20 April, 2024
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Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani, vista la sospensione tout court dei vincoli di bilancio e l’attribuzione della “golden rule” da parte dell’Unione europea in base alla quale qualsiasi spesa necessaria per far fronte al virus non sarà conteggiata nel deficit in modo tale da concedere “massima flessibilità” nella gestione della spesa pubblica in un momento così drammatico per il mondo intero, chiede al Governo e alle parti sociali di intervenire sul contratto di mobilità onde permettere ai docenti che hanno il ruolo fuori dal proprio comune di residenza (algoritmo piano d’assunzione della legge 107/2015), di rientrare.

«Un eventuale provvedimento in tal senso non aggraverebbe la spesa pubblica, alla luce degli ultimi avvenimenti e iniziative finanziarie di solidarietà – spiega Romano Pesavento, presidente del Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani -; anzi comporterebbe una serie di vantaggi per tutto il Paese: maggiore stabilità economica nelle famiglie ritrovatesi monoreddito, a causa della chiusura degli esercizi commerciali, attività del terziario, turismo, estetica, artigianato, etc. compromesse gravemente dall’epidemia; una più accentuata coesione affettiva nelle famiglie, grazie alla vicinanza di tutti i membri, in una fase assai delicata, in cui soprattutto gli adolescenti sono fortemente provati dall’incertezza e la problematicità della situazione attuale – conclude Romano Pesavento -; permettere alle regioni meridionali di poter incentivare la crescita dei consumi su un territorio già fortemente in crisi da anni, al fine di contribuire a un rilancio dell’economia locale.»

“Gli uomini non sono prigionieri dei loro destini, ma sono solo prigionieri delle loro menti.” (Franklin Delano Roosevelt)

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Martedì 3 dicembre 2019 ricorre la Giornata internazionale delle persone con disabilità, istituita nel 1992 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Il Coordinamento nazionale dei docenti della disciplina dei diritti umani considera importante in tale ricorrenza promuovere i diritti ed il benessere delle persone con disabilità nelle scuole.

In tale occasione promuove la conoscenza dei più importanti personaggi affetti da qualche forma di disabilità che hanno contribuito al progresso della società: il fisico, astrofisico e cosmologo, Stephen Hawking, la pittrice Frida Kahlo, il regista Steven Spielberg, lo statista Winston Churchill, il matematico John Nash, il pittore Toulouse Lautrec, i compositori Richard Wagner e Ludwig Van Beethoven, il musicista Stevie Wonder, i president degli Stati Uniti d’America Abraham Lincoln e Franklin D. Roosevelt, l’atleta Beatrice Vio “Bebe”, l’informatico Steve Jobs, l’attivista Helen Keller solo per citarne alcuni. L’apporto di tali figure è stato inestimabile; la disabilità non è stata un limite, ma una possibilità di esprimere le proprie potenzialità in maniera diversa e raccontare e offrire al mondo prospettive, soluzioni e “visioni” innovative.

Invitiamo il MIUR ad impegnarsi nella maniera più tempestiva possibile per formare adeguatamente docenti qualificati nel sostegno, onde supportare nella maniera più appropriata i giovani studenti bisognosi di strategie didattiche adeguate alle loro caratteristiche, per evitare, come accade all’inizio di ogni scolastico, il reiterarsi di cattedre vuote di personale specializzato.

Gli istituti scolastici sono invitati inoltre ad organizzare nel mese di dicembre attività, eventi ed incontri, sul tema segnalandoci le principali iniziative.

Il nostro slogan della giornata è #unascuolapertatutti

“Credo che le persone disabili dovrebbero concentrarsi sulle cose che il loro handicap non impedisce di fare e non rammaricarsi di quelle che non possono fare.” (Stephen Hawking)

Romano Pesavento

Presidente CNDDU

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Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani ha scritto oggi ai membri della Commissione Cultura di Camera e Senato in merito alle problematiche relative al piano di rientro dei docenti meridionali e alle proposte avanzate dall’associazione in questi giorni.

