19 April, 2024
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Ancora un intreccio intrigante nei teatri di pietra del Nurarcheofestival, la rassegna organizzata dal Crogiuolo fra alcuni dei siti archeologici più affascinanti dell’Isola.

Sotto i riflettori “L’incoscienza”, titolo dello spettacolo che domani, domenica 1 settembre, alle 21, occuperà pacificamente il Museo dei Menhir di Laconi. E’ il primo studio di un testo di Sonia Antinori, scritto appositamente per il NAF e per le due attrici protagoniste: Iaia Forte, intensa interprete di teatro e cinema che non ha bisogno di presentazioni, amica di lunga data del festival, e la padrona di casa Rita Atzeri. Antinori, attrice, regista e autrice teatrale viareggina, premiata in più occasioni per la sua attività drammaturgica, ha lavorato con registi come Carlo Cecchi, Roberto Guicciardini, Valter Malosti, Giorgio Pressburger, Serena Sinigaglia. I suoi testi sono tradotti nelle maggiori lingue europee e lei stessa ha tradotto alcuni dei più interessanti autori teatrali contemporanei, come Werner Schwab (la sua versione italiana di “Sterminio” ha ottenuto il Premio Ubu come migliore novità straniera).

“L’incoscienza”, nuova produzione del Crogiuolo, narra l’incontro di due donne legate da una relazione sentimentale con lo stesso uomo, a cui una è stata unita per molti anni e ora vive con la seconda in Italia, mentre la prima è rimasta all’estero nella casa dove aveva abitato con il marito. Un rapporto che, nonostante la pretesa regola sociale di tolleranza, è teso, violento e viscerale. Il contrasto di queste due figure, che ricalcano altrettanti archetipi femminili, è contrappuntato dalle voci del mondo, che le circondano e le possiedono fino a far coincidere la loro piccola guerra personale con il conflitto totale permanente dell’attualità. In un clima di minaccia costante, sottolineato da una trama sonora di rumori che sono parte integrante del tessuto drammaturgico, una vicenda agghiacciante in cui la realtà contemporanea prende il passo della tragedia classica e l’assurdo affianca e sfonda il quotidiano.

Alle 20.00 è in programma la visita guidata al Menhir Museum.

E sempre il primo settembre, a Tuili, alle 19.00, nell’Oliveto in via Carros ancora in scena “Ventuno”, di e con Monica Porcedda. Alle 18.00, un laboratorio di ceramica a cura di Angela Zoccheddu.

 

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L’undicesima edizione di “Nurarcheofestival“, la rassegna organizzata dal Crogiuolo, sotto la direzione artistica di Rita Atzeri, approda domani, giovedì 29 agosto, in Marmilla: a Villanovaforru, alle 19.00, ad accendere la sera al Nuraghe Genna Maria sarà lo spettacolo “Le mille e una Notte”. Di e con Paolo Panaro (produzione Compagnia Diaghilev), bravo attore pugliese, allievo di Orazio Costa, con diverse importanti esperienze alle spalle (con Luca Ronconi, per esempio), “Le Mille e una Notte”, di autore anonimo, come è noto, narra le vicende del re di Persia e di Shahrazad. Il re, avendo scoperto che la moglie gli è infedele, la uccide e prende la tragica decisione di dividere il suo letto ogni notte con una donna diversa per poi ucciderla all’alba. L’orribile catena si spezzerà solo quando Shahrazad, per evitare quello stesso destino, userà lo stratagemma di raccontare al re una favola ogni notte. Shahrazad racconterà di un sarto che invita a cena un gobbo che muore però all’improvviso mentre sono a tavola. Il sarto per salvare la sua vita dall’accusa di omicidio racconta al re della Cina la storia di un giovane claudicante. Il giovane, a sua volta, racconta di come un invadente e molesto barbiere gli abbia rovinato la vita. Il barbiere, per discolparsi dalle accuse del giovane, racconta del tranello ordito da un perfido gruppo di donne ai danni di un suo fratello. Le storie vengono fuori le une dalle altre ma alla fine Shahrazad romperà il sigillo delle incastonature ed il Libro delle Notti si chiuderà alle prime luci dell’alba.

