29 March, 2024
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Il comune di Carbonia beneficerà del “contributo straordinario in favore degli Enti locali per assicurare la salvaguardia degli equilibri del proprio bilancio”. Lo ha detto il sindaco Pietro Morittu che ha ricevuto la notizia durante l’incontro dell’Anci nazionale, a Bergamo, a cui sta partecipando con il presidente del Consiglio Comunale Federico Fantinel: «A seguito della nostra richiesta alla Regioneha spiegato il primo cittadino -, arriveranno circa 5 milioni 600mila euro che si aggiungono agli oltre 700mila ricevuti dal Comune nella prima tranche e che saranno fondamentali per compensare il disavanzo di bilancio».

Il percorso è iniziato lo scorso anno e, grazie alla Regione, con l’interessamento degli assessori Quirico Sanna e Giuseppe Fasolino, unito al confronto con l’Anci Sardegna e al lavoro fatto col Cal, ha portato a questo risultato, consentendo quindi ai Comuni che soffrono di problemi di bilancio di poter superare alcune criticità.

«E’ ancora in corsoha osservato il sindaco Pietro Morittuun ragionamento serio sulla risoluzione dei problemi derivanti dalla spesa corrente su cui saremo impegnati nei prossimi mesi, ma senza dubbio tale somma ci concede ossigeno per procedere con l’attività amministrativa.»

Soddisfatto anche il presidente del Consiglio comunale, Federico Fantinel: «Un grande risultato per i cittadini che siamo onorati di rappresentare. Per il Consiglio comunale tutto, senza distinzioni tra Maggioranza e Minoranzaha detto Federico Fantinelè una notizia importante perché permetterà di liberare risorse per circa 250.000 euro l’anno, per i prossimi 21 anni. Risorse che l’attuale Amministrazione e le future Amministrazioni potranno utilizzare per dare risposte concrete alle esigenze della comunità».

«Vogliamo valorizzare gli elementi tipici della nostra storia anche nel settore dell’edilizia e le costruzioni in terra cruda rappresentano una tradizione tipicamente sarda, soprattutto nella zona del Campidano. L’identità e la storia millenaria sono elementi essenziali per far conoscere e far apprezzare la Sardegna, rappresentando un enorme patrimonio da tutelare in qualsiasi settore della vita sociale ed economica.»

Lo ha detto l’assessore dell’Urbanistica, Quirico Sanna, presentando la manifestazione “Viaggio nella terra cruda”, che, oltre a festeggiare il ventennale dell’associazione delle città sarde caratterizzate dagli insediamenti in terra cruda, ha organizzato due eventi, a Serrenti (29 aprile) e Samassi (30 aprile), che affronteranno «il contributo dell’architettura di terra cruda alla transizione ecologica» ed «il ruolo della rete internazionale delle Città della terra cruda». Dal 28 aprile al 1 maggio, nei comuni di Ussaramanna, Serrenti, Solarussa, Nurachi, Samassi, Samatzai e Settimo San Pietro, sarà realizzato un itinerario turistico culturale delle case di terra.

«Le abitazioni in terra cruda sono componenti tipiche del paesaggio sardo, ne caratterizzano il territorio e possono essere anche un’ottima base di bioedilizia nell’ottica di uno sviluppo sostenibile ha aggiunto l’assessore Quirico Sanna -. Oltre a tutelare, recuperare ed utilizzare gli edifici in terra cruda, l’obiettivo è anche quello di promuovere il riuso di questo materiale tradizionale nell’edilizia odierna, tenendo conto, ovviamente, anche delle nuove tecnologie di bioedilizia. Per valorizzare l’architettura tradizionale, la Regione intende sviluppare progetti di formazione che possano ricostruire questa filiera edilizia, riscoprendo un materiale che negli scorsi decenni è stato erroneamente considerato superato, vecchio e malsano.»

