28 March, 2024
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Venerdì 1° settembre la seconda giornata del Cabudanne de sos poetas riprende dal mattino fino alla sera con tanti appuntamenti. Tra gli ospiti la grande poetessa Vivian Lamarque, la poesia dialettale di Fabio Franzin, il teatro di Mario Faticoni, la musica di Alessio Lega, la poesia popolare sarda nei versi di Raimondo Usai Ponti, la grande civiltà nuragica e i popoli del mare nell’incontro con Giovanni Ugas.

Prosegue la 13° edizione del Cabudanne de sos poetas con una giornata densa di incontri dal mattino fino alla mezzanotte. Il festival si apre alle 10.00 come sempre in uno dei bar di Seneghe, luoghi di socialità e di festa. Partenza dal Bar Recreu con l’appuntamento con la poesia popolare in sardo e l’omaggio stavolta al poeta Franzischeddu ‘e Fenu (Raimondo Usai Ponti) e alla sua produzione in versi di recente pubblicazione “Guvernu de vida”. A presentare le sue poesie, e a introdurre il tema della produzione storica in sardo saranno Mario Cubeddu e Tore Cubeddu.

Alle 11.30, a Prentza de Murone, verrà presentata l’interessante opera dell’archeologo Giovanni Ugas, ex direttore della Soprintendenza, ricercatore e docente di Preistoria e protostoria sarda all’Università di Cagliari, “Shardana e Sardegna. I popoli del mare, gli alleati del Nord-Africa e la fine dei Grandi Regni”. Allievo di Giovanni Lilliu, ha ricostruito alcuni momenti problematici della civiltà nuragica, a partire dai “popoli del mare”, che aprirono la strada a nuovi orizzonti, ad una nuova epoca nel Mediterraneo: gli Shardana, guerrieri la cui presenza è attestata nell’Egitto dei Faraoni. L’autore dialogherà con Fabio Serchisu. Con la sua ricca produzione poetica in dialetto trevigiano alle 17.00 a Putzu Arru è atteso ​Fabio Franzin (Milano 1963, vive a Motta di Livenza in provincia di Treviso), piuttosto lontana però dalle composizioni incentrate sulla nostalgia della polenta o del paesaggio veneto, ma ben attenta invece alla condizione operaia e alla trasformazione antropologica a causa di una industrializzazione selvaggia che sta modificando i rapporti tra le persone e i valori secolari. Temi centrali della sua prima raccolta “Fabrica” (Atelier 2009), Premio Pascoli e Premio Baghetta. L’ultima, “Erba e aria” (Vydia 2017) sempre nella lingua dialettale trevigiana cerca di lasciarsi alle spalle un ritmo di vita iperfrenetico per abitare quei luoghi, un tempo rassicuranti, come i campi coltivati e la saggezza di una civiltà contadina. Nel mezzo, altre opere di poesia in dialetto, come “Le voci della luna” (2011), Premio Achille Marazza. L’autore dialogherà sulle sue opere insieme alla poetessa Francesca Matteoni. 

Alle 18.30, nella Piazza dei Balli, sarà la volta di ​Vivian Lamarque (Milano), scrittrice, poetessa e traduttrice italiana tra le voci più importanti della poesia italiana, con l’opera “Madre d’inverno” che segna il suo grande ritorno alla poesia. Conduce l’incontro Rossana Dedola, studiosa di letteratura, scrittrice e ricercatrice della Scuola Normale Superiore di Pisa.

Dall’universo teatrale più importante dell’isola arriva subito dopo alle 21.00 sempre nella Partza de sos ballos Mario Faticoni, fondatore del Teatro Sardegna, del Crogiuolo, di ArcoStudio e autore di testi da lui stesso interpretati. A Seneghe porterà “Tragoidia”, l’interpretazione originale dell’opera più importante di Giovanni Dettori “Canto per un capro” pubblicato nel 1986, caposaldo per la poesia italiana e sarda del Novecento che tratta il tema del dolore di una padre per la morte del figlio adolescente. Adattamento e regia di Bruno Venturi.

