28 March, 2024
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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Il Consiglio regionale ha approvato ieri sera la legge che sopprime l’agenzia “Sardegna Promozione”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Il Consiglio ha cominciato l’esame dell’ordine del giorno, con DL n. 98 relativo alla soppressione dell’Agenzia “Sardegna Promozione”. Il presidente ha quindi dato la parola al relatore del provvedimento Piero Comandini (Pd).

NeI suo intervento, Comandini (Pd) ha osservato che la Giunta sta seguendo un indirizzo coerente con il contenuto di altre Proposte di legge di iniziativa consiliare presentate sull’argomento. Quando venne costituita l’Agenzia nel 2006, ha ricordato Comandini, «rappresentava uno strumento positivo e innovativo per lo sviluppo del turismo, la promozione dell’immagine della Sardegna nel mondo ed il sostegno alla crescita internazionale delle imprese sarde, in un contesto di forte semplificazione e riorganizzazione del settore secondo un modello che intendeva riunire competenze svolte fino ad allora da più assessorati». Nella realtà, ha spiegato poi il consigliere del Pd, «dopo il cambio di maggioranza nel 2009 alcuni assessorati non hanno delegato alcuna competenza e l’Agenzia si è occupata solo di promozione turistica; questo è stato l’elemento negativo che è andato in una direzione opposta rispetto alla legge istitutiva, esaurendo il ruolo dell’Agenzia in quello di un braccio operativo della presidenza». «La situazione economica attuale – ha aggiunto Comandini – è profondamente cambiata, anche la Regione Sarda deve fare cura dimagrante al pari delle altre Regioni sulla stessa materia come la Toscana». Concludendo, il consigliere del Pd ha assicurato che nessuno dei dipendenti dell’Agenzia sarà lasciato a casa, anzi «tutte le professionalità esistenti saranno valorizzate».

Il consigliere Francesco Agus (Sel) ha esordito affermando che «non tutte le ciambelle escono col buco; quando Sardegna promozione venne istituita dalla Giunta Soru aveva lo scopo di evitare sovrapposizioni sostenendo la crescita del turismo e la penetrazione internazionale delle imprese sarde, ma occorre riconoscere che entrambi gli scopi non sono stati raggiunti». Lo scenario di riferimento, inoltre, secondo Agus «è profondamente cambiato ed anche per questo si rende necessaria la sua chiusura, senza dimenticare che nell’ultima fase di attività l’Agenzia si è occupata solo della concessione di contributi in modo quantomeno discutibile». Il problema, ha detto ancora il consigliere di Sel, «è che le politiche di promozione oggi sono al palo, c’è grande distanza fra quello che siamo e quello che dovremmo essere; Sardegna Promozione, peraltro, ha alimentato false speranze anche perchè aiutare lo sport è una cosa importante ma va fatto con serietà». «Oggi – ha sintetizzato Agus – usciamo finalmente dall’ambiguità, stiamo chiudendo una Agenzia che ha fatto male anche se gli obiettivi restano validi, usciamo piuttosto dal provincialismo concentrandoci sull’area Mediterranea e sui mercati mondiali emergenti come la Cina: per raggiungere questi obiettivi è auspicabile la creazione di un ente di natura pubblico-privata che metta insieme tutti i soggetti che operano nel turismo, dalle Camere di commercio alle imprese del settore».

Stefano Tunis (Forza Italia), in apertura del suo intervento, ha denunciato una carenza di motivazione nel provvedimento all’esame del Consiglio. «Perché – ha chiesto Tunis – si discute oggi la soppressione dell’Agenzia “Sardegna Promozione”, istituita dalla Giunta Soru e gestita dal centrosinistra per anni? E’ forse un regolamento di conti all’interno del Pd che esprime la volontà dell’attuale maggioranza di marcare la differenza rispetto alla precedente esperienza del centrosinistra alla guida della Regione?».

L’esponente di Forza Italia ha poi rimarcato l’urgenza di affrontare problemi molto più importanti per la Sardegna. «Ci sono in campo tante questioni ancora irrisolte – ha detto Tunis – come la nuova legge urbanistica, la finanziaria 2015, l’emergenza occupazione e gli interventi a sostegno dell’economia. La priorità invece sembra essere quella di cancellare ciò che ha fatto Soru. Perché non farlo nel corso del dibattito sulle primarie del PD?». Tunis ha infine sollecitato la maggioranza a chiarire come intende affrontare in futuro il problema della promozione locale e della valorizzazione del marchio Sardegna in giro per il mondo.

Secondo Mario Floris (Uds), il provvedimento in discussione non fa che confermare la linea politica adottata dalla Giunta regionale nel suo primo anno di mandato. «L’esecutivo regionale ha preso come esempio il Governo nazionale. Si copia ciò che fa Renzi. E’ la politica dei piccoli passi: si distrugge quello che c’è ma non s’intravede una strategia di lungo termine». Floris ha poi ricordato i risultati ottenuti in passato con l’Esit (Ente Sardo Industrie Turistiche), gli enti provinciali per il turismo e le agenzie collegate per la promozione della Sardegna nel mondo. «Avevamo una struttura meravigliosa che camminava con le sue gambe. Poi si è ritenuto di accentrare tutte le competenze in un’unica agenzia. Ora si vuole cambiare direzione con la cancellazione di Sardegna Promozione». Il leader dell’UDS ha poi definito “contraddittoria” l’azione della Giunta e della sua maggioranza che rivendica più competenze al Consiglio e poi affida alla Presidenza della Giunta e agli assessorati competenti tutto il potere decisionale in materia di promozione turistica.

Roberto Desini, capogruppo del Centro Democratico, ha invece difeso la proposta di soppressione dell’Agenzia. «Anzi – ha detto Desini – questo provvedimento doveva essere approvato all’inizio della legislatura. Se si discute oggi è perché, a più riprese, la minoranza ha chiesto un rinvio dell’esame». Desini ha poi denunciato un uso improprio di Sardegna Promozione: «Lo spirito con cui è stata istituita l’Agenzia è venuto meno. Il centrodestra lo ha trasformato in bancomat elettorale, in strumento politico e propagandistico».

L’esponente della maggioranza ha quindi ricordato il finanziamento di fiction televisive «che non sono servite a migliorare l’immagine della Sardegna», i contributi a società sportive che nulla avevano a che fare con la promozione turistica. «Sardegna Promozione è il modello di gestione del governo della Regione da parte della Giunta Cappellacci. Un modello sbagliato che oggi viene cancellato. L’intenzione di questa maggioranza – ha concluso Desini – è rimettere a posto l’intero sistema Sardegna».

Il presidente ha poi dato la parola al capogruppo del Pd, Pietro Cocco, il quale ha condiviso l’intervento del relatore della maggioranza sul motivo per cui si va verso la chiusura di Sardegna Promozione. Cocco ha spiegato che l’agenzia era nata con uno spirito molto ambizioso: parlare di Sardegna nel mondo coordinando le iniziative con i diversi assessorato. La legge istitutiva era lodevole, ha spiegato l’esponente della maggioranza, ma poi sono gli uomini che hanno il compito di usare gli strumento a disposizione e non lo ha fatto nel giusto modo. Cocco ha poi riversato le responsabilità del fallimento di questa iniziativa  la scorsa maggioranza di centrodestra. «Lo strumento era nobile ma non l’utilizzo che ne è stato fatto», ha affermato, auspicando che le funzioni tornino in capo ai diversi assessorati, così come il personale. E’ poi intervenuta Alessandra Zedda, in qualità di capogruppo di Forza Italia, la quale ha chiarito che Fi non vuole tenere in vita Sardegna promozione, ma ha ribadito la necessità di dotarsi di uno strumento e di una regia unica per la promozione della Sardegna nel mondo. «Ammetto che Sardegna promozione non ha svolto appieno i compiti per cui era stata pensata», spiegando poi che il centrodestra aveva «ereditato un’agenzia vuota, senza personale e con due direzioni generali senza nessuno da dirigere. Il presidente Soru ha avuto una giusta intuizione, ossia un’unica agenzia per la promozione dell’immagine della Sardegna». Per Zedda in questa legge manca un’alternativa all’agenzia: «Avremmo preferito che la soppressione arrivasse nell’ambito di una riorganizzazione generale della Regione». Per il consigliere di forza Italia la regia potrebbe essere trasferita alla Presidenza della Regione e ha esortato la maggioranza a non dimenticare che siamo alle porte dell’Expo 2015.

L’assessore del Turismo, Francesco Morandi, ha ricordato in apertura del suo intervento, le funzioni affidate all’agenzia “Sardegna Promozione”: promozione economica; internazionalizzazione dei prodotti; attrazione degli investimenti. Morandi ha quindi evidenziato come tra tali funzioni non vi sia quella della promozione turistica, sottolineando la complessità dei compiti assegnati a Sardegna promozione. L’assessore ha quindi spiegato che l’agenzia non è mai stata nei fatti un ente autonomo e le sue attività sono state garantite attraverso i trasferimenti effettuati dai diversi assessorati. Tra questi, l’assessore Morandi, ha ricordato i 13 milioni e mezzo di euro in capo al Turismo. «L’agenzia – ha proseguito il membro dell’esecutivo Pigliaru – ha erogato contributi di scopo con un’attività che è tipica degli assessorati regionali». Per quanto attiene i processi gestionali, l’assessore ha definito l’agenzia “una costola dell’amministrazione regionale”. «La Giunta – ha dichiarato Morandi – ha compiuto una valutazione tecnica ed ha accertato la sproporzione dei fini assegnati a Sardegna Promozione, rispetto ai mezzi e agli strumenti messi a disposizione». Il delegato del Turismo ha quindi insistito sulla natura giuridica dell’agenzia di cui si propone la soppressione per affermare che «invece di un’agenzia di promozione sarebbe più utile un’agenzia di sviluppo, sull’esempio di ciò che è stato fatto nella regione Veneto».

«La Giunta – ha proseguito l’assessore – ha quindi deciso con grande sofferenza di riportare le competenze che sono attualmente in capo all’agenzia, all’interno dei singoli assessorati e di procedere con la soppressione di “Sardegna Promozione.»

Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con scrutinio elettronico (presenti: 47; votanti: 45; favorevoli: 45).

Il presidente Ganau ha annunciato la presentazione di un emendamento sostitutivo parziale (Cocco Pietro e più) all’articolo 1 Soppressione dell’Agenzia governativa regionale Sardegna Promozione del Dl 98 che così recita: «Al comma 1, dopo le parole “è soppressa”, il periodo “trascorsi 30 giorni dall’entrata in vigore della presente legge” è sostituito dal seguente “all’entrata in vigore della presente legge”».

Sono intervenuti nella discussione il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, la consigliera di Fi, Alessandra Zedda e la consigliere del Cd, Anna Maria Busia. L’assessore del Turismo, Francesco Morandi, in risposta ad alcune precisazioni chieste dalla consigliera Zedda, in merito alla conclusione delle pratiche al momento in corso presso l’agenzia “Sardegna Promozione”, ha assicurato che le «funzioni di Sardegna Promozione saranno trasferite automaticamente agli assessorati di riferimento».

Il relatore di maggioranza, Piero Comandini (Pd) ha espresso parere favorevole all’emendamento n. 1 e analogo parere è stato espresso per conto della Giunta dall’assessore Morandi. Il presidente ha quindi proceduto con la votazione dell’emendamento sostitutivo, che è stato approvato,  e con la votazione dell’articolo 1) che è stato approvato.

Il presidente ha quindi aperto la discussione sull’articolo 2 e sugli emendamenti.

Il consigliere Mario Floris (Sardegna) ha ribadito la sua posizione favorevole al provvedimento sottolineando però, a suo avviso, la validità dell’idea originaria. «Se questo validità viene riconosciuta – ha osservato – non si capisce come si possa tornare semplicemente indietro riportando le competenze dell’Agenzia all’interno degli assessorati, fatta eccezione per un non meglio precisato nuovo Ente che dovrebbe fare capo alla presidenza della Giunta; l’emendamento presentato, sotto questo profilo, crea confusione e sovrapposizione di competenze».

Il consigliere Piero Comandini (Pd) ha riaffermato la sostanza del problema centrale, cioè che l’Agenzia non ha svolto le funzioni per le quali era stata costituita. Nel merito, ha tenuto a chiarire che «la parte turistica vene trasferita all’assessorato di riferimento mentre per quella relativa alla promozione economica la Giunta si riserva la costituzione di uno strumento ad hoc che non necessariamente deve essere un nuovo Ente ma un organismo collocato all’interno del sistema-Regione».

Con i pareri favorevoli del relatore e della Giunta, il Consiglio ha approvato l’emendamento sostitutivo parziale (Cocco Pietro e più) presentato all’articolo 2 Successione nelle competenze e nei rapporti giuridici attivi e passivi che così recita: «Il comma 1 dell’articolo 2 è così sostituito: Le competenze dell’agenzia in materia di coordinamento delle attività di promozione economica di sostegno della capacità di esportazione e penetrazione dei prodotti sardi nei mercati esterni e di attrazione degli investimenti, sono attribuite all’amministrazione regionale. Successivamente all’entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale, ai sensi delle legge regionale 25 novembre 2014, n. 24 (disposizioni urgenti in materia di organizzazione della Regione) individua la struttura dell’amministrazione, idonea a svolgere dette competenze».

L’Aula ha quindi proceduto con l’approvazione dell’articolo 2 e – dopo aver dato il via libera all’emendamento n. 3 (Cocco Pietro e più) all’articolo 3 (Disposizioni in materia di personale), che così recita: al comma 1 dell’articolo 3 le parole «ed è assegnato alla presidenza della Regione» sono sostituite dalle seguenti «ed è inquadrato nei ruoli dell’amministrazione regionale»; ed all’emendamento n. 4 (Pietro Cocco e più) che sopprime l’articolo 3 bis del Dl 98 – ha approvato con 47 voti favorevoli ed un solo astenuto il testo finale della legge.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi sospeso i lavori e convocato la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente Ganau ha comunicato le decisioni della Conferenza dei capigruppo sull’ordine dei lavori. L’assemblea esaminerà nella seduta odierna la mozione n.106, presentata da diversi consiglieri di maggioranza e opposizione, «sulla mancata erogazione dei contributi regionali alle famiglie numerose (bonus famiglia)», mentre domani verranno discussi la proposta di legge 76 “Norme per l’istituzione di un servizio pubblico regionale per l’informazione televisiva locale e per la produzione e diffusione di programmi per la valorizzazione della lingua, della cultura e della identità sarda”, un ordine del giorno sull’istituzione della commissione d’inchiesta sulla sanità, l’autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio e la mozione n.58 sulla caccia. Il presidente ha quindi dato la parola al consigliere Michele Cossa per l’illustrazione della mozione n. 106.

«Questa mozione – ha esordito Cossa – muove da un assunto: la centralità della famiglia nella società. In un momento di così grande difficoltà economica per la Sardegna la coesione sociale è garantita dalla famiglia che costituisce una rete di protezione sopperendo alle carenze delle istituzioni pubbliche». L’esponente dei Riformatori ha denunciato il distacco della politica rispetto a questi temi. «Un disinteresse ormai inaccettabile – ha proseguito Cossa – l’emergenza famiglia rischia di diventare dirompente. La Sardegna è una delle regioni con il più basso tasso di natalità. Serve una legge specifica che rimetta la famiglia al centro dell’azione delle istituzioni». Il consigliere della minoranza ha poi espresso soddisfazione per l’istituzione di un intergruppo in Consiglio che da alcuni mesi sta lavorando a una proposta organica da presentare all’attenzione delle commissioni competenti. «Negli anni scorsi si è cercato di intervenire a sostegno delle famiglie numerose. E’ stato un provvedimento parziale ma efficace, un intervento senza fronzoli con risorse erogate direttamente ai beneficiari senza troppi intralci burocratici, se non quelli delle normali verifiche di legge. Purtroppo lo stanziamento è passato da 3,350 milioni di euro a 600mila euro. Prima si riusciva ad aiutare 4.000 famiglie, nel 2014 poco più di 600. Per questo – ha concluso Cossa – proponiamo il tema all’attenzione della Giunta, affinché nella prossima finanziaria vengano reperite le risorse necessarie a soddisfare i bisogni delle famiglie sarde».

Paolo Truzzu, consigliere del Gruppo “Sardegna” ha espresso soddisfazione per l’approdo in aula della mozione “che consente di dibattere finalmente su un tema di grande importanza». Truzzu ha poi rimarcato la «notevole differenza» tra l’attenzione mostrata verso le famiglie dalla precedente Giunta di centrodestra e quella riservata dall’attuale esecutivo. Rivolgendosi all’assessore alla Sanità, il consigliere di Fratelli d’Italia ha quindi chiesto chiarimenti sui fondi che saranno destinati alle famiglie nella prossima finanziaria. «La famiglia è luogo di crescita e sviluppo dell’individuo. Spesso, però, è pensata come un soggetto debole che va sostenuto perché svolge il ruolo di ammortizzatore sociale e risolve problemi che le istituzioni non sono in grado di affrontare. Adesso – ha concluso Truzzu – è arrivato il momento di pensare alla famiglia come un soggetto attivo in grado di dare importanti risposte alla nostra società».

Il presidente Ganau ha dato la parola al consigliere del Pd, Valter Piscedda, il quale ha condiviso l’obiettivo della mozione: prendere un impegno come Consiglio e come Giunta per approvare al più presto una legge che sostenga non solo le famiglie numerose, ma tutte le famiglie sarde. Piscedda ha evidenziato che ha avuto già rassicurazioni da parte dell’assessore Arru sulla volontà di collaborare attivamente, come assessorato, alla stesura della legge. Attualmente, ha ricordato il consigliere, sono disponibili 270mila euro e ne verranno aggiunti altri 300mila: “una goccia nel mare”, ma un inizio verso la definitiva legge a sostegno delle famiglie. Piscedda ha anche ricordato che il gruppo di lavoro utilizzerà anche le proposte di legge già presentate dai consiglieri Pietro Pittalis (FI) e Michele Cossa (Riformatori sardi). Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha fatto riferimento per quanto riguarda la famiglia al libro “Sottomissione” di Michel Houellebecq, che ripercorre l’attuale debolezza della civiltà occidentale ed europea. «È un problema serio, bisogna ricondurre tutto alla matrice della prima cellula della società: la famiglia, in particolare la famiglia numerosa – ha concluso Dedoni – che può incidere sullo sviluppo della Sardegna, dell’Italia e dell’Europa. I bambini sono il futuro, e noi ci stiamo negando il futuro e questo è grave».

Il presidente Ganau ha dato la parola all’assessore della Salute, Luigi Arru, il quale ha dato ampia disponibilità a trovare la migliore soluzione per sostenere le famiglie sarde, non soltanto quelle numerose. Arru ha spiegato che a causa di problemi di liquidità è stata fatta una scelta dolorosa, ossia ridurre il contributo e le famiglie aventi diritto, ammettendo soltanto quelle che hanno 5 o più figli. In una situazione di difficoltà abbiamo dovuto fare delle scelte, ha spiegato, perché il Fondo nazionale per le Politiche sociali, che può contare su circa 7 milioni di euro, deve essere distribuito fra tutti gli interventi di politiche sociali attive. «Siamo perfettamente d’accordo a fare un discorso complessivo sul sostegno per le famiglie», ha affermato Arru, spiegando che si potrebbe prevedere non solo un’erogazione monetaria ma più servizi a sostegno dell’infanzia e della compatibilità del ruolo genitoriale con l’attività lavorativa.

In sede di replica, il primo firmatario della mozione, Michele Cossa (Riformatori sardi) ha dichiarato di comprendere lo sforzo e l’impegno dell’assessore della Sanità sul tema dei sostegni alle famiglie numerose in Sardegna ma ha invitato l’esecutivo a porre in essere azioni semplici e non complicate. «Bene la proposta di un provvedimento organico – ha proseguito il consigliere della minoranza – ma in questo momento le famiglie hanno bisogno di aiuti concreti e immediati». Cossa ha concluso definendo “molto positiva” l’esperienza del “bonus famiglia”.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha invitato la presidenza dell’assemblea a porre agli atti la sua sottoscrizione alla mozione 106 ed ha dichiarato di condividere grande parte delle considerazioni fatte nel corso del dibattito dai colleghi della maggioranza e dell’opposizione. «La famiglia è un tema che unisce – ha spiegato Pittalis – ed oggi il Consiglio sta dando una grande prova di maturità». Pittalis ha concluso citando lo scrittore e giornalista statunitense Alex Haley: «La famiglia è un collegamento con il nostro passato e un ponte verso il nostro futuro».

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha ricordato che Sel difende tutte le famiglie, anche quelle non tradizionali ed ha ricordato all’assessore Arru che il bonus varato nella scorsa legislatura è a beneficio soltanto per i nati tra il 1 gennaio e il 31 ottobre 2014. Daniele Cocco ha quindi auspicato che in sede di legge Finanziaria i benefici possano essere estesi anche ai nati a novembre e dicembre.

Non essendoci altri consiglieri iscritti a parlare, il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha posto in votazione la mozione 106 che è stata approvata con 41 voti favorevoli e un astenuto. Il presidente dell’assemblea sarda ha quindi dichiarato conclusi i lavori: il Consiglio si riunisce domani (giovedì 8 gennaio) alle 10.30.

Palazzo del Consiglio regionale 2 copia

Il Consiglio regionale ha approvato l’Integrazione del finanziamento indistinto della spesa sanitaria di parte corrente. La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, l’Assemblea ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, in base all’articolo 102 del regolamento, con il DL n. 169 – Giunta regionale – “Integrazione del finanziamento indistinto della spesa sanitaria di parte corrente”.

Illustrando il provvedimento, l’assessore delle Finanze Raffaele Paci ha ringraziato il Consiglio per aver consentito la discussione urgente della legge, chiarendo che il provvedimento ha lo scopo di utilizzare economie di amministrazione, finalizzandole alla riduzione del disavanzo specifico del sistema sanitario, tenuto conto del fatto che per l’ultima volta la spesa sanitaria è considerata fuori dal Patto di stabilità.

«Le singole poste non cambiano – ha proseguito l’assessore – si tratta solo di assicurare maggiore liquidità alle aziende sanitarie sotto-finanziate nel 2014 rispetto al fondo indistinto per circa 60 milioni, necessari prevalentemente per provvedere al pagamento dei debiti commerciali». «Per quanto riguarda la suddivisone delle somme – ha detto ancora Paci – avverrà secondo criteri standard, come se fosse un rifinanziamento del fondo indistinto». L’esponente della Giunta ha poi presentato, a voce, un emendamento aggiuntivo che prevede l’incremento del fondo perenzioni per un importo di 2 milioni e 900.000 euro, destinati al alcuni Comuni (Nuoro, Sassari ed Oristano) ed ai settori dei Lavori pubblici e della Pubblica istruzione, che senza questo intervento sarebbero stati costretti a sforare il Patto di stabilità.

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha sostenuto l’emendamento proposto dalla Giunta, «misura opportuna per alleggerire la pesante situazione degli Enti locali, visto che il denaro pubblico non è della Regione ma di tutte le amministrazioni pubbliche». «Dobbiamo maturare una coscienza diversa – ha continuato esponente del Pd – perché l’insieme della spesa pubblica è di tutto il Consiglio regionale come soggetto responsabile di tutte le politiche che riguardano la Sardegna».

Il consigliere Pietro Pittalis (Forza Italia), dopo aver sottolineato la responsabilità dell’opposizione, che non ha posto questioni procedurali, ha messo l’accento sulle risorse del fondo per l’occupazione che non sono state spese nel corso dell’anno, chiedendo di conoscerne le ragioni. Si è detto infine favorevole allo stralcio riguardante Porto Conte ricerche, aggiungendo che «se la maggioranza non fa opposizione a se stessa possiamo approvare la legge in qualche minuto».

L’assessore Paci, in una breve replica, ha ribadito di aver ringraziato il Consiglio per aver consentito una procedura rapida, precisando che per ciò che concerne il fondo per l’occupazione ci si ripromette di intervenire in modo più tempestivo già a partire dalla legge finanziaria.

Non essendoci iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione il passaggio agli articoli, che l’Aula ha approvato con 27 voti favorevoli e 16 astensioni.

Successivamente si è aperta la discussione sull’articolo 1, al quale sono stati presentati 3 emendamenti: uno della Giunta illustrato oralmente dall’assessore Paci, uno a firma Perra- Arbau (Sardegna Vera) – “Norme di interpretazione autentica della Legge regionale 15 dicembre 2014 relativa agli interventi per la promozione e diffusione della pratica sportiva” ed uno, infine, a firma dei consiglieri Luigi Lotto-Pietro Cocco (Pd) sulle modifiche alla legge istitutiva del Parco di Porto Conte, i cui organismi di gestione svolgeranno la loro funzione a titolo gratutio.