L’assessore regionale degli Enti locali e dell’Urbanistica Quirico Sanna ha partecipato questa mattina, a Carbonia, ad un incontro organizzato dall’associazione “Sardegna Avanti”, sui temi della re-istituita provincia del Sulcis Iglesiente, del Piano Casa, del Demanio e delle Concessioni balneari.
Hanno partecipato il consigliere regionale Fabio Usai; il presidente dell’Unione dei comuni e sindaco di Giba Andrea Pisanu; il vicesindaco di Narcao Maurizio Portas; il vicesindaco di Tratalias con delega alle Opere pubbliche Marco Antonio Piras; il presidente del Consiglio comunale di Carbonia Federico Fantinel; i consiglieri comunali di Carbonia, San Giovanni Suergiu e Portoscuso, Gianluca Arru, Nino Spanu, Diego Fronterrè, Eliano Locci, Antonio Fanni ed Erminio Melis; l’ex consigliere regionale ed ex segretario della Camera del lavoro CGIL del Sulcis Iglesiente Peppino La Rosa; il presidente della Sotacarbo Mario Porcu; il portavoce del movimento “Carbonia Avanti” Manolo Mureddu; gli attivisti politici Luca Mereu e Giangi Fiori; l’imprenditore Luciano La Mantia; e, infine, altri amministratori e professionisti.
Nel corso dell’incontro, si è discusso della recente sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato inammissibile l’impugnativa nei confronti della legge di re-istituzione degli enti intermedi abrogati con il referendum del 2012.
«La Corte Costituzionaleha detto Quirico Sanna -, ci ha dato ragione: in campagna elettorale avevamo annunciato che tra i principali atti di questa legislatura ci sarebbe stata proprio la ricostituzione delle province, adesso nulla osta più al mantenimento di questo impegno. Nei prossimi giorni, ha annunciato l’esponente istituzionale, daremo il via al commissariamento degli enti e alle iniziative legislative per riempire i nuovi organismi istituzionali di contenuti: sia per ciò che concerne gli aspetti finanziari che per la riacquisizione delle competenze che, in passato, furono trasferite alla Regione.»
L’assessore Quirico Sanna ha illustrato anche le iniziative della Regione sul Piano Casa: «Gli uffici del nostro assessorato sono già al lavoro per riordinare gli articoli di legge non cassati dalla Corte Costituzionale. Nei prossimi giorni provvederemo a varare una nuova legge di rigenerazione urbana che recepirà gli articoli di legge ancora validi del Piano Casa».
Il consigliere regionale Fabio Usai, dopo aver ringraziato l’assessore per la sua presenza in città e presentate le finalità della nuova associazione “Sardegna Avanti” (organizzatrice dell’evento), ha ripercorso le iniziative legislative che hanno portato alla ricostituzione degli enti intermedi: «Due anni e mezzo or sono avevamo promosso un grande incontro nel territorio alla presenza di due assessori regionali, 19 sindaci e numerosi tra consiglieri comunali, sindacalisti, imprenditori e manager. In tale occasione, ha sottolineato Usai, avevamo illustrato la nostra volontà di ripristinare la provincia del Sulcis Iglesiente e avevamo spiegato i motivi per cui senza di essa il nostro territorio, inesorabilmente, negli anni, si è spopolato e impoverito. Oggi, finalmente, grazie al grande lavoro portato avanti assieme all’assessore Quirico Sanna e ai colleghi del Consiglio regionale gli impegni presi in quella circostanza di fronte a molti rappresentanti del territorio sono stati mantenuti».
Il presidente dell’Unione dei comuni Andrea Pisanu ed il vicesindaco di Narcao Maurizio Portas, hanno rimarcato «la necessità di velocizzare gli iter di ricostituzione della provincia e di snellire le procedure burocratiche inerenti il Piano Sulcis la cui governance andrebbe trasferita in toto alla nuova provincia del Sulcis Iglesiente, ovvero l’unico ente in grado di pianificare, programmare e governare compiutamente i processi economico-sociali della provincia, sulla base di una visione complessiva di territorio e andando oltre le logiche strettamente localistiche»

Andrea Pisanu e Maurizio Portas hanno rimarcato anche le criticità sorte all’interno del parco Geominerario in merito all’espletamento dei processi inerenti le pratiche edilizie ed agli obiettivi mancati dell’organismo che «potrebbe rappresentare, se valorizzato e governato nel giusto modo, un importante volano di sviluppo per l’intera isola».
Questi concetti sono stati ribaditi anche dall’ex consigliere regionale Peppino La Rosa che ha sollecitato l’assessore regionale ad attuare «percorsi celeri e certificati per rendere finalmente operativa la nuova provincia del Sulcis Iglesiente allo scopo, tra le varie cose, di accorpare a essa i processi di spendita delle risorse del Piano Sulcis nonché per sfruttare le opportunità rappresentate nel territorio dall’area di crisi industriale complessa».

Manolo Mureddu, portavoce del movimento Carbonia Avanti, ha sottolineato che «con la ricostituzione della provincia si potrà anche aggiornare il piano strategico territoriale che fu alla base della nascita del Piano Sulcis, attualizzandolo alle nuove sfide che sia la programmazione strutturale europea che il pnrr, pongono di fronte in relazione anche all’implementazione di nuovi modelli di sviluppo basati sulla transizione energetica e l’ecosostenibilità. Inoltre, sarà importante dotare la provincia di adeguate risorse finanziarie e ripristinare le vecchie funzioni-competenze che vennero dirottate a livello regionale dopo i referendum abrogativi del 2012».

Nel dibattito sono intervenuti anche alcuni attivisti politici del gruppo Carbonia Avanti, tra i quali Giangi Fiori, che ha posto alcuni interrogativi «sui nuovi criteri di riqualificazione degli edifici una volta che la legge di rigenerazione urbana, annunciata dall’Assessore, prenderà forma e sarà approvata».
Non sono mancate poi le richieste di delucidazione all’assessore Quirico Sanna in merito alle opportunità rappresentate dal fondo di sostegno economico-finanziario agli enti locali in difficoltà finanziaria: «Su questo punto – hanno sollecitato gli attivisti del movimento Carbonia Avanti -, è necessario effettuare un ulteriore approfondimento allo scopo di verificare ogni possibile forma sostegno per gli enti locali del Sulcis Iglesiente sofferenti dal punto di vista finanziario».
Sono intervenuti, infine, il consigliere comunale di Portoscuso Erminio Melis, sulle norme che regolano gli interventi in materia edilizia; il vicesindaco di Tratalias con delega alle Opere pubblica Marco Antonio Piras sulla cessione dei beni e delle competenze demaniali e regionali ai comuni; l’ex consigliere comunale di Carbonia Giuseppe Oliva, sull’importanza di re-istituire la provincia nel Sulcis Iglesiente.

    

«Ben vengano i quasi 13 milioni del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, il PNRR, destinati agli enti locali, ma occorre capire come saranno utilizzati e se la Regione ha già dei progetti sui quali investire.»

All’indomani della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto del presidente del Consiglio dei Ministri che ripartisce il Fondo per la progettazione territoriale e destina alla Sardegna quasi 12,800 milioni per Comuni, Province e la Città Metropolitana di Cagliari, la consigliera regionale del Gruppo Misto, Carla Cuccu, ha presentato un’interrogazione al presidente della Regione, Christian Solinas, e all’assessore degli Enti locali, Quirico Sanna, per far chiarezza sulla spendita delle ingenti risorse.  

