19 April, 2024
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La Settimana Italia-Cina della Scienza, della Tecnologia e dell’Innovazione, il più grande evento di internazionalizzazione tra i due Paesi che, dopo le tappe di Roma e Napoli, si è chiusa oggi alla Manifattura Tabacchi di Cagliari, ha segnato un altro fondamentale passo avanti nei rapporti già molto solidi fra Sardegna e Cina.

«Ospitare la giornata finale della settimana Italia Cina è per noi un grande onore, un riconoscimento prestigioso, perché siamo accreditati come un luogo dove si fa innovazione, tecnologia, ricerca – dice il vicepresidente della Regione Raffaele Paci -. Un riconoscimento di ciò che la Sardegna rappresenta oggi con le sue piattaforme tecnologiche, dal Sardinia Radio Telescope al progetto Aria nella miniera di Seruci, dal Sargrav al Joint Innovation Center per la ricerca sulle Smart and Safe city con Huawei, delle grandi competenze dalle nostre università, dei nostri centri di ricerca, delle nostre Startup. La Sardegna è oggi un esempio di cosa si può concretamente oggi fare attraverso la tecnologia, la scienza e la ricerca non solo nei campi della fisica, astrofisica, information technology ma anche nell’agroalimentare. I cinesi sono molto attratti anche da qualità della vita, ambiente, paesaggio, tradizioni, identità, storia e cultura. Siamo una nazione antica come la Cina, che però oggi sta portando innovazione in tutto il mondo: questa è una grande opportunità per i nostri giovani e le imprese di crescere. La Sardegna deve essere riconosciuta come un’isola ad alta tecnologia ma anche come luogo della qualità della vita, del buon cibo, della longevità, dell’ambiente sano, argomenti a cui ormai i cinesi sono estremamente attenti e sensibili.»

All’evento in Manifattura, a Cagliari, hanno partecipato diversi esponenti istituzionali cinesi e decine di imprese interessate a investire in Sardegna, che da una recente ricerca è risultata essere la quarta regione italiana per appeal turistico all’estero. Un dato da capitalizzare, che può portare un grande contributo all’economia dell’isola. Per esempio, attraverso un volo diretto Sardegna-Cina da attivare entro un anno, ipotesi a cui stanno lavorando imprenditori di entrambi i Paesi insieme alle rispettive istituzioni, come ha confermato nel suo intervento l’amministratore delegato dell’Aeroporto di Cagliari Alberto Scanu.

«È chiaro che questo sarebbe un enorme vantaggio, sia dal punto di vista turistico che dal punto di vista commerciale – sottolinea Raffaele Paci -. Vogliamo spingere le nostre aziende a crescere, rafforzarsi, fare filiera per sfidare i grandi mercati internazionali come quello cinese, un mercato sconfinato che offre infinite possibilità. Perciò abbiamo messo a punto una serie di strumenti finanziari dedicati esclusivamente a questo obiettivo, perché siamo sicuri di avere nei nostri prodotti la carta vincente e dobbiamo aiutare gli imprenditori sardi a raccogliere la grande sfida del mercato globale. Vogliamo che nuove imprese si aprano al mercato cinese. Allo stesso tempo diciamo anche agli imprenditori cinesi che la Sardegna, terra della longevità, ha nel suo insieme un’offerta assolutamente unica al mondo sulla quale vale la pena investire.»

Dopo i seminari su Smart grids and Safe cities e su Fisica e Astrofisica, la delegazione cinese ha visitato il cantiere di Luna Rossa al porto di Cagliari: proprio da lì, nel 2019, partirà la campagna di conquista per la Coppa America con la tappa inaugurale delle America’s Cup World Series, evento di preparazione e test delle nuove barche per la Prada Cup, quando si selezionerà la barca che sfiderà il defender New Zealand nel 2021. Proprio a Cagliari, infatti, Luna Rossa sta portando avanti col Crs4 un progetto di ricerca sulla fluodinamica delle barche cofinanziato dalla Regione.

«Anche in questo caso siamo riusciti a convincere con le nostre competenze e professionalità: Luna Rossa è qui non solo perché la Sardegna con il suo vento offre le condizioni ideali per le regate, ma anche perché ha trovato le competenze tecnologiche che cercava. Ancora una volta – spiega Raffaele Paci – il binomio vincente è ambiente-tecnologia.»

Il rapporto fra Sardegna e Cina è ormai solido e consolidato attraverso una serie di accordi stretti negli anni. E suggellato dalla visita del presidente cinese XI Jinping, che due anni fa ha scelto la nostra isola come meta unica durante uno scalo tecnico internazionale.

«Una visita che ha avuto grande risonanza in Cina e ha permesso di far conoscere la bellezza della nostra terra. Ma davvero il rapporto fa i nostri Paesi è molto forte. Oltre al laboratorio di Pula con un investimento di 20 milioni pensiamo ad Alimenta, che in Cina esporta il 95% della sua produzione di latte ovino in polvere per neonati e che grazie a un accordo societario con la cinese Blu River Dairy ha programmato investimenti per 40 milioni nei prossimi 10 anni in Sardegna. E poi ci sono il gemellaggio con l’isola di Hainan, temi come sicurezza alimentare, ambiente, nuove tecnologie per la cattura della CO2, sui quali il dialogo è costante. Insomma – conclude Raffaele Paci – lavoriamo sui nostri punti di forza per intensificare i rapporti e favorire le migliori ricadute economiche per la Sardegna.»

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Il Consiglio regionale ha approvato il passaggio agli articoli della legge di stabilità 2019. La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il presidente ha brevemente ricordato la figura dello scomparso Antonio Serra, consigliere regionale nella decima legislatura.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori, il consigliere di Forza Italia Antonello Peru ha ribadito la richiesta, rivolta all’assessore Luigi Arru, di riferire sulla situazione del Policlinico sassarese e in generale sulla sanità del Nord Sardegna, lamentando inoltre di aver ricevuto dall’assessore Luigi Arru l’accusa di voler sollevare solo problemi. La realtà è un’altra, ha sostenuto: occorre un confronto aperto su queste questioni, sollecitato dai lavoratori e da larga parte della società del territorio, affrontando la discussione delle mozioni presentate, dal Policlinico al blocco delle stabilizzazioni, al depotenziamento dei laboratori di analisi.

Sempre sull’ordine dei lavori, il consigliere del Pds Roberto Desini, associandosi all’intervento del collega Peru e ricordando una sua interrogazione rimasta senza risposta, ha ribadito la sua richiesta di confronto in Aula con l’assessore, formulata già in occasione del dibattito sulla legge di Forestas. Per queste ragioni, Roberto Desini ha fatto appello al presidente per una sollecita discussione dell’interrogazione.

Il presidente Gianfranco Ganau ha replicato precisando che, in occasione della legge su Forestas l’assessore Luigi Arru si era dichiarato disponibile ma poi il dibattito è saltato per il protrarsi dei lavori dell’Aula. Quanto alla giornata odierna, l’assessore è impegnato a Sassari in una riunione con i sindacati proprio sulla vertenza del Policlinico.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la discussione generale della legge Finanziaria 2019.

Per illustrare il provvedimento ha preso la parola il relatore di maggioranza Franco Sabatini (Pd), presidente della commissione Bilancio.

