18 April, 2024
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Sabato 8 agosto il festival culturale Liberevento, organizzato dall’associazione Contramilonga, avrà ospite Alessandro Cecchi Paone, giornalista, conduttore televisivo e divulgatore scientifico.

L’appuntamento è alle 22.00 alla Torre sabauda di Calasetta dove, in dialogo con il giornalista Carlo FlorisCecchi Paone ripercorrerà le pagine del suo libro “Dieci vite per la scienza (Rubettino 2012), in cui sono raccolte le interviste dell’autore alle più grandi menti italiane nel campo della scienza e della tecnologia.

L’incontro sarà seguito da Gene mangia gene, di e con Rita Atzeri. Si tratta di uno spettacolo bilingue in italiano e sardo campidanese in cui, tra una caustica ironia, si riflette sugli alimenti che mettiamo a tavola.

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Si terrà venerdì 27 marzo, alle 11.00, attraverso la modalità della diretta in streaming, la conferenza stampa di presentazione del progetto GRAMSCILAB 5.0, promosso e coordinato da Il Crogiuolo, storica compagnia cagliaritana che si è aggiudicata il bando POR FESR Sardegna 2014-2020 – CultureLAB2018 – Progetto GramsciLab 5.0. Una preziosa occasione per lavorare in modo sistematico sull’opera e la figura di uno dei pensatori più importanti del ‘900, un’opportunità che coinvolge diversi partner, fra enti e istituzioni: il Comune di Ales, il GramsciLab della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Cagliari, il Consorzio Due Giare e l’Unione dei Comuni della Marmilla, l’Associazione Casa Natale Gramsci di Ales, l’Associazione Antonio Gramsci di Cagliari, il Museo Gramsci di Ghilarza, la Fondazione Gramsci di Torino, la Fondazione Gramsci Toscana, la Cineteca Sarda, la CGIL regionale.

Il progetto, che si articola in due anni, verrà  illustrato da Rita Atzeri, direttrice artistica del Crogiuolo. Parteciperanno alla conferenza Alessandra Marchi (GramsciLab, Facoltà di Scienze Politiche Università di Cagliari), Fulvia Putzolu (demoetnoantropologa e consulente scientifica del progetto), Ignazio Ibba (presidente Associazione Casa Natale Gramsci di Ales), Lino Zedda (presidente Consorzio Due Giare e Unione Comuni Alta Marmilla), Laura Stochino (Associazione Gramsci di Cagliari), Marco Nateri (costumista e scenografo), Matteo D’Ambrosio (direttore Fondazione Gramsci di Torino), un rappresentante della CGIL sarda.

In osservanza del Dpcm 11 marzo 2020, la conferenza stampa si svolgerà sulla piattaforma web Zoom Cloud Meetings, disponibile come software da installare gratuitamente su qualunque dispositivo, PC o smartphone. Per accedere alla videoconferenza sarà sufficiente scaricare Zoom dalla pagina https://zoom.us/download e connettersi al link https://us04web.zoom.us/j/226018999  (Meeting ID: 226 018 999).

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Secondo appuntamento per la rassegna “Joyce Lussu – La rivoluzione Possibile”, organizzata da Il Crogiuolo, per la direzione artistica di Rita Atzeri, in paternariato con i comuni di Armungia e Portoscuso, da Cagliari si passa all’ex Tonnara Su Pranu di Portoscuso che ospiterà venerdì 5 luglio, alle 21.30, INVENTARIO DELLE COSE CERTE – Concerto teatrale per Joyce Lussu, di e con Isabella Carloni, la regia di Marco Baliani, una delle personalità più originali del panorama teatrale contemporaneo, l’esecuzione musicale di Andrea Dulbecco (vibrafono e percussioni), Mirco Ghirardini (clarinetto) ed Anna Freschi (violoncello), le musiche originali di Carlo Boccadoro e Filippo Del Corno. Lo spettacolo, prodotto da Rovine Circolari, trae il titolo da un libro di Joyce Lussu. Tra il 1934 e il 1939 Joyce visse in Africa, e di quegli anni raccontò solo con brevi accenni, evocando la natura africana nelle sue poesie, pubblicate nel volume Liriche, edito con il patrocinio e la recensione di Benedetto Croce, alcune incluse oggi proprio nella raccolta “Inventario delle cose certe” (1989).