Nel documento – sottoscritto anche dai colleghi di Gruppo, Roberto Caredda e Giovanni Antonio Satta -, Carla Cuccu chiede come saranno suddivise le risorse destinate alla Sardegna, quali interventi siano già in fase di progettazione e quali pronti per la realizzazione.

«Vogliamo, inoltre, capire – aggiunge Carla Cuccuquali ricadute concrete ci saranno per i cittadini sardi e per quali territori in particolare, con quale tempistica saranno assegnate le risorse agli Enti locali e con quale saranno, invece, individuati e realizzati i progetti.»

Nell’interrogazione Carla Cuccu, Roberto Caredda e Giovanni Antonio Satta chiedono alla Giunta regionale, infine, se abbia in programma il reclutamento di nuovi professionisti come supporto per la predisposizione dei progetti, quali siano le figure eventualmente necessarie, come si intenda selezionarle e contrattualizzarle.

E’ stato avviato ufficialmente ieri in Regione, l’iter per l’ingresso del porto di Sant’Antioco nell’Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna. Erano presenti al tavolo istituzionale tutti i soggetti che, a vario titolo, avranno un ruolo in questo procedimento che si spera possa essere il più celere possibile. L’incontro, svoltosi presso la sede dell’Assessorato regionale dell’Urbanistica e degli Enti Locali guidato da Quirico Sanna che ha fatto gli onori di casa, ha visto la partecipazione della dirigenza degli assessorati regionali dei Trasporti e dei Lavori pubblici, del Demanio regionale, della Direzione Marittima di Cagliari e del Comandante del porto di Sant’Antioco, nonché, soprattutto, della Presidenza dell’Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna, Massimo Deiana, in compagnia del Direttore Generale Natale Ditel. Presenti, inoltre, il sindaco di Sant’Antioco Ignazio Locci e l’assessore comunale dell’Urbanistica Francesco Garau.

«Abbiamo scritto una pagina storicacommenta il Sindaco Ignazio Loccila Regione Sardegna si è finalmente fatta carico della nostra richiesta, avviando l’iter per l’ingresso del nostro scalo portuale nel sistema della Sardegna. Un grande traguardo che, una volta raggiunto, significherà guardare il nostro porto all’interno di logiche regionali e nazionali, con fondi di investimento che gli consentiranno di assurgere definitivamente a scalo di riferimento per tutto il territorio circostante. Questo segue l’impegno che in questi anni abbiamo profuso per riuscire nell’intento: nel novembre scorso abbiamo deliberato la richiesta alla Regione ed oggi incassiamo il risultato. Il nostro, infatti, per ora è l’unico scalo isolano fuori dall’ambito del sistema portuale di Sardegna. Ormai, di fronte all’attuale scenario, non ha alcun senso che il porto di Sant’Antioco resti fuori dall’Autorità di sistema e continui a rimanere sotto l’egida della Regione Sardegna. Lo scalo antiochense riveste un ruolo fondamentale per tutto il Sud Ovest della Sardegna e ringrazio la Regione, in particolare l’assessore Quirico Sanna, per aver accolto l’istanza della nostra comunità.»

L’Amministrazione comunale, peraltro, a conclusione di un iter durato anni, nel 2019 ha approvato la presa d’atto della “Variante al Piano Regolatore del Porto”, che prevede la suddivisione delle aree portuali salvaguardando l’attività della pesca, la produzione commerciale e concedendo ampi spazi alla cantieristica e ai posti barca da diporto, nonché ai servizi che faranno dal collegamento al centro urbano.

«Questa pianificazione spiega l’assessore all’urbanistica Francesco Garausarà la base di partenza per lo sviluppo del porto. È sempre stato nostro intendimento garantire un futuro all’insegna dello sviluppo economico alle aree portuali di Sant’Antioco che passi per una loro riconversione attraverso la valorizzazione del comparto turistico e lo sviluppo della cantieristica, senza dimenticare la pratica professionale della pesca e la residuale attività dell’industria del sale. E per realizzare tutto questo adesso abbiamo un valido alleato e la certezza che Sant’Antioco entrerà nel sistema regionale garantendo lo sviluppo turistico del territorio e favorendo anche il traffico marittimo.»

«Il porto di Sant’Antioco diventerà un porto di interesse nazionaleha detto l’assessore regionale dell’Urbanistica Quirico Sanna -. Le caratteristiche dello scalo antiochense non sono quelle di un piccolo porto: riteniamo, infatti, che la posizione strategica di Sant’Antioco possa essere di supporto al porto di Cagliari. La volontà politica della Regione c’è tutta: oggi avviamo l’iter con il massimo impegno. Questa è stata la prima tappa e ne seguiranno a breve altre con l’intento di chiudere il procedimento celermente, al fine di garantire importanti occasioni di sviluppo per la comunità di Sant’Antioco e per il territorio circostante.»

Le elezioni Amministrative in Sardegna si terranno il 10 e 11 ottobre, 101 i Comuni interessati. Lo ha deciso oggi la Giunta regionale, su proposta dell’assessore degli Enti locali, Quirico Sanna. Tre giorni fa il ministero dell’Interno aveva fissato al 3 e 4 ottobre le elezioni Amministrative nelle regioni a statuto ordinario.

