18 April, 2024
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Sono ormai due appuntamenti attesi e immancabili per gli appassionati di archeoastronomia e comunicazione scientifica: “La misura del tempo” e “Divulgare la scienza” ritornano per l’ultimo weekend di novembre con tante curiosità, approfondimenti e presentazioni di studi inediti.

Venerdì 29 e sabato 30 novembre, il Circolo culturale Aristeo e la Società Astronomica Turritana hanno messo in campo due intense giornate di studi tra la Sala Angioy del Palazzo della Provincia e la Sala Convegni della Fondazione di Sardegna, coinvolgendo l’Università di Sassari, l’Università La Sapienza di Roma, l’Inaf , l’Aif e altre importanti realtà accademiche e istituzionali.

Da un lato il convegno internazionale sull’archeoastronomia in Sardegna con alcuni dei più preparati studiosi in materia. Dall’altro una tavola rotonda che mette in campo ricercatori, istituzioni culturali e media per confrontarsi sulle implicazioni etiche e metodologiche di una corretta divulgazione e un’efficace comunicazione in campo scientifico.

“La misura del tempo”, giunto all’ottava edizione, prenderà il via alle 9.30, nella Sala Angioy del Palazzo della Provincia, con i saluti istituzionali dell’assessora alla Cultura del comune di Sassari, Rosanna Arru.

Alle 10.00, ad aprire i lavori saranno Alberto Scuderi e Ferdinando Maurici, che presenteranno “La valle dei menhir di Cerami (Enna)”, a cura del Gruppo Archeologi D’Italia e della Soprintendenza del Mare.

Di “Astronomia e agricoltura nell’antichità” si parlerà invece con Elio Antonello dell’Osservatorio Astronomico di Brera- Inaf.

L’obiettivo sarà quindi puntato sulle “Tracce di astronomia nei monumenti e manufatti di Roma”, grazie all’intervento di Nicoletta Lanciano dell’Università “La Sapienza” di Roma, che sarà impegnata il giorno precedente con la conferenza “Mappamondi paralleli”, presso la Biblioteca Universitaria di Sassari, per gli “Incontri ravvicinati con la scienza” (giovedì 28 novembre, ore 17.00).

La Sardegna ritorna invece protagonista con l’esposizione di Simonetta Castia e Michele Forteleoni, che presenteranno i dati preliminari di sugli “Orientamenti archeoastronomici nel complesso archeologico di età nuragica di Romanzesu a Bitti”, a cura del Circolo culturale Aristeo e della Società Astronomica Turritana.

Sempre a cura di Aristeo e SAT, gli “Aspetti metrici e geometrici del complesso di Gremanu a Fonni” saranno toccati da Flavio Carnevale e Marzia Monaco dell’Università “La Sapienza” di Roma. Subito dopo si darà spazio al dibattito.

La conferenza riprende nel pomeriggio, alle 15.00, per accogliere “Gli schemi armonici pitagorici della tavoletta babilonese di diorite nera” nell’analisi di Marcello Ranieri dell’Università “La Sapienza”.

L’archeologa Valentina Leonelli esporrà le sue considerazioni in merito agli “Edifici a pianta rettangolare del Bronzo medio in Sardegna”, mentre Anna Depalmas dell’Università di Sassari parlerà di “Eroi, demoni e tesori: Abini, archeologia di una scoperta”.

“Un calendario stellare in epoca nuragica” sarà un nuovo tema di argomentazione per Michele Forteleoni della Società Astronomica Turritana. Per la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro, Nadia Canu esporrà i risultati degli scavi e delle ricerche della “Necropoli di Murrone tra segni e rituali” condotti insieme a Michela Migaleddu, Pino Fenu e Consuelo Rodriguez.

Spunti di riflessione e prospettive di ricerca sui “Nuragici tra continuità e trasformazione” saranno al centro della relazione di Gianfranca Salis per la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio Cagliari e per le province di Oristano e Sud Sardegna.

Sabato 30 novembre, l’attenzione si sposta nella Sala convegni della Fondazione di Sardegna, per la terza edizione di “Divulgare la scienza”. La giornata di studi, moderata da Pier Giorgio Pinna, prenderà il via alle 9.30, con i saluti istituzionali del delegato rettorale dell’Università di Sassari al Sistema bibliotecario, archivi, museo, divulgazione scientifica, Roberto Furesi.