Sabatini, nel suo intervento, si è soffermato sul ruolo svolto dal Consiglio sulla varie leggi Finanziarie nell’arco della legislatura, un ruolo «spesso purtroppo sottovalutato anche sotto il profilo dell’attenzione ai problemi specifici dei territori, con molte categorie che spesso hanno manifestato sotto il palazzo, ottenendo non solo ascolto ma risposte concrete». Soffermandosi sui punti qualificanti di questo lungo percorso che ha visto protagonista il Consiglio, Franco Sabatini ha ricordato provvedimenti come il Reis, gli interventi in agricoltura, il contratto di Forestas, e l’impegno per i lavoratori Ara: tutte questioni che coinvolgono persone ed il lavoro che non c’è, come le misure di sostegno al reddito, le borse di studio, le agevolazioni nel trasporto pubblico locale, gli incentivi per la ristrutturazione degli immobili, gli sgravi Irpef per famiglie in difficoltà, il rinnovo del contratto della sanità». Proprio stamattina, nell’incontro con il Cal, «abbiamo dimostrato con i fatti alle autonomie di aver tenuto nella massima considerazione i loro problemi, col mantenimento del fondo unico, il mutuo di 700 milioni per mettere in sicurezza i territori dal rischio idro-geologico, i 27 milioni per altre opere pubbliche che arriveranno fino a 50, l’aumento degli spazi finanziari per gli Enti locali e le misure per il risanamento dei loro bilanci, ed ancora il Reis e Lavoras con risorse che vanno sempre ai Comuni». Tutto questo, ha affermato Franco Sabatini, «è stato reso possibile con una corretta politica di bilancio che nasce dalla vertenza entrate che ha portato più risorse fuori dal patto di stabilità e la riduzione degli accantonamenti su cui stiamo ancora lavorando». Questa politica, ha aggiunto, «ha prodotto risultati molto concreti, come dimostra anche la Corte dei conti, con 1 miliardo in più nelle riscossioni ed un altro 1 miliardo nei pagamenti, tutti fondi andati nell’economia reale della Regione». Questa Finanziaria dunque, ha concluso il presidente della commissione Bilancio, «contiene i risultati positivi di 5 anni di lavoro, ai quali si aggiungono gli interventi più recenti in materia di artigianato, commercio e famiglie, sempre con la massima attenzione alle fasce deboli della società sarda».

Per la minoranza, il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha preso le distanze in apertura dai toni trionfalistici di Sabatini, che «sono fuori luogo e privi delle buone pratiche che in questi anni non abbiamo affatto visto». A nostro giudizio, ha continuato, «la legislatura si chiude lasciando grandi problemi aperti per tutti i sardi, da vertenza entrate conclusa in modo insufficiente, alla continuità territoriale senza risultati alla sanità fuori controllo, il tutto aggravato da pesanti difficoltà nelle procedure e nei pagamenti che determinano conseguente molto negative per cittadini ed imprese». Alessandra Zedda ha quindi richiamato l’attenzione del Consiglio su alcuni esempi di cattivo uso delle risorse pubbliche. Il primo ha riguardato il sistema informativo sanitario che, negli anni, ha prodotto costi complessivi per oltre 140 milioni senza risultati apprezzabili e con procedure discutibili e forse in parte illegittime finite sotto la lente della Corte dei conti». La sanità va male, ha lamentato Alessandra Zedda, «e non siamo impazziti noi a denunciare lo sfascio di un settore dove va a finire più della metà del bilancio della Regione; Giunta e maggioranza invece, di fronte a questa situazione, intervengono in via sperimentale per riformare il terzo settore seguendo uno schema finora adottato solo in 2 Regioni». Anche per questo chiediamo, ha detto ancora l’esponente di Forza Italia, «che l’assessore Luigi Arru venga al più presto a riferire in Aula perché buona parte della legge Finanziaria riguarda quell’assessorato». Quanto agli interventi in favore di artigianato commercio e turismo, Alessandra Zedda ha auspicato che non siamo appesantiti dalla solita burocrazia, comunque, ha concluso, erano problemi che andavano affrontati negli anni precedenti.

Per l’on. Marco Tedde (FI) “è anche l’occasione per fare un consuntivo del tutto fallimentare, riconoscere che è stato bocciato senza appello il governo dei professori. E il 24 febbraio prossimo gli elettori lo diranno, visto che avete allontanato la Sanità dai sardi e le imprese dal lavoro. Il vostro governo è stato una devastazione anche sotto altri profili come i trasporti aerei, la continuità delle rotte minori e le tratte Roma e Milano. E stendiamo un velo pietoso sull’agricoltura, sui pagamenti che non ci sono e sui bandi che non vengono banditi. Oggi fate la corsa contro il tempo per la Finanziaria ma sarà merito del nostro senso di responsabilità se arriverete al traguardo dell’Aula velocemente. Segnaleremo ai sardi le vostre mancette elettorali, noi siamo qui per le imprese e per i sardi”.

Invece l’on. Alfonso Marras (Riformatori sardi) ha esordito dicendo: “Sarà la prossima giunta a doveri rimediare ai vostri disastri e alla crisi demografica che ci sta attanagliando. Non c’è posto per i vostri toni trionfalistici sulla crescita del Pil nel 2015-2017 perché la Sardegna ha bisogno di lavoro per frenare la fuga di giovani sardi ma anche di servizi pubblici di qualità e meno burocratici.  In materia di entrate emerge una grave crisi di rapporti tra la Regione e lo Stato italiano ma questo tema sembra non preoccuparvi, in realtà”.

Per l’on. Fabrizio Anedda (Comunisti) “la manovra finanziaria è ingessata sulle spese correnti e c’è poco coraggio sulle politiche attive del lavoro. Bisogna dare atto al presidente dell’intervento risolutivo sulla peste suina, una battaglia che è stata vinta anche dall’assessore Luigi Arru con il sostegno del Consiglio. Ma sarebbe stato utile più coraggio sulle servitù militari  soprattutto a Perdasdefogu e, soprattutto, incrementare i posti di lavoro in tutti i settori, anche nel settore ovino caprino e nell’artigianato che ne deriva, nel settore suinicolo e dei cereali: si tratta di ambiti tipici della Sardegna, che ne costituiscono l’identità. Dobbiamo aiutare le nostre imprese a crescere, altro che dare aiuti alle Camere di Commercio”.

A seguire l’on. Luigi Crisponi (Riformatori sardi), secondo cui “è evidente che siamo ma soprattutto siete nella zona Cesarini e pensate di fare gol all’ultimo momento. E invece non ci saranno gol ma la solita melina, uguale a quella che ci avete proposto nel resto della legislatura. Oggi mettete a disposizione risorse per dare risposte concrete al commercio e all’artigianato ma si poteva fare nei quattro anni precedenti: dovevate farlo prima, ecco. Avete prima mortificato le imprese con il vostro muro di gomma, con la vostra burocrazia. E oggi cercate di togliere dalla palude le imprese che lì avete cacciato”. L’oratore ha parlato anche della crisi delle imprese insediate ad Ottana e dell’inutilità degli interventi pubblici messi in campo finora.

Ha quindi preso la parola il consigliere di Fratelli d’Italia Gianni Lampis che ha bocciato senza mezzi termini il contenuto della manovra finanziaria: «Voi oggi rappresentate qualcosa che non esiste o che esiste solo nella vostra fantasia, tutti i dati statistici dicono il contrario sulla qualità della vita, la capacità di creare sviluppo e occupazione. Questa manovra non può recuperare cinque anni di tempo perso e di occasioni perdute».

Gianni Lampis ha poi sottolineato la presenza in Finanziaria di risorse per la famiglia: « Nei 5 anni precedenti sono stati i cavalli di battaglia del mio gruppo consiliare che non hanno ottenuto nessuna reazione da parte vostra. Oggi finalmente se ne parla».

L’esponente della minoranza ha poi fatto un elenco delle incompiute della Giunta: «Dove vedete la crescita nel comparto turistico? – ha detto Gianni Lampis – la rete dei trasporti interni è inadeguata, le strade sono ridotte a mulattiere. Parlate di segnali positivi nell’agroalimentare. Penso che agricoltura e allevamento siano in crisi profonda. Tra poco riesploderà la battaglia sul prezzo del latte».