In Sardegna, tra i 101 Comuni chiamati ad eleggere i nuovi Sindaci e i Consigli comunali, c’è 1 capoluogo di Provincia, Carbonia. Sono 3 i Comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, Carbonia, Capoterra ed Olbia, nei quali è previsto un secondo turno di ballottaggio, tra i due candidati alla carica di sindaco più votati, qualora al primo turno nessuno dovesse superare la maggioranza del 50% + 1 dei voti validi.

Di seguito l’elenco completo dei 101 Comuni.

Città Metropolitana di Cagliari, 3 Comuni: Capoterra, Elmas e Sarroch.

Provincia di Nuoro, 23 Comuni: Aritzo, Baunei, Belvì, Borore, Cardedu, Dorgali, Dualchi, Fonni, Gadoni, Loculi, Lotzorai, Orani, Orgosolo, Orosei, Orotelli, Ovodda, Silanus, Siniscola, Sorgono, Talana, Tertenia, Triei, Ulassai.

Provincia di Oristano, 19 Comuni: Albagiara, Baradili, Bonarcado, Cuglieri, Gonnoscodina, Marrubiu, Nureci, Ollastra, Riola Sardo, Ruinas, Scano di Montiferro, Seneghe, Senis, Siris, Solarussa, Tadasuni, Tramatza, Villaurbana, Zerfaliu.

Provincia di Sassari, 23 Comuni: Alà dei Sardi, Ardara, Banari, Benetutti, Bonorva, Borutta, Bulzi, Cargeghe, Codrongianus, Esporlatu, Luras, Martis, Monteleone Rocca Doria, Mores, Muros, Nughedu San Nicolò, Olbia, Olmedo, Sennori, Telti, Trinità d’Agultu e Vignola, Tula, Uri.

Provincia del Sud Sardegna, 33 Comuni: Armungia, Barrali, Buggerru, Carbonia, Decimoputzu, Domusnovas, Escalaplano, Genuri, Gergei, Gesico, Gonnesa, Isili, Las Plassas, Masainas, Narcao, Nuragus, Pauli Arbarei, Perdaxius, San Giovanni Suergiu, San Nicolò Gerrei, San Vito, Sant’Andrea Frius, Sardara, Selegas, Setzu, Soleminis, Turri, Villacidro, Villamar, Villanova Tulo, Villanovaforru, Villaperuccio, Villasalto.

Giampaolo Cirronis

«Andiamo avanti sulla strada della semplificazione in un quadro di certezza delle regole e di taglio della burocrazia, dando slancio all’attività degli operatori balneari e di tutti i lavoratori di un comparto strategico per l’intero sistema turistico regionale, che sta già mostrando numeri e segnali più che positivi con una forte accelerazione in termini di presenze e servizi offerti.»
Lo afferma il presidente della Regione, Christian Solinas, commentando la delibera approvata dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore degli Enti locali, Quirico Sanna, che prevede procedure più veloci per il rinnovo delle concessioni balneari in scadenza.

«La stagione balnearespiega l’assessore degli Enti localista per entrare nel vivo, in una situazione generale ancora condizionata da un’emergenza sanitaria ed economica che purtroppo non si è ancora conclusa. Considerata l’articolata tipologia di provvedimenti che caratterizzano la gestione del demanio marittimo, per garantire quell’uniformità ed efficienza perseguite dalla legge regionale abbiamo deciso di adottare un iter specifico per alcune fattispecie, sia per le istanze e le concessioni già di competenza regionale, sia per quelle di recente attribuzione.»

Per il rinnovo della concessione in scadenza basta presentare ai Servizi regionali competenti in materia di demanio marittimo la richiesta accompagnata dal titolo scaduto e dalla cauzione. Gli interessati devono contestualmente presentare la stessa istanza al Suape, lo Sportello unico per le imprese, che provvede in merito senza bisogno di un’ulteriore comunicazione o di nulla osta da parte degli uffici regionali. «I Servizi regionalisi legge nella deliberapotranno sempre adottare “un provvedimento di diniego o di revoca, in caso di sopravvenuto interesse pubblico ostativo al rilascio o al mantenimento della concessione provvisoria.»

Per quanto riguarda le strutture ricreative, «considerata l’estrema varietà delle esigenze, anche di spazio e di durata, che motivano la richiesta di tali autorizzazioni, è consentita la presentazione di nuove istanze che seguiranno il procedimento ordinario e verranno esaminate in ordine di arrivo e assegnate in ordine di conclusione dei relativi procedimenti, non potendosi materialmente procedere, per la stagione imminente, a comparazione tra istanze concorrenti».

La delibera disciplina anche le modalità per l’assegnazione ai Comuni di aree demaniali destinate alla celebrazione di matrimoni, che potranno svolgersi in una o più aree definite e destinate allo scopo individuate dalle singole amministrazioni locali, dopo il rilascio della relativa concessione (anche pluriennale e dietro corresponsione del canone erariale). Queste aree «saranno lasciate alla pubblica e libera fruizione e il Comune dovrà allestirle all’occorrenza, dandone preavviso ai competenti Servizi regionali».