A nome della Giunta, l’assessore Paci ha espresso parere favorevole agli emendamenti.

Subito dopo, l’Aula ha approvato l’articolo 1 della legge, con 28 voti favorevoli e 16 astensioni e, a seguire, sono stati votati ed approvati tutti gli emendamenti presentati.

Io Consiglio ha poi iniziato l’esame dell’articolo 2, che è stato approvato con 27 voti a favore e 17 astensioni e proceduto allo scrutinio finale della legge, approvato con 27 voti favorevoli e 16 astensioni.

Al termine, il presidente Ganau ha dichiarato chiusa la seduta, formulando ai Consiglieri gli auguri di Buon Anno. I lavori del Consiglio riprenderanno mercoledì 7 gennaio, alle ore 16.00.

Palazzo del Consiglio regionale 2014 2 copia

Il gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale ha presentato una proposta per l’esenzione dei terreni agricoli dall’Imu. «Riproponiamo il metodo utilizzato nella scorsa Legislatura per azzerare l’Irap, anche per cancellare l’ingiustizia dell’Imu», ha dichiarato il capogruppo Pietro Pittalis che ha evidenziato come, a seguito del decreto emanato dal ministro dell’Economia, soltanto una cinquantina di Comuni sardi siano esentanti dall’imposta municipale per i terreni agricoli. «Per sopperire alle minori entrate dell’Imu per gli Enti Locali – ha concluso Pittalis – prevediamo uno stanziamento di 20 milioni di euro, da reperire tra i cosiddetti avanzi di amministrazione che l’assessore del Bilancio, Raffaele Paci, ha confermato anche in sede di conferenza dei capigruppo».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha dichiarato la piena e convinta adesione all’iniziativa legislativa del gruppo Forza Italia ed ha aggiunto che «sarebbe auspicabile il sostegno unitario di Giunta e maggioranza». «Chi sta al governo – è l’invito di Dedoni – dimostri di difendere la Sardegna dalla minaccia grave rappresentata da un imposta iniqua che rischia di cancellare il settore agro-pastorale sardo».

Di imposta contro i principi costituzionali ha parlato, invece, l’ex presidente della Regione, Ugo Cappellacci, che ha ricordato il dettato dell’articolo 53 della Carta, laddove afferma che: «Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. A questo proposito domando cosa c’entra l’altitudine di un Comune con la capacità contributiva degli operatori agricoli». A giudizio di Cappellacci, il presidente Pigliaru dovrebbe immediatamente attivare le procedure stabilite dall’articolo 51 dello Statuto di Autonomia speciale che attribuiscono alla Giunta, quando constati che l’applicazione di una legge o di un provvedimento dello Stato in materia economica o finanziaria risulti manifestamente dannosa all’Isola, la possibilità di richiederne la sospensione al Governo della Repubblica.

«L’azione del governo – ha incalzato la consigliera Alessandra Zedda – appare schizofrenica, si parla del rilancio del comparto agricolo e in contemporanea si penalizzano aziende e operatori del settore.»

Oscar Cherchi ha invece ricordato come l’esenzione Imu e il riordino fondiario siano state chieste dalla Giunta Cappellacci al Governo, già dall’ottobre del 2012 e che in materia si era deliberato il 12 giugno 2012, a cui aveva fatto seguito il decreto 62 che impartiva le direttive per la riclassificazione dei terreni che ricadevano in area agricola.

Il vice presidente del Consiglio, Antonello Peru, ha definito la proposta di legge per l’esenzione dell’Imu “in continuità” con il principio caro, non solo a Forza Italia, che dice: «Meno tasse, più crescita». «L’agro è un fattore produttivo – ha concluso Peru – e non immobiliare e pertanto sarebbe opportuno evitarne la tassazione, invece, con i proclami e l’Imu il governo canta come una cicala ma ruba le scorte alle formiche».

Giuseppe Fasolino ha posto l’accento sul malessere del mondo agricolo («le campagne sono allo stremo») ed ha criticato il governo nazionale per gli eccessivi livelli di tassazione: «Non sanno più cosa tartassare e la gente scappa dall’Italia».

Ignazio Locci ha invece denunciato «il silenzio dell’assessorato dell’Agricoltura» ed ha rivolto critiche all’indirizzo della forza politica di maggioranza che esprime in Giunta l’assessore Falchi: «Si dicono sovranisti ma subiscono in silenzio le politiche e le decisioni dannose del governo italiano».

«La maggioranza si riunisce su piano casa e finanziaria – ha attaccato Alberto Randazzo – ma non si accorge  di ciò che accade in agricoltura dove 35mila aziende rischiano il crack.» 

«Le nuove regole sull’IMU da applicare sui terreni agricoli – ha detto Edoardo Tocco – rischiano di assestare il colpo mortale alle campagne isolane. La situazione del comparto è ormai drammatica. Si tratta di una prevaricazione del Governo sulle specificità della Sardegna. Con la cancellazione dell’elenco dei centri svantaggiati, con agevolazioni e sgravi fiscali per tantissime aziende agricole sarde il Governo decreta di fatto un ulteriore declassamento del settore rurale, che così si avvia verso un declino inarrestabile.»

Consiglio regionale 3 copia

Il Consiglio regionale, presieduto dal presidente Gianfranco Ganau, nella seduta pomeridiana ha approvato il Dl 149/A Disposizioni urgenti per l’eradicazione della peste suina africana, la Pl 165 “Norme di interpretazione autentica della legge regionale n. 32 del 14 dicembre 2014 (Interventi straordinari per la promozione e la diffusione della pratica sportiva a sostegno delle associazioni sportive dilettantistiche)”, la Pl 160 (Lotto-Sabatini) “Integrazione degli stanziamenti per l’assistenza tecnica in agricoltura per l’anno 2014” e la variazione del bilancio interno del Consiglio regionale.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, l’Aula ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con le dichiarazioni di voto ed il voto sul passaggio agli articoli del DL n. 149/A – “Disposizioni urgenti per l’eradicazione della peste suina africana”. La conferenza dei capigruppo, ha poi comunicato il presidente, ha integrato l’ordine del giorno con la Proposta di legge n. 165 “Norme di interpretazione autentica della legge regionale sulla pratica sportiva”, la n. 160 Lotto-Sabatini ed infine un provvedimento di variazione del bilancio interno del Consiglio regionale per il 2014.

Sul DL 149/A, per dichiarazione di voto, il consigliere Emilio Usula (Soberania e Indipendentzia) ha osservato che «a 9 mesi dalle dichiarazioni programmatiche in cui si auspicava che la Sardegna diventasse una terra liberata da ogni epidemia, oggi si fa una legge. Forse è passato troppo tempo: ci sono stati errori, inefficienze, connivenze, mancanza di coraggio e ritardi, ma è il momento di andare avanti». «In questi mesi – ha ricordato Usula, «ho partecipato a diverse  iniziative su territori per capire, ascoltare e fare proposte su come debellare questo flagello costato oltre 600 milioni di euro in 30 anni». «Anche da questi incontri – ha concluso il consigliere, «è emersa la necessità di avere non norme di polizia ma di fare un lavoro di persuasione, parlando con allevatori, sindaci e cittadini per dire che è conveniente emergere dal pascolo brado e clandestino, premiando chi alleva secondo regole di salute e di benessere animale».

Il consigliere Augusto Cherchi (Soberania e Indipendentzia) ha affermato che «in effetti si sta costituendo una unità di progetto per modificare linea di comando così come ci chiede Italia e l’Europa, proposta che raccoglie un consenso ampio e questo è positivo». «Piuttosto – ha aggiunto – proprio ieri la Giunta ha approvato il piano di eradicazione della peste suina africana e, sotto questo aspetto, vorrei ricordare che il compito più alto dei consiglieri non è solo quello di alzare la mano per approvare o respingere ma di mettere in campo idee, ed è la seconda volta che le nostre proposte vengono ignorate: come consigliere provo fastidio per decisioni calate dall’alto e tuttavia voterò a favore».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha affermato di aver atteso la replica dell’assessore apprezzando la volontà e la determinazione con cui si è arrivati all’esame della legge in Aula. «Si è discusso per anni – ha continuato – e si è costituita una unità di crisi ma il vero problema è legato alla storia di noi sardi; dal testo, in concreto, non emerge il progetto vero del governo regionale, abbiamo appreso che la Giunta ha approvato un Piano e che la stessa maggioranza ha presentato emendamenti, un quadro che ci dà l’impressione di una legge inadeguata alla grave emergenza della Sardegna, per questo il nostro gruppo si asterrà».

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha espresso vivo apprezzamento per il lavoro svolto dall’assessore, con l’allestimento di una struttura all’altezza delle richieste nazionali ed europee: finalmente una decisione da tempo molto attesa con la capacità di essere davvero efficace. Sulla forma del provvedimento – secondo Deriu – «il richiamo all’unità di progetto va circoscritto perché nella normativa regionale significa un gruppo di funzionari aggregati attorno ad un obiettivo, mentre in questo caso la struttura è molto più vasta e per certi altri aspetti ha funzione di autorità e relazioni con autorità nazionali ed europee».

Il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha dichiarato il voto favorevole del gruppo e ha rivolto ringraziamenti agli assessori della Sanità, dell’Agricoltura e dell’Ambiente, il cui lavoro sinergico dimostra – a giudizio di Cocco – la volontà di mettere in atto un’iniziativa efficace per porre fine ad un problema atavico che penalizza la Sardegna. «La legge che ci accingiamo ad approvare – ha dichiarato il capogruppo della maggioranza – non rappresenta la panacea di tutti i mali ma è propedeutica per dare una risposta efficace al problema della peste suina». Pietro Cocco ha dunque espresso soddisfazione per la nomina a coordinatore delle attività di contrasto e per l’ eradicazione della peste suina, «di un esperto di fama internazionale che vanta importanti successi in Spagna». «Non abbassiamo la guardia – ha concluso Daniele Cocco – perché i focolai sono ancora presenti in alcune aree dell’Isola e serve aggredire il problema con corresponsabilità tra le diverse forze e concertazione nei territori».

Il consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, ha ricordato le recenti dichiarazioni rese alla stampa del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in merito all’eventuale nomina di un commissario governativo per l’eradicazione della peste suina in Sardegna ed ha evidenziato che il costo delle iniziative di contrasto alla Psa è stato, nell’ultimo ventennio pari a circa seicento milioni di euro. Il consigliere della minoranza ha quindi riconosciuto un generale clima di fiducia verso l’operato dell’assessore Luigi Arru ma ha definito “con riserva” la fiducia del gruppo dei Riformatori per l’operato dell’esecutivo in materia di peste suina. «Non basta l’istituzione di una unità di progetto per affermare che il problema sia risolto – ha dichiarato Crisponi – servono le azioni di buona pratica rivolte ai nostri allevatori che scelgono il pascolo brado o semibrado».

Il presidente del Consiglio, non avendo altri consiglieri iscritti a paralare, ha posto in votazione, con procedura elettronica il passaggio agli articoli che è stato approvato con 32 sì su 32 votanti a fonte di 46 consiglieri presenti in Aula.

Il presidente Ganau, constatato che non sono stati presentati emendamenti e non ci sono consiglieri iscritti a parlare ha posto in votazione l’articolo 1 “Finalità” del Dl 149 che è stato approvato per alzata di mano. Il presidente dell’assemblea ha quindi annunciato la presentazione di un emendamento soppressivo totale (n.3) all’articolo 2 “Unità di progetto per l’eradicazione della peste suina africana”. La relatrice Daniela Forma ha espresso il parere favorevole alla modifica proposta dall’esecutivo ed ha quindi spiegato che l’emendamento presentato dalla Giunta si è reso necessario a seguito della deliberazione n. 47/3 del 15 novembre 2014 che ha istituito proprio l’unità di progetto per l’eradicazione della peste suina africana.

L’assessore della Sanità, Luigi Arru, ha espresso il parere favorevole della Giunta.

Il presidente del Consiglio, essendo stato presentato un solo emendamento, soppressivo totale dell’articolo 2, ai sensi del Regolamento interno, ha quindi posto in votazione il testo dell’articolo 2 che non è stato approvato con 30 no e 2 sì su 32 consiglieri presenti in Aula.

Successivamente, il presidente Ganau ha messo in discussione l’articolo 3 che disciplina le competenze dell’Unità di progetto, soggetto al quale la legge demanda il compito di coordinare le azioni di contrasto alla peste suina.

All’articolo sono stati presentati tre emendamenti, uno sostitutivo parziale e due aggiuntivi. Il primo, della Giunta, assegna all’Unità di progetto il potere di ordinare, anziché coordinare come previsto nel testo originario, tutte le attività delle strutture dell’Amministrazione regionale, compresi i Servizi veterinari delle aziende sanitarie locali e dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna, impegnati nel contrasto e nell’eradicazione della PSA. L’emendamento è stato votato con 33 voti favorevoli. 14 gli astenuti.

L’Aula ha poi approvato il testo dell’articolo 3 per poi passare all’esame di due emendamenti aggiuntivi. Entrambi hanno avuto il via libera dal Consiglio. Il primo, presentato dal gruppo Pd, primo firmatario Rossella Pinna, individua i sindaci come principali destinatari, insieme agli allevatori, della campagna di informazione per l’eradicazione della peste suina; il secondo stabilisce che l’Unità di progetto sarà istituita con apposita delibera della Giunta regionale.

Si è poi passati all’esame dell’articolo 4 per il quale la Giunta ha presentato un emendamento sostitutivo che disciplina le norme sul responsabile e sul personale dell’Unità di progetto. Il nuovo testo affida al responsabile il ruolo di rappresentare la Regione in materia di eradicazione della PSA nei confronti dei competenti servizi dell’Unione Europea, del ministero della Salute, del Centro nazionale di referenza per le pesti suine degli Istituti zooprofilattici dell’Umbria e delle Marche, del ministero degli Interni e delle prefetture della Regione, del Comando dei Carabinieri per la tutela della salute e delle altre forze di polizia. L’emendamento stabilisce, inoltre, che al personale regionale impegnato nelle azioni di eradicazione della PSA sono riconosciute le indennità introdotte dalla L.R n. 4 del 2006 che disciplina gli interventi di protezione civile e antincendio.

Il presidente Ganau ha aperto la discussione sull’articolo 5 (Attribuzioni di incarichi dirigenziali in materia di sanità veterinaria). Per dichiarazioni di voto è intervenuta Daniela Forma del Pd, la quale ha dichiarato che si tratta del punto qualificante del disegno di legge. Dello stesso parere anche il capogruppo di Forza Italia Sardegna, Pietro Pittalis, il quale ha riconosciuto che si tratta di un elemento nuovo rispetto a quanto fatto in passato e per questo ha annunciato il voto favorevole. Messo in votazione l’articolo 5 è stato approvato all’unanimità con 46 voti favorevoli e 1 astenuto. L’Aula ha poi approvato in rapida successione anche gli articoli 6 (34 si e 14 no), 6 bis (34 si e 14 astenuti). La legge è stata poi approvato con 35 voti favorevoli e 14 astenuti.

 Il presidente Ganau ha poi aperto la discussione sul successivo punto all’ordine del giorno: la proposta di legge 165 di tutti i capigruppo “Norme di interpretazione autentica della legge regionale n. 32 del 14 dicembre 2014 (Interventi straordinari per la promozione e la diffusione della pratica sportiva a sostegno delle associazioni sportive dilettantistiche)”. Il testo ha l’obiettivo di risolvere alcuni dubbi interpretativi sollevati dagli Uffici competenti dell’assessorato della Pubblica istruzione, sport e spettacolo in merito alla legge 32. Nell’articolo 1 è scritto che tra i beneficiari dei contributi straordinari sono ricomprese anche le società sportive dilettantistiche.

La legge è stata approvata all’unanimità con 44 voti favorevoli e un astenuto.

Il presidente Ganau ha poi aperto la discussione sul successivo punto all’ordine del giorno: la proposta di legge 160 (Lotto-Sabatini) “Integrazione degli stanziamenti per l’assistenza tecnica in agricoltura per l’anno 2014”.

Il presidente ha dato la parola al relatore, Luigi Lotto (Pd), presidente della commissione Attività produttive, il quale ha ringraziato tutti i capigruppo che hanno acconsentito a portare questo testo in Aula oggi, attraverso l’articolo 102 del Regolamento. Il provvedimento ha l’obiettivo di integrare gli stanziamenti di cui dispone l’Agenzia regionale Laore per lo svolgimento, tramite l’associazione Ara Sardegna (Aras) dell’attività di assistenza tecnica in zootecnia. Il testo prevede uno stanziamento di 2 milioni 600mila euro per il 2014. «Questo intervento consente di pagare gli stipendi dei lavoratori dell’Aras».  Favorevole a questo intervento anche l’ex assessore regionale dell’Agricoltura, Oscar Cherchi (FI), il quale ha ricordato che si tratta di un problema ricorrente e che è necessario un intervento definitivo per dare certezze ai lavoratori dell’Aras, che svolgono un servizio importantissimo.

Il presidente ha chiuso la discussione generale e ha messo in votazione, prima il passaggio agli articoli, approvato, e poi l’articolo 1 e 2, approvati all’unanimità (46 si, 1 astenuto), e l’emendamento 1 che prevede l’inserimento dell’articolo 2 bis per l’entrata in vigore della legge dal giorno di pubblicazione sul Buras (46 si e 1 astenuto).  L’Aula ha infine dato il via libera alla legge all’unanimità con 46 voti favorevoli e 1 astenuto.

L’Aula ha quindi iniziato l’esame del successivo punto all’ordine del giorno, relativo ad una variazione del bilancio interno del Consiglio, ed il presidente ha dato la parola al consigliere Giorgio Oppi (Udc), componente dell’Ufficio di presidenza, per l’illustrazione del provvedimento.

Il consigliere Oppi ha comunicato che, rispetto al bilancio del Consiglio approvato il 15 gennaio scorso per complessivi 58 milioni e 500 mila euro, «si è verificato che dopo l’approvazione della legge regionale n.33 del 2013 occorre registrare una riduzione di circa 600.000 euro, somma destinata a favore delle popolazioni colpite dall’alluvione e, di conseguenza, procedere all’adeguamento del bilancio interno».

Non essendoci iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione il provvedimento, che è stato approvato.

Al termine dello scrutinio, il presidente ha dichiarato chiusa la seduta. Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio.

I consiglieri regionali di Forza Italia chiedono l’approvazione urgente in Consiglio regionale della legge che stanzia i fondi per le società dello sport dilettantistico. Pietro Pittalis, Ugo Cappellacci, Alessandra Zedda, Edoardo Tocco, Oscar Cherchi, Antonello Peru e Marco Tedde, nel corso dell’incontro con la stampa svoltosi sul tema questa mattina in Consiglio, hanno ribadito l’urgenza di un provvedimento che scongiuri il rischio crack per le numerose associazioni sportive che da tempo denunciano una situazione di vera e propria crisi.

«Gli interventi non sono più rinviabili», ha dichiarato il capogruppo Pittalis che ha poi definito una “buona sintesi” le misure varate in commissione e che superano la proposta di legge n. 41, riconducendo la contribuzione pubblica a favore dello sport sardo nell’alveo della legge 17 del 1999.

L’ex presidente della Giunta, Ugo Cappellacci, ha puntato il dito contro la revoca dei contributi da parte di “Sardegna Promozione” per gli interventi a sostegno dei professionisti per affermare che: il  centrosinistra continua a fare confusione tra il sostegno alle società dilettantistiche per la promozione della pratica sportiva e le attività di promozione realizzate attraverso testimonial di eccezione. Cappellacci ha citato ad esempio il velista, Andrea Mura, e la squadra di basket della Dinamo.

La consigliera Alessandra Zedda, nel rimarcare l’urgenza del via libera da parte del Consiglio regionale, ha espresso soddisfazione per le norme approvate nel parlamentino presieduto da Mondo Perra (Psi-Sardegna Vera) e si è detta disponibile ad individuare le opportune misure per dare copertura anche la stagione sportiva in corso. Gli stanziamenti, infatti, non “coprono” il campionato 2014-2015. Alessandra Zedda ha quindi ricordato l’importanza dello sport dilettantistico ed in riferimento ad alcune notizie di stampa pubblicate di recente ha definito “illazioni prive di fondamento” quelle che le hanno attribuito ruoli dirigenziali in seno ad una società sportiva.

«Sono un dirigente di una società sportiva e sono qui a testimoniare la drammatica situazione che vivono tante società dilettantistiche della nostra Isola», ha invece dichiarato Edoardo Tocco. Nel riaffermare  la richiesta di un provvedimento urgente, Tocco ha denunciato il rischio che già prima della pausa natalizia molte società potrebbero procedere con il ritiro delle rispettive squadre e degli atleti dalle gare.

I consiglieri Oscar Cherchi e Marco Tedde hanno confermato la disponibilità alla collaborazione in Consiglio «per dare gambe a tutte quelle iniziative che offrono alla Sardegna e ai sardi risposte adeguate alla crisi, ad incominciare dalle soluzioni che impediranno il fallimento delle società dello sport dilettantistico isolano».

Il vice presidente del Consiglio, Antonello Peru, ha dichiarato la volontà di procedere speditamente per aiutare la Sardegna e il mondo dello sport sardo e si è detto “fortemente preoccupato” per la revoca dei contributi di “Sardegna Promozione” alla Dinamo basket.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha quindi concluso con l’annuncio di un emendamento  al testo approvato in Sesta commissione, per far sì che il previsto programma della Giunta per l’attribuzione dei contributi alle società dilettantistiche, sia preventivamente oggetto di esame nella competente commissione consiliare.

Consiglio regionale 2 copia

Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge sull’intervento di natura straordinaria a favore dei lavoratori dipendenti di società partecipate al 100% della Regione Sardegna, il disegno di legge della Giunta regionale sul piano di chiusura delle attività della Miniera di Nuraxi Figus in favore di Carbosulcis S.p.a. – Decisione definitiva n. C (2014) 6836 della Commissione europea del 1° ottobre 2014 sull’aiuto di Stato n. S.A. 20867 (ex 2012/NN e ha approvato la proposta di legge sulle modifiche ed integrazioni alla legge regionale 7 agosto 2014, n. 16 (Norme in materia di agricoltura e sviluppo rurale: agrobiodiversità, marchio collettivo, distretti). Il Consiglio ha poi esaminato due mozioni sulla riduzione dell’esenzione dell’Imu per i terreni agricoli, poi ricomprese in un ordine del giorno unitario sulla riduzione dell’esenzioni Imu, approvato all’unanimità.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, l’Assemblea ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con il disegno di legge della Giunta regionale che prevede un intervento di natura straordinaria a favore dei lavoratori dipendenti di società partecipate al 100% della Regione Sardegna. Il presidente ha aperto la discussione generale.

Il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi) ha osservato in apertura che «non è facile parlare con le donne chiuse nella miniera di Igea, espressione di una lotta che si protrae da tempo in cui i lavoratori pagano responsabilità della politica in senso lato». Truzzu è stato critico sulla proposta della Giunta: «Stiamo ancora una volta illudendo le persone perché con questo strumento non risolveremo il problema e stiamo operando senza il necessario coraggio». In concreto, il consigliere si è dichiarato molto perplesso sulla natura del fondo di rotazione per i dipendenti delle società partecipate «che vorrebbe dire che un soggetto anticipa e uno restituisce ma questo passaggio non è chiaro, perché non è pensabile che sia la stessa Igea che non riesce a pagare gli stipendi». «Sarebbe stato più giusto – ha concluso – attivare l’agenzia delle bonifiche e farla funzionare, senza dimenticare che esiste il rischio che il fondo si possa configurare come potenziale aiuto di Stato, esponendo la Regione a possibili sanzioni».

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha affermato che «il problema di Igea richiama quello più generale delle bonifiche di Sulcis e dei siti minerari di tutta la Sardegna». Abbiamo di fronte un quadro, ha proseguito Locci, «in cui c’è da un lato una convenzione con la Regione che non è stata applicata e dall’altro una società decotta con grandissime difficoltà finanziarie e gestionali: stiamo provando a mettere una toppa per pagare gli stipendi arretrati ai lavoratori in un clima tensione emotiva molto forte». E’ importante perciò, ha concluso, «che non si colga questa occasione per le solite recriminazioni, privilegiando invece azioni chiare per rilanciare la società e mettere finalmente la parola fine alle pastoie burocratiche che stanno ostacolando l’attività di questa ed altre società».

