18 April, 2024
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L’on. Paolo Ferrero, vicepresidente della Sinistra Europea, già segretario nazionale del partito della Rifondazione Comunista, sarà in Sardegna martedì 27 e mercoledì 28 febbraio, per un mini tour elettorale a sostegno della lista “Potere al Popolo”. Martedì 27, a partire dalle ore 17.30, parteciperà ad un’assemblea pubblica organizzata nel Centro Culturale di via Roberto Cattaneo 82, alla quale interverranno anche i candidati Pierina Chessa, Sergio Diliberto, Simona Deidda e Mariangela Pedditzi. Mercoledì 28, dalle ore 10.30, terrà una conferenza stampa a Cagliari, in via San Domenico 10. Sempre mercoledì, dalle 16.30 incontrerà i lavoratori a Ottana, in via Emilio Lussu, con Amedeo Spagnuolo, Anna Cacciatori ed Enzo Gamba; dalle ore 19.00 sarà alla festa di “Potere al Popolo” a Sassari, in piazza Mercato Civico, con Sabina Sechi, Andrea Lai, Angelo Marras e Silvia Pittalis.

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Domani, giovedì 7 dicembre, alle ore 10.30, il Centro culturale di via Cattaneo 82, a Iglesias, ospiterà la presentazione del libro “Il venditore di metafore”, di Salvatore Niffoi, Editori Riuniti, organizzata dalla Società Operaia di Mutuo Soccorso di Iglesias e da Arci Sardegna.

Dopo i saluti di Pierina Chessa, presidente della Società Operaia di Mutuo Soccorso di Iglesias, e di Marino Canzoneri, presidente di Arci Sardegna, il programma prevede un’intervista all’autore, Salvatore Niffoi, curata dalla giornalista dell’Unione Sarda Stefania Piredda. I lavori saranno coordinati da Mario Sciolla.

Nel corso della mattina, ci sarà la vendita promozionale del libro, curata dalla libreria Stenia Mura di Iglesias.

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Riesplode lo scontro, nel Consiglio comunale di Iglesias, tra maggioranza e opposizione. L’occasione è arrivata con la convocazione della riunione consiliare di lunedì 27 febbraio, richiesta dai consiglieri di opposizione per parlare principalmente degli “equilibri politici venutosi a creare negli ultimi mesi” dopo i cambiamenti maturati nella Giunta guidata da Emilio Gariazzo e disertata da tutti i consiglieri di maggioranza, eccezion fatta per il presidente del Consiglio comunale Mauro Usai che ha rispettato il suo ruolo istituzionale.

Ieri sera i capigruppo di maggioranza, Ubaldo Scanu del “Partito Democratico”, Gianluca Tocco di “Sinistra Ecologia Libertà” e Pierina Chessa de “Il tuo segno per Gariazzo”, hanno spiegato in una nota le ragioni della mancata partecipazione alla riunione del Consiglio comunale.

«Permane in noi la difficoltà di comprendere le reali motivazioni che hanno spinto i colleghi della minoranza a richiedere reiteratamente una discussione in Consiglio – con relativo conseguente dispendio di risorse pubbliche – sugli “equilibri politici venutosi a creare negli ultimi mesi” – scrivono Ubaldo Scanu, Gianluca Tocco e Pierina Chessa -. Quanto questo ordine del giorno fosse risibile, oltre che pretestuoso e non pertinente nella sostanza, lo raccontano i numeri e non solo. In questi quarantaquattro mesi di consiliatura abbiamo partecipato a 92 Consigli comunali esaminando, discutendo ed approvando centinaia di atti, mozioni e regolamenti. L’attività politica si è inoltre svolta attraverso centinaia di commissioni consiliari nonché con tutto ciò che non è strettamente istituzionale come viaggi in Regione, sopralluoghi, assemblee, incontri, tavoli di lavoro, etc. Nello specifico, nei circa quattro mesi passati dal 17 ottobre 2016, giorno in cui i colleghi della minoranza hanno deciso di impiegare il loro tempo e le loro energie per richiedere la discussione in oggetto, la giunta comunale ha prodotto ben 95 deliberazioni, mentre nei cinque consigli comunali tenutisi nello stesso intervallo temporale sono state approvate 25 proposte, discusse 2 mozioni e hanno ottenuto risposta 5 interrogazioni ed una interpellanza.»