«Se la Regione non fa immediatamente chiarezza sul rilascio delle concessioni demaniali temporanee (quelle rilasciate agli alberghi e che vanno dal 1 maggio al 31 ottobre) si rischia di creare un ulteriore danno agli operatori, già gravemente colpiti dalle incertezze che derivano dalla pandemia.»
Michele Cossa e Sara Canu, rispettivamente consigliere e capogruppo dei Riformatori sardi in Consiglio regionale, hanno presentato un’interrogazione urgente all’assessore degli Enti locali, Quirico Sanna.
L’entrata in vigore della l.r. 7 del 31 marzo 2021 ha infatti causato – nelle more del trasferimento delle pratiche alla Regione – l’interruzione delle istruttorie che i Comuni annualmente espletavano sulla base delle istanze degli operatori. Per lo stesso motivo è bloccato il temporaneo allargamento degli spazi tra gli ombrelloni, già accordato l’anno scorso per garantire le distanze anti Covid.
«Siamo già a metà maggioaggiungono i due esponenti dei Riformatori sardi -, e permane una situazione di stallo: i fascicoli consono ancora stati acquisiti dalla Regione, che non si è ancora organizzata per la bisogna, e perfino la modulistica Suap è ancora quella vecchia. Ciò rende virtualmente impossibile il rilascio in tempo utile dei provvedimenti, e decine e decine di operatori del turismo non sono messi in condizione di garantire i servizi in spiaggia ad inizio stagioneconcludono Michele Cossa e Sara Canu -. Ecco perché è necessario che la Regione adotti un provvedimento temporaneo che permetta ai comuni, sia pure sulla base di un’istruttoria sommaria, il rilascio delle concessioni temporanee perlomeno entro il mese di maggio.»

Il Consiglio regionale ha approvato gli articoli 23 e 24 della riforma dell’assetto territoriale della Regione.

La seduta pomeridiana n. 116 si è aperta sotto la presidenza del presidente del Consiglio, Michele Pais, che dopo le formalità di rito ed una breve sospensione dei lavori in Aula, ha concesso la parola al capogruppo Pd Gianfranco Ganau che rivolgendosi all’assessore Mario Nieddu ha chiesto lumi sull’andamento della campagna vaccinale Covid-19 ed ha denunciato una serie di disfunzioni riguardanti la chiamata degli psicologi («non sono stati convocati a Cagliari, Carbonia e Olbia») ed i ritardi con i quali si procede con gli “over 80”. Sullo stesso argomento è intervenuto anche il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, che ha chiesto la convocazione della commissione Salute per l’audizione del commissario Ats, mentre la sua collega di gruppo, Maria Laura Orrù ha auspicato la tempestiva convocazione della commissione Urbanistica per un confronto in seguito all’impugnazione da parte del Governo della cosiddetta legge “piano casa”.

A conclusione degli interventi sull’ordine dei lavori dell’Aula, è intervenuto il consigliere Antonello Peru (Udc-Cambiamo) che, in qualità di relatore della maggioranza della proposta di legge per la riforma dell’assetto territoriale della Regione (T.U. nn. 6-20-155-176), ha dichiarato il parere agli emendamenti. Conforme con quello del relatore il parere della Giunta. Il consigliere del Psd’Az, Giovanni Satta, accogliendo l’invito formulato in tal senso dall’onorevole Antonello Peru, ha comunicato il ritiro delle proposte di modifica n. 12-13-14-15-16, seguito dal capogruppo della Lega, Dario Giagoni, che ha annunciato il ritiro dell’emendamento n. 22, mentre il consigliere della Lega, Pierluigi Saiu, ha comunicato la rinuncia agli emendamenti n. 30 e 31 solo dopo l’invito al ritiro formulato dall’assessore dell’Urbanistica, Quirico Sanna (il relatore di maggioranza si era rimesso alla volontà dell’Aula). Il capogruppo di Leu, Eugenio Lai, ha fatto propri gli emendamenti 30 e 31 e il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, insieme con il suo omologo dell’Udc, Giorgio Oppi, ha invitato gli uffici a verificarne l’ammissibilità del contenuto.

Aperta la discussione sull’articolo 23 “Modifica dell’articolo 29 della legge regionale n. 2 del 2016 (Funzioni)” e sugli emendamenti è intervenuto il consigliere Massimo Zedda (Progressisti) che ha evidenziato in tono critico le finalità delle proposte emendative, tendenti a «far passare le competenze sul demanio marittimo dai Comuni alla Regione». «Sapete – ha domandato in tono polemico l’esponente della minoranza – che se gli emendamenti del centrodestra saranno approvati – si crea un automatismo sulla decadenza delle concessioni demaniali marittime, perché si deve andare a gara?». «L’avete spiegato – ha concluso Zedda – ai balneari che dite di voler salvare?».

Maria Laura Orrù (Progressisti) ha rivolto critiche alle proposte avanzate dalla maggioranza per accentrare in capo alla Regione le funzioni dei Comuni sul demanio marittimo ed ha affermato: «Siete sicuri che i funzionari regionali firmino le proroghe fino al 2033 che alcuni funzionari comunali si rifiutano di avvallare?». La consigliera del centrosinistra ha parlato di “ulteriori complicazioni del quadro normativo” ed ha sottolineato pesanti penalizzazioni per i concessionari. «Evitate di prendere in giro gli operatori balneari – ha tuonato Maria Laura Orrù – e l’assessore dell’Urbanistica dovrebbe smettere di racconta cose poco realistiche come ha fatto in occasione della discussione sul piano casa, poi pesantemente impugnato dal governo»

Anche Salvatore Corrias (Pd) ha concentrato il suo intervento sugli emendamenti presentati all’articolo 23 per il passaggio delle competenze, dai Comuni alla Regione, in materia di demanio marittimo. «Modifiche tecnicamente ammissibili – ha affermato l’esponente della minoranza – ma politicamente inopportune, non fosse altro perché inserite in un provvedimento che punta a restituire ruolo e competenze agli Enti locali». Corrias ha parlato di “mortificazione delle competenze dei Comuni” ed ha posto in guardia la maggioranza «dai danni che le nuove norme comporterebbero alle imprese che operano nel demanio marittimo». «Ci opponiamo con tutte le forze a questo tentativo», ha concluso il consigliere dei democratici.