«Sarebbe necessario, a questo punto, che i componenti di tale commissione si adoperassero per trovare una soluzione al più presto, mettendo in campo strategie e azioni opportune in tal senso – spiega il prof. Romano Pesavento, presidente del Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani -. Il Coordinamento considererebbe proficuo istituire una task force presso il Ministero che, d’intesa con le Commissioni, possa  al più presto attenuare il disagio in atto nel mondo della scuola.»

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Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in occasione della Giornata internazionale della Pace, celebrata il 21 settembre, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione numero 36/67 del 30 novembre 1981, invita tutte le scuole di ogni ordine e grado a promuovere in ogni realtà scolastica progetti che affrontino e sviluppino tematiche afferenti il valore della libertà, della giustizia, della democrazia. La libertà si afferma solo se esiste la solidarietà fra le persone;  così come il concetto di giustizia esclude l’esistenza di forme di prevaricazione che ogni conflitto bellico implica. In conclusione, possiamo affermare che la democrazia è un valore fondamentale per la difesa della pace. Crediamo che sia fondamentale rimuovere il più possibile dalla quotidianità di ciascuno tutti quei comportamenti che possano sfociare nell’aberrazione e nella volontà di predominio.

Il Coordinamento propone che in tale data si possa dedicare uno spazio all’interno delle lezioni per discutere circa i documenti e le personalità che hanno contribuito e contribuiscono allo sviluppo del concetto di pace; inoltre un’attività laboratoriale potrebbe essere costituita dalla simulazione di situazioni di conflitto, per poi procedere all’elaborazione di modalità operative finalizzate alla mediazione o alla risoluzione dello stesso.

Propedeutica all’intervento didattico proposto potrebbe essere l’illustrazione delle tecniche utilizzate per la salvaguardia della pace da parte dell’ONU.

L’educazione alla pace dovrebbe essere parte integrante dei PTOF di ciascuna scuola di ogni ordine e grado; soprattutto in ragione degli eventi drammatici di carattere politico che stanno destabilizzando gli equilibri mondiali.

E’ importante costruire le mappe dei conflitti del presente e del passato, per coinvolgere gli studenti in percorsi che conducano alla conoscenza delle ragioni che stanno alla base delle controversie.

«Se si vuole fare la pace con il nemico, si deve lavorare con il proprio nemico. Esso deve poi diventare il vostro partner.» (Nelson Mandela) 

prof. Romano Pesavento

Presidente Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani

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Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei Diritti umani, in occasione del Giorno del ricordo, istituito con legge 30 marzo 2004, n. 92, intende ricordare la tragedia degli italiani e le vittime delle foibe, invitando le scuole di ogni ordine e grado a riflettere sulla drammaticità e la ferocia che caratterizzarono le vicende storiche italiane all’indomani della Seconda guerra mondiale. L’art. 3 della DUDU sottolinea l’importanza della vita umana a prescindere da qualsiasi controversia ideologica o religiosa: «Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona».

«I drammatici episodi del nostro recente passato – scrivono Romano Pesavento e Angelo Ragusa, del Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani – inducono a convincerci incontrovertibilmente che in una stagione di odio, operare in modo disumano, soprattutto contro i più inermi, è quanto di più lontano possa esistere dal concetto di civiltà. Oggi si assiste quotidianamente all’escalation compiaciuta di focolai batterici, disseminati ovunque, ma soprattutto sul web, impregnati di odio, disprezzo, di sopraffazione nei confronti del prossimo, solo perché “divergente” dal concetto di “regolare”.»

«La scuola ha il compito di educare alla tolleranza, la conoscenza dei fatti storici è fondamentale, e sta agli studiosi esplorarli e analizzarli; ma non deve mai diventare oggetto di speculazione o di polemiche sterili – concludono Romano Pesavento e Angelo Ragusa – tutte le vittime innocenti di qualunque colore hanno diritto al rispetto e alla memoria dei posteri.»

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Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti umani ha inviato, per mezzo del responsabile area legale, prof. e avv. Alessio Parente, al MIUR una proposta tesa ad istituire la figura del Difensore scolastico e finalizzata a un più efficace impiego del personale docente della classe A046 (ex A019 discipline giuridiche ed economiche) in organico di potenziamento nelle scuole di ogni ordine e grado.