La consigliera di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha definito il tema in discussione “complesso” e ha evidenziato come le ultime due giunte regionali non siano riuscite a trovare una soluzione definitiva alla questione che riguarda le società partecipate interamente dalla Regione, le cosiddette società in house, come è l’Igea.

L’esponente della minoranza ha spiegato che la struttura societaria in house non agevola la ricerca di una soluzione definitiva e ha auspicato una riforma complessiva dell’Igea per garantire, primi tra tutti, i lavoratori. Alessandra Zedda ha quindi preannunciato il voto favorevole al disegno di legge approvato dalla Giunta e arrivato all’esame dell’Aula con la corsia preferenziale, garantita dall’articolo 102 del vigente regolamento interno del Consiglio regionale.

L’ex assessore dell’Industria prima e della Programmazione poi, della Giunta Cappellacci, non ha nascosto perplessità in ordine ai meccanismi di rimborso ma ha affermato che i contenuti del provvedimento sono sostanzialmente condivisibili. Alessandra Zedda ha concluso offrendo la disponibilità a procedere per una soluzione definitiva del problema che della società Igea.

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha dichiarato in apertura l’assenso del suo gruppo al provvedimento e ha compiuto alcune precisazioni sulla gestione dell’Igea. L’esponente della minoranza ha ricordato che nel 2009 si è proceduto con la nomina di Battista Zurru per sanare un buco in bilancio di circa 14 milioni di euro e nel 2013 – ha spiegato Oppi – è stato approvato il consuntivo 2012 che si è chiuso con 2 milioni di sbilancio. «Il presidente Zurru – ha dichiarato il consigliere dell’Udc – ha lasciato con due mesi di stipendi arretrati mentre col commissario gli stipendi non pagati sono diventati sei».

L’ex assessore dell’Ambiente della Giunta Cappellacci ha quindi denunciato “atteggiamenti di scarsa collaborazione” nei confronti di Igea da parte dei funzionari dell’assessorato dell’Industria ed in particolare di quelli del settore “miniere”.

Oppi nell’auspicare una soluzione definitiva al problema Igea, ha rimarcato l’inopportunità di procedere con la società in house («sarebbe meglio una trasformazione in agenzia») ed ha proposto, nell’ottica di un risparmio nei costi di gestione, di fare ricorso all’esodo di 40 lavoratori che insieme con 20 nuove assunzioni, a giudizio di Oppi, comporterebbero un risparmio sul costo del personale di circa 3.5 milioni di euro nell’arco di un triennio.

Efisio Arbau, capogruppo di Sardegna Vera, ha sottolineato la necessità di ripensare a un programma di riconversione dei siti minerari. «In altre zone dell’Isola come Lula – ha detto Arbau – si pensa alla tutela delle miniere come patrimonio dell’umanità, si vuole lavora per costruire un sistema che funzioni e produca reddito e sia in grado di stare sul mercato». L’esponente della maggioranza ha poi invitato l’opposizione a tener conto della situazione di emergenza in cui si trovano oggi i lavoratori dell’Igea, ormai senza stipendio da mesi. «Abbiamo a che fare con una situazione molto delicata – ha proseguito Arbau – è vero che trovare una soluzione complessiva al problema è difficile. Ora l’obiettivo è quello di prenderci tre-quattro mesi, che sono il tempo del concordato, e pagare gli stipendi a persone che si trovano in oggettiva difficoltà».

Secondo Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori sardi, occorre pensare da subito a una nuova politica industriale per la Sardegna. «Oggi è stata trovata una soluzione per dare risposte ai lavoratori Igea e alle donne che hanno deciso di occupare i pozzi in segno di protesta. Si tratta di un provvedimento tampone che servirà per l’immediato ma che non individua un percorso definitivo per la società partecipata dalla Regione».

Per il consigliere di minoranza è arrivato il momento di avviare una profonda riflessione per tutti gli enti strumentali e le agenzie regionali. «Serve sobrietà in un momento di grave crisi – ha affermato Dedoni – se non siamo capaci di fare questo offriremo il fianco a coloro che propongono l’abolizione delle regioni a statuto speciale come il Presidente della Regione Toscana, Rossi». Il capogruppo dei Riformatori, infine, ha chiesto un intervento forte della politica per mettere mano alle storture dell’apparato burocratico regionale.

Ha poi preso la parola il presidente del gruppo Sardegna, Modesto Fenu, il quale ha voluto specificare che l’intervento del collega Truzzu  voleva essere «uno stimolo per trovare una soluzione definitiva per questi lavoratori». Fenu ha esortato, quindi, la Giunta a risolvere il problema e ha annunciato il voto favorevole.  Il consigliere del Centro democratico, Annamaria Busia, ha ricordato che proprio lei, nella sua veste di avvocato, aveva sollecitato per Igea l’intervento della Procura della Repubblica, che ha avviato un’inchiesta ancora in corso. Busia ha ricordato che lo stesso ex assessore dell’Industria, Antonello Liori, aveva detto che l’Igea era gestita da incapaci e ha fatto l’esempio di un bando del 2010 per lo smaltimento dell’amianto. Per eseguire quell’operazione, secondo l’esponente della maggioranza, Igea ha speso il doppio di quanto sarebbe stato necessario: circa un milione e 300mila euro contro i 700mila euro necessari. Secondo la Busia le cause sono da cercare nella gestione avvenuta nella scorsa legislatura.

Ha annunciato il suo voto favorevole Fabrizio Anedda (Misto – RCSinistra sarda) «per pagare gli stipendi ai lavoratori di Igea». Per il consigliere c’è un problema da risolvere: Igea è una società che gestisce 200 operai e il committente è la Regione. Secondo Anedda o la Regione non ha dato i soldi alla società o chi gestisce non è in grado, e ha proposto di analizzare la produttività di Igea e affrontare la situazione in maniera definitiva.

Il consigliere Emilio Usula (Soberania e Indipendentzia) ha ribadito che «si tratta di un intervento straordinario attorno al quale nessuno può fare esercizio di retorica o prendersi meriti forse non dovuti; è necessario fare una analisi delle responsabilità politiche e gestionali e, infatti, di questi aspetti si sta occupando la magistratura, ma ora bisogna dare corso alla soluzione individuata dalla Giunta e dall’assessore». «In questo modo – ha sottolineato – stiamo dando una risposta ai lavoratori da mesi senza stipendio: è vero che si tratta di una soluzione importante ma non definitiva e su questa prospettiva bisogna concentrare i nostri sforzi, senza dimenticare che dietro gli uomini e le donne che lottano in galleria ci sono famiglie che hanno diritto a lavoro, dignità e futuro».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco ha condiviso le argomentazioni del consigliere Usula. «Il punto centrale – ha sostenuto – è la straordinarietà dell’intervento che arriva dopo l’incontro dei capigruppo con i rappresentanti sindacali di Igea». «La Giunta – ha detto ancora Cocco – ha fatto bene ad individuare la soluzione proposta attraverso il disegno di legge; è il minimo che il Consiglio regionale possa fare, e sotto questo profilo va apprezzata l’azione incisiva del presidente della Giunta per una vicenda ormai diventata di livello nazionale». «Oggi è inutile parlare del passato – ha concluso – anche perché le responsabilità saranno accertate, ma oggi votare questa legge è nostro dovere».

Il consigliere Gianluigi Rubiu (Udc) ha definito «una ennesima umiliazione per tutti i sardi assistere alla lotta delle donne barricate dentro le gallerie per difendere diritti sacrosanti, contro una politica dimostratasi incapace di dare una prospettiva ad Igea». «Servono soluzioni definitive – ha spiegato Rubiu – attraverso un meccanismo virtuoso e nuove risorse che possano far ripartire la società per mettere in moto un processo di normalità e di vero rilancio dell’azienda». L’agenzia, ha continuato il consigliere dell’Udc, «può essere una ipotesi solida, Igea e Regione avranno più margini di manovra, vogliamo che Igea abbia un ruolo attivo nelle bonifiche sotto il controllo pubblico perché la Sardegna ne ha bisogno in un quadro di trasparenza». «Piuttosto – ha osservato – il riferimento a passate eredità contenuto nella relazione non è chiaro, la questione non è tornare indietro di quattro anni o quindici anni, perché o siamo tutti colpevoli o tutti innocenti». «Il nostro voto sarà favorevole – ha concluso Rubiu – nonostante le speculazioni».

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, in riferimento ad alcuni accenti polemici emersi nel corso della discussione dai banchi dall’opposizione, ha sottolineato come quello varato dalla Giunta sia un provvedimento “semplice” che “mette a disposizione 5 milioni di euro attraverso un fondo di rotazione da pagare con la Sfirs per garantire le retribuzioni arretrate ai lavoratori dell’Igea”.

«Il tutto significa – ha spiegato l’esponente della maggioranza – che chi prima ha gestito l’Igea non lo ha fatto nella maniera dovuta». Pietro Cocco ha inoltre sintetizzato le tappe di Igea, nata nel ’90 per fare le bonifiche e gestire patrimonio e siti minerari nell’Isola. «Igea – ha affermato il capogruppo dei democratici – non ha saputo svolgere i suoi compiti».

Cocco ha anche confermato il ruolo di Igea nel settore delle bonifiche dei siti minerari «che – ha dichiarato – devono essere fatte da una società pubblica.»

Il capogruppo Pd ha quindi rassicurato sulla presentazione di un piano di rilancio dell’Igea e ha ricordato l’esistenza di un piano di esodo per i lavoratori che riguarda 94 lavoratori. Oggi però – ha proseguito Pietro Cocco – diamo una risposta all’emergenza delle retribuzioni non pagate ai lavoratori. «Lo ricordo – ha concluso Cocco – a quei consiglieri che hanno governato per cinque anni e che hanno lasciato in eredità situazioni disastrose».

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha ribadito la richiesta avanzata dal suo gruppo perché il provvedimento su Igea e Carbosulcis fosse inserito in cima all’ordine del giorno dei lavori in Consiglio regionale.

L’esponente della minoranza ha definito “non risolutive” le disposizioni del Dl 155 pur riconoscendo che rappresentano un primo passo nel verso dei problemi dei lavoratori. «Siamo un’opposizione responsabile – ha dichiarato Pittalis – e non cerchiamo divisioni sulle emergenze del lavoro ma chiediamo che si proceda con un piano industriale adeguato per il rilancio del ruolo e delle funzioni di Igea». Il capogruppo di Fi ha ribadito la necessità di una soluzione definitiva per scongiurare il rischio di nuovi interventi dettati dalle emergenze.

Nella parte conclusiva del suo intervento, Pietro Pittalis, si è rivolto al presidente della Giunta: «Presidente Pigliaru – ha dichiarato Pittalis – sul lavoro, il disagio sociale e il precariato, Forza Italia è al fianco di chi pone in essere iniziative serie per dare risposte ai problemi dei sardi».

Al termine dell’intervento del capogruppo di Forza Italia, il presidente Ganau ha dato la parola al Presidente della Giunta per il parere al disegno di legge.

Pigliaru ha chiarito da subito che la decisione adottata dall’Esecutivo è una soluzione di emergenza per dare una risposta ai lavoratori Igea. «Si tratta di una soluzione pienamente legittima che non sottrae l’azienda ai suoi obblighi – ha detto il capo dell’Esecutivo – è un provvedimento di sostegno al reddito dei singoli lavoratori e non influenza negativamente il principio della libera concorrenza».

Il presidente della Regione ha poi evidenziato “il disordine” in cui si trovano le società partecipate, alcune delle quali create da una cattiva politica al fine della mera gestione del potere che oggi non hanno però nessun ruolo nel mercato.

«I dipendenti Igea non devono pagare questo disordine creato dalla politica – ha affermato Pigliaru – oggi si tratta di risolvere un problema contingente ma importantissimo: consentire ai lavoratori in grande difficoltà di ricevere gli stipendi arretrati». La Giunta in ogni caso lavorerà per consentire a Igea di procedere alle bonifiche dei siti minerari: «Ci sono difficoltà forti che speriamo di poter risolvere – ha assicurato Pigliaru – il nuovo commissario si sta muovendo con molta determinazione per recuperare i ritardi causati da una politica distratta». Il presidente ha poi ringraziato l’opposizione per il contributo dato in Aula e si è detto convinto che con un confronto franco e diretto si possano trovare altre buone soluzioni per la Sardegna.

Chiusa la discussione generale, il presidente Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato dall’Aula all’unanimità. Subito dopo il Consiglio è passato all’esame dell’articolo 1. Non essendoci iscritti a parlare, il presidente ha messo in votazione il testo dell’art.1 che è stato approvato all’unanimità. Successivamente è stato votato l’articolo 2 e il relativo emendamento aggiuntivo che fissa l’entrata in vigore del provvedimento nel giorno della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale. Articolo ed emendamento sono passati con 52 voti a favore e uno contrario. Ganau ha quindi messo in votazione il testo integrale della legge che è stato approvato con 52 voti a favore e uno contro.

Il presidente Ganau ha messo in discussione il secondo punto all’ordine del giorno: il DL 154 (Giunta regionale) “Piano di chiusura delle attività della Miniera di Nuraxi Figus in favore di Carbosulcis S.p.a. – Decisione definitiva n. C (2014) 6836 della Commissione europea del 1° ottobre 2014 sull’aiuto di Stato n. S.A. 20867 (ex 2012/NN)”. Il presidente ha aperto la discussione generale e ha dato la parola a Luca Pizzuto (Sel). Il consigliere ha affermato “che o si sta dalla parte del lavoro o non ci si sta”. Pizzuto ha ricordato che «abbiamo ereditato una situazione del mondo del lavoro, attinente ai finanziamenti della Regione, disastroso». E ha ricordato l’intervento dell’attuale Giunta per risollevare le sorti dei lavoratori di Igea, con il Dl appena approvato, di Alcoa (oggi recuperata) e della Carbosulcis con un percorso  di chiusura che dà sicurezza ai lavoratori. Pizzuto ha annunciato che il gruppo di Sel sosterrà le due proposte e si impegnerà a dare risposte ai lavoratori.  

L’ex assessore dell’Industria, Alessandra Zedda (FI), ha evidenziato che «quando bisogna dare risposte ai lavoratori noi non abbiamo mai fatto mancare il nostro supporto, ma non abbiamo invece goduto dello stesso atteggiamento da parte dell’opposizione nella scorsa legislatura». Zedda ha ripercorso le tappe che hanno portata alla crisi della Carbosulcis, ricordando che il problema arriva da lontano, e ha imputato responsabilità alla Regione, ma anche allo Stato.  Zedda ha annunciato il voto favorevole per una «norma dovuta», che eviterà alla Regione di incorrere nella procedura di infrazione dell’Europa e consentirà di sostenere fino al 2027 tantissimi lavoratori e le loro famiglie. Zedda ha esortato il presidente della Regione a cercare di ottenere il maggior numero di finanziamenti possibili dallo Stato da destinare al rilancio del territorio del Sulcis Iglesiente.

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha sostenuto che con il provvedimento in esame «inizia un percorso giusto in continuità con un cammino avviato alcuni anni fa, nell’ambito di un progetto di chiusura programmata condiviso fra lavoratori, sindacati e Regione ed Unione europea». Si chiude un pezzo della storia industriale della Sardegna, ha ricordato Locci, «ma oggi non avevamo soluzioni diverse; confermiamo quindi il sostegno a questa legge raccomandando che non sia una soluzione temporanea ma si rafforzi nel tempo con una prospettiva forte già a partire, per quanto riguarda la Regione, dalla prossima finanziaria».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni, rivolgendosi al consigliere Pizzuto, ha affermato che «il ragionamento politico è un divenire, democrazia significa aprirsi alla partecipazione del popolo sia su scelte economiche che istituzionali, in un percorso spesso non omogeneo segnato da grandi difficoltà». Le politiche del settore minerario in Sardegna, ha aggiunto Dedoni, «sono state inadeguate e poco partecipate, segno che la politica e la classe dirigente non riescono a mettersi in sintonia con la gente; bisogna recuperare una sensibilità nuova capace di offrire più fatti e meno parole».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha ricordato che «stiamo chiudendo l’ultima miniera di carbone d’Italia è non si tratta  di una questione romantica, perché nel tempo ci sono state responsabilità oggettive che hanno portato a questo risultato». «La vicenda della miniera di Nuraxi Figus – ha detto ancora Cocco – poteva andare diversamente con scelte più coraggiose anche industriali e tecniche ma ora siamo di fronte ad una scelta obbligata: piuttosto, dobbiamo concentrare il nostro impegno sulla creazione di un polo tecnologico sostenibile da punto di vista ambientale, sui diversi passaggi che accompagneranno questo processo, dalla chiusura nel 2018 fino al completamento dei piani di bonifica nel 2027». Ci sono insomma molte idee da mettere in campo, ha concluso il capogruppo del Pd, «e la Regione ha un ruolo importantissimo che dovrà esercitare con grande attenzione e competenza anche nelle scelte che riguarderanno il management della società, perché non ci possono essere uomini per tutte le stagioni».

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi concesso la parola al presidente della Giunta. Il presidente Francesco Pigliaru ha sottolineato in apertura del suo intervento l’importanza del Dl 154 che fa parte – ha spiegato il capo dell’Esecutivo – del piano Carbosulcis. «Facciamo la nostra parte – ha dichiarato il presidente della Regione – e creiamo le condizioni perché il percorso di chiusura delle attività della miniera di Nuraxi Figus in favore di Carbosulcis Spa (così come richiesto dalla Commissione Europea) avvenga con il minor danno possibile per i lavoratori».

Pigliaru ha quindi confermato la volontà di procedere così come concordato nell’apposito piano ed ha annunciato l’incontro con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Graziano Delrio, in programma domani (giovedì 4 dicembre) a Cagliari sui temi dell’Igea, Piano Sulcis e sulle altre vertenze aperte in Sardegna.

A conclusione delle dichiarazioni del presidente della Giunta, il presidente del Consiglio ha concesso la parola per le dichiarazioni di voto ai consiglieri Pizzuto (Sel), Truzzu (Fdi-Sardegna), Rubiu (Udc) e Arbau (La Base-Sardegna Vera) che hanno dichiarato voto favorevole al Dl 154.

Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato dall’Aula. Si è proceduto, dunque, con la votazione dell’articolo 1) “Approvazione  del Piano di chiusura della miniera di Nuraxi Figus” che è stato approvato con votazione elettronica (52 presenti, 51 votanti e 51 voti favorevoli), quindi dell’articolo 2) “Copertura finanziaria” che è stato approvato con 51 votanti e 51 voti favorevoli.

Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione l’emendamento aggiuntivo n. 1, presentato da tutti i capigruppo del Consiglio (primo firmatario il capogruppo Pd, Pietro Cocco) che così recita: “La presente legge entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (Buras)”. L’Aula ha dato il via libera all’unanimità (51 votanti e 51 favorevoli) all’emendamento aggiuntivo all’articolo 2 e sempre con votazione unanime sono stati approvati gli allegati A) e B) al testo di legge.

Il presidente del Consiglio ha quindi dichiarato aperta la votazione finale ed ha proclamato l’approvazione del Dl 154 con 51 votanti e 51 voti a favore.  (am)

Successivamente il Consiglio è passato all’esame della proposta di legge n. 139/B “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 7 agosto 2014, n. 16 (Norme in materia di agricoltura e sviluppo rurale: agrobiodiversità, marchio collettivo, distretti)”.

Il testo introduce alcuni correttivi alla legge approvata nei mesi scorsi e impugnata dal Governo davanti alla Corte Costituzionale perché ritenuta contrastante con le norme europee sulla libera circolazione delle merci e sulla libera concorrenza.  Il primo firmatario Luigi Lotto, presidente della Commissione Attività Produttive, ha spiegato l’obiettivo primario della legge n.16/2014:  creare un marchio di qualità per la valorizzazione dei prodotti sardi. «Quella legge era stata licenziata all’unanimità dal Consiglio – ha ricordato Lotto – la Giunta aveva impostato una procedura presso l’Unione Europea per l’approvazione del marchio di qualità. Il Governo ha impugnato la legge contestando l’iniziativa perché andrebbe contro le normative europee sulla libera concorrenza. Noi abbiamo voluto creare un marchio che valorizzasse sistemi produttivi certificati per promuovere valori e tradizioni del mondo agricolo sardo». Il presidente della Quinta Commissione ha poi ricordato all’Aula che in Italia altre regioni si sono dotate di un marchio di qualità. Alcuni progetti sono andati in porto, altri hanno subito le contestazioni del Governo. «Non sono in grado di sapere quale sarà il destino finale della nostra legge – ha affermato Lotto – c’è però una scelta politica di fondo fatta dal Consiglio all’unanimità per porre le basi che consentano al mondo agricolo sardo di creare sviluppo economico». Lotto ha poi spiegato che con la proposta in discussione saranno corretti solo alcuni passaggi obiettivamente suscettibili di rilievi, mentre sarà mantenuto l’impianto della legge 16 e difesa l’idea della Regione di creare un marchio di qualità per valorizzare i propri prodotti tipici. “Ad altre Regioni è stato consentito – ha proseguito Lotto – come Regione Autonoma non possiamo accettare supinamente che il Governo e la Corte lascino in piedi le leggi di altre regioni cassando la nostra». In mattinata la Quinta Commissione aveva respinto la proposta del presidente del Gruppo “Sardegna” Modesto Fenu che chiedeva di non procedere ad alcuna modifica della legge regionale n.16 impugnata dal Governo. «Abbiamo deciso in sintonia con gli uffici di procedere ad alcune modifiche senza rinunciare all’impianto di fondo – ha concluso Lotto – siamo convinti che la creazione del marchio di qualità per i prodotti sardi sia un’operazione pienamente legittima».

Ha poi preso la parola il leader dell’Uds Mario Floris che ha chiesto di ritirare la sua firma dal progetto di legge. «Pensavo che ci fossero state delle interlocuzioni con il Governo nazionale – ha detto l’ex presidente della Regione – questa proposta introduce invece delle modifiche per i rilievi del governo. Fino a questo momento abbiamo difeso la nostra specialità con ricorsi e contestazioni, ora ci stiamo rimangiando tutto». Floris ha poi invitato Giunta e Consiglio a riappropriarsi del ruolo di capofila tra le regioni a statuto speciale: «Oggi ci adagiamo sulle decisioni di altri – ha affermato Floris – eppure la Sardegna è stata la prima regione al mondo a dotarsi di un testo unico sull’agricoltura». Il consigliere di minoranza ha quindi concluso il suo intervento sollecitando una difesa più forte delle tipicità sarde in modo da evitare l’invasione dei prodotti provenienti dall’estero.

Il presidente ha poi dato la parola al vice presidente della commissione Attività produttive, Luigi Crisponi (Riformatori sardi), il quale ha evidenziato il lavoro fatto dal parlamentino nell’analisi delle richieste fatte dal governo. Crisponi si è detto dispiaciuto nel rinunciare a parti importanti della legge, approvata ad agosto, come il contrassegno, la dicitura prodotto in Sardegna e sulle sanzioni, «ma dobbiamo soggiacere» a causa dei regolamenti comunitari. Il consigliere ha ricordato che la Regione Sardegna ha passato, però, indenne il controllo dell’Unione europea sul marchio di qualità e di origine dell’artigianato di qualità della Sardegna, utilizzando il marchio Isola. «Questo impone una riflessione della commissione». Crisponi ha concluso dichiarando «inevitabile assicurare, per adesso, il voto favorevole».