«Tra gli atti approvati in Consiglio nel periodo considerato – aggiungono Ubaldo Scanu, Gianluca Tocco e Pierina Chessa – ve ne sono alcuni di particolare importanza, quali l’approvazione delle linee guida per la redazione del Piano Urbanistico Comunale, l’adesione alla Fondazione del Cammino Minerario di Santa Barbara, l’approvazione delle tariffe relative alla tassa sui rifiuti (ancora una volta più basse rispetto a quelle dell’anno precedente) e il benestare all’utilizzo dei fondi della legge 37/98 per poter investire nella riqualificazione della Città; atti sui quali i nostri colleghi della minoranza hanno quasi sempre votato contro, quando non si sono astenuti o hanno deciso di uscire dall’aula consiliare. Sappiano perciò gli iglesienti che se spenderanno qualcosa di meno in bolletta, se possono già godere di un mercato più bello e ristrutturato, se potranno fruire di una sala per proiezione cinematografica, se avranno un centro storico finalmente illuminato, se non vedranno più l’obbrobrioso generatore di via Cavour, se gli abitanti di via Giordano la vedranno riqualificata dopo decenni e i giovani calciatori di Bindua potranno finalmente cambiarsi in spogliatoi degni di questo nome sarà grazie ai soli voti di questa maggioranza. Ed è perciò – concludono Ubaldo Scanu, Gianluca Tocco e Pierina Chessa – che non abbiamo voluto essere partecipi di quello che consideriamo un consiglio comunale improponibile e incomprensibile; uno sterile, scomposto e inutile attacco all’amministrazione perpetrato ai danni delle tasche dei cittadini.»

Valentina Pistis 1230 copia

Nessuno ne parla ancora ufficialmente, ma i toni dello scontro tra i consiglieri del gruppo Cas@ Iglesias e il Partito Democratico, prima forza consiliare che esprime anche il sindaco, Emilio Gariazzo, hanno aperto di fatto la crisi nella maggioranza di centrosinistra al comune di Iglesias, a poco più di un anno e mezzo dall’elezione del sindaco (26 maggio 2013) e dall’insediamento del Consiglio comunale (28 giugno 2013).

Per capire meglio quanto oggi siano distanti le due posizioni politiche, pubblichiamo l’intervento integrale fatto da Valentina Pistis, capogruppo di Cas@ Iglesias, durante l’ultima riunione del Consiglio comunale, dedicata al dibattito sullo stato di attuazione del Piano Sulcis, in presenza del coordinatore dello stesso, Tore Cherchi, ex presidente della provincia di Carbonia Iglesias.

