29 March, 2024
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L’obiettivo del latte pagato a un euro a litro è stato superato. Per il mondo delle campagne legato al mondo della cooperazione si è raggiunta la soglia di 1,09 euro a litro. A due anni dalla vertenza dei pastori e della guerra del latte che ha interessato tutta la Sardegna, la Lega delle cooperative ha fatto il punto sull’andamento del mercato latte e pecorino nel corso di una conferenza stampa in cui si è ricostruita l’intera vertenza.

«Due anni fa si è intrapreso un percorso con le istituzioni e il ministro di allora Gian Marco Centinaio e le associazioni e organismi di categoria per trovare una soluzioneha detto Daniele Caddeo, direttore generale di Legacoop Sardegna . Si è trattato di un percorso, cui abbiamo partecipato anche noi della cooperazione, nato per trovare soluzioni.»

Che riguardano un settore che produce ogni anno oltre 300 milioni di litri di latte, garantisce occupazione a 40 mila addetti, con un fatturato di 400 milioni di euro.

«Il 65 per cento della produzione nazionale dell’ovicaprino è in capo alla Sardegna ha aggiunto Daniele Caddeo -. Di questo ammontare il 72 per cento è prodotto dalle aziende legate a Legacoop.» Poi le cifre. «Nel 2019 il  mondo delle cooperative è riuscito a pagare il latte a 0,94 euro, mentre nel 2020 il prezzo del latte è stato pagato a 1,09 centesimi per gli aderenti a Legacoop e a 1,03 alle coop non aderenti.»

Il direttore di Legacoop ha chiarito anche un altro aspetto.

«Se tutto il latte trasformato fosse stato pagato come quello della cooperazione avremmo sviluppato 360 milioni, se invece fosse stato pagato tutto a 0,85 avrebbe generato 280 milioni. C’è una forbice di 70 milioni di euro.»

A ricostruire gli altri aspetti della vertenza il presidente di Legacoop Sardegna Claudio Atzori.

«Avremmo dovuto fare la conferenza nell’estate del 2020 ma presi dalla pandemia e dall’emergenza abbiamo rinviato. Lo facciamo oggi rendendo conto degli impegni che abbiamo preso. Con gli accordi e i documenti che abbiamo sottoscritto. Quando si parlava di latte pagato a 60 centesimi, quella campagna l’abbiamo chiusa a 0,94 oggi la stiamo chiudendo a 1,09 ha detto Claudio Atzori -. Quella vertenza ha chiamato tutti in causa, anche il mondo della cooperazione che aveva meno colpe ma ha aperto gli occhi per migliorare la situazione. Abbiamo condiviso quella protesta perché il prezzo del latte era veramente baso così come quello del formaggio». Non è tutto. «Si è lavorato  per migliorare il prodotto, poi c’è stata la tabella. Noi abbiamo rispettato quei dati con l’obiettivo e la regola di far crescere i nostri produttori.»

Quindi gli altri interventi e la crescita anche nei nuovi mercati.

«In questo periodo il nostro settore si è rinnovato sia negli impianti sia nei prodotti trasformati e ci ha permesso di entrare nella Gdo nazionale. Togliere una parte del prodotto dal mercato estero per inserirlo nel mercato nazionale ci ha permesso di crescere a livello nazionale e internazionale.» Da Claudio Atzori anche una preoccupazione perché «un trenta per cento del prodotto sardo non sia stato ancora aggregato. Vogliamo che la forbice tra il mondo cooperativo e quello degli industriali si abbassi. Non abbiamo condiviso la degenerazione della vertenza latte. Prezzo latte e formaggio è il tema principale. Chi ha ruolo si adoperi per aggregare produttori e trasformatori che non sono aderenti al mondo della cooperazione».
A porre l’attenzione sulla crescita e l’espansione Salvatore Palitta, presidente cooperativa Pattada che ha parlato di settore in crescita «con i dati del 2021 che fanno ben sperare». Dello stesso avviso anche Renato Illotto presidente della cooperativa Cao. Riccardo Barbieri, direttore Fidicoop e componente del Cda di Bper Banca ha parlato di strumenti e opportunità del settore che segna una ripresa. Poi l’intervento del presidente della Regione Christian Solinas che in collegamento ha illustrato le iniziative messe in campo per affrontare la vertenza. Il sottosegretario di Stato Gian Marco Centinaio ha ricostruito l’intera vicenda che l’ha visto partecipe in prima persona proprio due anni fa da ministro. ”

«E’ stato fatto un lavoro in cui si è dimostrato che quando si vogliono raggiungere obiettivi e ci sono persone perbene e competenti si riesce. Mi dicevano che interessava una programmazione non soldi subito. Nei confronti della cooperazione tanto di cappello per il lavoro fatto in un momento di crisi  in cui ci si guardava con molta preoccupazione. La mia gratitudine nei vostri confronti è tanta. 1,09 euro a litro è un valore importante. Ciò che oggi a me interessa è un progetto strutturale.»