A dare avvio ai lavori, alle 10.00, sarà Alberto Cora dell’Inaf di Torino, introducendo “Citizen & Science: lo storico esempio dell’astronomia”. Emilio Molinari dell’Osservatorio Astronomico Cagliari – Inaf, tratterà il tema degli “Esopianeti, alla ricerca di un gemello della Terra”. La “Divulgazione scientifica e didattica delle scienze con Lucrezio” sarà argomentata da Gian Nicola Cabizza dell’AIF.

Gli “Allineamenti e orientamenti archeoastronomici in Sardegna, tra ricerca e comunicazione” saranno al centro dell’intervento di Simonetta Castia e Michele Forteleoni, a cura di Aristeo e SAT.

Quindi l’archivista Stefano Alberto Tedde esporrà “Oltre il digital divide: Storie di archivi che “fanno bene” all’uomo.

Simonetta Castia e Stefania Bagella presenteranno la relazione “Vivo come una statua. Itinerari culturali in città”, inerente iniziative realizzate dal Circolo culturale Aristeo. “Dialoghi della memoria e della scienza nei media” saranno invece trattati dalla giornalista televisiva Simona Scioni. Ultimo intervento prima dell’apertura del dibattito sarà quello di Pier Andrea Serra dell’Uniss sui “Nano-biosensori: pensare in grande, costruire in piccolo”. Per info rivolgersi al 339 7760176. Entrambi gli appuntamenti permettono il riconoscimento dei crediti formativi universitari CFU.

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Sabato 29 giugno nella sala conferenze San Nicola, a Ozieri, dalle ore 10.00 si svolgerà il convegno provinciale della Confederazione italiana agricoltori Nord Sardegna, “Prospettive e alternative del settore ovicaprino”.

L’appuntamento sarà moderato dal direttore nazionale Caa della Cia, Fabio Chessa, e vedrà l’apporto dei maggiori studiosi ed esperti del comparto. L’apertura dei lavori sarà affidata a Francesco Erbi, presidente regionale Cia, al quale seguiranno gli interventi di Salvatore Pier Giacomo Rassu, professore associato di Zootecnia del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, con la relazione “Strategie di miglioramento dell’efficienza produttiva ed economica dell’allevamento ovino”. Quindi sarà il turno della relazione “La guerra del latte: crisi o declino del settore ovino?”, di Roberto Furesi, professore ordinario di Economia ed estimo rurale del Dipartimento di Agraria dell’ateneo sassarese, poi il consulente e tecnico caseario Bastianino Piredda illustrerà il rapporto “Diversificare, parola chiave per ampliare offerta e mercato. Presentazione Progetto Shardana”. Ci sarà anche l’intervento di Giuseppe Pirisi del Banco di Sardegna, con “Interventi e prodotti a favore delle imprese agricole”.

Le conclusioni del convegno saranno affidate a Piero Maieli, presidente della commissione Attività produttive del Consiglio regionale, e a Dino Scanavino, presidente nazionale Cia Agricoltori Italiani.

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Il grafico sul prezzo del Pecorino romano parla chiaro. La direttrice ha cambiato rotta. Dopo la caduta verticale di appena un anno fa adesso ha preso la direzione opposta e procede altrettanto spedita verso l’alto.

Dai 4,20 euro, costo minimo toccato l’inverno scorso dopo gli annunci pubblici funesti dei trasformatori, adesso, come successe nel 2014-2015, il prezzo cresce tra il silenzio generale, arrivando a toccare i 7,20 euro al kg e oltre. Trend che si consoliderà perché si prevede una annata con poco latte. Altrettando dovrà fare il prezzo del latte che dovrà seguire il trend del Pecorino romano. Per questo Coldiretti Sardegna chiede la massima trasparenza onde evitare ulteriori speculazioni come avvenuto con la crisi degli ultimi due anni. 

Il prezzo del latte lo scorso anno ha toccato i minimi storici. Al pastore è stato remunerato dai 50 ai 60 centesimi crollando di quasi i due terzi in due annate: nel 2014-2015 ha raggiunto il prezzo record di 1,10 con punte di 1,40 centesimi al litro.

