19 April, 2024
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Confartigianato Imprese Sardegna esprime soddisfazione per l’emendamento in Finanziaria, approvato dal Consiglio regionale, che con 2 milioni di euro incentiverà il passaggio generazionale tra i titolari delle imprese artigiane sarde ed i figli che vorranno subentrare nella gestione aziendale.

La norma, che nasce da un emendamento di sintesi tra le proposte dei Consiglieri Regionali Raimondo Cacciotto e Roberto Deriu, del Partito Democratico e Gianfranco Congiu, del Partito dei Sardi, supportato dalla Commissione Speciale per l’artigianato e il commercio e sottoscritta dall’intera Aula di via Roma, più volte richiesta dagli artigiani sardi di Confartigianato, consentirà ai giovani, attraverso voucher di un valore minimo di 15mila euro, di apprendere nuove conoscenze manageriali, di migliorare prodotti e servizi e di sviluppare maggiormente l’economia aziendale.

«Siamo contenti come, almeno in questo finale di Legislatura – commenta Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – ci sia stato un intervento, concreto, tangibile, sul “passaggio di testimone” tra generazioni imprenditoriali perché, soprattutto in Sardegna, il valore dell’artigianato si trasmette di padre in figlioSe pensiamo a quante imprese cessano l’attività perché gli “eredi” dei titolari non riescono a subentrare – continua Antonio Matzutzi – e se pensiamo come questo problema colpisca circa il 10% delle realtà artigiane, ovvero 3.500 attività, possiamo immaginare quanto fosse atteso questo intervento

Nonostante tutto, in Sardegna, come in Italia, la voglia dei giovani di fare impresa non manca e lo testimoniano i tantissimi imprenditori artigiani under 40 nelle cui mani è affidato il futuro della piccola impresa sarda e italiana. Le nuove leve dell’artigianato italiano, per questo, si battono per costruire nuove opportunità di occupazione attraverso uno stretto collegamento tra i percorsi di istruzione, formazione ed informazione ed il mercato del lavoro. Tutto ciò per avere giovani preparati, competenti, aperti al mercato, che sappiano coniugare il sapere e il saper fare. E questi lo fanno anche scambiandosi idee, esperienze, collaborazioni ma anche concretizzando il passaggio di testimone con genitori o nonni.

Per Antonio Matzutzi «il passaggio generazionale, senza dubbio, riveste un ruolo cruciale per la vita dell’azienda. Va visto e concepito mediante una visione esaustiva che tenga in debita considerazione una serie di variabili e fattori. Questo processo di transizione non è solo un passaggio di quote societarie ma c’è molto di più. È una trasmissione di passioni, valori e competenze manageriali. Tutti aspetti che compongono il DNA di un’impresa e tutti elementi che vanno trasmessi e raccontati in modo adeguato a chi sarà il futuro capitano d’impresa. Non è certo, per questo, un semplice percorso. Bensì è un viaggio che va programmato in tempo utile. Forse anche non meno dieci anni prima del suo avvioSenza dubbio – conclude il presidente di Confartigianato Sardegna – ritengo che sia importante farsi aiutare, nell’iter della continuità d’impresa, da un occhio esterno capace di guardare in maniera asettica al processo successorio. Da questo punto di vista, ritengo strategico il contributo che potrà arrivare da questo emendamento, soprattutto se si riuscirà a trovare un sano punto d’incontro fra le esigenze della old e young generation di imprenditori che erediteranno, poi, il timone dell’azienda».

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«La Sassari-Alghero non è una nuova strada, ma un progetto partito negli anni ’80 che ha avuto tutte le autorizzazioni ed è coerente con il Ppr attualmente in vigore. La Regione Sardegna farà fronte comune con i sindaci di Sassari e Alghero e con tutto il territorio interessato affinché l’ultimo tratto rimasto, il lotto 1 del secondo tronco, venga realizzato con le quattro corsie, così come previsto.»

L’assessore regionale dei Lavori pubblici, Edoardo Balzarini, ha espresso in modo chiaro la posizione della Regione in merito alla SS 291 questa mattina nel corso di una conferenza stampa, alla presenza del sindaco di Alghero Mario Bruno, del vicesindaco di Sassari Fabio Pinna, il sindaco di Ozieri Marco Murgia, i consiglieri regionali Luigi Lotto e Raimondo Cacciotto, e dei Direttori generali dei Lavori pubblici Marco Cherchi e dell’Urbanistica Antonio Sanna.

«Abbiamo inviato un’osservazione ufficiale con le nostre motivazioni indirizzata ai Ministeri interessati – ha detto Edoardo Balzarini – ed oggi a Roma se possibile parlerò al ministro Valerio Toninelli della questione. In ogni caso, aspettiamo di conoscere il parere formale della Commissione di valutazione impatto ambientale per capire che margini di tutela amministrativa ci saranno. Il punto chiave è che l’ultima parola spetta al Cipe, trattandosi di una procedura all’interno della “Legge Obiettivo”, e proprio al Cipe noi chiederemo di prendere una decisione coerente con la storia di questa strada e con tutte le autorizzazioni ottenute. Noi vogliamo rispettare il Ppr nella maniera corretta, non è sopportabile un parere contrario alla quattro corsie contro ogni tipo di evidenza e di buon senso.»

Mancano pochi chilometri al completamento di una strada la cui progettazione nasce negli anni ’80, con un finanziamento iniziale di circa 6,8 miliardi di lire della Regione Sardegna, prevedendo un collegamento stradale di tipo III CNR (strada a quattro corsie con spartitraffico centrale) suddiviso in due tronchi: Sassari-bivio Olmedo e bivio Olmedo-Aeroporto di Fertilia-Alghero. Il primo tronco viene progettato e approvato negli anni ’90, a quattro corsie, realizzato e aperto al traffico nel 2002. Il secondo è articolato in 3 lotti a quattro corsie più il lotto 4 di collegamento all’aeroporto: il progetto è stato sottoposto con esito positivo a Valutazione di Impatto Ambientale nel 2003, ed il ministero delle Infrastrutture nel 2003 e nel 2005 ne ha dichiarato la compatibilità urbanistica. I lotti 2 e 3 del secondo tronco vengono completati e aperti al traffico nel 2013. Tra il 2014 ed il 2015 sono state stanziate le risorse necessarie per il completamento della strada pari a complessivi 125 milioni di euro (81 dal Decreto Sblocca Italia – 25 del Mutuo Infrastrutture R.A.S. – 19 di ANAS). In seguito all’adozione del Piano Assetto Idrogeologico e del successivo Piano Stralcio Fasce Fluviali (2013), vengono applicate al progetto le dovute modifiche.

A rafforzare la posizione della Regione, il parere del CIPE del 2016, contenente tre richieste – Riduzione dell’impatto ambientale dell’opera; inserimento nel progetto del lotto 4 – Collegamento Aeroporto; mantenimento, per il lotto 1, delle caratteristiche geometriche dei lotti 2 e 3 già realizzati – che non fanno alcun riferimento a un presunto contrasto con il Ppr. Infatti, alla data di entrata in vigore del Piano Paesaggistico, nel 2006, la Valutazione di Impatto Ambientale Ministeriale della Sassari-Alghero, compreso il lotto 1, era già ampiamente conclusa. Pertanto, il lotto 1 non può essere considerato una “nuova strada”, ma costituisce il tronco finale di un’infrastruttura già programmata, progettata, autorizzata e in parte realizzata.