A porre l’attenzione sul settore e sull’importanza della cooperazione, elogiando il risultato raggiunto anche Mauro Lusetti, presidente di Legacoop nazionale.

«Noi lavoriamo per far crescere i nostri associati. Qui siamo davanti a un lavoro che in due anni ha prodotto grandi risultati.»

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Con un voto unanime, l’assemblea dei soci del Consorzio di tutela del pecorino romano ha approvato il bilancio 2019.
Queste le cifre: il valore della produzione nel 2019 è stato di 2 milioni e 710mila euro: le contribuzioni a carico dei produttori (94,84% produttori associati e 5,16% produttori non soci) è stata di 1 milione e 76mila euro, gli altri ricavi e proventi sono rappresentati in particolare dai contributi da Enti pubblici (1 milione e 199mila euro).
Nel corso dell’incontro, che è avvenuto in videoconferenza, si è parlato di un nuovo allarme Dazi Usa per il prossimo mese di settembre.
«Abbiamo lavorato intensamente e ininterrottamente per mesiha dichiarato il presidente, Salvatore Palittacon i nostri legali negli Usa per scongiurare il rischio Dazi, che sarebbero stati un vero disastro per noi e più in generale per l’economia della Sardegna. Siamo riusciti a evitare di finire nella black list per due volte, ma non possiamo abbassare la guardia, anzi dobbiamo stare molto attenti perché a settembre è previsto un ulteriore inasprimento: stiamo perciò continuando a rafforzare la nostra presenza negli Stati Uniti, a far valere le nostre ragioni con audizioni, memorie e attività lobbistiche attraverso i rappresentanti parlamentari.»
Un occhio di riguardo è stato dato alla lotta contro le contraffazioni del marchio. «È una delle attivitàha aggiunto Salvatore Palittache più hanno impegnato il Consorzio, per esempio a Singapore dove si è riusciti a ridimensionare l’associazione dei nomi comuni rispetto al nostro marchio, ma anche in Giappone dove abbiamo finalmente registrato il marchio distintivo con la testa di pecora stilizzata e in tanti altri Paesi dove si cerca di contrabbandare prodotti scadenti con nomi simili al nostro. Per portare avanti quest’attività di tutela, nel 2019 abbiamo triplicato le spese legali.»
Non è mancato un accenno alle attività promozionali del prodotto, tra cui il progetto Propaseu ha impegnato il pecorino romano in una campagna di promozione insieme a Speck e Asiago in Canada e Stati Uniti (2 milioni e mezzo di euro in 3 anni, l’80% finanziato dall’Unione europea); il progetto Rosafi ha promosso le tre dop ovine sarde in contemporanea in Germania, Francia, Stati Uniti e Regno Unito (4 milioni di euro, 3 di compartecipazione dalla Regione); il progetto Chizu, che partirà quest’anno, porta il pecorino romano in Giappone, in particolare nei ristoranti dell’area metropolitana di Tokyo (1 milione in 3 anni, iniziativa cofinanziata dall’Unione Europea). L’attività promozionale ha compreso inoltre sponsorizzazioni, pagine pubblicitarie su riviste, affissioni negli aeroporti e allestimenti fieristici.
Via libera anche al progetto “Life Magis – Made Green in Italy”, co-finanziato dal Programma LIFE della Unione europea ecoordinato da ENEA – Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, che ha preso avvio a settembre 2019 e si concluderà a dicembre 2022.
Nel corso dello scorso anno è stata anche approvata la modifica del Disciplinare di produzione, per introdurre tre nuove tipologie di prodotto e un preciso elenco delle razze abilitate alla produzione: un Pecorino romano “Extra”, a basso contenuto di sale (non potrà avere più del 3,5% di componente salina), un altro che avrà l’indicazione “Riserva” con una stagionatura di almeno 14 mesi (saranno poi applicati bollini supplementari da 18-20-24-30 mesi in base al livello di maturazione a cui si vorrà portare il prodotto) e un ultimo di “Montagna” (già previsto da un regolamento comunitario che presuppone una serie di requisiti rispetto allo standard e una serie di vincoli orografici, come l’allevamento al di sopra dei 600 metri o le lavorazioni in ambito territoriale fatte al massimo a 10 chilometri dal limite altimetrico.
«Consideriamo la scelta di orientarci su nuovi prodotti estremamente importante per il futuro del pecorino romano e dell’economia che generaha concluso Salvatore Palitta -. Con i nuovi prodotti potremo posizionarci su segmenti di mercato inediti, far conoscere un prodotto più delicato ed elegante e andare incontro alle esigenze di consumatori che cercano sapori gourmet. Non dimentichiamo poi che il 2019 è stato l’anno di lancio dello snackorino, lo snack di pecorino romano da 20 grammi destinato a bambini, ragazzi e sportivi ma gradito a tutti. Tutto questo ci permetterà anche di affrontare con più forza i mercati post Covid: gli analisti di mercato sono infatti tutti concordi nel dire che le strategie vincenti per sopravvivere alla crisi economica da pandemia sono innovazione e differenziazione. Solo così ci si potrà imporre su mercati profondamente cambiati, che non saranno mai più gli stessi: noi, con i nostri prodotti, andiamo esattamente in questa direzione.»
Antonio Caria

