazione della struttura organizzativa. Riguardo alla composizione del collegio dei sindaci si applica la normativa relativa alle aziende ospedaliere”. Il Consiglio ha quindi approvato l’emendamento orale proposto dal capogruppo del Pd, Pietro Cocco, per l’introduzione della lettera “S” alla fine dell’acronimo “Areu”.

La seduta è stata chiusa, i lavori riprenderanno domani mattina, alle 10.00, con l’esame dell’articolo 4. Il presidente ha convocato, alle 9, la conferenza dei capigruppo in sede politica.

Il Consiglio regionale ha concluso stamane la discussione generale sul disegno di legge di assestamento del bilancio.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. L’Assemblea ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la discussione generale sul DL n°111/A – Assestamento alla manovra finanziaria per gli anni 2014-2016. Il primo ad intervenire è stato Paolo Truzzu (Sardegna), in sostituzione del capogruppo.

Paolo Truzzu ha iniziato il suo intervento ringraziando l’assessore della Programmazione Raffaele Paci per il profilo istituzionale tenuto durante il confronto in commissione, «a differenza di altri del centro sinistra» ed il consiglieri Pier Mario Manca, «che non ha rinunciato al suo ruolo politico» e Angelo Carta, «che ha cercato di uscire dalla logica degli schieramenti di parte, ricordando la frontiera in cui operano gli amministratori». «Mentre qui parliamo – ha detto Truzzu – fuori dal palazzo la realtà è ben altra». Davanti alla crisi, ha poi osservato, «ci saremmo aspettati scelte forti su settori ritenuti irrinunciabili, invece ci sono tagli ragionieristici che colpiscono un po’ tutto, in un quadro politico nazionale in cui, in termini reali, il bonus di 80 euro è stato pagato 34 milioni dalla Regione e ben 73 euro da ciascun lavoratore sardo». Il saldo dei conti della nostra Regione, ha aggiunto ancora Truzzu, «è negativo: rispetto al 2013 ci sono risorse in meno, circa 300 milioni, più altri 130 dovuti alle minori entrate, è evidente che a questo punto il 2015 e l’equilibrio di bilancio che dovevano portare più risorse ne porteranno di meno, come avevamo previsto». Truzzu ha poi respinto l’accusa di voler fare ostruzionismo con la presentazione di molti emendamenti. «Vogliamo solo dare il nostro contributo – ha spiegato il consigliere di Fdi – correggendo in qualche caso una manovra che taglia alla cieca in tutti i settori facendo emergere la mancanza di una visione politica dei veri problemi della Sardegna».

Il presidente Ganau è intervenuto brevemente per chiarire che la scadenza per la presentazione degli emendamenti è stata fissata per le 12.00, come deciso dalla conferenza dei capigruppo. Successivamente, ha dato la parola al capogruppo del “Misto”, Fabrizio Anedda.

Anedda ha dichiarato in apertura che l’assestamento è «un atto dovuto per sistemare i conti del vecchio Esecutivo e andare verso il nuovo bilancio». Sull’operato del vecchio Esecutivo, il consigliere ha espresso un giudizio totalmente negativo: «Il centro destra non ha brillato su sanità, lavoro e sostegno alle imprese, i fondi europei sono stati spesi parzialmente e male con imprese che, nel frattempo, hanno chiuso i battenti e sono scomparse dal mercato». L’esponente di Sinistra sarda ha poi citato un esempio della cattiva gestione del centro destra; «prima è stato annunciato un credito di imposta ma, fin dal 2010, non è stato erogato mentre, per le annualità 2013 e 2014, addirittura, è stato chiesto alle aziende di restituire quanto ricevuto». Stessa valutazione negativa, secondo Anedda, anche per quanto riguarda le azioni della Giunta precedente in materia di «consorzi fidi, formazione professionale con corsi non finanziati dal 2009 ad oggi, artigianato e sanità, che ha un disavanzo di oltre 200 milioni». In sintesi, il consigliere Anedda ha affermato che l’assestamento non è altro che un passaggio necessario «verso una finanziaria nuova e responsabile, con i conti in ordine».