 

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 I ritardi nei pagamenti per l’esecuzione dei lavori in alcuni lotti della nuova Sassari-Olbia sono stati al centro dell’audizione dei rappresentanti della Cooperativa Acanthus da parte della Commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale.

Il mancato versamento delle spettanze per il subappalto di alcuni lavori di risanamento ambientale ha provocato il dissesto finanziario della cooperativa, costretta nei mesi scorsi a licenziare 38 dipendenti.

«Siamo vittime di un cattivo sistema di gestione degli appalti pubblici – ha spiegato il direttore generale di Acanthus Vittorio Cadau – la nostra società fatturava 4 milioni di euro fino allo scorso anno ed aveva alle proprie dipendenze 120 lavoratori. Ora, a causa dei ritardi nei pagamenti da parte della ditta appaltatrice, ci troviamo in una situazione di estrema difficoltà. Non è esclusa l’adesione alla procedura di concordato preventivo in bianco.»

I responsabili di Acanthus hanno quindi denunciato l’atteggiamento omissivo da parte di Anas che, in qualità di stazione committente per gli appalti della SS-Olbia, ha il dovere di vigilare sui pagamenti dei lavori e, in caso di inadempimento da parte della ditta appaltatrice, di soddisfare direttamente le richieste dei creditori. «Quello per la realizzazione della Sassari-Olbia è un appalto da 938 milioni di euro, il più grosso tra quelli in esecuzione in Sardegna – ha aggiunto Vittorio Cadau – non è possibile che una partita di queste dimensioni venga gestita con queste modalità. A causa dei criteri adottati, molte imprese come la nostra si trovano in difficoltà. Nei giorni scorsi il tribunale di Roma ci ha dato ragione. I giudici hanno emesso, infatti, il primo decreto ingiuntivo a carico di Anas, condannata a pagarci 180mila euro per alcuni lavori. E’ una decisione importanti che apre la porta ai ricorsi delle altre ditte subappaltatrici nei confronti di Anas».

«E’ una situazione molto difficile, l’ennesima in un territorio lacerato come il Nord Sardegna – ha detto il consigliere di Forza Italia Marco Tedde – i 938 milioni di euro per la Sassari-Olbia sono stati stanziati per la Sardegna e non per l’Anas. E’ assurdo che appalti di questa portata vengano assegnati con il sistema del massimo ribasso. Chi ha lavorato deve essere pagato.»

Marco Tedde ha quindi proposto l’adozione di una risoluzione che impegni il Presidente della Giunta Francesco Pigliaru ad intervenire nei confronti di Anas per ottenere l’immediato pagamento delle spettanze dovute alle ditte subappaltatrici.

Richiesta a cui si è associato il consigliere del Pd Raimondo Cacciotto che ha invitato la Commissione a programmare un’audizione dell’assessore dei Lavori pubblici Edoardo Balzarini per conoscere lo stato di avanzamento dei lavori sulla Sassari-Olbia.

Una diversa gestione degli appalti, infine, è stata sollecitata dai consiglieri del Pd e di Art. 1 – Mdp, Mario Tendas e Paolo Zedda.

Al termine dell’audizione, il presidente del parlamentino delle “Attività Produttive” Luigi Lotto ha assicurato un intervento nei confronti della Giunta: «Valuteremo se procedere con una risoluzione, in ogni caso faremo pervenire le nostre considerazioni al presidente Francesco Pigliaru – ha detto Luigi Lotto – la speranza è che le pressioni della politica, unitamente alle recenti decisioni del Tribunale di Roma, riescano a far smuovere le acque e a far rispettare i diritti delle imprese e dei lavoratori».

 

La commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale ha sentito questa mattina in audizione l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci, sulla proposta di legge n. 553 “Misure urgenti e politiche di sistema a sostegno del commercio e dell’artigianato” predisposta dalla Commissione speciale sulla crisi del settore presieduta da Roberto Deriu. Raffaele Paci ha espresso apprezzamento per l’iniziativa. «Le piccole e medie imprese costituiscono l’ossatura del nostro sistema economico – ha affermato Raffaele Paci – per questo condivido l’obiettivo di individuare una serie di norme finalizzate al rafforzamento del settore». L’assessore è poi entrato nel merito della proposta di legge con particolare riferimento ad alcuni specifici articoli. Sul Titolo I “Misure a sostegno del tessuto economico”, Paci ha condiviso l’impostazione della Commissione: «La Giunta ha sempre ragionato in un’ottica di programmazione unitaria. Le imprese, a prescinder e dal settore in cui operano, devono tutte rispondere a criteri di sostenibilità economica per confrontarsi con il mercato. Mi fa piacere che si mantenga questo tipo di approccio. Per questo, un ruolo centrale nella programmazione deve essere affidato alla cabina di regia per la programmazione unitaria istituita dalla Regione». Sul Titolo III “Misure per il rilancio dell’edilizia privata e a sostegno del mercato interno”, Paci ha detto di condividere l’idea di attirare pensionati stranieri in Sardegna: «Potrebbe essere utile al contrasto dello spopolamento e al rilancio dell’edilizia – ha rimarcato Paci – proprio per questo sarebbe opportuno pensare a uno specifico disegno di legge». L’assessore si è poi concentrato sul Titolo IV dedicato al rilancio delle microimprese artigiane e commerciali: «E’ il cuore del provvedimento – ha sottolineato Raffaele Paci – ho sempre sostenuto la necessità di utilizzare i fondi europei, in via prioritaria, per sostenere le piccole imprese. A tal fine abbiamo cercato di semplificare il più possibile le procedure dei bandi adeguandole alla dimensione aziendale dei beneficiari. Occorre pero ammettere che sui bandi T1,T2 e T3 si sono presentate molte difficoltà per le microimprese. Credo che, mantenendo l’attuale impalcatura, si possa trovare uno spazio nella Finanziaria per individuare finanziamenti a loro dedicati e risorse adeguate per strumenti di incentivazione». Sui Confidi è stata chiarita la platea dei beneficiari con l’esclusione di quelli di secondo livello, mentre sui contributi a copertura dei costi di garanzia Paci ha suggerito di limitare l’ammontare riconosciuto: «Non può essere del 100% perché illegittimo – ha detto – con una quota del 50% sarebbe sufficiente 1 milione e mezzo di euro per garantire una copertura totale». Raffaele Paci, infine, ha confermato l’imminente approvazione di un disegno di legge sul commercio da parte della Giunta e si è detto disponibile a trovare una sintesi insieme alla Commissione per individuare le norme che si intendono finanziare. Il presidente della Commissione speciale, Roberto Deriu, ha auspicato l’attivazione di una forma di finanziamento, non presente nell’attuale sistema, che incentivi “l’animazione nei centri storici in modo da indirizzare il pubblico verso gli esercizi commerciali che vi operano. Sappiamo che ci sono altre iniziative che vanno in questa direzione ma mi auguro che la Giunta consideri la nostra proposta come aggiuntiva». Il presidente della Commissione speciale, infine, ha insistito sulla necessità di distinguere tra imprese e abusivi. Nel dibattito sono intervenuti anche i consiglieri Raimondo Cacciotto (Pd) e Fabrizio Anedda (Misto). Il primo ha evidenziato le difficoltà di accesso al credito e ai finanziamenti pubblici delle microimprese: «Sarebbe opportuno affiancare forme di incentivazione più agili – ha detto Raimondo Cacciotto – ha questo punto di vista sarebbe utile sapere quante risorse vengono spese con i bandi T1,T2 e T3». Fabrizio Anedda (Misto) ha invece segnalato la necessità di predisporre norme che vadano in aiuto delle imprese. «Attualmente non è cosi – ha detto Fabrizio Anedda – chi trae beneficio dai finanziamenti per formazione, certificazioni etc. sono le associazioni di categoria. Le imprese sono deboli, lo dimostra il fatto che l’80% delle aziende che hanno presentato domanda per il bando T1 non ha avuto risposta». Al termine dell’audizione, il presidente della Commissione “Attività produttive” Luigi Lotto ha indicato la strada da seguire per arrivare a una rapida sintesi: «Analizzeremo la proposta della Commissione speciale e il disegno di legge della Giunta – ha affermato – sarà impossibile arrivare a un testo definitivo prima dell’approvazione della Finanziaria. Per questo, insieme alla Giunta, sarà utile individuare da subito un percorso che permetta di inserire nella manovra economica misure e cifre che dovranno poi dare gambe agli interventi a sostegno dell’artigianato e del commercio».