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Lascia l’amaro in bocca al Consorzio di tutela la decisione del Governo di escludere il Pecorino Romano dal Bando Bando nazionale indigenti da 50 milioni di euro. la decisione riguarda anche il pecorino sardo ed il fiore sardo.
Una situazione che ha costretto il presidente, Salvatore Palitta, a prendere carta e penna e scrivere una lettera direttamente alla ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova.
«Ci risulta che nella predisposizione del paniere dei prodotti da inserire nel bando indigenti post Covid da 50 milioni di euro, a cui non abbiamo avuto modo di dare il nostro contributo, siano state dimenticate o escluse il Pecorino romano e le altre Dop a latte di pecora che nascono in Sardegna ha scritto Salvatore Palitta -. Per questo siamo profondamente dispiaciuti, perché i problemi legati alla pandemia hanno colpito indistintamente tutte le indicazioni geografiche e le Dop italiane. Considerato questo quadro non vedo perché dagli interventi debbano essere esclusi il Pecorino romano, il Pecorino Sardo e il Fiore sardo. Questo è inaccettabile.»
«Chiediamo alla Regione e ai rappresentanti sardi in Parlamento un intervento tempestivoha sottolineato Salvatore Palitta -. Non è accettabile che lo Stato italiano intervenga in una fase congiunturale estremamente difficile come questa ignorando che esistano le Dop sarde che, fra l’altro, sono anche molto richieste nelle piattaforme di vendita e dagli enti caritatevoli.»
«Durante la crisi ha aggiunto Salvatore Palitta -, ci siamo fatti carico, in modo del tutto volontaristico e in ottica solidale, di tutto il latte destinato ai freschi, la cui produzione era completamente ferma, il che ha comportato maggiori produzioni di pecorino romano pari circa al 20%. A questo si aggiunge l’ipotesi di un crollo del 50% nel mercato Usa, per noi il mercato principale, e la contrazione dei consumi interni del 7% a causa del ridotto potere d’acquisto. E’ facile capire che, sommando tutti questi fattori, la situazione che si prospetta non è affatto rosea e non fa ben sperare per il futuro. Per questo gli aiuti del Governo sono indispensabili. Viviamo un momento in cui in tutti i Paesi del mondo emerge un fenomeno protezionistico sempre più diffuso, tutte le regioni italiane lavorano per proteggere e aiutare i prodotti dei loro territori e anche noi dobbiamo fare altrettanto. Noi rappresentiamo il 95% della produzione nazionale ovina e nonostante le difficoltà vissute in questo periodo abbiamo garantito la lavorazione di tutto il latte, cosa che non è avvenuta in altre parti d’Italia, e sostenuto anche i caseifici in difficoltà sui prodotti da tavola – ha concluso Salvatore Palitta -. È perciò assolutamente impensabile che le nostre Dop isolane subiscano un’ingiustizia simile.»

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C’è il pecorino romano nella lista dei 26 prodotti italiani che rientrano nell’accordo bilaterale siglato qualche giorno fa fra Unione Europea e Cina. L’accordo ha l’obiettivo di proteggere i prodotti compresi nell’elenco da imitazioni e usurpazioni: si tratta di 100 indicazioni geografiche europee (IG) in Cina e 100 IG cinesi nell’UE.

«Come Consorzio abbiamo lavorato in tutti questi anni per proteggere il nostro prodotto sui mercati internazionali, ed essere riusciti a farsi includere in una lista cosi ristretta di prodotti italiani già in prima battuta è il risultato di un lunghissimo lavoro – spiega il presidente del Consorzio per la tutela del pecorino romano, Salvatore Palitta -. La cooperazione UE-Cina in questa materia è iniziata più di dieci anni fa, ma il primo atto concreto ci fu nel 2012 quando furono registrate e protette dieci indicazioni geografiche di entrambe le parti.»