E “Inventario delle cose certe” è un raffinato omaggio musicale dedicato alla storia e alle idee di una figura eccezionale, moderna e scandalosa, come quella di Joyce Lussu, a poco più di vent’anni dalla scomparsa (a 86 anni, a Roma, nel 1998) di questa grande pasionaria del ‘900 (morì, ribelle come aveva vissuto, con una sigaretta messa tra le mani al posto del rosario).
Un concerto teatrale, dove musica e parola, poesia e pensiero procedono intrecciati, per elaborare un “inventario” che riparta dall’essenziale, per tornare a ciò che è  “certo”, nel cuore e nel linguaggio, perché «sul certo – diceva Joyce Lussu – non possiamo non capirci».

«Due parole risaltano nella ricchezza spesso provocatrice dei suoi scritti, come una richiesta impellente: cercare di costruire un ‘pensiero poetante’, un pensiero semplice, diretto ed efficace, che non rinunci alla bellezza. Questa opera in musica è la nostra risposta artistica e politica a domande essenziali del nostro presente. Parlare di Joyce Lussu significa avvicinarsi alla storia di tutto il ‘900, a una donna non catalogabile, a un turbinio di idee, a una scandalosa e costante provocazione», scrive Isabella Carloni nelle note sullo spettacolo.  

«Raccontarla a teatro ha reso necessario scegliere, ordinare, elaborare l’immenso materia.»

A dare voce a tutto ciò è l’interpretazione di Isabella Carloni. La sua voce, sempre sospesa fra canto e parola, racconta la vita di Joyce, spesa a fianco della dignità e della libertà dei popoli e degli individui, sempre alla ricerca di un pensiero chiaro ed efficace.

Le composizioni originali di Carlo Boccadoro e di Filippo Del Corno, eseguite da alcuni componenti del gruppo “Sentieri Selvaggi” (Andrea Dulbecco, Mirco Ghirardini e Anna Freschi) affidano a voce, clarinetto, violoncello e vibrafono un intreccio continuo sonoro e narrativo, dando un particolare spessore drammaturgico al lavoro: dai suoni rarefatti di un canto eschimese alle note potenti delle scarpette rosse che scuotono ancora i campi di sterminio (“Un paio di scarpette rosse” è il titolo  di una poesia di Joyce Lussu, scritta per non dimenticare la tragedia della Shoah), dalle parole antiche e schiette delle donne incontrate in Sardegna al canto di liberazione dei popoli oppressi.

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L’Amministrazione comunale di Carbonia celebrerà la Giornata della Memoria del 27 gennaio e commemorerà le vittime dell’Olocausto con un’iniziativa destinata specificatamente agli studenti delle Scuole dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di primo grado.

Si tratta dello spettacolo “In un cielo di stelle gialle…bianche farfalle”, che si terrà lunedì 28 gennaio, alle ore 10.00, al Teatro Centrale di piazza Roma. L’evento rientra nell’ambito della rassegna “Una Gita a Teatro” ed è organizzato dall’Associazione La Cernita Teatro, con la produzione della compagnia Il Crogiuolo ed il patrocinio del comune di Carbonia.

«L’obiettivo dell’iniziativa organizzata dall’Amministrazione Comunale di Carbonia è ricordare le vittime delle persecuzioni nazifasciste e del genocidio ebraico, sensibilizzando nel contempo i giovani studenti verso la salvaguardia dei valori della libertà, della pace, della giustizia e dell’integrazione», ha detto il sindaco Paola Massidda.

“In un cielo di stelle gialle…bianche farfalle” è uno spettacolo scritto e diretto da Rita Atzeri, con Antonio Luciano e Marta Gessa. La trama ci riporta indietro al 1938, alla triste epoca delle leggi razziali, che di fatto cancellarono i diritti degli ebrei.

Verranno raccontate, con la semplicità del teatro di narrazione e l’ausilio di musiche e oggetti, le vicende di bambini e bambine che vissero sulla propria pelle l’orrore della deportazione.