Dal consigliere di Fratelli d’Italia sono arrivati giudizi negativi anche sulle politiche per l’occupazione: «I giovani scappano dalla Sardegna perché non siamo in grado di progettare il loro futuro. La Regione spende per formare gli studenti che poi non trovano nell’Isola percorsi idonei alla loro valorizzazione. Questo favorisce l’esodo dalle aree interne a cui segue il taglio dei servizi».

Al termine del suo intervento, Lampis ha fatto un breve accenno anche agli effetti negativi delle riforme varate nel corso della legislatura: «Avete promesso grandi riforme: gli effetti sono sotto gli occhi di tutti, dagli enti locali alla sanità. I sindaci dicono di non avere strumenti per agire e capacità di progettazione. Il riordino degli enti locali ha obbligato i comuni ad unirsi in Unioni, ma che efficacia amministrativa garantiscono? Oggi parliamo ancora di province commissariate. Stesso discorso sulla sanità. La Asl unica, vostro cavallo di battaglia, non ha prodotto nulla di buono, le liste d’attesa non sono state abbattute».

Per Emilio Usula (Rossomori) le politiche portate avanti dalla maggioranza non hanno influito sulla situazione economica e sociale della Sardegna. « E’ migliorata la condizione dei sardi, è calata la povertà? Si è fermato lo spopolamento, le imprese artigiane sono in ripresa? Sono migliorati i servizi alle persone? Siamo riusciti a garantire una buona mobilità? La situazione è sotto gli occhi di tutti».

Emilio Usula ha poi puntato l’indice contro l’assessore al bilancio Raffaele Paci: « Poco o nulla è cambiato, mi aspettavo altro da una maggioranza di centrosinistra, la responsabilità è di tutti, soprattutto dell’assessore al Bilancio. La Sardegna non rimpiangerà la Giunta e in particolare lei, assessore Paci, per l’atteggiamento supponente che l’ha contraddistinta. Il ritiro dei ricorsi sulla vertenza entrate è stato il più grande errore, il popolo sardo ha perso miliardi di preziose risorse che potevano essere messe a disposizione dello sviluppo. La questione accantonamenti è ancora aperta per non parlare delle alchimie contabili messe puntualmente in rilievo dalla Corte dei Conti e derubricate a questioni tecniche ».

Emilio Usula ha espresso giudizi negativi anche sulla riforma sanitaria («non è solo una questione di conti ma di servizi e di offerta ai cittadini») e sul mutuo per le infrastrutture (“doveva portare a una rivoluzione keynesiana, non abbiamo visto nulla”) prima di bocciare l’atteggiamento della Giunta sul referendum costituzionale promosso da Matteo Renzi: «E’ stata quella la prima occasione in cui il popolo sardo vi ha punito con la percentuale più alta di “no” a livello nazionale».

L’unico dato positivo, ha concluso Usula,  è la mancata approvazione della legge urbanistica che avrebbe fatto danni al paesaggio e offerto vantaggi alle consorterie politiche ed economiche. «I pericoli non sono finiti, l’assalto al territorio è sempre un rischio concreto. Questo perché il centrosinistra, sempre più omologato, lascia spazio a cupi scenari. Questo bilancio è la sintesi di cinque anni di scelte sbagliate».

Giudizio negativo anche da parte del capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni. «Approviamo una finanziaria che sarà modificata dalla prossima maggioranza. Avrei preferito un’altra strada: far capire che qui le cose si fanno seriamente, questo avrebbe consentito di licenziare una finanziaria senza colori».

Attilio Dedoni ha poi messo in evidenza la mancanza di una strategia politica da parte della Giunta: «Sarei stato d’accordo se si fosse varato un grande progetto per la ricerca – ha detto Attilio Dedoni – il problema è che questa scelta non si è fatta. Alcuni milioni finanziati per la ricerca aerospaziale hanno fatto da moltiplicatore ma fuori da una visione d’insieme. I giovani vanno fuori a cercare occupazione. Manca competitività da parte delle università. Forse manca un’università privata e centri di ricerca di eccellenza. La Sardegna ha le potenzialità per diventare la Silicon Valley del Mediterraneo».

Paolo Truzzu, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha espresso apprezzamento per alcune scelte della Giunta. «Finalmente dopo cinque anni di richieste si vede un briciolo di luce in questa finanziaria. Ho difficoltà a dire che non sia una buona finanziaria. Contiene molte richieste che abbiamo formulato negli anni scorsi: provvedimenti per le famiglie, per l’incremento della natalità, contro lo spopolamento delle zone interne. Sono contento che finalmente ci siano le risorse per gli asili nido, i bus gratis per i giovani, le proposte per la ristrutturazione delle case con i 25 milioni a favore delle imprese».

Risorse che però rischiano di non essere disponibili secondo Paolo Truzzu: «Su questi finanziamenti pende la spada di Damocle della mancata parificazione del bilancio da parte della Corte dei Conti e la questione accantonamenti ancora aperta – ha detto Paolo Truzzu – c’è poi la scelta di coprire con ingenti risorse il deficit della sanità. Non si potrà stare tranquilli. Solo in primavera si capirà se le risorse stanziate saranno effettivamente disponibili».

Da Truzzu, infine, è arrivato l’invito ad un cambio di rotta: «Ancora una volta impegniamo una quantità di risorse importante per garantire diritti ai più deboli, ma ho l’impressione che la strada scelta sia ancora quella dell’assistenzialismo e non dello sviluppo. Manca la volontà di cambiare punto di vista, le risorse Lavoras potevano essere messe in mano ai cittadini, in questo modo si sarebbero  potuti incentivare investimenti privati in grado di creare 5.000/6.000 posti di lavoro. In futuro occorre avere il coraggio di cambiare punto di vista».

Di segno opposto l’intervento del capogruppo del Pd, Pietro Cocco: «E’ una buona legge di stabilità, una Finanziaria con alcune misure importanti – ha detto Pietro Cocco – la sanità sarà risanata completamente. Abbiamo trovato un deficit di 400 milioni di euro che oggi riduciamo a 75 milioni. Le opposizioni dicono che tutto va male, ma abbiamo gli stessi posti letto, stesse specializzazioni, stessi ospedali e l’assistenza territoriale garantita. Certo non tutto va bene. Abbiamo approvato una rete ospedaliera che deve essere messa in grado di funzionare così  come è stata approvata»

Il capogruppo del Pd ha poi parlato di fisco e lavoro: «Le tasse non sono aumentate,  Irpef e Irap sono tra le più basse in Italia – ha detto Pietro Cocco – abbiamo stanziato 124 milioni di euro per il piano del lavoro, con metà delle risorse destinate ai comuni per l’apertura di cantieri. Abbiamo inoltre istituito il Reis, lo abbiamo attuato diversamente da quanto annunciato dal Governo nazionale».

Stesso discorso sulle misure per l’agricoltura: «Non è vero che non si è fatto nulla. abbiamo licenziato la legge sulla suinicoltura che interviene per valorizzare il comparto. Questa giunta ha messo in atto un piano di contrasto della peste suina che nessuno aveva fatto prima»

Bene anche gli interventi sull’industria: «Alcoa è una battaglia vinta, così come l’Eurallumina per la quale, tra pochi giorni, si aprirà un  tavolo per l’autorizzazione della ripresa produttiva. Igea oggi è in salute, l’abbiamo presa in condizioni disperate. Non pagava gli stipendi da 6 mesi. E’ stata salvata e rimessa in condizioni di operare».

In conclusione del suo intervento, Pietro Cocco ha fatto mea culpa sui trasporti: «Si poteva e si doveva far meglio. E’ un settore strategico. Ma che lo dica chi ha fatto un disastro totale non ci stiamo. La precedente Giunta ha varato la Flotta Sarda e lasciato 11 milioni di debito facendo fallire la Saremar. Non raccontateci cose che non potete raccontare – ha concluso Pietro Cocco – avremmo potuto far meglio ma voi non potete dir nulla».