Per Mario Tendas (Pd) probabilmente c’è stato qualche errore a livello procedurale sul marchio collettivo di qualità. Il consigliere ha richiamato la sentenza della Corte Costituzionale 66/13 relativamente ai marchi di qualità regionali in cui viene affermato che “introdurre un marchio «regionale» di qualità può indurre il consumatore a preferire prodotti contrassegnati da tale marchio rispetto ad altri similari, producendo, quantomeno indirettamente o in potenza, effetti restrittivi sulla libera circolazione delle merci”. Tendas ha ricordato anche l’esperienza della Puglia, che ha allargato l’utilizzo del marchio ai soggetti operanti nell’Unione europea che rispettino determinati principi di qualità. Un’iniziativa, secondo l’esponente della maggioranza, da approfondire in Commissione. Il consigliere del Pd ha esortato l’Aula ad approvare la legge che «consente di salvare il salvabile».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia)  si è detto dispiaciuto del fatto che «la legge sia sotto lo schiaffo dell’avvocatura dello Stato pur essendo il frutto di un lavoro importante cui hanno contribuito maggioranza e opposizione». Con le modifiche che stiamo apportando, ha continuato Tedde, «si è deciso di salvare il bambino buttando l’acqua che comunque non è sporca ed è evidente che da parte del Governo c’è stato un eccesso di zelo: dal punto di vista tecnico stiamo facendo una operazione abbastanza marginale ma sul piano politico va denunciato l’atteggiamento del Governo che si concentra su atti formali e non guarda alla sostanza, dato che la legge non vuole violare i principi della libera concorrenza ma richiamare l’attenzione dei consumatori sul nostro marchio di qualità».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha operato una distinzione. Da una parte, ha sostenuto, «c’è un percorso di tecnica legislativa che porta al rispetto delle norme sovra ordinate nazionali ed europee ma, dall’altro, c’è poi un aspetto che riguarda la politica su cui c’è molto da dire». Il nostro obiettivo, ha spiegato, «è quello di promuovere la qualità dei nostri prodotti; in altre parole mangia sardo e compra sardo lo possiamo e lo dobbiamo dire, vogliamo avere uno strumento di promozione forte ed efficace e per questo abbiamo due strade, prodotti con marchio di qualità più un marchio qualità Sardegna che verrà regolato dai disciplinari di produzione delle varie filiere».

Il consigliere Pier Mario Manca (Sardegna Vera), in apertura, ha espresso dispiacere per la posizione del consigliere Floris che ha ritirato firma, «fermo restando che rilievi del Governo non sono del tutto condivisibili soprattutto in materia di concorrenza sleale». La politica, però, ha continuato Manca, «è mediazione, il legislatore deve governare il territorio con norme che consentano agli operatori economici di lavorare con dignità e non ci possiamo arroccare sulle nostre posizioni». Oggi, ha detto ancora, «dobbiamo salvaguardare l’impianto della legge e lavorare sui marchi di qualità, utilizzando anche il meglio di altre esperienze con riferimento a marchi di società private». Forse non è la migliore legge possibile, ha concluso il consigliere, «ma è l’inizio di una strada nuova che ci può portare a risultati migliori nel futuro, un segnale che inverte la tendenza e che si potrà ulteriormente consolidare con la programmazione dei fondi Por 2014 – 2020 che consentiranno di intervenire positivamente sulle nostre filiere».

Il consigliere del Psd’Az, Angelo Carta, ha definito l’approvazione della legge n. 16 dello scorso 7 agosto “una bella pagina della Legislatura” e un “buon esercizio di un pezzo di quella sovranità tanto sbandierata”. Carta ha quindi dichiarato di considerare “un attacco alla Sardegna” la decisione del governo di impugnare la legge 16 dinanzi alla Corte costituzionale, perché – ha aggiunto il consigliere della minoranza – la potestà legislativa in materia di agricoltura e foreste è garantita dall’articolo 3 dello Statuto di Autonomia. «Ma Renzi – ha attaccato  il rappresentante sardista – della nostra Specialità se ne frega e non si può dunque accettare la decisione del governo procedendo con l’approvazione del Dl 139».

A giudizio di Carta, il Consiglio regionale non deve infatti modificare il testo della legge 7 agosto 2014 sul marchio dei prodotti agroalimentari ma “andare fino in fondo, fino al giudizio dinanzi della Corte costituzionale”. «Conduciamo la nostra battaglia per difendere la nostra specialità oppure saremo complici del governo nazionale», ha insistito Angelo Carta, che si è rivolto alla componente indipendentista e sovranista della coalizione del centrosinistra, perché incalzino la maggioranza per un’azione più coraggiosa e incisiva.

Il consigliere del Psd’Az ha concluso annunciando il ritiro della firma al Dl 139 ed ha preannunciato il voto contrario al testo che modifica la legge 16 approvata in Consiglio lo scorso 7 agosto.

Il consigliere del Pd, Luigi Lotto, ha ribadito l’opportunità di procedere con l’approvazione del Dl 139 che – a giudizio del presidente della Quinta commissione –modifica quelle parti della legge 16/2014 che sono a rischio di bocciatura dinanzi alla Corte costituzionale. «Il nostro obiettivo – ha dichiarato Lotto – è salvaguardare la possibilità per la Regione di gestire il proprio marchio attraverso gli appositi disciplinari di produzione».

Luigi Lotto si è detto sicuro che senza le modifiche contenute nel Dl 139 la legge, che istituisce il marchio Sardegna, per i prodotti dell’agroalimentare sarà bocciata dalla Corte costituzionale. (am)

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha difeso l’impianto della legge n.16. «Quel testo per il quale oggi si presenta una proposta di modifica – ha detto Rubiu – era una legge condivisa, la sintesi perfetta delle proposte di maggioranza e opposizione. Per questo siamo contrari ai correttivi».  Rubiu ha poi chiesto all’Aula di prendere in considerazione l’emendamento alla legge presentato insieme al consigliere Modesto Fenu con il quale si affida la gestione del marchio ad un soggetto terzo di diritto privato. «In questo modo si difenderebbero i nostri prodotti tipici e si impedirebbe ad aziende non sarde di produrre e commercializzare con il marchio Sardegna». Rubiu ha quindi annunciato il proprio voto contrario in caso di mancato accoglimento dell’emendamento proposto.

Efisio Arbau, presidente del Gruppo “Sardegna Vera” ha sottolineato il nuovo spirito identitario presente in Sardegna da cui è nata l’esigenza di creare un marchio di qualità. «Questo – ha detto Arbau – sta consentendo a molte aziende di presentarsi con orgoglio nei mercati nazionali ed internazionali. Oggi però c’è l’esigenza di portare a casa un risultato positivo». Arbau ha messo in evidenza l’obbligo del legislatore di individuare strumenti e iniziative buone per tutti. «Gli strumenti da noi votati – ha proseguito il capogruppo di Sardegna Vera – sono stati ritenuti illegittimi dal Governo. Oggi abbiamo il dovere di fare i buoni legislatori e ottenere il miglior risultato possibile».

Rivolgendosi al consigliere Mario Floris, Arbau ha chiesto se si vuole davvero fare una battaglia per la creazione dello Stato sardo. «Noi siamo pronti a sostenere questa battaglia – ha concluso Arbau – altrimenti sventolare la bandierina solo sul dettaglio ci porta a prendere schiaffi dalla Corte Costituzionale». (Psp)

Il presidente del gruppo Sardegna, Modesto Fenu, ha affermato di essere dispiaciuto nel sentire consiglieri che paragonano la Sardegna a regioni come la Puglia non a Statuto speciale. «Noi siamo chiamati qui oggi non per assecondare quello che ci viene chiesto dal Governo ma per difendere l’autonomia, i diritti e le aspettative delle aziende agroalimentari sarde». Fenu ha ricordato che «il divario tra le esportazioni e importazioni ammonta a 2 miliardi e mezzo di euro», e che se si riuscisse a incidere almeno del 40 per cento si porterebbe un incremento di fatturato per le nostre aziende di oltre un miliardo di euro.

L’avvocatura dello Stato ci offende, ha affermato, perché hanno utilizzato diversi comportamenti con altre regioni non sono state e perché chiunque così potrà avere il marchio. «E non è un caso che ci chiedono di inserire il regolamento 207 del 2009» ha aggiunto Fenu, «significa che noi non possiamo intervenire neanche con i disciplinari di produzione». Per l’esponente della minoranza bisogna approvare un testo che difenda la Sardegna e gli interessi delle aziende sarde e non comportarci sempre come una colonia. Fenu ha ricordato che il Regolamento CE 1169 del 2013 non solo non impedisce di creare il marchio, «ma ce lo chiede». «Non è possibile che dobbiamo sempre essere figli di un Dio minore. Non è possibile accettarlo. Non posso votare questa legge», ha concluso Fenu.

Emilio Usula (Rossomori), capogruppo di Soberania e Indipendentzia, ha annunciato: «Voterò a favore di questa legge anche con un po’ di mal di pancia. Tutte le strade che portano alla promozione dei nostri prodotti devono essere percorse. La legge approvata all’unanimità ad agosto – ha continuato – va vista in questa direzione e l’impugnazione del Governo dimostra che stiamo andando nella direzione giusta». Usula ha affermato che la Roma ci sono forze che rispondono agli interessi della grande distribuzione che si vede minacciata da questo tipo di legge. «Dobbiamo difendere il nostro prodotto agricolo sardo e con i disciplinari saremo in grado di farlo». (eln)

L’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi, a nome della Giunta, ha affermato che «le modifiche proposte sono corrette e vanno sostenute, perché affermano la volontà della Sardegna di sostenere i suoi prodotti, decisione fortemente attesa dagli operatori del settore che punta a distinguere il prodotto sardo e difenderlo da una concorrenza molto aggressiva». L’impugnativa del Governo, ha precisato, «punta ad interrompere questo cammino virtuoso; per il futuro, comunque, niente ci vieta di effettuare interventi successivi per connotare meglio i nostri prodotti attraverso l’iniziativa delle imprese private, oggi dobbiamo andare avanti nella tutela della nostra agricoltura».

Il presidente Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli della legge, che l’Aula ha approvato. Successivamente, il Consiglio ha approvato l’art.1 (36 favorevoli, 4 contrari), l’art. 2 (36 favorevoli, 4 contrari e 3 astenuti) e l’art. 3 (35 favorevoli e 4 contrari).

Nella discussione generale dell’art.4 sono intervenuti i consiglieri Modesto Fenu (Sardegna-Zona Franca), Luigi Lotto e Roberto Deriu (Pd).

Il consigliere Modesto Fenu (Sardegna-Zona Franca) ha sottolineato che, con l’articolo in esame, «si cancella la concessione esclusiva del marchio ad imprese che hanno sede in Sardegna, quindi si dà la possibilità ad imprese del territorio nazionale di confezionare nostri prodotti ottenendo per giunta il nostro marchio, distorsione che non è possibile correggere con i disciplinari».

Il consigliere Luigi Lotto (Pd) ha ricordato che «quando venne introdotta questa modifica lo si fece per difendere la visione unitaria della legge, superando i rilievi degli uffici che avevano avvertito sulla possibilità di una censura; il cuore della legge è l’art.22, che prevede l’obbligo di indicare il luogo in cui i prodotti vengono confezionati in base a precisi disciplinari dove vengono, al consumatore la scelta finale, a noi il compito di dare valore a questo aspetto della legge».

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha detto che «la mente mi porta a sostenere l’approvazione della legge ma il cuore mi porterebbe a sostenere le ragioni dell’autonomia, senza dimenticare che proprio la prima legge della Sardegna venne rimandata indietro dal Governo e la Sardegna la riapprovò». La vera scelta, ha sostenuto, «è invitare i consumatori a orientarsi su prodotti sardi perché si può essere autonomisti credendo nel mercato e nella concorrenza leale: noi, difendendo l’origine del prodotto, facciamo un passo avanti anche se vorremmo fare qualcosa di più, fermo restando che la riflessione politica su come esprimere la nostra autonomia rimane tutta».

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente Ganau ha messo in votazione l’art.4 che è stato approvato con 37voti favorevoli e 4 contrari.

Il consigliere del gruppo “Sardegna”, Modesto Fenu, ha confermato le critiche alle disposizioni contenute nella Pl 139 ed ha ribadito che le modifiche proposte alle legge regionale n. 16 non tengono conto delle prerogative statutarie in materia di agricoltura e foreste. «A ciò si aggiunga – ha concluso l’esponente della minoranza – che all’articolo 5 della Pl 139 si lascia intendere che i disciplinari di produzione debbano avere una sorta di parare preventivo da parte del ministero».

Il presidente del Consiglio, non avendo altri iscritti a parlare a posto in votazione l’articolo 5 “Modifiche all’articolo 19 (Disciplinare di produzione) della legge regionale n. 16 del 2014” che è stato approvato con 33 voti favorevoli, 11 contrari, su 44 votanti. Il presidente Ganau ha quindi aperto la discussione sull’articolo 6), al quale è stato presentato l’emendamento aggiuntivo n. 1 (Fenu-Rubiu), e il presidente del Consiglio ha invitato i presentatori ad indicare la copertura finanziaria. Il consigliere Fenu (Zona Franca-Sardegna) ha indicato l’Upb è specificato che la copertura finanziaria prevista è pari a 50mila euro. Modesto Fenu ha quindi proseguito il suo intervento denunciando che con l’approvazione della Pl 139 di fatto si impedisce la valorizzazione attraverso l’apposito marchio dei prodotti dell’agroalimentare sardo per quelle produzioni con ingrediente principale sardo. Fenu si è detto convinto che al marchio Sardegna possa applicarsi il regolamento Ue 1169/2011 che consente alla Francia di tutelare e valorizzare i prodotti delle produzioni agricole.

Il consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, ha ricordato come l’ipotesi del marchio collettivo a gestione privata sia stato in realtà cassato dall’Unione europea nel 2002, in riferimento ad un’iniziativa condotta in tal senso dalla Germania.

Il consigliere del Pd, Luigi Lotto, ha espresso il parere contrario della commissione Quinta e la Giunta, con l’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha dichiarato di rimettersi al parere della commissione.

Il consigliere Fenu (Zona Franca-Sardegna) è intervenuto per dichiarazione di voto ed ha invitato il Consiglio a riflettere sul fatto che le modifiche alla legge 16, attraverso quanto previsto nella Pl 139, si tradurranno in una penalizzazione per la Sardegna e avranno come risultato che “i culurgiones prodotti con la fecole di patate olandesi avranno il marchio dei prodotti sardi”.

Il consigliere Luigi Lotto (Pd) ha annunciato il voto contrario all’emendamento Fenu-Rubiu ma ha sottolineato come in sede di discussione in commissione si è dichiarata la disponibilità ad affrontare il tema del marchio collettivo a gestione privata.

Il consigliere del gruppo Soberania&Indipendentzia, Piermario Manca, ha sottolineato la disponibilità al confronto dichiarata in tal senso dall’assessore Falchi.

Il consigliere di Sel, Eugenio Lai, ha evidenziato come il compito principale del Consiglio regionale sia quello di concludere il percorso normativo segnato dalla legge 16 del 7 agosto 2014 e che ha registrato il favore di agricoltori e allevatori in Sardegna.

Il consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, ha dichiarato il favore alla proposta avanzata da Fenu e Rubiu per il marchio collettivo a gestione privata.

Non essendoci altri iscritti a parlare, il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi posto in votazione l’articolo 6 “Abrogazioni” che è stato approvato con 38 voti a favore e 5 contrari, mentre l’emendamento aggiuntivo n. 1 (Fenu-Rubiu) non è stato approvato (42 votanti, 11 favorevoli e 31 contrari). Approvato con 40 favorevoli e 3 contrari l’articolo 7 “Entrata in vigore”, il presidente Ganau ha dichiarato aperta la votazione finale del testo di legge e ne ha quindi proclamato l’approvazione: 43 votanti, 39 favorevoli e 4 contrari.

L’Aula è poi passata all’esame di due mozioni, una della maggioranza e una dell’opposizione, sulla revisione delle esenzioni Imu sui terreni agricoli introdotta dal Governo nazionale. La prima mozione è stata illustrata da Antonio Solinas, presidente della Commissione Urbanistica e primo firmatario del documento.

Solinas ha evidenziato i pericoli del decreto interministeriale n.66/2014, convertito in legge lo scorso 23 giugno, con il quale si cancellano le esenzioni Imu per i terreni agricoli finora assicurate alle aree montane, collinari e svantaggiate lasciandole in vigore solo per i centri situati ad oltre 600 metri di altitudine sul livello del mare. «Se applicato – ha detto Solinas – questo provvedimento metterebbe a rischio le già asfittiche casse dei comuni sardi e impedirebbe di rispettare il principio del pareggio di bilancio».

Secondo il primo firmatario della mozione, la decisione del Governo, oltre a penalizzare i comuni, arrecherebbe un colpo mortale all’intero comparto agricolo della Sardegna. «Per questo – ha concluso Solinas – si chiede l’impegno della Giunta regionale a sostegno del mondo delle campagne e degli enti locali per scongiurare i rischi per i loro bilanci derivanti dalla revisione dalle esenzioni Imu sui terreni agricoli.

Pietro Pittalis (capogruppo Forza Italia Sardegna) ha illustrato la mozione n. 96 di cui è primo firmatario. Non basta approvare un  ordine del giorno – ha detto – bisogna intervenire a livello parlamentare. Il capogruppo di Forza Italia ha detto che l’iniziativa di predisporre un ordine del giorno bipartisan è lodevole  ma non basta. Il problema è far svegliare i parlamentari della Sardegna per far valere le nostre  prerogative. Questo onere di 18 milioni e 500 mila euro non può gravare sul bilancio dei comuni e del comparto agricolo. Eugenio Lai (Centro democratico Sardegna) ha parlato di “mannaia” per il nostro mondo agricolo e di “fuga” dello Stato davanti alle proprie responsabilità. Per Lai è necessario aprire  una vertenza Sardegna e un confronto continuo con il governo nazionale.

Il consigliere Pier Mario Manca (Sardegna Vera) ha messo l’accento sul fatto che il provvedimento del governo colpisce un settore, come quello agricolo, che stava mostrando timi segnali di ripresa. La Sardegna, ha aggiunto, «è la Regione che paga di più perché ha un altimetria media molto bassa e la maggioranza dei Comuni ricade in una fascia che non potrà godere di nessuna esenzione». Nella nostra Regione inoltre, ha detto ancora Manca, «esistono caseggiati di grandi dimensioni per immagazzinare grandi quantità di prodotti come i cereali, che sarebbero ulteriormente penalizzati; in definitiva, siamo davanti a un colpo mortale per la nostra agricoltura, che si potrebbe evitare semplicemente ritornando al concetto di altimetria media eliminando il legame fra l’imposta e la posizione della casa comunale».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Itaila) ha affermato che, con il provvedimento del Governo sull’Imu, «si sta gettando nella disperazione tutta l’agricoltura sarda». Sul piano istituzionale, secondo Cherchi, «viene completamente ribaltata la situazione precedente in base alla quale la Regione sarda poteva azzerare l’impatto dell’Imu sui terreni agricoli, considerando tutta la Sardegna zona svantaggiata; ora invece la competenza passa allo Stato con gli effetti che conosciamo». A parte il criterio assurdo di legare l’imposizione alla sede legale del Comune, ha concluso Cherchi, «chiediamo che il presidente e  l’assessore si trasferiscano a Roma fino alla soluzione del problema».

Il capogruppo dei Riformatori Sardi Attilio Dedoni ha rivendicato in Aula la decisione di presentare insieme ai colleghi del centrodestra una mozione per arrivare poi alla predisposizione di un ordine del giorno unitario. «Gli agricoltori non possono essere trattati in questo modo – ha detto Dedoni – questo decreto sulle esenzioni Imu per i terreni agricoli è l’ennesimo attacco all’autonomia sarda. Dal Governo abbiamo ricevuto piccoli contentini, per il resto solo tasse e penalizzazioni».

Angelo Carta (Psd’Az) ha auspicato un’azione forte nei confronti del Governo che domani sarà rappresentato in Sardegna dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Del Rio. «Ho firmato l’ordine del giorno unitario consapevole che non cambierà le sorti dei comuni sardi ma servirà per ribadire a Roma che non siamo disposti a continuare a subire penalizzazioni». Carta ha poi annunciato, come sindaco di Dorgali, l’intenzione di trasferire la sede legale del suo comune a 800 metri di altitudine per poter continuare a beneficiare delle esenzioni Imu.

L’ordine del giorno è stato condiviso dalla giunta. Siamo fortemente preoccupati – ha detto l’assessore all’Agricoltura – dall’impatto che questo provvedimento avrà sui nostri territori. Questo provvedimento deve essere rivisto.

Il Consiglio ha poi messo in votazione un ordine del giorno firmato da tutti i capigruppo. Questo ordine del giorno impegna la giunta regionale a mettere in campo tutte le azioni necessarie per difendere le prerogative della Regione e le norme approvate in ragione della propria autonomia, a tutelare gli Enti locali della Sardegna rispetto ai rischi derivanti per i loro bilanci dalle modalità di applicazione della revisione delle esenzioni Imu sui terreni agricoli e a sostenere il mondo agropastorale sardo di fronte ad un provvedimento che, se applicato, aggraverà la situazione di pesante crisi che attraversa il settore. L’ordine del giorno è stato approvato. Il Consiglio è stato convocato a domicilio.

Consiglio regionale 1 copia

Il centrodestra attacca la maggioranza sul Piano casa, in scadenza il 29 novembre. «E’ ritornata l’era Soru e il pregiudizio ideologico contro l’edilizia». Così il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha aperto la conferenza stampa dei gruppi dell’opposizione, convocata questa mattina in Consiglio regionale, per marcare la ferma contrarietà al testo di legge in materia edilizia (DL n. 130 Norme per il miglioramento del patrimonio edilizio e per la semplificazione e il riordino di disposizioni in materia urbanistica ed edilizia”) che, nelle intenzione del centrosinistra, dovrebbe segnare il superamento delle disposizioni contenute nella legge 4\2009 (Piano casa) e che è in queste ore all’esame della Quarta commissione.

Pietro Pittalis, nel ribadire la validità e l’efficacia delle misure stabilite nel “Piano casa” varato nella scorsa legislatura, ha rimarcato come, l’avvicinarsi della scadenza della legge 4 (29 novembre 2014) sia in queste ore motivo di grande preoccupazione per le associazioni di categoria, per i professionisti, le piccole imprese, gli artigiani e gli amministratori locali. «La decisione della maggioranza di centrosinistra di non prorogare le disposizioni del Piano Casa – ha dichiarato il capogruppo Fi – è una decisione irresponsabile che bloccherà l’edilizia in Sardegna e che ridà fiato a quel fondamentalismo ambientalistico che tanti danni ha causato all’economia sarda».

Il capogruppo di Fi ha definito “vergognosa” la decisione della maggioranza di cancellare quanto disposto dal vecchio piano casa e ha denunciato che il testo che si discute in commissione Urbanistica è totalmente diverso da quello proposto dalla Giunta e dall’assessore Erriu, sui cui contenuti si sono invece svolte le audizioni delle associazioni di categoria e degli amministratori locali.

«Il tutto – ha dichiarato Pittalis – dimostra che il nuovo segretario del Pd, Renato Soru sta dettando l’agenda politica del presidente Pigliaru.»

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha invitato quindi l’assessore all’Urbanistica, Cristiano Erriu, a rassegnare le dimissioni, dopo che il testo da lui proposto (il Dl 130) è stato «sconfessato in maniera così plateale dal suo stesso partito e dagli esponenti della maggioranza in commissione».

Il consigliere Ignazio Tatti (Udc) ha definito “bipartisan” le preoccupazioni degli amministratori locali per la scadenza del Piano Casa ed ha rimarcato il «distacco tra Giunta e maggioranza in Consiglio» che è dimostrato dallo stravolgimento del testo del Dl 130.

Il consigliere Paolo Truzzu (FdI-Sardegna) ha ricordato, invece, la mozione discussa in Aula su iniziativa delle opposizioni, per la proroga del Piano casa in attesa del varo di nuove norme in materia edilizia, ed ha denunciato una situazione di vero e proprio “caos” che cresce con l’avvicinarsi della scadenza della legge 4|2009.

Antonello Peru (Fi), componente della sottocommissione del parlamentino dell’Urbanistica, ha invece sintetizzato le ragioni della contrarietà del centrodestra alle proposte avanzate dalla maggioranza in materia edilizia. «Rispetto alla legge 4/2009 – ha spiegato il vice presidente del Consiglio – spariscono le premialità per le demolizioni e le ricostruzioni (“chi demolisce vede ridotti del 15% i volumi in sede di ricostruzione”); l’ampliamento volumetrico massimo consentito rende, di fatto, inutile l’intervento («massimo 90 metri cubi qualunque sia la superficie  dell’abitazione»); è stata esclusa la possibilità di ricorrerre al piano casa per gli edifici in Agro.

«Ma non basta – ha concluso Peru – il centrosinistra nel testo all’esame della commissione propone l’abolizione della cosiddetta legge sul golf (n. 19/2011).»

Il consigliere, Giuseppe Fasolino (Fi), ha definito “una buona base di partenza” l’originaria proposta avanzata dall’assessore Cristiano Erriu ma le successive modifiche in sede di sottocommissione, a giudizio dell’esponente della minoranza consiliare, «hanno stravolto in peggio il Dl approvato dalla Giunta». «Nel centrosinistra – ha dichiarato il primo cittadino di Golfo Aranci – la mano che ha cancellato il testo di Erriu è lo stesso della “salva coste”». «Siamo ritornati ai tempi della “salvacoste” – ha concluso Fasolino – che ha anticipato la crisi in Sardegna e ha rappresentato il periodo più buio dell’edilizia nell’Isola».