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Il Consiglio regionale, in seduta statutaria, si è riunito sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. All’attenzione dell’Aula, un solo punto dell’ordine del giorno: la mozione n. 452 sulle criticità del sistema dei trasporti aerei e marittimi, con particolare riferimento alla situazione del vettore Air Italy e della Tirrenia.

Dopo le formalità di rito, ha preso la parola Giovanni Satta (Psd’Az), primo firmatario del documento sottoscritto da 30 consiglieri di maggioranza e opposizione.

Giovanni Satta, in premessa, ha invitato l’intero Consiglio a concentrarsi, per una volta, sull’oggetto della mozione, evitando riferimenti alle responsabilità del passato: «Il problema dei trasporti è vissuto in maniera forte dalla popolazione sarda e dagli operatori economici – ha detto Giovanni Satta – cerchiamo di trovare insieme delle soluzioni concrete».

L’esponente del Psd’Az si è quindi concentrato sulla situazione dei trasporti marittimi e sulla decisione della Cin-Tirrenia di trasferire la propria sede a Milano: «Una decisione giustificata, secondo la compagnia marittima, dalla necessità di procedere a una fusione. Una scusa che non trova nessuna legittimazione giuridica – detto Giovanni Satta – io non ci credo. La Sardegna ha subito la vendita della Tirrenia, società che continua a ricevere finanziamenti pubblici, mai nessuno da questi banchi ha chiesto di impugnare quella convenzione. L’accordo scadrà nel 2020. E’ nostro dovere lavorare per una rimodulazione della convenzione. Tirrenia quest’estate ha operato una politica dei prezzi devastante per la Sardegna. Tutto questo senza controlli e verifiche sulla qualità dei servizi».

Il primo firmatario della mozione ha poi affrontato la situazione di Air Italy che «a giugno ha deciso di trasferire 51 lavoratori da Olbia a Milano-Malpensa. «Il vettore aereo ha deciso di spostare il suo cervello operativo in Lombardia. Ciò causerebbe un ulteriore impoverimento della Sardegna e in particolare della Gallura – ha affermato Giovanni Satta – preoccupa il fatto che questa società, che aveva firmato un accordo di programma nel 2016, decida di lasciare l’Isola. Tutto il personale che si occupa della gestione dei voli opererà a Milano. Ciò significa che anche le future assunzioni saranno destinate a Milano».

Secondo il consigliere di minoranza, la decisione di Air Italy «è uno schiaffo alla Sardegna, abbiamo il dovere di intervenire. Una società privata può fare le proprie scelte, lo ha fatto anche la Fiat, però Air Italy appartiene ad un’altra società che ha interessi in Sardegna, il Qatar ha firmato diversi accordi che ora occorre rimettere in discussione. Abbiamo appoggiato la nascita del Mater Olbia ma oggi si potrebbe chiedere, visto che la Regione investe 60 milioni di euro, che i lavoratori di Air Italy trasferiti a Milano vengano trattenuti in Sardegna».

Da Giovanni Satta, infine, è arrivata una richiesta precisa alla Giunta: «Occorre costituire un tavolo tecnico che coinvolga il Governo per aprire un dialogo diplomatico che consenta di arrivare a una soluzione per assicurare il mantenimento della base operativa di Air Italy in Sardegna – ha concluso il primo firmatario della mozione – l’assessore  ai trasporti Carlo Careddu ha grande valore morale e preparazione adeguata per affrontare il problema, noi faremo la nostra parte».

E’ poi intervenuto il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi che ha subito sottolineato le criticità del sistema di trasporti aerei: «La mozione arriva in aula alla fine di una stagione turistica non esaltante e a pochi giorni dal deposito delle firme per il riconoscimento dello svantaggio dell’insularità – ha detto Luigi Crisponi – i dati Assaeroporti forniscono un quadro non esaltante: da gennaio ad agosto il numero degli utenti nazionali è in calo. Ciò dimostra che la continuità territoriale non ha funzionato. Ci sono solo due destinazioni Roma e Milano come se alle altre parti del territorio nazionale non interessasse la Sardegna. Ciò crea disagi così come crea disagio le criticità del trasporto marittimo. La Giunta regionale ha perso la rotta: la continuità territoriale non funziona, ci sono continui rincari delle tariffe, le compagnie low cost scappano».

Luigi Crisponi si è quindi soffermato sulla riorganizzazione di Air Italy. «La compagnia ha deciso di trasferire gran parte della forza lavoro che ha garantito qualità ai servizi di Meridiana. Nei giorni scorsi sono atterrati alcuni aerei della Qatar Airway con personale che arrivava tutto da fuori. Noi siamo disposti a sostenere iniziative per garantire il diritto alla mobilità dei sardi, serve un tavolo tecnico».

Critico anche il giudizio di Edoardo Tocco (Forza Italia) che ha chiesto uno scatto d’orgoglio per impedire il disimpegno della compagnia Air Italy. «E’ mancata la concertazione, questo è grave – ha detto Edoardo Tocco – una compagnia che rileva un vettore nato in Sardegna come Meridiana ha il dovere di mettersi in contatto con la Giunta. O la compagnia sta giocando al rialzo, perché altrimenti mascherare licenziamenti con trasferimenti? E’ un problema serio per chi governa la Sardegna. Quando un Governo vede andare via i propri conterranei ha il dovere di reagire».

Edoardo Tocco, infine, ha invitato la Giunta regionale a fare pressione sulla compagnia: «I proprietari hanno altri interessi in Sardegna. In questo momento siete voi che avete il dovere di reagire per dare un segnale ai cittadini e al Consiglio regionale. Assessore dimostri di far valere dignità e orgoglio dei sardi. Air Italy deve rimanere in Sardegna, la Giunta metta le cose in chiaro».

Secondo Marco Tedde (Forza Italia) la proposta di un tavolo tecnico è giusta ma non risolutiva. «Più che un tavolo tecnico serve un tavolo politico sul quale sbattere i pugni – ha detto Tedde – non è possibile che la Regione non faccia rispettare le regole e i patti sottoscritti. Qatar ha interessi milionari in Sardegna nei settori dell’urbanistica, della sanità e dei trasporti. Ha il dovere di rispettare le regole, non è possibile che a questa potenza finanziaria sia consentito tutto, non si può permettere di attaccare i politici che esprimono le loro opinioni».