Il presidente ha dato quindi la parola alla capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda. L’esponente della minoranza ha ha sottolineato che nel precedente intervento ha voluto insistere sul settore della sanità perché è allo sbando, ma che in questa discussione si vuole però soffermare sugli aspetti positivi di questa Finanziaria e su leggi che spera possano portare risultati positivi all’Isola. “Il futuro della Sardegna passa per un nuovo modello di sviluppo – ha detto – quello che crea valore endogeno” e ha aggiunto che “per noi può essere fondamentale prevedere una fiscalità di sviluppo che non può essere certo quella di un abbattimento delle misere imposte che riguardano le addizionali Irpef e Irap”. Alessandra Zedda ha poi sottolineato che nonostante sia un piccolo intervento va bene.

Per la consigliera la sostenibilità non va d’accordo con la parola burocrazia. “Se vogliamo rendere sostenibili le iniziative di questa Finanziaria  dobbiamo cambiare l’organizzazione della Regione e i procedimenti che risultano obsoleti e ingessanti, sia per le misure che riguardano le aziende sia quelle che riguardano i cittadini”. La capogruppo di Forza Italia ha aggiunto che “non è pensabile che chi soffre, destinatario di leggi come la n. 15, la 20, la 162, debba aspettare un anno o se va bene a qualche mese” passando da un ufficio all’altro. Alessandra Zedda ha presentato un emendamento che prevede il pagamento mensile del contributo regionale per chi ne ha diritto.

Sull’innovazione ha poi aggiunto: “Ho un sogno: avere una Silicon valley nella nostra regione con un sistema che deve funzionare”. E rivolgendosi all’assessore Paci ha affermato: “Noi investiamo molto e le faccio un plauso, ma non dobbiamo fermarci ai finanziamenti comunitari e dobbiamo incidere anche sulle infrastrutture e sulla formazione delle risorse umane, che non mi sembra stia avvenendo”.

Sulla crescita Alessandra Zedda ha affermato “che è la cosa più difficile da valutare”. Sono stati citati investimenti come  Garanzia giovani, tirocini e Lavoras, ma non è ancora sufficiente per garantire dignità e lavoro. Secondo Alessandra Zedda: “Ci sarebbero voluto almeno cinque Finanziarie” e ha aggiunto che è necessario intervenire sulla burocrazia e garantire procedimenti e tempi certi.

La consigliera ha poi citato l’iniziativa che ha pensato allo sport come prevenzione e ha ringraziato il presidente Franco Sabatini per il lavoro fatto in Terza commissione, che ha portato a un confronto tra le forze politiche e a un miglioramento di questo testo. Le migliori leggi uscite da quest’aula, secondo Alessandra Zedda, sono la legge contro la violenza sulle donne, su Forestas e sugli appalti  e sono state frutto di un lavoro condiviso.

Il presidente Gianfranco Ganau ha poi dato la parola all’assessore regionale della Programmazione e Bilancio, Raffaele Paci, che si è detto emozionato visto che si tratta dell’ultima Finanziaria di questa legislatura. “E’ la conclusione di un percorso perché le Finanziarie sono legate e alcune politiche le abbiamo iniziate cinque anni fa”. L’assessore ha chiarito che non sono stati risolti tutti i problemi della Sardegna, come la povertà, la disoccupazione, l’emigrazione dei giovani laureati e formati. “C’è ancora tanto da fare” e ha ricordato che l’Italia era un Paese ricco dell’Europa, mentre ora non lo è più, e che per debellare la povertà, la disoccupazione bisogna combattere ogni giorno. “Sarebbe ingeneroso però non prendere atto di alcuni dati di fatto e spero che non vengano visti come trionfalismi”. Raffaele Paci ha affermato: “L’Istat certifica che negli ultimi 3 anni la Sardegna è cresciuta dell’1,2%, ottava regione in Italia”, sottolineando che invece nella scorsa legislatura c’era stata una perdita annua media dell’1,7%, anche se ha ricordato che effettivamente erano gli anni della crisi. Per Raffaele Paci non bisogna negare che ci sia stata la ripresa e ha affermato che i tassi di crescita registrati negli ultimi tre anni non si registravano dagli anni ’60: l’occupazione è calata di 2 punti percentuali e l’occupazione è aumentata di 40mila unità. Per l’esponente dell’Esecutivo non tutto è risolto, ma ci sono dei grandi miglioramenti: la Sardegna sta diventando un punto di riferimento per nuove occupazione legate ai settori dell’information technology e c’è stata una ripresa di alcuni settori dell’agroalimentare e dell’artigianato. Raffaele Paci ha ricordato i 255 milioni messi a bando per le imprese, il fatto che la Giunta ha favorito la ricerca, l’innovazione, la scuola, lo sviluppo delle imprese, il diritto allo studio, il sostegno alle famiglie, ai Comuni e alle politiche sociali. Raffaele Paci ha ricordato che non è un manovra elettorale, è una manovra sostenibile finanziariamente e con risorse certe. L’assessore ha ricordato, infine, che  quando ha assunto l’incarico aveva trovato 5 miliardi di interessi passivi e 4 miliardi di interessi attivi. La Sardegna aveva accumulato moltissime promesse di pagamento a causa del Patto di stabilità.

Raffaele Paci ha ricordato che quello che la Giunta ha firmato con il Governo ha fatto uscire la Sardegna dal Patto di stabilità potendo spendere un miliardo in più all’anno e ha ricordato che i ricorsi ritirati contro lo Stato non hanno fatto perdere alla Sardegna neanche un euro. L’assessore ha ricordato, inoltre, che sono stati ridotti gli accantonamenti, “visto che abbiamo impugnato tutte le finanziarie e perciò spesso abbiamo evitato di dare allo Stato 480 milioni di accantonamenti. E quest’anno, finalmente riusciamo ad avere un po’ di respiro perché gli accantonamenti si sono ridotti da 684 a 535 perché abbiamo impugnato le precedenti Finanziarie”. In conclusione Raffaele Paci ha affermato che spetterà al Consiglio regionale migliorare questa Finanziaria.

Il presidente ha messo quindi in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato con 31 voti a favore e 18 contrari. Il presidente ha quindi ricordato che il termine per presentare gli emendamenti e giovedì, 6 dicembre, alle 12.00. La seduta è stata chiusa e il Consiglio è convocato per martedì, 11 dicembre, alle 16.00, per proseguire l’esame della Finanziaria e approvare la proposta di legge per le modifiche tecniche alla scheda elettorale per le elezioni regionali.

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«Abbiamo lavorato per garantire una Finanziaria che si occupasse delle famiglie, delle fasce più svantaggiate, degli Enti locali, delle imprese. Una Finanziaria in grado di dare risposte concrete, capace di intervenire nell’immediato e allo stesso tempo di gettare le basi per un solido sviluppo futuro. Una manovra che tenesse le tasse basse ma contemporaneamente garantisse tutti i servizi ai cittadini e mettesse in sicurezza le casse regionali. Ci siamo riusciti.»

L’ha detto intervenendo in aula l’assessore del Bilancio Raffaele Paci, dopo l’apertura della sessione di Bilancio in Consiglio regionale con le relazioni di maggioranza e opposizione.

«La Finanziaria per il 2019 mette al centro le famiglie, progetta lo sviluppo per creare occupazione, azzera totalmente il decennale debito della sanità, protegge le fasce più deboli con il Reis e investe fortemente sugli enti locali. Il tutto tenendo le tasse più basse d’Italia, quelle per le imprese (Irap) e quelle sulla persona (Irpef), il che significa lasciare 130 milioni in più a disposizione delle imprese e 100 delle famiglie. Una manovra da 8 miliardi e 200 milioni che garantisce la copertura di tutti i settori, gli stanziamenti sono in crescita per ciascuno di essi, e che allo stesso tempo getta solide basi per una crescita nel lungo periodo», ha spiegato Raffaele Paci. 