Alle 22.00 si affronterà il tema dal titolo “La sarda rivoluzione” con gli storici Federico Francioni (docente di storia e filosofia e autore di numerosi saggi sulla Sardegna) e Francesco Casula (laurea in lettere a Roma si è dedicato alla promozione della lingua e della cultura sarda e alla ricerca storica) chiamati a rievocare le vicende della lotta (che seguiva di qualche anno quelle della rivoluzione francese) contro il dispotismo feudale che bloccava lo sviluppo economico e sociale della Sardegna. Ad accompagnare le loro parole il Coro de Su Cuntrattu de Seneghe di Antoni Maria Cubadda ed il Coro Montiferru diretto dal maestro Antonio Lotta.

​Chiude la giornata di venerdì, alle 23.30, nella Partza de sos ballos Alessio Lega, uno dei cantautori e scrittori più stimati della sua generazione, in “Dove si andrà?” dedicato alle canzoni del poeta, critico letterario, saggista ed intellettuale Franco Fortini.

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Dal 30 agosto al 3 settembre l’appuntamento è con la poesia del mondo a Seneghe, per la tredicesima edizione del Cabudanne de sos poetas. Tema portante di questa edizione: le Rivoluzioni. Tra i tanti ospiti in arrivo: Nada, Vivian Lamarque, Tugrul Tanyol, Nadia Agustoni, Fabio Franzin, Roberto Magnani e Simone Marzocchi, Raimondo Usai Ponti, Francesca Matteoni, Azzurra D’Agostino, John Vignola, Paolo Angeli, il Quartetto Antonelliano dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Alessio Lega, Bob Corn, Alessandro Fiori, e tantissimi altri.

Ritorna il Cabudanne de sos poetas, non solo il festival di poesia più importante dell’isola, ma una grande festa: viva, gioiosa, fatta di parole e silenzi, immagini, suoni, colori, sapori. Una festa della poesia, degli scrittori, degli artisti, ma anche una festa dei giovani e della popolazione di Seneghe. Si riaccende il respiro dei versi dei poeti, dal 30 agosto al 3 settembre nel piccolo ed affascinante borgo storico del Montiferru, con le sue casette di basalto, la Partza de sos Ballos, il vecchio frantoio Prentza de Murone, i bar Su Recreu e Manunza, Piazzetta Su Lare, la Piazza Santa Maria e Putzu Arru. Angoli incantevoli del paese dove ogni anno si ripete il miracolo dello stupore e della scoperta.

Tredicesima edizione, come già anticipato per le anteprime estive, sarà dedicata al tema centrale della Rivoluzioni e all’anniversario che cade quest’anno di grandi momenti di svolta nella storia europea: dalla Riforma luterana del 1517, alla Rivoluzione russa del 1917, passando attraverso la rivoluzione culturale e i movimenti per i diritti civili degli anni ’60 e ’70, fino alla rivoluzione sarda nella produzione letteraria. «Le date ricorrenti provano a connettere e a dare un senso alla vicenda complessa e tormentata della storia europea. Cabudanne de sos poetas ha affrontato negli anni precedenti temi importanti evocati dagli anniversari: da Dante e alla sua opera, agli echi poetici e culturali della Grande Guerra. Oggi il tema sono le Rivoluzioni politiche, sociali, spirituali. Può sembrare strano che la Storia riceva tanta attenzione in luoghi che sembrano esclusi dalle grandi vicende del passato. Ma ogni luogo del mondo sente la ripercussione, l’onda d’urto, più o meno forte, di ciò che accade in luoghi apparentemente lontanissimi. Questa edizione include tutti questi fili nella trama delle Rivoluzioni e cerca di leggere, ispirandosi alle opere del grande politico, filosofo, giornalista e critico letterario Antonio Gramsci, di cui quest’anno ricorre l’ottantesimo anno dalla sua morte, la storia del Novecento a partire dalla rivoluzione russa», spiega Mario Cubeddu, presidente di Perda Sonadora e quest’anno anche direttore artistico del festival.

Un programma molto nutrito che vedrà in arrivo a Seneghe una sessantina di ospiti tra poeti, scrittori, musicisti, cantautori, registi, attori, studiosi, ricercatori, filologi, esperti della lingua e della cultura sarda.