«Con l’entrata in vigore di questo accordo ci aspettiamo vantaggi commerciali reciproci e un incremento della domanda di prodotti di elevata qualità: c’è una classe media cinese in crescita, infatti, che apprezza moltissimo i prodotti europei autentici, e che cerca l’esclusività e l’originalità. Puntiamo perciò a un riscontro importante proprio da questa fascia di consumatori, come ha sottolineato la stessa Unione europea», dice Salvatore Palitta.

Per l’Ue, la Cina è la seconda destinazione delle esportazioni agroalimentari e la seconda destinazione di Indicazioni Geografiche (vini, prodotti agroalimentari e bevande spiritose), con un volume che ha raggiunto fra il 2018 e il 2019 i 12,8 miliardi di euro.

«L’accordo, che dovrebbe entrare in vigore entro il 2020, sarà ora sottoposto a un controllo giuridico, dopo di che Parlamento e Consiglio europeo daranno la loro approvazione», spiega Salvatore Palitta. Soltanto quattro anni dopo la sua entrata in vigore, l’accordo potrà essere esteso ad altre 175 indicazioni geografiche per parte.

«Quella contro le contraffazioni e l’Italian sounding è una battaglia complessa, impegnativa e sicuramente ancora molto lunga. Una battaglia che il Consorzio continuerà a combattere in prima linea, come ha fatto in tutti questi anni parallelamente a quella già vinta sui Dazi Usa, per tutelare un prodotto che è simbolo della Sardegna ed è determinante per la sua economia.»

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Dal 28 al 30 novembre 2018, ad Alghero, si svolgerà il 4° Workshop internazionale ‘Il Programma Europeo SHEEPNET: condivisione di competenze ed esperienze sulla produttività degli ovini attraverso la costituzione di una rete di lavoro’, che segue quelli organizzati a Edimburgo, Timisoara e Vitoria Gasteiz. Un centinaio tra ricercatori, consulenti ed allevatori provenienti dai 7 Paesi partecipanti (Francia, Irlanda, Regno Unito, Spagna, Romania, Italia e Turchia) a cui si aggiungeranno rappresentanti di Ungheria, Israele, Finlandia e Grecia, si incontreranno per discutere delle principali problematiche del settore ovino in Europa.

Il network tematico, coordinato dall’Institut de l’Elevage francese e che vede quale partner italiano l’agenzia AGRIS, ha una durata di 3 anni, è stato finanziato con circa 2 milioni di euro e si concluderà ad ottobre 2019. L’obiettivo è quello di aumentare la competitività e la sostenibilità del settore ovino in Europa attraverso lo scambio delle conoscenze scientifiche e pratiche tra i differenti attori della filiera di differenti nazioni, utilizzando un approccio interattivo di scambio delle conoscenze.

Il progetto è articolato in gruppi di lavoro nazionali coordinati da sette facilitatori. Il coordinatore italiano è il ricercatore di AGRIS Sardegna Antonello Carta. Sinora sono state identificate, attraverso questionari ed incontri, le principali esigenze degli allevatori e si è prodotta una grande quantità di soluzioni disponibili e in molti casi già implementate da alcuni allevatori innovatori.

Entro il mese di novembre, un centinaio di schede tecniche che affrontano le principali problematiche dell’allevamento ovino saranno inserite anche nel website del partenariato europeo per l’innovazione (PEI-AGRI). Il workshop internazionale che si terrà in Sardegna è stato preceduto da analoghi workshop nazionali di preparazione nei quali si è discusso dei differenti approcci disponibili per il trasferimento dell’innovazione nell’allevamento ovino. Dal workshop italiano, che si è tenuto presso la sede Agris di Bonassai il 25 ottobre scorso, è emersa la necessità di costruire un sistema di trasferimento dell’innovazione con particolare riferimento ‘all’allevamento di precisione’ che preveda ‘aziende modello’ dove testare le innovazioni e realizzare una precisa analisi costi-benefici. Le aziende modello dovranno poi aprirsi agli altri allevatori per consentire di acquisire le conoscenze necessarie per l’adozione delle nuove tecniche di allevamento.

Altri punti cruciali sono stati individuati nel monitoraggio degli effetti dell’innovazione a lungo termine e nella costruzione di un sistema di consulenza aziendale efficace con tecnici costantemente formati e aggiornati. 

Il 28 novembre le delegazioni internazionali visiteranno le aziende degli allevatori Michele Piras e Gianfranco Mangatia, due aziende ovine nell’area del Sassarese rappresentative delle attività di miglioramento genetico e dell’applicazione delle tecnologie digitali alla gestione del gregge. Nel pomeriggio è prevista la visita allo stabilimento del Consorzio Agriexport di Chilivani, durante la quale l’amministratore Salvatore Palitta racconterà della tradizione casearia sarda e di come modernità e tradizione possano contribuire alle produzioni DOP di qualità.

