28 March, 2024
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C’è il tutto esaurito per il concerto di Fiorella Mannoia, in programma sabato sera a Oristano, nell’ambito del festival Dromos.
Alle 21.30, sul palco allestito sotto le stelle in piazza Cattedrale (grazie alla gentile concessione dell’area da parte della Curia Arcivescovile di Oristano) Fiorella Mannoia si esibirà nell’unica tappa isolana del tour all’insegna del suo ultimo disco, “Personale” (pubblicato lo scorso marzo per Sony Music). L’ossatura dell’album si compone di tredici brani inediti, tredici storie che raccontano consapevolezze e prese di coscienza, riflessioni su se stessi, sull’umanità, sulla vita e sui sentimenti, in tutte le loro sfaccettature, e molto altro ancora; un album che è anche – come afferma la cantante romana – una “piccola e umile ‘personale'”, come recita il titolo: a rafforzare il racconto delle canzoni, trovano infatti spazio le fotografie realizzate dalla stessa Fiorella Mannoia in varie parti del mondo, assecondando una passione per l’arte dello scatto che ha recentemente approfondito e condiviso sui social network.
Altro appuntamento in cartellone per la giornata di domani, alle 18.30, al Centro per l’autonomia di Oristano (presso l’Ospedale Vecchio in piazzale San Martino) va in scena la performance “Serenate stralunate”, presentata dal Centro per l’autonomia con la compagnia Theatre en vol di Sassari. Ideato e progettato con metodologia contributiva, il lavoro (con la regia di Michelle Kramers e le scenografie di Puccio Savioli) ha come interpreti utenti e operatori della struttura. Lo studio si collega allo spunto tematico di questa ventunesima edizione di Dromos, che sotto il titolo “Casta diva” saluta la luna nel cinquantenario del primo sbarco dell’uomo sul suo suolo, e tenterà una narrazione del misterioso rapporto tra follia e creatività come espressioni della stessa lunaticità, tracciando un parallelo in chiave a volte ironica e a volte onirica, con azioni teatrali, quadri viventi ed elementi scenografici essenziali. Una composizione interdisciplinare per coinvolgere il pubblico in un viaggio alla ricerca della Luna, insieme ispiratrice e ammaliatrice.
 
“Canto alla Luna” è, invece, il titolo dell’evento musicale che il giorno dopo (domenica 4 agosto) omaggerà il nostro illustre satellite in uno dei luoghi più sacri dell’età nuragica, il Santuario ipogeico di Scaba ‘e Cresia in territorio di Morgongiori. Alle 21.30, le tradizioni musicali degli asiatici Huun-Huur-Tu, con le loro musiche e canti di Tuva, si intrecceranno con quelle dei Tenores di Bitti Remunnu ‘e Locu, da quarant’anni ambasciatori del canto tradizionale sardo, riconosciuto dall’UNESCO tra i Patrimoni orali e immateriali dell’umanità.

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Si riconosce nel segno della Luna e di una doppia ricorrenza l’edizione numero ventuno di Dromos, in programma nel consueto periodo, dal primo al 15 agosto, tra Oristano e altri undici centri della sua provincia – Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Mogoro, Morgongiori, Neoneli, Nureci, San Vero Milis, Ula Tirso e Villa Verde, con un’anteprima il 18 luglio a Fordongianus e uno “sconfinamento” nel Nuorese, a Ortueri.

Casta Diva” è il titolo scelto per caratterizzare quest’anno il festival: un titolo preso in prestito dalla celeberrima aria della “Norma” di Vincenzo Bellini, una preghiera che la protagonista dell’opera eleva alla Luna, la “Casta Diva”, appunto.

