25 April, 2024
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Il consigliere regionale dei Riformatori sardi Aldo Salaris, ha partecipato questa mattina, insieme all’assessore dei Lavori pubblici, Roberto Frongia, al sopralluogo presso la diga di Monte Lerno a Pattada, alla presenza, tra gli altri, dei rappresentanti del Consorzio di bonifica del Nord Sardegna e di Enas.
«Oggi l’acqua è una risorsa importantissima e se da un lato non possiamo permetterci di sprecarla, dall’altro dobbiamo porre in essere tutti i rimedi affinché le opere idrauliche di cui disponiamo siano una risorsa, non un ostacolo allo sviluppo dei territori.»
«Ho sollecitato le azioni di messa in sicurezza dell’infrastruttura perché conosco da vicino le necessità dei Comuni e del territorio fornito dalla diga. Oggi registro la volontà della Regione di andare quanto più possibile incontro alle necessità della popolazione e dei soggetti coinvolti nella gestione e fruizione del bene acqua. L’avvio del bando di progettazione per la messa in sicurezza della diga, cui seguirà l’avvio dei lavori – ha concluso Aldo Salaris -, consentirà finalmente di porre rimedio alla situazione.»

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«Abbiamo il dovere di garantire la sicurezza delle opere pubbliche, in particolar modo di quelle ritenute strategiche. La diga di Monte Lerno, che sarà oggetto a breve di un bando di progettazione per la messa in sicurezza, fa parte di queste dato che fornisce l’acqua per gli usi civici della popolazione dell’Unione dei Comuni del Logudoro e viene utilizzata per alimentare la rete idrica del Consorzio di Bonifica del Nord Sardegna per la Piana di Chilivani.»
Lo ha detto l’assessore dei Lavori pubblici, Roberto Frongia, nel corso del sopralluogo di questa mattina, a Pattada, alla presenza dei rappresentanti del Consorzio di bonifica del Nord Sardegna, dell’Ente acque della Sardegna, Enas, che gestisce la diga.

L’infrastruttura, realizzata tra il 1971 e il 1980 ma collaudata solo nel 2002, presenta importanti criticità che non la rendono conforme ai parametri di sicurezza fissati dall’Ufficio dighe nazionale, tanto da non poter contenere il volume di risorsa idrica per la quale è stata realizzata, costringendo il gestore all’apertura delle paratoie nel momento stesso in cui il livello d’acqua supera la soglia di sicurezza con una evidente dispersione di risorsa nell’ambiente. Una situazione che lo stesso assessore definisce “insostenibile”: «Come regione non possiamo più permetterci di sprecare l’acqua, al contrario dobbiamo mettere in atto  comportamenti e politiche improntati al risparmio della risorsa idrica, nel rispetto dell’ambiente. A breve partirà il bando di progettazione per la messa in sicurezza dell’opera – ha concluso Roberto Frongia – con l’obiettivo di arrivare alla consegna dei lavori entro l’estate e al completamento dei lavori entro il 2021».

I lavori di messa in sicurezza statica dello sbarramento serviranno per portare la diga – passata nel 2008 dalla gestione del Consorzio di Bonifica del Nord Sardegna alle gestione dell’Enas – alla capienza per la quale è stata progettata o, perlomeno, nel frattempo, ad una soglia intermedia tra gli attuali 34,20 e i 72 milioni di metri cubi, ritenuta sufficiente per assicurare almeno due anni di tranquillità sia per gli usi civici sia per l’irrigazione della Piana.

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La Giunta regionale avvia il procedimento per il riequilibrio dell’insularità. La novità è contenuta nella delibera approvata martedì attraverso la quale l’aAssessore dei Lavori pubblici Roberto Frongia, d’intesa con il presidente Christian Solinas, ricorda come uno degli obiettivi principali dell’attuale legislatura sia quello di ottenere dallo Stato il riconoscimento del grave e permanente svantaggio naturale derivante dall’insularità e l’adozione di misure adeguate a garantire ai sardi un’effettiva parità ed un reale godimento dei diritti individuali inalienabili.

Due le direttrici principali individuate dalla Giunta: l’avvio del percorso volto all’attuazione dell’articolo 22 della legge n. 42/2009 (federalismo fiscale) anche attraverso una richiesta al Parlamento affinché deleghi il Governo per l’attuazione dell’articolo; la possibilità di demandare a un successivo provvedimento della Giunta l’individuazione delle proposte da negoziare con lo Stato e in particolare la possibilità di individuare oltre all’indice ordinario per misurare la perequazione, un coefficiente insulare che consenta un corretto incremento dei trasferimenti destinati alla Sardegna.