Tale innovativa figura è stata ideata e  strutturata sulla base dei risultati di ricerche (sull’istituzione dell’Ombundsman, del Difensore civico e, non da ultimo, del Defensor del pueblo) della d.ssa Maria Giovanna Di Maggio e dell’avv. Alessio Parente che hanno avuto modo di approfondire la tematica della mediazione e risoluzione alternativa dei conflitti presso varie istituzioni italiane ed estere, integrandola  con l’esperienza professionale maturata in seno ad organismi di conciliazione.

La prima proposta di introduzione della figura a livello scolastico in Italia, è avvenuta in seno al Dipartimento di Diritto ed Economia dell’ISI Pertini di Lucca.

Il Difensore scolastico (il cui ruolo, per evidenti motivi, deve necessariamente essere afferente alla classe di concorso A046 Discipline giuridiche ed economiche) è una figura-progetto con funzioni di snellimento delle procedure e risparmio della spesa pubblica, in quanto:

  • Costituisce un progetto con finalità didattica: ogni intervento della figura consente agli stessi alunni coinvolti di sviluppare competenze in tema  di cittadinanza e legalità;
  • Costituisce una figura di mediazione: ha il compito di mediare diverse tipologie di controversie alunno-alunno, alunno-docente, docente-docente;
  • Costituisce uno strumento utile allo snellimento delle procedure: riduce i termini per la risoluzione delle controversie ed alleggerisce il carico di lavoro per gli organi di dirigenza;
  • Costituisce uno strumento per la riduzione del contenzioso a livello scolastico, con un sicuro giovamento per le disponibilità finanziare degli organi scolastici.

Il Difensore scolastico offrirà un servizio di attenzione immediata e gratuita cui possono rivolgersi tutti quei docenti e alunni coinvolti in situazioni di conflitto nelle classi. Il Difensore scolastico dovrà possedere le conoscenze e le competenze giuridiche per informare adeguatamente le parti sulla legislazione scolastica, sulle responsabilità civili e penali da tenere in considerazione per gli episodi denunciati, e fungere da raccordo con la dirigenza e i coordinatori di classe in merito alle problematiche più complesse.

Non è da sottovalutare l’utilità di un compito così delineato, in un contesto sociale caratterizzato da tensioni e divergenze spesso foriere di criticità e disagio, pertanto ci auguriamo che un docente investito, da tale ruolo, possa trovare cittadinanza in ogni comunità educativa.

Il Coordinamento nazionale promotore della figura in questione sta procedendo a stipulare accordi a livello internazionale per la promozione di tale figura. Invita, pertanto i docenti, i responsabili dei gruppi disciplinari di Diritto e i Dirigenti a scrivere all’indirizzo email: coordinamentodirittiumani@gmail.com

indicando nell’oggetto “difensore scolastico” per ricevere maggiori informazioni ed aderire alla rete dei difensori scolastici, essenziale ed importante innovazione nel settore scolastico italiano.

Romano Pesavento

Presidente Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani

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Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti umani, dopo aver analizzato i dati relativi ai trasferimenti su sede definitiva nella scuola primaria, manifesta solidarietà con i docenti in questione e preoccupazione per l’esito conclusivo della mobilità 2016/2017. Migliaia di insegnanti dovranno abbandonare il proprio nucleo familiare. Tutto ciò certo non favorisce l’esercizio sereno delle proprie competenze professionali. Ci si augura che il Governo e la classe politica prendano in seria considerazione le problematiche connesse ad un simile stato di cose.   

Il Coordinamento Nazionale docenti della disciplina dei Diritti umani precisa inoltre che, in relazione alla classe di concorso A046, ex A019 – discipline giuridiche ed economiche, il numero degli esuberi potrebbe essere completamente assorbito, determinando anche una riduzione dell’esodo di insegnanti dal Sud verso il Nord, attraverso l’utilizzazione, come organico di potenziamento, di tale personale nella scuola secondaria di primo grado, dando seguito all’O.d.G. Lavagno, allegato alla Buona Scuola, accolto come raccomandazione dal Governo, e incentrato sulle professionalità dei docenti della A019.

E’ fondamentale ribadire quanto più volte è stato sottolineato nei precedenti comunicati che il personale in questione ha ricoperto funzioni essenziali per il buon funzionamento della comunità educativa ospitante; specialmente in contesti altamente degradati e a rischio criminalità in molte province del Mezzogiorno.