«Grazie.
Grazie di cuore a tutte le donne e gli uomini che questa sera hanno deciso, con consapevolezza, di partecipare a questo Consiglio comunale.
Queste persone sono la dimostrazione che il ragionamento e l’approfondimento dei temi, anche scomodi, paga sempre.
Non lasciatevi intorpidire, non aspettate che gli altri prendano decisioni al posto vostro.
Il dialogo e il confronto sono necessari in politica come nella vita quotidiana.
Vedendovi, qui, questa sera non posso che farmi contagiare dalla vostra determinazione.
E’ arrivato il momento di dire la verità, tutta la verità in merito al Piano Sulcis e a tutto ciò che vi ruota intorno.
Non possiamo più tacere. Non vogliamo più tacere.
Occorre fare chiarezza.
Occorre dire che i fondi del Piano Sulcis, sono praticamente inesistenti, così come le opere da realizzare.
L’Alcoa è chiusa, per l’Eurallumina e per l’Ila, sinceramente, non si intravede alcuna ripartenza, arriverà il turno della Carbosulcis e della Centrale Enel. Insomma un’ecatombe di industrie.
A cui, la politica regionale e nazionale, risponde con un Piano, vuoto e inconsistente.
Il Piano Sulcis finora non ha prodotto nemmeno un posto di lavoro.
Le procedure appaiono inesistenti, all’orizzonte solo ed esclusivamente ghiotte speculazioni ministeriali e non solo.
Speculazioni approvate e certificate da una parte della politica isolana.
Il progetto speculativo del biofuel dei signori Mossi & Ghisolfi è la prova di ciò che sto affermando.
Quel progetto è inaccettabile. Più tardi spiegherò perché.
Non credo che favorendo l’insediamento dei produttori di canne si possa rilanciare il nostro territorio.
Finora niente è stato fatto per risolvere il problema del costo dell’energia, della ripresa produttiva, ancor meno, ahimé, si è fatto per le bonifiche ambientali.
Il gruppo che rappresento, Cas@ Iglesias, lo grida ad alta voce quotidianamente.
La questione ambientale non è più rinviabile.
Non possiamo continuare a traccheggiare sulla salute della popolazione. E mi dispiace contraddirla, ing. Cherchi. Lei ha appena affermato che prima di tutto viene il lavoro, io dico con assoluta determinazione che prima di tutto viene la salute. Senza la salute non può esserci lavoro.
Il report del ministero dell’Economia sul Piano Sulcis, redatto dall’Uver Unità di verifica degli investimenti pubblici, per usare un eufemismo, fa paura.
Certifica sostanzialmente che il Piano Sulcis è un imbroglio di stato.
Procedure inesistenti, progetti irrealizzabili, in molti casi non è stata indicata nessuna tempistica; opere iniziate anni fa e addirittura opere dichiarate concluse, tutte inserite nel piano fantastico del Sulcis.
Fondi stanziati da delibere di Giunta regionale del 2009, 2010, 2011, delibere Cipe del 2011, fondi Fesr 2007-2013. Insomma, fondi vecchi, già stanziati in passato, che non hanno nulla a che fare con il fantomatico Piano Sulcis.
A certificare ciò che sto affermando sono i funzionari del ministero che hanno effettuato i sopralluoghi.
Nel report si evince con chiarezza che in numerosissimi casi, non esiste alcuna procedura in essere.
Alcuni esempi.
Sulla portualità i fondi sono ridicoli, la progettazione è pressoché tutta preliminare o studi di fattibilità da eseguire.
Al progetto dell’impianto fognario di Sant’Antioco manca persino la localizzazione, la variante urbanistica e la stima dei costi. Per non parlare del collegamento all’isola di Sant’Antioco, pare non abbiamo ancora scelto se costruire un ponte o un tunnel… una cosetta da poco conto…
Il progetto che riguarda il tratto di strada Carbonia-Giba è stato definito con un laconico “bassa affidabilità”.
Per non parlare della scelta di abbandonare il progetto GALSI, ossia il progetto relativo al Gasdotto che avrebbe dovuto collegare l’Algeria alla Sardegna e all’Italia. Cancellato.
Insomma, più che un piano di rilancio, mi pare un libro dei sogni. Anzi, oserei dire, un libro che procura i incubi.
Altro esempio su tutti, miniera di Orbai, inizio lavori 2006, oggi siamo all’analisi del rischio, manca il dimensionamento economico. In sostanza, la procedura è indefinita, siamo in alto mare.
Risultano iscritti progetti iniziati del 2006, alcuni addirittura conclusi; progetti del 2007 conclusi nel 2012 inseriti nel piano.
Per quale motivo mi chiedo?
Come fanno a far parte di questo piano?
Per la maggior parte dei progetti la fine lavori indicata nel report è il 2014. Ossia, l’anno appena concluso. Nessuna traccia di inizio e fine cantiere. Senza contare tutti quelli che si sarebbero dovuti concludere nel 2013 e non sono nemmeno iniziati.
Insomma, una vergogna inaudita, l’ennesimo inganno in danno ai sulcitani.
Ma veniamo alla chimica verde e alla coltivazione della canna per la produzione di bioetanolo a Portovesme.
L’impatto ambientale è fortissimo, devastante.
Numeri da capogiro.
300 milioni di euro di investimento.
80mila tonnellate di carburante prodotto all’anno.