Le narrazioni sceniche di Paolo Panaro – che nelle scorse edizioni ha già portato al NAF con successo “Il racconto di Enea”, adattato dall’Eneide di Virgilio, e il “Viaggio di Ulisse”, da Omero, Ovidio, Plutarco – attingono al patrimonio dei capolavori della letteratura mondiale: un repertorio fatto di poemi, racconti, romanzi che hanno superato il vaglio dei secoli, giunti a noi con la potenza poetica ed espressiva che solo un classico può esprimere. Un lavoro concentrato sulla forza della parola che diventa suono, sulla poesia che prende corpo in scena, sulla capacità fascinatoria che essa ha sul pubblico, sul suo essere punto di arrivo e culmine della plurimillenaria storia del teatro e delle letterature occidentali. Le narrazioni di Panaro, da solo sotto i riflettori, senza l’ausilio di alcuna scenografia, vestito di un semplice abito neutro, sono il risultato di questo lungo viaggio nel mondo della letteratura di ieri e di oggi: dal racconto della guerra di Troia alla follia di Orlando, dalle “Mille e una Notte”, appunto, alle novelle del Boccaccio, dai più appassionanti romanzi russi dell’Ottocento fino all’immensa prosa della Recherche di Proust.

Alle 18.00 è prevista la visita guidata del nuraghe a cura della Coop. Turismo in Marmilla.

Ancora domani, 29 agosto, a Silius nella Casa Lecis, alle 22.00, “Ventuno”, di e con Monica Porcedda (produzione La Cernita). L’attrice e regista, autrice di opere prodotte grazie alla raccolta di interviste e testimonianze sul filone della memoria e dell’immigrazione, propone un racconto ispirato al numero “ventuno”. Al quale, secondo le credenze popolari, sono collegate le azioni coraggiose, il mantenere le promesse e la parola data. E per uno strano segno del destino sono legate la vita di Lussorio, santo “arriscadu e balente” (intrepido e valoroso) a cui tutti gli abitanti di Oliena sono devoti, e quella di Giuseppe, che lascia il paese per inseguire un sogno proprio una sera del 21 di agosto, mentre tra gare di poesia, balli, canti, musiche e preghiere tutti festeggiano il santo.

DIAGHILEV_Paolo Panaro_Orlando furioso 28.2.12
foto ©Vito Mastrolonardo-Bari

DIAGHILEV_Paolo Panaro_Orlando furioso 28.2.12
foto ©Vito Mastrolonardo-Bari

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foto ©Vito Mastrolonardo-Bari

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E’ stata presentata questa mattina, nello spazio della Fucina Teatro della Vetreria di Pirri, l’XI edizione del Nurarcheofestival. Un traguardo che testimonia l’ormai chiaro consolidamento e radicamento nei territori coinvolti della rassegna organizzata dal Crogiuolo, che, sotto la direzione artistica di Rita Atzeri, prosegue i suoi Intrecci nei teatri di pietra. Il patrimonio storico e culturale della Sardegna si sposa, infatti, ancora una volta con il teatro, dal 25 agosto al 13 settembre, in alcuni dei luoghi di maggior pregio archeologico dell’Isola, fra Ogliastra e Nuorese, Sulcis Iglesiente, Marmilla ed Oristanese, e altri centri importanti come Olbia e Bosa.