Il 2019 è infatti l’anno in cui si celebra il cinquantenario del primo sbarco sul nostro satellite: era il 20 luglio del 1969 quando l’astronauta Neil Armstrong mise piede sul suolo lunare nell’ambito della missione Apollo 11, avverando un sogno coltivato dall’uomo per millenni. Ma, un mese dopo, un altro evento segnò indelebilmente anche la storia della musica: «Tra il 15 e il 18 agosto di quello stesso anno – scrive il critico d’arte Ivo Serafino Fenu per illustrare il tema del festival  – a Woodstock, fu il mondo della musica rock a toccare la luna”, in quello che è universalmente riconosciuto come “l’evento simbolo e l’apice della generazione del flower power». Un evento in parte offuscato, quattro mesi dopo, dell’Altamont Free Concert, una sorta di Woodstock sulla West Coast, che col suo violento epilogo «segnò, per quella generazione, ‘la fine delle illusioni’, divenendo il simbolo delle numerose utopie e delle altrettanto numerose cadute contro le quali si scontrarono i giovani di allora, alla ricerca di una luna conquistata e subito perduta».

Al ricordo di quella memorabile annata, il festival Dromos dedica dunque la sua ventunesima edizione con la sua collaudata formula itinerante a base di musica, ma non senza il consueto spazio per altri eventi e appuntamenti, come la mostra ART TUBE, da Woodstock alla Luna, a cura di Paolo Curreli e Antonio Manca, e come Woodstock Revolution!, un “concerto lezione” del giornalista Ernesto Assante col trio di Enzo Pietropaoli.

Il cartellone musicale prevede, come di consueto, una fitta serie di concerti, spaziando su più latitudini e generi, a partire dal jazz e i generi confinanti, con un ampio e variegato cast di artisti, in larga prevalenza internazionali. Dromos conferma ancora una volta la sua grande attenzione verso la scena musicale europea e verso le nuove generazioni di musicisti che la popolano, focalizzando stavolta il suo sguardo sulla scena londinese, da sempre culla di giovani e interessanti talenti. E proprio dalla capitale del Regno Unito arrivano Alfa Mist, giovane producer e musicista originario dell’East London, la talentuosa sassofonista Nubya Garcia, che di Londra è nativa (ma le sue origini sono afro-caraibiche) ed il collettivo Kokoroko, protagonista sul palco del Mamma Blues, a Nureci, consueta rassegna che suggella Dromos. Giovani veterani sono gli statunitensi Snarky Puppy (protagonisti dell’anteprima del 18 luglio a Fordongianus) e i Forq, formazione nata da una loro costola. Dal cuore dell’Asia sono invece in arrivo gli Huun-Huur-Tu, accostati per l’occasione ai Tenores di Bitti Remunnu ‘e Locu, dal Portogallo la cantante Carmen Souza, mentre è ivoriana la bassista Manou Gallo, e di natali burundesi il cantante J.P. Bimeni. E poi, tra gli italiani, Fiorella Mannoia, Giovanni Allevi, Fabio Treves, Paolo Fresu con il Devil Quartet, Boris Savoldelli; e, naturalmente gli artisti sardi: il trio del pianista Raimondo Dore, il quartetto Roundella, Francesco Piu, Irene Loche, La Città di Notte, The Wheelers, Bob Forte Band, Mumucs, De Li Soul.

Per il quarto anno consecutivo il festival si avvale della collaborazione dello scenografo Mattia Enna per arricchire di suggestioni visive questa edizione dedicata alla Luna. Per l’occasione Enna rilegge la Casta Diva nel suo eterno bipolarismo: ora la placida e malinconica Luna argentea, ora la dura e funerea Luna nera. Attraverso il segno grafico delle bozze dei tatuaggi, lo scenografo ha proceduto alla selezione di fotogrammi di film cult nei quali il nostro satellite era protagonista, inserendo suggestioni tratte dalle tavole di Gustave Dorè dedicate al viaggio dell’Astolfo di Ariosto sulla luna (tavole da cui è tratta anche l’immagine scelta per la grafica del festival) e arcani simboli a esso legati.