«Oggi la Giunta regionale sta facendo valere le pari opportunità dei sardi – spiega l’assessore Roberto Frongia -. L’attivazione del procedimento per il riequilibrio dell’insularità della Sardegna nasce dall’esigenza di assicurare alle famiglie e alle imprese sarde pari opportunità e pari diritti rispetto ai cittadini europei. Con questa delibera prende avvio il processo che introduce la questione relativa alla definizione di parametri oggettivi relativi alla misurazione e alla compensazione degli effetti (divario di sviluppo) legati all’insularità.»

L’obiettivo è definire con certezza il livello di penalizzazione che l’isola subisce a causa della posizione geografica, sia sul piano economico sia sul piano sociale, per poi affrontare il problema dei poteri legati alla specialità e all’autonomia della Sardegna: il riconoscimento della specificità insulare presuppone, infatt, la definizione di parametri oggettivi relativi alla misurazione degli effetti conseguenti al divario di sviluppo economico derivante dall’insularità.

«È necessario – aggiunge Roberto Frongia – avviare il processo per colmare il divario tra la Sardegna e l’Italia, tra la Sardegna e l’Europa, attraverso l’attuazione dell’articolo 22 della legge n. 42 del 2009, disposizione ancora oggi inattuata, per la quale si rende necessario procedere alla predisposizione di una articolata proposta di legge, concordata con il Consiglio Regionale, sulla quale intraprendere un serrato e leale confronto con lo Stato, che conduca all’approvazione finale con legge dello Stato. Quanto alle proposte da negoziare con lo Stato, il nuovo rapporto tra Stato e Regione deve essere incentrato sulla questione del deficit infrastrutturale, dei servizi e sulle risorse locali.»

La delibera si propone di superare il gravissimo divario che riguarda la Sardegna mediante l’utilizzo di parametri oggettivi e obiettivi: «Risulta indispensabile – conclude Roberto Frongia – un modello di analisi dell’insularità  che definisca una serie di indicatori per la valutazione del rapporto tra esigenze di infrastrutturazione e i fabbisogni finanziari, un modello che metta in discussione gli attuali criteri di distribuzione delle risorse».

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Lettera di Roberto Frongia e Maria Antonietta Mongiu (Comitato per l’Insularità in Costituzione) al ministro per gli Affari regionali e le Autonomie on. Francesco Boccia.

Onorevole Ministro Prof. Francesco Boccia,

Le scriviamo come rappresentanti del Comitato per l’inserimento del principio di Insularità in Costituzione che ha costruito, negli ultimi due anni, un percorso condiviso in tutta la Sardegna, affinché le cittadine e i cittadini sardi possano godere, come sancito dalla Costituzione, di pari diritti, di pari dignità, e di pari servizi con il resto d’Italia.

Nelle ultime sintetiche righe Le abbiamo riassunto lo stato delle cose e la missione del Comitato: ovviare a una storica discriminazione attraverso l’inserimento in Costituzione di quel “principio di Insularità”, considerata a buon diritto la “battaglia dei sardi” di quelli residenti e di quelli emigrati. Un’iniziativa trasversale che unisce gli schieramenti politici, nessuno escluso; imprese; associazioni di categoria, datoriali e sindacali; cultura; sport; università. In sintesi tutta la Sardegna.

Come ricordano i verbali parlamentari, Emilio Lussu, uno dei padri della Patria, intervenendo, il 14 novembre 1946, nella discussione sulle autonomie locali, per la redazione dell’art. 116 della Costituzione «Fa presente che la Sicilia e la Sardegna sono delle isole […] onde la necessità di metterle in condizioni di poter funzionare […] concedendo loro una particolare forma autonomista». Ma, come ben sa, la riforma del titolo V ha cancellato dall’art. 119 il riferimento alle Isole.

In questa diversa fase dell’autonomismo, non ultimo quello delle Regioni a Statuto speciale, la Sardegna si interroga sui fondamenti stessi della sua Autonomia che nell’insularità ebbe le ragioni fondanti, riconosciute dai padri e dalle madri costituenti. Il Comitato ben per questo si è fatto portavoce del diffuso sentire che si è materializzato in una Proposta di legge di iniziativa popolare, che sottoponiamo alla Sua attenzione, che chiede l’inserimento del “principio di Insularità in Costituzione” affinché venga finalmente riconosciuto il grave e permanente svantaggio naturale per essere un’isola, geograficamente, altro dalla terraferma.

