29 March, 2024
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Il 14 febbraio, per chi ha conoscenza della propria storia, delle proprie radici, di quando accadde in questa data del 1938, 78 anni fa, è un giorno legato al ricordo e alla commemorazione, con grande rispetto di coloro che persero la vita in quella data a Carbonia.

La data ufficiale dell’inaugurazione di Carbonia conosciuta da tutti è quella del 18 dicembre 1938, ma in quella giornata si svolse la cerimonia voluta dal regime di allora, mentre la nascente città si poteva fregiare del titolo di “Comune”, già dal giugno 1937 (nell’occasione giunsero in quello che era un enorme cantiere, i ministri Tahon de Revel e Lantini), quando subentrò al precedente soggetto istituzionale, che era il comune di Serbariu, la stessa miniera prese il nome da quello che sino ad allora era il centro residenziale più prossimo al nucleo principale per l’estrazione del carbone, che nel “bacino Sirai – Serbariu”, era già stata avviata.

Quello che in quel momento era il Comune più giovane del Regno d’Italia, nasceva per soddisfare le necessita energetiche della nazione, per il fabbisogno autarchico, dell’energia e di materie prime e per questo occorrevano un enorme numero “di braccia” (circa 15.000 addetti), che andavano collocate a livello residenziale a “bocca di miniera”.

Da tutta Italia, arrivarono a migliaia, per affrancarsi dalla condizione di miseria che sopportavano nei loro paesi. Perché a parte la ristretta cerchia dei tecnici, dirigenti, funzionari del regime, la stragrande maggioranza di chi giunse, in molti casi senza sapere cosa fosse una miniera, a rischiare la vita, nelle viscere della terra, lo fece PER FAME, per sfamare le proprie famiglie.

Una delle regioni che era maggiormente rappresentata era l’Abruzzo nel 1938, le fonti storiche parlano di 291 persone provenienti dalle varie province abruzzesi.

Cinque di loro erano arrivati da pochi giorni, qualcuno solo il 4 febbraio, sicuramente furono sistemati, nei primi alloggi provvisori, subito abili arruolati per il lavoro nel sottosuolo.

Era la mattina del 14 febbraio 1938, destinazione Pozzo 1, la galleria a “meno 150 metri” si allagò improvvisamente i cinque non riuscirono a raggiungere “la gabbia per la risalita”, si rifugiarono sulla sommità di una “rimonta( galleria in salita )”, ma quel fiume in piena rapidamente allagò ogni spazio, provarono con tutte le loro forze a costruire una diga, per deviare l’acqua, ma quell’elemento fu più forte di loro.

Morirono tutti e 5, una fine terribile.

Erano arrivati tutti dalla provincia di Chieti, nello specifico da Taranta Peligna, i due fratelli Amadio e Nicola Merlino, di 47 e 34 anni, Nicola Santarelli di 46, Domenico Marinelli di 21, il più giovane di anni ne aveva appena 17, era di Lama dei Peligni, Ludovico Silvestri.

I loro corpi furono recuperati solo il 23 giugno (4 mesi dopo), oggi si può solo immaginare in quale stato, quando le pompe idrovore, riuscirono a far defluire tutta l’acqua, di loro, dei loro sogni, delle loro speranze, una vita diversa, rimasero delle piccole casse, con i loro pochi averi, indumenti ed effetti personali, che furono inviati ai familiari, che non poterono essere presenti ai funerali.

Furono i primi caduti in quella che oggi è chiamata GRANDE MINIERA DI SERBARIU, ne seguirono altri 123, alla media di 5 per ogni anno, età media 37 anni, nessuna miniera sarda ha avuto tante vittime nello stesso arco di tempo nel periodo 1 gennaio 1938 – 31 dicembre 1963, tra loro il 15 ottobre 1941, presso il Pozzo Vecchio di Nuraxeddu, il più giovane in assoluto, Salvatore Viola, classe 1927, nativo di Siliqua, appena 14 anni, precipitò nel pozzo osservando la gabbia in risalita. Nel 1999, l’Amministrazione comunale, in occasione delle celebrazioni per l’inaugurazione della città, dedicò uno spazio significativo al ricordo di quel tragico evento.

Ma lo si deve a CGIL, CISL, UIL (!!!) unitariamente, che il 14 febbraio 2002, riportarono finalmente alla memoria collettiva, le figure di quei pionieri, a cui tutti, dovrebbero porgere il doveroso omaggio. Fecero in modo, che i sindaci dei due Comuni abruzzesi di provenienza, Graziano Merlino (omonimo di due caduti) e Rocco Vielli, con le fasce tricolori, insieme al collega di Carbonia Salvatore Cherchi, i segretari delle tre sigle sindacali, Bruno Saba, Mario Crò, e il compianto Sergio Usai, accompagnati da tantissimi cittadini, si raccogliessero, tutti insieme, presso il monumento in trachite, posto in corrispondenza del punto dove perirono (grazie alla ricerca topografica di Luciano Ottelli), Altri monumenti simili sempre realizzati dall’artista Luigi Angius, sono visibili in altri punti di analoghe disgrazie (vedi centro intermodale, ingresso strada CFadda Cortoghiana).