La consigliera Alessandra Zedda (Fi) ha quindi posto l’accento sulla scadenza fissata per il 31 dicembre 2014 di un’altra norma in materia Urbanistica: la legge che proroga i tempi per l’approvazione dei Puc. Considerato che solo 8 Comuni sardi su 377 hanno approvato il Piano Urbanistico, la consigliera ha posto il quesito su che cosa intenderà fare la Giunta regionale per scongiurare un ulteriore caos, dopo quella che si registra in queste ore nelle amministrazioni locali per la mancata proroga del Piano Casa.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha quindi concluso l’incontro con i giornalisti preannunciando una mobilitazione nei territori e la richiesta alla commissione consiliare dell’Urbanistica di unificazione del testo della Giunta con la proposta di legge del centrodestra per la proroga delle misure del Piano Casa (legge 4/2009).   

Consiglio regionale 2 copia

Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge 72 “Disposizioni urgenti in materia di organizzazione della Regione” e gli emendamenti nn. 4, 5, 7, 131, 129, 134, 135, 136, 137, 138. L’Aula ha anche approvato tre ordini del giorno: “Sull’equiparazione giuridica e retributiva del Comparto unico di contrattazione collettiva della Regione e degli enti locali, istituito ai sensi dell’art. 12 della legge regionale 9/2000”, “sull’opportunità di affrontare e definire tutte le situazioni relative al personale del sistema Regione” e “sulla Croce Rossa italiana”.

Al mattino, la seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito l’Assemblea ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con la discussione generale sugli articoli e gli emendamenti al Disegno di legge 72/A – Giunta regionale – Disposizioni urgenti in materia di organizzazione della Regione.

Il presidente ha quindi aperto la discussione sul titolo e non essendoci iscritti a parlare ha messo in votazione l’emendamento n.50 col parere negativo del relatore Salvatore Demontis (Pd) e dell’assessore degli Affari generali Gianmario Demuro, a nome della Giunta; l’emendamento è stato respinto con 29 voti contrari e 14 favorevoli. Successivamente l’Aula ha approvato il titolo della legge.

Al termine dello scrutinio, il presidente ha aperto la discussione sull’articolo 01 “Modifiche all’articolo 1 della legge regionale 31 del 1998 (Ambito di applicazione)”.

Il consigliere Mario Floris (gruppo Sardegna) ha comunicato la sua decisione di non presentare emendamenti perché, ha spiegato, «si tratta di una legge che non chiude alcun ciclo, anzi apre la strada alla ripetizione di quanto accaduto nella Regione negli ultimi 30 anni». «La sfida che abbiamo di fronte – ha sostenuto – è quella di conciliare le istanze dei dipendenti della Regione con i cambiamenti della società e non partiamo da zero, c’è stato un lungo confronto ed il lavoro di uno specifico tavolo tecnico, abbiamo quindi un quadro normativo solido su cui operare ma resta aperto il problema del rapporto fra politica e burocrazia». Il compito della politica, ha detto Floris, «è dettare obiettivi, indirizzi, controllare sul raggiungimento dei risultati per creare una Regione di eccellenze politiche e professionali, superando la errata convinzione di molti politici di essere al potere in eterno». Il nuovo modello di Regione  che dobbiamo perseguire, secondo il consigliere, «presuppone non solo la riforma dell’organizzazione della macchina amministrativa ma anche un nuovo Statuto, una nuova legge elettorale, una legge statutaria, un nuovo rapporto con Enti locali, con lo Stato e l’Europa, c’è poi l’esigenza di coordinare la riforma rispetto alle modifiche del Titolo V della Costituzione e della nuova normativa in materia di lavoro». «Se non saremo capaci di fare questo – ha concluso – consumeremo il nostro tempo in una sarabanda che non merita di essere considerata».

Il consigliere Roberto Deriu (Pd) ha sottolineato la grande attenzione sulla legge nell’opinione pubblica al di là degli addetti ai lavori, precisando però che «il provvedimento non si propone come legge sul personale della Regione ma è un primo passo importante sulla riorganizzazione della macchina burocratica che introduce alcuni concetti nuovi come il sistema regione e la stretta relazione fra esecutivo e burocrazia». «I temi del personale e del trattamento di settore – ha chiarito Deriu – sono state in questa fase accantonate perché devono confluire in un provvedimento specifico; il fatto di essere partiti da un intervento di modifica della legge 31 ha indotto molti in un equivoco,in realtà la commissione ha introdotto alcuni miglioramenti frutto di un clima di collaborazione fra maggioranza ed opposizione e del confronto aperto fra due posizioni culturali». «L’obiettivo comune – ha concluso Deriu – è quello di lavorare per ricostruire un disegno che riporti al centro la capacità dell’amministrazione di essere incisiva nella realtà sociale».

Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha definto la legge una operazione con cui si è voluto «concentrare l’attenzione sull’idea di fondo di una riforma che incide sull’organizzazione, anche se forse si è voluto accelerare troppo». «In commissione – ha poi ricordato, – si è lavorato in modo molto duro, con la maggioranza che apparentemente ha tenuto una posizione rigida anche se, nei fatti, anche l’opposizione ha potuto contribuire alla costruzione del testo». Secondo l’esponente di Forza italia, «il tema centrale nel dibattito della pubblica amministrazione è il rapporto fra politica e burocrazia e in questo si inserisce positivamente il nuovo sistema di valutazione della dirigenza, ma il quadro sanzionatorio indicato fa capire che difficilmente arriveranno risultati concreti, perché ciò che limita il dirigente è la paura di non far ricadere le proprie azioni nell’ambito dell’interesse pubblico». La vera questione, a giudizio di Tunis, «è coinvolgere le strutture apicali nella mission dell’azione politica, ed intervenire sull’elemento motivazionale».

Il consigliere Salvatore Demontis (Pd) ha messo in luce la novità rappresentata dall’introduzione del sistema regione, che «incide profondamente sia sulla mobilità che sulla valutazione della performance». La mobilità, in particolare, consentirà a parere di Demontis «una vera integrazione con Enti ed Agenzie rendendo possibile la mobilità larga, un risparmio di risorse, una migliore possibilità di scelta delle diverse figure professionali, dando vita ad una Regione regista». Il disegno di legge della Giunta, ha detto infine il consigliere del Pd, «apre la strada alla modifica della macrostruttura con la revisione legge 1 che va certamente cambiata laddove suddivide gli assessorati secondo uno schema tipico degli anni ‘90 molto rigido e superato nei fatti, ed orientata verso risultati ed obiettivi».

Il consigliere Paolo Truzzu (Fdi) ha parlato di una «legge di organizzazione ma non ancora di una vera e propria riforma con alcune cose condivisibili, con particolare riferimento all’idea di delegificare attribuendo alla Giunta il potere di organizzare la macchina regionale per realizzare il programma di mandato». Nella realtà, tuttavia, secondo Truzzu accade molto spesso che «gli obiettivi non sono chiari a causa di contrasti fra esecutivo, maggioranza e personale e sullo sfondo resta il divario forte fra elaborazione ed attuazione delle idee, il personale non è un esercito senza forma e senza confini, deve essere ben guidato e ben diretto, coinvolto nelle azioni che si intendono fare».

Il capogruppo del Psd’Az Christian Solinas ha osservato che «tutti si sono spesi in una legge che rappresenta una opzione organizzativa in cui si parla anche di rapporti di lavoro del personale, allargando il perimetro con un percorso singolare che inizia stranamente modificando la 31anticipando un pezzo della riforma che avrebbe richiesto un vero chiarimento delle questioni aperte nell’ottica complessiva di una riforma organica della Regione». «Una riforma – ha spiegato Solinas – che deve prevedere fra l’altro le nuove competenze della Giunta, del Presidente e la riduzione degli assessorati in linea con la riduzione dei consiglieri e delle commissioni, mentre qui si è cominciato dalla fine con il personale che dovrebbe essere in stretto rapporto con gli organi di governo». Dopo aver lamentato che una sua proposta di legge sulla stessa materia non è stata accorpata al disegno di legge in esame, Solinas ha concluso affermando che «il testo contiene alcuni spunti interessanti alcuni spunti interessanti sul sistema regione, il sistema autonomie ed il sistema di valutazione della dirigenza, ma prima andava fatta la legge statutaria e poi, a cascata, bisognava operare sull’ assetto organizzativo, così si è fatta una anticipazione che fa perdere organicità».

Il presidente Ganau ha chiuso la discussione e ha messo in votazione gli emendamenti. L’articolo 01 “Modifiche all’articolo 1 della legge regionale n. 31 del 1998 (Ambito applicazione)” è stato approvato con 31 voti favorevoli e 20 contrari.

Sull’articolo 01 e sugli emendamenti sono intervenuti più volte Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia), Mario Floris (Uds), Michele Cossa (Riformatori sardi), e il presidente della Prima commissione, Francesco Agus (Sel), il quale ha spiegato all’Aula che il Dl nasce dall’urgenza di intervenire verso l’omogeneizzazione del comparto Regione, poi successivamente dovranno essere risolte le grandi differenze contrattuali ed economiche all’interno del comparto.

Il presidente ha, quindi, aperto la discussione sull’articolo 1 “Inserimento dell’articolo 8 bis nella legge regionale n. 31 del 1998 (Valutazione della dirigenza)” e sugli emendamenti.

Il primo iscritto a parlare è stato Salvatore Demontis (Pd), il quale ha subito spiegato che «l’articolo 1, insieme con l’emendamento 130, è l’articolo di maggior rilievo del disegno di legge». «Stiamo proponendo l’attuazione della legge 150/2009 e prevedendo l’istituzione dell’organismo di valutazione». Per Demontis il mancato recepimento delle linee di mandato è la non coincidenza degli obiettivi tra classe politica e classe gestionale. La classe politica deve dare gli obiettivi di mandato, ha continuato, e deve valutare durante tutto l’anno il raggiungimento di tali obiettivi strategica. Questo è il compito della politica. «Ora i dirigenti verranno valutati non da organismi interni all’amministrazione ma dall’Oiv, e solo se la valutazione sarà positiva si potrà corrispondere la parte economica legata agli obiettivi raggiunti». Demontis ha anche evidenziato che  il “ciclo delle performance” stabilisce anche delle responsabilità per i risultato non raggiunti.

Per il consigliere di Forza Italia, Alessandra Zedda, con questa riforma si stanno soltanto colmando alcuni vuoti normativi della legge 31, come la valutazione dei dirigenti, «ma sarà difficile fare tali valutazioni perché si opera in una macchina scollegata». «Credo si debba intervenire – ha proseguito Zedda – su un’armonizzazione delle valutazioni tra Regione ed enti. Non ci possono essere dirigenti di serie A e di serie B, devono raggiungere gli obiettivi ma devono essere messi nelle condizioni di farlo». Per l’esponente azzurro manca ancora molta strada per poter valutare le performance nei tempi utili e si rischia di penalizzare i dirigenti che hanno raggiunto i risultati previsti. D’accordo con la collega anche Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia), il quale ha proposto l’inserimento di una clausola di salvaguardia per garantire i dirigenti, con l’applicazione del contratto di lavoro, nel caso in cui la valutazione non venga data nei tempi previsti. «L’articolo 1 è molto importante – ha affermato Truzzu – perché permette di equiparare i principi di valutazioni in base alla legge Brunetta, legge che, se fosse stata applicata nella sua interezza, avrebbero consentito di avere delle amministrazioni più efficienti». Sulla valutazione dei dirigenti Truzzu ha detto di essere d’accordo nel merito, ma nel metodo ha stigmatizzato ancora una volta l’utilizzo di un emendamento completamente sostitutivo, che «rende difficile lavorare e si rischiano pasticci».

Il presidente Ganau ha poi dato la parola a Stefano Tunis: «Stiamo compiendo un atto dovuto, ma ricorrere a valutazioni esterne, vuol dire che c’è una carenza nella nostra organizzazione interna, ed è un elemento di debolezza».

Per Tunis quella in esame è una riforma di destra, perché nell’utilizzo della risorsa umana si punta al raggiungimento dell’obiettivo e ha consigliato alla Giunta e alla maggioranza di accettare i suggerimenti dell’opposizione per attenuare questo aspetto destrorso della riforma.

Il presidente del Consiglio ha quindi invitato il relatore di maggioranza a formulare il parere su tutti gli emendamenti. Il consigliere Salvatore Demontis (Pd) ha dichiarato il parere favorevole soltanto per l’emendamento n. 130 e contrario per tutte le altre proposte di modifica.

L’assessore del Personale, Gianmario Demuro, ha dichiarato il parere della Giunta conforme a quello del relatore.

Il presidente del Consiglio ha dunque posto in votazione gli emendamenti n. 12, 73 e 152 che non sono stati approvati dall’assemblea. Si è proceduto quindi con votazione elettronica palese all’emendamento 130, sostitutivo totale dell’articolo 1 (primo firmatario il capogruppo Pd, Pietro Cocco) con parere favorevole del relatore e della Giunta. Al termine della votazione il presidente Ganau ha proclamato l’esito: presenti: 52; votanti: 51; favorevoli: 34 e contrari 17.

Il presidente del Consiglio ha quindi dichiarato decaduto l’emendamento 74 ed ha posto in votazione il testo dell’articolo 1 che è stato approvato dall’Aula.

Il presidente ha proceduto con la votazione dell’emendamento n. 34. Sono intervenuti per dichiarazione di voto i consiglieri Paolo Truzzu (“FdI-Sardegna”) “favorevole” e il relatore della maggioranza Salvatore Demontis (Pd) “contrario”. L’emendamento 34 non è stato approvato (votanti: 52; favorevoli: 18; contrari: 34). Non è stato approvato neppure l’emendamento 168 (votanti: 52; favorevoli: 16; contrari: 36) mentre l’emendamento n. 72 è stato dichiarato inammissibile.

Il presidente del Consiglio ha quindi dichiarato aperta la discussione sull’articolo 2 “Modifiche all’articolo 13 della legge regionale n.31 del 1998 (Istituzione strutture)” e sugli emendamenti.

Il consigliere del Pd, Salvatore Demontis, ha spiegato che l’articolo 2 “delegifica le procedure d’istituzione, modifica e soppressione delle direzioni generali e dei servizi, attribuendo alla Giunta il compito di definire le linee fondamentali dell’organizzazione amministrativa regionale”. Demontis ha inoltre affermato che la previsione in legge del numero massimo delle direzioni generali, 24, deriva dal fatto che non è possibile stabilirne la riduzione prima della definizione della nuova pianta organica. Il relatore della maggioranza ha quindi sottolineato piena condivisione nella norma che pone in capo al presidente della Giunta la facoltà di stabilire le direzioni regionali e non già, come è attualmente, al Consiglio regionale che procede con apposita legge.

Il consigliere Mario Floris (Uds-Sardegna) si è detto negativamente “sorpreso” dalla “chiusura pregiudiziale” da parte della maggioranza verso i contributi migliorativi dell’intero Consiglio e anche per quelli che arrivano «da parte di chi da oltre quarant’anni si occupa dell’amministrazione regionale». Floris ha quindi ricordato la riforma sull’organizzazione regionale presentata nella passata Legislatura per poi affermare che «le norme gentili che vengono proposte oggi hanno un nome e un cognome in ciascuno degli articoli». L’ex presidente della Giunta ha quindi criticato la scelta dell’attuale maggioranza di governo di delegare al presidente della Regione anche “il numero delle direzioni regionali” ed ha espresso contrarietà per il mantenimento di 24 direzioni, proponendone 13 («una per la presidenza e una per ciascuno degli assessorati»).

Il consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, ha espresso il dubbio di una sottovalutazione dell’impatto che le norme del dl 72 avranno sull’intero sistema organizzativo regionale. Cherchi ha criticato la scelta della maggioranza di «voler procedere con le deleghe ai direttori generali e ai funzionari» di compiti che, a suo giudizio, devono restare in capo all’organo politico.

L’esponente dell’opposizione ha quindi rimarcato contrarietà per le 24 direzioni regionali e invitato l’Aula a ridurne sensibilmente il numero. Oscar Cherchi ha auspicato una sospensione dell’esame dell’articolo 2 ed ha definito “un gravissimo errore” quello di «delegare la funzione politica alla parte tecnica».

Stefano Tunis (Fi) ha ribadito le critiche all’impostazione del Dl 72 ed ha insistito sul fatto che la legge sembra voler «dare vita propria alla parte amministrativa regionale». Tunis ha inoltre sottolineato le difficoltà di applicazione e la inopportunità delle disposizioni riferite al direttore generale a cui vengono attribuiti anche compiti sulla gestione delle risorse umane.

L’esponente della minoranza ha definito il comma 7 dell’articolo 2 “troppo blando” nella determinazione del vincolo tra l’indirizzo politico e la direzione generale ed ha auspicato, in proposito, una positiva valutazione dell’emendamento n. 167.

Il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha quindi concesso la parola all’assessore Demuro per la replica della Giunta. Il responsabile del Personale nell’esecutivo Pigliaru ha dichiarato di rimettersi alle valutazioni del relatore di maggioranza.

Il relatore Demontis ha quindi dichiarato, su invito del presidente Ganau, il parere sugli emendamenti, esprimendo parere favorevole soltanto sull’emendamento 128 (sostitutivo parziale) primo firmatario il capogruppo Pd, Pietro Cocco.

Il presidente Ganau ha quindi proceduto con la messa in votazione degli emendamenti 13, 122 e 151 che non sono stati approvati con 32 voti contrari e 18 favorevoli.

Non approvati gli emendamenti n. 123 (18 favorevoli e 33 contrari); n. 125 (20 favorevoli e 30 contrari); n. 127 (19 favorevoli e 33 contrari); n. 117 (20 favorevoli e 33 contrari); n. 119 (20 favorevoli e 33 contrari); n.121 (19 favorevoli e 34 contrari); n. 111 (18 favorevoli e 30 contrari).

Il presidente del Consiglio ha posto in votazione l’emendamento 126 sul quale hanno formulato dichiarazione di voto i consiglieri Gianluigi Rubiu (favorevole) e Salvatore Demontis (Pd). L’Aula non ha quindi approvato l’emendamento n. 126 e l’emendamento 116.

In votazione con procedura elettronica gli emendamenti 68 e 167 non sono stati approvati (favorevoli 19 e contrari 31).

L’assemblea ha invece approvato (38 favorevoli e 13 contrari) l’emendamento 128 (parere favorevole del relatore e della Giunta) che sostituisce il punto 7 dell’articolo con la seguente dicitura: “I servizi sono istituiti, modificati o soppressi con decreto dell’assessore competente per materia, su proposta del direttore generale sulla base dei criteri stabiliti dalla Giunta regionale ai sensi del comma 6”.

Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione l’articolo 2 che è stato approvato con 32 favorevoli e 19 contrari. Non approvati gli emendamenti aggiuntivi n.124 (19 favorevoli e 33 contrari); n. 118 e n. 120.

Il presidente del Consiglio, ha quindi dichiarato aperta la discussione sull’articolo 3 “Inserimento dell’articolo 13 bis della legge regionale 31 del 1998 (Comitato di coordinamento delle direzioni generali)” e sugli emendamenti.

Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha definito il nuovo organismo previsto dal dl 72 «un parlamentino dei direttori generali, luogo in cui la nuova classe dominante si ritrova col presidente della Regione per decidere le priorità della Regione». Su questo, ha auspicato, «serve un meditato passo indietro; non si capisce che fine farebbero nel parlamentino le sintesi politiche raggiunte faticosamente nella maggioranza».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia) ha criticato la scelta di dare vita ad un organismo in cui vengono concentrate decisioni e competenze operative e strategiche. Ricordando un episodio della sua esperienza assessoriale, Cherchi ha raccontato di una riunione in cui, per accelerare le procedure interne relative alle autorizzazioni per impianti di energie rinnovabili, si organizzò una grande riunione con tutti i direttori generali, dove tutti si misero a disposizione per dare una mano autorizzando anche trasferimenti di personale. «Naturalmente – ha concluso – non venne trasferito nessuno, questo per dire il parlamentino che viene immaginato non serve a niente, anche perché il presidente convoca i direttori generale quando vuole».

Il consigliere Salvatore Demontis (Pd) ha detto che è sbagliato parlare di parlamentino, «è un organismo di coordinamento e non c’è cessione di poteri, si parla degli obiettivi trasversali ed interassessoriali sui quali gli stessi dirigenti saranno valutati, si stabilisce chi fa cosa e a quale valutazione sarà sottoposto». «Si sta parlando – ha precisato – degli obiettivi più importanti per una amministrazione, proprio che non vengono mai raggiunti e non si capisce mai di chi sia la responsabilità».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni ha ribadito la sua posizione contraria alle legge, che pure contiene alcune parti positive. Quest’articolo, ha affermato, «senza sulla togliere alla dirigenza non fa altro che codificare una cosa che può essere gestita in via amministrativa, con una delibera o un atto di indirizzo». «Se invece lo si vuole scrivere in una legge – ha avvertito – ho il dubbio che dietro ci sia una ragione nascosta, perché chi ha ricevuto un potere difficilmente lo restituisce, stiamo approvando ennesima norma rigida che non serve a niente».

Il capogruppo del Psd’Az Christian Solinas ha dichiarato che il provvedimento «dimostra tutti i rischi di una riforma che va per la sua strada trascurando il quadro di insieme; c’è già un passaggio della legge 1, in vigore, che attribuisce al Presidente l’unità di indirizzo politico della Giunta». «In altre parole –ha detto ancora Solinas – è sbagliato procedere a pezzi, ci saranno nell’ordinamento regionale due norme che dicono cose diametralmente opposte e la maggioranza non dovrebbe avere il timore di prendersi un po’ di tempo per migliorare il testo».

Il capogruppo di “Sardegna Vera” Efisio Arbau si è detto convinto che «il comitato va incontro ad una esigenza molto sentita coordinando la macchina amministrativa su obiettivi trasversali, quadro che si rafforza con altri articoli contenuti nella legge, fermo restando che la guida della Regione rimane all’organo politico».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha ironicamente corretto i colleghi Tunis e Cherchi sostenendo che, in realtà, «le ragioni di questa norma risiedono nella necessità di rispondere all’inadeguatezza della Giunta ed alla incapacità di alcuni assessori, serve in altre parole a supplire all’inadeguatezze dell’organo politico e a rafforzare la Giunta che ora riceve indirizzi e lavoro su una strada tracciata da altri,  segno di debolezza fisiologica».

L’assessore degli Affari generali Gianmario Demuro, intervenendo a nome della Giunta per la replica, ha tenuto a precisare che «l’indirizzo politico resta in capo all’organo di governo come previsto dall’art. 97 della Costituzione; il comitato di coordinamento è invece un intervento di tipo organizzativo incaricato di svolgere compiti operativi, uno strumento di maggiore collaborazione per affrontare questioni che non sono più settoriali ma devono essere inquadrate in un’ottica sistematica, proprio per garantire la migliore attuazione dei propri programmi politici».

Dopo aver acquisiti i pareri del relatore e della Giunta sugli emendamenti, entrambi contrari, il presidente ha messo in votazione l’emendamento n. 182, approvato, e quelli n. 14, 153 e 132, respinti. Subito dopo l’Aula ha approvato il testo dell’art. 3.

E’ quindi incominciata la discussione generale dell’art. 3/bis “Modifiche dell’articolo 14 della legge regionale 31 del 1989 (Posizioni dirigenziali di staff e ispettive)” e degli emendamenti.

Il relatore Salvatore Demontis (Pd) ha precisato che si tratta della definizione del contingente numerico dei cosiddetti “dirigenti ispettivi”, contingente che sarà rideterminato dal presidente della Giunta, di cui non si prevede aumento.

Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha affermato che occorre invece puntare alla riduzione di questo contingente ai minimi termini, per mettere a regime professionalità non sfruttate nel modo adeguato.

Il Consiglio ha poi respinto l’emendamento n.15 ed approvato il testo dell’articolo.

Al termine dello scrutinio il presidente ha avviato la discussione sull’art 4.

Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha definito il provvedimento «uno sforzo ingegneristico in cui si immagina un modo di contingentare il personale da qui a tre anni lavorando poi con obiettivi annuali; serve invece maggiore elasticità nella gestione delle risorse umane».