Tedde ha poi criticato aspramente le politiche della Giunta in materia di trasporti: «La mancata adozione di un piano di incentivi ai low cost ha fatto perdere ad Alghero 349mila passeggeri. Sulla continuità territoriale si è consumato un flop di dimensioni epocali. Avete prima parlato di “fattive interlocuzioni” sulla continuità territoriale salvo poi ricevere un cartellino rosso da Bruxelles che vi ha costretto al ritiro del bando».

Anche sulla destagionalizzazione il giudizio di Marco Tedde è stato negativo: «Si era garantito che il primo bando sarebbe stato pubblicato a settembre con un investimento di 10 milioni di euro per i mesi di spalla. Quel bando è fermo al palo. Anche quest’anno non avremo risorse per incentivare i flussi turistici».

Il consigliere azzurro ha poi spostato l’attenzione sul trasporto marittimo: «Il settore ha registrato un aumento sconsiderato dei prezzi. Moby non ha ancora iniziato a pagare rate per l’acquisto Tirrenia che riceve decine di milioni di euro all’anno. Serve un tavolo politico su cui sbatterei i pugni. Pigliaru prenda in mano una volta per tutte le redini dei trasporti per disegnare un nuovo sistema di continuità marittima e aerea».

Per Emilio Usula (Rossomori),  il disastro del sistema dei trasporti in Sardegna rappresenta un onere per i cittadini e un danno per l’ambiente. «E’ in atto l’anestesia di un popolo. Per lo sviluppo è indispensabile un sistema dei trasporti efficiente. Il sistema-Sardegna sopporta costi aggiuntivi per la produzione e lo scambio di merci, tutti ciò grava sulla competitività delle aziende e influisce negativamente sui posti di lavoro. Lo Stato deve garantire uguali condizioni per tutti i cittadini».

Usula ha poi parlato di scelte sbagliate delle quali anche la Giunta attuale deve assumersi al responsabilità. «Air Italy si candidava a diventare compagnia di bandiera. Dove sono finiti gli accordi? Quale è l’interesse del Qatar e quale peso vuole avere la Sardegna? Per ora si mettono a rischio i posti di lavoro di 51 lavoratori che verranno trasferiti a Malpensa. Non c’è da sperare di nulla di buono nel mantenimento della centralità dell’Isola».

Secondo l’esponente dei Rossomori va superato il monopolio nel sistema marittimo. «Occorre  rivedere la convenzione con Tirrenia. La Sardegna deve avere un ruolo da protagonista magari ripensando a una flotta sarda. L’esperimento degli anni scorsi è stato gestito male ma l’idea di base era buona».

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha definito il sistema trasporti “il problema dei problemi” perché attraversa tutti i settori economici, dal turismo al commercio. «E’ anche un problema sociale – ha sottolineato Giuseppe Fasolino – perché comprime il diritto alla mobilità dei sardi. Per non parlare della sanità: i trasporti, purtroppo, sono utilizzati da molte persone per andare a curarsi nella penisola. Purtroppo, nessuna Giunta regionale  è riuscita a risolvere definitivamente il problema ma l’attuale assessore ai Trasporti non è responsabile, ha iniziato questo lavoro da poco, ognuno si deve prendere le sue responsabilità».

Giuseppe Fasolino ha quindi puntato il dito contro il Governo nazionale: «La Sardegna fa parte dell’Italia? Esiste un governo nazionale che potrebbe intervenire? Secondo me sì, ha il dovere di intervenire».

Sulla vertenza Air Italy, infine, Fasolino ha avanzato dubbi sulla costituzione di un tavolo tecnico-politico: «Secondo me non serve a nulla – ha detto – abbiamo invece una grande opportunità: il Consiglio sostenga all’unanimità la Giunta e l’assessore ma si alzi il livello del confronto, si battano i pugni a livello nazionale. Il Governo deve convocare l’azienda. Rigotti non si permetta di bacchettare la politica. Noi abbiamo il dovere di difendere e tutelare il territorio».

Ha preso la parola Raimondo Cacciotto (Pd), che ha ringraziato l’assessore Carlo Careddu per l’impegno dimostrato per garantire il diritto alla mobilità da e per la Sardegna e nel definire il percorso della nuova continuità territoriale. “Persistono comunque delle criticità – ha detto – e da una di queste scaturisce la mozione di oggi, sulla vertenza Air Italy, un tema che sicuramente l’assessore non sta trascurando e sta seguendo con impegno per scongiurare le dislocazione del personale e ogni possibile segnale di disimpegno della compagna dell’Isola”. Raimondo Cacciotto ha anche manifestato preoccupazione per le decisioni di Ryanair rispetto allo scalo di Alghero. Per l’esponente della maggioranza bisogna aprire un tavolo con il governo sulla situazione Air Italy, Ryanair e sul nuovo modello organizzativo dell’Enav, per evitare la dislocazione dei lavoratori fuori dall’Isola e garantire la continuità territoriale.

Per Giuseppe Meloni (Pd): “Il tema in discussione oggi è uno dei più sentiti nella nostra regione”. Il consigliere ha condiviso l’impostazione del collega Satta, ossia di guardare al presente e al futuro per trovare soluzioni anziché pensare al passato. “Oggi ci troviamo con un’azienda, Air Italy, che ha approfittato di un avvicendamento al governo e ha deciso di iniziare il trasferimento e la dislocazione verso Malpensa del cuore dell’azienda”. Per Meloni il governo deve intervenire affinché i 51 dipendenti non vengano spostati e vengano rispettati i patti del 2016, compreso il reintegro dei 500 lavoratori nel corso dei tre anni. Il consigliere ha auspicato un intervento unitario del Consiglio regionale affinché venga rispettata la Sardegna e tutti i dipendenti di Air Italy. “Neanche uno deve andare a Malpensa e la moratoria di dieci giorni deve essere estesa affinché siano rispettati i patti”. Per Giuseppe Meloni, infine, sulla Continuità territoriale ci vuole un governo più vicino alla Regione affinché la Sardegna venga trattata da parte della Commissione europea al pari degli altri territori europei.

Il presidente della Quarta commissione, Antonio Solinas (Pd) ha affermato di non capire a quale flop ci si riferisce. “I flop che conosco sono quelli che ho vissuto con la Giunta Cappellacci”. Poi parlando della Tirrenia, ha aggiunto che questa Giunta regionale, “ha avuto la capacità e la forza politica, nonostante non fosse previsto, di imporre anche grazie al governo nazionale la rivisitazione della convenzione in corso d’opera, fatta esclusivamente nell’interesse dei sardi”. Antonio Solinas ha poi parlato ancora di flop dei bandi della continuità territoriale della Giunta Cappellacci “che hanno messo la Giunta nell’impossibilità di mettere in campo bandi per tre anni, perché eravamo sotto osservazione da parte dell’Unione europea”. Oggi si ripropone la flotta sarda quando le normative comunitarie parlano di altro e se di flop vogliamo parlare quello più grande è della flotta sarda”. Antonio Solinas ha poi ricordato che il 3 luglio scorso che la Quarta commissione ha approvato la risoluzione che chiedeva il rispetto dell’accordo sottoscritto dal governo con i sindacati anche di Meridiana fly, e quindi Air Italy, che aveva l’obiettivo di rafforzare Meridiana e quindi la sua sede. “Con l’acquisto di Air Italy da parte del Qatar airway, la nuova proprietà ha disconosciuto l’accordo e avviato lo smantellamento della compagnia”. Solinas ha ricordato, inoltre, che il manager di Air Italy ha avuto “un atteggiamento sgradevole nei confronti della Quarta commissione dimostrando che della Sardegna a quel gruppo poco importa”.