Le cronache di quella giornata, tratte dagli articoli dell’Unione Sarda e La Nuova Sardegna (Enrico Cambedda, Gianfranco Nurra, Sandro Mantega), riportano testimonianze toccanti, come quella del figlio di Nicola Santarelli: «Non ho mai conosciuto mio padre ed ero sempre alla ricerca delle cause, quelle vere della sua morte. Quel giorno mia madre aspettava una sua lettera, arrivò invece l’annuncio della sua morte. Vengo oggi a Carbonia, e sono felice perché rientro al mio paese di origine affidando le spoglie di mio padre alla comunità di questa città».

Con la voce rotta dall’emozione, Cettina, figlia di Amadio Merlino, aveva 9 anni quando perse il padre, ha raccontato che suo padre era un piccolo e povero contadino, scelse Carbonia per un motivo che oggi farebbe sorridere, ma che allora, in quegli anni rappresentava un dramma. Morì la mucca, che per la famiglia era la sola ricchezza e una grande gelata distrusse il magro raccolto. Partì il 4 febbraio, dopo dieci giorni la tragedia.

Durante la benedizione della loro “tomba comune”, rimessa in condizioni più decorose nel “vecchio cimitero di Serbariu”, venne rimarcato, che quel sacrificio, almeno non fu invano, perché da quella disgrazia, scattarono i primi provvedimenti per la sicurezza in miniera, sino ad allora pressoché inesistenti. Non impedirono che se ne verificassero molti altri, ma senza il progressivo miglioramento, sarebbero state molte di più.

Il tutto si concluse con un solenne impegno: «Il San Valentino , in città “sarà” d’ora in poi una giornata dedicata ai ricordi».

Purtroppo non è così, il cippo in trachite che «dovrebbe preservarne la memoria», è posto in un luogo ormai divenuto inaccessibile, sia dalla strada adiacente il centro intermodale, perché sotto il livello stradale, sia dall’interno della Grande Miniera, percorrendo il binario ferroviario, la vegetazione ha fatto il suo corso, impadronendosi del passaggio. Nessun cartello indica cosa sia e perché, in quel luogo si trovi, quella che è comunque un’opera artistica, malgrado in quelle aree si siano succeduti diversi cantieri comunali, per pulizie e manutenzioni.

Il “Cimitero Monumentaleviene aperto esclusivamente in occasione della commemorazione dei defunti e almeno in quell’occasione, pur sporadica, la tomba dei cinque minatori viene pulita, omaggiata di fiori, e si svolge una cerimonia in loro suffragio e degli altri defunti, tumulati prima della costruzione del nuovo cimitero.

Antonello Pirotto

14 febbraio 2016

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Il presidente della Regione Francesco Pigliaru, accogliendo le richieste dei sindaci, ha convocato i primi cittadini del Sulcis Iglesiente e i sindacati per discutere delle problematiche relative alle vertenze ancora aperte. Lo stato di avanzamento del Piano Sulcis, illustrato nei giorni scorsi dal coordinatore Salvatore Cherchi e con una dote di 620 milioni di euro, è un fatto positivo e molto importante per il territorio e i suoi abitanti. A oggi restano ancora aperte vertenze importanti come quella dell’Alcoa, dell’Eurallumina e dell’ex Ila alle cui risoluzioni è legato il futuro di migliaia di lavoratori. Come rimarcato da tempo dagli stessi sindaci, è necessario predisporre un cronoprogramma per affrontare i diversi argomenti.

Per questo motivo, e mettendo al bando qualsiasi tipo di eventuale e ipotetico spirito campanilistico, come rappresentanti delle due città capoluogo rimarchiamo la necessità di istituire immediatamente un tavolo permanente di lavoro.

Giuseppe Casti sindaco di Carbonia e presidente Consiglio autonomie locali

Emilio Gariazzo sindaco di Iglesias

Giuseppe Casti, Maria Marongiu ed Emilio Gariazzo

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Il coordinatore Salvatore Cherchi ha reso noto questa mattina lo stato di avanzamento del Piano Sulcis al dicembre 2015, riassunto in una serie di tabelle.