«Non c’è dubbio che la situazione economica della Sardegna stia migliorando, come certificano tutti i dati ufficiali. 40mila occupati in più rispetto al 2014, Pil cresciuto in media dell’1,2% all’anno nel triennio fra 2015 e 2017, tasso di disoccupazione sceso al 15.8% e settori in forte crescita come turismo, export e start up. Questi sono dati di fatto, non opinioni. E, forti di questi dati, continueremo a impegnarci per migliorarli ancora», ha assicurato il vicepresidente della Regione.

Raffaele Paci ha poi ricordato le 4 misure del Pacchetto Famiglia, «di cui siamo particolarmente orgogliosi perché diamo un importante segnale a quel ceto medio a cui non pensa mai nessuno, fatto di famiglie che lavorano, di figli che studiano, di un sistema che fa muovere e crescere il sistema Sardegna». Quattro, dunque, le misure in cui è articolato: prima di tutto, gli sgravi fiscali per i figli a carico. Con 25 milioni di euro viene garantita la detrazione di 200 euro a figlio, fino ai 18 anni, per un reddito fino ai 55mila euro. 10 milioni e 500mila euro sono destinati al trasporto gratis per gli studenti di scuola media inferiore, superiore e per gli universitari. 25 milioni di euro sono destinati alla ristrutturazione delle abitazioni private, con un meccanismo di premialità per interventi che prevedono efficientamento energetico e vengono realizzati nelle zone interne, in ottica antispopolamento; 4 milioni, articolati in voucher, vanno ai genitori di bambini da 0 a 36 mesi per avere diritto a uno sconto sulle rette degli asili nido. Infine, con 350mila euro si aiuteranno le coppie con problemi di sterilità a cercare cure adeguate anche fuori dall’isola. 

Raffaele Paci ha  ricordato che la Finanziaria prevede interventi importanti per scelte strategiche. «Rafforziamo gli interventi su infrastrutture, bonifiche, protezione del territorio. Stanziamo 28 milioni sulla rete del gas metano, finanziamo fortemente i Comuni non solo con il Fondo unico da 600 milioni ma anche con i 50 milioni per le situazioni di dissesto finanziario e i 75 della programmazione territoriale per le politiche antispopolamento nelle zone interne, garantiamo servizi ai cittadini e stipendi alle famiglie con 15 milioni alle Province, assicuriamo 45milioni per il Reis, il reddito di inclusione sociale che la Sardegna ha istituito fra le prime regioni d’Italia, variamo un pacchetto artigianato da 30 milioni e con 600 milioni mettiamo finalmente una pietra tombale sul debito della sanità. È una manovra di cui siamo soddisfatti e orgogliosi», ha concluso Raffaele Paci.

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L’Unità per Ottana, il piano straordinario da oltre 16 milioni varato dalla Giunta regionale e guidato dal vicepresidente Raffaele Paci, è già operativo con i primi 20 nuovi occupati sul territorio. Venti persone, rimaste senza lavoro da prima del 2010, sono diventati per i prossimi 8 mesi dipendenti del Consorzio industriale provinciale di Ottana, Bolotana e Noraghugugume grazie a una delle azioni previste dal Piano elaborato in stretta sinergia col territorio. Il loro compito è quello di ripristinare la zona, per renderla più attrattiva e favorire così l’insediamento di nuove imprese. 

Raffaele Paci ha incontrato oggi i nuovi lavoratori insieme al sindaco di Ottana Franco Saba, al commissario provinciale Costantino Tidu e al presidente del Consorzio Industriale Piero Guiso. Dopo un breve periodo di formazione, i 20 lavoratori saranno impegnati in azioni come il ripristino della viabilità, il miglioramento dell’accessibilità dei lotti e la riqualificazione di spazi compromessi, la rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione e fognario e l’adeguamento del sistema idrico. «L’obiettivo è rendere più attrattiva la zona per favorire l’insediamento di altre imprese e dunque nuovi investimenti dopo la progressiva chiusura delle attività produttive localizzate nell’agglomerato industriale, per rilanciare il più possibile l’economia – spiega l’assessore regionale della Programmazione -. Dobbiamo ripartire, dobbiamo darci da fare, dobbiamo riuscire anche a superare l’eccesso di burocrazia che è un danno per tutti. Oggi sono davvero contento di incontrare persone che hanno ritrovato un posto di lavoro, facce vere di cittadini che non vogliono certo stare a casa a essere assistito ma che hanno voglia di rimettersi in gioco, per loro stessi, per le loro famiglie, per le loro comunità. Sono sicuro che queste zone ce la farà, vedo tanta voglia di ricominciare e la Regione garantirà sempre il suo supporto». 

Il Piano elaborato dalla Unità per Ottana, in pochissimi mesi e in costante e stretta sinergia con il territorio, è diviso in tre ambiti tematici. I primi due coinvolgono l’intera area vasta (Austis, Birori, Bolotana, Borore, Dualchi, Gavoi, Lei, Lodine, Macomer, Mamoiada, Noragugume, Ollollai, Olzai, Oniferi, Orani, Orotelli, Ottana, Ovodda, Sarule, Silanus, Sindia, Teti, Tiana) e prevedono Politiche attive per il lavoratori e Bandi mirati per le piccole e medie imprese del territorio. La terza azione, che è quella che coinvolge i 20 nuovi lavoratori, riguarda appunto le infrastrutture e l’attrazione di grandi investimenti nell’area del consorzio industriale. Sono poi previsti un bando per le imprese da 4 milioni, interventi attraverso politiche attive per i lavoratori in situazioni di crisi all’interno dell’area vasta di 24 Comuni (2 milioni) e le azioni specifiche per i 130 ex lavoratori del polo industriale tessile (2 milioni e 300mila euro). A queste cifre, vanno aggiunti 5 milioni stanziati dalla Regione per Antica Fornace, che ha assunto un centinaio di nuovi dipendenti, e 1 milione per i cantieri verdi da economie riattribuite.

La formula per i 20 nuovi occupati del Consorzio è la stessa dei cantieri LavoRas, senza limiti di età e con un contratto di almeno 8 mesi in modo da avere poi diritto alla naspi se fosse necessario. Paci ha garantito il costante supporto e la grande attenzione della Giunta per il territorio di Ottana. «Ci siamo e siamo pronti a farci carico di ogni intervento necessario per aiutare questo territorio a ritrovare la sua strada», ha concluso.

 

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La Sardegna è un esempio internazionale per le sue politiche sull’aerospazio. Di quello che è stato già fatto nell’isola, dei prossimi progetti e delle nuove prospettive si è parlato in occasione dei 5 anni del Dass, il Distretto aerospaziale della Sardegna, alla quale hanno partecipato il direttore del Dass Giacomo Cao, l’ingener Cristina Leone, presidente del cluster tecnologico nazionale Aerospazio, e il consigliere economico del sottosegretario di Stato con delega all’aerospazio, Stefano Gialandris.

«Come Giunta crediamo molto nell’aerospazio, abbiamo sostenuto questo settore dal primo momento inserendolo nella nostra S3, la strategia di specializzazione intelligente, e questa è stata la svolta per dare impulso al settore – ha detto l’assessore della Programmazione Raffaele Paci –. I risultati che sono già arrivati, i riconoscimenti da parte della Nasa, il ruolo strategico del Radiotelescopio di San Basilio, gli investimenti di Avio nel Sarrabus e di tante altre imprese del distretto aerospaziale dimostrano che la strada è quella giusta. La Sardegna, come è stato più volte riconosciuto durante il dibattito, è ormai un punto di riferimento mondiale: abbiamo professionalità importanti, condizioni ideali per ospitare strutture di ricerca, forti competenze nell’alta tecnologia e nel digitale. Facendo sinergia, lavorando tutti insieme, possiamo raggiungere risultati ancora più importanti: ma in questo è fondamentale la continuità di sistema, garantire una traiettoria comune su cui i privati possono contare e in cui le Università giocano un ruolo decisivo.»