Dopo l’on. Antonio  Solinas ha preso poi la parola l’on. Gianni Lampis (FDI), che ha detto. “Leggo testualmente: «E’ necessario riprendere un filo interrotto dalla giunta Cappellacci e ripartire con slancio>. Questo letteralmente diceva il presidente Pigliaru in campagna elettorale nel 2014ed è in nome di queste parole che voi non potete presentarvi in quest’Aula e sostenere che sia cambiato qualcosa. La vostra idea di Sardegna non è certamente concisa con la Sardegna che avete realizzato in questi anni. La vostra politica sui trasporti e non solo non è stata quella che avete promesso, illudendo i sardi. I 51 dipendenti devono essere salvaguardati dalla politica e oggi il Consiglio darà un ampio mandato al presidente Francesco Pigliaru perché i posti di lavoro siano salvati”.

Per l’on. Pierfranco Zanchetta (Upc) “siamo finiti in un’aula di smemorati e facce toste. Non è giusto dire che le responsabilità sono della Giunta: nessuno che dice una parola sul governo gialloverde e sul ministro Danilo Toninelli che ha fatto ricevere da un usciere  il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore Carlo Careddu su una vicenda così complicata. C’è un chiaro disegno della Lega di riappropriarsi di una compagnia aerea in competizione con Alitalia e avere in mano i cieli della Padania. E’ del tutto evidente che il governo attuale vuole che Air Italy lasci la Sardegna e vada al nord. Il nuovo slogan è: prima gli italiani, ché dei sardi non ce ne frega niente”.

Per l’on. Gianluigi Rubiu “i sardi sono costretti a subire scelte inadatte e intempestive, tra l’opera di Carlo Careddu e quella di Massimo Deiana. Consegnerete a chi vincerà le prossime regionali un’isola del tutto isolata e poco appetibile dal punto di vista turistico”. L’oratore ha ricostruito i passaggi della complessa  vicenda  e ha detto: “I conti di Air italy non tornano  e ci sono 20 lavoratori la cui sorte è in sospeso tra Olbia e Milano”.

Per l’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) “non è chiaro a tutti qual è il patema che i lavoratori di Air Italy ma certamente i sardi non possono essere più isolati di così. Per colpa di chi ha amministrato la Regione: altro che tirare in ballo i disegni oscuri della Padania. Quando si discute di problemi sardi il presidente della Giunta deve sedersi nel Consiglio dei ministri, questo dice la Costituzione”.

Ha preso poi la parola l’on. Fabrizio Anedda (Misto), secondo cui “i lavoratori sono stati usati per campagna elettorale e non basta criticare il governo Di Maio-Salvini.- Trovo più giusto proporre soluzioni”.

Per l’on. Daniele Cocco (Sinistra) “è ingeneroso attaccare la Giunta regionale per la questione di Air Italy. Stranamente in questi pochi mesi Malpensa è diventata stella polare del trasporto aereo italiano. Basta con la dietrologia e la strumentalizzazione politica”.

Il Pds è intervenuto con il suo capogruppo, on. Gianfranco Congiu, che ha detto: “Abbiamo ancora cinque giorni per scongiurare il trasferimento delle maestranze ed evitare di celebrare funerali riempiendoci la bocca di epitaffi. Serve un forte mandato politico di quest’Aula per l’assessore e il presidente: i trasferimenti vanno bloccati e non è questa la sede per rinfacciarci chi ha fatto di più o di meno. Non parlo ora da difensore dei diritti dei lavoratori ma da difensore della Sardegna, che in quel lembo di terra ha visto sviluppare maestranze e industria aerea. Non dobbiamo accettare questo smantellamento del nostro patrimonio nel silenzio generale della politica”.

La capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, ha detto che “il tema dell’insularità in Costituzione è un obiettivo che si sta avvicinando alla nostra portata. Ed è di insularità che parliamo quando discutiamo del diritto di essere cittadini grazie ai trasporti. O viceversa, di non esserlo senza trasporti adeguati. La fuga di Air Italy è dovuta a ragioni di carattere economico e non è del tutto da ascrivere alla Giunta Pigliaru ma purtroppo la politica trasportistica di questa giunta non è certo stata lungimirante né efficace: non è possibile dire che va tutto bene in questo settore. Anzi”.

L’on. Alessandra Zedda ha aggiunto: “Stare dalla parte della Giunta in questa vicenda significa stare dalla parte dei sardi ed è inaccettabile che il ministro non abbia ricevuto personalmente l’assessore Carlo Careddu. Siamo in ritardo: acceleriamo subito questa battaglia e senza polemica siamo pronti a sostenere questa lotta”.

Per la Giunta l’assessore Carlo Careddu ha ringraziato l’Aula “per gli spunti e gli interventi appassionati” e ha riconosciuto che “il sistema sardo dei trasporti è lacunoso, ha un gap infrastrutturale ed è molto lontano dall’essere un sistema perfetto. Ho assunto un anno fa la delega assessoriale e ho provato a lavorare sui problemi più importanti sul tema del diritto dei sardi alla mobilità”. Nel merito l’assessore ha detto: “Sapete bene che arrivo da Olbia e che conosco bene il tema di Air Italy. Oggi abbiamo una compagine che punta a trasformare questa compagnia in un vettore europeo e con un piano industriale da medio e lungo raggio. Da qui la scelta di Malpensa. Ma noi contestiamo il fatto che si debba trasferire questo management operativo per attuare il piano industriale e gestire la flotta. D’altronde anche Ryanair sta in Irlanda ma opera in tutta Europa. Abbiamo cercato un contatto con Quatar Airways ma sino a oggi abbiamo ottenuto una moratoria mentre sono in corso le trattative sindacali. E’ una sconfitta se anche una sola persona lascerà la Sardegna ma sarà una sconfitta soprattutto se Air Italy dovesse frequentare i nostri aeroporti solo per i voli in continuità territoriale. Ovviamente sarà mia cura relazionare costantemente il Consiglio.

Per quanto riguarda la continuità territoriale stiamo seguendo i vincoli della Commissione europea ma difendendo il diritto alla mobilità dei sardi e all’accessibilità in Sardegna. Questi concetti stiamo cercando di trasfondere nel percorso amministrativo che a giorni porterà alla pubblicazione del bando, che speriamo sia appetibile per le compagnie.

Sulla privatizzazione di Arst c’è grande attenzione mediatica, comprensibile visto che si tratta della prima azienda della Sardegna: vorrei dire che non c’è nessuna privatizzazione ma una esternalizzazione del 20 per cento delle attività di Arst, come previsto dalle norme.

Sull’insularità sono invece convinto che si tratti della strada corretta: va inserita nella Costituzione. Manca però un concetto fondamentale: occorrerà che sia sostanziato nei singoli strumenti di legge e dell’Unione europea, come il regolamento sulla continuità territoriale che non può essere lasciato alla discrezionalità dei funzionari”.