Il progetto, del gruppo Mossi & Ghisolfi, (colosso da 3 miliardi di dollari di fatturato all’anno), ha bisogno di un’area industriale attrezzata, di un porto (già esistenti a Portovesme) e di 5.000 ettari di terreno da coltivare a canne, nel raggio di 70 chilometri.
Ha inoltre bisogno di un sostegno finanziario dello Stato, della Regione elevatissimo, non ultimi i 900 milioni chiesti all’Unione europea per finanziarie le bioraffinerie, a tal proposito, vi invito a prendere visione del Piano Juncher.
Insomma Mossi & Ghisolfi oltre ad essere sponsor delle campagne elettorali del premier Renzi e quindi suoi “grandi elettori” evidentemente sono pure simpatici ai governatori regionali che non battono ciglio in merito allo scellerato progetto.
Ricordo che le canne sono una specie infestante che muta il regime ecologico del territorio, rendendolo più arido e soggetto agli incendi.
E’ una specie altamente infiammabile e questo le consente, essendo una specie pirofila, di imporsi a discapito delle altre piante.
Modifica l’ecologia della zona, sottrae acqua in grandi quantità e elementi nutritivi al terreno.
Insomma, all’inquinamento devastante prodotto dall’attività mineraria e dalle industrie, viene associato il rischio di una probabile desertificazione.
E’ chiaro che in Sardegna abbiamo bisogno di tutto fuorchè di piante che favoriscano incendi e aridità dei suoli.
Non possiamo rischiare di lasciare spazio al fenomeno c.d. di “land grabbing”, tipico dei paesi poveri del terzo mondo.
Le multinazionali, come quelle di Mossi & Ghisolfi, acquistano i terreni dai coltivatori, ormai stremati dalle innumerevoli tasse statali, non ultima, l’IMU sui terreni agricoli, per trasformare i nostri terreni nell’ennesima monocoltura di canne o cardi, come sta accadendo dall’altra parte dell’isola.
Non ultimi altri due punti oscuri, ossia l’impianto a biomasse nella zona industriale di Iglesias, a pochi passi dal centro abitato e la centrale termoelettrica per realizzare carbone Sulcis “pulito” dotata di una sezione di cattura e stoccaggio nel sottosuolo di CO2.
Sulla questione energia, dobbiamo necessariamente cambiare marcia, registro. L’andazzo è chiaro, vogliono rendere la Sardegna sempre più dipendente dal resto d’Italia. Visto anche la scelta relativa al piano di dismissione della centrale Enel. Ad oggi non esiste un solo contratto bilaterale per salvare le industrie e la responsabilità è politica, non certamente dell’Enel.
Siamo qui, non per valutare le chiacchiere, siamo qui per leggere la realtà.
E la realtà è sotto gli occhi di tutti, le fabbriche sono chiuse e le bonifiche completamente assentiper chiare incapacità politiche di ieri e di oggi.
Sembra quasi che la nostra isola, la nostra agricoltura sia impossibilitata a puntare ad un futuro basato su uno sviluppo sostenibile, moderno, sui prodotti dell’agroalimentare di qualità.
Alla faccia di Milano e del tema dell’Expo 2015…
Alle condizioni ambientali e sanitarie nelle aree industriali e minerarie, già così precarie, occorre opporre un sistema produttivo innovativo sostenibile; occorre puntare sull’immediata bonifica dei siti contaminati.
Occorre opporre una politica virtuosa, di qualità, tesa alla sovranità alimentare, funzionale alle esigenze di coloro i quali abitano i territori. Una politica che favorisca la riappropriazione da parte delle comunità locali della gestione dei luoghi.
Anche per questo motivo, in questa sede, il gruppo che rappresento, vuole proporre una bozza di piano alternativo al Piano Sulcis, basato su quattro direttive.
Bonifiche ambientali e piano straordinario di recupero produttivo delle discariche.
Come già anticipato le bonifiche ambientali non possono più aspettare, ne va della salute di queste e delle future generazioni.
Le discariche minerarie abbandonate del Sulcis Iglesiente sono innumerevoli, contengono ancora quantità elevate di Piombo e Zinco. Quantitativi che consentirebbero di progettare un piano economico per rilanciare l’intero territorio. Tutto ciò coinvolgendo l’università di Cagliari e facendo ripartire i corsi di Scienze dei materiali di Monteponi. Rilanciando l’IGEA e il Parco Geo Minerario, prima che sia troppo tardi.
Pianificazione territoriale, paesaggistica e urbanistica.
Predisposizione di un Piano strategico, vero, di sviluppo territoriale che possa essere recepito immediatamente, offrendo riequilibrio territoriale e nuove opportunità per il turismo e la ricettività, tenendo sempre ben presente la tutela ambientale e paesaggistica.
Interventi infrastrutturali e collegamenti – Questione energetica/definizione di accordi bilaterali:
– strada ss. 126 a quattro corsie;
– interventi sui porti;
– intervento di connessione dei bacini idrografici del Sulcis con i sistemi del Tirso e del Flumendosa al fine di garantire l’approvvigionamento idrico e irriguo costante dell’intero territorio.