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Domani, 18 agosto, alle 22.00, per la decima edizione del NurArcheoFestival, la rassegna teatrale firmata dal Crogiuolo e diretta da Rita Atzeri, al Nuraghe Camboni di Perdaxius va in scena “La terra degli uomini toro”, di e con Marco Taddei ed Erika Sambiase. Ricco il programma collaterale: alle 18.00, il battesimo della sella; alle 18.30, la visita guidata al Nuraghe Camboni; dalle 18.00 alle 20.00, su prenotazione, per i più esperti una passeggiata a cavallo nel circondario, a cura dell’associazione La Casa del Sorriso; alle 20.30 cena su prenotazione (info: tel. 342 1639514).

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Procede a tappe forzate la marcia della decima edizione del NurArcheoFestival, la rassegna teatrale organizzata dal Crogiuolo, diretta da Rita Atzeri e dedicata quest’anno a Cristiano Bandini, giornalista e scrittore recentemente scomparso.

Domani, martedì 14 agosto, a Laconi, negli spazi esterni del Museo dei Menhir, andrà in scena, alle 19.00, “Gocce di fuoco”, di e con Dario Buonanno (una produzione Teatro del Sottosuolo). Uno sciamano stregone accompagna gli spettatori in questo viaggio senza tempo, in cui il fuoco, uno degli elementi che da sempre affascina e contemporaneamente spaventa l’essere umano, diventa protagonista di una storia magica dove tutto si trasforma e prende nuova forma.
Dal 2002 Dario Buonanno (Darbo) studia e pratica la giocoleria (è laureato in Scienze motorie all’Università di Cagliari e pratica discipline orientali, come il kung fu e il tai-chi). Dopo aver iniziato nel 2006 le sue esperienze nell’ambito delle arti sceniche, negli ultimi anni si è specializzato nella giocoleria infuocabile, da cui prende vita “Gocce di fuoco”, il suo primo spettacolo interamente dedicato ad uno dei 4 elementi naturali.
Alle 18.00 è prevista su prenotazione l’escursione naturalistica nel Parco a cura dell’associazione De Lacon.

Il Ferragosto sarà in compagnia di “Perseverare humanum est” (piccolo mosaico di storie bibliche e moderne) di e con Matteo Belli, grande affabulatore sulle orme di Dario Fo, e le musiche originali di Paolo Vivaldi. L’appuntamento, una prima regionale, è fissato per mercoledì 15, alle 22.00, al Menhir Museum di Laconi. Lo spettacolo si presenta, secondo quanto recita il sottotitolo, come un insieme di storie legate dal filo rosso dell’eterno ritorno di alcuni aspetti del comportamento umano. Si inizia con una chiacchierata tra la mamma di Noè e quella di Mosè relativa ai problemi dei rispettivi figli, si arriva alla storia di una generazione nata intorno alla metà degli anni ’60, emblematizzata nella figura di un antieroe come Massimo Piloni, eterna riserva di Dino Zoff nella Juventus dei primi anni ’70, e si chiude con la più “antica di tutte le storie”: la divertita e malinconica rievocazione di un inedito paradiso terrestre.
Nell’arco di circa un’ora e mezza Matteo Belli, che prosegue la sua ricerca espressiva affabulatoria, interpreta una sessantina di personaggi e una ventina di parlate diverse tra lingue, dialetti e grammelot, utilizzando un repertorio di strumenti antichi e moderni, nel tentativo di ritrovare i principi di un linguaggio popolare che sempre e comunque sia in grado di premiare la sensibilità e l’intelligenza dello spettatore.

Il giorno successivo, giovedì 16, dopo la prima nazionale andata in scena nell’area archeologica di Tamuli a Macomer, viene riproposto “Dalla luna ai menhir”, sempre al Menhir Museum di Laconi, palcoscenico di queste giornate ferragostane del NAF. Il testo di Bepi Vigna vedrà ancora protagonista Rita Atzeri, che sarà accompagnata dall’arpa di Roul Moretti. Lo spettacolo sarà preceduto alle 21.30 dalla visita guidata al Museo.