Il vicepresidente della Regione ha ricordato che la Regione ha già investito oltre 10milioni di euro nei bandi per l’aerospazio. «Bandi che hanno avuto un successo enorme, che abbiamo rifinanziato per garantire copertura a tutti i progetti idonei. Questo dimostra che è un settore che sta crescendo molto e che, come si vede dai progetti presentati, sta riuscendo a passare dalla fase di ricerca pura a quella di ricaduta sul territorio, e questo è un passaggio fondamentale perché è quello che può portare sviluppo e posti di lavoro. I progetti si occupano di gestione satellitare degli incendi, di agricoltura di precisione, monitoraggio ambientale e sorveglianza del territorio per garantire più sicurezza, cose concrete e contributo forte all’innovazione dei settori più tradizionali, dove abbiamo bisogno di alta tecnologia per farli crescere». 

Al finanziamento dei bandi si affiancano i cofinanziamenti di importanti progetti internazionali. «Ricerca tecnologica e capitale umano sono le chiavi con le quali la Sardegna può competere a livello mondiale, diventando una piattaforma internazionale in cui l’aerospazio gioca un ruolo di primo piano – ha sottolineato Raffaele Paci -. Con l’alta tecnologia possiamo superare il limite geografico trasformandolo in una risorsa. Le caratteristiche della nostra isola e le competenze digitali che possiamo garantire sono ideali per ospitare importanti progetti internazionali come, infatti, sta già accadendo: pensiamo ad Aria nella miniera di Seruci o a SarGrav a Lula, candidata a ospitare un laboratorio di ricerca internazionale sulle onde gravitazionali da un miliardo di euro, pezzi di storia del nostro passato che rivivono grazie all’alta tecnologia. In pochi anni l’aerospazio per la Sardegna si è trasformato da valida potenzialità a solida realtà, e di questo siamo molto orgogliosi, perché questo può garantire un solido futuro alla nostra terra e ai nostri giovani». 

 

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«La nostra idea di Zes è un’idea forte e inedita, perché non si limita solo a Cagliari, come avremmo più facilmente potuto fare, ma costruisce una rete che coinvolge 6 porti, dunque l’intera costa della Sardegna e, di conseguenza, tutte le zone interne collegate. Adesso ci sono due scommesse da vincere: l’accelerazione di tempi e procedure, con l’indispensabile abbattimento della burocrazia, e risorse dal Governo per attivare altri strumenti finanziari e fiscali all’interno della Zona economica speciale oltre al già previsto credito d’imposta.»
L’ha detto l’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, al convegno organizzato da Confindustria per fare il punto sulle opportunità offerte dalle Zes. 

Condivisione coi territori, prima di tutto, per puntare al miglior risultato possibile per tutti. Ovviamente, sono state necessarie alcune scelte per arrivare alla perimetrazione finale e alla distribuzione dei 2.770 ettari disponibili: e il risultato è ottimo. «Non era una cosa scontata, perché l’unico porto che avrebbe avuto tecnicamente diritto alla Zes è quello di Cagliari. Abbiamo ragionato su come fare per non limitare al solo capoluogo i possibili vantaggi, e ci siamo riusciti. Abbiamo connesso i tre aeroporti regionali alle relative porzioni di Zes e abbiamo scelto di collegarle alle zone franche doganali».  

Il piano Zes, approvato dalla Giunta e già sul tavolo del ministero per il Mezzogiorno, finora prevede come vantaggio fiscale un credito d’imposta fino a un massimo di 50 milioni di euro. «Certo noi potremmo come Regione aggiungere altri strumenti fiscali e finanziari, ma è chiaro che servono risorse, e speriamo che presto il Governo riesca a garantirle, in modo che possano sommarsi alle tantissime agevolazioni che abbiamo messo in campo per le imprese sarde, ultimo il bando T3. Di sicuro, se il governo smettesse di portarci via 600 milioni all’anno di accantonamenti riusciremmo a destinarne una parte alla Zes per ulteriori agevolazioni».

Nella Zes della Sardegna ci sarà un Suape, sportello per la semplificazione. Perché la parola d’ordine è ancora una volta accelerare, tentando di vincere una burocrazia sempre più “difensiva” e soffocante che ostacola, rallenta e blocca qualunque pratica. «È una situazione insostenibile ed inaccettabile – dice Raffaele Paci -. Quello contro il mostro burocrazia è stato un impegno costante dal primo giorno del mio insediamento. Ma non basta la volontà politica dell’assessore di turno per vincere sulla burocrazia, soprattutto, in una situazione di netta separazione tra volontà politica e gestione amministrativa. Pensiamo alla Cagliari free zone, una bandiera della precedente Giunta che però non è riuscita a far nulla di concreto. Noi abbiamo fatto il nostro per realizzare l’infrastruttura, mettendo le risorse ed avviando l’iter autorizzativo: eppure non riusciremo non dico a inaugurarla ma neanche a vedere la posa della prima pietra, perché da oltre due anni stiamo combattendo con mille ostacoli burocratici. Dunque i ritardi nella realizzazione delle infrastrutture sono un vincolo incompatibile con lo sviluppo della nostra regione, costretta a seguire le infinite procedure nazionali. Lo dico molto chiaramente: andando  avanti su questa strada il nostro è un Paese che non ce la può fare, perché mentre qui si discute decenni per realizzare anche una piccola infrastruttura, i Paesi emergenti vanno avanti a velocità pazzesche. La burocrazia, i tempi, le lentezze che ci attanagliano non sono più accettabili. Purtroppo non è così semplice risolvere il problema, non basta sostituire gli assessori. Serve una rivoluzione dal basso, una chiamata di responsabilità per tutti. Una cosa è certa – conclude il vicepresidente della Regione -. Con la nostra attuale autonomia non possiamo farcela, abbiamo bisogno di avere più competenze e poteri per esercitare pienamente i nostri diritti».

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La Giunta regionale, su proposta dell’assessore Giuseppe Dessena, ha deliberato il finanziamento di 1 milione 800mila euro per assegnare contributi ai Comuni, in forma singola o associata, per l’istituzione ed il funzionamento delle scuole civiche di musica per l’anno scolastico 2018/2019. E’ stato inoltre dato il via libera al protocollo d’intesa per la costituzione della rete sarda dei musei e dei luoghi delle statue menhir tra la Regione ed i comuni di Allai, Laconi, Nurallao, Ruinas, Samugheo, Villa Sant’Antonio, Sorgono. L’obiettivo è tutelare e valorizzare il patrimonio esistente nell’isola coinvolgendo anche Enti locali, Musei e istituzioni pubbliche e private, aderire alla rete nazionale e portare avanti il programma per Matera 2019 Capitale europea della Cultura.

La Giunta, come proposto dell’assessore Luigi Arru, ha integrato la delibera n. 46/13 del 18 settembre scorso, prevedendo la copertura con fondi del bilancio regionale destinati alle spese in conto capitale delle Aziende sanitarie, stanziati anche per l’esercizio 2018. Il provvedimento riguarda la realizzazione delle Case della Salute nelle ASSL di Nuoro, Oristano e Cagliari.

Via libera su proposta dell’assessore Filippo Spanu all’ipotesi di accordo tra Coran e organizzazioni sindacali a seguito della recente approvazione della legge regionale 40 che ha assegnato ulteriori risorse, pari a un milione di euro, al fondo per le progressioni professionali. Lo stanziamento, che si aggiunge ai 750mila euro già disponibili, consente di rendere più omogenea tra amministrazione ed enti la percentuale di dipendenti regionali che effettuano il transito verso un livello economico superiore.