Per ogni intervento sono indicati il soggetto attuatore, la finalità, l’importo, lo stato e le scadenze prossime. Il Piano comprende 67 interventi di dimensione e impegno molto differenziati, risorse pubbliche per oltre 620 milioni di euro e risorse private che appaiono già significative per investimenti in impresa e in bonifica.

«Rispetto al precedente monitoraggio – sottolinea Salvatore Cherchi -, tutti i programmi hanno registrato un importante progresso. Il progresso conseguito è indubbio e documentato. Nessun programma e nessun intervento sono in stallo. Questo vale per il sostegno alle imprese, un programma di 275 milioni di euro, per la scuola e la ricerca tecnologica, oltre 66 milioni di euro, per le infrastrutture con 126,5 milioni di euro e per le bonifiche con 155 milioni di euro di risorse pubbliche cui si sommano 27 milioni di privati.»

«I ritardi accumulati nel passato anche recente, talvolta molto rilevanti, non possono essere tutti recuperati perché le regole impongono tempi che non possono essere compressi. L’impegno maggiore del coordinamento – conclude Salvatore Cherchi – è ora rivolto al rispetto delle scadenze previste al 30 giugno 2016 e al 31 dicembre 2016.»

Per la Zona Franca Urbana sono stati stanziati 124,950 milioni di euro, le imprese beneficiarie sono 4.375 e al 2 settembre le agevolazioni fruite ammontano a 31,2 milioni di euro. Dopo un anno di applicazione il numero di imprese che stanno usufruendo del beneficio è pari al 75% del totale.

Per le filiere agroalimentare e turismo sono disponibili 10 milioni di euro. Sono stati pubblicati due bandi, 15 le domande di accesso alle agevolazioni per € 2,4 milioni, la richiesta di agevolazioni è stata inferiore alla disponibilità.

Per il bando Idee Call for Sulcis sono stati stanziati 32,5 milioni di euro, il bando è di prossima pubblicazione ed è stato attivato lo sportello Invitalia per l’assistenza agli imprenditori interessati al bando. Le risorse CIPE sono state sbloccate solo il 17.06.2015 con pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Sono 105 i milioni di euro disponibili per l’incentivazione degli investimenti per importi superiori ai 20 milioni di euro. Sono stati concessi € 67 milioni da rimborsare in 8 anni più € 8 milioni a fondo perduto per ikl contratto di sviluppo Eurallumina, con procedura di VIA in corso. E’ in istruttoria presso Invitalia il contratto di sviluppo per la bioedilizia, con un investimento complessivo circa € 40 milioni. Sono in corso iniziative per accelerare istruttoria.

Per l’aggiornamento professionale di lavoratori in CIG o mobilità sono disponibili due milioni e mezzo di euro, hanno aderito circa 150 lavoratori.

Sono stati stanziati 5 milioni di euro per migliorare la formazione nelle scuole orientate alla professione: € 1.083.000 Beccaria (Carbonia-Santadi-Villamassargia), € 750.000 Nautico (Carloforte), € 350.000 Asproni/Branca (Iglesias), € 79.000 E. Lussu (Sant’Antioco), € 749.000 Minerario (Iglesias), € 749.000 G.M. Angioj (Carbonia), € 748.000 G. Ferraris (Iglesias), € 493.000 E. Loi (Carbonia-Sant’Antioco). Le risorse CIPE sono state sbloccate solo il 17.06.2015 con pubblicazione in GU. L’ex Provincia deve contrattualizzare entro il 30.06.2016.

61,356 milioni sono destinati alla ricerca tecnologica: 38,356 milioni per il polo energetico dell’energia della Sotacarbo; 3 milioni per il Centro ricerca bonifiche del Consorzio Ausi di Iglesias; 2 milioni per il bando sulla ricerca tecnologica dell’assessorato regionale della Programmazione; e, infine, 18 milioni per il Progetto Aria della Carbosulcis.

126,484 i milioni per gli interventi di infrastrutturazione: 15,8 per il dragaggio dei fondali per consentire l’attracco di navi di grande stazza nel porto industriale di Portovesme, che sarà realizzato dal Consorzio industriale provinciale; 9 milioni di euro per la riconversione del porto industriale di Sant’Antioco, nel Golfo di Palmas, che sarà realizzato dall’assessorato regionale dei Lavori pubblici e dal comune di Sant’Antioco; 7 milioni per l’ampliamento del porto passeggeri di Calasetta, soggetto attuatore assessorato regionale dei Lavori pubblici e comune di Calasetta; 4 milioni per l’ampliamento del porto passeggeri di Carloforte, soggetto attuatore l’assessorato regionale dei Lavori pubblici; 400.000 euro, per il miglioramento della fruibilità del porto turistico di Portoscuso; 7 milioni e mezzo per il dragaggio e la prevenzione dei fenomeni di insabbiamento nel porto di Buggerru, intervento che verrà realizzato dal comune di Buggerru.