Poli produttivi di eccellenza agricola.
Individuazione di filiere produttive di eccellenze agricole che possano valorizzare al meglio le caratteristiche dei terreni del Sulcis Iglesiente. Ricordo che, solo nel Sulcis si possono trovare quei vitigni europei originari, derivanti da una antichissima e storica tradizione vitivinicola.
Pensiamoci,
pensiamoci bene, prima di trasformare la nostra isola in un campo sterminato di canne.
Le canne utilizziamole solo ed esclusivamente per costruire launeddas. Che è meglio.
Pensiamo al patrimonio di archeologia mineraria che ci resta. Pensiamo all’ambiente sconfinato e paradisiaco tipico della nostra isola. Proviamo seriamente a valorizzarlo, prima che cada definitivamente in rovina.»

 

Il gruppo Cas@ Iglesias conta su due consiglieri, Valentina Pistis e Giorgio Carta, in una maggioranza composta da 15 consiglieri.

PD 8 consiglieri: Mauro Usai, presidente; Franca Maria Fara, vicepresidente; Francesco Melis, capogruppo; Carla Cicilloni; Daniele Reginali, segretario provinciale; Ubaldo Scanu, segretario cittadino; Claudia Caschili; Marco Loddo.

Cas@ Iglesias 2 consiglieri: Valentina Pistis, capogruppo; Giorgio Carta.

Il Tuo segno per Gariazzo 2 consiglieri: Pietro Serio, capogruppo; Pierina Chessa.

Sinistra Ecologia Libertà 2 consiglieri: Simone Pinna, capogruppo; Franco Tocco.

Uniti per Iglesias 1 consigliere: Alberto Cacciarru, capogruppo.

La minoranza di centrodestra conta su 9 consiglieri.

Piazza Sella 7 consiglieri: Gian Marco Eltrudis, capogruppo; Gianluigi Rubiu; Pietro Carta; Vito Didaci; Angela Scarpa; Andrea Pilurzu; Giuseppe Pes.

P.D.L. dal 5/02/2014 ForzaItalia 2 consiglieri: Luigi Biggio, capogruppo; Gianfranca Mannu.