Il 29 novembre, nella sala convegni dell’Hotel Catalunya di Alghero, le delegazioni internazionali si confronteranno sul livello delle applicazioni di zootecnia di precisione in Europa, con un focus particolare su quelle collegate all’identificazione elettronica degli animali. I diversi Paesi presenteranno applicazioni innovative e gli allevatori di tutta Europa potranno discutere tra loro con il supporto di ricercatori e consulenti per valutarne i costi ed i benefici.

Venerdì 30 sono previsti due meeting satellite. Il primo, che coinvolgerà una ventina tra veterinari e allevatori, si terrà al Centro di Chirurgia comparata del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Sassari e consisterà in una dimostrazione pratica di come si devono manipolare gli agnelli neonati per aumentarne la sopravvivenza. Contemporaneamente, al Centro di Ricerca di Bonassai di AGRIS Sardegna, alla presenza dell’assessore dell’Agricoltura Pier Luigi Caria si terrà un incontro-dibattito tra i facilitatori dei vari Paesi e i principali attori della filiera ovina della Sardegna, dal titolo ‘Uno sguardo al settore ovino in Europa: azioni per migliorare competitività e sostenibilità del comparto’. Dopo una breve presentazione delle filiere ovine europee, gli allevatori e gli altri portatori di interesse sardi potranno discutere con i rappresentanti internazionali delle diverse azioni che nei vari Paesi sono state intraprese per valorizzare il comparto.

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37 istituti alberghieri iscritti, 67 classi partecipanti, 86 ricette inviate, 10 ricette finaliste: questi i numeri della prima edizione del concorso nazionale di cucina indetto dal Consorzio di Tutela del Pecorino Romano DOP che si appresta alla gara conclusiva a Roma.

Si avvicina la sfida finale della prima edizione del concorso nazionale di cucina “Il Pecorino Romano DOP nei territori della gastronomia italiana”, organizzato dal Consorzio del Pecorino Romano e rivolto agli studenti degli istituti alberghieri dell’intera penisola, che si terrà a Roma, mercoledì 17 ottobre 2018 a partire dalle ore 10.00, nella splendida cornice della Casina Valadier.

Sono 10 le scuole dei finalisti aspiranti chef, che dovranno sfidarsi dal vivo, preparando le ricette a base di Pecorino Romano DOP, selezionate dallo chef stellato cagliaritano Luigi Pomata, tra quelle proposte dai quarantadue istituti iscritti, distribuiti da Nord a Sud della penisola. La sfida proposta a questi giovani studenti non era scontata: inventare uno o più piatti a scelta tra antipasto, primo, secondo o dessert, utilizzando come elemento caratterizzante il Pecorino Romano DOP abbinato ad altri ingredienti scelti tra quelli più tipici e rappresentativi del territorio di appartenenza della scuola.

Il giudizio insindacabile della selezione delle ricette finaliste è stato affidato allo chef Luigi Pomata, due forchette Michelin e proprietario dell’omonimo ristorante di Cagliari. I 10 istituti da lui prescelti parteciperanno quindi alla prova finale. Ogni classe finalista sarà rappresentata sul palco da due promettenti chef in divisa, chiamati a realizzare un piatto da esposizione e 3 mini-porzioni per una giuria d’eccezione, composta dal presidente del Consorzio per la Tutela del Formaggio Pecorino Romano, Salvatore Palitta, dallo stesso chef Luigi Pomata e dallo chef Matteo Barbarossa, coordinatore di cucina della scuola Chef Academy a Terni. Interverranno per approfondire i diversi aspetti di questa eccellenza, l’antropologo alimentare Sergio Grasso e il prof. Luca Piretta, Nutrizionista Gastroenterologo. Modererà l’incontro il conduttore televisivo Marco Liorni.

Il Pecorino Romano DOP è il formaggio italiano più venduto nel mondo, dopo il parmigiano, grazie anche alla sua grande versatilità sotto ogni punto di vista: dal consumo, che non ha stagioni, alla ricettabilità. Il Pecorino Romano DOP è un prodotto per tutti, in quanto recenti studi hanno messo in luce un’altra sua importante caratteristica: l’assenza di lattosio che lo rende ottimo anche per i soggetti intolleranti.

La fantasia e la voglia di osare di questi ragazzi hanno permesso di realizzare un ricettario unico, con abbinamenti originali e moderni, che mostrano come il Pecorino Romano DOP, nonostante il forte legame con il territorio di provenienza, possa essere consumato ovunque e da diverse tipologie di consumatori, oltre che inserito in ogni portata, in qualsiasi stagione.