Il capogruppo del Centro Democratico, Roberto Desini, sul piano generale, ha respinto con forza l’interpretazione della manovra di assestamento come «macelleria sociale», termine che denota «un approccio non corretto e fuori luogo, che non aiuta a migliorare il dibattito in Consiglio». La manovra è limitata e vincolata, ha riconosciuto Desini, «ma realista e, soprattutto, legata ad una legge finanziaria predisposta dal centro destra, in altre parole una strada obbligata, anche perché solo il fatto di avere 130 milioni in meno rende il percorso particolarmente difficile». Sarà poi opportuno in fase di finanziaria, ha suggerito l’esponente del Centro democratico, «manifestare concretamente una attenzione reale per gli Enti locali, che hanno mostrato in questi anni una capacità organizzativa e di spesa che va valorizzata, come hanno giustamente sottolineato i consiglieri Carta e Truzzu, al di là delle appartenenze». Voteremo l’assestamento con grande convinzione, ha infine assicurato Desini, «come fase preliminare per preparare buona finanziaria in cui faremo emergere tutto il nostro impegno per porre al centro di quella legge il problema dell’equità sociale».

Il presidente ha dato la parola al capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, il quale in apertura del suo intervento si è detto dispiaciuto se le sue parole di ieri hanno offeso l’on. Solinas: «Non era mia intenzione». Dedoni ha auspicato che il clima di collaborazione torni in aula e che la maggioranza ascolti anche i suggerimenti dell’opposizione e non ritenga di essere depositaria della verità assoluta. L’esponente della minoranza non ha risparmiato critiche all’assestamento di bilancio, ricordando che fuori dal palazzo «le persone non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena». Dedoni ha poi chiesto alla Giunta maggiore vigilanza nei confronti delle banche che gestiscono i fondi regionali e ha ribadito la convinzione che sia necessaria una Commissione d’Inchiesta sul sistema del credito.

Il presidente Ganau ha dato, poi, la parola al capogruppo di Sardegna Vera, Efisio Arbau. L’esponente de La Base ha risposto all’opposizione che ieri ha accusato la maggioranza di essere stata scorretta in commissione. Arbau ha ricordato che  l’atteggiamento rigido è stato una risposta alle azioni ostruzionistiche della minoranza, che ha abbandonato l’aula quando si esaminava il settore della sanità e ha presentato oltre 300 emendamenti. «E’ un assestamento di un bilancio di una Finanziaria elettorale fatto in campagna elettorale – ha ricordato – abbiamo dovuto coprire il Fondo unico degli enti locali, 30 milioni per i fondi perenti, 103 milioni relativi agli ammortamenti non sterilizzati. Somme da mettere obbligatoriamente». Per Arbau si tratta di un assestamento tipico di un buon padre di famiglia che si proietta verso il 2015. Ha poi analizzato i singoli tagli: per i cantieri verdi 10 milioni di euro, programmati nel pluriennale perché i Comuni stanno facendo ancora i programmi, 5milioni di euro dell’imprenditoria femminile che non potevano essere spesi per il Patto di stabilità e non c’era programmazione, «l’ente foreste ha 20 milioni di avanzo di amministrazione ed è stato deciso di stornare 8 milioni per il 2014 per essere utilizzate per altro». Mentre per gli artigiani Arbau ha annunciato che la Giunta sta organizzando “Artigiani in fiera” con 300mila euro.

Per il capogruppo di Soberania e Indipendentzia, Emilio Usula, è evidente il grave momento di difficoltà che vive la Sardegna e «questo provvedimento non può essere motivo di gaudio per molti cittadini», ma «questa Giunta sta facendo il massimo per trovare le soluzioni possibili». Per Usula non si può attribuire la crisi della Sardegna all’assessore Paci, ma ai governi precedenti che non hanno saputo trovare le soluzioni per lo sviluppo dell’Isola. «Mi chiedo se non sia il caso che tutti si assumano le proprie responsabilità. Occorre superare le logiche di partito per il bene della Sardegna». Usula ha annunciato il suo voto favorevole, «consapevole che questo assestamento non sia la panacea di tutti i mali».

Secondo il capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, l’assestamento in discussione viene presentato come un atto di “manutenzione in corso” ma in realtà opera delle scelte precise. «E’ vero che il disegno di legge della Giunta prevede uno stanziamento di oltre 100 milioni di euro per coprire il deficit della Sanità – ha affermato Solinas – ma, allo stesso, tempo stanzia 232 milioni per la copertura di nuovi e maggiori oneri. Si cominciano ad intravedere le strategie della Giunta che decide di dare risposte ad alcuni settori piuttosto che ad altri».

Il capogruppo sardista ha quindi invitato la maggioranza ad avviare un confronto serio sulle questioni di merito. «Noi abbiamo proposto un percorso condiviso in Commissione – ha proseguito Solinas – occorre mettere in campo interventi mirati ed individuare coperture finanziarie certe. La Giunta punta sulla efficienza e non sull’efficacia dell’azione di Governo. Così, però, non si risolvono i problemi della Sardegna». Solinas ha poi segnalato i tagli lineari operati per le politiche linguistiche e culturali della Regione, la cancellazione dei fondi per i circoli degli emigrati sardi e per l’insegnamento del sardo curriculare nelle scuole: «Si pensa alle vertenze industriali dove ci sono numeri importanti ma si tralasciano i numeri di altri settori, forse meno chiassosi». Solinas, al termine del suo intervento, ha lanciato una proposta alla maggioranza: «Abbandoniamo le polemiche sterili e proviamo a entrare nel merito delle questioni per ragionare insieme sul futuro della Sardegna».   