2,95 milioni di euro sono destinati al recupero di antichi approdi minerari dell’Iglesiente per finalità turistiche, a Cala Domestica, Nebida, Masua, Porto Ferro, Buggerru e Portixeddu; 2.05 milioni di euro per approdi minori del Sulcis e altri interventi, a Porto Botte, Is Solinas, Porto Pino, Punta Trettu, Pontile idroscalo di Monte Pranu e canale navigabile di Sant’Antioco.

Ammontano a 126,484 milioni di euro le risorse destinate all’infrastrutturazione: strade provinciali 77 (3 milioni) e 73 (1), le strade statali 195 e 293 (16 milioni) e 126 (40 milioni); per la valorizzazione dei luoghi con le piste ciclabili di Tratalias, Porto Pino e Sant’Antioco; l’ostello della gioventù di Iglesias; il collegamento delle dighe di Monte Pranu e Punta Gennarta con il Cixerri; interventi di supporto negli insediamenti produttivi: Area Zir di Iglesias, Pip Tratalias, Zona industriale Portovesme, Area Zir di Iglesias, Pip Sant’Anna Arresi, Incubatore d’impresa Carbonia; impianto di depurazione di Sant’Antioco (6,584 milioni) e collettore fognario di Iglesias (1,2 milioni).

Sono stati conclusi gli accordi preliminari tra Enel e società nazionale del gas per la realizzazione di un terminale per approvvigionamento e deposito di GNL a Portovesme.

1 milione di euro è stato stanziato per la creazione di una zona economica speciale, la zona franca di Portovesme, in attuazione del decreto legislativo 75/98, soggetto attuatore il Consorzio industriale provinciale.

Nel settore delle bonifiche, infine, sono previsti i seguenti interventi, con un impegno di spesa di 154, 611 milioni + 26,9 milioni di risorse private:

  • caratterizzazione della macro area della Valle del Rio San Giorgio, con 5 milioni a disposizione di Igea e 43 milioni del comune di Iglesias, a cui Igea ha assegnato l’intervento.
  • risanamento e realizzazione del sito di raccolta nella macroarea di Montevecchio Levante, con 23,5 milioni a disposizione del comune di Guspini, a cui Igea ha assegnato l’intervento.
  • progettazione della macroarea di Montevecchio Ponente, 1,5 milioni, risorse, ora assegnate a intervento Furtei, che devono essere reintegrate.
  • bonifica dell’area miniere aurifere di Furtei, 28 milioni, con Igea che è ritornata operativa dopo il risanamento.
  • bonifica dell’area ex Seamag, a Sant’Antioco, 6,8 milioni, con Igea che è ritornata operativa dopo il risanamento.
  • recupero con riqualificazione della bonifica nelle aree adiacenti l’ex Seamag, a Sant’Antioco, 7,7 milioni, per la quale è in corso la caratterizzazione.
  • caratterizzazione dell’area di Montevecchio Levante, 3,55 milioni, lavori conclusi.
  • progettazione assegnata per l’area mineraria di Orbai, comune di Villamassargia, 1,6 milioni di euro.
  • caratterizzazione nel comune di San Gavino Monreale, 700.000 euro, lavori già realizzati.
  • bonifica della miniera dismessa di Su Zurfuru, a Fluminimaggiore, 2,35 milioni, caratterizzazione vicina alla conclusione.
  • caratterizzazione a Nebida, 2 milioni.
  • altri interventi di bonifica per complessivi 21,1 milioni di euro.
  • lavori in corso per 800.000 euro nell’area del perimetro urbano di Portoscuso.
  • lavori conclusi, per 2 milioni di euro, nelle aree costiere del SIN Sulcis Iglesiente Guspinese.
  • bonifica dei terreni, con possibilità di continuità di esercizio, nel sito dell’Alcoa di Portovesme, progetto del valore di 26,9 milioni di euro di risorse private, autorizzazione rilasciata il 15 ottobre 2015, con appalto previsto entro febbraio 2016.
  • bonifica della falda acquifera sotterranea nella zona industriale di Portovesme, lavoro di competenza del Consorzio industriale provinciale di Portoscuso, istruttoria in fase avanzata, sono in definizione gli impegni finanziari delle aziende.
  • altri interventi nell’area industriale di Portovesme, da precisare con accordi di programma, finanziati da rimborsi Eurallumina, di competenza del comune di Portoscuso, la programmazione può essere effettuata successivamente all’autorizzazione dell’investimento Eurallumina.