«Il tratto distintivo della nostra programmazione è da ricercare nell’organicità della proposta culturale, pensata e ideata, con i territori, come volano della valorizzazione dei diversi e peculiari patrimoni archeologici della Sardegna – dice Rita Atzeri –. Gli spettacoli nei siti archeologici non sono certo stati un’invenzione del NurArcheoFestival, ma una programmazione capillare composta da tanti appuntamenti nelle diverse regioni geografiche della Sardegna, in sinergia con i territori e le associazioni locali, portata avanti senza interruzioni per undici anni consecutivi, credo sia una peculiarità che solo il NurArcheoFestival può vantare. Il NAF è luogo di conoscenze e incontro di culture e saperi diversi – spiega ancora Rita Atzeri – dove le tematiche sarde si affiancano a temi classici e contemporanei proposti da compagnie del panorama nazionale con l’obiettivo di evidenziare gli elementi di connessione tra le culture del Mediterraneo. E, in tempi in cui il mare “divide” e diventa luogo di “respingimento”, sottolineare le comuni matrici e favorirne la conoscenza è un atto politico e poetico preciso e consapevole.»

Da Elena Bucci a Lucilla Giagnoni, da Iaia Forte ad Arianna Scommegna, a Laura Curino, da Gianluigi Tosto a Matteo Belli, a Paolo Panaro: questi solo alcuni degli ospiti – nomi di spicco della scena nazionale – del NurArcheoFestival 2019. Che propone tre produzioni originali, ideate a pensate ad hoc: il lavoro su Antigone di Arianna Scommegna; il primo studio di un testo di Sonia Antinori, interpretato da Iaia Forte e Rita Atzeri; il debutto nella scrittura teatrale di Giulia Balzano, archeologa del Museo dell’Ossidiana di Pau. E che presenta per la prima volta al pubblico sardo l’attrice Lidia Vitale, che darà vita a uno spettacolo dedicato ad Anna Magnani, e la cantautrice Rebi Rivale.

Un importante appuntamento di riflessione è rappresentato dalla tavola rotonda “Arcipelaghi del Mediterraneo. Isole come Beni Culturali”, che porterà il modello del NAF all’attenzione di realtà museali nazionali e internazionali. Altra novità è costituita dall’inserimento nel programma di un appuntamento letterario, “Incontro con l’autore”, per avvicinare anche un pubblico di non addetti ai lavori ai temi dell’archeologia.

NurArcheoFestival si lega non solo alla cultura ma anche alla coltura, in un disegno organico di saperi vitali che si fondono fra loro. E lo fa promuovendo una storia esemplare: quella dell’azienda Tela Fertile, nell’agro fra Villamar, Las Plassas e Tuili, nel cuore della Marmilla, dove Francesca Masala ha rilevato l’attività agricola del padre e oggi favorisce al suo interno il reinserimento sociale di persone dal vissuto difficile al termine di un percorso di recupero.

Al centro del NurArcheofestival, quindi, un cartellone particolarmente fitto, con ancora un mix fra cultura classica, attraverso la proposta di spettacoli dedicati al mito e all’epica, e quella più specificamente legata alla storia e alla tradizione letteraria sarda. «D’altra parte, la nostra rassegna – conclude Rita Atzeri – è nata con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio archeologico e per favorire una conoscenza profonda della nostra cultura materiale e immateriale. Nel corso degli anni abbiamo definito il NurArcheo come festival dal tempo lungo, perché gli appuntamenti che ne fanno parte prevedono solitamente, insieme agli spettacoli serali, le visite guidate ai siti o escursioni naturalistiche».

Bologna, Arena del Sole 30-01-2010 Matteo Belli in Le guerre di Walter e altre storie, dedicato a Walter Chiari.

Bologna, Arena del Sole 30-01-2010 Matteo Belli in Le guerre di Walter e altre storie, dedicato a Walter Chiari.

DIAGHILEV_Paolo Panaro_Orlando furioso 28.2.12
foto ©Vito Mastrolonardo-Bari

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foto ©Vito Mastrolonardo-Bari

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Calato il sipario sulla ventunesima edizione di Dromos con la tre giorni ferragostana di Mamma Blues a Nureci, il festival vive la sua “coda finale” con gli ultimi due appuntamenti, in provincia di Oristano.