Il consigliere Peppino Pinna, a nome del Gruppo Udc, ha espresso forti perplessità sull’impianto del disegno di legge di assestamento di bilancio: «Non si capisce quale criterio sia stato adottato. Forse sarebbe stato meglio lasciare tutto com’era». Pinna ha poi contestato i tagli operati ai fondi per le famiglie in difficoltà e rimarcato l’assenza di interventi a favore dell’agricoltura, dell’artigianato e per le politiche attive per il lavoro. Giudizio negativo anche sui tagli ai cantieri verdi e all’università diffusa, alla sanità, agli enti locali e alla cultura: «Da una parte si dà importanza alla salute e poi si definanziano le bonifiche per l’amianto – ha affermato Pinna – gli enti inutili invece continuano ad operare, mentre non si colgono le opportunità offerte dal nostro patrimonio culturale. Non si investe un euro per la campagna di scavi a Mont’e Prama, così si spreca una grande occasione».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco (Pd) ha invece difeso le decisioni della Giunta: «Bisogna capire da dove si parte – ha detto Cocco – questo assestamento di bilancio è una correzione dell’ultima finanziaria approvata dal centrodestra. Abbiamo trovato la Sardegna in pessime condizioni e ora cerchiamo di porvi rimedio». Il capogruppo del Pd ha quindi respinto al mittente le accuse arrivate dai banchi del l’opposizione: «Le nostra scelte politico-finanziarie si vedranno nella manovra di bilancio. Adesso ci limitiamo ad intervenire per coprire il disavanzo della sanità di 350 milioni di euro e garantire gli stipendi ai dipendenti delle società partecipate della Regione come l’Igea e la Carbosulcis». Cocco ha attaccato alcuni consiglieri della minoranza che avevano definito un atto di “macelleria sociale” il disegno di assestamento di bilancio presentato dalla Giunta: «E’ un’accusa vergognosa. Dovreste arrossire per ciò che avete fatto nella passata legislatura – ha detto l’esponente del Pd – non ricordo un punto qualificante della vostra azione di governo». Pietro Cocco ha ricordato «gli interventi per la copertura del buco della sanità (103 milioni di euro) per i trasporti, la scuola, il ripristino del Fondo Unico per gli enti locali, accusando il centrodestra di non aver fatto nulla per sostenere l’industria, la pastorizia e le altre attività produttive dell’Isola».

Un accenno infine alla sanità: «Nella scorsa legislatura – ha affermato il capogruppo del Pd rivolgendosi alla minoranza – il vostro primo atto fu il commissariamento delle ASL con la promessa del varo di una riforma poi non andata in porto. Oggi, con la scusa della razionalizzazione della spesa, qualcuno continua a rappresentare interessi privati che non hanno nulla a che vedere con la sanità pubblica. Noi andremo avanti spediti nel nostro progetto di riforma, convinti della bontà delle nostre idee».

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha affermato che il suo gruppo «è disponibile a ragionare ma non ad impegnarsi su inutili schermaglie; è il momento della responsabilità, del buon senso e dell’autocritica, come ci impone la situazione drammatica della nostra terra». «Nessuno più dell’assessore Paci – ha aggiunto Cocco – ha verificato con attenzione e rigore i conti della Regione da cima a fondo dimostrando grande disponibilità a ragionare sul merito, perciò ogni giudizio deve essere sospeso in questa fase e rimandato, semmai, alla finanziaria». In ogni caso, secondo il consigliere di Sel, «l’assestamento consente di pagare tutti i debiti ed è già un grande risultato, poi si spendono oltre 200 milioni mentre altre risorse accantonate saranno riprogrammate; dal 2015, in altre parole, daremo ai Sardi le risposte che giustamente si aspettano». «Non ci sto – ha detto ancora Cocco – ad essere accusato di macelleria sociale e di aver dimenticato gli ultimi, sono accuse irricevibili, sui cantieri verdi ed in particolare sull’Ente Foreste l’assessore ha risposto in modo esauriente in commissione; noi siamo impegnati in prima persona a fianco dei disoccupati e dei precari e vigileremo attentamente su questi temi, sicuri che con sacrificio e fatica terremo fede alla parola data ai sardi 7 mesi fa». 