E’ poi intervenuto il consigliere Giovanni Satta (Psd’Az-La Base) per diritto di replica. “Volevo ricordare all’onorevole Solinas che la mozione è firmata anche da moltissimi colleghi della maggioranza”, riscontrando che “c’è stato purtroppo il solito rimpallo di responsabilità”. Satta ha ricordato che in quest’anno ha lavorato positivamente con l’assessore Careddu sia sulla Continuità territoriale con la Corsica sia sul problema del collegamento con Piombino, che era stato eliminato dalla Moby Lines. L’esponente dell’opposizione ha preso l’impegno, a nome del Psd’Az e del segretario del partito, di prendere posizione a Roma e in tutte le sedi necessarie affinché venga portata avanti ogni azione possibile a tutela dei dipendenti di Air Italy. 

Il consigliere ha poi chiesto una breve sospensione per predisporre un ordine del giorno e dare ampio mandato all’assessore Carlo Careddu e al presidente Francesco Pigliaru per tutelare i lavoratori ed garantire che lo sviluppo dell’azienda avvenga in Sardegna e non a Malpensa.

Mario Floris (Uds),  dichiarando il suo voto favorevole all’ordine del giorno, “che come si diceva un tempo non si nega a nessuno”, ha sottolineato che il problema deve essere affrontato in un altro modo. Floris ha ribadito che la continuità territoriale deve tornare a essere responsabilità dello Stato, e “che lo Stato deve concorrere allo sviluppo socioeconomico della Sardegna”. Floris ha esortato i parlamentari sardi a unirsi per tutelare la Sardegna a prescindere dallo schieramento politico.

Per Giuseppe Fasolino (FI) “abbiamo un ordine del giorno molto più importante con cui dobbiamo cercare di risolvere il problema di queste 51 famiglie”. E ha aggiunto “che si tratta di un problema senza colore, di un problema della Sardegna”. “Dobbiamo dare forza al presidente – ha aggiunto – più è forte, più avrà possibilità di ottenere risultati a Roma”. Giuseppe Fasolino si è detto d’accordo con il consigliere Floris nel ritenere fondamentale che lo Stato affronti il problema dei trasporti della Sardegna.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha dato lettura dell’ordine del giorno presentato che, fra l’altro, impegna la Giunta a chiedere al Governo nazionale l’immediata convocazione del “tavolo di crisi” per l’esame della situazione del sistema dei trasporti in Sardegna, a seguito della mancata attuazione della continuità territoriale per le persone e le merci.

Il documento, in particolare, si sofferma inoltre sulla necessità di mantenere i livelli occupazionali di Air Italy e la permanenza lavoratori nella sede di Olbia, assicurare nell’ambito del Piano industriale della compagnia la crescita e lo sviluppo dell’asset presente nell’Isola e garantire la concreta attuazione del principio/diritto di continuità territoriale da e per la Sardegna.

Non essendoci iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione il documento che il Consiglio ha approvato all’unanimità, con 52 voti.

Al termine dello scrutinio ha tolto la seduta. Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio.

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«Abbiamo appreso dalle segnalazioni di alcuni cittadini che, recentemente, sono state emesse dal Gestore unico ABBANOA bollette relative al periodo 2012-2018 nella città di Alghero con le quali si richiede il pagamento di somme dovute per un ammontare medio di circa 1.800 euro procapite. Secondo il Gestore unico del servizio idrico, si tratterebbe di spese determinate dalla presenza di perdite occulte e di altri consumi anomali. Appare evidente che tale richiesta sia percepita come una pesante vessazione nei confronti del consumatore finale operata da parte di chi gestisce un servizio primario come l’erogazione dell’acqua

Daniela Forma e Raimondo Cacciotto, consiglieri regionali del Partito Democratico, hanno accolto le istanze dei cittadini e, valutato attentamente l’accaduto, hanno presentato un’interrogazione in Consiglio regionale.

«La Carta del Servizio Idrico Integrato – precisano Daniela Forma e Raimondo Cacciotto – prevede chiaramente che ABBANOA debba provvedere alla lettura periodica dei consumi e debba conseguentemente fatturare almeno due volte l’anno. Con tale frequenza, qualora il consumatore dovesse rilevare delle difformità, avrebbe tutto il tempo di porvi rimedio. A seguito invece di una fatturazione anomala relativa ad un periodo di ben sei anni, come nel caso di Alghero, l’utente finale si trova a dover pagare somme ingenti, peraltro difficilmente accertabili su un intervallo così ampio, e di essere soggetto alla sospensione della fornitura con rimozione o blocco del contatore in caso di morosità. Un tale disservizio non è concepibile anche perché i costi eccessivi delle bollette pervenute, rischiano di mettere in seria difficoltà le famiglie, soprattutto quelle che versano in condizioni economiche non floride.»

«È proprio in considerazione di queste ragioni – concludono Daniela Forma e Raimondo Cacciotto – che abbiamo presentato una interrogazione al presidente della Regione Sardegna e all’assessore regionale dei Lavori pubblici per sapere se intendano intervenire sulla vicenda, nonché richiedere una dettagliata verifica dei consumi reali e delle eventuali anomalie riscontrate, e ciò al fine di accertare se le somme dovute siano realmente imputabili al consumatore finale o se non siano, invece, il risultato di un disservizio attribuibile alla sola ABBANOA S.p.A. e di cui il gestore dovrebbe farsi carico

Daniela Forma.

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La commissione Agricoltura, presieduta da Luigi Lotto (Pd), nella prima delle due sedute dedicate alla vertenza Aras, ha ascoltato l’assessore degli Affari generali Filippo Spanu ed i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil oltre agli autonomi di Confederdia, che da questa mattina hanno iniziato un sit-in di protesta sotto il palazzo del Consiglio regionale.

L’assessore Filippo Spanu, nella sua relazione incentrata soprattutto sui rapporti fra Regione e Ministeri interessati per l’applicazione della legge regionale 3/2009 che prevede il passaggio dei lavoratori all’Agenzia Laore, ha espresso il suo cauto ottimismo sulla soluzione positiva della vertenza. «Proprio questa mattina – ha affermato – abbiamo verificato con l’ufficio legislativo del Ministero dell’Economia, che dovrà pronunciarsi in ultima istanza sulla deroga alla normativa vigente in materia di finanza pubblica, che la documentazione (compresa quella che doveva essere inviata dai commissari Aras) è completa e potrà essere esaminata in tempi brevi».

«Sulla base di questa documentazione – ha aggiunto – riteniamo di aver dimostrato che le ragioni per le quali abbiamo chiesto la deroga sono fondate: da un lato perché i lavoratori Aras svolgono una funzione essenziale per il comparto agricolo regionale, dall’atro perché il loro ingresso in Laore determinerebbe, numeri alla mano, un significativo risparmio.»

«La vertenza Aras – ha tuttavia avvertito l’assessore Filippo Spanu – va affrontata per gradi ed il primo è strettamente legato ai lavoratori con le caratteristiche previste dalla legge 3/2009; una volta superato questo scoglio affronteremo i problemi degli altri.»

In precedenza la commissione ha sentito i rappresentanti sindacali, che hanno espresso grande preoccupazione per una situazione che si aggrava di giorno in giorno, sia per il mancato pagamento degli stipendi (in arretrato dallo scorso di mese di giugno) che per l’impossibilità dei lavoratori di continuare ad anticipare i costi delle trasferte per recarsi presso le aziende. Sotto accusa, inoltre, l’operato dei commissari liquidatori la cui azione determinerebbe l’impoverimento complessivo dell’associazione e delle sue professionalità con gravi danni per la Regione e l’agricoltura sarda.