Domani sera, sabato 24 agosto, nella preziosa cornice dell’area archeologica di Tharros va in scena alle 21.30 il terzo e ultimo spettacolo della rassegna teatrale “Parole alla Luna”, inserita nel più ampio cartellone di Dromos: “Dalla Luna ai Menhir“, una produzione della compagnia cagliaritana Il Crogiuolo su testo di Bepi Vigna, con la voce recitante di Rita Atzeri accompagnata dalle launeddas di Nicola Agus. Il lavoro si presenta come un breve viaggio all’inizio della storia, per raccontare la più grande rivoluzione del periodo Neolitico: l’invenzione del linguaggio e quindi del narrare. Un racconto del mondo primitivo in cui il magico e il fantastico erano una parte importante della realtà quotidiana; un percorso alle origini della civiltà, dalle dea madre ai menhir, come recita il titolo. Biglietti a 3.50 euro in vendita alla biglietteria dell’area archeologica.

Per suggellare definitivamente la ventunesima edizione di Dromos, dopo quello di domani sera (sabato 24) a Tharros, resta ancora un ultimo appuntamento: il 31 agosto, a Bauladu arriva Giovanni Allevi per una tappa del suo “Piano solo tour” proposta in collaborazione con il ‘Du – Bauladu Music Festival. I biglietti si possono acquistare a 25 euro (più diritti di prevendita) online e nei punti vendita del circuito Box Office Sardegna (www.boxofficesardegna.it; tel. 070 657428). Inizialmente previsto in piazza Giovanni Maria Angioy, il concerto (ore 21.30) si terrà invece all’Anfiteatro Comunale, in considerazione dell’importante numero di biglietti già venduti. Sede “storica” dei festival ‘Du e Dromos, l’Anfiteatro consente infatti di andare incontro alle esigenze dei numerosi fan che attendono il ritorno di Giovanni Allevi nell’Oristanese a distanza di otto anni.

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Si terrà domani, venerdì 23 agosto, alle 11.00, nello spazio Fucina Teatro della Vetreria di Pirri, la conferenza stampa di presentazione della XI edizione di Nurarcheofestival – Intrecci nei teatri di pietra, la rassegna teatrale itinerante organizzata da Il Crogiuolo.

Il programma, gli eventi, le location (alcuni dei più suggestivi siti archeologici, e musei, della Sardegna, fra Ogliastra, Nuorese, Marmilla, Sulcis Iglesiente, Oristanese) verranno illustrati da Rita Atzeri, direttrice artistica del Crogiuolo, ideatrice e curatrice del festival.

Interverranno Luca Pilia, sindaco di Isili, Tonio Orgiana, sindaco di Orroli, Sara Marrocu, assessore della Cultura del comune di Portoscuso, Maria Cristina Ciccone, archeologa, per il Museo dell’Ossidiana di Pau, e Laura Uselli, referente di Sistema Museo, per il Parco Archeologico di Montessu (Villaperuccio).

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Si terrà venerdì 23 agosto, alle 11.00, nello spazio Fucina Teatro dell’ex Vetreria di Pirri, la conferenza stampa di presentazione della XI edizione di Nurarcheofestival – Intrecci nei teatri di pietra, la rassegna teatrale itinerante organizzata da Il Crogiuolo.

Il programma, gli eventi, le location (alcuni dei più suggestivi siti archeologici, e musei, della Sardegna, fra Ogliastra, Nuorese, Marmilla, Sulcis Iglesiente, Oristanese, Cagliaritano) verranno illustrati da Rita Atzeri, direttrice artistica del Crogiuolo, ideatrice e curatrice del festival.

Interverranno Luca Pilia, sindaco di Isili; Tonio Orgiana, sindaco di Orroli; Sara Marrocu, assessore della Cultura del comune di Portoscuso; Maria Cristina Ciccone, archeologa, per il Museo dell’Ossidiana di Pau; e, infine, Laura Uselli, referente di Sistema Museo, per il Parco Archeologico di Montessu (Villaperuccio). 

 

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A Villanovaforru, sabato 27 luglio e domenica 28 luglio 2019, seconda edizione di “Archeomeet. Incontri e scontri sull’archeologia sarda”. “Archeomeet” ha un solo obiettivo, far dialogare i professionisti dell’archeologia con i cultori di questa materia. I cosiddetti “esperti” con i semplici appassionati: un incontro non sempre facile, che in passato ha provocato scintille. Con la giusta moderazione e con un po’ di attenzione, invece, il dialogo è possibile.