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha invitato la maggioranza «ad uscire da equivoci ed inesattezze, attribuendo tutti i demeriti al centro destra mentre il centro sinistra sta rimediando con un intervento tecnico: in realtà è un intervento che assesta un colpo mortale all’economia della Sardegna». «La maggioranza – ha insistito – è in imbarazzo a parlare dei cassintegrati, dei lavoratori in mobilità e dei settori trainanti dell’economia regionale, delle famiglie e degli emigrati: confermo che avete operato una autentica macelleria sociale». Pittalis è poi entrato nel dettaglio delle cifre dell’assestamento: «Sono state tagliate le risorse alle aziende alluvionate, al fondo per l’occupazione, all’imprenditoria femminile, ai Comuni, ai corsi di musica, al cinema, all’artigianato, al commercio, alla lingua sarda, alla famiglia, all’università, agli emigrati, altro che correzioni migliorative del bilancio del centro destra, è una falsità!». Dopo aver accusato il centro sinistra di aver messo in campo una politica pubblica «recessiva» davanti ad una crisi gravissima, Pittalis ha concluso affermando che le uniche azioni concrete della maggioranza, condivise con l’opposizione, sono state il piano di edilizia scolastica e gli interventi contro la lingua blu («peraltro entrambi ancora privi di effetti pratici») mentre, quelli sui quali il centro sinistra è andato avanti da solo, con operazioni «eccellenti», sono l’abolizione del Piano casa «con un disegno di legge che provocherà confusione e contenziosi e l’abolizione del Piano paesaggistico senza proporre nulla in alternativa, limitandosi a riesumare quello di Soru contestato da destra e sinistra, recentemente da anche dal sottosegretario Barracciu». «Altro che documento tecnico, ha concluso il capogruppo di FI, «qui ci sono scelte vere e pesanti, tecniche e ragionieristiche, di chi se ne infischia dei problemi e delle emergenze della Sardegna».

L’assessore della Programmazione Raffaele Paci, intervenendo a nome della Giunta, ha presso che si abituerà a malincuore «al gioco delle parti, che non fa bene all’opinione pubblica». Nel merito, Paci ha ribadito che l’assestamento è un provvedimento tecnico «perché nei conti non c’erano le nostre scelte politiche, da un lato, e perché, dall’altro, occorreva fare una correzione per effetto delle minori entrate di 34 milioni dovute al bonus di 80 euro sul quale, ovviamente, si può essere d’accordo o meno». Paci ha poi smentito i tagli sul fondo unico dei Comuni, «che ha tagliato la giunta Cappellacci», annunciando un emendamento per aumentare la dotazione di un fondo «per eventuali dissesti occupazionali» da assegnare alle Province, aggiungendo che la più grande voce di spesa riguarda i 103 milioni per i debiti commerciali della sanità riferiti al 2013 e parte del 2014, «certamente non attribuibili alla nostra responsabilità». «Quando sei obbligato a maggiori spese per 170 milioni – ha spiegato l’assessore – devi tagliare in proporzione da altre parti, cercando di minimizzare l’impatto sul tessuto economico e sociale della Sardegna, cioè da una parte  spostando in nel bilancio pluriennale le spese di investimento come quelle per il dissesto idrogeologico (stanno per essere pubblicati i bandi e ai Comuni arriverà un 10% di anticipo)». «Dove ci sono enormi residui – ha continuato Paci – è inutile aumentare stanziamenti, è il caso dei cantieri verdi con 24 milioni che non si riuscivano a spendere per i vincoli del patto di stabilità, ma i cantieri partiranno tutti, così come sarà sostenuta l’università diffusa; insomma si è messo ordine nella grande massa di residui attivi, 3 miliardi, cioè impegni di pagamento non onorati o perché inseriti in piano di investimento di lungo periodo perché bloccati dal patto». «Poi – ha concluso Paci – abbiamo sistemato alcune altre cose: la situazione dell’Arst per 80 milioni all’Arst, i fondi per il museo Nivola e la biblioteca Satta, i ciechi, lo spettacolo, le borse di studio universitarie ed altro; avremmo voluto fare di più ma alcuni vincoli non sono superabili, fra qualche settimana presenteremo la finanziaria dove, compatibilmente con i limiti del bilancio, porteremo avanti le nostre politiche, alle quali si può guardare con attenzione ed un certo ottimismo perché abbiamo molti fondi europei da spendere ed ampi spazi per contrarre mutui da destinare alle infrastrutture». 

Subito dopo l’intervento dell’assessore Paci, il presidente Ganau ha dichiarato conclusa la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno alle 18.00.