Gusto, originalità, entusiasmo e territorialità sono il giusto condimento di un’iniziativa dedicata a valorizzare un gioiello della gastronomia italiana insieme alle aspirazioni dei giovani cuochi di domani.

 

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Venerdì 3 agosto la rabbia degli agricoltori ed allevatori sardi si concentrerà a Tramatza, dove la CIA regionale Sardegna ha convocato gli stati generali delle campagne per discutere dei gravi problemi che affliggono il comparto base dell’economia isolana. L’appuntamento è per le ore 10.00, alla sala Convegni sulla strada statale 131, dove imprenditori, associazioni di categoria e rappresentanti delle istituzioni saranno chiamati a discutere i sulle vertenze sempre aperte del settore e proporre soluzioni alla crisi economica e strutturale diventata ormai cronica.

Al confronto sono stati invitati l’assessore regionale dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, il direttore generale Argea, Gianni Ibba, il presidente della commissione Attività produttive della Regione Sardegna, Luigi Lotto, e il presidente del Consorzio del Pecorino romano, Salvatore Palitta. Ha annunziato la sua partecipazione anche il presidente nazionale della Confederazione Italiana Agricoltori, Dino Scanavino, a sottolineare la valenza dell’iniziativa e per supportare a livello nazionale le proposte che scaturiranno dal confronto.

Gli argomenti che la Cia riverserà sul tavolo, chiedendo con forza alla politica e alle Istituzioni risposte e progetti, saranno tanti: crisi di mercato dei prodotti; ritardo nelle procedure di indennizzo per calamità naturali e danni da fauna selvatica; ritardi nei pagamenti del PSR.

La riunione sarà anche l’occasione per informare e discutere delle prospettive della PAC 2021/2027 e per mettere in capo azioni utili a invertire la tendenza in atto dalle prime proposte della Commissione dell’UE, che vedrà altrimenti penalizzata l’agricoltura italiana e sarda.

«La CIA Nord Sardegna parteciperà compatta con le delegazioni degli allevatori e agricoltori provenienti dalla Gallura, dal Monte Acuto-Goceano, dal Meilogu e dalla Nurra di Sassari ed Alghero – dichiara il presidente provinciale, Michele Orecchioni -. In assenza di risposte convincenti da parte delle istituzioni e della politica, anche a livello provinciale, con il coinvolgimento degli amministratori locali, daremo il via alla mobilitazione della categoria tesa a rilanciare l’attenzione sui temi dello sviluppo e delle prospettive del comparto agricolo.»

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Mercoledì 1 agosto, a Ittiri, alle ore 10,30, presso la sala del Teatro Comunale in Via XXV Luglio, si terrà un incontro organizzato dalla Copagri Nord Sardegna, per parlare del prezzo del latte di pecora e del futuro dell’intero comparto ovi-caprino in Sardegna. Il luogo scelto, Ittiri, sede di una delle più importanti cooperative lattiero casearie del Nord Sardegna, la LAIT ed il periodo che coincide con il termine della stagione delle produzioni del latte nell’anno 2018, rendono importante la tavola rotonda.

Molto attese, nel settore, sono le prime proiezioni delle produzioni dei formaggi pecorini ed in particolare del Pecorino romano dop, di questa stagione,  i prezzi di vendita del formaggio e le proiezioni sul mercato americano, elementi determinanti per la quantificazione finale del prezzo a litro da pagare all’allevatore Sardo, elementi che oggi tutti vogliono sapere e capire. Ad  oggi, nessuno ha organizzato un confronto pubblico e aperto fra più attori della filiera ovi-caprina.

Ci ha pensato La Copagri del Nord Sardegna, che per l’occasione ha invitato il presidente regionale Ignazio Cirronis ed il vice presidente nazionale Alessandro Ranaldi della Copagri Roma; inoltre, stati invitati come relatori Salvatore Palitta, presidente del Consorzio Pecorino Romano DOP; Pierluigi Pinna dell’Industria Casearia di Thiesi, F.lli Pinna SPA, Tore Piana presidente del Centro Studi Agricoli e vice presidente di Copagri Nord Sardegna ed amministratori di cooperative lattiero casearie. A fare gli onori di casa, il presidente della Copagri Nord Sardegna e ideatore della tavola rotonda, l’agronomo Paolo Ninniri, che terrà la relazione introduttiva.

Porterà i saluti dell’amministrazione comunale di Ittiri, l’assessore all’agricoltura Gianmario Cossu. L’incontro è aperto a tutti, si profila un importante giornata di confronto su un tema, quello del prezzo del latte di ovi-caprino, che in Sardegna vale circa 400 milioni di euro.