Permettere che i docenti di Diritto ed Economia continuino ad operare, soprattutto nelle aree citate, portando i valori della legalità, del senso dello Stato e delle competenze civiche, significa trasformare profondamente la società, incidendo positivamente sul futuro delle giovani generazioni.    

«La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.» (Paolo Borsellino)

La scuola ha il compito di intervenire per tempo nella formazione delle giovani coscienze; fin dalla scuola primaria: la tempestività con cui si porgono contenuti educativi può diventare l’autentico discrimine tra l’insuccesso e il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Non esistono ostacoli, quando determinazione e competenze producono il cambiamento. Qualsiasi intervento d’urgenza normativo da parte degli organi competenti può essere messo in atto per migliorare l’incerta situazione attuale.

Paolo Borsellino alcune volte nei suoi interventi in merito all’importanza dell’educazione alla legalità amava rivolgersi ai giovani con queste parole: «I giudici possono agire solo in parte nella lotta alla mafia (…) se la mafia è un’istituzione antistato che attira consensi perché attira consensi perché ritenuta più efficiente dello Stato, è compito della scuola rovesciare questo processo perverso, formando i giovani alla cultura dello Stato e delle Istituzioni».

Inoltre lo stesso don Pino Puglisi ribadiva circa l’importanza dell’azione didattica nelle aree disagiate che «Il primo dovere a Brancaccio è rimboccarsi le maniche. E i primi obiettivi sono i bambini e gli adolescenti: con loro siamo ancora in tempo, l’azione pedagogica può essere efficace».

In conclusione, trasformare l’esubero in potenziamento e di conseguenza in un’autentica rivoluzione culturale che lasci il segno della creatività e della riscossa dello Stato laddove se ne percepisce meno la presenza diventerebbe un’occasione sostanziale di rinnovamento sociale di cui il Paese ha bisogno.

Romano Pesavento

Presidente Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani

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Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in occasione del Giornata internazionale della libertà di stampa, intende ricordare i tanti giornalisti trucidati nel compiere il loro dovere: raccontare le storture e le ingiustizie del mondo e diffondere verità scomode per i poteri forti.

I giovani devono conoscere l’importanza di una stampa libera e oggettiva; la denuncia di azioni illecite o comportamenti dannosi per la collettività ha reso possibile l’indignazione popolare e conseguenzialmente, in molti casi, la punizione dei colpevoli, a prescindere dal ruolo sociale – politico esercitato; basti pensare al Watergate. Non a caso il movimento dell’Illuminismo, che per la prima volta forgiò il concetto di cittadino contrapposto a quello di suddito, vide proliferare la pubblicazione di gazzette e fogli, il cui intento era quello di rivelare le bassezze e gli abusi dei potenti e chiedere giustizia. Già dal Settecento il binomio verità – giornalismo serio caratterizzava la società civile o che aspirava a diventarlo.

Oggi i giornalisti, spesso quelli “free lance”,  vivono in condizioni economiche piuttosto precarie e spesso sono soggetti ad intimidazione – violenze da parte di chi vorrebbe reprimerne la voce e preferirebbe continuare a tramare nel buio e nell’omertà: nel 2015, come segnala il dossier Rsf (Reporter Senza Frontiera) sono 110 i reporter uccisi, 7 tra cameramen, fonici e tecnici e 27 i citizen journalist; un dato in aumento rispetto al 2014 (66 giornalisti, 11 collaboratori non giornalisti dei media e 19 citizen journalists). La civiltà di una nazione si misura anche dalla presenza di giornalisti liberi, intellettualmente onesti e indipendenti.

L’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani recita: Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.

In nome di questi principi, il Coordinamento Nazionale docenti della disciplina dei Diritti Umani invita le scuole di ogni ordine e grado a promuovere tra gli studenti il concetto di libertà di opinione e sollecitarli ad essere critici, confrontare le informazioni e le fonti d’emissioni delle stesse, attraverso laboratori di lettura e l’analisi dei fatti riportati dalla stampa in classe.