Ecco il programma della manifestazione.

Sabato 27 luglio
ore 18.00 – Piazza Costituzione
Presentazione del volume Archeomeet. Archeologia e divulgazione in Sardegna
Fabio Pinna intervista gli autori.

Il volume riporta le trascrizioni dei dibattiti tenutisi per la prima edizione di “Archeomeet”, nel 2018. I dibattiti riguardano temi cruciali come il rapporto tra accademia e divulgazione, le connessioni tra archeologia e geologia, il ruolo degli Shardana nella protostoria sarda, i Giganti di Mont’e Prama.

Fabio Pinna è docente di Archeologia Medioevale all’Università di Cagliari e da anni è impegnato nel far dell’archeologia una disciplina partecipata e mezzo di costruzione dell’identità nelle comunità locali. Interverranno gli autori Ilaria Montis, Nicola Dessì, Matteo Tatti, Luigi Sanciu, Alfonso Stiglitz, Fiorenzo Caterini, Maurizio Onnis, Giacomo Paglietti.

ore 19.00 – Piazza Costituzione
I nuragici scrivevano? Discussione sulla scrittura al tempo dei nuraghi
Intervengono: Raimondo Zucca, Gigi Sanna
Modera: Giorgio Galleano.

L’esistenza di una scrittura nuragica è da molti anni al centro delle dispute sulla protostoria sarda. Per la prima volta ne discutono in pubblico Raimondo Zucca, archeologo e docente all’Università di Sassari e Gigi Sanna, insegnante e divulgatore. Modera Giorgio Galleano giornalista e inviato del Tg3, autore del recente servizio sui “Tesori troppo nascosti” della Sardegna nella rubrica FuoriTg.

Domenica 28 luglio
ore 18.30 – Piazza Costituzione
Archeoastronomia in Sardegna: gli antichi sardi e le stelle
Intervengono: Marina De Franceschini, Michele Forteleoni, Paolo Littarru
Modera: Giorgio Galleano.

L’archeoastronomia è una disciplina scientifica accreditata nelle università di tutto il mondo, ma è praticamente assente in Italia. Su questo tema e sulle recenti novità si confronteranno Marina De Franceschini archeologa e autrice delle scoperte archeoastronomiche di Villa Adriana-Tivoli e del Pantheon di Roma, Michele Forteleoni, curatore del “2° Convegno internazionale di Archeoastronomia in Sardegna” e Paolo Littarru autore del recente libro Il contadino che indicava la luna. Storia di un cambio di paradigma nell’archeologia sarda. Modera ancora il tema Giorgio Galleano.

Ore: 21.30 – Anfiteatro Santa Marina
Recital Dalla Luna ai Menhir
Voce recitante: Rita Atzeri
Musiche e launeddas: Nicola Agus.