Una differenza che nei decenni si è vieppiù tradotta in un aumentato gap infrastrutturale certificato da un’indebolita coesione nei trasporti, all’interno dell’isola e tra questa e la terraferma, nei ritardi nelle reti energetiche e di comunicazione, nel freno allo sviluppo socio-economico. Di fatto la Sardegna a differenza degli altri territori nazionali di terraferma è gravata da una servitù che inerisce negativamente in un’ampia gamma di diritti costituzionali che facilmente si possono declinare dall’Istruzione alla Sanità. Lo riferiscono tutte le statistiche disponibili.

Le più gravi? Essere la Sardegna di recente rientrata tra le regioni dell’Obiettivo 1 dell’Unione Europea o avere un indice di competitività del 23,75%, contro quello medio europeo del 60,3% e del 57% della Lombardia. Nel mentre 3.500 giovani sardi, in gran parte laureati e diplomati, lasciano ogni anno l’isola perché come spiegano i sociologi non vi trovano alcuna opportunità.

Ecco la ragione per cui oltre 100.000 sardi e sarde, di cui il 30% costituito da giovani, hanno sottoscritto la Proposta di legge di iniziativa popolare per modificare l’art. 119 della Costituzione con l’inserimento del principio di insularità. Ciò interpella, contestualmente, il Governo e il Parlamento della Repubblica se la Riforma delle Autonomie, con cui non vorremo si confondesse la nostra Proposta di legge, punti davvero a introdurre una effettiva uguaglianza e pari opportunità tra i territori che fanno parte dello stesso Stato oppure se ne accresca le differenze e le distanze che diventano incolmabili se tutt’altri sono stati, storicamente, i punti di partenza.

Potremo intraprendere, anche con Lei, il percorso che comunque stiamo conducendo nei nostri territori, di analisi sulle classi dirigenti sarde, passate e recenti, per non aver ravvisato, nei confronti dello Stato centrale la necessità di un’azione efficace per emancipare la Sardegna da uno stato di minorità. D’altra parte lo stesso Emilio Lussu avvertì le carenze dello Statuto speciale della Sardegna e se ne dispiacque per tutta la vita.

L’azione positiva del Comitato per l’inserimento del principio di Insularità in Costituzione ha mirato e mira a coinvolgere cittadine e cittadini, classi dirigenti dei settori pubblico e privato, intellettuali e studiosi, nella creazione di un modello di confronto che attualizzi con nuove parole d’ordine, proposte, approfondimenti, una rinnovata idea autonomistica. È per questo motivo che il riconoscimento del principio di Insularità in Costituzione deve essere la condizione necessaria perché la Riforma delle Autonomie non sia elemento di ulteriori disequilibrio e preludio a un assetto istituzionale che favorisce alcune regioni a discapito di altre.

La Sardegna, come è noto, non è definibile sud e nemmeno nord e soprattutto la sua storia, le sue ragioni, le sue esigenze e le sue prospettive non sono omologabili a quelle del nord o del mezzogiorno d’Italia. Ad oggi i sardi, a differenza degli altri italiani del nord e del sud, non vedono attuata nei propri territori la Costituzione della Repubblica nella sua pienezza.

Auspichiamo pertanto che il Suo Governo avverta la necessità di intervenire quanto prima non concedendo favori o un sostegno particolari alla Sardegna quanto un riconoscimento non più dilazionabile. Certi che Lei condividerà l’esigenza di arrivare quanto prima a una discussione della proposta di legge che ormai giace in Commissione da oltre un anno, in attesa, se vuole, di poterLa incontrare per meglio discuterne La preghiamo di gradire i nostri più cordiali saluti.

Roberto Frongia

Maria Antonietta Mongiu

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E’ stato approvato il progetto definitivo per la realizzazione di tre interventi nel comune di Gairo (finanziamento di 2 milioni di euro) finalizzati alla messa in sicurezza e mitigazione del rischio idrogeologico. L’assessore regionale dei Lavori pubblici, Roberto Frongia, in qualità di soggetto attuatore nominato dal presidente Christian Solinas, Commissario straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, ha approvato il progetto definitivo per l’esecuzione delle opere che riguardano due macro aree nel territorio di Gairo: Borgo di Gairo vecchio e frazione di Gairo Taquisara, classificata come espansione residenziale.