Nella giornata del 3 maggio, un pensiero va rivolto ai circa 28 giornalisti italiani uccisi nel mondo e alla redazione di Charlie Hebdo, decimata durante l’attacco terroristico del 7 gennaio 2015.

«Io ho un concetto etico di giornalismo. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza e la criminalità, impone ai politici il buon governo. Un giornalista incapace, per vigliaccheria o per calcolo, si porta sulla coscienza tutti i dolori umani che avrebbe potuto evitare, e le sofferenze, le sopraffazioni, le corruzioni, e le violenze che non è stato mai capace di combattere.» (Giuseppe Fava)

Romano Pesavento

Presidente del Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani

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Il coordinamento nazionale docenti della disciplina dei Diritti umani in occasione dell’8 marzo, giornata dedicata alla commemorazione delle vittime di un’industria tessile di New York, in considerazione anche delle indicazioni scaturite nel corso della Conferenza mondiale sulle donne tenutasi il 26, 27 e 28 settembre 2015 a Milano, sottolinea la necessità di promuovere in tutte le scuole, non solo nell’ambito dell’insegnamento dei Diritti umani, ma come contenuti di carattere trasversale, l’effettiva parità tra i generi, non da intendersi meramente come principio inderogabile della Costituzione (art. 3 della Costituzione), ma soprattutto come “linea di comportamento” universalmente condivisa da realizzare concretamente nella realtà di ogni giorno.

I femminicidi e le discriminazioni sociali che tutt’ora funestano la nostra società sono ascrivibili a un’unica causa immediata: il mancato riconoscimento della dignità umana e del valore della donna.

I mass media, incentrati sul consumismo, sulle sperequazioni e la mercificazione del corpo femminile indubbiamente disorientano i giovani. A scuola, però, si può e si deve intervenire cogliendo ogni opportunità per condannare qualsiasi forma di prevaricazione e per educare al dialogo, al confronto e al rispetto tra i sessi. A tal proposito, il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei Diritti umani, durante il mese di marzo, invita tutte le scuole di ogni ordine e grado a sviluppare una serie di attività tese all’approfondimento di tale problematica: discussione in classe, proiezioni di film attinenti al tema, lettura di opere realizzate dalle scrittrici di ogni tempo.

Ricordando le grandi intellettuali e i personaggi al femminile del passato e del presente è possibile coinvolgere e sensibilizzare i giovani in maniera più incisiva. Infatti, Ipazia, Madame Curie, Hanna Arendt, San Suu Kyi, Maria Montessori, Elisabetta I d’Inghilterra, Simone de Beauvoir, Giovanna d’Arco, Eleanor Roosevelt e tante altre ancora hanno contribuito al cambiamento della società e della storia, malgrado le avversità di un mondo ostile e maschilista.

In un simile contesto sarebbe appropriato ricordare anche alcune eroine e/o vittime della mafia, che hanno perso la loro vita a causa della cieca barbarie della criminalità (vedi elenco).     

Solo rimuovendo gli ostacoli di natura ideologica/economica e contribuendo alla equiparazione tra gli individui è ipotizzabile la costruzione di un mondo più giusto e civile.

Un esempio per tutti è il caso di Malala Yousafzai, la giovane Nobel pakistana che è diventata un simbolo della campagna a favore dell’istruzione di tutti i bambini e bambine del mondo.

Non esiste autentico progresso per l’umanità senza il coraggio, il contributo e la forza delle donne.