Il relatore Salvatore Demontis (Pd) ha tenuto a precisare che «si parla del programma triennale di fabbisogno del personale ma ha ovviamente una valenza annuale, è una procedura già in vigore nel sistema delle autonomie».

Non essendoci altri scritti a parlare e dopo aver acquisito i pareri sugli emendamenti del relatore e della Giunta, entrambi negativi, il presidente Ganau ha messo in votazione gli emendamenti presentati: l’Aula ha respinto gli emendamenti n. 16, 112, 154, 113 e 114.

Sul n.115 il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha dichiarato che «si tratta di rendere giustizia ai lavoratori dell’Ente Foreste che da anni svolgono mansioni superiori; prima dei concorsi e del riordino degli organici sarebbe opportuno un corso-concorso aperto ai dipendenti».

Il relatore Salvatore Demontis (Pd) ha chiarito che, in base agli accordi di maggioranza, «si è scelto di non introdurre nella legge contenuti che riguardano il personale, al quale si penserà dopo con un provvedimento specifico».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha ribadito la fondatezza scelta della maggioranza, anche perché occorre una riflessione molto attenta su una problematica giuridicamente molto complessa, anche per ciò che concerne la spesa.

L’emendamento 115, sottoposto al voto dell’Assemblea, è stato respinto.

Dopo lo scrutinio il Consiglio ha approvato il testo dell’art. 5.

Il presidente Ganau ha aperto la discussione sull’Articolo 5 “Inserimento dell’articolo 15 bis (Variazione dei contingenti organici delle direzioni generali)” e sugli emendamenti. Dopo il parere del relatore e della Giunta sugli emendamenti, il presidente ha messo in votazione testo dell’articolo che è stato approvato.

Sull’emendamento 8, bocciato dopo essere stato ritirato dal proponente Emilio Usula (Soberania e Indipendenzia) e fatto proprio dall’opposizione, c’è stata una lunga discussione. Il testo prevedeva di risolvere il problema del transito dalla categoria A alla categoria B per quei dipendenti che per anni hanno svolto mansioni superiori. Nella discussione sono intervenuti i rappresentanti della maggioranza: il proponente dell’emendamento Emilio Usula (capogruppo Soberania e Indipendentzia), Pietro Cocco (capogruppo Pd), Efisio Arbau (capogruppo Sardegna Vera), Daniele Cocco (capogruppo Sel), Roberto Desini (capogruppo Cd), Anna Maria Busia (Cd), Franco Sabatini (Pd) e Salvatore Demontis (Pd).

Gli esponenti della maggioranza, prima di tutti il proponente dell’emendamento, Emilio Usula, hanno spiegato di aver ritirato l’emendamento per evitare interventi spot sul personale, visto la Giunta ha l’obiettivo di presentare entro sei mesi un disegno di legge organico in materia di personale. La maggioranza ha annunciato un ordine del giorno che impegnerà l’esecutivo a rispettare il termine di sei mesi.

Per la minoranza sono intervenuti, Pietro Pittalis (capogruppo FI), che ha fatto suo l’emendamento ritirato dalla maggioranza, Stefano Tunis (FI), Oscar Cherchi (FI), Michele Cossa (Riformatori sardi), Alessandra Zedda (FI), Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia), Gianluigi Ribiu (capogruppo Udc), Christian Solinas (capogruppo Psd’Az), Mario Floris (Uds). Tutti hanno affermato che l’approvazione dell’emendamento era necessaria e urgente perché sarebbe andata a risolvere un caso noto da tempo di ingiustizia e che non c’era alcun bisogno di rinviare ancora a una futura legge organica sul personale. L’opposizione ha evidenziato che ci sono tante persone che aspettano da anni la risoluzione del problema. (eln)

Il presidente ha quindi messo in votazione l’emendamento n.69.

Per dichiarazione di voto, il consigliere Paolo Truzzu (Fdi-Sardegna) ha dichiarato il suo voto favorevole «perché -ha spiegato – si tratta di assicurare il transito di un contingente di lavoratori, composto da vincitori di concorso, dalla categoria C alla categoria D». Messo in votazione, l’emendamento è stato respinto dall’Aula che, subito dopo, ha respinto anche l’emendamento n. 158.

Successivamente, il presidente Ganau ha convocato la conferenza dei capigruppo e sospeso la seduta; i lavori sono ripresi nel pomeriggio, sempre sotto la presidenza del presidente Ganau. Dopo le formalità di rito, l’Assemblea ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la discussione generale sugli articoli e gli emendamenti all’art.6 del Dl 72/A – Giunta regionale –- Disposizioni urgenti in materia di organizzazione della Regione.

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha ricordato che l’Arpas ha presentato le mappe bio-climatiche della Sardegna, disegnando attraverso i fenomeni eco ambientali la Sardegna del futuro, ha invitato il presidente dell’Assemblea ad intervenire presso la Giunta per garantire che tutti i consiglieri regionali abbiano a disposizione quel documento

Il presidente ha assicurato il suo intervento ed ha comunicato, sulla base delle decisioni della conferenza dei capigruppo, che al termine dell’esame del DL 72 sarà esaminato un ordine del giorno in materia di contributi alle associazioni sportive non professionistiche.

Successivamente ha avviato la discussione sull’art.6 e, non essendoci iscritti a parlare, ha acquisito i pareri del relatore e della Giunta sugli emendamenti; entrambi hanno espresso parere contrario tranne per il n. 36 per cui si invita il proponente al ritiro.

Subito dopo l’Aula ha respinto tutti gli emendamenti presentati ed approvato il testo dell’art.6.

Sull’emendamento n.36 il consigliere Paolo Truzzu (Fdi-Sardegna) ha annunciato il suo voto favorevole «perché la definizione di un sistema-Regione appare lo strumento migliore per agevolare i processi di mobilità interna». Il relatore Salvatore Demontis (Pd) ha affermato che la proposta di ritiro nasceva proprio dalla considerazione che «il sistema-Regione è espressamente previsto dal disegno di legge in esame».

Messo in votazione, l’emendamento n. 36 è stato respinto.

Subito dopo, il presidente Ganau ha avviato la discussione dell’art.6/bis e, non essendoci iscritti a parlare, ha messo in votazione il testo dell’articolo, che è stato approvato.

Al termine di questa votazione, il presidente ha avviato la discussione dell’art.7 e, non essendoci iscritti a parlare, ha invitato il relatore e la Giunta ad esprimere il prescritto parere sugli emendamenti presentati. Entrambi hanno espresso parere negativo, fatta eccezione per il n. 131 ed il n. 129. L’Aula ha quindi proceduto alla votazione, respingendo gli emendamenti nn. 20, 81,149 e 169 approvando invece gli emendamenti n. 131 (Compiti del dirigente assegnato a studi e ricerche, Unità di progetto) e 129 (Equiparazione del trattamento economico dei coordinatori delle Unità di progetto, finalizzato al conseguimento degli obiettivi, al contratto di lavoro dell’area dirigenziale), quest’ultimo a scrutinio segreto con 30 voti favorevoli e 20 contrari.

L’Assemblea ha poi iniziato l’esame dell’art.8 con la discussione generale dell’articolo e degli emendamenti.

Il consigliere Giorgio Oppi (Udc) ha manifestato la sua meraviglia perché l’articolo «è l’unica norma sul Corpo Forestale mentre è opportuno che eventuali modifiche siano inserite nell’apposita legge di riforma; del resto stamattina la stessa maggioranza aveva detto che non dovevano esserci norme sul personale». «Siamo davanti ad una follia – ha protestato Oppi – non è mai successo che un dirigente della Regione andasse al vertice del corpo: se uno non ci ha mai lavorato non sa nemmeno di cosa si occupa, soprattutto per ciò che concerne il settore investigativo che opera per delega della magistratura». La vera svolta, ha continuato il consigliere, «sarebbe quella di portare il corpo sotto la competenza dello Stato, visto che è l’unico autonomo nel panorama regionale e costa alla Sardegna 30 milioni l’anno». «Quella che state facendo è una marchetta chiara e lo vedremo subito», ha concluso Oppi rivolto alla maggioranza annunciando con forza il suo voto contrario.

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi) ha iniziato il suo intervento dichiarando che il consigliere Oppi ha usato il termine migliore: «E’ una norma aberrante secondo la quale un dirigente esterno potrebbe ricoprire un ruolo in cui è previsto il requisito di ufficiale di polizia giudiziaria, compito delicatissimo riservato a figure altamente specializzate». E’impensabile, ha concluso Crisponi, «che anche che il miglior dirigente della Regione, in forza di una legge, possa ricoprire quella funzione al vertice di un esercito di 1400 uomini, è un percorso con fotografia, un articolo sbagliatissimo».

Il consigliere Alessandra Zedda (Forza Italia) ha condiviso le osservazioni contenute negli interventi precedenti, ricordando fra l’altro che «il ministro della Funzione pubblica Madia ha presentato un disegno di legge che va verso la riunificazione corpi di polizia per cui, in questo nuovo contesto, sarebbe davvero auspicabile riportare in capo allo Stato la competenza del corpo forestale». In ogni caso, ha proseguito, «è chiaro che nessuno, sia pure con grandi capacità, può avere conoscenze e competenze adatte in un contesto così speciale». Per quanto riguarda il nuovo regime che il testo prevede per le figure dirigenziali, secondo Zedda la strada maestra sarebbe quella di una progressiva diminuzione, fermo restando che «occorre prestare attenzione a quelle figure professionali dei cosiddetti facenti funzioni che, in molti casi, hanno sopperito a situazioni complesse mandando avanti l’attività dell’amministrazione regionale in tanti settori».

Il relatore della maggioranza, Salvatore Demontis (Pd) ha illustrato i contenuti dell’articolo 8 “modifiche all’articolo 28 della legge regionale 31 del 1998 (Attribuzioni delle funzioni dirigenziali)” sottolineando il fatto che la norma va nel segno della semplificazione e della continuità amministrativa con la possibilità di designazione dei dirigenti. Demontis ha evidenziato inoltre come oggi la figura del direttore generale sia da considerarsi alla stregua di un manager e quindi non è più necessario rivolgersi ad un esperto. Il riferimento vale, a giudizio del relatore indicato dalla commissione, per la disposizione contenuta nell’articolo 8 a proposito della possibilità di attribuire l’incarico di direttore generale del Corpo forestale e di vigilanza ambientale ai dirigenti dell’amministrazione regionale in possesso di comprovata professionalità ed esperienza nelle materie di competenza del Corpo forestale.

Il consigliere della maggioranza ha quindi rimarcato le misure di contenimento della spesa pubblica derivanti dalle disposizioni dell’articolo 8, in particolare per quanto attiene il divieto per gli enti e le agenzie regionali di compensi ai ruoli apicali superiori a quelli attribuiti ai direttori generali dell’amministrazione regionale. «Inoltre – ha spiegato Demontis – è previsto l’indirizzo per enti e agenzie ad istituire una sola posizione dirigenziale che deve svolgere anche le funzioni di direttore di servizio». A giudizio del consigliere del Pd va inoltre rimarcata la possibilità di revoca degli apicali al momento dell’insediamento della Giunta regionale.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha definito l’articolo 8 “il banco di prova per la maggioranza per dimostrare la sua credibilità in ordine all’inserimento nel Dl 72 di norme che riguardano il personale”. A giudizio del capogruppo della minoranza, infatti, la maggioranza contraddice se stessa e al punto d) dell’articolo 8 ha inserito proprio norme che riguardano il personale e che – stando alle dichiarazioni dei consiglieri del centrosinistra – dovrebbero essere oggetto di un apposita legge. «Se passano i contenuti dell’articolo 8 – ha incalzato Pittalis – allora non ci sono giustificazioni perché non possano essere approvati gli emendamenti riguardanti il personale dell’Ente foreste».

L’esponente del centrodestra ha quindi definito “un’operazione spericolata” la volontà della maggioranza di “assoggettare” il Corpo Forestale alla volontà politica invece che alla magistratura per quanto attiene i compiti che il corpo regionale svolge al servizio delle Procure. «Con l’articolo 8 – ha ammonito Pietro Pittalis – create i presupposti per la nomina di qualche dirigente regionale che avete già individuato ed in più puntate al controllo delle attività investigative del Corpo Forestale».

Pietro Pittalis ha concluso invitando il Consiglio a cassare l’articolo 8 del Dl 72.

Il capogruppo di “Sardegna Vera”, Efisio Arbau, ha rinunciato all’intervento ed il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, ha invitato il relatore di maggioranza a formulare il parere agli emendamenti presentati all’articolo 8.

Il relatore Salvatore Demontis (Pd) ha espresso parere favorevole agli emendamenti 134 e 137 e contrario per tutti gli altri. L’assessore Demuro ha dichiarato il parere della Giunta conforme a quello del relatore. Si è proceduto dunque con la votazione dell’emendamento 21 che non è stato approvato (17 favorevoli e 29 contrari) mentre con 30 voti a favori e 17 contrari è stato approvato l’emendamento sostitutivo parziale n. 134 (primo firmatario il capogruppo Pd, Pietro Cocco) in materia di attribuzione temporanea di funzioni, che sostituisce gli articoli 4 bis, 4 ter, 4 quater, 4 quinquiens della lettera d) dell’articolo 8 del Dl 72.

Il presidente del Consiglio ha dichiarato decaduti gli emendamenti nn. 164, 39 e 38 ed ha proceduto con la messa in votazione dell’articolo 8 che è stato approvato dall’Aula con 33 voti favorevoli e 18 contrari.

Il presidente Ganau ha posto in votazione l’emendamento aggiuntivo 105 che è non è stato approvato (17 favorevoli e 35 contrari) mentre è stato approvato con 34 favorevoli e 18 contrari, l’emendamento aggiuntivo n. 137 (primo firmatario il capogruppo Pd, Pietro Cocco) che all’articolo 8 dopo il comma 1 aggiunge il comma 1 bis che così recita: “Le disposizioni legislative o contrattuali che riconoscono un trattamento economico parametrato alla retribuzione di posizione prevista per le funzioni di dirigente con compiti di studio, ricerca e consulenza sono da intendersi riferite alla misura attualmente prevista dal contratto collettivo per la suddetta posizione”.

Il presidente ha aperto quindi la discussione sull’articolo 9 “Modifiche all’articolo 30 della legge regionale 31 del 1998 (Sostituzione dei direttori generali e dei direttori di servizio)” e agli emendamenti. Non essendoci iscritti a parlare il presidente ha invitato il relatore a formulare il pare sugli emendamenti presentati. Salvatore Demontis (Pd) ha espresso parere contrario per tutti gli emendamenti presentati all’articolo 9 (nn. 27, 95, 96 e 104) e la Giunta ha espresso parere conforme a quello del relatore. Con medesimo risultato (18 favorevoli e 34 contrari) non sono stati approvati gli emendamenti n. 27, 95, 96 e 104.

Il presidente Ganau ha posto in votazione l’intero articolo 9 che è stato approvato con 31 voti a favore e 20 contrari.

Il presidente Ganau ha dichiarato soppresso l’articolo 10 ed ha aperto al discussione dell’articolo 11 “Modifiche all’articolo 33 bis della legge regionale 31 del 1998 (Conferimento di funzioni dirigenziali presso altre amministrazioni)” e degli emendamenti. Non essendoci iscritti a parlare, il relatore della maggioranza, Salvatore Demontis (Pd) ha dichiarato parere contrario per l’unico emendamento presentato il n. 29. Parere conforme a quello del relatore è stato espresso dalla Giunta con l’assessore Demuro.

Verificato che l’unico emendamento presentato (il n. 29) è “soppressivo totale”, il presidente Ganau ha posto in votazione l’articolo 11 nella formulazione originaria del Dl 72. L’Aula ha quindi approvato l’articolo 11e il presidente Ganau ha dichiarato aperta la discussione all’articolo 12 “Sostituzione dell’articolo 39 della legge regionale 31 del 1998 (Variazione provvisoria delle dotazioni organiche, mobilità nel sistema Regione)” e degli emendamenti presentati. Non essendoci iscritti a paralare, il relatore Demontis ha espresso il parere sugli emendamenti, formulandolo positivo solo per gli emendamenti nn. 136, 5 e 4; contrario per tutti gli altri. La Giunta ha dichiarato parere conforme a quello del relatore. L’Aula non approvato gli emendamenti nn. 30 e 83; il n. 160 mentre ha approvato l’emendamento soppressivo parziale n. 136 (primo firmatario il capogruppo Pd, Pietro Cocco) che sopprime all’articolo 12, comma 1 il punto 1. Nelle successive votazioni non sono state approvati gli emendamenti nn. 98 e 107; i nn. 87 e 109.

Il presidente Ganau, a seguito dell’approvazione dell’emendamento 136 ha dichiarato decaduti gli emendamenti n. 166, 84, 86 e 108. Non approvato, invece, l’emendamento 82. Approvato, invece, l’emendamento sostitutivo parziale n. 5 (primo firmatario il consigliere Roberto Deriu, Pd) che così riformula il punto 3 del comma 1 dell’articolo 12: “L’assessore competente in materia di bilancio è autorizzato ad apportare con proprio decreto le necessarie variazioni compensative, anche fra diverse unità di voto del bilancio di previsione della Regione, ivi comprese quelle relative ai contributi di funzionamento di enti, agenzie e istituti, nei limiti delle spese per il personale conseguenti ai trasferimenti disposti in attuazione del presente articolo”.

Il presidente del Consiglio ha posto in votazione l’intero articolo 12 che è stato approvato ed ha proceduto con le votazioni degli emendamenti aggiuntivi. L’Aula ha approvato l’emendamento aggiuntivo n. 4 (primo firmatario il consigliere di Sel, Agus) che così recita: “Nel punto 2 del comma 1 dell’articolo 12 dopo la parola – complessiva – sono inserite le seguenti: – del sistema regionale -“.  Non approvati, invece, gli emendamenti 85, 40, 88 e 110, 51.

Il presidente Ganau ha dichiarato aperta la discussione sull’articolo 13 “Sostituzione dell’articolo 40 della legge regionale 31 del 1998 (Trasferimenti, assegnazioni e comandi, mobilità tra il sistema Regione e altre pubbliche amministrazioni)” e degli emendamenti presentati.

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha segnalato all’Aula l’emendamento n. 52 ed il presidente Ganau ha fatto presente che sarà discusso nel corso dell’esame dell’articolo 15 bis. Il capogruppo del Psd’Az. Christian Solinas, ha dichiarato voto favorevole all’emendamento di cui è presentatore, il n. 58.

Il relatore della maggioranza, Salvatore Demontis, ha espresso il parere favorevole solo per l’emendamento 138 e contrario per tutti gli altri emendamenti presentati. La Giunta ha dichiarato parare conforme a quello del relatore.

L’Aula con votazioni consecutive non ha approvato gli emendamenti: 31, 89, 99; 90 e 100; 91 e 101; 92 e 102. Il presidente Ganau ha dichiarato inammissibili i due emendamenti 93 e 103 e l’Aula ha approvato l’emendamento sostituivo parziale n. 138 (primo firmatario il capogruppo Pd, Pietro Cocco) che all’articolo 13, comma 1, sostituisce il punto 3 con la seguente dicitura: “I comandi di cui ai commi 1 e 2 sono attivati secondo i criteri stabiliti dalla Giunta regionale, sentiti i dipendenti interessati, con provvedimento del direttore competente in materia di personale in ciascuna amministrazione del sistema Regione”.

Il Consiglio ha quindi approvato l’intero articolo 13 e si è passato alla votazione degli emendamenti aggiuntivi.

Sull’emendamento 57, il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha dichiarato il voto a favore, mentre il consigliere Demontis ha ribadito il voto contrario. L’Aula non ha quindi approvato l’emendamento 57 e si è proceduto con le dichiarazioni di voto sull’emendamento 41, formulate dal consigliere Paolo Truzzu (Fdi-Sardegna): favorevole; e dal capogruppo dei Riformatori, Dedoni: favorevole. Il Consiglio non ha approvato l’emendamento n. 41 e con votazione a scrutinio elettronico (16 favorevoli e 34 contrari) non ha approvato l’emendamento 58.

Il presidente del Consiglio ha aperto la discussione sull’articolo 13 bis “Inserimento dell’articolo 40 bis della legge regionale 31 del 1998” e sugli emendamenti. Preso atto del ritiro dell’unico emendamento presentato all’articolo 13 bis, il presidente Ganau ha posto in votazione l’intero articolo che è stato approvato dall’Aula.

Il presidente Gianfranco Ganau ha aperto la discussione sull’articolo 14 “Modifiche all’articolo 27 della legge regionale n. 32 del 1988 sulla composizione degli uffici di gabinetto” e sugli emendamenti. Il primo consigliere a intervenire è stato Stefano Tunis (FI), il quale ha chiesto all’Aula un chiarimento su quale funzione debbano avere gli Uffici di gabinetto. Tunis ha ricordato che in Commissione è stata respinta all’unanimità la possibilità, prevista nel testo della Giunta, di aumentare i consulenti dell’Ufficio di gabinetto del presidente della Regione da due a tre. «Non vorrei che nel corso del dibattito, attraverso qualche emendamento, si riaprisse la porta all’aumento dei consulenti». Immediata la risposta del consigliere del Pd, Salvatore Demontis, il quale ha spiegato che il voto negativo in Commissione è stato dovuto a un difetto di comunicazione tra Giunta e Commissione. L’Esecutivo, ha spiegato Demontis, ha comunicato che il terzo consulente andrà all’ufficio di Roma, visto che il Servizio di Roma verrà soppresso. Quindi, per Demontis, non solo non c’è un aggravio di spese ma c’è un risparmio.

Ha dichiarato il voto a favore dell’articolo il consigliere Roberto Deriu (Pd), ma con riserva. L’esponente della maggioranza ha affermato che è fondamentale per l’attività del presidente della Regione che quest’ultimo possa scegliere il proprio staff. Devono essere in primo luogo  persone godono della fiducia del presidente, figure duttili e con competenze specifiche. «Dobbiamo riuscire a disegnare attorno al vertice politico un ufficio che lo aiuti a governare, a conoscere e a comandare». E ha concluso: «Il presidente si deve scegliere le persone che lo possano aiutarlo meglio a governare». D’accordo anche Attilio Dedoni (capogruppo Riformatori sardi) perché il presidente e gli assessori devono avere «una struttura di supporto quanto più qualificata possibile». Dedoni si è detto contrario al continuo utilizzo del comando, mentre è favorevole alla mobilità.

Il presidente ha dato poi la parola al capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis: «Non so se la maggioranza si sia resa conto di cosa stia approvando con l’articolo 14. Abbiamo un testo presentato dalla Giunta regionale che prevede tre consulenti, un testo esitato dalla Commissione che riporta a due i consulenti e tra gli emendamenti ce n’è uno che ripristina le tre unità. È un modo schizofrenico di agire». Pittalis ha dato ragione all’on. Deriu sul fatto che gli assessori e il presidente della Regione devono potersi scegliere lo staff e ha ricordato che  il punto 3 dell’articolo 14 dice che il personale dell’Ufficio di gabinetto è scelto tra i dipendenti del sistema Regione e che gli Uffici di gabinetto attuali, se passasse la norma, dovranno essere modificati.

In risposta al capogruppo Pittalis è intervenuto l’assessore Demuro, il quale ha rassicurato l’esponente dell’opposizione sul fatto che resta in vigore il comma 4 dell’articolo 27 della Legge regionale n. 32 del 26 agosto del 1998. Il comma prevede che “Il Capo di Gabinetto, il segretario particolare ed i consulenti che devono essere dotati di alta e specifica professionalità, possono essere scelti fra i funzionari in servizio presso altre amministrazioni pubbliche, da comandarsi presso l’Amministrazione regionale, o anche fra estranei all’Amministrazione regionale”.

Il presidente Ganau ha messo, quindi, in votazione l’emendamento sostitutivo parziale n. 135 (Pietro Cocco e più) che porta i consulenti del presidente della Regione da due a tre. L’emendamento è stato approvato con 29 voti favorevoli e 22 contrari. L’Aula ha poi approvato anche il testo dell’articolo 14.

Sull’emendamento 42 uguale al 173, che è stato bocciato, che prevedeva l’istituzione della vice dirigenza sono intervenuti Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia) e Alessandra Zedda (FI), presentatori del testo. Gli esponenti della minoranza hanno messo in evidenza l’importanza di questa nuova figura di supporto al dirigente, che renderebbe più efficiente l’amministrazione e più responsabilizzato il personale. La vice dirigenza, ha spiegato Zedda, esiste già a livello nazionale.

L’Assemblea ha poi iniziato l’esame dell’art.15.