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La sala conferenze del Palazzo Bellavista, nella miniera di Monteponi, ospita da domani 1 a sabato 5 dicembre, la seconda edizione di “Paesaggi minerari”, progetti per il Parco Geominerario del Sulcis Iglesiente, laboratorio internazionale di architettura e paesaggio.

Alle 11.00, il laboratorio verrà presentato con introduzioni del sindaco di Iglesias, Emilio Gariazzo; di Antonello Sanna, direttore del dipartimento Dicaar e Giorgio Peghin, coordinatore del laboratorio. Interverranno Antonio Angelillo, Paolo Ceccon, Pierpaolo Manca, Giorgio Massacci, Ippolita Nicotera, Fausto Pani e Laura Zampieri. Verranno poi formati i gruppi di lavoro e nel pomeriggio avrà inizio l’attività di laboratorio. Alle 18.00 conferenza di Palo Ceccon e Laura Zampieri.

Mercoledì, al mattino è prevista una visita ai luoghi del progetto, al pomeriggio attività di laboratorio e, alle 18.00, conferenza di Ippolita Nicotera.

Giovedì attività di laboratorio sia al mattino sia al pomeriggio e, alle 18.00, tavola rotonda sul tema “Il Cesa e la prospettiva ambientale e sociale del paesaggio bonificato”, con interventi di Salvatore Cherchi, Pierpaolo Manca, Giorgio Massacci, Markus Otto, Giorgio Peghin, Gianluigi Pillola e Antonello Sanna.

Venerdì, ancora attività di laboratorio al mattino e al pomeriggio e, alle 18.00, conferenza di Vincenzo Melluso e Nicola Di Battista.

Sabato, infine, alle 11.00 presentazione dei lavori e alle 12.00, critiche finali con interventi di Antonio Angelillo, Nicola Di Battista, Salvatore Cherchi, Giorgio Massacci, Vincenzo Melluso e Gianluigi Pillola, commissario straordinario del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna.

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185 milioni di investimenti, 205 lavoratori impiegati nei cantieri durante la fase di costruzione della centrale a vapore, 500 posti di lavoro consolidati e tra 500 e 750 creati nell’indotto: sono questi i numeri del progetto Eurallumina, presentato questo pomeriggio, nella sala conferenze del Consorzio industriale provinciale di Carbonia Iglesias, a Portoscuso.

Alla presentazione hanno partecipato l’amministratore delegato dello stabilimento di Portovesme, l’ingegner Vincenzo Rosino; i rappresentanti della Foster Wheeler italiana, la società che ha realizzato il progetto e i rappresentanti del Savi, il Servizio della sostenibilità ambientale, valutazione impatti e sistemi informativi ambientali della Regione Sardegna; i rappresentanti del comune di Portoscuso e della provincia di Carbonia Iglesias; parlamentari, consiglieri regionali, amministratori locali, rappresentanti di associazioni e comitati e tantissimi lavoratori.

La presentazione, come annunciato alla vigilia, è stata preceduta da una manifestazione dei lavoratori Eurallumina, partita dall’ingresso dello stabilimento, sotto una pioggia battente, e conclusa davanti alla sala conferenze del Consorzio industriale, pochi minuti prima dell’inizio dei lavori.

I lavori sono stati aperti dall’ingegner Vincenzo Rosino che con i tecnici ha presentato le caratteristiche del nuovo impianto, progettato per garantire la completa copertura della domanda di energia termica ed elettrica della raffineria di bauxite e per contribuire al raggiungimento delle condizioni necessarie per la ripresa delle attività produttive di Eurallumina, nel rispetto delle prescrizioni ambientali, molto più severe rispetto al passato.

Dopo la presentazione che ha ricalcato sostanzialmente quella fatta nella stessa sede lo scorso 28 maggio, secondo quanto prevedono le procedure, è stato dato spazio agli interventi che, contrariamente a quanto accadde sei mesi fa, sono stati tutti favorevoli, perché i rappresentanti delle associazioni ambientaliste contrarie alla realizzazione del progetto della nuova centrale, questa volta non hanno partecipato all’incontro.

Tredici, complessivamente, gli interventi. Il primo è stato quello di Francesco Garau, segretario Filtcem CGIL, seguito da quello del deputato PD Francesco Sanna che ha sottolineato l’importanza del progetto e le prescrizioni ambientali imposte, le più rigide a livello europeo.

Il professor Paolo Amat, docente universitario di chimica, ha spiegato di aver studiato a fondo le caratteristiche dei fanghi rossi che a suo parere non costituiscono un problema e, viceversa, possono essere impiegati in vari settori.