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La giacenza delle forme di pecorino romano si è ridotta del 50% rispetto all’anno scorso grazie alle misure adottate attraverso il pegno rotativo promosso dalla Regione. Non solo: la produzione dell’attuale campagna casearia è totalmente in linea con i fattori stagionali fisiologici, a conferma che il nuovo percorso delineato con il pegno rotativo sta funzionando. I dati, forniti ufficialmente dal Consorzio per la tutela del formaggio pecorino romano, sono stati analizzati dal Gruppo di monitoraggio sul pegno rotativo, riunito questa mattina negli uffici dell’assessorato della Programmazione. Con l’assessore Raffaele Paci erano presenti il presidente della Commissione regionale Abi Giuseppe Cuccurese, il presidente del Consorzio per la tutela del pecorino romano Salvatore Palitta, il direttore del Centro regionale di Programmazione Gianluca Cadeddu.

Il Gruppo di monitoraggio si riunisce ogni tre mesi per monitorare l’andamento dell’attuazione dell’accordo sul pegno rotativo. I dati emersi oggi sono molto positivi: è stata comunque sottolineata la necessità di tenere alta la guardia per mettere in sicurezza il percorso, iniziato ma non concluso, con l’obiettivo comune di valorizzare sempre di più, con interventi strutturali, un settore strategico per la Sardegna come quello del lattiero-caseario. Sono stati perciò messi a punto ulteriori passaggi che consentiranno di trasformare il pegno rotativo da strumento straordinario anticrisi a strumento ordinario e stabile per affiancare tutte le altre misure a sostegno del comparto.

«In un anno abbiamo raggiunto un ottimo risultato, che ora va consolidato e ulteriormente migliorato – dice l’assessore Raffaele Paci -. Abbiamo creduto sin dall’inizio nel pegno rotativo, e questi risultati ci danno ragione. Siamo state una delle prime regioni a partire con uno strumento molto utile alla razionalizzazione della filiera di una DOP, come il Pecorino Romano, perché introduce un sistema di garanzia finora assente, che consente di facilitare i rapporti fra il mondo bancario e i trasformatori del latte ovino. Uno strumento che, affiancando gli altri strumenti finanziari innovativi che abbiamo già messo in campo, coinvolgerà e aiuterà tutti i componenti del comparto, a partire dai pastori, e avrà inoltre il fondamentale ruolo di calmierare i prezzi sul mercato. Abbiamo lavorato molto in questi mesi per raggiungere questo importante risultato, con la costante collaborazione del Consorzio per la tutela del Pecorino Romano e l’Abi, che ringrazio molto per l’importante lavoro che stanno svolgendo», conclude il vicepresidente della Regione.

Il protocollo d’intesa fra Regione, ABI, Consorzio di Tutela del Pecorino Romano e organismi di settore è stato sottoscritto il 26 aprile dell’anno scorso, dopo i lavori al tavolo presieduto dall’assessore Raffaele Paci in cui la Regione ha svolto il ruolo di facilitatore per la definizione degli aspetti tecnici che hanno permesso di arrivare all’accordo: il formaggio può essere destinato a garanzia di linee di credito da concedere per la riqualificazione di finanziamenti in scadenza e/o per la concessione di prestiti di campagna. Particolarità importante dello strumento è il fatto che ciascuna azienda, laddove abbia nei suoi magazzini lo spazio necessario, manterrà il proprio prodotto seppure dato in pegno. In caso contrario potrà collocarlo in magazzini individuati congiuntamente da tutti i soggetti rappresentati al tavolo.

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Cucina internazionale, marketing territoriale, formaggi, pizza fritta, pasticceri e degustazione di cioccolato. Ma soprattutto la migliore selezione di vini sardi e nazionali. La decima edizione del Porto Cervo Wine&Food Festival, ospitata nel Conference Center del Cervo Hotel a Porto Cervo, parte nel segno dell’eccellenza e della bellezza, con la madrina Cristina Chiabotto ad illuminare la scena.

«Dopo nove anni di pubblicità come testimonial per una nota marca di acqua, ora posso dire di amare il vino – ha spiegato la conduttrice e madrina della decima edizione del Porto Cervo Wine&Food Festival -. Mi piace bere ed amo i vini sardi, anche se dall’alto del mio metro e 84 non posso barcollare troppo, perché si vedrebbe se cedessi da un lato.»