Il relatore e la Giunta hanno espresso il parere su emendamenti, contrario tranne che per il n. 156 (Attività delle conferenze e servizio di Roma)

Non essendoci iscritti a parlare l’Aula ha respinto il n.24 ed ha approvato il testo dell’articolo 15. Successivamente sono stati respinti gli emendamenti nn. 47, 165, e 52.

Sull’emendamento n.53 il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha sottolineato che «si intende rendere giustizia a quanto hanno avuto un inquadramento dirigenziale dopo aver vinto un concorso, senza però veder riconosciuto il livello retributivo». L’emendamento è stato poi respinto, con 17 voti favorevoli e 32 contrari. A seguire sono stati respinti anche gli emendamenti n.140, 141, 142, 143, 144, 145 e 146.

Sull’emendamento n.156 il primo firmatario Anna Maria Busia (Sardegna Vera-Cd) ha annunciato il ritiro, precisando che «ci sono state date rassicurazioni che si interverrà sul punto con un atto amministrativo della Giunta ma è importante che se ne sia parlato». Gli uffici di Roma, ha ricordato, «sono di proprietà del Banco di Sardegna e costano circa 250.000 l’anno; è opportuno, nel quadro del contenimento delle spese, ridimensionare questa struttura anche perché i suoi compiti possono essere svolti utilmente dalla conferenza Stato-Regioni».

Il capogruppo di Forza Italia Pittalis ha comunicato di voler fare suo l’emendamento, riservandosi poi di decidere sul ritiro. «Siamo davanti – ha detto – ad una contraddizione incredibile, prima si aumentano i consulenti del presidente, poi si parla contenimento di spese: al contrario, penso che l’ufficio vada potenziato e rinforzato, perché in questi mesi è emerso che il ruolo della Regione deve contare soprattutto a Roma, nel rapporto con lo Stato». Pittalis ha infine annunciato il ritiro dell’emendamento, auspicando che si trovi il modo per affrontare la questione sotto ogni aspetto».

Sull’emendamento n. 43 il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi) ha espresso parere favorevole, perché «si prevede il recupero di una norma nazionale che assegna una riserva del 50% di posti nei concorsi pubblici al personale dipendente; questo non significa che si vincono i concorsi in modo surretizio ma la precedenza scatta solo se vince, sarebbe il riconoscimento di giuste aspirazioni per chi è entrato nell’amministrazione magari con un livello inferiore».

Messo in votazione, l’emendamento n.43 è stato respinto insieme al n. 170.

Il presidente Ganau ha quindi avviato la discussione dell’art. 15/bis e degli emendamenti.

Il consigliere Stefano Tunis (Forza Italia) ha messo l’accento sul fatto che «questa riforma, alla fine, è diventata il “cavallo di Troia” per arrivare al commissariamento delle Province, per il desiderio irrefrenabile di commissariare qualunque cosa». Dopo aver chiesto ai commissari di verificare tutto si comunica la loro sostituzione, un fatto su cui, secondo Tunis, «c’è persino poca letteratura giuridica; chiederemo ai nuovi se tutto va bene ma sarà dura sostenerlo davanti all’opinione pubblica».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha evidenziato che «dopo le  invettive sulla precedente amministrazione ora si chiude il cerchio: resterà solo qualche commissariato di polizia da commissariare». Dopo aver ripercorso l’iter di abolizione delle Province, Cossa ha affermato che ci si trova di fronte «ad una norma brutale che dà ai commissari un termine di 15 giorni per fare non si sa bene che facendo scattare poi la sostituzione o la conferma degli stessi commissari; è una norma che non sta in piedi, sarebbe stato molto più ragionevole indicare un termine vero che darebbe un senso ad una vera riforma delle autonomie locali».

Il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi) ha osservato che in poco tempo si è passati «dalla competenza al potere per evitare pasticci e migliorare la qualità dell’amministrazione, consolidata anche oggi dai continui richiami a leggi organiche, ad una pura follia giuridica». E’vero, ha riconosciuto, «che chi vince ha il diritto di governare, però commissariare i commissari è davvero troppo, questa legge è diventata lo strumento per commissariare i commissari sgraditi senza nemmeno salvare le apparenze, l’ennesima porcata».

Il consigliere Roberto Deriu (Pd), riprendendo la metafora del cavallo di Troia, ha affermato che in realtà manca il cavallo, mentre è vero che prima c’era Ponzio Pilato come ha detto il consigliere Cossa; «qui si vuole sostituire le gestioni provvisorie mettendo ordine in una situazione giuridica mostruosa e non si può accusare noi di sostituire i commissari se queste figure le avete inventate voi con i vostri podestà, noi stiamo ricostruendo un tessuto istituzionale profondamente lesionato».

Non essendoci altri iscritti a parlare, relatore e Giunta hanno espresso il parere sugli emendamenti, sempre negativo tranne che per il n. 133 “commissari per le gestioni provvisorie delle Province e modifica dell’articolo 4 della legge regionale 7 ottobre 2005, n. 13”.

L’Aula ha quindi respinto gli emendamenti n.44 e 54.

Sull’emendamento n.133 il capogruppo del Psd’Az Christian Solinas ha osservato che «per l’ennesima volta si cambia del tutto un articolo e, nel merito, occorre precisare il riferimento ai requisiti dei commissaria, che dovrebbero essere almeno dirigenti enti locali o ex segretari comunali, in coerenza con norme nazionali che vietano incarichi a pensionati».

Il presidente Ganau ha precisato che la legge richiede che i dirigenti in pensione prestino la loro opera per non più di un anno ed a titolo gratuito.

L’emendamento 133 è stato poi approvato con 33 voti favorevoli e 16 contrari.

Subito dopo è stato approvato il testo dell’articolo e, a seguire, sono stati respinti gli emendamenti n.163 (a scrutinio segreto, 22 favorevoli e 28 contrari) e n. 66.

Al termine di quest’ultima votazione è iniziata la discussione dell’art.15/ter.

Il consigliere Pier Mario Manca (Sardegna Vera) ha dichiarato di trovarsi «in grossa difficoltà nel dover esprimere un voto favorevole a questo articolo perché, se stralciamo le questioni del personale bisogna poi avere un trattamento uniforme e rispettare l’orientamento comune dei capigruppo». «Le mie remore sono intellettuali – ha chiarito Manca – ma anche dal punto di vista formale ho grossi dubbi; c’è un aumento di spesa nascosto, si sta derogando alla durata degli incarichi che non possono avere durata superiore ad un anno». Dopo aver aggiunto che «non si possono fare figli e figliastri», Manca ha annunciato che non parteciperà alla votazione.

Il consigliere Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi) ha osservato che «nella maggioranza qualcuno si rende conto di quanto sta succedendo, prima ha detto di voler procedere con una legge organica, poi si è arrivati a questo capolavoro di fantasia, con stabilizzazioni mascherate e personale trattato perfino meglio di quello in ruolo». «Da una parte – ha riconosciuto Truzzu – si vuole ovviare ad un problema ma di questi problemi ce ne sono a centinaia; se si apre questa porta generazioni di giovani sardi non avranno nemmeno la possibilità di provare a fare un concorso».

Il capogruppo di Sardegna Vera, Efisio Arbau, ha dichiarato che la posizione di Manca evidenzia una obiezione vera, anche se «sulla questione specifica va precisato che non è una stabilizzazione né una eccezione alle deroghe; c’è un gruppo di ragazzi che regge di fatto l’assessorato dell’Urbanistica, un gruppo che non potrebbe più lavorare mancando tutti gli obiettivi della Regione». Resta comunque, ha concluso Arbau, «l’impegno previsto nell’ordine del giorno ad intervenire sul personale in modo organico, in modo che tutti abbiano risposte».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha ricordato che si è parlato più volte del problema, anche in fase di assestamento. «La realtà dell’assessorato dell’Urbanistica – ha continuato – è che quel gruppo di lavoro fornisce assistenza ai Comuni per i Puc, alla Regione per la legge edilizia e urbanistica, alla nuova stesura del Ppr». Solinas ha poi negato che si tratti di una stabilizzazione: «Si conclude un percorso con cui si possono dare risposte alla Sardegna».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha ammesso che «si sta parlando di professionalità di alto livello che sono necessarie, tuttavia resta il problema del metodo perché i trattamenti diversi ci sono eccome». «Se l’amministrazione regionale ha problemi – ha affermato – vanno risolti tutti al di là della volontà della maggioranza, avremo creato meno errori e creato meno aspettative mentre si poteva e si doveva fare molto meglio».

Il capogruppo di Forza Italia Pittalis ha detto «che non può passare inosservato l’atteggiamento a corrente alternata della maggioranza e Manca ha fatto bene ad evidenziarlo: quella del personale regionale dipendente o precario è un problema che non può essere trattato usando due pesi e due misure». «Non sono in discussione – ha proseguito – ruolo, funzione ed utilità del gruppo di lavoro, ma il metodo è censurabile, qui ci sono 840.000 euro per alcuni e niente per altri, a cominciare dai lavoratori dell’Ente foreste che hanno gli stessi diritti».

Al termine della discussione, relatore e Giunta hanno espresso parere contrario sull’unico emendamento presentato, il n. 45.

Il primo firmatario dell’emendamento Paolo Truzzu (Sardegna-Fdi) ha tenuto a precisare che «non è in discussione la qualità persone, il loro ruolo ed i loro e compiti: non si parla dei singoli ma del metodo e se sarà sempre questo non risolveremo mai nulla».

L’emendamento è stato respinto dall’Aula e, successivamente, è stato approvato il testo dell’art.15/ter con 31 voti a favore, 3 contrari e 14 astenuti.

Sull’articolo 15 quater (piano per il superamento del precariato) e sull’emendamento 159 sull’ente foreste (bocciato),  sono intervenuti, anche più volte, i consiglieri Peru (Forza Italia Sardegna), Antonio Solinas ( Pd), Demontis (Pd), Lotto (Pd), Daniele Cocco (Sel), Arbau (Sardegna Vera), Dedoni (Riformatori sardi), Pittalis (Forza Italia Sardegna) che ha annunciato la presentazione di un’interrogazione urgente sulla situazione dell’ente foreste.

In rapida successione sono stati approvati gli articoli 15 quater, il 16, il 16 bis, il 16 ter, il 16 quater e il 16 quinquies.

Sull’articolo 16  sexies, e sugli emendamenti presentati, sono intervenuti: Cristian Solinas (Psd’az), Paolo Truzzu (Sardegna), Attilio Dedoni (Riformatori sardi). L’articolo è stato approvato.

Sull’emendamento 157, presentato dalla consigliera Busia e fatto proprio da Pietro Pittalis sono intervenuti, oltre al capogruppo di Forza Italia Sardegna, Pietro Cocco (Pd). L’emendamento è stato bocciato.

Sull’articolo 17 e sugli emendamenti sono intervenuti Stefano Tunis (Forza Italia Sardegna), Salvatore Demontis (Pd), Approvato il testo dell’articolo e l’emendamento 7 (Busia e più) che aggiunge un articolo che prevede l’entrata in vigore della legge nel giorno della pubblicazione sul Buras.

L’aula ha approvato anche tre ordini del giorno. Il primo (Pietro Cocco e più) sull’equiparazione giuridica e retributiva del Comparto unico di contrattazione collettiva della Regione e degli enti locali, istituito dall’articolo 12 della legge regionale 9/2006.

Questo odg impegna la giunta regionale ad adottare entro 120 giorni dall’approvazione dell’ordine del giorno, con propria deliberazione, su proposta dell’assessore degli affari generali, previo parere della commissione competente, le linee guida per l’equiparazione dei trattamenti retributivi del personale del Comparto unico di contrattazione collettiva della Regione e degli enti locali, istituito ai sensi dell’articolo 12 della legge regionale 9/2006, in armonia con i principi che regolano il lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche e nel rispetto delle norme sull’ordinamento degli enti locali.

Il secondo ordine del giorno approvato (Arbau e più) riguarda l’opportunità di affrontare e definire tutte le situazioni relative al personale del sistema Regione. In particolare questo documento impegna la giunta regionale a predisporre, entro sei mesi, un apposito disegno di legge sul personale che affronti e risolva le questioni solevate in materia di personale durante la discussione sul DL n. 72. L’esecutivo, inoltre deve garantire, nell’applicazione del DL 72, la prosecuzione di importanti funzioni, assicurando la continuità lavorativa del personale precario coinvolto. La Giunta è stata anche impegnata a emanare direttive precise all’Ente foreste per attivare immediatamente la procedura ad evidenza pubblica che risolva alla radice, ed in tempi rapidi, la questione attinente alle assegnazioni temporanee di mansioni superiori. Il terzo ordine del giorno approvato, che è stato illustrato da Alessandra Zedda) riguarda la Croce Rossa italiana che sarà posta in liquidazione dal primo gennaio 2015. L’ordine del giorno impegna il presidente della Regione a porre in essere tutte le azioni necessarie anche per rispettare il profilo pubblico dell’ente e per salvare i livelli occupativi inserendo i militari della Sardegna in una lista di esaurimento per essere destinati alla protezione civile o ad un coinvolgimento per il servizio del 118.

Per dichiarazione di voto sul DL 72 sono intervenuti: Pietro Pittalis (Forza Italia Sardegna) che ha espresso voto contrario perché non si sono applicati criteri uguali per tutti. Michele Cossa (Riformatori Sardi) ha parlato di legge negativa perché inquinata da norme intruse. Agus ha espresso, invece, voto a favore. Si tratta di una legge importante che apre un processo di riforma ed è un primo tassello di un puzzle complicato. Pietro Cocco (Pd) ha espresso un parere favorevole sulla legge e ha detto che la riorganizzazione della Regione è un tema che si è affrontato da tempo, ma nessuno ha mai risolto il problema. Noi abbiamo fatto un primo passo. Questa legge è l’inizio di un percorso. Per Arbau (Sardegna Vera) si tratta di una buona legge. E’ stata l’ennesima prova per questa maggioranza superata con intelligenza. Ma questa tecnica legislativa di stravolgere l’attività fatta in commissione in Consiglio, non funziona più. Il DL 72 è stato approvato (votanti 46, sì 32, no 14). 

Pl 141 (Pietro Cocco e più) “Interventi straordinari per la promozione della pratica sportiva a sostegno delle associazioni sportive dilettantistiche per la partecipazione ai campionati nazionali e europei”

Il presidente Ganau ha annunciato quindi la presentazione per la discussione in Consiglio con la procedura d’urgenza di cui all’articolo 102 del regolamento, della Pl 141, siglata da tutti i capigruppo, primo firmatario Pietro Cocco (Pd), dal titolo: “Interventi straordinari per la promozione della pratica sportiva a sostegno delle associazioni sportive dilettantistiche per la partecipazione ai campionati nazionali e europei”.

Il consigliere del Pd, Luigi Ruggeri, ha chiesto la sospensione dell’esame del Dl 141 e il rinvio del testo in commissione, definendo la proposta “invotabile”.

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha chiesto una breve sospensione dei lavori che il presidente Ganau ha accordato.

Alla ripresa, il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha dichiarato di accogliere l’invito del collega di gruppo Ruggeri per il rinvio del testo in commissione.

Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, si è detto “basito” per la decisione comunicata dal capogruppo dei democratici ed ha definito un’autentica “sconfessione” quella ricevuta da Pietro Cocco. «Ma il punto non è questo – ha aggiunto l’esponente dell’opposizione – ma il rischio concreto dei fallimenti che si fa correre alle società dilettantistiche dello sport isolano».

Pittalis ha invitato il gruppo del Pd ed i consiglieri della maggioranza a procedere con l’esame della Pl 141, evidenziando come sia frutto di un’intesa tra tutti i capigruppo del Consiglio regionale. «Se così non sarà – ha concluso Pittalis – non firmeremo più alcuna procedura d’urgenza con il ricorso all’articolo 102 del regolamento».

Il consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, ha definito un “simpatico siparietto” quello andato in scena in seno al gruppo del Pd ma si è detto pronto a “sfilarsi” dal voto sulla Pl 141 seppure in autonomia rispetto al suo gruppo e alla minoranza. Crisponi ha lamentato una scarsa azione a difesa delle sponsorizzazioni di società che competono tra i professionisti, facendo esplicito riferimento alla revoca delle sponsorizzazioni di “Sardegna promozione” alle squadre del Cagliari calcio e alla Dinamo basket.

La consigliera del Centro democratico, Anna Maria Busia, ha invitato alla prudenza e ha dichiarato di condividere le perplessità e le richieste avanzate dal consigliere Ruggeri per la sospensione dell’esame della Pl 141. «Lo sport è importante – ha conclusa la consigliera della maggioranza – e gli accordi tra capigruppo vanno rispettati ma le emergenze della Sardegna sono altre». Il presidente del Consiglio ha quindi posto in votazione per alzata di mano la pregiudiziale avanzata dal consigliere Luigi Ruggeri che è stata approvata dall’Aula.

Il presidente ha quindi dichiarati conclusi i lavori ed ha comunicato che il Consiglio sarà convocato al domicilio.