La caduta verticale è stata causata (dato ormai oggettivo) dalla sovrapproduzione di pecorino romano: i trasformatori visti i prezzi elevati della Dop hanno concentrato le produzioni su questo prodotto, saturando il mercato e portando il prezzo del Romano dai quasi 10 euro dell’estate 2015 ai 4,20 euro al kg dell’annata scorsa con una perdita di oltre 150 milioni di euro. Perdite, come più volte denunciato da Coldiretti Sardegna, fatte ricadere tutte sull’anello più debole della filiera, il pastore che ha cosi pagato le inefficienze e la mancanza di programmazione dei trasformatori.

La teoria delle sovrapproduzioni di latte, annunciate urbi et orbi dagli stessi trasformatori che specularono sulla crisi e minacciarono anche la chiusura anticipata dei caseifici, come più volte anche in questo caso dimostrato con dati alla mano da Coldiretti Sardegna, era solo un grande bluff.

Adesso il prezzo sale. Una storia che si ripete da anni, con un continuo fluttuare tra alti e bassi senza che si riesca a dare delle regola a questo mercato. Come sostiene il professore Roberto Furesi, docente del dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, ogni tre quattro anni assistiamo alle ondate cicliche di crisi del prezzo del Romano, divenuto oramai l’unico pecorino (come sostiene il professore Giuseppe Pulina) che determina il prezzo del latte.

Se nel 2014-15 il prezzo del Pecorino romano è salito per la produzione di 40 milioni di litri di latte in meno dovuta alla morte di 103 mila pecore per lingua blu, questa volta incide nella minor produzione di latte, una remunerazione troppo bassa e le calamità naturali – su tutte la siccità – (molti pastori non hanno potuto preparare le pecore alla nuova annata perché non avevano soldi), oltre ancora una volta alla lingua blu.

Insomma nel 2017, i leader nella produzione di latte di pecora e i monopolisti nella esportazione del Pecorino dipendono dalle calamità naturali e dalle epidemie. Il comparto considerato fondamentale per la nostra economia, è priva persino dei rudimenti della programmazione.

I continui accorati appelli lanciati da Coldiretti Sardegna nel 2013 – 2014 e nel 2015 per strutturare il comparto con un piano di regolazione dell’offerta del Pecorino romano, approfittando anche del clima disteso dovuto ad un buon prezzo del più importante formaggio Dop sardo e del latte, sono rimasti inascoltati ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. 

Secondo Coldiretti Sardegna serviva (e serve urgentemente) una vera cabina di regia con tutti gli attori della filiera ovicaprina con la regia della Regione per decidere insieme quanto latte destinare al Pecorino romano, innestando elementi di governabilità, in un sistema senza regole. Chiedeva in sostanza l’Organizzazione interprofessionale.

Il comparto rimane senza regole e senza dati. E’ una filiera ancora opaca, dove si conoscono la carica batterica e il grasso del latte prodotto nelle singole aziende ma non si conosce il dato aggregato (non tanto dei singoli caseifici) sulla produzione annua del latte, i dati sui litri di latte destinati al Pecorino romano, il suo prezzo di vendita ecc. Anche le poche fonti da cui si attingono i dati sulle produzioni e sui prezzi (Cla.it o Ismea) non sempre corrispondono alla realtà dei fatti. Per esempio non è stato pubblicato da nessuno il prezzo minimo di 4,20 euro al kg (?) toccato nei mesi scorsi dal Pecorino romano, dato rilevato da più parti come certo.

Non esiste programmazione e c’è una parte della filiera che specula e si concede ancora oggi il lusso (vedi la scorsa annata) di socializzare i debiti e le sue incapacità. Siamo in balia degli eventi e degli speculatori.

Per questo è più che mai necessaria la trasparenza dei dati. Coldiretti Sardegna ha più volte chiesto l’istituzione di un’authority, di un osservatorio che monitori mensilmente le produzioni del latte. La loro condivisione è alla base di qualsiasi programmazione. E contestualmente dar vita ad una organizzazione interprofessionale vera, collegiale che abbia il coraggio di porre le basi per un seria programmazione del comparto.

Sarebbe per questo auspicabile che l’Oilos, l’Organizzazione interprofessionale del latte ovino sardo, nato lo scorso anno, riuscisse ad assolvere a questo ruolo.