Romano Pesavento

Presidente Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani

Alcune donne vittime della Mafia

Ilaria Alpi

Luciana Arcuri

Rita Atria

Carmela Attrice

Barbara Rizzo Asta

Agata Azzolina

Maria Rosa Bellocco

Nicolina Biscozzi

Santa «Tita» Boccafusca

Annalise Borth

Marilena Braccaglia

Teresa Buonocore

Rita Cacicca

Graziella Campagna

Liliana Caruso

Rossella Casini

Ida Castellucci

Nicolina Celano

Margherita Clesceri

Maria Concetta Cacciola

Annamaria Cambria

Raffaella Chindamo

Rosalba Codispoti

Maria Colangiuli

Angela Costantino

Leonarda Costantino

Lucia Costantino

Anna Maria Cozza

Giuseppa Cozzumbo

Mariagrazia Cutuli

Maria Grazia Cuomo

Domenica De Girolamo

Luigina De Luca

Anna Dell’Orme

Annalisa Durante

Maria Giovanna Elia

Gelsomina Esposito, Mina

Francesca Familiari

Rosa Fazzari

Annunziata Ferraro

Angela Fiume

Renata Fonte

Anna Forcignano

Elisabetta Gagliardi

Maria Teresa Gallucci

Lea Garofalo

Rosaria Genovese

Valentina Guarino

Ornella Greco

Rosellina e Barbara Indrieri

Carmela Rosalia Iuculano

Vincenzina La Fata

Simonetta Lamberti

Roberta Lanzino

Emanuela Loi

Concetta Iaria Macrì

Maria Immacolata Macrì

Antonella Oronza Maggio

Maria Maiolo

Maria Marcella

Vincenza Marino Mannoia

Palmira Martinelli

Liberata Martire

Cristina Mazzotti

Giuditta Milella

Francesca Moccia

Lucia Montagna

Filomena Morlando

Francesca Morvillo

Eleonora Moschetto

Nadia e Caterina Nencioni

Letizia Palumbo

Carmela Pannone

Mariangela Passiatore

Masina Perricone

Annunziata Pesce

Fortunata Pezzimenti

Lucia Precenzano

Angelica Pirtoli

Anna Prestigiacomo

Maria Teresa Pugliese

Paola Rizzello

Silvia Ruotolo

Emanuela Sansone

Giuseppina Savoca

Palma Scamardella

Grazia Scimè

Raffaella Scordo

Mirella Silocchi

Nunziata Spina

Vincenza Spina

Maria e Natalia Stillitano

Giovanna Sandra Stranieri

Angela Talluto

Marcella Tassone

Valentina Terracciano

Salvatora Tieni

Adriana Vassalla

Rosa Zaza

Agata Zucchero

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«Il coordinamento nazionale docenti della disciplina dei Diritti umani ha appreso con grande entusiasmo la notizia data dalla televisione relativa al conferimento del premio Nobel 2015 per la pace al Quartetto tunisino per il dialogo nazionale. Le organizzazioni sono il sindacato generale tunisino (UGTT, Union Générale Tunisienne du Travail), la confederazione industriale e del commercio (UTICA, Union Tunisienne de l’Industrie, du Commerce et de l’Artisanat), lega dei diritti umani (LTDH, La Ligue Tunisienne pour la Défense des Droits de l’Homme), e l’ordine degli avvocati (Ordre National des Avocats de Tunisie).»

Lo scrive in una nota, il presidente del coordinamento, Romano Pesavento.

«La Tunisia, vittima di duri attentati terroristici (Museo del Bardo e resort a Sousse), sta a fatica cercando di ristabilire, malgrado i forti dissidi interni, un clima di stabilità, arginando la deriva integralista e sostenendo il dialogo con l’Occidente – aggiunge Romano Pesavento -. Affermare i diritti umani, la pace e la democrazia in un contesto così difficile, in cui tutto ciò che viene lasciato intentato potrebbe diventare un rimorso per la coscienza collettiva, diviene un imperativo categorico: educare al dialogo, al rispetto, alla solidarietà, fin da giovanissimi, costituisce l’unico antidoto contro l’intolleranza cieca e la barbarie. Come afferma il Dalai Lama: La pace, intesa come assenza di guerra, ha poco valore agli occhi di coloro che muoiono di fame e di freddo. Essa non cancellerà le sofferenze provocate dalle torture inflitte a un prigioniero di coscienza. La pace è durevole solo laddove i diritti umani vengono davvero rispettati, dove le persone hanno di che nutrirsi e dove sia gli individui che le nazioni sono veramente libere.»

«Chi sostiene che i Diritti umani siano una disciplina “ancillare”, secondaria, quasi una formalità da espletare in qualche scampolo di tempo delle materie “serie”, sbaglia terribilmente: ora è il momento di sensibilizzare, formare giovani cittadini in divenire e renderli migliori delle generazioni precedenti. I Diritti umani – conclude Romano Pesavento – devono diventare, in una scuola moderna, laboratorio di crescita per la pace, la libertà e il progresso civile.»