Via libera definitivo al Disciplinare per il Fondo Unico per l’integrazione dei fondi rischi dei consorzi di garanzia Fidi, approvato dalla Giunta nella scorsa seduta su proposta dell’assessore Raffaele Paci. E’ stato inoltre autorizzata la sottoscrizione dello schema di accordo di programma quadro per la sperimentazione della Snai, la Strategia nazionale per le aree interne in Alta Marmilla. Il progetto per l’Alta Marmilla mette in campo complessivamente 15 milioni di euro.

Via libera agli indirizzi per il prossimo aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti speciali proposto dall’assessore Donatella Spano. Non verrà sottoposto, condizionato al rispetto delle prescrizioni, all’ulteriore procedura di valutazione di impatto ambientale l’intervento per l’ampliamento di attività di recupero di rifiuti non pericolosi nella zona industriale di Olbia.

 

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Il sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci, ha scritto al presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, ed all’assessore regionale della programmazione Raffaele Paci per evidenziare il rischio che l’istituzione, per volontà della Giunta regionale, della ZES (Zona Economica Speciale), dalla quale risulta escluso il porto di Sant’Antioco, cancelli definitivamente l’unica attività industriale presente nel territorio di Sant’Antioco: quella del sale, attiva nella Salina marina che si affaccia sul golfo di Palmas e si estende per 20 km lungo la costa. Un’industria che produce e dà lavoro, ma il cui futuro produttivo, alla luce della ZES, è più che mai incerto.

«La Regione, con la delibera del 21 novembre 2018 n. 57/17 – spiega il sindaco di Sant’Antioco – istituisce la Zona Economica Speciale che ricomprende i porti di Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme, Arbatax. In questa zona, oltre all’ampliamento dell’utilizzo del credito d’imposta, la Regione intende sperimentare anche forme di semplificazione burocratica. Ma il porto di Sant’Antioco, nonostante conservi una funzione economica e commerciale in virtù del traffico del sale che gravita sulle aree portuali, risulta escluso dalla cosiddetta “zonizzazione” della ZES. Il nostro timore, assolutamente fondato, è che i vantaggi economico-fiscali di cui beneficeranno le industrie attive nelle aree ricomprese nella ZES rischino di produrre distorsioni di mercato in termini di concorrenza. La produzione del sale antiochense, infatti, che utilizza lo scalo portuale di Sant’Antioco per il trasporto delle merci, non beneficerà di alcuna agevolazione, contrariamente ai diretti concorrenti del mercato che operano nello scalo di Cagliari o Portovesme, ad esempio.»

Tali differenze possono creare effetti devastanti: l’attività industriale di Sant’Antioco rischia, dunque, di essere espulsa dal mercato. Ma non è tutto: «Non si può ignorare il fatto che l’infrastruttura portuale di Sant’Antioco, nello specifico la “banchina del sale”, non sia adatta al carico sulle navi di ingenti quantità di sale – aggiunge il sindaco Ignazio Locci – in quanto non sono stati ancora attivati i lavori di infrastrutturazione, come il dragaggio del fondale. Questi limiti infrastrutturali obbligano l’industria del sale di Sant’Antioco a riversare parte del proprio prodotto nel porto di Cagliari, subendo anche i maggiori costi derivanti dal trasporto gommato Sant’Antioco-Cagliari».

«Il porto di Sant’Antioco deve essere inserito nella zonizzazione della ZES, alla luce anche di quanto sancito nel “Documento di economia e finanza regionale del 2019″, nel quale si evidenzia che nella ZES possono rientrare anche le aree che presentino una rilevanza strategica per le attività di specializzazione territoriale che si intende rafforzare e dimostrino un nesso economico funzionale con l’Area portuale – sostiene Ignazio Locci -. Ed è esattamente il caso dell’industria del sale di Sant’Antioco. Se, tuttavia, la Regione ritiene che sul territorio antiochense non ci debba più essere alcuna attività industriale, lo dica chiaramente.»

 

 

 

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La Zona economica speciale della Sardegna prende forma e inizia l’iter ufficiale verso la sua istituzione. 2.770 ettari di aree collegate a zone portuali godranno di semplificazioni amministrative e fiscali per favorire lo sviluppo di imprese già insediate o che in quel perimetro sceglieranno di insediarsi. La Giunta ha approvato il Piano strategico della Zes, che è già sul tavolo del Governo per il via libera finale: è stato illustrato oggi dal presidente della Regione Francesco Pigliaru e dall’assessore della Programmazione Raffaele Paci, insieme al presidente dell’Autorità di sistema portuale della Sardegna Massimo Deiana. La particolarità, e novità, rispetto alle altre regioni, è che la Sardegna ha scelto di istituire un’unica grande Zes mettendo in rete i sei porti con aree retroportuali, per fare della sinergia un vero punto di forza. 

«Le Zes possono essere una ottima occasione per attrarre imprese in Sardegna, anche dall’estero, e allo stesso tempo per supportare e rilanciare l’attività di quelle già insediate in quelle aree –  dice il presidente Francesco Pigliaru -. Lo sviluppo economico della Sardegna passa dal mare, e rafforzare il ruolo e le potenzialità della rete portuale della nostra isola può sicuramente avere un ruolo importante nel rilancio della nostra economia anche a beneficio delle aree interne. Questo ragionamento è stato alla base della nostra scelta di istituire un’unica grande Zona Economica Speciale della Sardegna, con tutti i porti collegati fra loro in un sistema virtuoso in cui ognuno, con la sua specializzazione, contribuisce allo sviluppo equilibrato di tutta la regione. Intendiamo la Zes come uno strumento di marketing territoriale dall’elevato impatto economico, strettamente legata all’economia del mare e all’incremento dell’export.» 

Il Piano strategico per l’istituzione della Zona economica speciale in Sardegna è stato elaborato dopo gli incontri portati avanti a luglio scorso dall’assessore Raffaele Paci con le amministrazioni locali e i consorzi industriali delle zone interessate, ovvero Cagliari (che avrà 1.628 ettari di Zes), Portovesme dunque Carbonia-Iglesias (110 ettari), Olbia dunque nord-est Sardegna (180 ettari), Porto Torres con Sassari e Alghero (500 ettari), Oristano (219 ettari) e Ogliastra (56 ettari). Insieme a Paci hanno partecipato agli incontri l’Autorità portuale della Sardegna e gli Assessorati regionali dell’Industria, degli Enti Locali e dei Trasporti. Il contributo raccolto è servito a perfezionare il Piano, con le indicazioni arrivate direttamente dai territori. 

«Negli incontri sul territorio, durante i quali c’è stata grande partecipazione degli interessati, abbiamo deciso come disegnare concretamente la Zes nella geografia della Sardegna. È stato un percorso che ha pienamente coinvolto tutti i referenti locali, con i quali sono state condivise le strategie per raggiungere il miglior risultato possibile. L’obiettivo è chiaro: con la Zes vogliamo innescare dinamiche di sviluppo che consentano di attrarre imprese e investimenti, dunque vogliamo creare meccanismi virtuosi a vantaggio di tutta la nostra economia regionale. Con la scelta di istituire un’unica, grande Zes, raggiungiamo il doppio risultato di coinvolgere quanti più territori possibile, comprese le zone interne, e allo stesso tempo di dar vita a un progetto più ampio e strategico. Non solo: la rete distribuita sull’intero territorio consentirà l’integrazione con le zone franche doganali intercluse, in via di attivazione, in modo da potenziare entrambi gli strumenti.»