Anche se nessuno ne parla il prezzo del Pecorino romano sta salendo. Anche in questo caso si è abitudinari. Quando il prezzo sale tutto tace mentre c’è la rincorsa a renderlo pubblico quando si intravedono nubi poco rassicuranti per il mercato. Se già dall’estate del 2015, quando il Pecorino romano viaggiava alle quote record di circa 9,50 euro al kg, qualcuno annunciava l’imminente crollo, divenuto all’ordine del giorno nei primi mesi dell’anno successivo, quasi a voler favorire la crisi, quest’anno, quando il mercato era saturo e aspettava segnali positivi per sbloccarsi, nessuno si è azzardato ad annunciare il calo delle produzioni e lanciare segnali positivi. E ancor meno adesso nessuno dice che il prezzo è in risalita e che potrà continuare a salire favorito dalle probabili minori produzioni di latte.

Ecco la tabella di CLAL sul prezzo attuale e sullo storico:

Italia, Cagliari – Prezzi settimanali del Pecorino Romano
stagionatura di 5 mesi

Data
Rilevamento

€ per Kg

Min

Max

± su rilev. prec.

Venerdì 24 Nov 2017

7,00

7,20

+1,43%

Venerdì 17 Nov 2017

6,90

7,10

+2,19%

Venerdì 3 Nov 2017

6,70

7,00

+7,03%

Venerdì 20 Ott 2017

6,30

6,50

+8,47%

Venerdì 15 Set 2017

5,80

6,00

+5,36%

Venerdì 8 Set 2017

5,50

5,70

+3,70%

Venerdì 11 Ago 2017

5,30

5,50

+2,37%

Venerdì 23 Giu 2017

5,15

5,40

0,00%

Venerdì 16 Giu 2017

5,15

5,40

0,00%

Venerdì 9 Giu 2017

5,15

5,40

+0,48%

n.q.: non quotato

Prezzo franco caseificio, merce nuda I.V.A. esclusa

Fonte: Comitato Prezzi del Consorzio in collaborazione con la Camera di Commercio di Cagliari

 

 

 

 

€/kg

Italia, Milano
Prezzi Medi Mensili del Pecorino Romano
stagionatura di 5 mesi

2008

09

10

11

12

13

14

15

16

17

% su mese prec.

% sul 2016

Gennaio

     5,15

6,28

5,23

4,83

4,81

5,68

7,04

8,90

8,75

5,30

-2,75%

-39,43%

Febbraio

5,28

6,19

5,06

4,88

4,85

5,85

7,30

8,90

8,49

5,18

-2,36%

-39,05%

Marzo

5,39

6,09

4,96

4,90

4,89

6,10

7,53

9,10

8,08

5,13

-0,97%

-36,60%

Aprile

5,63

6,00

4,90

4,90

4,93

6,26

7,77

9,19

7,81

5,13

0,00%

-34,36%

Maggio

5,94

5,95

4,84

4,90

5,06

6,35

7,85

9,38

7,48

5,13

0,00%

-31,48%

Giugno

6,00

5,87

4,80

4,90

5,24

6,42

8,00

9,38

7,11

5,13

0,00%

-27,88%

Luglio

6,05

5,73

4,80

4,85

5,30

6,52

8,04

9,38

6,90

5,13

0,00%

-25,72%

Agosto

6,10

5,63

4,80

4,84

5,30

6,53

8,20

9,23

6,63

5,30

+3,41%

-20,00%

Settembre

6,20

5,43

4,79

4,80

5,38

6,57

8,24

9,18

6,38

5,48

+3,42%

-14,02%

Ottobre

6,20

5,30

4,70

4,80

5,40

6,70

8,45

9,08

6,10

6,06

+10,47%

-0,74%

Novembre

6,20

5,30

4,70

4,80

5,45

6,85

8,53

8,98

5,75

6,88

+13,65%

+19,67%

Dicembre

6,30

5,26

4,79

4,80

5,60

6,93

8,61

8,90

5,45

7,05

+2,45%

+29,36%

Media

5,88

5,75

4,86

4,85

5,18

6,40

7,99

9,14

7,04

5,52

Variazione (1)

+16,11%

-2,13%

-15,46%

-0,26%

+6,90%

+23,51%

+24,74%

+14,44%

-22,98%

-21,65%

Fonte: CCIAA Milano

1) Variazione % calcolata rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente

 

= prezzo minimo

 

= prezzo massimo


La proporzione è subito fatta:

se da febbraio a luglio 2017 (in fase di discesa) il prezzo del Romano si è attestato sui 5,13 euro/kg con un prezzo medio del latte di 0,60 euro al litro. Oggi che il Pecorino romano è a 7,20 euro quale dovrebbe essere il prezzo di partenza?