Consiglio regionale 1 copia

Il Consiglio regionale ha concluso la discussione generale sul Dl 72 “Disposizioni urgenti in materia di organizzazione della Regione” e ha approvato con 26 voti a favore e 17 contrari il passaggio agli articoli. I lavori riprenderanno mercoledì, 19 novembre.
Il presidente Ganau, in apertura di seduta, ha chiesto all’Aula un minuto di silenzio per commemorare le vittime della strage di Nassiriya, un attentato contro la base “Maestrale” in cui persero la vita 28 persone, 19 italiani e 9 iracheni e rimasero feriti 19 carabinieri e un civile. Non tornarono dalle loro famiglie 12 carabinieri, 5 militari dell’esercito e due civili italiani. Il presidente ha ricordato che quello di Nassiriya è stato il più grave attacco alle truppe italiane dalla Seconda guerra mondiale ed ha sottolineato che la pace è l’obiettivo che l’Italia e l’Europa devono perseguire.
Dopo la commemorazione dei caduti, il presidente ha aperto la discussione generale sul Disegno di legge della Giunta regionale su “Disposizioni urgenti in materia di organizzazione della Regione”.
Sull’ordine dei lavori sono intervenuti i consiglieri di minoranza Marco Tedde, Stefano Tunis, di Forza Italia, Attilio Dedoni (Riformatori sardi), Mario Floris (Uds), Gianluigi Rubiu (Udc) hanno chiesto di rinviare la discussione perché il clima teso, la complessità del disegno di legge e il fatto che è stato modificato e approvato dalla Prima commissione questa mattina, non consente alla minoranza di elaborare gli emendamenti. Il presidente ha ricordato che il testo non è stato modificato in maniera sostanziale, stamattina, e che era stato deciso in conferenza di capigruppo di proseguire oggi con l’esame del provvedimento. Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, si è detto contrario alla sospensione del provvedimento: «Non è sufficiente dire che non c’è il clima adatto. Abbiamo il dovere di intervenire sulla materia. Invito i colleghi di opposizione ad essere ligi al loro dovere». Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha quindi chiesto al presidente Ganau la convocazione di una Conferenza dei capigruppo per valutare le esigenze della minoranza, vista la buona disponibilità dell’opposizione che stamattina ha evitato di chiedere i cinque giorni previsti per le relazioni consentendo al testo di arrivare subito in Aula. «La proposta – ha spiegato Pittalis – è quella di fare la discussione generale, ma dare tempo a chi deve presentare gli emendamenti».
Il presidente ha sospeso i lavori e convocato i capigruppo. Alla ripresa dei lavori, il presidente Ganau ha annunciato che domani l’Aula proseguirà la discussione generale sul DL 72, gli emendamenti potranno essere presentati entro le 10.00 di martedì prossimo, 18 novembre. Alle 16,30 poi si riunirà la Prima commissione per l’esame degli emendamenti. Il Consiglio si riunirà poi mercoledì e, se necessario, giovedì per l’esame degli articoli e degli emendamenti.
Il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza, Salvatore Demontis (Pd), il quale ha evidenziato che il testo esitato presenta molti elementi innovativi rispetto alla prima stesura della Giunta. Si tratta – ha spiegato – di un primo tassello di una riforma più ampia del Sistema Regione, passando da una impostazione formale a manageriale, ossia sostanziale. «Vorremo passare da una Regione basata sulla produzione di atti, secondo il modello tipico degli anni ’90, a un’amministrazione basata sui risultati. Una pubblica amministrazione basata sugli anni ‘90 non solo scoraggia i cittadini ma anche gli investitori privati». La Regione così com’è funziona male a prescindere da chi la governa, ha spiegato Demontis. «Spesso, infatti, la classe politica non traduce le linee di mandato in obiettivi strategici chiari», e ha aggiunto, «insomma non viene attuato il ciclo di programmazione, gestione e controllo, oggi chiamato comunemente “ciclo delle performances”». «Da qui l’esigenza  – ha spiegato – di una macrostruttura sul “modello per missione”, quindi strutture che nascono “attorno” agli obbiettivi strategici di mandato, le “missioni” appunto, con le strutture che nascono in base agli obiettivi strategici e non il contrario». Tra gli obiettivi fondamentali: la creazione del Sistema regione, con mobilità volontaria interna, la  valutazione delle performance, con una migliore ottimizzazione del lavoro in Regione con una maggiore valorizzazione del personale.
«Sia la mobilità all’interno del Sistema Regione che la delegificazione sulle direzioni generali, ad oggi disciplinate invece per legge, sono propedeutiche alla modifica della legge n. 1 del 1977 e quindi della macrostruttura. Questo è l’obiettivo politico che si intende raggiungere. I servizi sono invece istituiti, modificati o soppressi dal direttore generale che poi dovrà però rispondere dei risultati raggiunti». Demontis ha poi spiegato che «spetterà al presidente della Regione presiedere il Comitato di coordinamento delle direzioni generali al fine di raggiungere gli obiettivi strategici trasversali. L’articolo 6 bis elimina le posizioni funzionali dirigenziali con compiti di studio, ricerca e consulenza che possono essere svolte da funzionari del Sistema Regione. Non occorre essere dirigenti». Il testo prevede inoltre l’introduzione della continuità amministrativa.
Il presidente, terminati i dieci minuti a disposizione del relatore, ha dato la parola al consigliere di Forza Italia, Stefano Tunis, in qualità di relatore di minoranza. Tunis ha spiegato ai colleghi che «abbiamo fatto un lavoro difficile all’interno della Prima commissione. Abbiamo lavorato articolo per articolo, inserendoli in una valutazione di sistema». Il consigliere di Forza Italia ha espresso rammarico per la visione che non mette la politica al centro dell’azione di governo, svincolandola dalla burocrazia, «ma si sta cercando una soluzione per dire che il sistema amministrativo e burocratico può vivere a dispetto dalla politica». L’assessore ha detto che va privilegiato l’efficacia della decisione. Per Tunis è un disegno non ricevibile da chi ha preso l’impegno con i cittadini e che ha visto ricoprire i più importanti incarichi di governo da persone prive del mandato dei cittadini. «Questo testo – ha aggiunto – è stato corretto nelle parti dove dava il colpo di grazia alla politica della Regione». La maggioranza sbaglia, secondo Tunis, ad andare avanti su un testo che è stato stravolto e ha esortato la Giunta e la maggioranza a dire esattamente cosa vuol fare: riaffermare il ruolo della politica o abdicare. «Vi chiedo di fare un passo indietro».
Il consigliere Marcello Orrù (Psd’Az) ha osservato che l’intento del provvedimento è apprezzabile ma fa emergere, a suo avviso, numerose perplessità. Già la legge Bassanini, ha osservato, «prevedeva la valutazione indipendente sull’operato della dirigenza, strumento che ha prodotto buoni risultati, così come il coordinamento dei dirigenti non è una novità, anzi mi stupisce che la Regione ci arrivi solo ora». Giusto, a parere di Orrù, «anche il tetto alle direzioni generali ma la Giunta ha accentrato il 30% delle direzioni nelle sue mani ed anche tutti gli interventi di accorpamento e soppressione superando il ruolo del Consiglio». Si tratta di un modo di procedere, ha continuato il consigliere sardista, «simile ad una “dittatura” del presidente e della Giunta, di questo passo l’Assemblea non potrà far altro che discutere mozioni e interpellanze e non conterà più nulla». Orrù, in conclusione, ha manifestato dubbi su «operazioni che potrebbero tradursi in favori rivolte a singole carriere anche esterne; nel complesso la valutazione sul provvedimento è negativa perché non c’è niente di rivoluzionario».
Il consigliere Mario Floris (Sardegna) ha affermato che «parlare in quest’Aula diventa sempre più difficile se non inutile ed il provvedimento in esame non appare rispondente ai bisogni sia dell’amministrazione che dei cittadini». «In questi decenni – ha ricordato – si è detto che la burocrazia ha avuto uno sviluppo abnorme a danno dell’efficienza dell’azione amministrativa e io stesso, da assessore, ho presentato un disegno di legge organico che purtroppo è andato perduto però, al di là dei titoli ad effetto, questo testo non fa altro che riproporre il decreto Brunetta: sarebbe stato più dignitoso limitarsi ad affermare che anche in Sardegna trova applicazione quel decreto». Nel merito, secondo Floris, «contiene un ulteriore svuotamento dei poteri del Consiglio ed ha un impianto verticistico; si va verso una Regione dirigenziale, senza parlare del resto del personale». Per il consigliere Floris, inoltre, «non sussistono motivi di urgenza, dato che molte decisioni possono essere adottate già oggi a legislazione vigente». Piuttosto, ha sostenuto ancora Floris avviandosi alla conclusione, «dobbiamo chiederci quale Regione vogliamo per la Sardegna di domani; da una parte registriamo una forte vocazione centralista dello Stato, dall’altra non possiamo sostenere noi, in Sardegna, un nuovo centralismo burocratico». Il problema, ha detto infine, «è tracciare un confine fra quello che deve fare la politica e ciò che devono fare i tecnici, altrimenti facciamo come Renzi e trasformiamo il Consiglio in un organismo di secondo livello come il nuovo Senato».
Il consigliere Francesco Agus (Sel) ha dichiarato che, a suo giudizio, «le differenze di opinione sono il sale della democrazia ma quello delle riforme deve essere un terreno comune per intervenire sul rapporto deteriorato fra istituzioni e cittadini, nel quadro di una consapevolezza che ha caratterizzato l’atteggiamento dell’opposizione in commissione, sempre propositivo e costruttivo». C’è una preoccupante tendenza centralista dello Stato, ha proseguito Agus, «mentre al contrario le funzioni delle Regioni vanno ampliate ma a patto di migliorare il rapporto fra queste istituzioni ed i cittadini, riconoscendo i nostri errori e lavorando da subito per difendere le nostre istituzioni». La nuova Regione e, soprattutto, gli uffici regionali devono semplificare la vita di famiglie e persone senza lasciare nessuno indietro, ha ammonito il consigliere di Sel, «ma non si faccia l’errore di considerare il testo una riforma a se stante, è solo l’inizio di un percorso più ampio di riforma dell’amministrazione regionale, che passa attraverso la riforma della 31 e del sistema degli Enti locali come del personale, perché oggi il sistema non regge più e vive di soluzioni temporanee rese definitive senza una vera programmazione». «Diciamo basta a rendite di posizione e veti incrociati – ha esortato Agus – perché solo così potremo recuperare il rapporto con i cittadini oggi profondamente logorato, anche da un processo nazionale che ha tolto e non ha dato frutti; seguiamo una strada diversa e questo testo, pur non risolvendo tutto, crea le condizioni per un percorso virtuoso, senza alibi, che privilegia meritocrazia e responsabilità».
Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha detto che il testo di legge l’ha ricevuto poche ore fa, alle 15 e 14 ma che anche da una prima lettura si è reso conto che, nonostante il titolo: “Disposizioni urgenti i materia di organizzazione della Regione”, non si tratta certo di una riforma. Per l’esponente dei Riformatori, invece, è necessaria una riforma seria e concreta, calata nel reale.
Per Gianluigi Rubiu (Udc) questo DL mina in maniera inequivocabile il potere degli enti a favore della Giunta regionale. Si tratta di un nuovo “Regime-Regione”. L’esecutivo – secondo Rubiu – acquista il potere decisionale su tutto. Insomma, una sorta di  “Commissariamento della politica”. Il capogruppo dell’Udc ha detto di essere favorevole ai principi che sono alla base di questo provvedimento ma  non condivide le azioni previste in questo testo. I dirigenti, infatti,  sembrano le “pedine di una scacchiera” che possono essere spostate a piacimento dal politico di turno.
Alessandra Zedda (Forza Italia Sardegna) ha detto che queste norme non attuano nessuna riforma dell’organizzazione della Regione. Si sta procedendo con una piccola manutenzione quando si ha bisogno  di una sonora ristrutturazione. Per Alessandra Zedda era necessario partire dall’analisi della legge 1 per attuare una vera riforma. Questo non è stato fatto e si sta  perdendo un’altra occasione. Per l’ex assessore al bilancio non c’è nulla di così urgente, c’è tutto il tempo per fare una riforma compiuta che snellisca realmente le procedure.
L’assessore degli Affari generali, Gianmario Demuro, iniziando il suo intervento, ha detto che «molte riforme di cui ha parlato il Consiglio fanno parte del programma di legislatura ed il disegno di legge, infatti, si limita ad intervenire su alcuni punti strategici «per far funzionare la macchina mentre la si riforma». Il primo degli elementi di fondo del provvedimento, ha sostenuto, è quello della mobilità, «cioè dare ai dipendenti la possibilità di spostarsi secondo le loro attitudini e le loro aspettative di miglioramento in modo da dare più valore all’amministrazione».
Finora, ha osservato Demuro, la mobilità «è stata un qualcosa di straordinario, in parte anche per la complessità di una macchina regionale composta da 23 controllate, 57 enti, 198 dirigenti, 136 servizi e 26 direzioni generali, dove non è ancora disponibile una “banca dati” delle competenze, per sapere dove sono le risorse umane della Regione, cosa fanno e cosa potrebbero fare di meglio». Poi, secondo elemento, la valutazione di “perfomance”; «E’ vero che ci sono norme nazionali in vigore da anni – ha sostenuto l’assessore – ma la Regione è rimasta come in una “bolla” separata dal mondo esterno, mentre il corretto uso delle risorse pubbliche è elemento chiave per restituire al cittadino ciò che dà attraverso le tasse». Inoltre, altro obiettivo strategico è la riorganizzazione «perché qualunque cosa, nella nostra Regione, ha una norma che la riguarda e questo ostacola il funzionamento dell’amministrazione; il Consiglio, in particolare, deve riappropriarsi di un ruolo di grande programmazione rivolto al futuro, a difesa della democrazia regionale e della funzione della rappresentanza». Di fronte a questo scenario, ha detto ancora l’assessore Demuro, «è necessario intervenire con strumenti semplici come il numero delle direzioni e dei servizi, di ciò che serve per far funzionare la macchina; questo non significa affatto mettere da parte le riforme di grande respiro ma agire concretamente per risolvere problemi da tempo nascosti, per risparmiare risorse e migliorare l’efficacia dell’azione amministrativa e darle una dimensione orizzontale, posto che i problemi non solo riferiti ad una materia ma talmente complessi da richiedere un approccio interdisciplinare».
Dopo l’intervento dell’assessore, il presidente ha aperto la fase delle dichiarazioni voto sul passaggio agli articoli.
Il consigliere Mario Floris (Sardegna) ha affermato di condividere lo schema generale illustrato dall’assessore e, in particolare, il riferimento al ruolo del Consiglio come luogo di “alta programmazione” ma, ha osservato, «emergono una serie di contraddizioni fra il testo licenziato dalla commissione e quello originario della Giunta, una su tutte riguarda le stabilizzazioni del personale precario che vengono ora rinviate al 31 dicembre 2016: queste sono le cose reali cui si deve rispondere, il mio voto sarà contrario».
Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli del DL 72, che l’Aula ha approvato con 26 voti favorevoli e 17 contrari. Subito dopo, ha dichiarato chiusa la seduta, comunicando che il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per martedì, 18 novembre, alle 10.00, mentre la Commissione si riunirà per esaminarli nella stessa giornata di martedì ma alle 16.30.
I lavori del Consiglio, infine, riprenderanno mercoledì 19 novembre, alle 10.00.

Ospedale Brotzu Cagliari 3

Ospedale Microcitemico copia

Il Consiglio regionale ha approvato, con 32 voti favorevoli, la proposta di legge 71/A “Norme urgenti per la riforma del sistema sanitario regionale”. 

L’Assemblea ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno, con la discussione degli emendamenti relativi all’art. 6. Il presidente, Gianfranco Ganau, ha poi comunicato che gli emendamenti relativi al numero delle Asl ed al commissariamento delle aziende saranno esaminati e votati in modo organico secondo un ordine che sarà comunicato a tutti i consiglieri.

Il relatore del provvedimento Luigi Ruggeri (Pd) ha espresso il parare negativo su tutti gli emendamenti presentati all’art. 6, fatta eccezione per il n. 89 “condizionato”, il n. 370, il n.368 ed il n. 373.

La Giunta, con l’assessore della Sanità Luigi Arru, ha espresso parere conforme. Il presidente Ganau ha aperto il dibattito generale sull’articolo 6. Non essendoci iscritti, ha messo in votazione l’articolo e gli emendamenti.

Sull’articolo 6 e sugli emendamenti, per dichiarazione di voto, sono intervenuti anche più volte: Alessandra Zedda (Forza Italia Sardegna) che ha detto che non si tratta di una riforma compiuta delle Asl ma solo  di  un “assalto alla diligenza”. Questa legge è una legge dei rinvii. Michele Cossa (Riformatori sardi) ha annunciato il voto favorevole agli emendamenti soppressivi all’articolo 6. Anche per Cossa non si tratta di una vera riforma sanitaria ma si tratta di un provvedimento frammentario che introduce solo elementi di confusione. Sull’emendamento 203 (Liste d’attesa) Cossa ha chiesto un intervento immediato da parte della giunta e della maggioranza. Edoardo Tocco (Forza Italia Sardegna) ha parlato di fretta incredibile nel voler commissariare le Asl. Sarebbe opportuno, invece,  evitare il commissariamento e allentare la fretta sui commissariamenti. Ignazio Locci (Forza Italia Sardegna) ha detto che le Asl in realtà sono state commissariate già da tempo, di fatto nel marzo 2014, con una delibera dell’assessore che ha legato le mani alle aziende sanitarie locali. Questo articolo 6 è una “ricetta confusa” che getterà la sanità sarda nel caos.

Sull’emendamento 370 Locci ha detto che con l’approvazione di questa legge si trasformeranno le strutture ospedaliere in un “non si sa cosa” con inevitabile perdita di posti di lavoro.    Marco Tedde (Forza Italia Sardegna) ha detto che questo articolo 6 è un “mostro”. Ha contestato la tecnica legislativa secondo la quale  in aula snatura totalmente, con gli emendamenti, il testo approvato in commissione. Anche per Tedde con il testo in esame si attua un secondo commissariamento. «Vogliamo – ha chiesto – riqualificare la sanità o nominare commissari?» L’esponente di Forza Italia sull’emendamento 370 ha chiesto di rivederlo perché genera solo errori. Giorgio Oppi (Udc)  ha chiesto maggiore chiarezza sul numero dei posti letto. Oscar Cherchi (Forza Italia Sardegna) ha chiesto quanti saranno gli ospedali di comunità. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha detto che per una riforma seria bisogna dare efficienza ed efficacia all’azione amministrativa per dare risposte ai cittadini.

E’ stato approvato l’emendamento 370  (organizzazione degli ospedali di comunità) e il testo dell’articolo 6.

Il presidente ha dato la parola ad Alessandra Zedda (FI) per dichiarazioni di voto sull’emendamento 40 (Zedda A. e più) sulla riduzione delle Asl a tre: Nord Sardegna, Centro Sardegna, Sud Sardegna. Zedda ha esortato la maggioranza a fare un’ampia riflessione per fare una riforma compiuta. Oscar Cherchi (Fi), dichiarando il voto favorevole, ha ricordato le vittime di Nassirya e ha chiesto al presidente Ganau a fine seduta un minuto di silenzio per commemorare i caduti. Per Michele Cossa (Riformatori sardi) è fondamentale ridurre il numero delle Asl a una unica. Marco Tedde (Fi) ha evidenziato come questo emendamento sia una proposta concreta di razionalizzazione del sistema sanitario regionale e non ostruzionismo. Il leader dell’Udc, Giorgio Oppi, ha annunciato, invece, l’astensione del suo gruppo su tutti questi emendamenti, in attesa di un chiarimento da parte della maggioranza e della Giunta sulla riduzione delle aziende sanitarie. Per Attilio Dedoni (capogruppo Riformatori sardi) «a situazione di crisi che vive la Sardegna impone di trovare soluzioni di risparmio». Il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Fasolino, ha dichiarato di non aver firmato l’emendamento perché non è d’accordo che la riduzioni delle Asl sia fondamentale per ridurre la spesa. Il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha affermato che con questo emendamento hanno voluto portare la maggioranza a parlare di un argomento importante e concreto. Alle parole devono seguire i fatti. Pittalis ha duramente criticato la maggioranza perché vuole, oltre che commissariare le Asl, nominare contestualmente i direttori sanitari e amministrativi. Prima che il presidente mettesse in votazione l’emendamento Pittalis ha chiesto cinque minuti di sospensione.

Al rientro in aula, Pietro Pittalis ha annunciato il ritiro degli emendamenti dal 40 in poi sulla riorganizzazione delle aziende sanitarie. Michele Cossa (Riformatori sardi) ha annunciato il ritiro degli emendamenti tranne il 136.

Il presidente Ganau ha messo, quindi in votazione l’emendamento 136 (Dedoni e più). E’ intervenuto il consigliere Cossa il quale ha ribadito la volontà del suo gruppo di proporre un’unica Asl che si occupi delle problematiche amministrative, tecniche, patrimoniali e contabili, a cui affiancare otto circoscrizioni individuate negli otto collegi provinciali, che si occupino dei soli aspetti sanitari. «Con il vantaggio – ha affermato – di ridurre i costi ed evitare le preoccupazioni delle comunità locali». L’emendamento è stato respinto. (eln)

Il presidente ha messo in votazione l’emendamento della maggioranza (Pietro Cocco e più) n. 368 che aggiunge l’art. 6 bis.

L’emendamento n. 368 apre la strada al processo di riforma che, nella prima fase, dovrà definire il numero delle Asl ed i rispettivi ambiti territoriali nell’ambito del riordino del sistema degli Enti Locali sul territorio regionale. Nel dettaglio si prevede, a Sassari, l’incorporazione dell’Aou di Sassari con l’ospedale SS. Annunziata  e, a Cagliari, l’incorporazione dell’ospedale Brotzu con il Microcitemico e l’Oncologico. Quest’ultimo accorpamento potrebbe portare alla nascita di un nuovo polo ospedaliero-universitario specializzato nella ricerca (Istituto di Ricovero e Cura di carattere Scientifico – IRCCS).

Il terzo comma dell’emendamento impegna la Giunta ad approvare una deliberazione, entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge, per dettare le linee di indirizzo necessarie per la definizione dei rapporti giuridici ed amministrativi delle aziende sanitarie interessate da operazioni di accorpamento.

Per quanto riguarda la tempistica, la norma prevede che sempre entro 30 giorni siano nominati i nuovi commissari delle Aziende ospedaliero-universitarie; resteranno in carica per 4 mesi rinnovabili una sola volta e saranno affiancati da due dirigenti, nei settori sanitario ed amministrativo. Entro 4 mesi i commissari dovranno predisporre un piano di riorganizzazione e riqualificazione del servizi sanitari nei loro ambiti di riferimento individuando, fra l’altro, le attività da trasferire alle strutture territoriali, agli ospedali di comunità ed alla nuova Azienda di emergenza-urgenza Areu. La pianificazione dei commissari sarà poi approvata dalla Giunta entro 30 giorni.

Sull’emendamento è intervenuta per dichiarazioni di voto Alessandra Zedda (FI), la quale ha accusato la maggioranza di aver fatto questa legge soltanto per arrivare al commissariamento delle Asl. Dello stesso parere anche il collega di partito, Ignazio Locci il quale ha annunciato il voto contrario. D’accordo anche Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia): «Avete raggiunto il risultato, ossia commissariare le Asl, ma non c’era bisogno di impegnarci inutilmente con questa legge». Per Marco Tedde (Fi) questo emendamento costituisce il fine della legge: il commissariamento. Oscar Cherchi (Fi) ha affermato: «Questo emendamento è la legge, il vero disegno di legge. Voterò contro». D’accordo anche il capogruppo de Riformatori sardi, Attilio Dedoni. Il capogruppo del Centro democratico, Roberto Desini, invece, ha annunciato il voto favorevole, dichiarando che la maggioranza ha tardato troppo nel commissariare le Asl. Parere positivo quello di Edoardo Tocco (Fi) sull’accorpamento del Brotzu con Microcitemico e Oncologico, ma contrario a far gestire questo delicato compito da un commissario. Anche Michele Cossa (Riformatori sardi) ha affermato che questo emendamento è il cuore della legge. «Alcuni aspetti sono condivisibili», ha affermato, condannando però l’utilizzo di un emendamento per commissariare le Asl. Ancora critico il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, sulla nomina contestuale, all’insediamento dei commissari, del direttore sanitario e amministrativo. Per Giorgio Oppi (Udc) è normale che il commissario venga affiancato da figure tecniche, come un direttore sanitario e amministrativo, che possano evitare le possibilità di errori. Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha chiesto di eliminare un errore nel testo: al comma 6 è stata cancellata la parola “consolida”.

Il presidente ha messo l’emendamento 368 in votazione che è stato approvato con 33 voti favorevoli e 22 astenuti. Successivamente il presidente Ganau ha avviato l’esame dell’art. 7 della legge dando lettura degli emendamenti presentati.

Il relatore Luigi Ruggeri (Pd) ha chiesto una breve sospensione della seduta che è stata accolta.

Alla ripresa dei lavori, il consigliere Ruggeri ha espresso il parere sugli emendamenti: negativo su tutti fatta eccezione per il n. 373.

La Giunta, con l’assessore della Sanità Luigi Arru, ha espresso parere conforme.

Il presidente Ganau ha quindi aperto la discussione generale sull’art. 7 e gli emendamenti, dando la parola al primo degli iscritti a parlare, il consigliere Alessandra Zedda.

Il consigliere di Forza italia ha detto che, a suo avviso, «con questa legge si sta rendendo un pessimo servizio ai sardi, siamo di fronte ad un articolo che ribalta completamente il testo e probabilmente introduce norme giuridiche viziate, e ad una specie di maxi emendamento della maggioranza che contiene una norma intrusa sull’Istituto Zooprofilattico». «Nel complesso – ha proseguito – è una legge che non incide positivamente sulla razionalizzazione degli Enti della Regione, non fa spending review, nè riorganizzazione efficiente del sistema sanitario, contrasta col Patto della salute sottoscritto a livello nazionale e con lo stato dei conti della Regione». «Tanto è vero che le altre Regioni a Statuto speciale -ha concluso Zedda – hanno chiesto con un documento unitario di rivedere la procedura di pareggio di bilancio e spostarla al 2016, cosa che la Sardegna colpevolmente non ha fatto».

Il consigliere Peppino Pinna (Udc) ha dichiarato la sua delusione perché sperava che dalla discussione «scaturisse qualcosa di nuovo ed importante ma così non è stato». Questa legge, ha aggiungo con una espressione dialettale sassarese, non è altro che «un foggu di pimpisa, quello delle ramaglie di ulivo che fanno molto fuoco e lasciano soltanto cenere: la legge è attraversata da un continuo ricorso alla Giunta che la svuota di ogni contenuto concreto».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha dichiarato che, anche secondo la sua opinione, il passaggio sul commissariamento dell’Istituto Zoo profilattico è una norma intrusa.

Il consigliere Paolo Truzzu (Fdi) ha osservato che «di solito non si interviene sulle norme finali ma in questo caso occorre una eccezione, perché la maggioranza ha infilato proprio qui il commissariamento della Zoo profilattico stravolgendo il testo della legge per l’ennesima volta; molto peggio dell’ordinaria confusione».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha osservato che «non abbiamo fatto cosa meritoria davanti al popolo sardo né per il sistema sanitario; la maggioranza si è arroccata nel suo fortino, non comprendendo le vere esigenze dei sardi in materia sanitaria». «Su questa legge bisognerà tornarci quanto prima – ha concluso – per fare una vera riforma, perché questo testo è solo un concentrato di contorcimenti politici, tecnici ed amministrativi»

Il capogruppo di Forza italia Pietro Pittalis, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha richiamato l’attenzione del presidente sul fatto che il testo dell’emendamento 368 deve mantenere la stesura votata dall’Assemblea.

Il presidente Ganau ha precisato che gli uffici hanno corretto solamente un errore materiale laddove nel passaggio relativo al commissariamento non si citavano le Aziende sanitarie delle quali invece si parla in tutte le altre parti della legge.

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi), parlando sull’ordine dei lavori, ha invitato il presidente «a non rendersi responsabile di un abuso di questo genere, non creiamo precedenti che sarebbero disastrosi per il Consiglio regionale»

Il presidente Ganau ha quindi sospeso la seduta, convocando la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa, il presidente ha comunicato che nel caso oggetto dei rilievi di alcuni consiglieri, è stato applicato l’art. 89 del Regolamento secondo il quale, prima della votazione finale, si possono effettuare correzioni di errori materiali.

Lo stesso presidente ha poi chiesto il parere del relatore della legge sulla correzione.

Il consigliere Ruggeri si è dichiarato favorevole, precisando che nel testo occorre anche inserire il riferimento all’Azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco, presentatore dell’emendamento, ha espresso parere conforme, così come la Giunta, con l’assessore della Sanità Luigi Arru.

Sull’ordine dei lavori, il vice capogruppo di Forza italia Alessandra Zedda ha osservato che «siamo in presenza di un abuso conclamato perchè se gli uffici rilevano un errore l’Aula ne deve essere informata; dobbiamo sapere ciò che votiamo, questo è un modus operandi inammissibile e la correzione è un abuso che denunciamo».

Il presidente Ganau ha ribadito che la natura materiale dell’errore si evince anche dal titolo dell’articolo in cui si fa riferimento alle Aziende sanitarie, precisando che l’art. 89 del Regolamento non prevede discussione.

L’Assemblea ha quindi approvato la correzione dell’errore materiale.

Il presidente ha successivamente avviato la discussione sull’art. 7 e gli emendamenti dando la parola al relatore Luigi Ruggeri (Pd) per il parere.

Ruggeri ha espresso parere negativo su tutti, fatta eccezione per il n. 373 “Norme finali”, parzialmente modificato dal n. 390.

Per la Giunta l’assessore della Sanità Luigi Arru ha espresso parere conforme.

L’Aula ha poi respinto gli emendamenti n. 96, 208, 273 e 358 ed approvato il n. 373 (che sostituisce integralmente l’ar. 7) modificato dal n. 390 al sesto comma che, col recepimento della legge nazionale n. 189 del 2012 – Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute – modifica in alcune parti la governance delle Aziende sanitarie e, di conseguenza, determina il cambiamento della legge regionale n. 10 del 2006 stabilendo che: «Sono organi delle Asl il direttore generale, il collegio di direzione e il collegio sindacale. Il direttore generale è coadiuvato, nell’esercizio delle proprie funzioni, dal direttore sanitario e dal direttore amministrativo». Inoltre, la dizione: “Conferenza provinciale e socio-sanitaria” è sostituita con “Conferenza territoriale socio – sanitaria”. Per effetto della modifica introdotta al comma 6 dall’emendamento 390 viene stabilito che «Il Presidente della Regione provvede, entro 30 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, alla nomina dei nuovi organi dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sardegna Giuseppe Pegreffi».

L’Aula ha quindi affrontato l’esame degli emendamenti soppressivi parziali e, dopo il parere negativo espresso dal relatore e dalla Giunta, ha respinto gli emendamenti n. 357, 99, 211, 262, 100, 212, 282, 101, 213, 281 e 360, ed ha approvato il testo finale dell’art. 7/bis.

Passando all’esame dell’art. 7/ter, col parere negativo del relatore e della Giunta, sono stati respinti gli emendamenti n. 102, 103, 214, 262 e 280, ed è stato approvato il testo dell’articolo.

Al termine di quest’ultimo scrutinio, l’Aula ha ripreso l’esame dell’emendamento n. 248 (Truzzu-Fenu) accantonato dalle sedute precedenti e poi trasformato in ordine del giorno unitario. Il documento impegna l’assessore della Sanità «a costituire in capo al medesimo assessorato un coordinamento della sanità penitenziaria preposto ad organizzare l’assistenza presso le carceri garantendo livelli essenziali di assistenza pari a quelli del cittadino libero». L’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità.

Il Consiglio, infine, ha proceduto al voto finale della legge, che è stata approvata con 32 voti favorevoli.