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Dopo l’anteprima in musica con il concerto degli Snarky Puppy a Fordongianus, anche il teatro trova spazio tra gli eventi che fanno da preludio al ricco corpus del festival Dromos, che dal primo al 15 agosto concentrerà la sua ventunesima edizione tra Oristano e altri centri della sua provincia – Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Mogoro, Morgongiori, Neoneli, Nureci, San Vero Milis, Ula Tirso e Villa Verde, con uno “sconfinamento” nel Nuorese, a Ortueri, ed un’appendice il 31 agosto a Bauladu.
Questa sera, nel magnifico scenario dell’area archeologica di Tharros, in territorio di Cabras, primo appuntamento con il trittico di spettacoli proposti sotto il titolo “Parole alla luna”: in scena, con inizio alle 21.30 ed ingresso libero, la “Medea” rappresentata dal gruppo teatrale del Liceo Classico “De Castro” di Oristano, con la regia e l’allestimento di Matteo Loglisci. La controversa protagonista della tragedia di Euripide che, sedotta e abbandonata, per vendicarsi uccide i figli, è interpretata da Sara Abis, affiancata da Mattia Capotosto (Giasone), Agata Casula (nutrice), Ludovica Maccioni (pedagogo/Egeo), Vittoria Vacca (pedagogo), Sebastiano Corona (Creonte), Elisabetta Pippia (nunzio), Gioia Muroni (Glauce), Anna Murgia, Michela Fadda, Giorgia Mandras, Ruben Contini (coro). L’opera, nella traduzione di Maria Grazia Atzeni e Gianluca Pietro Raffaele Arca, è stata rappresentata lo scorso 25 maggio nell’antico teatro greco di Akrai, a Palazzolo Acreide, dove il gruppo teatrale degli studenti del liceo classico oristanese è stato selezionato, unico in Sardegna, e per la terza volta consecutiva, dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico per partecipare al Festival del Teatro Classico dei Giovani che si svolge ogni anno nella cittadina sicula, contemporaneamente alla stagione del teatro Classico di Siracusa.
Prossimi spettacoli in programma per la rassegna “Parole alla luna”, “Era l’allodola?”, di e con Daniele Monachella e Carlo Valle, in scena nell’area archeologica di Tharros il 13 agosto, e, il 24, “Dalla luna ai menhir“, di Bepi Vigna, una produzione della compagnia cagliaritana Il Crogiuolo con la voce recitante di Rita Atzeri e Nicola Agus alle launeddas.

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Secondo appuntamento per la rassegna “Joyce Lussu – La rivoluzione Possibile“, organizzata da Il Crogiuolo, per la direzione artistica di Rita Atzeri, in paternariato con i comuni di Armungia e Portoscuso. Da Cagliari si passa all’ex Tonnara Su Pranu di Portoscuso che ospiterà venerdì 5 luglio, alle 21.30, “Inventario delle cose certe” – Concerto teatrale per Joyce Lussu, di e con Isabella Carloni, la regia di Marco Baliani, una delle personalità più originali del panorama teatrale contemporaneo, l’esecuzione musicale di Andrea Dulbecco (vibrafono e percussioni), Mirco Ghirardini (clarinetto) e Anna Freschi (violoncello), le musiche originali di Carlo Boccadoro e Filippo Del Corno. Lo spettacolo, prodotto da Rovine Circolari, trae il titolo da un libro di Joyce Lussu. Tra il 1934 e il 1939 Joyce visse in Africa, e di quegli anni raccontò solo con brevi accenni, evocando la natura africana nelle sue poesie, pubblicate nel volume Liriche, edito con il patrocinio e la recensione di Benedetto Croce, alcune incluse oggi proprio nella raccolta “Inventario delle cose certe” (1989).

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Joyce Lussu – La Rivoluzione possibile. E’ il titolo di quattro appuntamenti di studio fra cinema, teatro e musica sulla vita e l’opera di una ribelle, organizzati dal Crogiuolo, sotto la direzione artistica di Rita Atzeri. Joyce Salvadori Lussu: nata a Firenze nel 1912, antifascista, anche per tradizione familiare (i genitori erano intellettuali antifascisti, figli di famiglie marchigiane con origini inglesi), partigiana, capitano nelle brigate Giustizia e Libertà, medaglia d’argento al valor militare, moglie del cavaliere dei Rossomori (così lo definì Giuseppe Fiori nel suo mirabile libro a lui dedicato), del capotribù nuragico (così Francesco Masala nel titolo di un suo famoso radiodramma) Emilio Lussu, mitico capitano della Brigata Sassari nella Grande Guerra, fondatore del Partito Sardo d’Azione e del movimento Giustizia e Libertà. Joyce Lussu: scrittrice, traduttrice (a lei molto devono i versi in italiano del poeta turco Nazim Hikmet) e poetessa. Per ricordarla, approfondire e riflettere, quattro appuntamenti dislocati fra Cagliari, Armungia e Portoscuso, a partire dal 23 giugno fino al 18 luglio.