«La realizzazione di questi interventi, il cui finanziamento risale addirittura al 2010, ha un significato rilevante dal punto di vista della messa in sicurezza delle persone e dei beni – spiega l’assessore dei Lavori pubblici, Roberto Frongia -. E’ evidente la necessità di caratterizzare i territori con opere pubbliche di buona qualità, che necessitano di una pianificazione efficace degli interventi ma anche di tempi brevi di esecuzione.»

«La Sardegna – aggiunge Roberto Frongia – è esposta a una serie di rischi naturali che vanno dalle frane, alluvioni alle mareggiate, generate da fenomeni atmosferici violenti: è obiettivo di questa Giunta dare massimo supporto a tutte le comunità locale e i territori più deboli, costieri o inseriti nelle fasce esterne, di grandi o piccole dimensioni. Nel caso di Gairo – conclude l’assessore dei Lavori pubblici – le opere ammesse al finanziamento vanno sotto la voce di livello di rischio alto eppure il finanziamento di 2 milioni risale addirittura a nove anni fa: abbattere i tempi delle progettazioni e velocizzare l’esecuzione dei lavori è un punto fermo di questo Assessorato.»

Nel dettaglio, gli interventi previsti sono tre. Il primo riguarda la messa in sicurezza dei versanti a monte della zona abitata e delle strade. Si tratta, nello specifico, dei versanti sovrastante e sottostante la Strada Statale 198 km 76 +600 (interventi strutturali e non strutturali). Per quanto riguarda invece la frazione di Gairo Taquisara attraverso il finanziamento si potrà procedere con la posa in opera di strutture di intercettazione di potenziali crolli e rotolamenti di materiale roccioso.

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Un tavolo di lavoro nel corso del quale ogni comparto produttivo sardo ha declinato l’insularità in ogni sua forma, individuando i principali ostacoli e chiedendo un impegno “immediato, forte e deciso”. Un incontro a porte chiuse, per tracciare un percorso condiviso che guardi al futuro. Il mondo produttivo si schiera dalla parte dell’insularità: recepisce e accoglie l’invito del Comitato affinché le Associazioni di categoria nazionali di riferimento, ognuna per la propria parte, possano sostenere quella che ormai è da tutti considerata la “battaglia dei sardi”. L’obiettivo è duplice: l’inserimento nella Carta costituzionale del principio di insularità attraverso la dicitura “Lo Stato riconosce il grave e permanente svantaggio naturale derivante dall’insularità e dispone le misure necessarie a garantire una effettiva parità e un reale godimento dei diritti individuabili e inalienabili”; l’avvio della stagione della rivendicazione in sede europea di un diritto fin qui negato, ovvero la mancata applicazione dell’articolo 174 TFUE, che riconosce gli svantaggi naturali e geografici permanenti specifici della condizione di insularità.
Al tavolo di lavoro promosso dal Comitato per l’insularità hanno partecipato stamani tutti i settori produttivi, rappresentati dalle Associazioni di categoria. Presente il comparto dell’agricoltura, tutto il mondo delle imprese e dell’edilizia, l’artigianato, il commercio, il turismo e tutti coloro che fanno girare l’economia dell’Isola.
«Oggi chiediamo che chi è portavoce del mondo produttivo sia determinato nel dire che non si può più prescindere dal riconoscimento del principio di insularità, la più importante sfida per il futuro della Sardegna – spiegano i rappresentanti del Comitato Roberto Frongia e Maria Antonietta Mongiu -. Si tratta di una battaglia che chiama in causa tutti i settori dell’economia della Sardegna qui e oggi ben rappresentanti.»
Come poter correre alla velocità dei competitors della Penisola se non si parte dalle stesse condizioni e non si hanno le medesime opportunità? È la domanda che hanno posto Roberto Frongia e Maria Antonietta Mongiu alla platea.
Esiste, e per i vertici del Comitato “è freno allo sviluppo della nostra Isola”, un’insularità che si riflette direttamente sull’agricoltura, sul commercio, sull’artigianato, sull’edilizia, sul turismo, sulla capacità di fare impresa in genere e che «finisce per ostacolare lo sviluppo e, nell’epoca dell’innovazione digitale, frena il rinnovamento e l’applicazione delle nuove tecnologie in tutti i settori dell’economia sarda, specie in quelli tradizionali, con evidenti riflessi sulla propensione al cambiamento in chiave moderna delle aziende». Una condizione alla quale è necessario ed urgente porre rimedio per mettere a nudo un Parlamento fin qui sordo alla richiesta di discussione della proposta di legge di iniziativa popolare ancora inspiegabilmente ferma in Commissione Affari Costituzionali al Senato: «Non si può perdere altro tempo».