I sindacalisti, in sintesi, chiedono alle istituzioni regionali certezza di risorse, a cominciare dal pagamento di tutti gli stipendi maturati, e prospettive chiare in tempi certi per il futuro di tutti i lavoratori. Confederdia, in particolare, ha annunciato che non rimuoverà il presidio allestito sotto il palazzo del Consiglio fino a quando non sarà risolto il problema delle retribuzioni arretrate.

Nel dibattito hanno preso la parola Luigi Crisponi dei Riformatori, Alberto Randazzo ed Alessandra Zedda di Forza Italia, Giuseppe Meloni e Raimondo Cacciotto del Pd, Fabrizio Anedda del Misto e Antonio Gaia di Cps.

Domani alle 10.30 la commissione proseguirà i suoi lavori con l’audizione dell’assessore dell’Agricoltura Pier Luigi Caria.

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«Abbiamo presentato in Consiglio regionale una provvedimento contenente modifiche alla Legge regionale 5 agosto 2015, n. 20 “Trasformazione in agenzia del Consorzio per l’assistenza alle piccole e medie imprese Sardegna Ricerche, istituito con la legge regionale 23 agosto 1985, n. 21.»

Lo ha detto la consigliera regionale Daniela Forma che, unitamente ai colleghi del Partito Democratico Pietro Cocco, Lotto, Raimondo Cacciotto, Alessandro Collu, Piero Comandini, Lorenzo Cozzolino e Gianmario Tendas, sta sostenendo la modifica della suddetta legge per consentire ai ricercatori di Porto Conte Ricerche, del CRS4 e della Fondazione ICM – Centro Marino Internazionale di programmare al meglio le loro attività.

«Ho ricevuto diverse segnalazioni in proposito e, verificata la sussistenza delle criticità sollevate, in relazione alla richiesta di programmi pluriennali previsti dai bandi regionali, ho deciso di intervenire al fine di favorire una migliore attuazione dei progetti di ricerca. Le modifiche proposte, infatti, sono necessarie poiché le disposizioni di cui all’art. 9, comma 1, lett. c) della L. R. n. 20/2015 che stabiliscono le misure finanziarie di cui dispone l’Agenzia “Sardegna Ricerche” creano una situazione che impedisce di fatto la corretta realizzazione dei progetti, limitandoli all’annualità.

Sotto l’Agenzia “Sardegna Ricerche” si inserisce, per esempio, l’attività della Porto Conte Ricerche srl. I ricercatori della società Porto Conte Ricerche S.r.l. operano in 2 dei 7 settori in cui si articola la Strategia di specializzazione intelligente (S³) della Regione Autonoma della Sardegna: l’agrifood e la biomedicina. Quando si opera su un progetto di ricerca scientifica e/o di trasferimento tecnologico che implicano il reperimento o la caratterizzazione di materie prime stagionali (latte, siero di latte, mosti di vino, cereali etc…) e per questioni burocratiche il progetto non iniziasse quando il prodotto oggetto di sperimentazione è reperibile, il rischio è quello di incidere negativamente sulle attività progettuali limitandone l’efficacia.

L’articolo 9 (Entrate dell’agenzia) comma 1, lett. c) della legge regionale n. 20 del 2015, garantisce copertura finanziaria per le attività di ricerca scientifica, innovazione tecnologica, servizi alle imprese, formazione e trasferimento tecnologico alle società di ricerca partecipate dall’agenzia regionale “Sardegna Ricerche”, limitando però l’intervento finanziario ad una sola annualità. Chiaramente, ciò obbliga i ricercatori a rimodulare progetti, di durata pluriennale, in attività annuali, che perdono di efficacia in quanto, nei periodi di collegamento tra più annualità, si verificano interruzioni più spesso riconducibili a procedimenti burocratici.

«La nostra proposta di legge – conclude Daniela Forma – mira a ampliare la misura del contributo su scala biennale e, di conseguenza, anche la predisposizione dei programmi. In questo modo pensiamo di poter dare una maggiore stabilità ai progetti che interessano le piccole e medie imprese della Sardegna e che offrono lavoro ai nostri ricercatori, con una ricaduta occupazionale oltre che scientifica.»

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La commissione speciale «sulla grave situazione delle imprese attive nell’artigianato, nel commercio e sulle politiche commerciali della grande distribuzione», presieduta da Roberto Deiru (Pd), in seduta congiunta con la commissione Bilancio, guidata da Franco Sabatini (Pd), nell’ambito delle audizioni finalizzate alla predisposizione di una proposta di legge per fronteggiare la crisi dei due comparti, ha ascoltato in audizione i vertici del Banco di Sardegna (il direttore, Giuseppe Cuccurese ed il presidente, Antonello Arru); il direttore dell’Area imprese di Intesa – San Paolo (Marco Cannas); il direttore e il presidente della Sfirs (Gabor Pinna e Paolo Sestu); il direttore di Confidi, Alessandro Tronci; il responsabile regionale ed il responsabile delle agevolazioni alle imprese di Artigiancassa (Gianfranco Bua e Daniele Sciarrilli).

Al centro dell’incontro le problematiche di accesso al credito delle imprese artigiane e commerciali che, nonostante il generale miglioramento dei consumi hanno visto ridotto il numero degli operatori attivi e lamentano una diffusa situazione di crisi. «Mai come in questi tempi – ha però affermato il direttore del Banco, Giuseppe Cuccurese – sono in essere così numerose azioni di sostegno per le imprese artigiane e del commercio e non corrisponde al vero che, in Sardegna, il credito abbia costi superiori rispetto a quelli sostenuti nel resto dell’Italia, anzi in alcuni casi tassi e condizioni sono di importo inferiore rispetto ad altre aree del Paese». Giuseppe Cuccurese ha quindi evidenziato due misure straordinarie attualmente in vigore, in grado di offrire un consistente aiuto ad artigiani e commercianti: il programma nazionale “Resto al Sud” (35% a fondo perduto e il 65% senza interessi) e il piano regionale “Lavoras” (12mila euro di sgravi nel triennio per le assunzioni).

Di “merito del credito” ha poi parlato il presidente del Banco, Antonello Arru, per riaffermare il ruolo  e il compito dell’istituto di credito che su 14.500 aziende artigiane ne affida 3.800 per complessivi 310 milioni («la metà delle aziende affidate presenta un rischio molto basso») mentre su un totale di 20mila aziende del commercio le affidate sono 7.400 per complessivi 167 milioni di euro («anche in questo caso il rischio è basso per la metà degli affidati»).

La nota dolente, soprattutto con riferimento alle piccole e piccolissime imprese, è rappresentata dai 3 miliardi e 800 milioni di crediti in sofferenza del sistema bancario sardo che si aggiungono a un tasso di morosità delle imprese pari al 27%, superiore cioè di circa sette punti percentuali rispetto al resto dell’Italia. Il presidente del Banco di Sardegna sul punto è stato chiaro: «Chi è in sofferenza deve scordarsi altra finanza da parte del sistema creditizio ed è diseducativo il contributo a fondo perduto promosso dal sistema pubblico».