La 2ª commissione consiliare Cultura-Spettacolo-Turismo-Sport-Grandi Eventi-Pubblica Istruzione-Comunicazione Istituzionale-Informatizzazione del comune di Iglesias, presieduta da Pierina Chessa, si riunisce questo pomeriggio, alle 15.30, nella sala riunioni del Centro direzionale di Via Isonzo, per l’esame delle problematiche legate al dimensionamento scolastico 2015-2016. Gli enti locali dovranno valutare le decisioni assunte a livello regionale, in attuazione delle indicazioni fornite loro dal Governo nazionale, con limitatissimo spazio di manovra. Di fatto, come comunicato agli amministratori locali dal dirigente della gestione commissariale dell’ex Provincia di Carbonia Iglesias, dovranno prendere atto dei tagli e dei conseguenti accorpamenti degli istituti scolastici. L’unica concreta possibilità di incidere sulle scelte, sarà quella di decidere l’accorpamento con un istituto piuttosto che con un altro, con alcune possibilità di scelta, tenendo ovviamente conto della contiguità territoriale.

Il secondo punto all’ordine del giorno della commissione, della quale, oltre il presidente, fanno parte i consiglieri Marco Loddo, Valentina Pistis, Piero Carta e Andrea Pilurzu, è la proposta di gemellaggio tra il comune di Desulo e la città di Iglesias, di fatto formalizzata dieci giorni fa a Desulo, in occasione della giornata conclusiva de “La montagna produce”, che ha visto la partecipazione di alcuni gruppi arrivati da Iglesias: il Gruppo Musici Villa Ecclesiae, i Musici sbandieratori Iglesias, Musici e sbandieratori Santa Lucia del Quartiere Fontana e il gruppo folkloristico città di Iglesias. Con loro l’assessore della Cultura e vicesindaco di Iglesias, Simone Franceschi e il sindaco, Emilio Gariazzo.

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Un grande favore di pubblico ha accolto la partecipazione dell’Associazione Mineraria Sarda a “Visit Iglesias”, l’evento promosso per domenica 26 ottobre dall’Amministrazione comunale in occasione de “Sa Festa Manna” della Madonna del Buon Cammino.

Oltre un centinaio di persone hanno infatti visitato ed ammirato la storica sede dell’Associazione Mineraria Sarda, eretta nel primo Novecento alla fine del viale che attraversa il giardino di via Roma. All’interno della palazzina è stata allestito per l’intera giornata un saggio della collezione tipografica del sig. Mariano Deidda di Cagliari, compresi gli elementi utilizzati nella storica tipografia Canelles della ditta E. Benatti, attiva in città tra fine Ottocento e primo Novecento. La collezione Deidda, riconosciuta di interesse storico particolarmente importante dal ministero per i Beni e le Attività Culturali con il decreto n. 225 del 13 dicembre 2011, rappresenta a tutt’oggi la più completa collezione sulla storia dell’arte tipografica sarda, con pezzi che, a partire dalla Stamperia Reale di Cagliari del 1770, raccontano la storia della cultura e della stampa nella nostra Isola. Nelle sale al primo piano sono state così esposte oltre 50 cassette di elementi tipografici, accompagnati da numerose stampe e pubblicazioni d’epoca, con speciale risalto per quanto prodotto presso le tipografie iglesienti attive ormai un secolo fa.

Hanno visitato la mostra anche diversi e autorevoli rappresentanti dell’Amministrazione comunale di Iglesias, su tutti il vicesindaco e assessore della Cultura Simone Franceschi e la presidente della commissione Cultura Pierina Chessa, che hanno espresso il loro apprezzamento e sostegno alle attività dell’Associazione Mineraria Sarda, nonché l’interesse affinché la collezione Deidda possa presto trovare una sua degna e stabile sede, magari proprio nella città di Iglesias, patria di Nicolo Canelles, pioniere della stampa tipografica in Sardegna.