Anche Salvatore Cherchi, ex presidente della provincia di Carbonia Iglesias, oggi coordinatore del Piano Sulcis, ha difeso il progetto, sottolineandone l’impatto a livello occupazionale, con 500 lavoratori diretti e un fattore moltiplicativo tra 2 e 2,5, per un totale di oltre 1.000 posti di lavoro. Non si può ignorare che resta comunque un progetto di industria pesante – ha detto Cherchi -, ma è stato progettato nel rispetto dell’ambiente e si dovrebbe convincere l’azienda a investire in studi per il riutilizzo dei fanghi rossi.

Sono poi intervenuti Nino D’Orso, segretario della Femca Cisl; Pietro Cocco, sindaco di Gonnesa e capogruppo PD in Consiglio regionale; Giuseppe Casti, sindaco di Carbonia e presidente del Consiglio delle Autonomie locali; Giorgio Alimonda, sindaco di Portoscuso e presidente del Consorzio industriale provinciale di Carbonia Iglesias; Tonino Melis, componente della segreteria Uiltec Uil; Luca Pizzuto, consigliere regionale e coordinatore regionale di Sinistra Ecologia Libertà; Claudia Mariani, rappresentante delle partite iva di Portoscuso e del Sulcis Iglesiente; Mauro De Sanctis, presidente del Consorzio Fieristico Sulcitano; e, infine, Antonello Pirotto, componente della RSU Eurallumina.

Il procedimento prevede la possibilità di presentare osservazioni al progetto fino al 24 dicembre, vigilia di Natale.

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Il Parco Geominerario della Sardegna è ora anche un Geoparco Mondiale dell’UNESCO.

«Dopo anni d’impegno collettivo in senso alla rete globale dei geoparchi (GGN) e l’approvazione da parte della Commissione Scienze dell’Unesco, avvenuta il 10 novembre scorso – spiega Gian Luigi Pillola. commissario straordinario del Geoparco – finalmente ieri i 195 Stati Membri dell’UNESCO hanno ratificato la creazione di un nuovo marchio: UNESCO Global Geoparks. Contestualmente è stato approvato lo statuto del nuovo programma IGGP (International Geoscience and Geoparks Programme). La decisione è stata assunta durante la 38ª Conferenza Generale svoltasi a Parigi dal 3 al 18 novembre). La Ville Lumiére, benché colpita dagli eventi terroristici, conferma ed enfatizza il ruolo della cultura per lo sviluppo sostenibile dell’Umanità anche attraverso le geoscienze.»

«A oggi – aggiunge Gian Luigi Pillola – 120 Geoparchi Globali distribuiti in 33 nazioni diventano anche UNESCO Global Geoparks! Il Parco Geominerario della Sardegna è tra questi. Il lavoro continua e s’intensifica al fine di rendere concreto e più incisivo il compito assegnato al Parco Geominerario. I primi risultati ottenuti dalla presente gestione sono già manifesti e tutto questo anche grazie all’insostituibile supporto della Giunta della Regione Sardegna, alla collaborazione dei Ministeri vigilanti e al sempre più unanime consenso all’interno della Comunità del Parco.»

In serata, l’ex presidente della provincia di Carbonia Iglesias ed ex sindaco di Carbonia, Salvatore Cherchi, oggi coordinatore del Piano Sulcis, ha così commentato il risultato raggiunto: «Il Parco Geominerario può ora fregiarsi del marchio UNESCO. Abbiamo fatto insieme un buon lavoro che ci carica di altre responsabilità. Grazie a tutti».

 

 

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La Giunta regionale potenzierà le dotazioni didattiche delle scuole di istruzione superiore del Sulcis Iglesiente, con 5 milioni del Piano Sulcis.

Il programma è stato formato sulla base del lavoro fatto fra settembre e ottobre fra scuole, Gestione commissariale dell’ex Provincia e Coordinamento del Piano Sulcis con il supporto di Invitalia.

In coerenza con gli indirizzi del Piano Sulcis, il programma crea ex novo o ammoderna e rafforza le dotazioni delle scuole specializzate nella formazione di competenze nei settori agroalimentare, turismo, marina, ambiente, artigianato e servizi. Le scuole coinvolte nel programma, sono 12.

Nel dettaglio, nella scuola agraria di Villamassargia si potenzia la linea del latte ovicaprino e si crea una linea per la filiera delle carni; nella scuola Agraria di Santadi, invece, si rafforza fortemente il vitivinicolo e si crea una linea per la filiera dell’olio. La linea turismo è potenziata in diverse scuole del territorio anche con laboratori per la simulazione di impresa. Nel Nautico di Carloforte si investe in strumentazione moderna per la navigazione e si dotata la scuola delle imbarcazioni necessarie per le esercitazioni. In due scuole specializzate di Carbonia e Iglesias si rafforzano o creano le strutture per la formazione nel settore ambientale, comprese le bonifiche, e di controllo del territorio. Nei licei artistici di Iglesias e Sant’Antioco, a titolo esemplificativo, si creano nuovi laboratori per la lavorazione dei metalli preziosi. Si investe per la acquisizione di competenze moderne nei servizi alla persona, esempio nel campo della domotica.