Posto in votazione, l’articolo 23 è stato approvato. Sull’emendamento 3, uguale al 24, a firma dell’on. Giovanni Satta,  l’aula si è pronunciata con il voto segreto: 28 favorevoli e 22 contrari. La competenza in materia di concessioni demaniali (ai sensi dell’articolo 34 della legge 11 del 3 luglio 2017) torna nelle mani della Regione.

Sull’emendamento 4 (demanio marittimo e funzioni della Regione) hanno preso la parola sia il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, che l’esponente Pd Giuseppe Meloni, che ha detto: “Tutti i concessionari devono sapere che con le vostre norme non risolveranno nulla e non avranno proroghe che nessun funzionario regionale vorrà firmare. Vi state mettendo contro l’autonomia e i diritti dei Comuni”.

Di autonomia e di autodeterminazione dei cittadini ha parlato Eugenio Lai (LeU): “O sfiduciate il sindaco di Olbia che sta andando a dire che non è corretto quel che state mettendo in questa legge. Oppure è vero che cercate di aggirare quel che non riuscita a fare nelle amministrazioni n cui siete al comando. Diamo anche atto che nessuno come l’assessore Sanna era riuscito a farsi impugnare dal governo 29 articoli su 31”.

Massimo Zedda (Progressisti) ha parlato di “neocentralismo regionale” mentre Antonio Piu, dello stesso gruppo, ha chiesto all’assessore Sanna perché “in un testo dove parlate di decentramento a favore dei Comuni vi mettere ad accentrare le competenze a favore della Regione. E’ del tutto incomprensibile”.

Per replica l’assessore Quirico Sanna  ha detto: “Confermo che questa riforma andrà a sgravare la Regione. Non c’è presa in giro ma la ricerca di dare certezze e uguaglianza su tutto il territorio regionale. Alle province daremo poteri, non vogliamo che siano scatole vuote”.

Sull’emendamento 4 (Giovanni Satta) a voto palese l’Aula si è espressa con favore: 30 favorevoli e 17 contrari. L’emendamento prevede che siano “di competenza della Regione gli atti di indirizzo dei Piani di utilizzo dei litorali” e “il rilascio di tutte le concessioni sui beni del demanio della navigazione interna, del mare territoriale e del demanio marittimo non attribuite allo Stato”.

E’ stato poi discusso l’emendamento 5, che prevede che siano “attribuite ai Comuni le sole funzioni in materia di elaborazione ed approvazione dei Piani di utilizzo dei litorali”. Per Massimo Zedda (Progressisti) “siamo davanti a norme che generano soltanto confusione”.

Il presidente Michele Pais, sull’emendamento n. 5, ha dato la parola al capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, il quale ha espresso il suo voto contrario a “un emendamento che ingenera equivoci”. Secondo l’esponente dell’opposizione la maggioranza sta “facendo questa schifezza” perché non è in grado di far rispettare le proprie direttive ai comuni che non sono d’accordo.  Giuseppe Meloni (Pd), annunciando il voto contrario, ha evidenziato che la novità di oggi è che queste deleghe vengono tolte ai Comuni e date alle Province. Giuseppe Meloni si è augurato che questo passaggio di deleghe, che dovrebbe essere introdotto da un’altra legge, non si realizzi in questa legislatura. Il consigliere ha sostenuto che i concessionari hanno il diritto di sapere quello che sta accadendo e di conoscere “le vostre bugie”. Per Giuseppe Meloni non è questo il modo di legiferare e ha invitato la maggioranza a ritirare questi emendamenti.

Il vice presidente della commissione Autonomia e riforme, Diego Loi (Progressisti) ha espresso il voto contrario e si è detto sgomento perché da una parte si parla di strenua difesa delle individualità, dell’autonomia e dell’orgoglio della Sardegna e poi, sistematicamente, si tolgono pezzetti dopo pezzetti al senso dell’identità e dell’autonomia che è insito nell’organizzazione della nostra regione. Da un lato si dice che le autonomie locali costituiscono l’ossatura della nostra regione e dall’altro si tolgono le deleghe. Per Diego Loi si tratta di un’ingiustizia. Avrei voluto, come più volte ha sostenuto in commissione, che il provvedimento avesse alla base una visione organicistica dell’ordinamento degli enti locali in Sardegna. Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha risposto alle critiche dell’opposizione, affermando che è paradossale, ma non è una novità, che oggi i Comuni approvino un Piano di utilizzo del litorale e chi decide però è la Regione. Mula ha affermato che sarebbe più utile fare una battaglia, come ha fatto la Sicilia, che ha competenza primaria sul demanio e incassa direttamente le concessioni demaniali. Mula ha sottolineato che la Sardegna oggi perde 30 milioni di euro circa per le concessioni demaniali, che vengono pagate dai nostri concessionari allo Stato. «Ragioniamo su questo», ha detto.

Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha ribadito che questo emendamento lascia ai Comuni solo l’onere di redigere il Pul e tutto il resto verrà dettato dalla Regione. Abbiamo appreso, ha detto, dall’assessore che questo atto sarà transitorio perché saranno le nuove Province a gestire le competenze. Per Francesco Agus si sta legiferando senza aver potuto approfondire il testo di legge in commissione. Per il consigliere della minoranza è un rischio approvare questa norma ad aprile, perché, se fra due mesi arriveranno rilievi sul testo, si potrebbero mettere in crisi i concessionari a stagione balneare iniziata, lasciandoli nell’incertezza totale. Per Francesco Agus sarebbe meglio rimandare la decisione a settembre o ad ottobre e gestire il periodo transitorio con proroghe limitate nel tempo. Salvatore Corrias (Pd) ha sottolineato che il Comune che amministra, Baunei, e i comuni di Tortolì, Dorgali, Orosei e Siniscola stanno sottoscrivendo il cosiddetto “Patto del golfo”, per ragionare insieme e far lavorare bene le imprese titolari delle concessioni. Nel momento in cui con questo testo togliete ai Comuni la funzione delle concessioni su beni del demanio marittimo e della navigazione interna per finalità turistico ricreative, ha detto, state facendo un danno al Golfo di Orosei. Per Salvatore Corrias è una scelta deleteria.