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Tre interventi di manutenzione straordinaria sugli impianti di produzione di energia idroelettrica Tirso 1” e “Tirso 2” e sull’impianto di sollevamento “Benzone” ed il potenziamento della minicentrale idroelettrica nella diga del Liscia, infrastrutture la cui gestione è in capo all’Ente Acque della Sardegna, Enas. La programmazione dei fondi a favore del Sistema idrico multisettoriale, così come proposto dall’assessore dei Lavori pubblici Roberto Frongia, ammonta a 11.500.000 euro.

In particolare, per le centrali “Tirso 1” e “Tirso 2” sono state riscontrate diverse criticità che hanno necessità urgente di essere affrontate. Per quanto riguarda la centrale di sollevamento “Benzone” è stata rilevata la necessità di un completo riammodernamento e adeguamento delle apparecchiature elettromeccaniche, idrauliche, elettriche e di sollevamento che, realizzate negli anni sessanta, risultano ormai del tutto obsolete. Importanza strategica riveste anche il finanziamento destinato al potenziamento della minicentrale idroelettrica sul Liscia, gestita da Enas: il buon funzionamento dell’opera è infatti finalizzato a contribuire al raggiungimento dell’equilibrio energetico per la gestione del sistema idrico multisettoriale regionale.

Le somme stanziate per gli interventi di manutenzione straordinaria degli impianti di produzione di energia idroelettrica Tirso 1” e “Tirso 2” e dell’impianto di sollevamento Benzone sono pari a 3.500.000 (2020) e 3.000.000 (2021). Per quanto riguarda invece la minicentrale idroelettrica sulla diga del Liscia sono stati stanziati 1.000.000 per il 2020 e 4.000.000 per il 2021.

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Ammonta a 17 milioni di euro il contributo stanziato della Regione per la realizzazione di interventi di manutenzione nei corsi d’acqua. Si tratta di risorse suddivise per annualità – 2019-2020-2021 – per le quali dovrà essere effettuata la programmazione sulla base degli Enti pubblici che saranno ammessi al finanziamento. Su proposta dell’assessorato dei Lavori Pubblici, infatti, la Giunta ha approvato la ripartizione annuale delle risorse per il triennio: 1 milione per il 2019, 8 milioni per ciascuna delle annualità 2020 e 2021.

«Lo stanziamento delle nuove risorse rappresenta un’azione tesa a contrastare una delle principali cause di pericolosità idraulica dei corsi d’acqua che attraversano il territorio regionale – spiega l’assessore regionale dei Lavori pubblici Roberto Frongia -. Una buona attività di manutenzione del reticolo idrografico, sia naturale che artificiale, comporta effetti positivi e contribuisce ad abbassare il rischio di esondazioni legato ad aventi atmosferici avversi e di grande portata.»
«Se è vero che tra le competenze conferite agli Enti locali in materia di difesa del suolo e  prevenzione del rischio di frane e rischio idrogeologico rientrano la pulizia  e la manutenzione dei corsi d’acqua, è altrettanto evidente – aggiunge Roberto Frongia – l’importanza di assicurare agli Enti locali un contributo finanziario per intervenire nelle situazioni più critiche dei rispettivi territori di competenza, con evidenti benefici sulle condizioni di sicurezza, incolumità delle persone e salvaguardia dei beni.»

Gli interventi di pulizia dovranno essere eseguiti secondo le disposizioni e le norme tecniche stabilite dalle “Direttive per la manutenzione degli alvei e la gestione dei sedimenti” approvate dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino.

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«Cerchiamo di dare risposte concrete al disagio strutturale che, specie nelle grandi città, interessa gli alloggi di edilizia residenziale pubblica non solo in termini di disponibilità numerica, quanto in termini di condizioni delle infrastrutture. La volontà di questa Giunta di mettere a disposizione 17 milioni totali (di cui 3 da fondi ministeriali e 14 di risorse Area) punta proprio a dare una risposta in questo senso. Si tratta infatti di risorse destinate alla manutenzione straordinaria degli alloggi in diversi Comuni della Sardegna.»

Così l’assessore regionale dei Lavori Pubblici Roberto Frongia in merito alle due delibere approvate dalla Giunta Solinas.