5,13: 0.60 = 7,20: X          X= 7,20*0,60/5,13   X= 0.84 CENT€/LITRO.

NB. In realtà il prezzo del Romano come tutti sappiamo ha raggiunto anche 4,20 euro/Kg.

L’equazione allora sarebbe questa:

4,20:0.60 = 7,20: X      X=7,20*0,60/4,20    X= 1,02 EURO LITRO 

Nessuno dice che la richiesta di latte in questi primi mesi della nuova annata è di gran lunga superiore all’offerta. Che c’è la rincorsa dei trasformatori ad accaparrarsi il latte dei pastori. Lo si continua a fare sotto voce, con le contrattazioni ovile per ovile. Nessuno però propone le parametrazioni tra il prezzo del Romano e del latte.

Dati che si inseriscono all’interno di un trend del prezzo del Pecorino romano in crescita, come già sottolineato.

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L’Agenzia Laore Sardegna – Servizio sviluppo delle filiere animali – in collaborazione con il Consorzio Universitario di Nuoro e il Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, ha organizzato un seminario su “La trasformazione del latte nei caseifici aziendali in Sardegna”. che si terrà domani, 6 dicembre, dalle 16.45, presso il Polo Agro-Forestale e Ambientale di via Colombo, località “Sa Terra Mala”, a Nuoro.

Nel corso dell’incontro, rivolto alle micro-imprese di trasformazione di latte ovino e caprino e agli imprenditori zootecnici, saranno presentati i risultati di un’indagine effettuata presso i mini-caseifici sardi e uno studio sugli aspetti economici della caseificazione aziendale.

Interverranno Fabrizio Mureddu, commissario del Consorzio Universitario Nuorese; Maria Ibba, direttore generale Laore Sardegna; Massimiliano Venusti, Laore Sardegna; Roberto Furesi e Pietro Pulina, Dipartimento di agraria dell’Università di Sassari e Pierluigi Caria, assessore regionale dell’Agricoltura.

Domani, mercoledì 19 novembre, presso la Sala Anfiteatro della Regione Sardegna, in via Roma 253, con inizio alle ore 9.30, verrà presentata la Carta Bioclimatica della Sardegna, realizzata dal Dipartimento Meteoclimatico dell’ARPAS, il Dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio dell’Università degli Studi di Sassari e la Scuola di Scienze agrarie, forestali, alimentari e ambientali dell’Università degli Studi della Basilicata, attraverso l’analisi del territorio basata sul modello bioclimatico denominato “Worldwide BioclimaticClassification System” proposto da Rivas-Martìnez, che mette in relazione le grandezze del clima quali temperatura e precipitazioni con la distribuzione di specie e comunità vegetali sulla superficie terrestre (Rivas-Martìnez, 2004).
L’evento di presentazione della Carta Bioclimatica della Sardegna è articolato in due momenti. Nella prima parte, dopo i saluti da parte del direttore Generale dell’ARPAS, ing. Alessandro Sanna e del prof. Roberto Furesi, direttore del Dipartimento di Scienze della natura e del territorio dell’Università degli Studi di Sassari, è previsto l’intervento dell’assessore della Difesa dell’Ambiente, prof.ssa Donatella Spano. Seguiranno le relazioni degli autori della Carta che esporranno la metodologia utilizzata per la sua elaborazione, le applicazioni sugli studi della vegetazione in Sardegna e le possibili applicazioni e gli studi bioclimatici in Italia. Le relazioni saranno precedute da un intervento che affronterà il tema della scienza del clima.
La seconda parte è dedicata alla tavola rotonda “La Carta Bioclimatica: un nuovo strumento per la pianificazione e la gestione del territorio e delle risorse ambientali della Sardegna” che costituisce l’occasione per un confronto e un proficuo scambio di idee tra gli Enti potenziali utilizzatori della Carta.
L’evento si inserisce nell’ambito delle iniziative del “GlSday 2014: alla scoperta dell’informazione geografica” che il 19 novembre celebra in tutta Italia la cultura e la tecnologia geografica. La partecipazione all’evento è aperta e gratuita.