D’accordo con il collega Corrias anche la consigliera Maria Laura Orrù (Progressisti), che ha sottolineato come si stiano penalizzando tutti i comuni a causa di poche Amministrazioni che non sono riuscite a risolvere il problema. Maria Laura Orrù si è detta favorevole alla proposta di un commissario ad acta per risolvere quei problemi ed evitare di scrivere delle leggi di carattere generale che complicano poi gli scenari e che hanno solo l’obiettivo di risolvere alcuni casi particolari, mettendo in crisi tutto il territorio regionale. Orrù infine si è detta d’accordo con la proroga fino a settembre.

Il presidente Pais ha, quindi, messo in votazione l’emendamento aggiuntivo n. 5  (Giovanni Satta e più) “Art. 23 bis . Modifiche all’articolo 41 della legge regionale n. 9 del 2006)” che attribuisce ai Comuni le sole funzioni in materia di elaborazione ed approvazione dei Piani di utilizzazione dei litorali. L’emendamento è stato approvato con 31 voti a favore, 18 contrari e 1 astenuto.

Il presidente ha quindi aperto la discussione generale sull’articolo 24 “Successione e fase transitoria”, dopo aver dato la parola al relatore di maggioranza e alla Giunta per il parere sugli emendamenti.

Per Eugenio Lai (Leu) non è comprensibile perché il sindaco metropolitano non possa stabilizzare i precari della Città metropolitana, visto che basterebbe applicare l’art. 20 del decreto legislativo 24 maggio 2017 n. 75. Per Eugenio Lai è un problema politico. Ci sono precari storici di quell’ente, ha detto, che hanno diritto di avere un futuro certo vista la professionalità acquisita. Critico anche sul tema della polizia provinciale: non capisco, ha detto, perché nelle altre regioni d’Italia i compiti vengono svolti dal Corpo forestale e qui invece sono in capo alle Province e Città metropolitane. Per Eugenio Lai si sta approvando “un accordicchio” che è costato tre settimane di ritardo a questo Consiglio, nominando due commissari, il sindaco metropolitano e il commissario. Chi approverà il bilancio? Per Eugenio Lai si sta gettando il territorio nel caos per accontentare qualcuno.

Massimo Zedda (Progressisti) ha sottolineato che è chiaro l’obiettivo della maggioranza: commissariare tutto, utilizzando, tra l’altro, norme diverse per la Città metropolitana di Cagliari e per quella di Sassari. Secondo Zedda anche questa legge è a rischio di impugnazione, visto è in contrasto con la legge Delrio, in cui c’è scritto che il sindaco della città capoluogo diventa di diritto sindaco della Città metropolitana. Per il consigliere la maggioranza sta creando un grave danno ai dipendenti delle Città metropolitane, che con la nomina dei commissari non avranno certezza di continuità lavorativa. Non può esserci una Regione che commissaria tutto, ha detto, con una persona sola che, attraverso nomine, governa tutti gli enti sardi.

Per Piero Comandini (Pd) questa legge sembra una matrioska in cui si scopre sempre qualcosa di nuovo e di fantasioso, non per migliorare, ma per soddisfare parti della maggioranza. Per il consigliere del Pd le criticità di questa legge sono note: risorse e personale per garantire il funzionamento di questi Enti. Per Piero Comandini è fondamentale andare nella direzione della semplificazione e della chiarezza. In relazione all’emendamento 41 ha sollevato il problema dei lavoratori precari della Città metropolitano e di quale sia il loro futuro, visto che l’opposizione ha difeso lo stanziamento di 1,4 milioni di euro, risorse destinate ai lavoratori precari che dal 2016 stanno aspettando le procedure di stabilizzazione, “che più volte abbiamo sollecitato”, come previsto anche dalla legge Madia. Non si capisce – ha detto – perché ancora non siano stati stabilizzati questi lavoratori che hanno funzioni fondamentali nella Città metropolitana. Il timore, ha concluso, è che in questa riorganizzazione qualche commissario dimentichi le parti più deboli, ossia questi lavoratori precari.

E’ intervenuto il capogruppo di FdI, Francesco Mura, dopo la polemica sulle due figure decise per il governo della Città metropolitana di Cagliari. Per Francesco Mura molti dell’opposizione sono cresciuti in un contesto politico malato, visto che parlano solo di commissariamenti e poltrone. Chi ha commissariato le Province non siamo stati noi, ha detto, e ci sono ancora i vostri commissari. Francesco Mura ha difeso la scelta della soluzione del sindaco metropolitano e del commissario e ha accusato l’opposizione di speculare sulla condizione dei lavoratori precari, che hanno lavorato per tre anni sotto la loro amministrazione.