«Avere la Zes mette la Sardegna nelle condizioni di poter competere ad armi pari con tutti i nostri principali concorrenti che stanno nel Mediterraneo. Le zone economiche speciali, che ormai sono diverse centinaia in tutto il mondo, nascono per rilanciare il sistema portuale e tutta l’economia che possono generare. Non averle è senza dubbio un ostacolo alle potenzialità di sviluppo, perché le parti del mondo in cui il commercio e gli scambi sono particolarmente rifioriti sono proprio quelli in cui esistono le Zes, strumento molto forte ed efficace – sottolinea Massimo Deiana -. Per gestirle la legge prevede un organismo molto snello, un Comitato d’indirizzo composto da 4 persone che rappresentano Regione, Autorità portuale, ministero dei trasporti e Presidenza del Consiglio dei ministri. In più, nel nostro piano strategico, abbiamo deciso di prevedere un ulteriore organismo, che abbiamo chiamato Cabina di regia, un tavolo permanente consultivo in cui possono costantemente raccordarsi e confrontarsi tutti i soggetti interessati. La gestione sarà il più possibile rapida e snella, per rispondere alle esigenze delle imprese che, prima di tutto, ci chiedono rapidità e semplificazione burocratica.»

Le Zes sono state istituite con il Decreto Sud (il 91 del 2017). Alla Regione il compito di predisporre il Piano di sviluppo strategico che deve poi essere approvato dal Ministero per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno. Caratteristica richiesta per avere diritto alla Zes è quella di avere una zona geografica ben delimitata e identificata, composta anche da aree non adiacenti, purché con un nesso funzionale. La Zes, che viene gestita da un Comitato di indirizzo presieduto dal presidente dell’Autorità di sistema portuale, deve comprendere un’area portuale della rete trans-europea dei trasporti (TEN-T), per la Sardegna il porto di Cagliari. La Regione ha dunque deciso di creare un’unica zona economica speciale “a rete”, coinvolgendo tutti i 6 porti con le rispettive zone retroportuali e utilizzando come pilastro centrale del progetto il porto di Cagliari, per poi coinvolgere tutti gli altri porti con aree industriali adiacenti. «In queste aree – spiega Raffaele Paci – oltre all’ampliamento dell’utilizzo del credito d’imposta, la Regione si impegna a sperimentare forme di semplificazione burocratica, pensiamo per esempio a un Suape per le Zes, per favorire l’insediamento di nuove imprese grazie anche a procedure molto più snelle». Del processo di semplificazione si occuperà l’Assessorato dell’Industria. 

Per quanto riguarda la perimetrazione delle aree, come previsto dal decreto sono state individuate le aree portuali e retroportuali, valorizzando i nessi funzionali ed economici importanti per lo sviluppo delle filiere produttive regionali. Ma si è anche deciso di valorizzare la presenza degli aeroporti vicini a tre dei porti interessati (Cagliari, Olbia e Alghero) per aumentare l’efficacia del sistema regionale. Dopo la perimetrazione, restano ancora da assegnare 73 ettari che potranno essere utilizzati in seguito per rispondere a specifiche esigenze. Le imprese, all’interno della Zes, potranno godere di credito d’imposta (massimo 50 milioni), raccordo con altri strumenti nazionali e regionali, contratti di sviluppo, accordi per l’innovazione, contratti di investimento, incentivi all’occupazione e procedure di aiuto alle imprese cofinanziate con risorse comunitarie. 

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Raffaele Paci, assessore regionale della Programmazione.

Con l’approvazione di altri 28 progetti a chiusura del terzo avviso del PO Marittimo, programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia, arrivano in Sardegna 8,3 milioni di euro, dopo i 25 già stanziati con i due avvisi precedenti per un totale di 33,3 milioni. Prevenzione del rischio incendi, sicurezza in mare, protezione e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale, reti transfrontaliere dei servizi per l’impiego e mobilità transfrontaliera degli studenti sono i settori interessati da questo terzo avviso. I progetti coinvolgono l’intera area interessata, che conta 6 milioni e mezzo di persone: obiettivo di Corsica, Sardegna, Liguria, costa Toscana e dipartimenti francesi delle Alpi-Marittime e del Var in Provence-Alpes-Côte d’Azur, è quello di valorizzare la comune posizione geografica costiera e allo stesso tempo garantire particolare attenzione alle zone interne. Sono 234 i partner del programma, che è stato presentato a Pisa 3 anni fa e mette in campo complessivamente 200 milioni: autorità portuali, privati, camere di commercio, istituzioni pubbliche, associazioni, università.

«Quello dell’insularità e della necessità di superarne i limiti è uno dei temi centrali del nostro programma di governo. Garantire infrastrutture, connessione, network, nuove opportunità di lavoro grazie all’alta tecnologia, all’innovazione, al digitale sono le strade per farlo e portano vantaggi anche alle zone più interne, per le quali in questi progetti c’è particolare attenzione – dice l’assessore della Programmazione Raffaele Paci -. Con questi programmi costruiamo ponti con le regioni che ci stanno più vicine pur essendo distanti, facciamo rete e costruiamo sinergie, con la partecipazione dei privati, che sono fondamentali. La Sardegna nei tre avvisi ha avuto ruoli guida e di primo piano riconosciuti da tutti i partner internazionali, e di questo siamo molto soddisfatti.»

In totale la Regione Sardegna, la cui partecipazione è coordinata dal Centro regionale di programmazione, è presente in 25 progetti sui 28 ammessi a finanziamento. Gli 8,3 milioni di euro intercettati dall’Isola sono circa il 20% dei 42,3 milioni di budget disponibile. Per la prevenzione e gestione dei rischi derivanti da incendi, sono stati ammessi a finanziamento i 5 progetti presentati. Si tratta del progetto strategico MED STAR di cui è capofila la Sardegna e dei quattro progetti semplici ad esso collegati, in cui la Regione ha avuto ruolo di coordinamento. In materia di sicurezza della navigazione, le 6 proposte progettuali presentate sono state ammesse a finanziamento, con partner sardi coinvolti in cinque progetti, tra cui anche un soggetto capofila di progetto (l’Università di Cagliari con il progetto ISIDE, in cui è presente anche l’Autorità Portuale). Per la gestione integrata del patrimonio naturale e culturale, sono 4 i progetti finanziabili, tutti con partner sardi.

Infine, 13 i progetti finanziabili, ovvero tutti quelli presentati e dichiarati ammissibili, per la creazione di una rete transfrontaliera di servizi per l’impiego e 12 progetti semplici per azioni di supporto per la mobilità transfrontaliera degli studenti. La Sardegna è presente nel progetto strategico MA.R.E. con l’Agenzia Sarda per le Politiche Attive del Lavoro e altri partner, e in 10 dei 12 progetti semplici, per un totale di 15 partecipazioni partenariali, di cui due capofila di progetto.

Con il primo avviso da 73 milioni di euro, pubblicato a dicembre 2015, sono stati approvati 38 progetti, di cui 36 con partner sardi e un totale di 65 partecipazioni partenariali, dato che alcuni soggetti sardi sono presenti in più progetti. Alla Sardegna sono arrivati 12 milioni e mezzo. I progetti finanziati sono così articolati: 21 nell’ambito della promozione della competitività delle imprese, 13 in tema di protezione e valorizzazione delle risorse naturali e culturali e gestione dei rischi, 4 sul fronte del miglioramento connessioni di trasporto per merci e passeggeri.

Con il secondo avviso, pubblicato a dicembre 2016, sono stati approvati 32 progetti (31 con partner Sardi e 51 partecipazioni partenariali) per un totale di 70 milioni di euro. Alla Sardegna sono arrivati anche in questo caso 12,5 milioni, il 18% dell’importo totale. Sette progetti riguardano la protezione delle acque marine nei porti e la sostenibilità delle attività portuali, altri 5 la promozione dei prodotti turistici e il miglioramento dell’accessibilità e sostenibilità dell’offerta turistica, i restanti affrontano il tema della sicurezza della navigazione, lo sviluppo di infrastrutture e servizi nei porti, la realizzazione di piattaforme integrate ICT, la gestione/valorizzazione integrata del patrimonio culturale e la promozione delle opportunità di lavoro sostenibile e di inserimento attraverso l’attività economica.