La Sfirs, che gestisce le pratiche dei bandi di agevolazione alle imprese (T1, T2, etc), con il direttore Gabor Pinna ed il presidente Paolo Sestu ha rassicurato il rafforzamento dell’organico con l’inserimento di professionisti al fine di snellire pratiche e procedure amministrative. Il direttore Gabor Pinna ha quindi sinteticamente esposto i dati relativi al fondo di garanzia per le piccole imprese (commercio: 700 imprese interessate per complessivi 70 milioni di investimenti e 24 milioni di garanzia; artigianato: linee di affidamento per 28 milioni con il ricorso a oltre 13 milioni di garanzia) e del microcredito (1.105 attività finanziate per un importo complessivo di 26 milioni) per il quale si propone l’innalzamento del tetto massimo concedibile da 25mila euro a 50mila euro («la misura che non prevede garanzie reali ha ben funzionato e si può aumentare il limite dell’importo»).

«Serve stimolare le aziende ad intercettare le opportunità offerte per l’accesso al credito – ha dichiarato Marco Cannas di Intesa San Paolo – anche attraverso le attività di formazione, soprattutto digitale, ed è necessario far crescere l’export, così da fare in modo che le aziende crescano per utilizzare al meglio le linee di credito di cui dispongono.»

Per Artingiancassa lo strumento efficace sono le misure contenute nella legge 949/52 finalizzata al sostegno e allo sviluppo delle imprese artigiane («bisognerebbe estendere tali benefici anche al comparto del commercio per avere effetti positivi sui due settori chiave della nostra economia»), mentre il direttore del Confidi, Alessandro Tronci, ha insistito sulla intersettorialità («bene ha fatto la Regione ad istituire il fondo unico di garanzia a disposizione dei consorzi fidi piuttosto che mantenere una pluralità di fondi») ed ha salutato con favore la riproposizione del “voucher garanzia”.

L’assessore della Programmazione ha sinteticamente elencato i principali stanziamenti destinati alle imprese artigiane e del commercio ed ha evidenziato la «molteplicità degli strumenti a disposizione degli operatori” rimarcando la necessità di una “informazione profonda nei confronti delle imprese per favorirne l’utilizzo».

A giudizio dell’assessore, in tale contesto, le difficoltà maggiori sono rappresentate dalle micro imprese che, in alcuni casi, contano sul singolo artigiano o sul singolo commerciante che impegna il suo tempo esclusivamente nel lavoro e trascura bandi e iniziative, a volte complessi e di difficile lettura, promossi dall’amministrazione pubblica.

Su una più efficace e corretta informazione alle imprese e su azioni mirate alla semplificazione delle procedure, ha posto l’accento il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini, che, in conclusione del suo intervento, ha invitato il sistema creditizio sardo «a contribuire per far uscire le imprese che vi si trovano, dalla situazione di sofferenza”.

Al termine degli interventi e dei quesiti di chiarimento posti dai consiglieri Fabrizio Anedda (Misto), Luigi Crisponi (Riformatori), Raimondo Cacciotto (Pd), Piero Comandini (Pd), il presidente della commissione speciale Roberto Deriu (Pd) ha illustrato una proposta al vaglio del parlamentino dell’Artigianato e commercio e che riguarda l’istituzione di un fondo (gestito da un operatore bancario da individuare attraverso un bando) finalizzato a garantire la contribuzione previdenziale annua dell’imprenditore in cambio di una percentuale sull’imponibile, senza escludere uno stanziamento regionale ad hoc. «Tale intervento – ha spiegato Roberto Deriu -, aiuterebbe a superare il problema della interposizione tra le piccole imprese e il sistema del credito, della previdenza, del fisco, che rappresenta una delle criticità che compromettono l’intero sistema e il corretto operare delle aziende, spingendo piccoli artigiani e commercianti verso l’economia sommersa».     

 

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La commissione speciale «sulla grave situazione delle imprese attive nell’artigianato, nel commercio al dettaglio e sulle politiche commerciali della grande distribuzione», presieduta da Roberto Deriu (Pd), ha audito questa mattina l’assessore regionale, Barbara Argiolas, per compiere una prima valutazione in ordine alla generale situazione di crisi che interessa i due comparti.

In apertura del suo intervento, l’assessore Barbara Argiolas, ha ricordato i numeri delle imprese artigiane in Sardegna censite al 31 dicembre 2017 (35.562) e al 31 marzo 2018 (35.277) per evidenziarne una riduzione nel trimestre (0.73%), in linea con la diminuzione delle imprese attive che caratterizza l’andamento del settore negli ultimi anni. «L’artigianato è un comparto complesso – ha precisato l’assessore – dove sono ricomprese le imprese del settore dell’edilizia, manifatturiere, dell’artigianato artistico ma anche dell’agroalimentare, con caratteristiche di impresa e di mercato completamente differenti».

Per le imprese edili di dimensioni piccole e medio piccole (la cui crisi è rappresentata anche dalla impossibilità di aggiudicarsi bandi pubblici a vantaggio di aziende che arrivano da oltremare) – a giudizio di Barbara Argiolas – positive ricadute potrebbero derivare dall’approvazione della legge urbanistica, mentre molte imprese del manifatturiero  sono maggiormente interessate da una più semplificata, snella ed efficiente gestione dei bandi regionali di agevolazione ad incominciare dal cosiddetto bando “T1”. Un’azione particolarmente incisiva riguarda il settore dell’artigianato artistico interessato dalla valorizzazione del marchio storico dell’Isola, anche nell’ottica dell’entrata a regime della “vetrina dell’artigianato artistico” a cui aderiscono circa duecento aziende sarde.

Il problema comune a tutte le realtà dell’artigianato è rappresentato dal fenomeno dell’abusivismo e da sempre crescenti forme di concorrenza sleale, per combattere le quali è necessaria una nuova disciplina che regolamenti il settore. Mentre per ciò che riguarda le leggi di incentivazione, è atteso il ripristino delle agevolazioni di settore quali quelle disciplinate dalla legge regionale n. 51\1993, anche alla luce dei più calzanti e celeri meccanismi di erogazione in favore delle piccole imprese. 

Discorso analogo vale per il commercio, dove la crisi degli ultimi anni, unitamente alla crescente concorrenza degli acquisti on line, ha messo a dura prova la tenuta delle attività commerciali che, in aggiunta alla competizione tra le attività dei diversi centri storici e dei centri commerciali, si trovano a fare i conti con il web e gli acquisti a portata di click. «È necessario – ha dichiarato Barbara Argiolas – la modifica della ormai obsoleta legge regionale n. 5/2006, e ragionare sul supporto formativo nel comparto del commercio e dell’artigianato».

Su sollecitazione dei consiglieri Piero Comandini (Pd), Luigi Crisponi (Riformatori), Gianni Lampis (FdI), Raimondo Cacciotto (Pd) e Pierfranco Zanchetta (Upc), l’assessore ha svolto alcune considerazioni in ordine all’ambulantato e al cosiddetto “hobbismo” («serve un riordino complessivo delle norme e misure adeguate a fronteggiare l’abusivismo in materia di commercio su area pubblica») e ai “saldi”. «I saldi – ha affermato l’assessore Barbara Argiolas – sembrano essere superati e le grandi catene commerciali, con le carte e i programmi fedeltà, aggirano di fatto la stagione dei prezzi scontati, con iniziative ad hoc che non possono essere sostenute invece dalle botteghe storiche. Forse è arrivato il momento di fare una riflessione sull’opportunità di tenerli ancora in vita».