Francesco Agus (capogruppo Progressisti) ha voluto puntualizzare che il primo commissariamento è stato fatto dalla Giunta Cappellacci e che la scorsa Giunta si è limitata a sostituire i commissari e non rappresentanti eletti dal popolo. Per Francesco Agus la fase transitoria sarà più lunga di quanto previsto e c’è il rischio che nella Città metropolitana ci siano conflitti di competenze e che alla fine non comandi nessuno. Il consigliere ha ribadito che la legge Delrio non è positiva, ma senza un disegno organico a livello nazionale ogni riforma regionale è destinata a scontrarsi contro un muro.

L’Aula è quindi passata all’esame dell’emendamento n. 42 all’emendamento n. 34 che sopprime le parole “Città Metropolitane di Cagliari e Sassari”. Massimo Zedda (Progressisti) ha messo in evidenza le problematiche relative al personale. «In passato i posti di lavoro dei dipendenti delle province sono stati messi in sicurezza in attesa dell’espletamento dei concorsi. Oggi questo non avviene – ha detto Zedda – i commissariamenti delle Città Metropolitane potrebbero ostacolare le procedure di stabilizzazione previste dalla legge Madia». Posto in votazione l’emendamento n. 42 è stato approvato.

Via libera anche all’emendamento n.39 che, per l’emergenza Covid, rinvia le elezioni comunali previste per la prossima primavera. Si faranno in una data compresa tra  il 15 settembre e il 15 ottobre 2021.

Sull’emendamento n.37 è intervenuto il consigliere del gruppo Udc-Cambiamo Antonello Peru: «E’ un  emendamento tecnico – ha detto – serve a trasferire alla Città metropolitana di Sassari le risorse oggi assegnate alla Rete metropolitana». A favore dell’emendamento si è pronunciato il consigliere dei Progressisti Gianfranco Satta: «Ho sollecitato più volte un intervento per garantire l’attuazione dei progetti della programmazione territoriale. Non è solo un problema della Rete Metropolitana ma anche delle Unioni dei Comuni. Mi auguro che i progetti avviati da questi enti  vengano portati a termine perché, con  l’istituzione della Città Metropolitana di Sassari, le Unioni non avranno più voce in capitolo». Giudizio condiviso da Massimo Zedda (Progressisti) che ha evidenziato un rischio concreto per la programmazione territoriale. L’emendamento è stato approvato.

Disco verde, senza dibattito, anche per l’emendamento n. 34 che affida al presidente della Regione la nomina dei nuovi commissari delle Città Metropolitane di Cagliari e Sassari e delle province di Nuoro, Oristano, Gallura, Ogliastra, Sulcis Iglesiente e Medio Campidano entro 30 giorni dall’approvazione della legge. Resteranno in carica fino all’insediamento degli organi di governo la cui elezione dovrà svolgersi entro il 31 dicembre 2021.

Subito dopo, l’aula ha approvato il testo dell’articolo 24 “Successione e fase transitoria”.

Il presidente Michele Pais ha quindi sospeso la seduta e convocato la Conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa il presidente ha dichiarato chiusa la sedutasospeso la seduta e aggiornato i lavori a domani alle ore 16.00.

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Le elezioni Amministrative slittano anche in Sardegna, si terranno in un fine settimana compreso tra il 15 settembre ed il 18 ottobre. Lo ha annunciato in Consiglio regionale l’assessore degli Enti locali, Quirico Sanna… La campagna elettorale, dunque, in molti Comuni già iniziata, si allunga di 4-5 mesi…
In Sardegna, i Comuni chiamati ad eleggere i nuovi Sindaci e i Consigli comunali, sono 101. 1 capoluogo di Provincia, Carbonia. 3 i Comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti, Carbonia, Capoterra e Olbia, nei quali è previsto un secondo turno di ballottaggio, tra i due candidati alla carica di sindaco più votati, qualora al primo turno nessuno dovesse superare la maggioranza del 50% + 1 dei voti validi.
Di seguito l’elenco completo dei 101 Comuni.
Città Metropolitana di Cagliari, 3 Comuni: Capoterra, Elmas e Sarroch
Provincia di Nuoro, 23 Comuni: Aritzo, Baunei, Belvì, Borore, Cardedu, Dorgali, Dualchi, Fonni, Gadoni, Loculi, Lotzorai, Orani, Orgosolo, Orosei, Orotelli, Ovodda, Silanus, Siniscola, Sorgono, Talana, Tertenia, Triei, Ulassai.
Provincia di Oristano, 19 Comuni: Albagiara, Baradili, Bonarcado, Cuglieri, Gonnoscodina, Marrubiu, Nureci, Ollastra, Riola Sardo, Ruinas, Scano di Montiferro, Seneghe, Senis, Siris, Solarussa, Tadasuni, Tramatza, Villaurbana, Zerfaliu.
Provincia di Sassari, 23 Comuni: Alà dei Sardi, Ardara, Banari, Benetutti, Bonorva, Borutta, Bulzi, Cargeghe, Codrongianus, Esporlatu, Luras, Martis, Monteleone Rocca Doria, Mores, Muros, Nughedu San Nicolò, Olbia, Olmedo, Sennori, Telti, Trinità d’Agultu e Vignola, Tula, Uri.
Provincia del Sud Sardegna, 33 Comuni: Armungia, Barrali, Buggerru, Carbonia, Decimoputzu, Domusnovas, Escalaplano, Genuri, Gergei, Gesico, Gonnesa, Isili, Las Plassas, Masainas, Narcao, Nuragus Pauli Arbarei, Perdaxius, San Giovanni Suergiu, San Nicolò Gerrei, San Vito, Sant’Andrea Frius, Sardara, Selegas, Setzu, Soleminis, Turri, Villacidro, Villamar, Villanova Tulo, Villanovaforru, Villaperuccio, Villasalto.