Nel tradizionale taglio del nastro, che ha dato il via alla rassegna, Franco Mulas, Area Manager Marriott Costa Smeralda, ha sottolineato il valore di questo evento, partito da una sua intuizione di oltre dieci anni fa: «Festeggiamo il decimo anniversario del Porto Cervo Wine&Food Festival, ma io sono ambizioso e scommetto già sul ventesimo. Marriott International, che gestisce gli alberghi della Costa Smeralda per conto di Qatar Holding, punta molto sulla promozione e l’esportazione dei sapori della Sardegna in tutto il mondo. Attraverso la cucina del Cala di Volpe abbiamo portato i prodotti sardi da Londra alle Bahamas, Miami e Kazakistan, perché non c’è crescita del territorio senza quella dei nostri prodotti. In questo senso i partner fondamentali del Porto Cervo Wine&Food Festival sono i produttori sardi e della Penisola qui presenti.»

Una manifestazione ormai entrata nel calendario degli eventi più importanti dell’enogastronomia italiana.

«Il Porto Cervo Wine&Food Festival procede nel segno della continuità per dimostrare che la Costa Smeralda non è solo mare – sottolinea Mario Ferraro, amministratore delegato di Sardegna Resorts -. L’enogastronomia sta diventando una componente fondamentale della nostra offerta. Questo è uno straordinario palcoscenico per le eccellenze sarde. L’idea di Franco Mulas, che più di 10 anni fa ha inventato questo evento, è stata geniale.  Nel tempo il Porto Cervo Wine&Food Festival è diventato un punto di riferimento: la ristorazione è uno degli elementi di principale attrazione per la destinazione, così quest’anno abbiamo introdotto una serie di novità nell’offerta gastronomica a Porto Cervo. Dalla partnership con Antonio Mellino per il rinnovato ristorante Il Pescatore a quelle con Novikov, Nikki Beach e Matsuhisa Nobu» «Ringraziamo Marriott e Sardegna Resorts per questa grande occasione di promozione del nostro territorio, come Comune di Arzachena siamo vicini a una manifestazione che valorizza le attività produttive e le eccellenze della nostra terra», ha confermato Mario Russu, assessore comunale alle Attività produttive.

Nella giornata di oggi, i grandi protagonisti sono stati i formaggi sardi e la cucina internazionale. Il primo appuntamento ha messo in vetrina la produzione casearia sarda, con la partecipazione di Alberto Marcomini, Salvatore Palitta, Gilberto Arru e Luciano Sogos. Poi è stata la volta della cucina internazionale con Rafael Rodriguez, chef peruviano vincitore del premio “Miradas 2017”. Confermata per domani sera la cena di gala al Cala di Volpe: uno degli eventi collaterali più attesi del festival anche per il concerto che, tradizionalmente, accompagna la cena. E, per quest’anno, è stata scelta una superstar della musica italiana: Anna Tatangelo, peraltro fresca vincitrice del “Celebrity Masterchef Italia 2018”. La cantante laziale ha appena pubblicato il singolo “Chiedere scusa”, mentre il nuovo album uscirà a fine settembre.

Le migliori realtà produttive italiane del settore parteciperanno al Porto Cervo Wine&Food Festival: nell’area del Conference center sono presenti 70 espositori, di cui 54 del settore vitivinicolo. Il pubblico selezionato ha l’occasione di conoscere gli storici marchi dell’eccellenza italiana e le ultime idee di un settore sempre in evoluzione, che storicamente rappresenta il fiore all’occhiello del “made in Italy”. I biglietti d’ingresso alle degustazioni e agli eventi si possono acquistare dal sito www.pcwff.com .

Le degustazioni inizieranno alle 11.00 e si concluderanno alle 18.00. Alle 16.00 ci sarà un dibattito intitolato “Il vino come elemento del marketing territoriale” con Antonio Paolini, giornalista enogastronomico e curatore di guide di settore; Massimo Ruggero, amministratore delegato delle Cantine Siddùra; Tino Demuro, socio fondatore delle Cantine Surrau. A seguire, spazio alla dolcezza e all’irresistibile tentazione del cioccolato: sarà presentato il libro “Il mio cioccolato” del pasticcere Guido Castagna, collaboratore di Eat Parade e della Prova del cuoco; infine, una degustazione di cioccolatini preparati da Guido Castagna e Manuel Arcadu, Executive Pastry chef di Marriott Costa Smeralda.

Le degustazioni inizieranno alle 11.00 e si concluderanno alle 18.00. Sempre alle 11.00, Cooking Show di Fabrizio Nonis, giornalista enogastronomico e conduttore televisivo. Nel pomeriggio, dalle 15.00 alle 18.00, si svolgerà una imperdibile esibizione dei grandi maestri della ristorazione e in contemporanea ci sarà un’ora dedicata interamente alla birra: alle 15.00, infatti, sarà intervistato Paolo Lai, titolare del birrificio “4mori”. Alle 16.00, Bruno Gambacorta intervisterà il maestro pizzaiolo Enzo Coccia, autore del libro “Pizza fritta”.