Dichiarazioni_program_presidente_pigliaru_02042014

Gianluigi Rubiu 5 copia Giorgio Oppi

Il Gruppo UDC del Consiglio regionale della Sardegna convoca una conferenza stampa, domani, martedì 13 maggio, alle ore 10.30, nella sala stampa del Consiglio, per presentare un progetto di legge su “Misure urgenti per la stabilizzazione e la crescita dell’occupazione nel settore agricolo e per l’emersione dal “lavoro nero”, in rapporto con disposizioni per la ristrutturazione finanziaria delle imprese agricole, finalizzate al rilancio del comparto”.

All’incontro parteciperanno i consiglieri regionali: Giorgio Oppi, Gigi Rubiu, Peppino Pinna e Gianni Tatti.

 

Consiglio regionale 2 copia

L’on. Antonio Solinas (Pd) è stato eletto presidente della Quarta Commissione (Governo del territorio, ambiente, infrastrutture e mobilità).

La seduta di insediamento è stata presieduta dal presidente del Consiglio regionale, on. Gianfranco Ganau che, al termine dello scrutinio segreto, ha proclamato l’esito della votazione: presenti 9 consiglieri; votanti 9; Antonio Solinas, 5; Gianni Tatti, 4. Vice presidente della Commissione è stato eletto, dunque, l’on. Gianni Tatti (Udc).

Segretari sono stati eletti i consiglieri Eugenio Lai (Sel-gruppo Centro democratico) con 5 voti e Giuseppe Fasolino (FI) con 4 voti.

Antonio Solinas è nato a Busachi il 14 giugno 1959. E’ stato eletto nella circoscrizione di Oristano, con 3.322 preferenze). Ha conseguito il diploma di tecnico commerciale e svolge la professione di impiegato.
Ex consigliere comunale di Busachi, è al secondo mandato in Consiglio regionale. Nella scorsa legislatura è stato vicepresidente della Quinta Commissione “Agricoltura e Ambiente”.

La Quarta Commissione si occupa delle seguenti materie: governo del territorio, pianificazione paesaggistica, edilizia, tutela dell’ambiente, parchi e riserve naturali, difesa del suolo e delle coste, pianificazione per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti, risorse idriche, politiche abitative, lavori pubblici, porti e aeroporti civili, mobilità e trasporti.

Luigi Lotto (Pd) è il nuovo presidente della Quinta Commissione (Attività produttive).

Completano l’Ufficio di Presidenza della Commissione Luigi Crisponi (vicepresidente) e i segretari Gaetano Ledda (Upc) e Marco Tedde (Forza Italia).

Luigi Lotto è nato a Villagrande il 12 agosto 1953. E’ stato eletto nella Circoscrizione di Sassari con 3.073 preferenze. Laurea in Scienze Agrarie, svolge la professione di insegnante.

Dal 1975 al 1980 è stato consigliere comunale di Villagrande. Dal 1995 al 2000 ha ricoperto l’incarico di assessore dei Lavori pubblici del comune di Sassari, nella Giunta guidata da Anna Sanna. Dal 2000 al 2005 è stato consigliere comunale di Sassari e, successivamente, assessore dei Lavori pubblici nella prima giunta del sindaco Gianfranco Ganau. E’ al suo secondo mandato in Consiglio regionale. Nella scorsa legislatura, è stato prima segretario e poi vicepresidente della Quarta Commissione “Trasporti, Lavori Pubblici e Urbanistica”.

Queste le materie di competenza della Commissione sulla base del nuovo Regolamento: industria, commercio, artigianato, turismo, cooperazione, energia, attività estrattive, forestazione, agricoltura, caccia, pesca, acquacoltura.

Raimondo Perra (Psi) è il nuovo presidente della Sesta Commissione (Salute e Politiche Sociali).

Completano l’Ufficio di Presidenza della Commissione Marcello Orrù (Psd’Az – vicepresidente) e i segretari Gigi Ruggeri (Pd) e Peppino Pinna (Udc).

Raimondo Perra è nato a Quartu Sant’Elena il 4 agosto 1956. E’ stato eletto nella circoscrizione di Cagliari, con 1.171 preferenze.

Ha conseguito il diploma di scuola media superiore e svolge la professione di funzionario della Asl 8 di Cagliari. Dal 2011 al 2014 è stato consigliere comunale di Cagliari. E’ alla sua prima legislatura in Consiglio regionale.

Queste le materie di competenza della Commissione sulla base del nuovo regolamento: salute, politiche sociali, personale delle ASL, igiene veterinaria, attività sportive, alimentazione, emigrazione e immigrazione.