La prima stabilisce il riparto delle risorse (circa 3 milioni) relative al programma di recupero e razionalizzazione degli immobili e degli alloggi Erp di proprietà dei Comuni e di Area, che potranno quindi prevedere interventi di recupero e manutenzione degli stabili. Con la seconda delibera invece la Giunta ha approvato il piano di Area per il reinvestimento dei proventi derivanti dai canoni di locazione e vendita (circa 14 milioni), passo necessario per consentire all’agenzia regionale per l’edilizia abitativa di avviare il programma degli interventi di manutenzione negli immobili e alloggi di proprietà.

«L’aumento delle famiglie in condizione di povertà, che sono normalmente coloro che vivono in una situazione di emergenza abitativa, deve spingerci a dare risposte concrete e studiare politiche di sviluppo che siano di sostegno ai quartieri periferici e alle condizioni di forte disagio economico. L’approvazione di programmi di intervento che consentano la manutenzione di edifici ormai datati va incontro alle esigenze di una fetta di popolazione che ha bisogno di sostegno da parte delle Istituzioni», ha concluso Roberto Frongia.

Nello specifico delle risorse ministeriali destinate ai Comuni e ad Area, a fronte della popolazione residente in ciascun Comune, del fabbisogno e del numero di famiglie in affitto, l’assessorato dei Lavori Pubblici ha proposto alla Giunta i criteri e la ripartizione delle risorse, poi approvati. Figurano tra i 19 beneficiari i Comuni di Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano, Alghero, Olbia, Iglesias, Quartu e Tempio, oltre a Carbonia, Macomer, Monserrato, Ozieri, Porto Torres, Arbus (Area CA), Sant’Antioco (Area CI), Fonni (Area NU), Flussio (Area OR), Calangianus (Area SS).

In merito alla gestione di Area l’Assessore rende noto come sia già stato predisposto un report sull’attività dell’Ente, ritenuto strategico e centrale dell’attività dell’Assessorato per i prossimi cinque anni.

La IV commissione, presieduta da Giuseppe Talanas (Fi), a conclusione dell’audizione dell’assessore dei Lavori Pubblici, Roberto Frongia, ha espresso, a maggioranza, il parere favorevole alla rimodulazione del programma degli interventi, contenuti nel piano regionale delle infrastrutture (deliberazione n. 38 del 12.09.2019). Favorevoli i consiglieri del centrodestra (Oppi, Udc; Mura, FdI; Salaris, Rif; Caredda, Misto; Mula e Usai, Psd’Az; Ennas, Lega), astenuti i due consiglieri del gruppo Progressisti (Piu e Orrù) mentre hanno votato contro i rappresentanti del Pd, Piscedda e Deriu. La rimodulazione dei fondi, così come ha spiegato l’assessore Frongia, rende disponibile la somma di 7.640.000 euro e gli interventi definanziati hanno copertura finanziaria garantita dal piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico per l’importo finanziato sul muto per le infrastrutture, a suo tempo contratto dalla Regione, al netto dell’anticipazione già erogata al soggetto attuatore dell’opera. «È una variazione – ha dichiarato l’esponente dell’esecutivo regionale – senza alcuna conseguenza per gli interessati che vedono modificata solo la fonte del finanziamento ed invariate però le risorse a disposizione per realizzare le opere». I Comuni interessati dal definiziamento sono: Montresta (1 milione), Ulassai (2 milioni) e Bosa (5.190.000). I fondi sono stati riprogrammati, per realizzare opere immediatamente cantierabili e da ultimare entro il 2023, nei comuni di Barisardo (600.000 euro), Tonara (200.000), La Maddalena (1.785.000), Iglesias (1.575.000), Bosa (300.000), San Giovanni Suergiu (250.000), Cuglieri (200.000) Busachi (120.000), Arzachena (900.000), Fonni (850.000) Portoscuso (500.000), Valledoria (60.000) e la provincia di Nuoro (300.000). L’assessore, sollecitato anche dagli interventi dei consiglieri presenti, ha preannunciato una nuova rimodulazione del piano regionale delle infrastrutture per importi più significativi (circa 40 milioni di euro) derivanti dal definaziamento di opere che non possono essere concluse entro il 2023: il ponte a Sant’Antioco e la Statale 130. «In ogni caso – ha concluso Roberto Frongia – anche per queste opere le risorse saranno garantite da altra fonte di finanziamento».