Il soggetto attuatore del programma è l’ex Provincia di Carbonia Iglesias che vi provvederà in collaborazione con le Scuole e con il supporto di Invitalia. Il programma è coordinato con quello più generale denominato Iscola dell’assessorato regionale dell’Istruzione che canalizzerà le risorse verso la ex Provincia. Le risorse dovranno essere tutte tassativamente impegnate entro il 30 giugno 2016.

Il coordinatore del Piano, Salvatore Cherchi, sottolinea positivamente l’impegno della Giunta e dell’assessore Claudia Firino. «L’investimento nelle competenze – dice Salvatore Cherchi – è un obiettivo significativo del Piano. Il programma è ora operativo. Passo dopo passo stiamo sbloccando l’intero Piano».

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«La Giunta regionale ha approvato due delibere per l’incentivazione delle imprese nel Sulcis Iglesiente e per la costituzione del centro di ricerca applicata per le bonifiche di suoli e corpi idrici contaminati da attività produttive. Nella stessa delibera è stato varato il bando per i progetti di ricerca applicata.»

Lo scrive in una nota Salvatore Cherchi, coordinatore regionale per l’attuazione del Piano Sulcis.

«Per l’incentivazione delle imprese sono assegnati 32,5 milioni di euro che alimentano un fondo rotativo per sostenere progetti dal piccolo taglio a venti milioni di euro. Sopra i venti milioni di euro funziona il contratto di sviluppo. Per questo strumento è disponibile un fondo di trenta milioni di euro. Una sostanziale innovazione riguarda la gestione delle proposte imprenditoriali che sarà fatta a sportello indipendentemente dalla dimensione dell’investimento. Per l’assistenza tecnica per il montaggio dei progetti continuerà ad operare l’ufficio di Monteponi. L’attenzione è rivolta in modo particolare all’agroindustria, al turismo e all’ambiente.»

«Ausi, Igea e Università di Cagliari – aggiunge Salvatore Cherchi – avviano la costituzione del centro di ricerca applicata per bonifica di suoli e acque e per il recupero di materiali residuati da processi produttivi. Igea e Ausi apportano proprie strutture e laboratori. Per lo sviluppo è assegnato un primo finanziamento di 3 milioni di euro. Con 2 milioni di euro si finanzia il bando per la selezione di progetti di ricerca nell’agroalimentare, nell’ambiente, nell’energia.»

«Le delibere – conclude Salvatore Cherchi – confermano il forte impegno della Regione sul l’attuazione concreta del Piano Sulcis.»

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Fruzioone della fiscalità di vantaggio per comuni

Il coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi, ha reso noto oggi il documento aggiornato sullo stato di attuazione della fiscalità di vantaggio per le piccole e medie imprese del Sulcis Iglesiente, aggiornato alla data di ieri, 15 ottobre 2015.

«L’applicazione del regime fiscale e contributivo di Zona Franca Urbana alle piccole e micro imprese del Sulcis Iglesiente è pienamente operativa. La ZFU ha carattere “sperimentale”: è la prima in Italia ad avere un’estensione provinciale mentre, di regola, riguarda aree infra-comunali di dimensione minima prestabilita dove si concentrano programmi di defiscalizzazione, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo economico e sociale di quartieri ed aree urbane caratterizzate da disagio economico, sociale e occupazionale, e con potenzialità di sviluppo inespresse.

Al bando, chiuso il 7 aprile 2014, sono seguiti i provvedimenti di attuazione (Decreti Direttoriali MISE del 17.04.2014 e del 2.05.2014) che hanno approvato gli elenchi delle imprese ammesse alle agevolazioni. I benefici fiscali e contributivi sono diventati disponibili a inizio estate 2014.»

Le risorse assegnate ammontano a 124,95 milioni di euro, le imprese beneficiarie 4.375 (il 62,3% ditte individuali). Il 66,7% delle imprese ammesse al beneficio fiscale si concentrano in tre settori di attività economica: commercio e riparazione, costruzioni, alloggio e ristorazione.

Al 2 settembre 2015 le imprese che hanno avviato la fruizione sono 3.282 (il 75,02% delle ammesse), l’importo concesso ammonta a 92,49 milioni di euro, l’importo fruito 31,2 milioni di euro (33,73% sul concesso).

Le imprese che hanno avviato l’utilizzo del beneficio fiscale sono state categorizzate per classi di importo fruito:

– il 22,8%, 747 unità, ha fruito tra il 60%-100% del beneficio loro assegnato. Si tratta sostanzialmente di ditte individuali (38,6%) e Società di capitale (26,8%

– la maggior parte, il 57,9% – pari a 1.899 unità, ne hanno al momento usufruito solo sino al 30%.

– le rimanenti 636 unità (il 19,4%) hanno utilizzato tra il 30%-60% del beneficio loro assegnato.

Il Decreto MISE del 10.04.2013 definisce le imprese di nuova o recente costituzione quali unità di micro e piccola dimensione che, alla data dell’istanza per le agevolazioni, si trovano nei primi tre periodi di imposta dalla data di costituzione dell’impresa.

– Il 12,8% delle imprese ammesse ad agevolazione sono unità di nuova o recente costituzione (561 unità), con un’agevolazione concessa pari a 24,8 milioni di euro (il 19,9% degli importi complessivi assegnati alla misura)

– oltre la metà (57,2% – 321 unità) delle nuove/recenti imprese hanno avviato la fruizione e utilizzato 3,07 milioni di euro di beneficio fiscale (il 9,8% del totale fruito dalla imprese che hanno complessivamente avviato l’utilizzo del beneficio fiscale).

Il 67,8 delle 3.282 imprese che hanno avviato la fruizione del beneficio fiscale sono localizzate in 6 Comuni della Provincia e assorbono il 70,7% degli importi fruiti via F24 (22,05 milioni di euro).

Carbonia 24,7%, Iglesias 21,2%, Sant’Antioco 9,2%, Carloforte 6,9%, Domusnovas 4,6%, Portoscuso 4,1%.

Ciò rispecchia la distribuzione delle unità produttive sul territorio. Nei medesimi 6 Comuni si colloca, infatti, il 70,03% delle unità locali della Provincia di Carbonia Iglesias con il 77,1% del numero degli addetti.

Il Decreto MISE del 10.04.2013 all’articolo 19 definisce i casi/situazioni e modalità secondo cui le agevolazioni concesse vengono revocate. Tra queste, ad esempio, l’accertamento della insussistenza dei requisiti previsti per l’accesso alle agevolazioni, il trasferimento dell’attività economica al di fuori della ZFU prima dei 5 anni previsti dalla data di accoglimento dell’istanza di agevolazione, ecc.

Sono 183 i preavvisi di revoca accertati al 2.09.2015, pari al 4,2% delle imprese ammesse al beneficio fiscale dai Decreti di concessione.

3,69 milioni di euro gli importi in fase di revoca, pari al 2,95% del totale delle agevolazioni concesse.

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Il Piano Sulcis procede e nessuno dei programmi può ora essere considerato in una fase di stallo. A dirlo è Salvatore Cherchi, coordinatore regionale per l’attuazione del Piano Sulcis, che ha presentato oggi lo stato di attuazione aggiornato al 15 settembre 2015.

«In particolare sono stati sbloccati i programmi infrastrutture, bonifiche e attuazione degli esiti del bando “idee per il Sulcis”, in forte sofferenza – spiega Salvatore Cherchi -. Sul programma infrastrutture hanno pesato e pesano tuttora, i gravi ritardi iniziali nell’avvio dei programmi: 15/18 mesi solo per designare i soggetti attuatori del programma varato nel novembre del 2012. Questi ritardi non possono essere recuperati. L’obiettivo attuale è avere gli appalti delle diverse opere entro l’anno in corso o nella prima parte del 2016.»

«Le bonifiche sono state bloccate dalla situazione di Igea, posta in liquidazione dalla precedente amministrazione regionale – aggiunge Salvatore Cherchi -. E’ stato necessario innanzitutto ricostituire gli strumenti per fare le bonifiche. In concreto: Igea è stata risanata ed è in fuoriuscita dalla liquidazione ritornando pienamente operativa anche per le bonifiche ma questo ha richiesto tempo e nuove risorse. Contestualmente una parte dei lavori sono stati assegnati ai Comuni. Il comune di Iglesias si appresta a mandare in gara il progetto Rio San Giorgio con 42 milioni di euro. Sull’attuazione degli esiti del bando “idee per il Sulcis” solo recentemente è stata pubblicata la delibera CIPE che assegna le risorse. Il lavoro fatto dalla Unità tecnica di assistenza alle imprese, nei mesi di agosto e settembre, consentirà di presentare i bandi con gli incentivi per trasformare le idee in progetti imprenditoriali.»

«Gli altri programmi del Piano hanno avuto uno sviluppo regolare – conclude Salvatore Cherchi -. Il dettaglio delle informazioni è reperibile sul sito della Regione Sardegna, voce Piano Sulcis.»

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